lunedì, marzo 09, 2009

VENTISEIESIMA GIORNATA: ALTRE PARTITE.

Deportivo La Coruña - Racing Santander 5-3: 1' Pereira (R), 24' Juan Rodríguez (D), 33' Zigic (R); 51' Riki (D), 58' Lafita (D), 59' Riki (D), 67' Verdú (D), 79' Berrocal (R).

Mallorca - Real Betis 3-3: 29' M. Gonzalez (B), 31' Mehmet Aurélio (B), 69' Arzu (B), 72' Castro (M), 75' Webó (M), 82' Castro (M).

Numancia - Valencia 2-1: 10' Vicente (V), 42' Aranda (N), 52' Barkero (N).

Osasuna - Sporting Gijón 1-2: 8' Barral (R), 19' Castro (R), 29' Nekounam rig. (O).

Recreativo de Huelva - Valladolid 2-3: 10' Sesma (V), 24' Goitom (V), 25' Adrián Colunga pen. (R), 48' Goitom (V), 87' Camuñas (R).

Sevilla - Almeria 2-1: 5' Kanouté (S), 62' Renato (S), 70' Negredo rig. (A).

Getafe - Malaga 1-2: 30' Eliseu (M), 45' Baha, 74', Contra (G).

Il Sevilla continua senza brillantezza ma spedito la sua marcia verso i preliminari di Champions: quella contro l’Almería potrebbe essere una vittoria come tante altre in questa stagione, due zampate isolate in mezzo a poco gioco (e a una certa sofferenza nella ripresa, quando gli ospiti decidono di passare all’attacco e rischiano la rimonta), ma tuttavia sono emersi alcuni dettagli interessanti che fanno almeno sperare (voglio essere ottimista) che Jiménez non sia del tutto contento di come ha portato a giocare la propria squadra in questa stagione. Per chi non se ne fosse accorto infatti, il Sevilla di ieri ha cambiato modulo, e non son stati cambiamenti di poco conto, sempre che abbiano un seguito.
Dal 4-4-2 classico gli andalusi son passati a una sorta di 4-3-2-1 flessibile, pronto a mutare in un 4-5-1 o nel 4-4-2 di sempre a seconda delle occasioni. Romaric non ha giocato nel doble pivote ma ha tenuto una posizione più defilata sulla sinistra, Renato si è mosso da mezzala destra (con la consueta tendenza a inserirsi a ridosso di Kanouté) mentre Duscher ha fatto un passo indietro per restare a protezione della difesa. La stessa posizione di Jesús Navas poi non era quella di “extremo” incollato alla linea del fallo laterale, ma vagamente più accentrata, mentre Perotti (promettente, corporatura e movenze simili a Navas ma gioco più da seconda punta; ha già superato nelle gerarchie Acosta, che pure sembrava ben lanciato dopo essere tornato dall’infortunio) fungeva a tutti gli effetti da mezzapunta, partendo dal centro-sinistra.
Mi dilungo su queste modifiche perché potrebbero segnalare un cambio di tendenza abbastanza significativo nello stile di gioco, da un calcio fondato sulle fasce a uno più elaborato centralmente. Il Sevilla negli ultimi anni è stato forse l’unica squadra della Liga a giocare un 4-4-2 con esterni di centrocampo così larghi e offensivi, quasi delle ali, ma in questa stagione il modello si è inceppato. Privo di dinamismo e di movimento senza palla fra i vari reparti, il 4-4-2 sevillista è diventato estremamente rigido, quasi da calciobalilla. Difficoltà a trasmettere il pallone in avanti se non attraverso i lanci lunghi verso Kanouté, esterni di centrocampo abbandonati all’uno contro uno; l’eredità di Alves non è stata raccolta, nessuno riesce a iniziare l’azione in maniera limpida, e i centrocampisti centrali (Maresca, Fazio, Duscher, Romaric) chiamati a surrogare indirettamente Alves hanno deluso nel compito.
Perché allora non modificarne la disposizione in campo cercando così nuove linee di passaggio? È quello che si è intuito dalla partita di ieri: Romaric (a passi piccolissimi, ma la crescita dell’ivoriano è costante), un po’esterno un po’mezzala, ha stretto spesso in aiuto a Duscher, così come Renato, e va detto che seppure senza dare spettacolo, il Sevilla del primo tempo ha avuto un possesso-palla più continuo e disinvolto rispetto a quello abituale, con un pizzico di imprevedibilità in più sulla trequarti. È qualcosa che in misura microscopica già si intravedeva nelle ultimissime uscite, soprattutto con l’inserimento di Perotti, e che può essere anche un segnale incoraggiante se intende rompere la prevedibilità che sta affliggendo il Sevilla in questa stagione. Un cambio tattico che comunque potrebbe venire prontamente sconfessato, dato che Luis Fabiano è pronto a tornare a pieno regime e, con due pesi da novanta come lui e Sua Maestà Kanouté, diventa assai più “politicamente scorretto” rinunciare alle due punte (tanto più che nella ripresa, giocata tutta sul contropiede, Jiménez torna al 4-4-2 puro con gli ingressi di Capel e Luis Fabiano).

Málaga sempre più stupefacente, espugna il Coliseum inguaiando un Getafe che in tutta la stagione non ha mai trovato continuità e sottoutilizza paurosamente quelle che sarebbero le proprie potenzialità. Inevitabile chiamare in causa Víctor Múñoz, tecnico pragmatico ma mai capace di fare la differenza nella propria carriera: il presidente Ángel Torres, non aduso agli esoneri, gli conferma la fiducia, ma è difficile non pensare che il licenziamento sia in dirittura d’arrivo.
Festino al Riazor, pure il Racing, squadra solitamente portata alla compostezza se non al grigiore, si fa contagiare. Decisivo l’ingresso di Riki, da segnalare l’esordio al gol di Jesús Berrocal, prelevato a gennaio dalla cantera madridista, centravanti classico, campione d’Europa Under 19 nel 2007 (riserva dello sciagurato Nsue, non fece a dire il vero una grande impressione, come tutti i suoi compagni del resto).
Deportivo che si consolida in Uefa, al contrario di un Valencia il cui tracollo comincia a farsi inquietante: in lotta per i posti-Champions fino a un paio di giornate fa, ora comincia a vedere lontano anche il contentino della Uefa dopo la sconcertante sconfitta in rimonta sul campo di un Numancia in piena serie negativa (ancora di più dopo il cambio di allenatore), già dato da tutti per spacciato (giova sempre ricordare comunque che il club di Soria affronta la Primera con un bilancio che fra le 42 squadre di Primera e Segunda è superiore solo a quello dell’Eibar...), ma trascinato da Aranda, unico attaccante di livello della rosa di Pacheta.
Al Valencia i giocatori da tempo non ricevono alcuno stipendio né sanno quando e se lo riceveranno. Si è allo sbando, ed Emery non riesce più a controllare la situazione col “buenismo” di inizio stagione. La squadra è sempre stata fragile e troppo lunga sul campo, ma ora anche la fiducia è andata via. Il rischio concreto è che l’allenatore salti (la società oggi lo ha confermato con un comunicato ufficiale, notoriamente un brutto segnale), e così mancherebbe l’unico punto di riferimento dal quale poter ripartire l’anno prossimo con una squadra necessariamente ridimensionata ma almeno rifondata.
Partita pazza anche a Maiorca, con la rimonta dei padroni di casa su un Betis incapace di tirarsi fuori dai bassifondi. Cambiano la gara Webó e “Chori” Castro, che conferma i progressi della Copa contro il Barça e si propone come carta in più a disposizione di Manzano nella corsa-salvezza.
Importantissimo colpaccio dello Sporting a Pamplona, di lusso i gol di Barral e Diego Castro; molto pesante anche l’affermazione del Valladolid, che quasi assicura la salvezza (ormai funziona pure Goitom).


CLASSIFICA
1. Barcelona 63
2. R. Madrid 57
3. Sevilla 50
4. Villarreal 45
5. Málaga 42
6. Deportivo 42
7. Atlético 40
8. Valencia 39
9. Valladolid 36
10. Almería 31
11. Athletic 31
12. Racing 30
13. Sporting 30
14. Recreativo 29
15. Getafe 28
16. Betis 28
17. Mallorca 28
18. Osasuna 25
19. Numancia 23
20. Espanyol 21

CLASSIFICA MARCATORI
23 reti: Eto'o (Barcellona)
20 reti: Villa (Valencia)
18 reti: Forlán (Atl.Madrid), Messi (Barcellona)
16 reti: Negredo (Almería)
14 reti: Henry (Barcellona), Higuaín e Raul (Real Madrid)
12 reti: G. Rossi (Villarreal)
11 reti: Kanouté (Seville), Agüero (Atl.Madrid)
10 reti: Llorente (Ath Bilbao)

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6 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Finito adesso di guardarmi il valencia...potevo risparmiarmelo...
Il quarto posto è ancora a 6 punti,ma hai anche 4 squadre davanti,che per vari motivi,chi più chi meno,stanno meglio.

Col numancia però mancavano molti giocatori importanti,contro una squadra che aveva bisogno di punti magari non era la partita più adatta per riprendere la corsa,tuttavia ora la classifica complica non poco le cose.

Capitolo emery:
Cacciare lui sarebbe veramente troppo,direi,ma è chiaro ormai che la società brancola nel buio e di quello che era un esempio di gestione e capacità di progettare il futuro non sono rimaste che le ceneri.


Manuel.

4:20 AM  
Blogger valentino tola said...

Certo mancavano Villa, Silva e Miguel tra gli altri, però era pur sempre Joaquin-Mata-Vicente(più il giovane Michel) contro Guayre-Aranda-Goiria-Barkero...

La situazione-Champions la vedo ormai compromessa francamente, perchè la crisi è molto grave, mentre il Villarreal dovrebbe mantenere un rendimento stabile, sempre che non ci sia un exploit dell'Atlético (non si può pronosticare nulla riguardo ai colchoneros, si sa).

PS: Dove sei riuscito a vedere la partita del Valencia?

11:36 AM  
Anonymous Anonimo said...

Su sportshare.org,però a una qualità grafica davvero pessima,purtroppo,dopo oltre 3 ore di caricamento. :(

Quanto al valencia,se c'è una cosa che mi fa ben sperare è il tasso tecnico delle individualità.
Una volta recuperati i giocatori fondamentali sono convinto che la crisi passerà,anche se ora,rispetto a un paio di mesi fa,è tutto più difficile.
Insomma,se la crisi fosse solo di risultati credo che non sarà impossibile uscirne,tu che ne pensi?



Manuel.

9:18 PM  
Blogger valentino tola said...

Mmmhh... il problema Manuel è che la crisi non è solo di risultati... in realtà il gioco non è mai stato pienamente convincente, anche quando faceva i risultati la squadra era sempre troppo lunga... ora che non ci sono i risultati il morale ha subito un duro colpo, e il morale, l'ottimismo era stato il miglior contributo che Emery aveva dato.
Ora ottimismo ce n'è ben poco perchè i giocatori non vedono il becco di un quattrino, e la sensazione (non me lo auguro per te) è quella di una barca che sta colando a picco.

2:36 PM  
Anonymous Anonimo said...

Ciao Valentino... segui ancora la segunda division?? hai seguito il cambio di allenatore al Celta? via Pepe Murcia è arrivato Eusebio (ex vice di Rijkaard.. come ti sembra come scelta?

3:24 PM  
Blogger valentino tola said...

Ciao Iriney, bentornato. "Seguire" è una parola grossa ahimè... comunque sì, ho letto del cambio di panchina al Celta. Che dire, Eusebio è un' incognita, posso solo riferirti chiacchiere sul suo conto... non molto positive, visto che una delle affermazioni gettonate in rete sulla crisi del Barça nelle due scorse stagioni vuole che in parte sia dipesa dal cambio di vice sulla panchina, da Ten Cate a Eusebio... vabbè magari saranno frottole, di mio posso dire ben poco sull'Eusebio allenatore.
Posso parlare dell'Eusebio commentatore televisivo se vuoi, visto che faceva la seconda voce delle partite amichevoli del Barça trasmesse da TVE quest'estate... non granchè come seconda voce ad essere sinceri :-)

11:02 PM  

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