Giustizia è fatta.
Avventurosa quanto si vuole, la vittoria di ieri premia non solo la
caparbietà, ma anche il maggior talento, la migliore organizzazione e la
superiore gestione della partita da parte di Mourinho contro il nulla cosmico
proposto dal Manchester City di Mancini.
Sapete che qui ho sempre cercato di fare lo schizzinoso il meno
possibile di fronte alle partite difensive, che possono racchiudere tanto buon
calcio quanto un torello in area avversaria. L’importante è che quando si
difende si abbia sempre un piano per passare alla fase successiva una volta
recuperata la palla; stesso discorso quando la palla si perde. Limitarsi ad ammassare
giocatori in avanti o all’indietro non è calcio. Affidarsi mani e piedi a un mostro come Yaya Touré (ma chi rimpiange ancora la sua cessione tenga
presente che mai e poi mai avrebbe potuto giocare così nel Barça) per prendere
palla, scrollarsi due-tre avversari di dosso con un’alitata e raggiungere
l’area avversaria massimo in un paio di
falcate non è avere una transizione offensiva organizzata, non è avere una
squadra equilibrata, non è giocare bene (per avere un’idea di cosa significhi
giocare bene a partire da una proposta difensiva rivolgersi al sempre più
entusiasmante Atlético Madrid) . Motivo sufficiente perché desse sincero
fastidio che tanta taccagneria calcistica (inversamente proporzionale alle
spese sostenute dallo sceicco) rischiasse di uscire col massimo della posta dal
Bernabeu.
L’intelligente partita di Mourinho è al contrario la dimostrazione di come la preoccupazione per
gli equilibri di squadra non implichi rinunciare a giocare.
Il Madrid veniva da una serie di partite davvero preoccupante,
l’ultima delle quali a Siviglia aveva visto una squadra disordinata in fase di
possesso e costantemente esposta ai contropiedi andalusi. Nella sua migliore
versione della passata stagione il Real Madrid si disponeva in campo in maniera
decisamente ambiziosa: con Xabi Alonso che scalava fra i due difensori centrali
per iniziare l’azione, i terzini partivano altissimi permettendo a Cristiano
Ronaldo di fare quasi la seconda punta centrale con Benzema più che l’esterno:
un meccanismo che quando la squadra non si trova al meglio e non sale coi tempi
giusti, rischia di lasciare parecchio campo ai ribaltamenti avversari, a maggior ragione se pensiamo che
pur essendo una squadra molto tecnica e col possesso-palla costantemente dalla
sua, il Real Madrid per caratteristiche è più portato a verticalizzare e meno a
difendersi col pallone rispetto al Barça, con
un dispendio atletico qualitativamente diverso (non che il Barça corra
poco, anzi, ma la maggior parte delle corse, se si vede ad esempio Xavi che
spesso termina fra i primi quanto a chilometri percorsi, sono appoggi corti).
Quando il periodo non è dei migliori, Mourinho invece “blocca” un po’
la sua squadra: i terzini non partono più così alti, Cristiano torna un po’ più
stabile sulla fascia e invece che la grande varietà di combinazioni sulla
trequarti con Benzema si cerca la profondità più immediata di Higuaín. Ieri
Mourinho è andato anche oltre, rinunciando a qualsiasi trequartista (Özil,
Modrić e Kaká in panchina) e piazzando una barriera di tre nel mezzo, Khedira e
Essien qualche metro avanti e ai lati di Xabi Alonso, con il tedesco più portato
a inserirsi. Così si soffoca l’inizio dell’azione del City e si dà sufficiente
copertura a Cristiano Ronaldo e Di María completamente liberati nell’uno contro
uno coi terzini del City (uno contro uno perché sia Silva che Nasri, poi
infortunato, vengono molto al centro in fase di possesso e non hanno il tempo
di ripiegare in aiuto: soprattutto Maicon vede i sorci verdi contro Cristiano).
Un Madrid che domina tranquillamente
perché così giocando il suo centrocampo è sempre ben piazzato sulle
respinte della difesa del City (a parte le progressioni isolate di Yaya Touré) e perché lo stesso Mancini gli cede in parte
questa superiorità a centrocampo sulle respinte difendendo tutto nella sua area
di rigore. Un tipo di difesa che potrebbe andare bene contro il Barcellona, che
gioca senza attaccanti d’area, scarseggia di ali in grado di conquistare il
fondo e non tira mai da fuori, ma che al Madrid non fa né caldo né freddo: anzi, non fa che dare continuità al
gioco merengue.
Il gol non arriva per questione di dettagli (come l’ottima prestazione
di Hart) e anche perché alla lunga l’impostazione madridista difetta di
creatività. Con la mediana più portata a bloccare i rilanci avversari o al
massimo all’inserimento, il compito di sviluppare la manovra ricade
maggiormente sulla fascia sinistra di Cristiano Ronaldo e soprattutto Marcelo.
In parte è sembrato di rivedere un Marcelo dal peso sulla manovra simile a
quello della stagione 2010-2011, prima cioè che Mourinho modificasse il sistema
di gioco basandolo su Xabi Alonso come
spiegato in precedenza.
Se il “sistema-Xabi” ha fatto guadagnare eccome a tutta la squadra la
scorsa stagione, ha fatto perdere invece qualcosa a Marcelo, che col movimento a scalare del basco fra i
difensori centrali si è visto “espulso” verso la fascia, lui che da terzino
atipico più che tenere la posizione esterna ama portare palla centralmente e
inventare come un fantasista. Da fantasista (anche nonostante la deviazione) il
suo gol, quando già Mourinho aveva inserito maggiore creatività con gli
ingressi di Özil e Modrić e la partita rischiava incredibilmente e
immeritatamente di sfuggire di mano.
Etichette: Champions League, Real Madrid, Spagnole nelle coppe
6 Comments:
Ottima analisi, Valentino. Come ha scritto Juanma Trueba su As, "Quien no se alegre por el Madrid (io, ad esempio) debería hacerlo por los niños del mundo, que anoche estuvieron a punto de acostarse con una lección equivocada".
Grazie!
Concordo...ne abbiamo già avuto abbastanza con il Chelsea dell'anno scorso...quelli poi avevano almeno l'attenuante di non avere un centrocampo in grado di fare la partita, Mancini invece dispone di ogni ben di Dio.
Ovviamente... tanta grazia due post di fila in così poco tempo, non posso esimermi dal commentare :-)
A me non è piaciuta tatticamente nessuna delle due squadre, ma non possiamo non partire dal presupposto che 1) il Real, seppure in leggera crisi (problemi tra alcuni giocatori e il tecnico, vedi Ramos?) rappresenta a mio avviso la squadra con la rosa migliore d'Europa per rapporto quantità/qualità, e 2) che Roberto Mancini dovrebbe cambiare mestiere, o quantomeno smetterla di allenare una società così ricca (di soldi e di talenti) e ambiziosa come il City: non si può, pur riconoscendo la forza dell'avversario, andare a Madrid con una formazione e un atteggiamento simile: non stai allenando la Pro Sesto (con tutto il rispetto per i lombardi). Solo un Real in versione "ridotta" nel primo tempo e ad inizio ripresa ha consentito al City di andare (addirittura!) in vantaggio. Poi abbiamo assistito ad una serie incredibile di errori dall'una e dall'altra parte tra portieri, difensori, attaccanti (momento chiave: Yaya Tourè che si mangia letteralmente il gol del raddoppio e sul ribaltamento di fronte il Real va in gol).
Di questa partita salvo solo: lo spettacolare finale (al netto degli errori di cui sopra); la reazione (più di pancia che di testa), l'intensità e la voglia di vincere del Real una volta passato in svantaggio, davvero impressionante; infine il gol di Benzema, davvero strepitoso.
Credo che questa vittoria, importantissima soprattutto per l'aspetto ambientale, rappresenti il vero inizio di stagione del Real: pensate un pò cosa sarebbe potuto accadere in caso di sconfitta.
Aldilà dell'analisi, di cui condivido ogni singola parola, credo che avere in panchina e non in campo giocatori come :
Ramos, F.Coentrao, Benzema, Ozil, Modric, Kaka, Dzeko, Kolarov, Aguero....
... bene credo che avere in panchina questi giocatori e non in campo, sia uno spreco immenso e abbassi la qualità della competizione in quanto tutti questi giocatori potrebbero essere benissimo titolarissimi e dare spettacolo in altre squadre...
Bisognerà andare verso un limite alle rose, secondo me...
Scusate la divagazione.
Santeria
Ciao Vale... come valuti la rosa del Celta per il ritorno nella Liga? a mio avviso c'è materiale sufficiente per una metà classifica tranquilla... a mio avviso molto positivi gli innesti di Cabral, Augusto Fernandez e Javi Varas... da valutare gli altri 3 acquisti...
Totalmente d'accordo con Santeria. Facile allenare così...
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