domenica, luglio 30, 2006

I campioni ( si spera ) di domani.

Ancora un successo a livello giovanile per la Spagna, che vince l' Europeo Under 19 grazie a una marcia trionfale nel corso della quale non ha mai lasciato alcun dubbio su quale dovesse essere l'esito finale: nel girone eliminatorio prima un 5-3 alla Turchia, poi un 4-0 alla Scozia e infine un 1-1 ininfluente con il Portogallo. Semifinale passeggiando per 5-0 sull'Austria e vittoria finale sempre con la Scozia ( grande sorpresa della manifestazione ) per 2-1.
La selezione guidata da Gines Melendez ha mostrato il solito eccellente calcio manovrato palla a terra, grande compattezza e personalità, andando sempre a imporre il suo gioco all'avversario. Soprattutto ha mostrato però la cosa più importante: i talenti. Molto solida, a parte i periodici rilassamenti una volta andati in vantaggio, la coppia di difensori centrali Piqué-Marc Valiente, quantità e qualità in mezzo al campo, grande spinta sulle fasce ( forse il vero punto di forza ), tecnica e agilità in attacco.
Il problema principale sarà vedere quanto spazio verrà dato a queste promesse nei club in cui militano. La situazione più difficile si preannuncia per giocatori come Mata, Toni Calvo, Jeffrén, Bueno, Javi Garcia e Piquè, certamente fra quelli che hanno impressionato di più, ma che hanno la sventura di appartenere a grandi club come Real Madrid, Barcelona e Manchester United, nei quali a breve termine non si intavedono spiragli per loro. Sarebbe davvero un peccato sprecare quanto di buono si sta facendo a livello giovanile…
Comunque, vediamo nel dettaglio:

Antonio ADAN Garrido: Portiere della cantera del Real Madrid, potrebbe essere lui il successore di Casillas. E' stato impegnato molto poco nel corso del torneo, ma in quei pochi frangenti non si è fatto cogliere impreparato, soprattutto nella finale. Buono fra i pali, molto attento e intelligente nelle uscite.
Angel BERNABE': Riserva di Adan, gioca nell'Atlètico Madrid. Unica presenza nella terza e ininfluente gara del girone contro il Portogallo.

Antonio BARRAGAN: Interessante terzino destro. Prodotto della cantera del Sevilla, utile esperienza al Liverpool per lui, dove ha avuto l'opportunità di giocare un match dei preliminari di Champions League contro il CSKA Sofia. Attento in fase difensiva, ha una falcata ampia e una grande progressione, che lo porta spesso a sovrapporsi all' esterno di centrocampo. Non ha grande qualità tecnica, però si propone con intelligenza. Fa bene ora il Deportivo a puntare su di lui.
Marc VALIENTE: Centrale di difesa del Barcelona, è meno appariscente di Piquè, ma si è dimostrato molto affidabile e senza grossi punti deboli. Stile sobrio, ottimo piazzamento, buon fisico, sicuro nel gioco aereo e attento in marcatura.
Gerard PIQUE' Bernabeu: A questi livelli, la sua prestanza e la sua personalità hanno fatto davvero impressione. Gran fisico, fortissimo nel gioco aereo ( che gli ha fruttato una doppietta nel 4-0 contro la Scozia ), guida il reparto con una sicurezza che a volte sfocia in eccessiva confidenza, soprattutto nei disimpegni palla al piede. Ha mostrato anche una buona qualità tecnica, con delle ottime aperture sulla fascia destra per Toni Calvo. Due anni fa il Manchester l'aveva prelevato dalle giovanili del Barça in seguito al suo ottimo Europeo Under 17 ( in cui la Spagna perse la finale contro la Francia padrona di casa di Nasri, Menez e Ben Arfa ), è prevedibile che Ferguson, che l'ha già fatto esordire in prima squadra, lo lanci definitivamente a breve.
Roberto CANELLA: Terzino sinistro dello Sporting Gijon, è forse il meno dotato della formazione titolare, anche se è uno dei più giovani, essendo dell' '88. Ha giocato un po' più bloccato rispetto a Barragan sull'altra fascia, senza commettere grossi errori e senza complicarsi la vita. Tatticamente affidabile, il suo rendimento è cresciuto nelle ultime partite del torneo.
José Angel CRESPO: Juande Ramos gli ha già concesso qualche minuto nella prima squadra del Sevilla, soprattutto da terzino destro. In questo europeo ha giocato nell' ultima parte dell'esordio con la Turchia ( maluccio ) da terzino sinistro, poi è passato a centrale nell'altra partita da lui disputata, l'1-1 coi portoghesi. Al centro della difesa mi è parso davvero interessante: sveglio, aggressivo e con un gran senso dell'anticipo.

Mario SUAREZ: Meno reclamizzato di Javi Garcia, personalmente mi piace di più rispetto al madridista, anche se è un po' meno completo ( meno dotato in interdizione ). Ottima visione di gioco, gioca a testa alta, a uno-due tocchi, apre benissimo il gioco sulle fasce ed ha anche il passaggio in profondità. Rispetto a Javi Garcia si inserisce di più senza palla per sfruttare il suo ottimo destro. Ottima la sua tecnica, meriterebbe sicuramente, dopo aver giocato già qualche partita l'anno scorso, una promozione stabile nella prima squadra dell'Atlético Madrid. Suo il gol del definitivo 4-0 nella gara del girone contro gli scozzesi.
Javier Garcia Fernandez JAVI GARCIA: Centrocampista centrale completo e promettente. Autore di due gol contro l'Austria, è stato un punto fermo della mediana. Stazza notevole, buono in fase difensiva, ha anche visione di gioco e un destro potente dalla distanza. Ha una buona tecnica, ma è un po' macchinoso e soffre il pressing. Titolare fisso quest'anno del Real Madrid Castilla in Segunda Division, ha già giocato in Champions contro l'Olympiacos. Forse quest'anno verrà chiamato di più in prima squadra, anche se continuerà nel Castilla.
Antonio Calvo Arandés TONI CALVO: Se la Spagna ha potuto contare su un gran gioco sulle fasce, buona parte del merito va a questo canterano del Barça, sicuramente il più continuo del parco esterni a disposizione di Ginés Melendez. Grande accelerazione, tecnica eccellente, nonostante sia giovanissimo sa già giocare in maniera utile per la squadra, facendosi notare non solo per le sue qualità palla al piede ma anche per gli scatti in profondità senza palla. Piuttosto che abusare delle azioni individuali preferisce chiedere triangolo, arrivando spesso sul fondo. Dovrebbe magari migliorare in fase conclusiva. Ha fatto un gol, contro la Turchia, ma ne ha sciupati anche parecchi.
JEFFREN Suarez: Altro prodotto del Barcelona, questo canario di origini venezuelane. Mancino, preferisce giocare a sinistra ma puo tranquillamente andare anche a destra. Elettrico, difficile da fermare in velocità, è un giocatore tutto scatti, arresti e ripartenze improvvise, accompagnate da ottimi numeri palla al piede.
Diego CAPEL Trinidad: Canterano del Sevilla, è forse il talento più puro della rosa, ma deve essere assolutamente sgrezzato. Mancino dallo straordinario controllo di palla, è capace di girare su se stesso, col pallone incollato al piede e in spazi strettissimi, con una facilità davvero impressionante. Purtroppo però porta troppo il pallone, è esageratamente individualista e gioca a testa bassa andando spessisimo verso il centro dove è pieno di avversari. L'anno prossimo dovrebbe fare il salto in prima squadra: speriamo che Juande Ramos sappia correggerne i difetti, perché certi suoi slalom a tutta velocità sono da autentico delirio.
Gorka ELUSTONDO: Centrocampista difensivo, scuola Real Sociedad ha doti di rottura più che di impostazione. Non ha certo grande qualità. Titolare contro il Portogallo, spezzoni nelle restanti partite.
Esteban GRANERO: Pochi minuti per il madridista, uno dei giocatori più attesi. Titolare contro il Portogallo, entrato solo a partita in corso nelle altre gare. Trequartista ma anche centrale nel 4-4-2, ha fatto vedere un po' della sua qualità e del suo tocco di palla, ma è sembrato un po' timido, forse non agevolato dal dover giocare più che altro spezzoni finali a risultato già acquisito. E' interessato a lui il Liverpool, ma dovrebbe giocare la prossima stagione nel Real Madrid Castilla ( il Real Madrid B ).

Juan Manuel MATA: Grande talento, oltrettutto molto giovane ( classe '88 ). Classica seconda punta, gioca con classe, semplicità e intelligenza. Ha un gran mancino, che sfrutta per tocchi splendidi di prima e rifiniture millimetriche. Fa tutto col suo sinistro, arpionando e difendendo il pallone con maestria con comune. Buone accelerazione, gli manca il dribbling secco, anche se il suo gioco di prima ( d'esterno, di tacco, spalle alla porta ) non ce l' hanno in tantissimi. Quattro gol per lui, tre dei quali contro la Turchia ( il secondo, con un pallonetto, una perla assoluta ). Di proprietà del Real Madrid, giocherà l'anno prossimo nel Real Madrid C assieme a Bueno.
Alberto BUENO: Capocannoniere dell'Europeo con 5 gol, assieme al turco Parlak. Centravanti esile ma elegante, agile, rapido e tecnico, non gli si può lasciare un metro in area di rigore, viste le sue doti di opportunista. Ma è bravo anche a dialogare fuori dall'area: ottime le sue triangolazioni con Mata. Uomo decisivo in finale con una doppietta ( stupendo il pallonetto dell' 1-0 ). Anch' egli del Real Madrid.
César DIAZ: Prima punta dell' Albacete, il più "anziano" della compagnia. Autore di un gol contro il Portogallo. Un po' grezzo dal punto di vista tecnico, ma efficace in area di rigore.
Marc Sartò PEDRAZA: Deludente come due anni fa nell' Under 17, il giovane dell' Espanyol ha giocato da titolare contro il Portogallo senza mai riuscire a entrare in partita.

Etichette: ,

sabato, luglio 29, 2006

Ultime dal calciomercato.

Il Real Madrid, dopo Cannavaro ed Emerson, acquista anche Van Nistelrooy, seguendo fino in fondo la politica di Capello, che vuole giocatori affidabili, maturi e ampiamente sperimentati, cosi da non correre rischi, anche se poi questa politica, come ho spiegato qualche giorno fa, può diventare una delle più rischiose.
Comunque, parliamo di Ruud Van Nistelrooy, forse il maggior predatore su scala mondiale che oltrettutto non ha ancora abbassato la sua media gol. Resta da vedere fino in fondo se l'accantonamento da parte di Ferguson prima e Van Basten sia dovuto a motivi soltanto caratteriali o se vi sia anche qualche motivazione tecnica."Ruuuuud" copre una falla evidente nell'organico del Real Madrid, quello dell' uomo d'area che sappia cogliere al volo le occasioni che arrivano dalle fasce. E si spera che possa relegare in panchina Ronaldo, col quale, è chiaro, non può giocare assieme, avendo bisogno di una seconda punta accanto ( ma può fare benissimo, anzi è uno dei migliori a farlo, reparto da solo ) come Robinho o Cassano.

Finalmente Aimar è un giocatore del Real Zaragoza. Decisiva la volontà del giocatore, che ha capito come Victor Fernandez sia un allenatore desideroso di valorizzarlo appieno. Ora sulla carta il Zaragoza ha una delle squadre col potenziale offensivo più micidiale della Liga: alla coppia, perfettamente assortita, formata da Ewerthon e Diego Milito, aggiunge due giocatori della classe di Aimar e D'Alessandro. Il tecnico dovrà spremerre le meningi per trovare una formula che garantisca al contempo magia ed equilibrio, ma la sfida è affascinante ( forse la più intrigante della prossima Liga ) e soprattutto Victor Fernandez la affronta consapevolmente, avendo fortemente richiesto l'acquisto del Payaso. L'idea potrebbe essere quella di giocare con un 4-4-2 tipo quello dell'anno scorso, con Aimar e D'Alessandro finti esterni di centrocampo, ma bisogna tener conto che le caratteristiche dei due argentini sono assai diverse da quelle di Cani e soprattutto Oscar, essendo due trequartisti classici che non garantiscono il movimento senza palla e la duttilità dell' ex del Valladolid.
Comunque, la cosa più importante è che Aimar abbia la sua maglia da titolare e sia lasciato libero di fare tutto quello che gli passa per la testa, come succede a Riquelme nel Villarreal.

Villarreal che al di là della clamorosa eliminazione dall'Intertoto, si segnala ancora una volta per l'intelligenza delle sue operazioni di mercato, tese a far crescere gradualmente il livello tecnico della rosa e al tempo stesso a rimpinguare le casse del club, col fine ultimo, sempre ben presente, di diventare una delle potenze del calcio spagnolo.
Esemplare l' operazione di mercato che sta per essere ultimata: in dirittura d'arrivo la cessione di Marcos Senna al Manchester United per 12 milioni, il Submarino si è già premunito con l'acquisto di Leandro Somoza dal Velez, un centrocampista centrale davvero ottimo ( lo definirei un Tacchinardi più tecnico e con più visione di gioco ), di 24 anni, preso per soli 3 milioni di euro.
Un tempismo perfetto, considerando che Senna ha 30 anni e questa è l'occasione migliore per cederlo, oltre che un guadagno di 9 milioni di euro. Con questa e con tante altre operazioni ( Riquelme, acquistato a prezzi relativamente economici, dopo oltrettutto due anni di prestito dal Barça, ma anche Nihat e Pires a parametro zero ), si stanno costruendo fondamenta solidissime. Se quest'anno poi arrivasse il quarto posto, sarebbe l'occasione per un ulteriore salto di qualità, poichè coi soldi dell' UEFA si potrebbe provare ad agganciare qualche grande nome ( magari Tevez: non se ne è mai parlato, ma son convinto che, se si creassero le condizioni giuste, l'idea ai dirigenti verrebbe in mente ). Intanto un'altro po' di denaro potrebbe arrivare dalla cessione di Sorin, partenza non certo indolore vista la qualità del giocatore, ma che sembra ben coperta dalla rosa attuale.

Il Sevilla cerca quell' attaccante veloce che, dopo la fine del prestito di Saviola, gli manca, e dopo il fallimentare tentativo per Suazo, sembra avviato a concludere l'acquisto di Chevanton dal Monaco, efficientissimo e pure un po' sottovalutato attaccante. Mentre il Racing ha quasi preso l'attaccante messicano Omar Bravo dal Chivas, il Valencia vuole chiudere per Simao, essendo coperto sulla fascia destra dal solo Angulo. Il Benfica non molla facilmente l'osso, ma l'operazione dovrebbe andare in porto.
Essendo stato poi ceduto Mista all' Atlético Madrid, andrebbe trovato un terza punta che vada ad affiancare Villa e Morientes. Si parla di Luis Garcia, ottimo giocatore, ma difficilmente l'Espanyol se ne priverà.

In chiusura, una notizia che non riguarda il mercato, ma rischia di incidere sui destini del Deportivo più di mille acquisti o cessioni: Valeron, appena tornato dal gravissimo infortunio che l'aveva tenuto fuori per tutto lo scorso girone di ritorno, si è di nuovo seriamente infortunato, stavolta al menisco. Resterà fuori per 4 mesi minimo. La notizia non ha bisogno di grandi commenti, se non per notare come l'interessante progetto di Caparros per quest'anno rischi di venire pregiudicato, costringendo di nuovo il tecnico dei galiziani ad arrangiarsi come ha fatto l'anno scorso con una squadra ordinata ma con molta meno imprevedibilità e qualità.

Etichette:

venerdì, luglio 28, 2006

Sorteggio Preliminari Champions League.

FC Sheriff (MDA) / FC Spartak Moskva (RUS) - FC Slovan Liberec (CZE)

FC Shakhtar Donetsk (UKR) - FH Hafnarfjördur (ISL) / Legia Warszawa (POL)

FC Zürich (SUI) / FC Salzburg (AUT) - Valencia CF (ESP)

PFC Levski Sofia (BUL) / FC Sioni Bolnisi (GEO) - AC Chievo Verona (ITA)

Heart of Midlothian FC (SCO) / NK Široki Brijeg (BIH) - AEK Athens FC (GRE)

PFC CSKA Moskva (RUS) - Djurgårdens IF FF (SWE) / MFK Ružomberok (SVK)

AC Milan (ITA) - Cork City FC (IRL) / FK Crvena Zvezda (SCG)

Galatasaray SK (TUR) - FK Mladá Boleslav (CZE) / Vålerenga IF (NOR)

R. Standard de Liège (BEL) - NK Gorica (SLO) / FC Steaua Bucuresti (ROU)

FK Austria Wien (AUT) - SL Benfica (POR)

FK Ekranas (LTU) / NK Dinamo Zagreb (CRO) - Arsenal FC (ENG)

FC København (DEN) / Myllykosken Pallo-47 (FIN) - AFC Ajax (NED)

Hamburger SV (GER) - CA Osasuna (ESP)

FHK Liepajas Metalurgs (LAT) / FC Dynamo Kyiv (UKR) - Fenerbahçe SK (TUR) / B36 Tórshavn (FAR)

Liverpool FC (ENG) - Maccabi Haifa FC (ISR)

LOSC Lille Métropole (FRA) - Debreceni VSC (HUN) / FK Rabotnicki (MKD


Non è andata per niente bene all' Osasuna, che già si troverà di fronte un avversario superiore tecnicamente, ma anche più avanti con la preparazione, perchè la Bundesliga comincia prima della Liga. Amburgo davvero temibile: a ottimi giocatori Van der Vaart ( comunque uno sopravvalutato ), Atouba, Trochowski, Mahdavikia e Lauth ( ma anche De Jong, Wicky, Demel e il miglior amico di Cristiano Ronaldo, ovvero Boulahrouz ) ha aggiunto quest'estate l'opporunismo di Paolo Guerrero, acquistato dal Bayern, e lo straordinario talento del belga Kompany. Già è qualcosa di miracoloso essere arrivati fin qui per il club di Pamplona, d'ora in poi tutto quello che arriverà verrà accolto a braccia aperte. Comunque, bisogna guardare le cose anche dal lato opposto: il tecnico Doll non è certo euforico per il sorteggio. Se stringeranno le maglie e ci metteranno l'intensità dello scorso anno, i "rojillos" potranno giocarsela, meglio ancora avendo la partita di ritorno in casa.
E' andata meglio al Valencia, che però non deve sottovalutare l'avversario che uscirà dal confronto tra FC Zurich e Salisburgo, del quale si è già giocato il match di andata in Svizzera, terminato 2-1 per i padroni di casa.
Gli elvetici, sono una squadra molto giovane, con alcuni interessanti elementi che fanno già parte della nazionale come Margairaz e Dzemaili, l'esperto finlandese Tihinen al centro della difesa e il guineano Alhassane Keita in attacco.
Il Salzburg è la squadra dell' inaffondabile Trapattoni, che ha come principale collaboratore Lothar Matthaeus. Innervata dai soldoni della Red Bull, ha grandi ambizioni e ha cominciato a rastrellare il mercato per dare maggior credibilità a queste sue aspirazioni. Nomi noti come Linke, Niko Kovac, Tiffert, Lokvenc, l'ex livornese Vargas e giocatori esperti che hanno fatto parte della nazionale austriaca come Aufhauser, Kirchler e Winklhofer. Ciliegine sulla torta la promessa Vonlanthen e Andreas Ivanschitz, ottimo numero 10 della nazionale austrica, giocatore veloce e dal gran sinistro che potrebbe farsi notare in futuro.
Per quanto riguarda il resto del panorama, è andata benissimo alle italiane ( incredibile il Chievo ), alle inglesi e al Lille. Sfide molto combattute quelle probabili fra Galtasaray ( che ha preso il talento argentino Carrusca ) e Valerenga e fra Hearts e Aek Atene, a meno di eliminazioni inaspettate.

Etichette: , ,

giovedì, luglio 27, 2006

Copa Libertadores: rush finale.

Deciso il quadro delle semifinali di Copa Libertadores: Libertad-Internacional da una parte del tabellone e Sao Paulo-Chivas dall'altra. Prevedo anche quest'anno una finale tutta brasiliana fra Internacional e Sao Paulo. Fallimentare bilancio per le squadre argentine: arrivate in tre ai quarti di finale, sono uscite tutte. Negli ultimi tempi le squadre brasiliane dominano il continente. L'unica argentina che poteva giocarsela alla pari coi colossi brasiliani, il Boca, era assente causa squalifica. Il River Plate ha mostrato un centrocampo improvvisato e di scarsa qualità; l'Estudiantes, quando Sosa e Carrusca occultano la loro classe e pure il bomber Pavoni è assente, resta una squadra di picchiatori; il Velez, squadra ottima, aveva la qualità per arrivare fino in fondo, ed era imbattuta fino all'altro giorno, quando ha trovato nel Chivas una squadra superiore per solidità e personalità.

LIBERTAD ( PARAGUAY ): La sorpresa di questa Copa, punta a replicare l'impresa dell' Once Caldas di due anni fa. Se l'è meritato tutto questo approdo alle semifinali, vincendo con autorità il suo girone davanti al River Plate, eliminando il Tigres agli ottavi ed umiliando ai quarti sempre il River, seppure con un po' di fortuna nella partita d' andata. Squadra difficile da affrontare, si chiude a riccio nella sua metacampo, riducendo gli spazi agli avversari e affidando a Guinazu ( fugacissima esperienza in Italia al Perugia ) il rilancio dell' azione.
L'ottimo tecnico Gerardo "Tata" Martino gioca con un 4-4-2 col centrocampo a rombo. Due sono i nazionali paraguaiani nella formazione titolare: Riveros e Bonet, con Sarabia che ha disputato i mondiali del '98 e del 2002. In porta se n'è appena andato al Boca uno dei punti di forza dei paraguaiani, Aldo Bobadilla, secondo portiere della nazionale, provvidenziale nell'andata al Monumental col River. Il suo posto verrà presumibilmente coperto da Horacio Gonzalez. La difesa è composta da destra verso sinistra da Damiani, Sarabia, Balbuena e Hidalgo, quest' ultimo dotato di un gran bel sinistro. Martino ha a disposizione come varianti per la fascia destra l'arretramento di Bonet e lo spostamento di Sarabia, con l'innesto al centro della difesa di Ricardo Martinez. Davanti alla difesa un duro come Javier Villarreal, per anni al Boca. A destra Bonet, che ha nel suo destro un importante asso nella manica ( straordinari i suoi due missili all' andata contro il River ), a sinistra Riveros. Il creatore di gioco è Pablo Guinazu, che viene spesso incontro per farsi dare il pallone e controllarlo con sicurezza col suo mancino. Soluzione di qualità a disposizione per la fascia destra l' argentino Aquino, con Bonet che in questo caso va a fare il terzino destro. In attacco due giocatori umili e che fanno molto movimento, Rodrigo Lopez e Roberto Gamarra.
Una squadra senza stelle, dove tutti vanno in gol e che soprattutto non ha nulla da perdere.

INTERNACIONAL ( BRASILE ): L'altra grande favorita assieme al Sao Paulo. Un blocco solido, che macina parecchio gioco e crea molte occasioni. Il tecnico Abel Braga imposta la squadra generalmente con un 4-2-2-2 che vede Clemer in porta, Elder Granja "lateral" di destra, Jorge Wagner sulla fascia opposta e Bolivar e Fabiano Eller centrali. I terzini ( termine improprio per il calcio brasiliano ) sono diventati uno dei punti di forza della squadra, dopo aver scalzato Cearà a destra e Rubens Cardoso ( bel mancino ) sulla sinistra. Elder Granja spinge con continuità dal punto di vista atletico e non fa mancare eleganza e classe nel giocare il pallone. Jorge Wagner è un po' più anarchico, tende ad accentrarsi e provare l'azione palla al piede sulla trequarti, scambiandosi la zona con Alex. Le sue traiettorie col sinistro son davvero micidiali.
A centrocampo, un giocatore cruciale per gli equilibri della squadra: Fabinho. Personalmente lo apprezzo tantissimo: è la classica formichina che si vede pochissimo, ma che sa sempre dove stare, copre, ruba palloni e li ricicla per i compagni. Ha già 30 anni, non è un nome da mercato, ma ad Abel Braga non importa poi tanto. Accanto a lui Edinho o Perdigao. Sulla trequarti una mezzala davvero ottima come Tinga, che opera sulla fascia destra con grande dinamismo e apprezzabile qualità, mentre più spostato a sinistra gioca generalmente Alex, che ha come alternative Michel o Adriano, trequartisti più classici.
In attacco l'arcinoto uomo-mercato, avvicinato spesso all' Inter e al Milan, Rafael Sobis, giocatore con caratteristiche molto adatte al calcio europeo, svelto, veloce e concreto in zona-gol. Il suo gol dell'1-0 al ritorno contro l'LDU Quito è una dimostrazione del fatto che ha le idee molto chiare. Il centravanti, ma anche trequartista, è Fernandao, con una tracurabile esperienza al Marsiglia alle spalle, alto, forte nel gioco aereo, ma anche molto elegante e bravo come assist-man. In panchina scalpita il colombiano Renteria, talento cercato dal Milan, 21 anni, agile, veloce e tecnico, autore di un gol sontuoso ( pallonetto di esterno da posizione defilata ) contro l' LDU.
La squadra di Porto Alegre ha tutte le carte in regola per vincere la Copa.

SAO PAULO ( BRASILE ): La squadra che gioca il miglior calcio di quelle rimaste. Equilibrata, armonica, devastante quando viene avanti con tanti uomini, sempre pronti a sovrapporsi e a dialogare con classe, soprattutto sulla fascia sinistra con Junior, Danilo, la seconda punta di turno ( Thiago o Leandro ) e pure qualche inserimento sporadico di Mineiro. Nessun fuoriclasse assoluto, ma tanta qualità in tutti gli uomini e dinamismo assicurato, specie in Josuè e Mineiro, fondamentali architravi del gioco Tricolor.
In porta la leggenda di Rogerio Ceni, portiere-goleador con piedi che sarebbe sprecato lasciarlo in porta, se non fosse che è grande anche fra i pali. Difesa a tre ( davvero a tre, non difesa a cinque mascherata come in Italia ) con l'erculeo Fabao a destra, molto potente e forte nel gioco aereo, il giovane, elegante e concreto, Edcarlos a sinistra e in mezzo la stella Diego Lugano, prossimo a trasferirsi in Europa. Uruguaiano, idolo indiscusso dei tifosi, ha grande senso della posizione, belle chiusure, ma è anche fortissimo in marcatura, così come ha giocato nell'Uruguay quando era Montero il leader del reparto. A centrocampo grande lavoro di cucitura del gioco da parte di Josué, giocatore intelligente e tecnicamente pulito che tiene di più la posizione rispetto a Mineiro, che è il classico motorino di centrocampo. Ventitreesimo uomo del disastroso Brasile degli ultimi mondiali, lo trovi davvero da tutte le parti e con Muricy Ramalho mostra maggiore intraprendenza offensiva rispetto all'era-Autuori. L'arma in più del Sao Paulo è sicuramente il gioco sulle fasce, con l'ex-trequartista Souza trasformato in uno sfavillante esterno-ala sulla fascia destra, velocissimo e molto brillante tecnicamente. La fascia sinistra è territorio dove quando i paulisti passano non cresce più l'erba: se la spartiscono Junior e Danilo. Il primo, ex-Parma e Siena, non è strettamente legato a un ruolo da esterno, ma opera spesso da regista aggiunto; il secondo, che per le particolari caratteristiche definirei un "trequartista di fatica" si sovrappone molto spesso per andare sul fondo o tentare la conclusione col suo forte sinistro. In attacco, una prima punta di assoluta garanzia come Ricardo Oliveira ( con l'esperto Aloisio come rincalzo ), tornato in patria in prestito dal Betis per poter recuperare dal grave infortunio, spalleggiato da giocatori più portati a svariare sulle fasce come il talento Thiago o Leandro, che ha caratteristiche simili a quelle di Souza e può anche fare l'esterno destro. Alex Dias, acquistato dal Vasco, rapido e tecnico, è un'altra soluzione per il ruolo di seconda punta.
Assieme all 'Internacional sono i favoriti, per la qualità di gioco, la personalità e la sicurezza che hanno acquisito dopo i trionfi dell'anno passato e hanno in più un ottimo tecnico come Muricy Ramalho, che sta lavorando egregiamente sulle orme di Leao prima e Autuori poi.

CHIVAS GUADALAJARA ( MESSICO ): Squadra insidiosa, compatta, tecnica e paziente che conferma la crescita del calcio messicano, fornendo molti giocatori alla nazionale. L'assetto tattico è quello tipico del calcio messicano: una difesa a 5 molto elastica, con due esterni che spingono parecchio un centrocampo a tre con un centrocampista più offensivo e due punte.
In porta l'agile Oswaldo Sanchez, titolare anche in nazionale. Sul centro-destra un altro nazionale, l'aitante Rodriguez, sul centro-sinistra si cerca di rappezzare la dolorosa cessione di Salcido al PSV con Magallon. Il vero leader della difesa è sicuramente Hector Reynoso: autoritario, raramente fuori posizione e forte di testa.
A centrocampo Juan Pablo Rodriguez e il giovane Araujo che hanno mansioni soprattutto difensive. La qualità la mette il nazionale, da tempo, Ramon Morales, dotato di un gran sinistro. Può fare anche l'esterno di centrocampo, ma generalmente gioca sulla trequarti sinistra, andando quasi a comporre un tridente con Bravo e Bautista. Sulle fasce Diego Martinez, che ha come rincalzo il giovanissimo e intraprendente Esparza, campione del mondo Under 17, a destra e il nazionale Pineda a sinistra, un mancino senza grandi squilli ma dal rendimento regolare.
L' attacco è dominato dalla carismatica figura di Adolfo "el Bofo" Bautista, uno matto da legare. In campionato ( cosa proibita dalla Conmebol per la Libertadores ) porta il numero 100, scatena di tanto in tanto risse ed è solito festeggiare i gol lanciando una scarpa sugli spalti, mettendo in palio una cena ( che onore… ) con il fortunato che dovesse acchiapparla. Da la sensazione di curare eccessivamente il proprio personaggio, ma è sicuramente un ottimo centravanti, non velocissimo ma buono nel gioco aereo, bravissimo a proteggere il pallone. Ha poi un ottimo tocco di palla col destro, che sfrutta per scambi e assist di prima davvero pregevoli. Accanto a lui, tendente ad allargarsi sulla destra, Omar Bravo, due gol ma nache tanti errori all' ultimo mondiale, giocatore comunque rapido, fastidioso e opportunista. A partita in corso il tecnico De la Torre dispone anche della soluzione di fantasia Alberto Medina.

Etichette:

mercoledì, luglio 26, 2006

Chi ti trovo di seconda mano dallo stracciarolo ? Aimar !

In questi giorni Pablo Aimar dovrebbe concludere le sue vacanze post-mondiale e aggregarsi al ritiro precampionato del Valencia. In realtà, nessuno nella società valenciana lo ritiene più un giocatore del club. Non rientra più nei piani di Quique Sanchez Flores e la dirigenza vorrebbe venderlo a un buon prezzo ( minimo 12 miloni di euro ) per poter poi investire il ricavato sul sogno impossibile Cristiano Ronaldo o, più realisticamente, su Simao.
Nessuno discute il valore di questi due giocatori, ma personalmente mi mette un'enorme tristezza vedere Carboni che fa il giro delle sette chiese cercando di piazzare l' argentino come se fosse un Corradi qualsiasi ! "Amadeo" si è recato a Lisbona per tentare l'assalto a Simao e fra le offerte fatte al Benfica v'era quella di Aimar più soldi in cambio del nazionale portoghese. Aimar più soldi ? Andiamo...
Arrivato nel Gennaio 2001, l'ultima stagione di Cuper, Pablo César Aimar ha faticato parecchio ad adattarsi nei primi tempi, penalizzato dal fisico gracile. Cuper lo faceva giocare come seconda punta ma anche, più spesso, vicino al centrocampista di copertura nel suo 4-4-2( Albelda, Baraja o Deschamps ), esattamente come faceva con Zahovic. In questo ruolo el Payaso aveva sofferto particolarmente il suo gap fisico e di esperienza, con due gare su tutte: il quarto di andata di Champions ad Highbury, dove venne impietosamente schiacciato da Vieira e la finale di Milano col Bayern, dove giocò solo i 45' iniziali senza mai entrare in partita.
Nella seconda stagione le cose partono malissimo, il Valencia comincia a porsi qualche interrogativo sul suo conto, ma Pablito sfodera uno splendido finale di stagione ( con la gemma del gol di Tenerife e anche un incredibile gol sfiorato da metà campo al Son Moix di Mallorca ) contribuendo in grande stile alla prima Liga di Benitez, al primo anno sulla panchina "che". 2002-2003 a sprazzi, il 2004 è l'anno della seconda, strameritata Liga di Rafa Benitez, che si inventa la coppia d'attacco Mista-Angulo perchè Aimar, autore di alcune grandi prestazioni ( una l'ho pure vista dal vivo, al Vicente Calderon ), purtroppo è spesso alle prese con infortuni. Anche la stagione seguente, seppure meno, è molestata da infortuni, ma quel qualcosa in più ce lo mette Claudio Ranieri, bravissimo allenatore, che però al suo ritorno a Valencia causa danni dai quali la squadra deve ancora completamente riprendersi. Aimar si trova lì, preso nel mezzo, fra panchine, causa preferenza di Ranieri per le due punte, ed acciacchi vari. Solo l'esonero di Ranieri, rimpiazzato da Antonio Lopez, ex-vice di Benitez, da un po' di respiro alla squadra ed anche al Payaso, che può mostrare molto di più la sua classe.
Arriviamo così ai giorni nostri: Quique Sanchez Flores ha dato spesso la sensazione durante la stagione di sopportare a malapena l'argentino, sostituendolo spessissimo. Penalizzato dal difensivismo di Quique, Aimar non si fa poi mancare l'ennesima botta di sfortuna, sotto forma di meningite nel finale della stagione.
Prima di avventurarmi in altre riflessioni, farò una premessa di metodo per quel che riguarda i trequartisti argentini. Eredi di Maradona non ce ne sono neanche lontanamente, ma questo non vuol dire che tutti i numeri 10 argentini siano dei flop. Quello di Maradona è un metro di giudizio scorretto. Fra Maradona e l'ultimo dei giocatori c'è di tutto, anche grandi giocatori, come Riquelme e come Aimar, sebbene l'abbia mostrato ad intermittenza.
Il Payaso non ha mai avuto grande continuità, ma la responsabilità non è esclusivamente sua, ma anche dei frequenti infortuni e della gestione sbagliata da parte di alcuni allenatori. Quello che l'ha capito più di tutti è stato sicuramente Rafa Benitez. Comunque, discontinuo non vuol dire bidone ( per carità, neanche a pensarlo ): Aimar ha avuto un peso determinante in molte vittorie del Valencia e il pubblico lo adora, non vedendo per niente di buon occhio una sua cessione.
Io non riesco ancora a capacitarmi di come ci si possa privare a cuor leggero di un rifinitore di questa qualità, un giocatore intelligente ( più di molti altri funamboli della trequarti ), bravo a smarcarsi e cercarsi la zona di campo più praticabile, con una tecnica che lo rende abilissimo negli spazi stretti ( caratteristica che nel calcio moderno fa piuttosto comodo ), leggero ( col tempo è riuscito a limitare il lato negativo della sua leggerezza )e sfuggente. Inoltre non è per niente individualista, non rallenta il gioco ed è rapido di pensiero, molto più di Riquelme.
Il Zaragoza di Victor Fernandez, un tecnico che probabilmente sarebbe disposto ad affidargli pure le chiavi di casa, sembra il più deciso ad acquistare Aimar, volendolo affiancare a D'Alessandro. Però c'è il grosso ostacolo della spesa ingente che dovrebbe affrontare, non alla portata delle casse del club aragonese.
Un vero peccato, perchè in una squadra in cui fosse titolare fisso, avendo il diritto di sbagliare qualche partita e senza essere tormentato dagli infortuni, son sicuro che l'ex-fantasista del River ci divertirebbe parecchio. Lui stesso lo sa benissimo, visto che sembra spingere per la soluzione Zaragoza.

Etichette: ,

domenica, luglio 23, 2006

Villarreal fuori dall'UEFA.

Eliminato dalla Coppa UEFA, il Villarreal dovrà ora concentrarsi sugli altri suoi obiettivi, il quarto posto in campionato e la Coppa del Re. Una brutta mazzata, favorita dalla sconcertante sconfitta casalinga di sabato scorso. Il Maribor ha saputo sfruttare al meglio la sua migliore condizione fisica e, come ha ammesso Pellegrini, si è meritato pienamente la qualificazione, giocando due buone partite a livello tattico.
La partita di ieri il Villarreal ha cercato di farla sua mantenendo il possesso palla, ma senza quasi mai preoccupare, soprattutto nel primo tempo, il portiere sloveno Ranilovic, favorito dalle scarse distanze fra difesa e centrocampo del Maribor. Nel secondo tempo il Submarino è riuscito a creare qualche pericolo in più, con una traversa e un'occasione per Pirés, ma il Maribor comincia a rendersi conto di avere il controllo della situazione e di poter anche impensierire il Villarreal in contropiede. Zajc sfiora il gol della sicurezza. La partita scorre fino al momento che sembra chiuderla definitivamente, l'espulsione di Tacchinardi all'80'. Sei minuti più tardi a sorpresa Nihat segna il gol che riapre la qualificazione, subito richiusa però 120 secondi dopo dal pareggio di Zajc, cui seguono le ulteriori espulsioni di Gonzalo Rodriguez e Forlan, importanti solo come dati statistici.

Maribor: Ranilovic, Popovic, Vuksanovik, Cipot, Pokleka, Tomazic (Zeba, m.46), Lungu, Rakic (Pregelj, m.57), Mihelic (Mujakopvic, m.70), Zajc, Jelic. .
Villarreal: Viera, Javi Venta (Gonzalo Rodríguez, m.67), Peña, Alvarez, Carlos Alcántara (Marcos, m.67), Josico, Tacchinardi, Cani (Jonathan Pereira, m.81), Pires, Nihat, Forlán.
Gol: 0-1, m.86: Nihat. 1-1, m.88: Zajc.
Arbitro: Carlo Bertolini (SUI). Ammoniti: Pokleka, Zalj, Pregelj per il Maribor, Cani per il Villarreal. Espulsi: Tacchinardi (m.80), por doppia ammonizione, Gonzalo Rodríguez (m.89), per rosso diretto, Diego Forlán (m.92+), per doppia ammonizione.

Etichette: ,

sabato, luglio 22, 2006

A grande richiesta torna l'autolesionismo del Barça: nuove elezioni !

A causa della decisione del giudice di prima istanza Garcia Ceniceros, contro la quale l'attuale presidenza ricorrerà, il Barcelona si vede costretto a convocare nuove elezioni, che probabilmente si svolgeranno per il 9-10 settembre. Questo perchè il presidente Laporta non ha indetto nuove elezioni prima del 30 maggio scorso, come chiaramente indicato dagli statuti del Club. Laporta e i suoi collaboratori presenteranno le loro dimissioni mercoledì prossimo. Si ripresenterà e quasi sicuramente verrà riconfermato, ma due soci hanno già presentato una denuncia al Tribunale Sportivo Catalano che potrebbe anche sfociare in una inabilitazione a presentarsi alle elezioni nei confronti di Laporta. La sentenza la avremo fra due mesi circa, per cui Laporta nel mentre potrà ripresentarsi, ma se dovesse vincere le elezioni e al tempo stesso venisse dichiarato inabile dal Tribunale Sportivo Catalano, il risultato delle elezioni andrebbe invalidato. Nel mentre il club sarà gestito da una giunta direttiva ad interim presieduta da Xavier Sala che potrà anche, qualora lo volesse, effettuare operazioni di mercato.
Vicenda tristemente comica che ci riporta alle prodezze dell'era-Gaspart, che non mancavano per nulla ai tifosi culé. Avranno pure molto da recriminare Laporta e soci, adombrando manovre oscure dell'arcinemico Sandro Rosell, ma se un presidente che di professione fa l'avvocato ( ! ) non sa neppure leggere lo statuto del club, cadono semplicemente le braccia.
Una situazione che rischia di avere ripercussioni pure sul rendimento della squadra, ancora di più se da essa dovessero scaturire esiti rivoluzionari e non una semplice riconferma di Joan Laporta.

Etichette:

venerdì, luglio 21, 2006

Il sacco della Juve.

Real Madrid e Barcelona hanno approfittato della situazione in cui versa la Juve per chiudere due affari a testa che mettono a posto parecchie cose nei loro organici: Cannavaro ed Emerson se ne vanno a Madrid, Thuram e Zambrotta a Barcelona.
Il Real Madrid sistema le due debolezze più evidenti del suo organico, quella del difensore centrale da affiancare a Sergio Ramos e soprattutto quella del centrocampista difensivo, zona dove le fallimentari prestazioni di Pablo Garcia e Gravesen hanno fatto scattare l'allarme. Sulla carta, le ha sistemate al meglio: Cannavaro è uno dei migliori difensori al mondo ed è stato indiscutibilmente il miglior giocatore dell'ultimo mondiale, mentre Emerson è uno di grandi nomi in quel ruolo.
Però io credo che il discorso vada approfondito: Cannavaro è un fenomeno, ma un mondiale è una cosa diversa. Il ragazzo sta per compiere 33 anni e sapere quanto durerà su questi livelli è un impresa. Il ruolo è meno dispendioso sul piano della corsa di quello di terzino d'attacco, però abbiamo visto come durante la stagione 2003-2004 un Roberto Carlos esaltante nei primi mesi si sia afflosciato nel corso dell'annata. Il declino arriva improvviso. E' successo anche a Batistuta e tanti altri.
Io se fossi il dirigente di un grande club ragionerei non solo a breve termine e non farei il mercato sulla base di un mondiale, ma sulla base delle esigenze che una squadra ha nel corso non solo di una ma di più stagioni. Questo problema Capello forse non se lo è posto tanto spesso: ovvio che non si sbaglia quando dice che Cannavaro è un acquisto eccezionale e può anche aver ragione nel sostenere che un grande giocatore può rimanere tale anche a 35 anni, ma lui non si pone i problemi di efficienza tecnico-economica e rendimento durevole di un acquisto che si dovrebbe porre una società, visto che spesso dopo un paio di anni prende baracca e burattini e va da un'altra parte.
Il Madrid era esasperato dalla mancanza di vittorie e Calderon ha deciso di prendere l'allenatore più adatto per vincere subito e senza porsi tanti problemi, dandogli carta bianca. Può darsi che il rischio valga la pena di essere corso, ma se il Madrid anche l'anno prossimo non dovesse vincere e Cannavaro dovesse avere difficoltà, cosa facciamo ? Spendiamo qualche altro milionata di euro per acquistare un altro professionista affermatissimo ? Non sono obiettivo, perchè sono un patito della filosofia di Wenger che acquista giocatori giovanissimi e li forma anno dopo anno. Credo che il grandissimo allenatore non si veda soltanto nel saper gestire fuoriclasse già fatti ma nel saper aggiungere qualcosa di suo migliorando i giocatori: lo fa Wenger, lo ha fatto Mourinho nel Porto e anche Hiddink nel PSV.
Comunque, tornando al punto, Cannavaro grande acquisto con alcune riserve.
Ed Emerson ? "Er Puma" è giocatore che garantisce quegli equilibri di cui il Madrid ha bisogno: è l'uomo giusto al posto giusto, però ha già 30 anni e ultimamente mi sembra sempre più limitarsi al compitino. Anche la sua mancanza di idee ha contribuito a rendere scarsamente competitivo il centrocampo brasiliano. Forse investire su giocatori più giovani e con più fame come Diarra o Mascherano sarebbe stato meglio.
Credo che quello di Zambrotta da parte del Barça risulterà forse l'acquisto più azzeccato dell'intero calciomercato: i blaugrana avevano bisogno di rinforzi su tutte e due le fasce e con il neo-campione del mondo riescono a risolvere il problema con un solo giocatore, vista la polivalenza di quello che oltrettutto è uno dei migliori terzini in circolazione. Belletti a destra e Zambrotta a sinistra oppure Zambrotta a destra e Gio ( o Sylvinho ) a sinistra, senza più dipendere da Oleguer. Adesso Rijkaard è copertissimo e potrà affrontare con più sicurezza un turnover che sarà assolutamente necessario nella prossima stagione. Ancora meglio lo potrà fare con Thuram, 34 anni ma non certo titolare obbligato e con classe ed esperienza da vendere. Un puntello perfetto in attesa che magari Olmo o Marc Valiente si aprano un varco in prima squadra.
In conclusione, mosse di mercato sicuramente opportuno ma personalmente ritengo che il Barcelona abbia fatto un colpo ancora migliore, pagando oltrettutto meno rispetto al Madrid i suoi due juventini.

Etichette: , ,

giovedì, luglio 20, 2006

Il calendario della nuova Liga.

Inizio subito interessante con Real Madrid-Villarreal. Curiosa la ripetizione del derby basco e di Valencia-Betis alla prima giornata, esattamente come l'anno scorso. Avremo il sanguinolento derby di Sevilla già alla terza giornata, il derby di Madrid alla quinta, mentre l'ennesima partita del secolo fra Real Madrid e Barcelona è fissata per il 22 ottobre, alla settima giornata. Nessuno si muova !

Jornada 1 27/08/2006 Jornada 20 28/01/2007
---------------------------------------------------
R.C. Deportivo Real Zaragoza
R.C. Recreativo Huelva R.C.D. Mallorca
Real Madrid C.F. Villarreal C.F.
Sevilla F.C. Levante U.D.
Athletic Club Real Sociedad F.
Valencia C.F. Real Betis Balompié
Real Racing Club Club Atlético de Madrid
Club Atlético Osasuna Getafe C.F.
R.C. Celta de Vigo F.C. Barcelona
R.C.D. Espanyol C. Gimnástic Tarragona

Jornada 2 10/09/2006 Jornada 21 4/02/2007
---------------------------------------------------
Real Zaragoza R.C.D. Espanyol
R.C.D. Mallorca R.C. Deportivo
Villarreal C.F. R.C. Recreativo Huelva
Levante U.D. Real Madrid C.F.
Real Sociedad F. Sevilla F.C.
Real Betis Balompié Athletic Club
Club Atlético de Madrid Valencia C.F.
Getafe C.F. Real Racing Club
F.C. Barcelona Club Atlético Osasuna
C. Gimnástic Tarragona R.C. Celta de Vigo

Jornada 3 17/09/2006 Jornada 22 11/02/2007
---------------------------------------------------
Real Zaragoza R.C.D. Mallorca
R.C. Deportivo Villarreal C.F.
R.C. Recreativo Huelva Levante U.D.
Real Madrid C.F. Real Sociedad F.
Sevilla F.C. Real Betis Balompié
Athletic Club Club Atlético de Madrid
Valencia C.F. Getafe C.F.
Real Racing Club F.C. Barcelona
Club Atlético Osasuna C. Gimnástic Tarragona
R.C.D. Espanyol R.C. Celta de Vigo

Jornada 4 24/09/2006 Jornada 23 18/02/2007
---------------------------------------------------
R.C.D. Mallorca R.C.D. Espanyol
Villarreal C.F. Real Zaragoza
Levante U.D. R.C. Deportivo
Real Sociedad F. R.C. Recreativo Huelva
Real Betis Balompié Real Madrid C.F.
Club Atlético de Madrid Sevilla F.C.
Getafe C.F. Athletic Club
F.C. Barcelona Valencia C.F.
C. Gimnástic Tarragona Real Racing Club
R.C. Celta de Vigo Club Atlético Osasuna

Jornada 5 1/10/2006 Jornada 24 25/02/2007
---------------------------------------------------
R.C.D. Mallorca Villarreal C.F.
Real Zaragoza Levante U.D.
R.C. Deportivo Real Sociedad F.
R.C. Recreativo Huelva Real Betis Balompié
Real Madrid C.F. Club Atlético de Madrid
Sevilla F.C. Getafe C.F.
Athletic Club F.C. Barcelona
Valencia C.F. C. Gimnástic Tarragona
Real Racing Club R.C. Celta de Vigo
R.C.D. Espanyol Club Atlético Osasuna

Jornada 6 15/10/2006 Jornada 25 4/03/2007
---------------------------------------------------
Villarreal C.F. R.C.D. Espanyol
Levante U.D. R.C.D. Mallorca
Real Sociedad F. Real Zaragoza
Real Betis Balompié R.C. Deportivo
Club Atlético de Madrid R.C. Recreativo Huelva
Getafe C.F. Real Madrid C.F.
F.C. Barcelona Sevilla F.C.
C. Gimnástic Tarragona Athletic Club
R.C. Celta de Vigo Valencia C.F.
Club Atlético Osasuna Real Racing Club

Jornada 7 22/10/2006 Jornada 26 11/03/2007
---------------------------------------------------
Villarreal C.F. Levante U.D.
R.C.D. Mallorca Real Sociedad F.
Real Zaragoza Real Betis Balompié
R.C. Deportivo Club Atlético de Madrid
R.C. Recreativo Huelva Getafe C.F.
Real Madrid C.F. F.C. Barcelona
Sevilla F.C. C. Gimnástic Tarragona
Athletic Club R.C. Celta de Vigo
Valencia C.F. Club Atlético Osasuna
R.C.D. Espanyol Real Racing Club

Jornada 8 29/10/2006 Jornada 27 18/03/2007
---------------------------------------------------
Levante U.D. R.C.D. Espanyol
Real Sociedad F. Villarreal C.F.
Real Betis Balompié R.C.D. Mallorca
Club Atlético de Madrid Real Zaragoza
Getafe C.F. R.C. Deportivo
F.C. Barcelona R.C. Recreativo Huelva
C. Gimnástic Tarragona Real Madrid C.F.
R.C. Celta de Vigo Sevilla F.C.
Club Atlético Osasuna Athletic Club
Real Racing Club Valencia C.F.

Jornada 9 5/11/2006 Jornada 28 1/04/2007
---------------------------------------------------
Levante U.D. Real Sociedad F.
Villarreal C.F. Real Betis Balompié
R.C.D. Mallorca Club Atlético de Madrid
Real Zaragoza Getafe C.F.
R.C. Deportivo F.C. Barcelona
R.C. Recreativo Huelva C. Gimnástic Tarragona
Real Madrid C.F. R.C. Celta de Vigo
Sevilla F.C. Club Atlético Osasuna
Athletic Club Real Racing Club
R.C.D. Espanyol Valencia C.F.

Jornada 10 12/11/2006 Jornada 29 8/04/2007
---------------------------------------------------
Real Sociedad F. R.C.D. Espanyol
Real Betis Balompié Levante U.D.
Club Atlético de Madrid Villarreal C.F.
Getafe C.F. R.C.D. Mallorca
F.C. Barcelona Real Zaragoza
C. Gimnástic Tarragona R.C. Deportivo
R.C. Celta de Vigo R.C. Recreativo Huelva
Club Atlético Osasuna Real Madrid C.F.
Real Racing Club Sevilla F.C.
Valencia C.F. Athletic Club

Jornada 11 19/11/2006 Jornada 30 15/04/2007
---------------------------------------------------
Real Sociedad F. Real Betis Balompié
Levante U.D. Club Atlético de Madrid
Villarreal C.F. Getafe C.F.
R.C.D. Mallorca F.C. Barcelona
Real Zaragoza C. Gimnástic Tarragona
R.C. Deportivo R.C. Celta de Vigo
R.C. Recreativo Huelva Club Atlético Osasuna
Real Madrid C.F. Real Racing Club
Sevilla F.C. Valencia C.F.
R.C.D. Espanyol Athletic Club

Jornada 12 26/11/2006 Jornada 31 22/04/2007
---------------------------------------------------
Real Betis Balompié R.C.D. Espanyol
Club Atlético de Madrid Real Sociedad F.
Getafe C.F. Levante U.D.
F.C. Barcelona Villarreal C.F.
C. Gimnástic Tarragona R.C.D. Mallorca
R.C. Celta de Vigo Real Zaragoza
Club Atlético Osasuna R.C. Deportivo
Real Racing Club R.C. Recreativo Huelva
Valencia C.F. Real Madrid C.F.
Athletic Club Sevilla F.C.

Jornada 13 3/12/2006 Jornada 32 29/04/2007
---------------------------------------------------
Real Betis Balompié Club Atlético de Madrid
Real Sociedad F. Getafe C.F.
Levante U.D. F.C. Barcelona
Villarreal C.F. C. Gimnástic Tarragona
R.C.D. Mallorca R.C. Celta de Vigo
Real Zaragoza Club Atlético Osasuna
R.C. Deportivo Real Racing Club
R.C. Recreativo Huelva Valencia C.F.
Real Madrid C.F. Athletic Club
R.C.D. Espanyol Sevilla F.C.

Jornada 14 10/12/2006 Jornada 33 6/05/2007
---------------------------------------------------
Club Atlético de Madrid R.C.D. Espanyol
Getafe C.F. Real Betis Balompié
F.C. Barcelona Real Sociedad F.
C. Gimnástic Tarragona Levante U.D.
R.C. Celta de Vigo Villarreal C.F.
Club Atlético Osasuna R.C.D. Mallorca
Real Racing Club Real Zaragoza
Valencia C.F. R.C. Deportivo
Athletic Club R.C. Recreativo Huelva
Sevilla F.C. Real Madrid C.F.

Jornada 15 17/12/2006 Jornada 34 13/05/2007
---------------------------------------------------
Club Atlético de Madrid Getafe C.F.
Real Betis Balompié F.C. Barcelona
Real Sociedad F. C. Gimnástic Tarragona
Levante U.D. R.C. Celta de Vigo
Villarreal C.F. Club Atlético Osasuna
R.C.D. Mallorca Real Racing Club
Real Zaragoza Valencia C.F.
R.C. Deportivo Athletic Club
R.C. Recreativo Huelva Sevilla F.C.
R.C.D. Espanyol Real Madrid C.F.

Jornada 16 20/12/2006 Jornada 35 20/05/2007
---------------------------------------------------
Getafe C.F. R.C.D. Espanyol
F.C. Barcelona Club Atlético de Madrid
C. Gimnástic Tarragona Real Betis Balompié
R.C. Celta de Vigo Real Sociedad F.
Club Atlético Osasuna Levante U.D.
Real Racing Club Villarreal C.F.
Valencia C.F. R.C.D. Mallorca
Athletic Club Real Zaragoza
Sevilla F.C. R.C. Deportivo
Real Madrid C.F. R.C. Recreativo Huelva

Jornada 17 7/01/2007 Jornada 36 27/05/2007
---------------------------------------------------
Getafe C.F. F.C. Barcelona
Club Atlético de Madrid C. Gimnástic Tarragona
Real Betis Balompié R.C. Celta de Vigo
Real Sociedad F. Club Atlético Osasuna
Levante U.D. Real Racing Club
Villarreal C.F. Valencia C.F.
R.C.D. Mallorca Athletic Club
Real Zaragoza Sevilla F.C.
R.C. Deportivo Real Madrid C.F.
R.C.D. Espanyol R.C. Recreativo Huelva

Jornada 18 14/01/2007 Jornada 37 10/06/2007
---------------------------------------------------
R.C.D. Espanyol F.C. Barcelona
C. Gimnástic Tarragona Getafe C.F.
R.C. Celta de Vigo Club Atlético de Madrid
Club Atlético Osasuna Real Betis Balompié
Real Racing Club Real Sociedad F.
Valencia C.F. Levante U.D.
Athletic Club Villarreal C.F.
Sevilla F.C. R.C.D. Mallorca
Real Madrid C.F. Real Zaragoza
R.C. Recreativo Huelva R.C. Deportivo

Jornada 19 21/01/2007 Jornada 38 17/06/2007
---------------------------------------------------
F.C. Barcelona C. Gimnástic Tarragona
Getafe C.F. R.C. Celta de Vigo
Club Atlético de Madrid Club Atlético Osasuna
Real Betis Balompié Real Racing Club
Real Sociedad F. Valencia C.F.
Levante U.D. Athletic Club
Villarreal C.F. Sevilla F.C.
R.C.D. Mallorca Real Madrid C.F.
Real Zaragoza R.C. Recreativo Huelva
R.C. Deportivo R.C.D. Espanyol.

Etichette:

martedì, luglio 18, 2006

I duellanti: non è che si stanno invertendo i ruoli ?

Ancora siamo in alto mare, soprattutto per quanto riguarda i madridisti appena usciti dalle ultimi elezioni, ma si possono già scorgere alcuni indizi su ciò che potrebbe caratterizzare la prossima Liga di Real Madrid e Barcelona.
Il Barça si presenta con la baldanza di chi negli ultimi tempi si è laureato campione di tutto, ovviamente fiducioso del proprio organico e quindi molto discreto sul mercato, avendo finora acquistato il solo Gudjohnsen dal Chelsea. Txiki Begiristain, con l'avallo di Rijkaard, si sta muovendo con cautela, aspettando l'occasione giusta per sistemare la rosa nei suoi punti un po'scoperti, badando sempre a non spendere cifre folli.
Dall'altra parte rispetto alla linea di allenatore e direttore sportivo sta Cruijff, presenza sempre ingombrante, non certo simbolica, con un forte ascendente sul presidente Laporta. Cruijff, così come esigeva quando era allenatore del Barça, sostiene la necessità di quattro-cinque acquisti di un certo spessore, per mettere pressione ai titolari, che potrebbero addormentarsi sugli allori.
Effettivamente il rischio di sedersi e di perdere la fame esiste eccome, ma bisogna tenere in debito conto che il magnifico Barça degli ultimi due anni si è retto su equilibri che finora hanno retto benissimo: grande equilibrio pur mantenendo tanti giocatori offensivi, questo perchè il gruppo si è dimostrato solidissimo e non ci son state finora particolari invidie fra i tanti fuoriclasse in organico.
Purtroppo il calcio non è un gioco di certezze così solide, e basta che un anello della catena si spezzi per far saltare tutti gli equilibri. Potrebbe bastare qualche partita persa per far saltare fuori gelosie e magagne varie. Anche per questo il Barça si sta muovendo con prudenza sul mercato, come testimonia il fatto che il mancato arrivo di Henry, uno dei migliori del mondo, sia stato accolto quasi con sollievo, per paura che potesse suscitare inopportuni dualismi.
Comunque alcune falle o potenziali falle da coprire ci sono: un terzino destro, magari di stampo offensivo, perchè una squadra dominante come quella blaugrana non può permettersi di attaccare con Oleguer sulla fascia destra, ma anche uno di fascia sinistra, perchè Van Bronckhorst e Sylvinho sono già abbastanza avanti con l'età, con Gio che sembra già declinante. Zambrotta sarebbe davvero l'ideale, perchè oltre a essere uno dei migliori specialisti in circolazione, potrebbe coprire tutte e due le fasce. Poi ci vuole un rincalzo per i difensori centrali, e Thuram sembra davvero un'ottima idea, provando anche a cooptare in prima squadra qualche canterano. Olmo nell'ultima di campionato contro l'Athletic ha fatto vedere cose molto interessanti.
Altra posizione da sistemare, anche se non immediatamente, è quella di centrocampista davanti alla difesa: Edmilson non offre le massime garanzie e si infortuna spesso, così come Motta, mentre avanzare Marquez mi sembra uno spreco. Io investirei, in un futuro prossimo, su Mascherano.
L'acquisto di Gudjohnsen è una mossa molto intelligente, perchè copre praticamente tutte le zone dell'attacco e della trequarti. Proprio nel reparto mezzeali, bisogna sperare che le voci ricorrenti sulla cessione di Deco non si concretizzino: l'apporto del portoghese viene purtroppo sottovalutato spesso. Ci si attende poi un minutaggio sempre maggiore per Iniesta.
Ma quello che potrebbe compromettere i destini blaugrana è il sempre più incombente rischio di "galacticizzazione", se mi passate l'orrendo neologismo. Basta dare uno sguardo al programma della pretemporada per allarmarsi. Come illustra bene il giornalista Marti Perarnau nel suo blog ( http://martiperarnau.blogspot.com/2006/07/la-peligrosa-pretemporada-del-bara.html ), il Barça ha messo a punto un piano di preparazione assolutamente inadeguato, stretti come sono gli allenamenti fra impegni vari. Aggregandosi il 31 luglio, i giocatori presenti al Mondiale disporranno poi di pochi allenamenti per poter acquistare una forma adeguata.
Il Barcelona giocherà dieci partite nel solo mese di Agosto: vanno benissimo la Supercoppa Spagnola, quella europea e il Trofeo Gamper, ma si è aggiunta pure una tournèè ad inizio Agosto fra U.S.A. e Messico, benefica solo per le tasche. Stritolata fra questi impegni, l'accumulazione di energie per una stagione che si preannuncia massacrante( ci srà anche il Mondiale per Club a Dicembre ), si presenta davvero difficile. Già negli ultimi anni di "florentinato" al Real Madrid si è visto quanto siano state dannose queste tournèes da Harlem Globetrotters.
Ora a Madrid, non c'è più Florentino Pérez alla presidenza, ma Ramon Calderon, che pare deciso a intromettersi molto meno nelle questioni tecniche rispetto al suo illustre predecessore. Del resto, Capello se non gli danno carta bianca non va da nessuna parte.
Il mercato è ancora tutto da verificare, ma un segnale molto incoraggiante si è già visto. Capello non appena arrivato ha cancellato la tournèe in Cile, che avrebbe dovuto seguire la tappa negli Stati Uniti. Ciò potrebbe significare che quest'anno si vogliono fare le cose sul serio. La preda per pubblicitari e ciarlatani vari, purtroppo per i tifosi culé, pare stia diventando il Barça.

Etichette: ,

domenica, luglio 16, 2006

Il problema degli attaccanti.

Tornando ancora una volta alle miserie della nazionale, occorre approfondire quello che sempre di più rischia di diventare un problema storico della Seleccion: l'attacco. Lasciate un attimo da parte le stramberie di Aragones, lo sciogliersi puntualmente davanti al primo ostacolo serio e tutte queste altre cose, concentratevi sulle rose delle squadre della Liga e sulle operazioni di mercato che stanno effettuando. Non c'è dubbio che se il Real Madrid acquistasse Van Nistelrooy e il Sevilla Suazo, per fare due esempi, renderebbero ancora più bello un campionato che è già uno dei migliori del mondo, ma l'isolamento di David Villa si aggraverebbe.
Il Real Madrid, considerando da recuperare seriamente Raul, ha in organico alla voce "delanteros" Ronaldo, Robinho, Cassano e fra poco forse RVN; il Barça invece ha Eto'o, Ronaldinho, Messi, Giuly e Gudjohnsen. Accenti spagnoli che si sprecano... Ma non solo Madrid e Barça: il Villarreal ha Nihat, Forlan e Franco, l'Osasuna Milosevic, Webo e Romeo, il Celta Baiano e una serie di riserve spagnole ( Javi Guerrero, Perera ) cui mai e poi mai la nazionale potrà attingere. E il prossimo grande acquisto in attacco del Sevilla sarà in ogni caso straniero, andandosi ad aggiungere a Luis Fabiano e Kanoutè ( il gregario Kepa, per non sbagliarsi, ha chiesto di cambiare aria ). Uno dei prossimi uomini mercato potrebbe essere Uche, nigeriano del Recreativo, e poi ci sono Oliveira, Maxi Lopez, Skoubo, tutti uomini di punta delle loro squadre, senza dimenticare ovviamente la coppia forse meglio assortita dell'intera Liga: Ewerthon-Diego Milito, mortifera duo del Zaragoza.
L'unica squadra a puntare forte sul prodotto locale è il Valencia, che al Guaje ha aggiunto l'usato sicuro Morientes, con Mista, a suo tempo sopravvalutato, che si deve riprendere. Assieme al Valencia l'Espanyol che ogni anno lega i suoi destini alla vena realizzativa dell'inappuntabile Tamudo, finalmente ben spalleggiato da Luis Garcia. Poi, il discorso Torres, che a tutte le caratteristiche in dotazione dovrà aggiungere il gol, che per una punta non è proprio un optional. Si spera che Kezman e soprattutto Aguero possano mettergli un po' di pressione.
Un solo attaccante spagnolo è molto richiesto sul mercato: Roberto Soldado. Celta, Getafe, Osasuna e altre squadre lo vorrebbero, ma non entra neanche nell'anticamera del cervello delle grandi, visto che pure il Real Madrid non sembra crederci più di tanto. Comunque, non mi pare proprio che risponda all'identikit del nuovo grande killer di portieri spagnolo.

Etichette:

Villarreal, UEFA già compromessa ?

Il Villarreal comincia male la stagione che dovrebbe essere quella del consolidamento. La sconfitta casalinga di ieri sera per 1-2 contro gli sloveni del Maribor nel terzo turno dell'Intertoto rischia infatti di costare l'accesso alla Coppa UEFA, trofeo che la società della provincia di Castellon punta quest'anno a vincere.
In evidenza ovviamente la condizione fisica ancora necessariamente approssimativa, contro un avversario invece ben rodato, oltre che tatticamente accorto. Ma gli uomini di Pellegrini ci hanno messo anche del loro, sottovalutando un po' gli sloveni e regalando prima il gol dello 0-1 con una papera di Barbosa e poi un uomo in più con il fallaccio da espulsione di Josemi ( giocatore di solito inutile, a volte pure dannoso ) su Popkleka. Dopo l'espulsione di Josemi e con il Villarreal alla ricerca del gol, il Maribor ha potuto colpire in contropiede.
Ancora assenti i giocatori che hanno disputato il Mondiale, è mancata soprattutto la qualità di Senna e Riquelme in mezzo, e la manovra, con due giocatori delle caratteristiche di Josico e Tacchinardi, ne ha risentito parecchio. Ancora poco sciolto Pires, per quanto riguarda i nuovi si son viste buone combinazione fra Nihat e Forlan, mentre Cani, secondo me giocatore fondamentale per fare il salto di qualità, ha fatto vedere le cose migliori.
Ora serve un 2-0 in Slovenia, impresa non impossibile ma certo faticosa.

Villarreal: Barbosa, Josemi, Gonzalo Rodríguez, Quique Alvarez, Alcántara, Cani, Josico (Bruno 72'), Tacchinardi, Pires (Jose Mari 59'), Forlán, Nihat.
NK Maribor: Ranilovic, Popovic, Vuksanovik, Cipot, Tomasic, Simic, Lungu (Medved 72'), Popkleka (Mujakovic 49'), Rakic (Pregelj 57'), Mihelic, Jelic.
Gol: 0-1, m.40: Rakic. 1-1, m.71: Forlán. 1-2, m.83: Mihelic.
Arbitro: Kevin Blom (Olanda). Ammoniti: Quique Alvarez, Tacchinardi e Forlán per il Villarreal; Rakic, Simic, Ranilovic, Mihelic, Pregelj e Mujakovic per il Maribor. Espulso Josemi( rosso diretto )al m.47.

Etichette: ,

venerdì, luglio 14, 2006

La Liga di Messi, Robinho e Aguero.

Uno dei maggiori motivi d'interesse per quanto riguarda la prossima stagione di Liga è rappresentato sicuramente dalla presenza e dal confronto a distanza fra tre dei giovani più talentuosi a livello internazionale: Lionel Messi ( 19 anni ), Robinho ( 22 anni ) e Sergio Aguero ( 18 anni ), nuovo acquisto dell'Atlético Madrid.

Il prossimo campionato per Messi dovrà essere il primo passo verso quello che pare il suo "destino manifesto": consacrarsi miglior giocatore del mondo. Frenato dalle incertezze di Pekerman nell'ultimo mondiale, gli è rimasta moltissima fame arretrata dopo aver potuto mostrare, causa fastidiossimo ( nonchè, purtroppo, tendente a ripresentarsi )infortunio muscolare, solo alcuni assaggi del suo smisurato talento. Su tutti le partite del Bernabeu e di Stamford Bridge, incoraggianti dimostrazioni di quella che parrebbe essere una personalità all'altezza del ruolo. Viene poi da pensare, vedendolo sempre rientrare da destra verso il centro saltando birilli, a quanto potrebbe essere ancora più micidiale il suo calcio verticale se si trovasse ad agire sul centro della trequarti. Probabilmente, con la sua progressiva affermazione il raggio d'azione si accentrerà maggiormente e il problema della coesistenza con Ronaldinho andrà riformulato.

Opinione di chi scrive è che il Real Madrid del prossimo anno debba ripartire da Robson de Souza "Robinho", ma temo che Capello non sia dello stesso avviso, abituato com'è ad affidarsi a giocatori già molto maturi ( oltre che costosissimi: ma questo non gli importa, visto che tempo un paio d'anni cambia aria ), oltrechè tentato dal rilancio di Raul e del suo pupillo Cassano. Sarebbe un peccato, visto che anche nel mondiale abbiamo intravisto quale freschezza e voglia, oltre che assoluta magia, possieda il "garoto". Messo a proprio agio, Robinho potrebbe essere il vero crack della prossima Liga. Ingiustamente coinvolto l'anno scorso nelle critiche ai brasiliani del Madrid, ha in realtà giocato una stagione non certo eccezionale, ma comunque ampiamente sufficiente, considerando che era il suo primo anno in Europa, che giocava in un contesto non facile e soprattutto esiliato sulla fascia sinistra. I suoi dribbling, per quanto non sempre lucidi, son stati spesso l'unica soluzione che ha smosso il mortorio "merengue". Quando si parla di metterlo a proprio agio si intende questo: dargli fiducia come titolare, farlo giocare seconda punta, libero di svariare su tutto il fronte d'attacco, sedersi e godersi lo spettacolo.

Aguero dei tre è quello che ho visto giocare di meno, ma quel poco che ho visto non mi è poi dispiaciuto così tanto. Un suo gol segnato con l'Independiente in un derby contro il Racing, partendo da metà campo, mi ha fatto letteralmente venire la pelle d'oca. Seconda punta, ma anche adattabile a trequartista, baricentro bassissimo, per la tecnica e la rapidità negli spazi stretti ha fatto venire in mente a Menotti il paragone con Romario. Dotato di un tocco di palla raffinatissimo, deve ancora migliorare nel movimento senza palla e sulla lunga distanza.
E' capitato in un covo di serpi, un ambiente difficile ed esigentissimo, ma se davvero per l'Atlético di nuovo corso si tratta, la presenza di un grande allenatore come Aguirre potrà aiutarlo. Il rischio che non mantenga appieno le promesse come successo con Saviola c'è sempre, ma chi lo conosce bene assicura che il Kun ( il suo soprannome, da un personaggio di un cartone animato giapponese molto visto in Argentina ) possieda più esplosività, solidità e un carattere più forte rispetto al "Conejo".

Etichette: , , ,

Eskerrik asko, Julen.

Grazie, Julen. Sì perchè, quello che due giorni fa ha annunciato, fra le lacrime, il suo addio al calcio in una conferenza stampa, rappresenta certamente un rimpianto per il calcio spagnolo, per non aver espresso fino in fondo il suo talento ai più grandi livelli, ma resta altrettanto indiscutibilmente uno dei giocatori più grandi della storia dell' Athletic Bilbao.
Nato il 7 Gennaio 1974 a Portugalete, Julen Guerrero Lopez irrompe fragorosamente a soli 18 anni, lanciato da Jupp Heynckes, che ne fa un titolare fisso sin dalla prima giornata della Liga '92-'93, in cui esordisce contro il Cadiz, guadagnandosi in pochissimo tempo il suo primo gettone in nazionale, il 27 Gennaio '93 a Las Palmas contro il Messico. Ben presto scoppia una autentica mania per questo che sembra essere il tanto atteso fuoriclasse del calcio basco, autore di due stagioni magnifiche ( 10 gol in quella d'esordio, 18, con una quaterna allo Sporting Gijon nel secondo anno ) che lo portano dritto dritto fra i ventidue di Clemente per il Mondiale di U.S.A. '94. Con la nazionale disputerà anche l'Europeo del '96 e il Mondiale in Francia del '98. Continua ad offrire grande calcio fino al picco dei 15 gol nella Liga del '96-97, poi il rendimento e i gol cominciano a calare drammaticamente. Prima sostituzioni sempre più frequenti, poi la panchina nel finale della temporada '99-'00 con Txetxu Rojo. Panchina che diventa la sua destinazione fissa, in un tristissimo paradosso, proprio con quello che è stato il suo scopritore, Heynckes, tornato sulla panchina biancorossa nel 2001. Ormai Tiko e, in seguito, Yeste, gli sono davanti. L'arrivo come tecnico di Ernesto Valverde sancisce l'irreversibilità della crisi. Julen parecchie volte rimane addirittura fuori dalla lista dei convocati. Davvero triste vederlo così svuotato nei sempre più brevi spezzoni concessigli negli ultimi tempi. Ancora di più pensando ai tentativi di recupero provati invano dai tecnici che per primi hanno creduto in lui, Heynckes e Clemente e al fatto che pure un suo ex-compagno di squadra, Valverde, si sia arreso di fronte all'evidenza.
I motivi del suo prematuro declino restano a molti inspiegabili: qualche infortunio, logorio precoce e anche problemi extra-calcistici che ne hanno scombussolato l'esistenza, come la grave malattia della moglie, fortunatamente ristabilitasi.
Comunque, questo centrocampista offensivo dallo straordinario fiuto del gol, abilissimo a muoversi tra le linee, bravo di testa, dotato di un tiro potente e preciso da fuori area e dalla visione di gioco sempre chiara sulla trequarti, qualcosina l'ha fatto per non essere archiviato semplicisticamente come una promessa non mantenuta: 430 partite ufficiali con l'Athletic accompagnate da 116 gol ( nella Liga 372 presenze con 101 gol ), nonchè il considerevole bottino di 13 gol in 43 presenze con la Seleccion. La sua fedeltà ai colori, anche di fronte a offerte sontuose a suo tempo di Real Madrid e Lazio sarà sempre ricordata dai tifosi "zurigorri", così come la sua signorilità, che gli ha impedito sempre di montare polemiche.

Etichette: ,

mercoledì, luglio 12, 2006

Bilancio finale del mondiale ( riuscirete ad arrivare vivi alla fine dell'articolo ? )

Questi appena conclusi non sono stati mondiali di livello infimo come quelli del 2002, però dopo una fase eliminatoria con alcune partite divertenti e aspetti interessanti, lo spettacolo si è progressivamente attestato su livelli modesti. Nessuna grande squadra che andasse a imporre sempre il suo gioco. Le squadre migliori( Italia, Francia )generalmente hanno giocato bene, senza esagerare, fino a quando non hanno trovato il gol. Poi tutti a rintanarsi. Io ancora non riesco a capire che necessità vi sia nell' abbassare il baricentro una volta passati in vantaggio invece che continuare a fare il proprio gioco e cercare il gol della sicurezza. Esemplare la finale: la Francia, in gol subito, ha fatto catenaccio. L'Italia l'ha assediata, giocando molto bene, fino a quando Materazzi non ha pareggiato. Subito dopo, al di là della traversa di Toni, si è preoccupata di non scoprirsi più di tanto. A partire dal secondo tempo poi ha proprio rinunciato a giocare, aspettando i rigori. Si dice che gli attacchi non hanno potuto nulla contro difese così forti, che ha prevalso l'equilibrio ( cosa comunque vera, perchè a partire dai quarti le sfide erano incertissime, non essendo rimasta nessuna squadra davvero superiore ), ma io ho visto proposte offensive moscissime, squadre che non si prendevano nessun rischio( l' unico è stato Lippi nei supplementari con la Germania, e la mossa ha pagato )e giocatori di talento costretti a giocare sulla fascia per poter tenere il terzino avversario( vedi Tevez ). In chiusura, bisogna sottolineare come molti grandi giocatori abbiano fatto un brutto mondiale, purtroppo. Questo non solo perché molti arrivano non nelle migliori condizioni e ad ogni mondiale si esagera con le aspettative, ma perché molte squadre non hanno girato a dovere. Il calcio è un gioco collettivo, non è quello che si vede negli spot della Nike: avere Ronaldinho ti aiuta a vincere, ma se non hai una squadra non vai da nessuna parte. Mi ha fatto spesso incavolare sentir dire sempre e solo "il Barcellona di Ronaldinho". A parte che anche altri grandi calciatori giocano con lui, si è vista la differenza rispetto a quando gioca nel suo club, dove si trova molto più agio e sa che se la passa in profondità, Eto'o o Giuly seguiranno l'azione, a differenza di Adriano e Ronaldo. TALENTO AL SERVIZIO DELLA SQUADRA-SQUADRA AL SERVIZIO DEL TALENTO: così funzionano le cose.


ITALIA: Alla fine degnissimi campioni del mondo. Probabilmente la nazionale più convincente dai tempi di Italia '90, il collettivo sicuramente più affiatato del torneo. Spesso in difficoltà e costretta ad aggrapparsi alla forza della difesa e a Buffon, però fondamentalmente mai rinunciataria come altre nazionali precedenti e capace di offrire in alcune occasioni( primo tempo col Ghana, spettacolari supplementari con la Germania e primo tempo della finale ) anche un buon calcio. Comunque, una squadra vera, compatta e con una capacità di soffrire che nessun altro ha mostrato. Il pregio maggiore è stato quello di saper cambiare atteggiamento a seconda delle situazioni, mostrando velocità e grande rapidità nel ribaltare l'azione. La mossa decisiva di Lippi è stata quella di passare al 4-5-1, infoltendo un centrocampo che nelle prime due partite aveva sofferto l' inferiorità numerica. Inoltre ha tolto punti di riferimento all' avversario con gli inserimenti di Perrotta e gli sganciamenti dei terzini, soprattutto di Grosso a sinistra. Il vero punto di forza è stato però la difesa, che ha subito due soli gol, uno su autorete e l'altro su rigore, trascinata dal miglior giocatore del mondiale in assoluto, Cannavaro, e dal migliore dei portieri, Buffon, determinante in alcune occasioni ( l'ultima la botta a colpo sicuro di testa di Zidane ), ma anche dall' eroico( gli si deve mezzo mondiale )Grosso, da quell'anima candida di Materazzi e da Zambrotta, ovviamente. Se devo indicare un giocatore-chiave però indico Pirlo, che con la sua qualità e la sua visione di gioco ha permesso quei ribaltamenti improvvisi tanto importanti nel gioco azzurro. L'ha ben protetto Gattuso. L'attacco ha invece molto deluso: a volte un po' abbandonato a se stesso( come con la Francia ) ma pure un po' arruffone Toni, spuntato Gilardino, fiacco Del Piero. Totti, forse ancora in ripresa dall' infortunio, è stato trasparente. VOTO: 8.

FRANCIA: Italia degna vincitrice, ma la Francia meritava di più. A partire dagli ottavi è stata la squadra che ha convinto maggiormente, affrontando con scioltezza un cammino molto più impegnativo di quello dell'Italia, che ha avuto la strada in discesa fino alle semifinali: eliminata con pieno merito e grande maestria la Spagna, massacrato il Brasile, superato giocando malissimo ma senza soffrire il Portogallo, nella finale ha sofferto nel primo tempo ma poi è stata chiara padrona della partita, senza trovare quel gol che avrebbe meritato. Comunque, una delle resurrezioni più impensabili della storia dei Mondiali. Il girone sembrava infatti aver infatti confermato quello che si pensava prima del mondiale: una delle squadre con più talento sulla carta, ma logora e poco coesa. Invece poi sono rispuntate fuori vecchie conoscenze come l'invalicabilità di Vieira e Makelele( questo sì che è un giocatore, altro che il pompatissimo Gattuso ), la solidità di due signori delle retrovie come Thuram e Gallas, gli ultimi lampi di Zidane( impazzito però nei supplementari della finale ). C'è stata la consacrazione di Ribery, la cui freschezza è però andata progressivamente scemando, all' inverso rispetto a Malouda. Henry è andato a sprazzi, non potendosi esaltare come nell' Arsenal, in un contesto tattico a lui più favorevole. Il punto debole dei transalpini son stati a mio avviso i due terzini, inutili in fase offensiva. In conclusione, una squadra non scintillante( nessuna lo è stata ), ma che a tratti ha davvero impressionato per la sicurezza con cui teneva il campo e padroneggiava le situazioni. E Domenech, criticatissimo da tutti me compreso, alla fine ha avuto ragione con le sue scelte. VOTO: 8.

GERMANIA: Padroni di casa, ambivano al titolo, ma hanno fatto il meglio che potevano. Prima della semifinale, avevano forse offerto il calcio migliore. Poi, al primo ostacolo serio, son stati sopraffatti dalla superiore qualità dell' Italia, ancora di più una volta che era calato, causa stanchezza, il ritmo e non potevano più mettere in opera il loro pressing e le loro sovrapposizioni, punti forti del loro gioco, evidenziando tutto il loro mediocre livello tecnico. Comunque, bisogna apprezzare il lavoro di Klinsmann e Low per aver dato a questa Germania un insolito spirito offensivo e un calcio divertente in grado di creare molte occasioni da gol con le sovrapposizioni dei terzini, i movimenti perfetti degli attaccanti e le frequenti conclusioni da fuori. Una delle poche squadre offensive di questa rassegna, con due punte di ruolo. Straordinario Lahm, il miglior giocatore tedesco nonché miglior terzino sinistro del mondo assieme a Zambrotta e Ashley Cole. L'altro su grandi livelli è Klose, sottovalutatissimo perché poco elegante ma implacabile sottoporta e con movimenti senza palla che hanno messo sempre a suo agio la squadra. Prezioso Frings, hanno sbagliato meno del previsto il convalescente Metzelder e il goffo Mertesacker, mentre continua a sorprendere l'astinenza da papere di Lehmann. Decisamente da rivedere Podolski, a tratti piuttosto impacciato, Schweinsteiger deve migliorare in continuità. Ancora una volta come prevedibile ha deluso Ballack, giocatore che ritengo davvero sopravvalutato. VOTO: 7.

PORTOGALLO: Se il calcio si giocasse senza porte,vincerebbe a mani basse. Solidità, qualità( sulla trequarti ben pochi avevano risorse simili ), da quando c'è Scolari anche esperienza e cattiveria, ma l'uomo gol proprio no. Il difetto poi si aggrava se si considera che la maggiora parte dei giocatori si muove poco senza palla. Spesse volte il più pericoloso è stato Maniche. Troppo poco. Scolari ha dato fiducia ancora una volta a Pauleta e non è stato ripagato ma ha sbagliato a puntare in alternativa su Postiga invece che su Nuno Gomes, il migliore degli attaccanti. Per il resto le cose sono funzionate molto bene: buona difesa, con un grande Miguel, un perfetto Fernando Meira e Carvalho che, ahilui, ha sbagliato solo in occasione del rigore contro la Francia. Mediocre Nuno Valente. A centrocampo c'è stata oltre alla qualità dellemezzepunte, la sostanza di gente come Petit e Costinha. Davvero ottimo il mondiale di Maniche. VOTO: 6,5.

INGHILTERRA: In rapporto alle potenzialità, una delle squadre peggiori. Eriksson non è riuscito a dare un gioco, sempre più ossessionato dal suo difensivismo. Giocatori fermi sulle loro posizioni, calcio biascicato a ritmi lentissimi senza un'idea, e questo in una squadra che per le potenzialità dinamiche e atletiche, soprattutto a centrocampo, faceva davvero paura. E' mancato il regista in grado di far girare la squadra, quindi anche di agevolare gli inserimenti di Gerrard e Lampard. Poteva essere Carrick, ma Eriksson non ci ha creduto e ha preferito la grinta di un Hargreaves pure ottimo, ma non in grado di risolvere il problema. Una volta infortunatosi Owen si è aggravato il problema dell' attacco, già troppo dipendente da un Rooney non ancora al meglio e comunque seconda punta. Crouch non era proprio all'altezza e portare Walcott si è rivelato ancora di più una stupidaggine vista la situazione di emergenza là davanti. Solo lampi, per quanto abbaglianti, da parte di Joe Cole, mentre Lennon è il roseo futuro del calcio inglese. Un vero peccato vedere così male un magnifico giocatore come Lampard. VOTO: 5.

ARGENTINA: Un altro caso da mettersi le mani nei capelli. La squadra sulla carta più forte del torneo, con riserve di qualità per affrontarne due di mondiali e senza gli scompensi del Brasile, persasi fra equivoci tattici, indebite titubanze e paure immotivate. Assurda la partita contro la Germania, condotta, anche se rischiando troppo poco e ingabbiando i vari Tevez, Maxi e Sorin, dominando il possesso palla fino al gol di Ayala, ma poi buttata via con una condotta rinunciataria, punita dal gol di Klose. Spingendo un po' sull' acceleratore, squadra di casa o meno, la Germania poteva essere benissimo battuta, come ha dimostrato l'Italia. Invece è uscito sì un Riquelme osceno, ma non è entrato né Aimar né Messi, che potevano fare a fette la difesa tedesca, bensì Cambiasso. Poi Cruz per Crespo… E' stato qualcosa di frustrante vedere Tevez sacrificato sulla fascia e Messi così poco utilizzato. Pekerman l'ho sempre stimato e prima del Mondiale aveva fatto cose egregie, ma stavolta ha davvero limitato la sua squadra. Riquelme poi non ha fatto vedere la sua magia, ma i lati peggiori del suo repertorio. I migliori son stati senza ombra di dubbio il grande Ayala, Maxi Rodriguez e Mascherano, mondiale in crescendo il suo. Crespo era sembrato in grande spolvero, ma non è stato sfruttato a dovere, mentre Saviola, dopo le prime due ottime partite, ha perso il posto dopo la pessima prestazione col Messico. Ci avevano stuzzicato non poco con la meravigliosa partita contro la Serbia, ma poi ci hanno lasciato a bocca asciutta, i rioplatensi. VOTO: 5,5.

BRASILE: Futebol bailado, ma in una balera decadente. Avete visto una squadra brasiliana ? Parreira, che ha il geniale merito di aver assegnato le maglie dall' 1 all' 11 per ben 5 partite di seguito, ha costruito un meraviglioso per essere inoffensivi davanti e sempre in affanno dietro. Due trequartisti come Kakà e Ronaldinho( quest' ultimo ha giocatoun mondiale ahimè davvero pietoso ) più due attaccanti che non si muovono, annullano ogni sbocco e non aiutano in fase difensiva. Un centrocampo con scarsa personalità e sempre in inferiorità numerica un difesa sempre esposta agli attacchi avversari ma tenuta a galla da Lucio e Juan, i migliori, due terzini logori che ormai non possono più allargare il gioco come un tempo. E la vergogna nazionale di archiviare quasi tutte le partite con un possesso palla inferiore all'avversario. Logico sgonfiarsi contro il primo ostacolo serio, la Francia. Probabilmente inserendo Cicinho e Robinho, fra i pochi vivaci, le cose sarebbero andate meno catastroficamente. VOTO: 4.

UCRAINA: Una delle più insignificanti squadre mai arrivate ai quarti nella storia di un mondiale, favorita da un tabellone agevole e da un po' di fortuna, ha rischiato a un certo punto perfino di andare sull' 1-1 contro l'Italia. Davvero c'è poco da dire: calcio grezzissimo, Shevchenko isolato e neppure tanto in forma. Pochi nomi interessanti: Gusev, Kalinichenko, Voronin e soprattutto Milevskyi. VOTO: 5.

SVIZZERA: Poteva andare più avanti, perché era meglio dell' Ucraina, ma ha pagato quelli che sono i difetti che impediscono a ogni outsider di fare il salto di qualità. Grandissima organizzazione di gioco, gioco ordinato, veloce e spavalda sulle fasce ma troppa poca fantasia e scarsissimo mordente in attacco. Non ha preso neanche un gol, però l'inconsistenza dei vari Frei, Gygax e soprattutto Streller( confesso che mi è sembrato scarpone come pochi )ha presentato il conto. Si poteva provare qualcosa di meglio con Behrami. Ottimi i centrali Senderos e Muller, una garanzia come al solito Degen e Magnin. Il migliore forse è stato Barnetta, giocatore di fascia completo come pochi cui avrei assegnato il premio come miglior giovane, altro che Podolski. VOTO: 6,5.

AUSTRALIA: Una delle squadre più interessanti di questo mondiale, per il tremendo atletismo e il gioco generosissimo, che la saggezza tattica di Hiddink ha saputo adattare a seconda delle partite. Spregiudicatissima la difesa a tre con Chipperfield che spingeva in continuazione lasciando soli due difensori non proprio fenomenali come Neill e Moore. Gli "aussies" hanno perfino un po' deluso contro l'Italia quando, con gli azzurri in 10, non hanno cambiato granchè ritmo e hanno cercato poco di forzare la situazione con le mischie in area di rigore, cercando invece le ragnatele di passaggi come quando erano in parità numerica. L'inserimento di Aloisi era una mossa giustissima, però lo slancio finale dell'Italia non ha dato il tempo a Hiddink di incassare i dividendi. Buon mondiale di Grella, da sottolineare la continuità di Culina ed Emerton, il dinamismo di Bresciano e il tremendo fiuto del gol di Cahill. VOTO: 7.

OLANDA: Delusione. Contro il Portogallo ha giocato meglio, ma non ha mai convinto. Centrocampo evanescente senza un chiaro punto di riferimento ( poteva essere Landzaat ), con Sneijder sottotono e Van Bommel sempre peggio. Saranno pure un po' troppo individualisti ma il talento straordinario sulle fasce di Robben e Van Persie è sembrata molte volte l'unica risorsa di un attacco penalizzato contro il Portogallo dall' assurda esclusione di Van Nistelrooy. La difesa, sospettatissima alla vigilia, ha retto tutto sommato bene, errore di Ooijer sul gol del Porogallo a parte, ma è mancata qualità e spinta nei terzini. Van Basten ha puntato su un gruppo unito, sacrificando qualche celebrità, ma c'è ancora parecchio da lavorare. VOTO: 5,5.

SPAGNA: Se vi interessa una mia analisi approfondita, potete visitare http://calciospagnolo.blogspot.com/2006/07/otro-fracaso-perch-percome-radiografia.html . VOTO: 5,5.

GHANA: Squadra interessante e gradevole, ma con pecche troppo importanti per poter fare più strada. L' attacco innanzitutto, dove i movimenti ficcanti delle punte Asamoah e Amoah son stati compromessi dalla loro quasi nulla abilità in fase conclusiva. E poi anche Appiah e soprattutto Essien quanti tiri a casaccio. Poi ha regalato i quarti di finale al Brasile con una condotta difensiva folle, con una difesa altissima che puntualmente sbagliava il fuorigioco. Come previsto, il centrocampo è stato il reparto migliore, straripante nella corsa e dotatonel palleggio, non solo in Essien e Appiah, ma anche in Boateng e Muntari ( che però deve ancora maturare parecchio ). Da segnalare anche l'aggressività di Dramani sulla fascia sinistra. Esaltante la vittoria contro la Repubblica Ceca. VOTO: 6,5.

ECUADOR: La sorpresa migliore del mondiale assieme all'Australia. Compatto e ordinatissimo, ottima proprietà di palleggio, ha avuto la meglio su Polonia e Costa Rica giocando un calcio molto armonioso, con movimenti interessanti di esterni e attaccanti e con gli ottimi terzini De la Cruz e Reasco che come da tradizione sudamericana accompagnavano sempre l' azione d' attacco. Oltre non è potuto andare perché, pur giocando una partita diligentissima contro l'Inghilterra, non rientrano nel suo repertorio accelerazioni imprevedibili. Mondiale interessante del giovane Valencia, conferma per Edison Mendez, mentre il nome nuovo è quello di Castillo, una specie di Makelele dei poveri. Carlos Tenorio era in attacco l'uomo con qualcosa in più, infatti si è vista la differenza con Kaviedes quando l'ex-perugino l'ha sostituito. Molta sostanza da giocatori rodati come Espinoza e il mitico Tin Delgado. Vedete, finisce che li ho citati tutti: come squadra hanno funzionato bene, molte grazie a Luis Fernando Suarez. VOTO: 7.

MESSICO: Quella che doveva essere secondo alcuni la sorpresa del Mondiale ha deluso nella prima fase con partite stentate, ma negli ottavi con l'Argentina ha risposto a molte domande, giocando una partita magnifica in cui qualcosa di più l'avrebbe meritato.Si è vista una squadra asfissiante pergli argentini, invischiati in una ragnatela a centrocampo, con giocatori versatili e di ottima tecnica, con sovrapposizioni continue sulle fasce. Magari è mancata un po' di fantasia, perchè solo Zinha ( e anche Arellano, che però è stato trascurato ) la poteva assicurare, però il lavoro dello scontroso Lavolpe è stato geniale. Oltre all' arcinoto Marquez, dobbiamo rimarcare le prestazioni di Osorio, che è parso un difensore straordinario non solo a me ma anche allo Stoccarda, che ha fatto l'affarone assicurandosi lui e il suo compagno Pardo, buon regista la cui uscita per infortunio contro l'Argentina è stata un grave danno per il "Tri". Positivo ancheSalcido in difesa, interessante come pochi l'esterno-mezzala sinistra Guardado, giovane connubio di dinamismo e tecnica. Dove è mancato il Messico è stato in attacco: Bravo dopo un grande inizio ha sbagliato tutto, Guille Franco è stato disastroso, mentre Fonseca non mi è piaciuto. Borgetti purtropo ha giocato poco. VOTO: 6,5

SVEZIA: Un po' deludente, aveva le potenzialità per fare meglio ma ha giocato in modo molto confusionario, buttando palla con Linderoth ai 5 uomini d'attacco e menando fendenti senza ragionare troppo. Il meglio lo ha forse fatto vedere nel secondo tempo con gli inglesi. Delle stelle il migliore è stato Ljungberg: Larsson ha sprecato molto, Ibrahimovic ha giocato poco ma ad intermittenza. Si son fatti apprezzare di più gregari come Linderoth e Allback. Assolutamente disastrosa la difesa nell'ottavo contro la Germania, coi centrali che hanno praticamente regalato i due gol con la loro andatura da bradipi. VOTO: 5,5.

POLONIA: La squadra forse più brutta del Mondiale. Grigia come nessun'altra, approssimativa in ogni sua azione. Abbastanza buona soltanto la partita difensiva contro la Germania. Si salva solo Jelen. VOTO: 4.

COSTARICA: Ormai la conosciamo: prova a giocare, ma è troppo, troppo debole. Tecnicamente non è malvagia, ma gioca a un ritmo troppo lento e quasi sembra disinteressarsi alla fase difensiva, cosa che una squadra di caratura inferiore non si può permettere . Guardate quanto erano larghe le maglie della difesa nell'esordio contro la Germania. Mitico Wanchope, è andato solo a momenti Centeno. Voto: 4.

PARAGUAY: Mondiale veramente sbiadito, con un po' di responsabilità per il C.T. Ruiz. Rinunciatario, il tecnico uruguaiano si è legato mani e piedi ai suoi vecchissimi gladiatori, responsabilizzando eccessivamente sulla trequarti un semplice cursore come Paredes, utilizzando troppo poco giovani interessanti come Barreto e soprattutto Dos Santos. Difficilmente poi riuscirò a capire perché Cuevas stia in panchina. Ancora una volta deludente Santa Cruz, grintoso e vivace Valdez. VOTO: 5.

TRINIDAD & TOBAGO: Non solo folcloristica, ma anche dignitosa apparizione. Ha cercato di fare muro con un "Catenaccio Totale" ( beh, il C.T. era pur sempre olandese… ), in cui si sono esaltati i vari Hislop e Sancho, e la velocità nel contropiede di Edwards, sempre sotto l'occhio vigile di Yorke davanti la difesa. Ci è riuscito contro la Svezia, ha sfiorato l'impresa con l'Inghilterra, mentre se l'è giocata, mostrando qualche tocco di classe del 38enne Latapy, contro il Paraguay. VOTO: 6.

COSTA D'AVORIO: Una delle squadre che hanno giocato meglio, condannata però dai propri gravissimi errori oltre che da un po' di sfortuna. Non meritava certo di perdere né con Olanda né con Argentina, però spaventose ingenuità nell'applicazione del fuorigioco ed eccessiva precipitazione là davanti ( soprattutto contro l'Olanda, dove cercando di aggirare un po' più la difesa orange potevano arrivare più facilmente al meritato pareggio ) ne hanno pregiudicato gli sforzi. Comunque, ha mostrato una combinazione ammirevole di velocità e tecnica. Centrocampo fortissimo con Yaya Touré e soprattutto Zokora, completissimo, uno dei centrocampisti migliori del mondiale, che hanno messo i piedi in testa sia alla mediana argentina che a quella olandese. Sottotono Drogba ed Ebouè, che è avanzato troppo poco sulla destra, Dindane ha un dribbling fenomenale, ma dovrebbe giocare meglio per la squadra. Mi rammarico ancora una volta che il giocatore ivoriano più tecnico, Bonaventure, sia rimasto per l'ennesima volta nell'ombra per la sua cronica mancanza di personalità e per il movimento senza palla nullo. VOTO: 6,5.

SERBIA & MONTENEGRO: Oltre ogni limite di decenza. Lenta, prevedibile, disattenta in difesa. Si è salvato solo, come era ovvio, un mito del calcio quale Predrag Djordjevic. VOTO: 4.

IRAN: Puntava a fare la sorpresa nel gruppo C, ma non è andata oltre ordine e disciplina. Interessanti Teymourian, Hashemian e Kaabi, bruttissimo il mondiale di Karimi. VOTO: 5.

ANGOLA: Sapevamo che era una squadra tecnicamente modesta, ha fatto il massimo, soprattutto contro il Messico. Difensori di imbarazzante lentezza ( il gol preso da Pauleta è assurdo ), le cose più interessanti le hanno fatte vedere Figueiredo e Zé Kalanga. Non credo poi che sia un lusso che ci si possa permettere quello di lasciare in panchina Mantorras, considerando anche il rendimento deludente di Akwa. VOTO: 5,5.

REPUBBLICA CECA: Molto sfortunata. Presentatasi con una formazione avanti con gli anni ma affidabili, dopo il buon esordio ha sbagliato partita con il Ghana e si è trovata a giocare la partita con l'Italia praticamente senza punte. Pesantissima l'assenza di Koller, il giocatore-chiave, Baros è stato recuperato in extremis, ma aveva poco più di un tempo nelle gambe. L'espulsione di Polak, davvero stupido, ha messo ancora più in discesa la gara per l'Italia. Rosicky super solo nella prima partita. VOTO: 5,5.

U.S.A.: Grande organizzazione di gioco, ma poca qualità. In gol col contagocce. Grande partita contro l'Italia. Deludentissimi donovan e Beasley. VOTO: 5.

CROAZIA: Poteva fare di più, perché era una squadra abbastanza completa, ma ha pagato la sterilità offensiva e una condotta forse un po' troppo prudente. Prso, Olic e Klasnic, hanno fatto tanto movimento, ma pochissimo arrosto. Ha deluso Kranjcar, eccellente Niko Kovac. Grande partita contro il Brasile, meritevole di miglior fortuna. VOTO: 5.

GIAPPONE: La qualità, soprattutto a centrocampo, non mancava, però ha ancora una scarsa consistenza a certi livelli. Troopo elevato il gap tattico e soprattutto fisico rispetto alle altre squadre. Difesa ingenua ( non prendevano una palla alta, e guardate cosa ha combinato Miyamoto contro la Croazia ), attacco di moscerini, pochissimo movimento senza palla. Interessanti Komano e Kaji sulla destra. VOTO: 5.

COREA DEL SUD: Tatticamente disciplinata ( molto di più dei rivali giapponesi ), ha perso però quel brio ( e non solo quello… ) che aveva quattro anni fa. Solo Ahn Jung-Hwan ha ravvivato la scena. Incertezze in difesa. La miglior tifoseria del mondiale. VOTO: 5,5.

TOGO: Scarso sì, ma pericolosa là davanti con la velocità di Kader e la tecnica di Adebayor. VOTO: 5.

TUNISIA: Delusione. Ha fatto una gran partita difensiva con la Spagna, ma ha giocato malissimo contro l'Arabia Saudita ed è stata un po' derubata dall'Ucraina. Una squadra che ha pensato troppo a distruggere gioco e poco a costruirlo. Strepitoso Jaidi ( giocatore sottovalutatissimo ) contro la Spagna, vivacissimo Jaziri. VOTO: 5.

ARABIA SAUDITA: Una delle squadre più scarse del mondiale, meritava di vincere, grazie a uno splendido secondo tempo, contro la Tunisia, però contro l'Ucraina è stata misera e contro la Spagna c'era ben poco da fare. Gioca a ritmi troppo balndi per impensierire in queste competizioni. Il migliore è stato Noor,mentre non si capisce come Al-Montashari, un difensore che tiene a chilometri di distanza l'attaccante avversario, abbia potuto vincere il Pallone d'Oro Asiatico.

I MIGLIORI DEL MONDIALE: Buffon; Zambrotta, Ayala, Cannavaro, Lahm; Maxi Rodriguez, Vieira, Pirlo, Maniche; Zidane; Klose. In panchina: Lehmann; Miguel, Osorio, Grosso; Barnetta, Ribery, Mascherano, Zokora, Makelele; Van Persie, Torres.

Etichette:

Sempre lucido, il Guardiola.

Di seguito vi propongo un articolo gradevole, al netto della pizza, di Josep Guardiola apparso sulla stampa spagnola il 27 giugno, dopo la partita Italia-Australia. L'ho tratto da un sito molto interessante, "Historias del Calcio y otros mundos", che ospita articoli di grandi giornalisti e scrittori sul calcio, all'indirizzo http://superga.blogspot.com/

¿POR QUÉ VINISTE ARRIGO? por Josep Guardiola

Hace dos días compré La Gazzetta dello Sport. En portada, dos entrevistas. En una, el ultimo técnico campeón: Enzo Bearzot. En la otra, el último técnico finalista: Arrigo Sacchi. El campeón decía: "Giocare bene conta poco". El finalista decía: "Giocare bene è la medicina". La misma historia. El mismo debate. Aquí y en todas partes del mundo. ¿Por qué narices tuvo que aparecer Sacchi en un sitio donde nadie le había citado? ¿No habían ganado sin él tres Mundiales? ¿No eran felices sin debate? Con esa cultura cattenaccistica, ¿por qué vino un contracultural a romper esa cultura?

Tuve la suerte de ser entrenado por Fabio Capello. Un día nos dijo que en un mundo donde nadie se atreve a tomar decisiones él las toma.Y que eso era lo que mejor sabía hacer. Y las tomaba en función de lo que sentía. De cómo entendía su fútbol. Recuerdo mis primeros días de vida con él. Los equipos italianos, en Europa esos años, no ganaban nada. Eran los españoles (Real Madrid) los que se llevaba la orejuda. Y varias veces. Pues en mis primeros días oía que el entrenador italiano repetía una y otra vez que o se dejaba de lanzar pelotazos y se empezaba a jugar como lo hacían los españoles o nunca más el país de la pizza y hoy de Moggi volvería a ganar nada. Fue en las primeras semanas. Y en las siguientes. Pero no más. ¿Hasta cuándo duró el mensaje? Hasta las primeras derrotas. El lugar donde se ponen a prueba las convicciones. No hay otro. En ese momento, Fabio Capello empezó a tomar decisiones (lo hace como nadie) y a tomarlas como él las siente. Como él siente el fútbol. A la manera que le ha convertido en el entrenador que más ha ganado en Italia. El entrenador vincente. A la italiana. A la que todos conocemos. A la de los tres Mundiales. Carletto Mazzone, mi entrenador en Brescia y mi padre italiano, un día hablando sobre el fútbol español y el italiano, hablando de miserias y maravillas de uno y otro, de repente me suelta: "Ao, Pepe, a ver si nos entendemos: ¿cuántos Mundiales tiene España? Nosotros, tres. Y vosotros? Ante tal irrefutable argumento numérico, me levanté, le abracé, le felicité y me fui a hacer no sé qué. ¿Qué quería? Ingenuo de mí. ¿Convencerle para que jugara como a mí me gusta? Ao, Pepe, dejemos que los italianos jueguen a la italiana.

Han ganado todo de esta manera. Con el "palla lunga e pedalare" (pelotazo y a correr). Así de tranquilos vivían y ganaban y ganaban y ganaban hasta que llegó Sacchi y... empezaron a discutir.

Ayer volvieron a ganar. Y ya están en cuartos. Se juntaron en su área con maravillosos defensores. Lo hicieron cuando estaban todos. Lo hicieron más cuando no estuvieron todos. Esperaron que alguien les atacara. Y Australia, un poco, lo hizo. Hasta que, llegado el momento, su jugador franquicia, ayer fue Totti (grabar vídeo para enseñar cómo se lanza un penalti con presión), ordenara el contraataque y, obedientes y ordenados, siguiendo las instrucciones, golpearon donde más duele. Esperando que el señor salga de casa para que el ladrón entre a robar. Hiriendo para acabar matando. Así viven y así ganan. Y no hay discusión. Ya no hay debate.

Hasta que un día pierden. Aunque no lo parezca. Y es allí donde Sacchi vuelve a aparecer. Le dejan. Y empieza el discurso que él siente. Y dice cosas como: "De la posible unión de las virtudes de los españoles y los italianos saldría la selección invencible". Y se lo consienten. No por generosidad. No por amistad. Solo porque Sacchi, un día, también ganó. ¡Y cómo! ¡Uf!

Etichette:

martedì, luglio 11, 2006

La mia idea di calcio.

La premessa ineludibile di ogni discorso di questo tipo è che se una squadra vuole giocare bene e ottenere risultati, deve avere un equilibrio.
Ma questo può voler dire molte cose e non certo soltanto una squadra che speculi e basta, come spesso si è visto al mondiale. Equilibrio vuol dire avere avere una squadra corta, con distanze ridotte fra i giocatori e quindi spazi non eccessivamente ampi da coprire per ogni uomo, ciò che permette di ridurre gli spazi agli avversari ed avere più compagni vicini e quindi più soluzioni disponibili per chi porta palla.
Ma ciò che fa la differenza fra una squadra anche solida ma rinunciataria e una offensiva è l'altezza del baricentro: io sono per un calcio d'iniziativa e quindi preferisco una squadra col baricentro alto. Preferisco un equilibrio avanzato, offensivo a uno arretrato e difensivo. Questo non solo perchè è meglio per lo spettacolo, ma anche perchè è più utile.
Una squadra col baricentro avanzato sarà costretta a pressare alto e una volta riconquistato il pallone sarà già nella metà campo avversaria, subito pronta per l'attacco. Una squadra che invece difende nella sua metà campo, non appena avesse rubato il pallone, si troverebbe con molti metri da percorrere fino alla porta avversaria, rendendo molto più costose le avanzate dei terzini e rischiando di isolare gli attaccanti.
Col baricentro e il pressing alto si converte il problema della difesa e della riconquista del pallone, che non può assolutamente essere eluso, neanche dalla squadra più talentuosa di questo mondo, in un'arma offensiva. Ovvio che questo comporti i suoi rischi perchè una volta saltato il primo pressing (è fondamentale rubare palla nella metacampo avversaria o costringere l'avversario a buttare via subito la palla, per evitare scomodi ripiegamenti fino alla propria area), l'avversario può trovare campo aperto, avere a disposizione il contropiede ed eludere il fuorigioco, ma il calcio è un gioco fatto di rischi, a somma zero. Chi ha talento, mentalità giusta e sa rischiare, vince.
Però anche due squadre che giocano con pressing e linee altissime possono annullarsi e far diventare un match una specie di lotta libera a centrocampo, obbrobriosa quanto una partita fra una squadra di Trapattoni e una di Cesare Maldini.
E qui spunta l'elemento fondamentale, imprescindibile del calcio: la tecnica. Quella tecnica che ti permette di combinare in spazi stretti, di uscire vittorioso dal pressing avversario, di cambiare gioco da una fascia all'altra facendo venire il mal di mare alla difesa avversaria. Anche la tecnica, come il pressing alto, permette una soluzione, attraverso il possesso-palla, che ti consente di affrontare il problema difensivo con uno spirito offensivo, evitando catenacci.
Quando hai la palla tu non ce l'hanno gli avversari, come diceva Liedholm, e quando hai la palla tu puoi sempre fare male agli avversari. Inoltre un possesso palla prolungato ed efficace permette di risparmiare parecchie energie. Sarebbe impossibile per una squadra sostenere tutta una stagione con un pressing forsennato. Quando sopraggiunge la stanchezza deve rimanere la tecnica. Le squadre soltanto atletiche finiscono con l'avere la peggio.

CALCIO OFFENSIVO, TECNICA, POSSESSO PALLA, MOVIMENTO SENZA PALLA (fondamentale!), PRESSING ALTO. Ingredienti che, se presenti in dosi massicce, permettono di divertire il pubblico e al tempo stesso avere equilibrio e ottenere risultati. Si può vincere e divertire assieme. Giocare bene e vincere devono andare di pari passo.
Non credo ai soloni del "calcio cinico", o a certi allenatori di grandi squadre che sembra non aspettino altro che andare in vantaggio per poter difendere e andare in contropiede, che magari è l'unico schema offensivo che hanno insegnato ai loro giocatori (vero Quique Sanchez Flores ?). Peggio ancora sono quelli come Eriksson che dicono: "Avete visto dov'è arrivata la Spagna che ha giocato bene nel girone ?". La Spagna è uscita per altri motivi, fra i quali il fatto che la Francia abbia giocato molto meglio...
Il mio ideale è una squadra che vada sempre a imporre il suo gioco (ovviamente le piccole squadre devono arrangiarsi con quello che hanno. Quelle che mi fanno arrabbiare son le grandi squadre che speculano, considerando pure che a volte sono le piccole a dare loro lezioni di calcio) che non usi come scusa il fatto che "gli avversari si chiudevano" ma che provi a forzare ogni ostruzionismo con un calcio manovrato, una circolazione del pallone rapida, che cerchi di aprire la difesa avversaria con avanzate dei terzini, uno contro uno e cambi di gioco continui. Sempre palla a terra, mai con lanci a casaccio, solo cross dal fondo. Contro una squadra che metta a frutto questa qualità mettendoci il massimo impegno a lungo andare non ci sarà catenaccio che tenga.
Il modello migliore in questo senso è stato il Barcelona presentato da Rijkaard negli ultimi due anni e mezzo. Ha avuto un calo nel gioco negli ultimi mesi della stagione appena conclusa, ma ha giocato il calcio nettamente più bello e redditizio in circolazione. L'ha detto Iniesta: "non sappiamo giocare in altro modo". Abituati quasi sempre a trovare squadre che contro di loro si chiudevano (o erano costrette a chiudersi, fa lo stesso), i blaugrana hanno giocato un calcio molto offensivo, estenuando le difese avversarie con il loro far girare la palla da una parte all'altra del campo (hanno sfruttato il Camp Nou in tutta la sua ampiezza), i cambi di gioco, la spinta dei terzini, le combinazioni in spazi stretti fra le tre punte e le mezzeali e i continui, micidiali uno contro uno. Hanno segnato una barca di gol ma ne hanno anche subiti relativamente pochi. Come ? Facendo un pressing alto forsennato, con Giuly ed Eto'o per primi, che gli ha permesso di riconquistare spesso il pallone nella metà campo contraria, chiudendo l'avversario in una morsa. Poi viene il pressing di Deco e Xavi, i falli tattici, e come extrema ratio che spesso ha funzionato, la linea difensiva molto alta che tenta o l'anticipo con Puyol oppure la tattica del fuorigioco, con Valdes pronto a travestirsi da libero in caso d'emegenza. In alcune partite quest'anno il Barça ha un po' abbassato il baricentro (occorre anche stringere i denti e gestire il risultato quando richiesto, ovviamente...) , ma il discorso fondamentale resta. Inoltre si è difeso a modo suo, mantenendo spesso percentuali di possesso palla far il 60 ed il 70%. Questo è calcio !
Senza dimenticare che si può vincere nei modi più disparati e che la mia è soltanto una preferenza personale, questo è un discorso che riguarda solo le squadre d'élite.
Io non sono certo fra quelli che hanno gridato allo scandalo quando la Grecia ha vinto, strameritatamente, l'Europeo facendo un catenaccio (autentico: libero alla Blason e marcature a uomo ferree) coi controfiocchi. Ho considerato Rehhagel un genio, perchè ha ottenuto il massimo da quello che aveva. Sono rimasto molto più contrariato nel vedere grandi nazionali con soluzioni offensive limitatissime e mentalità non all'altezza.
Il punto fermo deve restare la qualità. Solo se investi sulla tecnica puoi fare un calcio come quello che ho descritto. Io son convinto del fatto che sia molto più facile insegnare a un giocatore a difendere che ad attaccare.
Un esempio splendido è quello dell'Ajax, che recluta per le sue giovanili soltanto giocatori d'attacco, cambiandogli poi il ruolo nel tempo. Così si mantiene la qualità e si hanno giocatori maggiormente predisposti ad attuare un tipo di calcio "totale". Io credo che allevare giocatori abili soltanto a distruggere il gioco, come esempio emblematico Gattuso, sia un danno per il gioco e che si possa benissimo adattare un giocatore di qualità a fare tra le altre cose un po' di interdizione e pressing, come dimostrano i casi di Pirlo e di Xavi e Deco nel Barça, che non sono certo specialisti ma hanno rubato tantissimi palloni nella squadra di Rijkaard, perchè la squadra era corta e tutti si davano una mano fra di loro.

Etichette: