In attesa di un post su Barça e Real Madrid (ho amichevoli arretrate da vedere...), ecco il punto sul mercato dell'altra parte della Liga, quella dove proliferano operazioni subdole come prestiti e acquisti a parametro zero...
AlmeríaFinora la sensazione è di leggero indebolimento. Intendiamoci, la base resta più che valida, ma nel calcio i gol sono moneta sonante, e se nelle ultime due stagioni gol=Negredo, dopo il ritorno alla base del canterano madridista, l’equazione con
Goitom non sembra altrettanto scontata. Pessimo al Murcia, mai pienamente convincente al Valladolid nonostante i 10 gol della scorsa stagione, lo svedese lascia a desiderare quanto a personalità e continuità di rendimento, e non è un finalizzatore di razza, particolare non da poco per un Almería che finora in percentuale è dipeso non poco dai gol di Negredo. Potrebbe quindi toccare ai due concorrenti per il ruolo di prima punta (Esteban Solari, oggetto misterioso la scorsa stagione, e il 23enne David Rodríguez, rientrato dal prestito al Celta, 7 gol nella scorsa Liga Adelante), o meglio ancora a un Pablo Piatti finalmente esploso, colmare il temuto deficit realizzativo.
Non preoccupano più di tanto gli altri reparti: vero che i terzini Bruno e Mané erano due colonne, ma i sostituti dovrebbero esserci (i due giovani brasiliani Michel e Guilherme, pronti dopo un’annata di rodaggio, poi ci sono
Cisma tornato dal prestito al Numancia a sinistra e Juanma Ortiz a destra, tornante già sperimentato nella posizione di terzino da Hugo Sánchez). Dei difensori centrali è andato perso soltanto Carlos García, indubbiamente il più debole del lotto, mentre a centrocampo le partenze di Iriney (andato a far compagnia a Carlos García al Betis) e Juanito (Málaga) son state più che compensate dagli arrivi dall’Argentina di Fabián
Vargas, mezzala di sicuro spessore dal Boca e del promettente
Bernardello dal Newell’s Old Boys.
Athletic BilbaoPuzza di bruciato. Non per la qualità della rosa, non per le operazioni di mercato, ma perché si è persa l’occasione per fare chiarezza. Era questo infatti il momento per voltare pagina: Caparrós la sua funzione storica pare averla esaurita, ha riportato una realtiva tranquillità di classifica, ha restituito all’Athletic il suo storico spirito battagliero, ha anche dato un leggero impulso alla cantera (quest’anno si attende Muniain, già visto in Uefa, a 16 anni, 7 mesi e 11 giorni il secondo più giovane esordiente della storia del club), ma gioco neanche a parlarne… Opportunista scriverlo adesso dopo la battuta d’arresto in Uefa nell’andata con lo Young Boys, ma l’Europa e la fisiologica esigenza di crescita di questa squadra richiedono un modello di gioco decisamente più elaborato del
patapum pa’arriba tutto incentrato su Llorente, senza contare che a quanto pare i rapporti fra Caparrós e parte dello spogliatoio (compresi giocatori tutt’altro che irrilevanti come Ustaritz e Gurpegi, usciti allo scoperto sui giornali) si fanno sempre più tesi.
In questo disorso di fondo, imprescindibile, il mercato non è stato malvagio, tenendo conto della risaputa storica autolimitazione al bacino di Euskadi, Navarra e Paesi Baschi francesi. Poco comprensibile l’accantonamento di Balenziaga, giocatore che aveva margini di miglioramento e meritava altre chances per maturare, comunque sanato dall’arrivo di
Xabi Castillo dalla Real Sociedad, anche lui terzino sinistro tendenzialmente più offensivo di Koikili.
Dalla Real Sociedad arriva anche Íñigo
Díaz de Cerio, forse il pezzo più pregiato della campagna acquisti: 25 anni, uno dei pochi bomber veri di origine basca, teoricamente un’ottima spalla per Llorente, attaccante rapido e istintivo ideale per girare attorno a Fernandote e sfruttarne le sponde, sicuramente più concreto rispetto a Ion Vélez e Toquero, pienamente affidabili come mascottes ma un po’ meno come attaccanti di Primera. Piuttosto l’incognita per Díaz de Cerio riguarda le condizioni fisiche, dovendo questi ancora recuperare pienamente da un gravissimo infortunio che lo ha tenuto fuori per quasi tutta la scorsa stagione.
Si attendono buone nuove dal 20enne
Óscar de Marcos, promettente nel suo esordio all’Alavés (20 presenze e 5 gol), esterno sinistro o mezzapunta, che prova a offrirsi come alternativa più vivace di Gabilondo, là dove era fallito Del Olmo (uno dei tanti acquisti inspiegabilmente inutilizzati da Caparrós, ceduto all’Herculés, mentre il trio Lafuente-Garmendia-Íñigo Vélez va al Numancia; via anche Javi Casas, al Cartagena, si ritira il buon vecchio Tiko).
Atlético MadridMeglio lasciar perdere. Soldi non ce ne sono, così bisogna sperare in improbabili miracoli che trasformino di colpo il gruppo sgangherato dell’anno scorso in un’armata vincente. Poco significativi i nuovi innesti:
Cabrera, 18enne difensore uruguaiano (preferibilmente centrale, ma verrà impiegato soprattutto a sinistra come alternativa ad Antonio López, data l’assenza nei primi mesi di Pernía, reduce da un incidente stradale) è un progetto a lungo termine, mentre
Juanito (a parametro zero), l’incomprensibile presenza quasi-fissa fra i convocati della nazionale degli ultimi anni, il leader difensivo del Betis retrocesso, potrebbe formare un’ottima coppia di ballerini con Pablo Ibañez.
Asenjo è l’acquisto forte, fortissimo, uno dei migliori portieri del mondo in prospettiva, ma anche qui non mancano i dubbi: al primo errore, saprà reggere alla pressione di uno degli ambienti storicamente più instabili e complicati della Liga? L’Atlético, partiti Leo Franco e Coupet, si gioca tutto su un’atipica coppia di portieri giovanissimi: Asenjo 20 anni, e secondo il 23enne
Roberto Jiménez, canterano tornato dal prestito al Recreativo, dove per la cronaca la scorsa Liga ha giocato zero minuti.
Servirebbero un terzino per fascia (Ebouè? Gámez?), il solito agognato regista, un esterno destro di centrocampo e un centravanti di riserva, ma le finanze come detto non permettono molto e così ci si deve arrangiare coi prestiti scaduti e i giovani (peraltro ottimi: in rampa di lancio Koke, 17enne ma già maturo in mezzo al campo, il bomber Borja, l’argentino Pacheco, seconda punta/trequartista mancino, e Keko, 18enne esterno destro ipercinetico):
Valera torna così come vice-Heitinga,
Cléber Santana potrebbe essere venduto ma anche trattenuto ed entrare nel turnover del centrocampo,
Reyes non lo si è riuscito a piazzare e così ci si riduce a sperare l’insperabile, che cioè diventi gioocatore vero, mentre la permanenza di
Jurado sa di presa in giro: reduce da un’ottima stagione a Maiorca, dichiarato “importante” da Abel e dai giornali, nel precampionato ha trovato però spazio soltanto in appoggio a una sola punta, il che vuol dire che con Agüero e Forlán ovviamente obbligatori in attacco i minuti per l’andaluso saranno pochissimi. Decisamente meglio tagliare netto e darlo a un Getafe o a un Deportivo che sbaverebbero per lui.
Deportivo La CoruñaVotato all’austerità da tempo, il Depor aspetta di incassare prima di poter spendere. La cessione principe, quella da cui trarre tutte le risorse necessarie, doveva essere quella di Filipe, ma il giochino al rialzo col Barça è andato di traverso a Lendoiro. In caso di mancata vendita del brasiliano, il giocatore con cui fare cassa potrebbe essere Lopo, ed è per questo che non è ancora ben delineata la sorte di Aythami, rientrato dal prestito al Xerez e teoricamente destinato a ripartire (destino quasi sicuro invece per il centrocampista Álex Bergantiños, che dovrebbe tornare proprio al Xerez con cui ha conquistato la promozione in Primera; altri scarti annunciati sono i soliti Taborda e Rubén Castro e il fallimentare Omar Bravo, bocciato da Lotina ma difficile da piazzare sul mercato).
In una rosa già abbastanza completa, gli innesti son stati pochi:
Brayan Angulo, 20enne terzino sinistro colombiano in prestito dal Leixoes, serviva comunque perché Filipe, partente o no, era comunque l’unico di ruolo in quella zona;
Juca, mediano brasiliano 29enne dal Partizan, rimpiazza De Guzman. L’unico ruolo nel quale Lotina non dispone di almeno due alternative è quello del trequartista: per il momento ancora non coperta la partenza, non leggerissima, di Verdú.
C’è poi il caso Lafita: sembrava dovesse tornare al Zaragoza, ma gli aragonesi ancora non hanno raggranellato il denaro per riscattarlo, e così temporaneamente resta a disposizione di Lotina (la società comunque lavora sui potenziali sostituti: molto interessante a questo proposito l’idea di rilanciare Giovani dos Santos). In attacco nessun ingresso, si conta non a torto sulla possibile esplosione di Lassad e Adrián López.
EspanyolCampagna acquisti fra le più interessanti, in rapporto ai mezzi. L’uomo del miracolo Pochettino aveva già impostato una squadra più offensiva per centrare l’obiettivo-salvezza, ora si cerca un ulteriore passo avanti aumentando il tasso qualitativo, specialmente le capacità di palleggio. Si cerca di diminuire la dipendenza dalla precaria condizione fisica di De la Peña (fino a un certo punto: come Lo Pelat non ce ne sono a questi livelli di classifica) con l’innesto di
Verdú, cui si aggiunge
Nakamura, dinamismo inesistente ma arma importantissima sui calci piazzati. Tutta gente che parla lo stesso linguaggio, un’indizio abbastanza chiaro sul tipo di calcio che Pochettino sembra intenzionato a proporre.
Cambi importanti in difesa: di rilievo le partenze di Torrejón e Sergio Sánchez (oltre allo sfortunato Finnan), si spera di non rimpiangerle coi due argentini
Pillud (terzino destro dal Newell’s Old Boys, paragonato a Pablo Zabaleta) e
Roncaglia (centrale ma anche terzino destro dal Boca Juniors).
Stuzzicante novità offensiva il 20enne israeliano
Ben Sahar, senza chances al Chelsea: potrebbe servire per attenuare gli effetti dell’annunciato declino di Tamudo.
GetafeVoltata definitivamente pagina dai disastri di Víctor Muñoz, si torna a un progetto promettente, quello di Míchel. Idee chiare, possesso-palla, fútbol de toque, e giocatori coerenti con queste idee. Così se parte Granero si continua a sfruttare la partnership col Real Madrid e con la stessa formula (titolo definitivo ma opzione di riacquisto per i primi due anni a favore del Madrid) si ingaggia
Parejo. Partito a malincuore l’ottimo Polanski (nostalgia del proprio paese… mica hanno il diritto di sentirla i soli brasiliani!), si chiude il triangolo di centrocampo che ha in mente Míchel (un 4-3-3 flessibile già visto nelle ultime partite della scorsa stagione) con il nazionale ghanese
Derek Boateng dal Colonia (concorrente di Celestini come vertice basso) che dovrebbe far compagnia a Casquero e allo stesso Parejo. Poi siccome il proposito del Getafe sarà quello di una manovra per quanto possibile elaborata, arriva
Mané dall’Almería, dopo Marcelo e Filipe forse il più bravo fra i terzini sinistri della Liga nel portare palla e rilanciare l’azione dalla difesa, come un centrocampista in più (c’è un esubero in questa zona: almeno uno fra Licht, Signorino e Nacho dovrebbe partire).
Partiti Jacobo e la meteora Stojkovic, un altro madridista fra i pali, Jordi
Codina. La grande delusione Guerrón, ingestibile nello spogliatoio, lascia il posto sulla destra a
Pedro Ríos del Xerez (in attesa di un altro innesto in quel ruolo: per Pedro León il Valladolid chiede 5 milioni, mentre il Getafe per ora si ferma a 3,5). Nonostante il rendimento insufficiente dei suoi due anni al Getafe, Uche è una perdita seria, e il rimpiazzo dovrà essere di qualità (Colunga del Recreativo è un’ottima pista).
MálagaSarà difficile ripetere l’exploit dell’anno precedente, ma le basi per un campionato tranquillo sembrano esserci. Partito Tapia verso il Betis, torna l’eroe di casa
Muñiz (salvezza in corsa dalla Segunda B nel 2006-2007, promozione l’anno dopo). Si prospetta un organico necessariamente al risparmio ma equilibrato: importantissimo aver mantenuto Jesús Gámez (ma, svanito il Sevilla, potrebbe andare all’assalto l’Atlético) e Apoño, mentre Patrick
Mtiliga (
“Dj Mti” fuori dal campo) sostituirà Calleja nel ruolo di terzino sinistro. Il passo successivo sarà riottenere dal Sevilla il leader tecnico Duda, così come è stato fatto per Luque con l’Ajax.
Eliseu non è una perdita drammatica ma si poteva comunque vendere a più di un milione di euro; in ogni caso l’arrivo di
Jordi Pablo dal Villarreal (capitano dell’Under 19 eliminata nel recente Europeo di categoria: ulteriore e preoccupante caso di flop clamoroso a livello giovanile) offre opportunità di valorizzazione ancora maggiori, secondo la formula della cessione definitiva+opzione di riacquisto per il Villarreal. L’usato sicuro di
Valdo colma poi ogni possibile buco sulla fascia destra.
Il manesco Munúa competerà fra i pali con Arnau, il serbo
Stepanov, in prestito dal Porto, si contenderà con Hélder Rosario il posto accanto a Weligton al centro della difesa, e anche il ritorno di Lolo al Sevilla è stato pienamente colmato con gli acquisti di
Juanito dall’Almería (altro figliol prodigo) e
Xavi Torres, centrocampista difensivo del Barça Atlétic già intravisto con la prima squadra nelle ultime partite della scorsa Liga.
Con Duda in sospeso, l’unico buco rimane in attacco: il portoghese
Edinho dall’Aek Atene non basta a Muñiz, che chiede un altro bomber che colmi il vuoto lasciato dalla fine del prestito di Adrián López e dalla partenza di Salva. Chissà, da qui, azzeccando l’acquisto, potrebbe arrivare un salto di qualità, visto che il Málaga dell’anno scorso non aveva un bomber principe. Intanto, le speranze e le curiosità sono riposte soprattutto su
Forestieri, in prestito dal Genoa: la Liga potrebbe rappresentare un trampolino ideale per quelle che sono le caratteristiche dell’italo-argentino.
MallorcaAllarme rosso, anzi allarme “bermellón”. Fallita la vendita del club a Carlos González, Mateo Alemany cerca ancora acquirenti, e nel mentre naviga nella più acuta ristrettezza. Il club non può ufficializzare acquisti finchè non pagherà all’Athletic tutta la somma per Aduriz, per cui l’unica realtà allo stato attuale è lo smembramento della colonna vertebrale dello scorso campionato. Dei leaders rimane solo Nunes in difesa, perché con Arango e Moyá si è fatta giustamente cassa, e al tempo stesso sono scaduti i prestiti di Cléber Santana e Jurado (così come David Navarro e Scaloni), fondamentali l’anno passato.
Manca tutto insomma, e al momento le uniche operazioni hanno riguardato i rientri dai prestiti (i canterani Víctor Casadesús, Tuni e Martí Crespí), e il riscatto di Sergio Tejera dal Chelsea (mezzapunta 19enne da tenere d’occhio). Presto per fasciarsi la testa, qualcosa comunque verrà raccattato negli ultimi giorni di mercato, e per il resto ci si legherà mani e piedi al buonsenso di Manzano.
OsasunaPoca roba, ma la rosa era già abbastanza completa. Partenza di rilievo quella di Plasil, e se il sostituto sarà davvero
Calleja (adattato terzino sinistro al Málaga nella scorsa stagione), non pare una mossa azzeccatissima (considerando anche la partenza di Ezquerro, mai considerato da Camacho, che sguarnisce ulteriormente la fascia sinistra). Interessante invece l’acquisto di
Aranda, che proverà ad attenuare la dipendenza da Pandiani e a dare seguito all’operazione-rilancio già avviata nella scorsa mezza-stagione al Numancia (al club soriano va in prestito Kike Sola, bloccatosi dopo un inizio promettente; Numancia che si aggiudica anche Javier Flaño).
Partito Héctor Font, a centrocampo servirebbe forse un’altra mezzala/rifinitore che possa garantire movimenti diversi rispetto al doble pivote Nekounam-Puñal, affidabile ma talvolta un po’ piatto. Da segnalare il ritiro di Cruchaga, un’istituzione (ma il ritorno dall’infortunio dell’interessante Rovérsio lascia a posto l’organico).
Racing SantanderVolta pagina, a partire dalla guida tecnica. Via l’ingiustamente denigrato Muñiz, arriva
Mandiá dall’Hércules (tecnico che all’attivo ha anche un’esperienza al Real Madrid Castilla), il quale comunque a leggere le interviste e le anticipazioni non dovrebbe cambiare più di tanto il copione tattico delle ultime stagioni: 4-4-2 classico, corto e intenso, speciale attenzione all’organizzazione difensiva e azioni rapide prevalentemente di rimessa.
Rivoluzionata la difesa. Valera e soprattutto Garay e Marcano son perdite importanti, ma la società ha lavorato con criterio: al centro promettono una buona intesa il sudafricano
Morris e l’ex-Espanyol
Torrejón, giocatori di rendimento e con caratteristiche complementari, rapido il sudafricano e prestante il catalano. E poi c’è
Crespo in prestito dal Sevilla, jolly che può dare il suo in tutte le posizioni della difesa (per me meglio al centro).
A centrocampo rinforzi targati Segunda División:
Papakouly Diop, senegalese prelevato dal Nástic, occupa la piazza lasciata da Luccin, mentre
Arana, 24enne segnalatosi fra i migliori della scorsa Liga Adelante, è l’esterno destro di ruolo che mancava l’anno scorso (il che potrebbe riportare Munitis nella posizione di seconda punta… non si sa quanto possa essere un bene).
L’attacco inevitabilmente qualche dubbio lo lascia, troppo ingombrante l’ombra di Zigic. Anche qui le speranze vengono dalla Segunda, dall’ispano-svizzero
Geijo del Levante (10 gol in 21 partite prima di rompersi), mentre si conta sul rilancio di Tchité e magari sull’esplosione del 19enne argentino
Sarmiento, tornato dal prestito al Xerez. Ancora incerti i destini dei canterani Bolado e Juanjo e del polacco Smolarek (la società non ci crede più, ma ha difficoltà a trovare acquirenti).
SevillaPer la prima volta da qualche anno, ci sono dubbi sulla credibilità del progetto sevillista. Il primo dubbio, quello che rischia di mettere a repentaglio tutta la stagione, è l’allenatore: Del Nido e compagnia si son giocati tantissimo con la conferma di Manolo Jiménez, non amatissimo dal pubblico di casa e oggettivamente deludente la scorsa stagione. Inutile girarci intorno e inutile appigliarsi al terzo posto in una Liga di basso livello come quella passata: l’immagine del Sevilla 2008-2009 è stata allarmante. Annientata l’anima di quel Sevilla all’avanguardia di Juande Ramos, è subentrata una squadra orizzontale, rigida, confusionaria: ci si chiede onestamente cosa possa cambiare quest’anno se le idee alla base restano le stesse.
Oltre alla scelta di base del tecnico, a lasciare perplessi poi è la filosofia che ha ispirato i nuovi acquisti: troppo muscolo, troppa corsa. Non che
Zokora (giocatore che il sottoscritto ha sempre apprezzato) venga male, ma bisognava accompagnargli possibilmente un regista (ancora di più dopo la partenza di Maresca), un giocatore capace di guidare stabilmente il Sevilla nella metacampo avversaria, capace di padroneggiare ritmi che non siano necessariamente quelli della Formula Uno.
Sergio Sánchez poi, non convince: oltre a sembrarmi un giocatore in assoluto sopravvalutato, il suo innesto sulla fascia destra della difesa consoliderà il rimpianto per Dani Alves: certo, difensivamente è più valido di Konko, quantità ce n’è, ma la qualità è bassa per un giocatore da Champions. Jesús Gámez era l’opzione migliore, decisamente.
Il resto della rosa è a posto: le uniche aggiunte sono i ritorni dei canterano
Lolo (indifferentemente centrocampista difensivo o difensore centrale) e
Alejandro Alfaro, eccellente nell’annata in prestito al Tenerife (20 gol in 42 presenze, e un ruolo chiave nella promozione dei canari). Un’opzione in più tra le linee o sulle fasce.
Sporting GijónConfermati saggiamente il tecnico e la struttura di base della scorsa stagione, il mercato ha puntato a rafforzare la fase offensiva, il tasso tecnico e in particolare la capacità di attaccare a difesa avversaria schierata.
Alberto
Rivera dal Betis, promessa mancata, ha comunque i numeri per fornire un salto di qualità alla costruzione della manovra in mezzo al campo, mentre
Miguel de las Cuevas (affarone! 300.000 euro più opzione di riacquisto per l’Atlético Madrid) si aggiunge al già interessante parco-mezzepunte di Preciado. Un altro giocatore capace di cambiare ritmo e saltare l’uomo, resta da vedere soltanto dove verrà schierato, visto che Miguel preferisce muoversi più sul centro-sinistra, dove già ci sono Carmelo e Diego Castro, i due assi della squadra (ma Carmelo salterà i primi tre mesi per infortunio: pessima notizia), che sulla destra, proprio dove non verrebbe male un po’più di qualità rispetto a quella che possono offrire Luis Morán e Pedro (ma nulla esclude comunque che Miguel si possa adattare stabilmente alla fascia destra). Fatto questo discorso, sembrano davvero poche le chances per
Cristian Portilla, 21enne esterno mancino prelevato dal Racing.
L’altra metà della pianificazione estiva ha riguardato necessariamente la difesa, nella speranza di lavare l’immagine tragicomica lasciata dal reparto arretrato lo scorso anno, coi suoi 79 gol incassati e le innumerevoli prodezze alla rovescia. Due nomi nuovi, due centrali: il francese
Gregory Arnolin dal Vitoria Guimaraes e Alberto
Botía dalla cantera del Barça, giocatore già reclutato dall’Under 21 e alla cui evoluzione Guardiola pare piuttosto interessato.
Juan Pablo dal Numancia rimpiazza Lafuente come secondo portiere, mentre in uscita si lavora per fare cassa con Canella (giustissimo, così si valorizza appieno José Ángel), vicino al Zaragoza. Forse un po’ sguarnita la fascia destra: dopo la cessione di Raúl Cámara al Recreativo, di ruolo rimane il solo Sastre, inaffidabile il suo.
TenerifeL’idea è quella di mantenere il gruppo di base dell’anno scorso, a partire dal tecnico Oltra, facendo leva sull’affiatamento e sullo straordinario entusiasmo che circonda il ritorno in Primera del club.
Non sono previsti stravolgimenti ma nemmeno esclusi ulteriori innesti oltre ai tre già effettuati:
Aitor Núñez, terzino destro dalla cantera dell’Atlético Madrid, presumibilmente riserva di Marc Bertrán;
Bellvis dal Valencia, non troppo in mostra nel prestito al Numancia, ma giocatore di buone prospettive, da terzino più ancora che da esterno sinistro;
Román Martínez, che nonostante il buon finale nella passata stagione non aveva molte possibilità nel nuovo progetto dell’Espanyol. Da qui la saggia decisione del prestito nelle Canarie, dove l’argentino potrà far vedere appieno la buona pasta di cui è fatto: centrocampista capace di muoversi a tutto campo, da un’area all’altra e con buone possibilità negli inserimenti in area avversaria e nel tiro da fuori.
ValenciaIn mezzo al solito pandemonio societario, in cui da un anno buono non si chi comanda cosa (ora vediamo come andrà a finire col tentativo di acquisizione da parte della Dalport Inversiones), bisogna navigare a vista. Intanto, deciso l’aumento di capitale, la notizia dell’estate è che non solo non se ne andrà Silva, ma neppure Villa. Tanto rumore per nulla, alla fine l’unico sacrificio è stata la cessione di Albiol al Real Madrid (non possono infatti causare alcun rimpianto le partenze di Morientes, Hugo Viana, Edu, Curro Torres e il taglio di Angulo): accanto ad Alexis si disputeranno il posto di centrale Marchena, Maduro,
David Navarro (rientrato dal prestito al Mallorca) e il nuovo arrivo
Dealbert, 26enne prelevato dal Castellón, un’incognita assoluta a livello di Primera.
La fascia sinistra difensiva dovrebbe essere stata potenziata con l’arrivo di
Mathieu al posto di Moretti; se a questo si somma sulla destra l’ingaggio di
Bruno (una garanzia all’Almería, vecchia conoscenza di Emery oltre che potenziale stimolo concorrenziale per l’accidioso Miguel), Emery può dire di avere i terzini di propensione offensiva che desidera, proprio come ai tempi dell’Almería.
Registrato l’arrivo (forse non del tutto necessario, visti i 6 milioni di euro spesi) di un valido portiere quale
Moyá, il centrocampo, il reparto indubbiamente più bisognoso, quello dal quale son dipesi una buona parte degli squilibri dell’anno passato, non ha visto nessun intervento. Il logorio di Albelda e Baraja reclamava interventi profondi, ma alla fine ci si dovrà accontentare di scommesse. Albelda continua a non avere un rimpiazzo, mentre in cabina di regia nuova linfa potrebbe offrirla l’eventuale maturazione di
Banega, rientrato dall’infelice prestito all’Atlético Madrid.
Ritorni dai prestiti anche per completare l’attacco:
Zigic resterà con totale certezza e sarà la prima riserva di Villa, mentre il venezuelano
Miku (15 gol nella scorsa Segunda nel Salamanca) cerca credibilità. Credibilità che sta guadagnando in questo precampionato anche
Jordi Alba, 20enne canterano reduce da una grande stagione, anche lui in prestito, al Nástic, ma riesce difficile capire quali spazi possa trovare questo esterno sinistro in una rosa che già presenta Mata e Vicente. Urge un prestito.
Alla fine i pezzi grossi sono rimasti quasi tutti, nessun ridimensionamento, la rosa pare anzi leggermente migliorata, ma in una situazione perennemente caotica come quella dell’ultimo Valencia rimane arduo fare previsioni.
ValladolidMercato molto interessante, si è cercato di intervenire sui punti deboli dell’organico ringiovanendo al contempo la rosa (importanti “vecchie glorie” hanno dato il loro addio: García Calvo in difesa, ritiratosi, Vivar Dorado a centrocampo e il mito Víctor in attacco, scesi entrambi in Segunda). Il punto debole principale nella scorsa stagione era l’attacco sterile: bocciati Goitom e Ogbeche, ecco il promettente trio Bueno-Diego Costa-Manucho.
Manucho (non ha sfondato in Inghilterra, ma ha i mezzi, sa fare reparto e la porta la vede) e
Diego Costa (in prestito dall’Atlético, pericolosissimo in campo aperto caratteristiche più da contropiedista rispetto a quelle dell’ariete Manucho) si contenderanno il posto di prima punta, mentre Alberto
Bueno (raffinate doti tecniche ma qualche dubbio di troppo sul fisico esile), finalmente con la chance che merita in Primera, volendo potrà fare anche qualche passo indietro e giocare da seconda punta un po’come faceva Víctor.
Certo la concorrenza dietro la prima punta è tanta, contando che nel 4-2-3-1 di Mendillibar oltre a Canobbio si proporrà come trequartista
Héctor Font, discreto rifinitore mai esploso però nella carriera spesa finora fra Villarreal e Osasuna. Un altro giovane interessante di scuola Villarreal è
Marcos, 22enne ala sinistra l’anno scorso alla Real Sociedad, ma qui l’incognita è rappresentata dal rendimento sempre inattaccabile di Jonathan Sesma: dopo Escudero, il canario lascerà le briciole anche a Marcos?
Un canario che forse dovrà accontentarsi delle briciole è invece
Nauzet Alemán, sempre che Pedro León la smetta di fare i capricci e rimanga al suo posto sulla fascia destra. Tanta, forse pure troppa scelta per Mendillibar fra trequarti e mediana, dove approda (in prestito) anche l’ex interista
Pelé, altro giovane in cerca di minuti dopo aver trovato poco spazio anche al Porto.
Difesa restaurata, con gli arrivi al centro di
César Arzo (dal Villarreal, manco a dirlo) e del brasiliano (dal Qatar)
Nivaldo, impiegabile anche a sinistra, mentre se
Barragán cerca un rilancio dopo il grave infortunio e l’ultimo anno d’inferno (fuori rosa al Deportivo), forse ha sbagliato posto, visto che la titolarità di Pedro López, uno dei terzini destri più continui di tutta la Liga, pare a prova di bomba.
Fra i pali,
Jacobo (rientrato dal prestito al Getafe) e
Fabricio (dal Deportivo) cercheranno di non far rimpiangere il supertalento Asenjo.
VillarrealIl cambio in panchina, che piaccia o no, chiude un ciclo: il Villarreal degli ultimi cinque anni porta indelebile il marchio di Pellegrini, una filosofia di gioco fra le più riconoscibili del calcio spagnolo recente. Il sostituto comunque promette di non sfigurare, trattandosi di Ernesto
Valverde, reduce da un’esperienza agrodolce all’Olympiacos (da una parte il campionato vinto in carrozza, dall’altra la clamorosa eliminazione al preliminare di Champions per mano dell’Anorthosis Famagosta). Nelle intenzioni, “Txingurri” dovrebbe preservare la filosofia di gioco offensiva e la predisposizione al possesso-palla insite nel DNA di questa squadra, provando ad aggiungerci una maggiore dose di intensità e di aggressività in fase di non possesso: se con Pellegrini la consegna era quella di ripiegare una volta persa palla, Valverde vorrebbe implementare un pressing alto sulla trequarti, perché più vicino all’area avversaria recuperi il pallone più probabilità di attaccare hai, l’idea è un po’questa.
La campagna acquisti è stata come al solito condotta con oculatezza: la tentazione della lacrimuccia per la cessione di Matías Fernández (mai espressosi sui livelli che il suo acquisto aveva fatto sperare, davvero un grande rimpianto) c’è, ma passa in secondo piano davanti all’abilità con la quale il club si è adattato al momento di crisi economica: ha fatto cassa alla grande, con Mati, ma anche con Nihat e una percentuale sul passaggio di Valencia al Man United, mantenendo sano il bilancio e riempiendo i buchi nella rosa con investimenti ambiziosi e rientri dai prestiti da non sottovalutare (vedi
Jonathan Pereira come vice-Rossi e soprattutto
Escudero, potenziale crack occultato nella sfortunata stagione al Valladolid, ma pronto a divertire più d’uno nel caso trovasse minuti e fiducia; altro prestito invece per Altidore, all’Hull City).
Investimenti ambiziosi come
Marcano, uno dei difensori spagnoli più promettenti, che troverà sicuramente spazio in virtù della propria polivalenza, vuoi come primo ricambio per la coppia centrale Gonzalo-Godín vuoi come concorrente per Capdevila; ma soprattutto ambiziosi come
Nilmar, la ciliegina sulla torta della campagna-acquisti (colpo gobbo di Roig e Llaneza: l’Internacional ha ceduto per 11 milioni quando il Wolfsburg arrivava ad offrirne 15! Decisiva evidentemente la volontà del giocatore). La coppia con Rossi, una coppia di attaccanti veloci, tecnici e mobili, è intrigante come poche, e permette inoltre di riservare a Joseba Llorente un ruolo di dodicesimo “alla Solskjaer” per il quale sembra tagliatissimo.
Altri acquisti di minore importanza: il veterano
Xavi Oliva dal Castellón sarà il secondo di Diego López; la scommessa
David Fuster, regista/trequartista 27enne, canterano reduce da una magnifica stagione in Segunda all’Elche (11 gol), cercherà di proporsi come sorpresa.
Da ricordare infine l’altro filone del mercato, quello che riguarda il Villarreal B: unica squadra di Primera ad avere la filiale in Segunda, il Villarreal ha investito anche sulla seconda squadra, ingaggiando promesse sudamericane all’occorrenza integrabili in prima squadra durante la stagione: è il caso di Jefferson Montero, ala già vista con la nazionale maggiore ecuadoriana.
XerezOrganico ancora incompleto per la prima avventura in Primera in 62 anni di storia. Risolta con un certo ritardo la questione della guida tecnica, con la brutta separazione dall’eroe della promozione Esteban Vigo e l’ingaggio del non esaltante Cuco
Ziganda, la rosa attende che le scarsissime risorse societarie possano colmare i buchi lasciati dalle numerose partenze, prevalentemente prestiti scaduti. Due di questi, Aythami al centro della difesa e Bergantiños in mediana, si spera di recuperarli rinnovando il prestito dal Deportivo, premunendosi intanto con l’acquisto del difensore argentino Leandro
Gioda dall’Independiente.
Argentino anche
Armenteros, ottimo esterno sinistro prelevato dal Sevilla Atlético che farà concorrenza a Momo, la stella della promozione. Fra i pali, arriva in prestito
Renan, chiuso dall’arrivo di Moyá al Valencia.
ZaragozaGli aragonesi tornano nel loro habitat naturale, e il mercato è necessariamente più ambizioso di quello delle altre due neopromosse Tenerife e Xerez.
Cominciamo dalle partenze, la più dolorosa delle quali è sicuramente Zapater: giovane ma già bandiera del club, centrocampista di grande spessore, parte in lacrime e va al Genoa, perché non rientra più nei piani di Marcelino e perché la società ha dichiarato necessario per le finanze non troppo sane il suo sacrificio. Certo, qualcosa non quadra se rapportiamo i 3 milioni incassati dal Genoa con i 4,5 milioni spesi per Uche o i 5 offerti per Kalinic, segno che gli euro evidentemente non mancano…
Tant’è, archiviata la separazione dal capitano e anche la partenza di un altro prodotto di casa come Generelo (oltre al ritiro di Cuartero), si volta pagina con nomi interessanti: a centrocampo il nuovo leader in cabina di regia sarà il colombiano
Aguilar (di proprietà dell’Udinese, che lo ha sempre girato in prestito, come nell’eccellente ultima stagione all’Hércules in Segunda), mentre sulla destra arriva a parametro zero Jermaine
Pennant, promessa mancata ai massimi livelli della Premier ma giocatore valido a questi livelli.
In attacco manca ancora un centravanti di ruolo, intanto
Uche passato il biennio deludente al Getafe ritrova in Marcelino l’allenatore che al Recreativo tirò fuori il meglio del proprio potenziale.
Sistemata la porta col prestito di
Carrizo dalla Lazio, si è ancora in alto mare invece per quanto riguarda la difesa: partito Chus Herrero, scartati Pulido e Paredes e contando gli infortuni che terrano ancora a lungo fermi Diogo e Goni (stesso discorso a centrocampo per Luccin, rientrato dal prestito al Racing), rimangono disponibili solo Pavón, Ayala, il nuovo acquisto
Pablo Amo. Marcelino chiede un altro centrale e un terzino per fascia: a sinistra la trattativa per Canella con lo Sporting ancora non si chiude, e Marko Babic (male i due anni al Betis) può solo adattarsi a fare il terzino.
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