mercoledì, agosto 17, 2011

Delusione Under 20.

Proprio nella partita giocata meglio, il quarto contro il Brasile, l’Under 20 esce ai rigori. Verdetto forse ingiusto (la Spagna è parsa superiore), ma che non nasconde la delusione che, tutto sommato, lascia il rendimento offerto dalla selezione di Lopetegui. Ci si aspettava di più, molto di più, da una Under 20 che aveva come modelli l’Under 19 dello scorso europeo (arrivata seconda, ma con la nazionale giovanile spagnola più forte che abbia mai visto, e di gran lunga) e anche quella della fase élite dell’Europeo Under 19 di quest’anno (cioè il girone eliminatorio precedente la fase finale vera e propria, vinta un paio di settimane fa da Sarabia, Morata e Deulofeu), che ha fornito a questa Under 20 i suoi migliori elementi, Isco, Koke e Sergi Roberto.

È stata una Spagna che rispetto a quei modelli non ha offerto la stessa continuità di gioco. Brutta nell’esordio contro la Costa Rica (nonostante il 4-1 finale), così così con l’Ecuador (vittoria 2-0), ha concluso il girone a punteggio pieno (allenamento contro l’Australia per le seconde linee: 5-1) ma senza mai convincere, avvisaglia del soffertissimo ottavo contro una Corea del Sud meglio organizzata oltre che tremendamente dinamica, battuta solo ai rigori.

I rigori segnano il capolinea invece contro un Brasile che pur essendo stato dominato passa in vantaggio nel primo tempo, sfruttando l’abilità dei suoi giocatori offensivi che in azioni isolate creano non pochi imbarazzi ai difensori spagnoli (soprattutto il fianco sinistro: il centrale Amat e ancora di più il terzino Planas, parso inadeguato). Gara più equilibrata a partire dalla ripresa (con cambio tattico del Brasile: difesa a tre dopo l’arretramento di Casemiro), un botta e risposta con le squadre sempre più lunghe e spazi per i solisti (Isco da una parte e il subentrato Dudu dall’altra), fino all’epilogo.

FORMAZIONE-TIPO (4-2-3-1, o 4-3-3)

------------Fernando Pacheco--------

H. Mallo---Bartra----Amat-----Luna

(Pulido)-(Planas)

-----------Oriol Romeu---Koke---------

Tello------------Canales------------Isco

------------------Rodrigo------------------

(A.Vázquez)

Se la Spagna Under 20 non ha offerto il gioco atteso è perché in parte è stata snaturata. Continuando col paragone con le Under 19, sia quella dell’anno scorso che quella dell’ultima fase élite erano accomunate da un aspetto, pure nella diversità dei moduli: la grande quantità di opzioni di passaggio nella fascia centrale del campo. Chi portava palla aveva sempre due-tre alternative, centrocampisti che giocavano ravvicinati ma senza mai pestarsi i piedi, anzi scambiandosi continuamente le posizioni senza muoversi sulla stessa linea, causando una certa difficoltà di lettura al sistema difensivo avversario. Il resto, anzi la parte più importante, lo facevano giocatori che parlavano la stessa lingua, coi tempi, la visione di gioco e i movimenti che si completavano.

Nell’Under 19 del 2010, allenata da Milla, c’era un teorico doble pivote con Oriol Romeu e Thiago Alcantara, con Romeu più ancorato davanti alla difesa e Thiago più libero. Poi c’era Canales al centro della trequarti nel 4-2-3-1, e infine Dani Pacheco che da sinistra tagliava tra le linee ed era come un rifinitore in più. Questo quartetto prendeva nel mezzo il centrocampo avversario, attirandolo e liberando anche spazi per i cambi di gioco e gli inserimenti a sorpresa degli esterni.

L’Under 19 della fase élite di questo giugno invece, già sotto la guida di Lopetegui, giocava di norma con un 4-3-3 (e giocava molto meglio di quella che poi ha vinto l’Europeo): Koke davanti alla difesa, Rubén Pardo e Sergi Roberto mezzeali, e poi Isco a fare il falso attaccante o il trequartista vero e proprio (in questo caso si passava a un 4-2-3-1 vero e proprio). Rotazioni continue fra i centrocampisti, fluidità di manovra, ripartizione corretta degli spazi, equilibrio, spettacolo.

Con questo mondiale Under 20 tutto ciò è venuto meno: Lopetegui è partito con un 4-3-3 con Oriol Romeu davanti alla difesa, Koke e Sergi Roberto mezzeali, e attacco da destra a sinistra con Pacheco, Rodrigo e Isco, ma poi è passato al 4-2-3-1. Un errore di base la composizione del doble pivote: sia Oriol Romeu che Koke, pur con caratteristiche diverse (più “stopper” Romeu, più “playmaker” Koke) sono giocatori che amano partire davanti alla difesa, dietro la linea della palla. Koke, nonostante la versatilità e l’intelligenza tattica che sta dimostrando rimane un regista basso. Qui invece doveva muoversi oltre la linea della palla, davanti a Romeu, anche spalle alla porta: cosa poco comprensibile quando nella stessa rosa Lopetegui disponeva di Sergi Roberto, prima titolare e poi accantonato, il più bravo a interpretare proprio questi movimenti.

A questa prima frattura all’interno del modello di gioco si è aggiunta la cattiva salute della trequarti: prima per colpa di Pacheco, delizioso l’anno scorso irritante questa volta, che da sinistra non ha mai rappresentato una soluzione utile alla manovra, anzi ha finito col risultare un corpo estraneo. Qui la colpa non è di Lopetegui, ma qualche responsabilità il CT l’ha avuta nell’insistere su Tello, addirittura fino a relegare in panchina Isco nella partita con la Corea del Sud.

Tello, canterano del Barça, è un giocatore che a fronte di alcune buone qualità individuali (accelerazione e progressione potente, gioco praticamente ambidestro come Pedro) offre una profondità tattica pressoché inesistente. Lui ti fa la fascia, ti offre un riferimento sicuro per allargare il gioco, arriva anche sul fondo, ma di contribuire alla manovra in altro modo non se ne parla.

Alla fine sono tre opzioni di passaggio in meno: due (Koke “snaturato” e Tello) per scelta del tecnico, una (Pacheco) per “autoesclusione”. Il peggio si è visto nell’ottavo con la Corea del Sud, dove a centrocampo le maglie rosse erano sempre in superiorità: situazione pure aggravata quando nel secondo tempo Oriol Romeu è retrocesso fra i due difensori centrali per iniziare l’azione. Non si sa bene perché, visto che il problema non era l’inizio ma il proseguimento dell’azione, ed è capitato di vedere distanze abissali fra i difensori spagnoli e il centrocampista più vicino.

Lopetegui ha rettificato con successo nel quarto col Brasile: fuori Pacheco, Tello sempre in campo, ma almeno Isco e Canales insieme. Il primo centrale, il secondo falso esterno destro, ma comunque sempre molto vicini, un quadrilatero chiuso da Oriol Romeu e Koke che regalava una costante superiorità rispetto al centrocampo e al sistema difensivo brasiliano, sempre sbilanciato verso un lato ed esposto al cambio di gioco che liberava ora Tello/Planas a sinistra ora Rodrigo (incline a svariare)/Hugo Mallo sulla destra.

Nella ripresa, un cambio non necessario: Sergi Roberto per Tello. Non che Tello non stesse giocando male, ma l’ingresso di Sergi Roberto, in una posizione sin troppo avanzata (trequartista) ha finito col diminuire gli sfoghi esterni e appiattire il centrocampo: Koke, già abbastanza a mal partito nel ruolo ritagliatogli da Lopetegui, si è visto “tappare” lo spazio davanti, finendo a giocare schiacciato sulla stessa linea di Oriol Romeu. Cosa che ha appesantito l’azione di un centrocampo alla fine un po’ingolfato dalla presenza di tanti giocatori accentrati portati a venire incontro e chiedere palla sul piede. Meno sorpresa sugli esterni, anche se i due gol paradossalmente sono arrivati proprio dai cross dei due terzini, Hugo Mallo sul primo e Planas sul secondo.

Va certamente detto che le considerazioni tattiche pesano relativamente su una gara che a secondo tempo inoltrato ha visto prevalere la stanchezza e le individualità, ma resta il fatto in tutto il mondiale la Spagna non è mai riuscita a proporre un undici e una linea coerente che esaltasse le capacità di palleggio (il “fútbol asociativo”, secondo un’efficacissima espressione del gergo spagnolo: passarsi il pallone non tanto per passarselo, ma per “creare società”, tanti piccoli triangoli che facciano avanzare la squadra) di cui abbondava l’organico. Un vero peccato.

Passando ai singoli, un calo rispetto alle citate Under 19 lo si è riscontrato nei terzini: l’anno scorso c’era Montoya a destra, nella fase élite invece uno sfavillante Muniesa “alla Marcelo” sulla sinistra (ma poi il blaugrana si è infortunato e ha dovuto rinunciare al mondiale). In questo caso invece due adepti del “compitino”: a destra Hugo Mallo, per quanto positivo contro il Brasile, non spicca per qualità tecniche ed ha come massimo pregio la regolarità di rendimento e una discreta completezza; a sinistra invece Antonio Luna del Sevilla ha qualche lacuna in più nel piazzamento difensivo ma pure più propensione offensiva, facilità di corsa e discreto cross, anche se non va oltre l’azione standard del “sovrapposizione+traversone”. Nella partita col Brasile al posto di Luna ha giocato Planas: tecnicamente modesto non solo in fase offensiva, viene da pensare che se non fosse del Barça probabilmente non verrebbe convocato.

A tutti e tre i terzini manca la capacità di sostenere da soli il gioco offensivo sulle fasce, e magari anche per questo Lopetegui ha optato per un’ala come Tello limitando il gioco per linee interne dei suoi migliori palleggiatori. Chissà, una soluzione poteva essere quel Kiko Femenía che, ala d’origine, già nell’Hércules (ora è stato acquistato dal Barça Atlètic) era stato adattato a terzino: un Kiko terzino, in una posizione di partenza molto avanzata (come fa qualche volta Guardiola con Alves) avrebbe potuto tenere la fascia e lasciare più spazio al centro per i palleggiatori.

Al centro della difesa detta legge Marc Bartra: la mia percezione del giocatore catalano ha seguito man mano che l’ho visto giocare questa scala: da “interessante” a “promettente”, poi “forte”, “fortissimo” e infine “supertalento”. Credo sia questa l’etichetta giusta. È evidente che studia da Piqué: personalità impressionante e grande intuizione negli anticipi, tempismo nelle coperture, regale autorevolezza nelle uscite palla al piede, “provocando” i centrocampisti avversari per liberare spazi ai propri compagni. Rispetto al modello Piqué minore è la prestanza fisica, ma superiore l’agilità e la rapidità sul breve. Insomma, fategli largo che arriva.

Catalano anche l’altro centrale, l’espanyolista Jordi Amat, puntuale, con un buon senso della posizione e anche un discreto primo passaggio, ma certo senza la preveggenza e la leadership di Bartra. Poi cede qualche metro sul gioco aereo. Amat che ha scalzato il titolare dell’Europeo Under 19 dell’anno scorso, ovvero Pulido. Gerarchie ribaltate anche fra i pali, dove il teorico terzo portiere, il madridista Fernando Pacheco, è finito titolare dopo l’infortunio occorso al titolare Aitor, dell’Athletic Bilbao.

A centrocampo la scelta era tale che ha finito per imbarazzare Lopetegui. Intoccabile Oriol Romeu davanti alla difesa, e si capisce il perché. L’ormai ex blaugrana (passato al Chelsea, ma il Barça ha un’opzione di riacquisto) è una diga intelligente davanti alla difesa, non uno messo lì perché è grosso e “ruba palloni” (che non vuol dire niente), ma per dare equilibrio in tutte le fasi. Prestante senza essere macchinoso, con una buona lettura del gioco in transizione difensiva, semplice ma funzionale nella fase di possesso.

Koke come detto è una sorta di doppione di Romeu per quanto riguarda la zona di campo prediletta, ma il suo gioco è diverso, è più un organizzatore della manovra, non particolarmente creativo ma molto geometrico, con un bel destro sia nei cambi di gioco che nella conclusioni dalla distanza. Posto che non ci si dimentichi qual è il suo ruolo principale, questi spostamenti stanno comunque arricchendo la sua cultura tattica: Lopetegui lo ha fatto giocare in pratica da mezzala, Quique all’Atlético addirittura da falso esterno, tagliando dentro per ricevere tra le linee o per inserirsi in area avversaria, peraltro con un certo tempismo. Però è certo che quest’anno deve essere lui il regista basso dell’Atlético Madrid, nel doble pivote con Tiago: niente Gabi e niente Assunção, per favore.

Sergi Roberto è stato poco valorizzato da Lopetegui, che disponeva della mezzala potenzialmente più completa. È uno strano animale questo, somiglia un po’ a tutti e un po’ a nessuno. Ha la capacità di saltare il centrocampo avversario palla al piede, ma non c’entra niente con Iniesta; il fisico e la potenza in progressione semmai ricordano più Javi Martínez, ma è un giocatore completamente diverso; è decisamente più geometrico del bilbaino, ma c’entra con Xavi e Fabregas ancora meno di quanto c’entri con gli altri. Muovendosi senza palla ha una grande capacità di influire sul gioco, in una fetta di campo enorme, partendo dall’appoggio alla fase iniziale della manovra sino agli inserimenti in area avversaria.

Bravissimo nell’effettuare il “movimento Keita”, ovvero attaccare lo spazio fra centrale e terzino avversario, portando via quest’ultimo per liberare all’uno contro uno, sul cambio di gioco dal lato opposto, il compagno che gioca sulla sua stessa fascia. È un giocatore perfettamente funzionale alla filosofia di gioco del Barça, ma al tempo stesso atipico, non la classica mezzala o “numero 4” che detta i tempi e ama stare in frequente contatto con il pallone. È un giocatore di movimento perfetto per dare continuità all’azione più che guidarla. Può partire anche davanti alla difesa, comunque meglio in un centrocampo a tre centrali, con ampia libertà di movimento, con un po’ di copertura alle spalle.

Altra mezzala “di continuità” è Recio, spesso inserito a partita in corso da Lopetegui, lanciato da Pellegrini al Málaga in quest’ultima stagione (ora però con l’arrivo del magnifico Toulalan lo spazio per lui sarà pochissimo); continuità ma sicuramente con una minor completezza di Sergi Roberto, in una fascia di campo più ridotta e più limitato al palleggio. Comunque anche lui come Sergi sicuramente più adatto a muoversi davanti a Oriol Romeu rispetto a Koke.

Sulla trequarti, si sarebbe potuto vedere un Isco migliore (molto sottotono il girone), ma lo spezzone contro la Corea e il quarto col Brasile sono stati comunque all’altezza dell’emergente e meritata fama del nuovo acquisto del Málaga. Gli si può perdonare una certa mancanza di esplosività (non dribbla mai in velocità, ma sempre rallentando, cambiando direzione e prendendo in controtempo l’avversario, approfittando delle gambe corte corte, quasi le zampe di un bassotto) e un fisico resistibile nei contrasti, perché questo ha tutta l’aria di un genio, uno che vede calcio prima e meglio degli altri. Se Sergi Roberto influenza la manovra a tuttocampo col movimento senza palla, Isco fa lo stesso CON il pallone. È una mezza punta portata ad abbassare anche molto la propria posizione, per essere sempre nel vivo dell’azione del centrocampo più che limitarsi a smarcarsi tra le linee e rifinire e dare l’ultimo passaggio. Rispetto al compagno Canales, ha meno corsa, meno gol, meno versatilità tattica ma più magia, più capacità di inventare la giocata dal nulla e anche un certo gusto per l’ornamento (dribbling nello stretto controllando con la suola, piroette etc…) che lo rende un po’più “sudamericano” rispetto ai suoi omologhi spagnoli. Resta però spagnolissimo nel preferire al dribbling la triangolazione, che in fondo è il modo migliore di saltare l’uomo.

Il neo-valenciano Canales cerca di riprendere il discorso interrotto prima di passare al Real Madrid e perdere praticamente un anno. Rimane un giocatore di grande classe, capace di fare tantissime cose, dal regista davanti alla difesa (spesso contro l’Australia a iniziare l’azione era lui e non Recio, il teorico “pivote”) fino al trequartista-incursore (con un fiuto del gol e un tempismo che ha spinto qualcuno a paragonarlo a Julen Guerrero), anche se incasellarlo in una posizione troppo avanzata può anche limitarne l’apporto al gioco. Se di Isco ti stregano l’eleganza e la magia, di Canales ti conquista l’essenzialità. Un numero 10 che quasi non dribbla, ma dal gioco eccezionalmente profondo. Speriamo trovi fiducia e una collocazione stabile: se al Madrid era chiusissimo, al Valencia potrebbe trovare comunque le sue brave difficoltà.

Di Tello abbiamo già detto: giocatore dalle buone qualità atletiche e tecniche, ma troppo lineare. Eccessivo lo spazio riservatogli, così come forse troppo pochi son stati i minuti dati a Ezequiel Calvente, l’estroso piccoletto del Betis, che perde qualche punto rispetto a Tello sul piano fisico, ma che oltre ad avere più imprevedibilità palla al piede ha anche un po’ più di gioco interno, pur rimanendo un’ala.

Più gioco interno di tutti gli uomini di fascia lo ha Dani Pacheco, forse la delusione maggiore di tutto la spedizione. Nell’Europeo dello scorso anno aveva incantato: un attaccante di manovra tecnicissimo, dal senso del gioco notevole, fiuto e rapidità d’esecuzione, ideale probabilmente come seconda punta ancora più che come esterno. Il Pacheco visto in Colombia invece somigliava a un fantasma: estraneo alla manovra, e incapace anche di incidere individualmente, perché pur essendo tecnicamente molto dotato gli manca il cambio di ritmo per lasciare sul posto l’avversario nell’uno contro uno, e soffre i contrasti.

L’attacco ha vissuto sul dualismo fra il brasiliano naturalizzato Rodrigo Moreno e l’espanyolista Álvaro Vázquez per l’unica maglia disponibile (solo nei supplementari con la Corea del Sud i due hanno giocato insieme). I due hanno fatto il loro, pur senza essere fenomeni. Nonostante i 5 gol di Vázquez (3 comunque nell’allenamento con l’Australia) contro i 3 di Rodrigo, la titolarità del secondo non è stata un’usurpazione. Non è il tipo di giocatore che mi esalti personalmente, trovo un pugno in un occhio le sue finalizzazioni davanti al portiere (totale mancanza di freddezza e conclusioni esclusivamente di potenza col suo sinistro), però si è rivelato di una certa utilità e anzi la sua prestazione col Brasile non si può che definire formidabile, senza mezzi termini.

Ha retto l’attacco da solo dando immancabilmente uno sfogo ai centrocampisti, che fosse facendo da boa, allungando la difesa avversaria con uno scatto in profondità o anche allargandosi a destra per offrire un riferimento prezioso in ampiezza. È indubbiamente uno che lavora tanto sulle difese avversarie, e insomma, scuotendo così tanto l’albero qualche frutto può sempre cadere per i compagni. Non è casuale che, al di là di errori anche grossolani che le hanno favorite, un gol contro la Costa Rica e altre occasioni avute durante il torneo siano nate da palle rubate ai difensori avversari, frutto della caparbietà e dell’esuberanza tipiche del suo calcio.

Come finalizzatore, Álvaro Vázquez fa dieci a zero a Rodrigo: a tu per tu col portiere aspetta fino all’ultimo, se può finta e lo mette a sedere, o magari dà il colpo sotto, di certo non gliela tira addosso. In area piccola poi si fa sempre trovare, in qualche modo. Tecnicamente più pulito, svelto sul filo del fuorigioco, non garantisce però la stessa mole di lavoro di Rodrigo, e per questo ho condiviso la scelta di Lopetegui: utilizzare Rodrigo per sfiancare le difese, e Vázquez come killer a partita in corso.

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22 Comments:

Blogger Flavio said...

Vale il problema è che non si può trasformare ogni volta il Clasico in una guerra. E questa era solo la prima partita dell'anno: finiremo come Boca-River con la polizia in assetto antisommossa? Oppure pensa se era Roma-Lazio! Per fortuna che i tifosi in Spagna sono più tranquilli, ma dai e dai prima o poi qualcosa può succedere. E' vero che le simulazioni dei blaugrana non sono propriamente edificanti, ma come dire fanno parte del gioco; il fallo di Marcelo, cattivissimo, e la doppia sceneggiata di Mou sono invece inconcepibili. Quando Guardiola ha perso la semifinale 2010 contro l'Inter o la finale di Coppa del Re non mi sembra che abbia fatto casino contro gli arbitri (e in Champions ne avrebbe pure avuto i motivi per la gara d'andata a Milano), anzi mi sembra si sia complimentato con l'avversario. E allora perchè Mou ogni volta che perde se la prende con l'arbitro o persino con l'Unicef? Io dico che la società Real deve fare una scelta: o continua ad essere "complice" di questo cattivissimo e pericoloso "spettacolo", oppure deve prendere le distanze dal suo tecnico una volta per tutte, perchè oramai il danno di immagine sta diventando intollerabile. Arrivare poi a mettere il dito in un occhio a un avversario è davvero inaccettabile.

Tornando invece al calcio giocato, cosa di cui vorremmo solo parlare, ammetto di non aver visto bene l'Under 20; però contro il Brasile non mi ha affatto entusiasmato. Mi fanno piacere le tue parole su Bartra, che forse sta scalzando Muniesa tra le tue preferenze...la linea difensiva Dalmau-Piquè-Bartra-Muniesa potrebbe segnare il futuro blaugrana?
Continuo invece a segnalare il ritorno di un vecchio problema in casa Spagna: l'abbondanza di centrocampisti e difensori, e la quasi totale mancanza di attaccanti di livello almeno medio-alto...anche nella nazionale maggiore, escludendo Villa, Torres (nella speranza che torni presto lui) e Llorente, non si vede granchè (aspettando Bojan).

8:13 PM  
Blogger valentino tola said...

Be', però devo dire che da simpatizzante del Boca (anche se non lo vedo giocare mai), il Superclasico con la polizia in assetto antisommossa ha il suo fascino (scherzo ovviamente!).

Siamo d'accordo che Mourinho non sappia perdere (anche il Barça che apre gli idranti quando l'Inter sta esultando però non mi sembra proprio il massimo del saper perdere...), però non penso che il Real Madrid possa e debba prendere le distanze del suo tecnico: questo ha scelto, a questo si è affidato e deve andare fino in fondo. Ancelotti non lo prendono perchè Mourinho è più bravo. Credo ragionino così, e non riesco a dargli torto sinceramente :P

Il dito nell'occhio una cosa veramente brutta, io certe cose da un tecnico non me le aspetto. Ho questa visione, se volete un po' ingenua: i giocatori sono come i bambini a scuola, e quindi ogni tanto può succedere che facciano casino, ma gli allenatori per me devono essere come i maestri, non possono abbassarsi a quel livello e devono contribuire a portare un po' di calma per quanto possono.

Quella potrebbe anche essere una futura difesa blaugrana, non so però se con Bartra o Fontas. Il primo a me sembra avere un potenziale superiore (per quanto Fontas non mi dispiaccia affatto), ma il secondo per ora è più considerato da Guardiola.
In un certo senso mi dispiace per Muniesa: da terzino l'ho visto giocare anche benissimo, ma il tetto massimo del suo potenziale può toccarlo per me solo al centro.

Riguardo al problema degli attaccanti che tu intravedi...potrebbe anche essere, però attento, molto attento, a questi due nomi: Paco Alcacer (Valencia) e Juanmi (Malaga).

11:33 PM  
Blogger Taymour Zein said...

Ciao Vale, intervengo anche io sulle questioni che avete sollevato. Non sono d'accordo con Flavio quando dice che Florentino dovrebbe esonerare Mou: lo ritengo (come penso anche Florentino) il miglior allenatore del mondo, e questo penso basti. Poi sono d'accordissimo sul fatto che ieri abbia oltrepassato i limiti e a mio avviso Florentino dovrebbe chiamarlo a colloquio e ricordargli che gesti come il dito nell'occhio a Vilanova non se li può permettere. Per ciò che riguarda l'ambito sportivo, sono preoccupato: non per il Barça, che seppur non ha brillato in queste due partite penso che nel giro di un paio di mesi tornerà su livelli altissimi, bensì per il Real Madrid che è migliorato moltissimo... e considera che già la stagione scorsa lo ritenevo la seconda squadra più forte del mondo dopo il Barça. (a proposito, volevo farti una domanda sulla doppia sfida Champions della scorsa stagione: pensi che, tralasciando espulsioni ed errori arbitrali vari, il Barça abbia meritato il passaggio del turno?).
Riguardo i blaugrana la rosa mi sembra completa e ricchissima di qualità tranne che per la mancanza di un centrale di ruolo oltre a Piquè, Puyol e Fontàs. Io non capisco come mai una squadra come il Barça debba cambiare ruolo ai giocatori (con Abidal e Mascherano) se si fa male uno due-tre difensori centrali, invece di comprare un giocatore di ruolo. Grandissimo Messi. Ormai l'argentino è talmente forte che non ha neanche bisogno di accelerare per garantire superiorità alla sua (e anche nostra) squadra... immenso! Ottime anche le due partite dell'altra Superstar: CR7. Bene Alexis nell'andata, e Fabregas mi ha dato buone sensazioni seppur abbia giocato soli 10 minuti. Ho l'impressione che questa stagione sarà bellissima e difficilissima per entrambe le squadre, e ho la vaga sensazione che (purtroppo...) il Madrid non vincerà solo la Coppa del Re.

12:35 AM  
Blogger Flavio said...

Non sono d'accordo con te, Vale: secondo me le "prestazioni" di Mourinho vanno fermate, sottolineate,condannate e non derubricate come exploits temporanei o magari anche divertenti, dovuti solo alla tensione o ad una simulazione dell'avversario. Lo stesso discorso anche per il fallo di Marcelo (figlio del clima creato da chi lo allena).
Quella di Mourinho è a mio avviso una strategia ben precisa e delineata con il solo scopo di destabilizzare l'ambiente blaugrana e di caricare quello madridista contro l'avversario di sempre; del resto Mou ha sempre lavorato nella sua carriera cercando di demolire l'avversario da un punto di vista mentale. Facendo così però si rischia di avvelenare oltre misura il clima, in Spagna come in Europa. Vanno bene un pò di polemiche in queste gare, e magari pure lo scherzetto degli idranti; sono cose che fanno parte del gioco, ma quando è troppo bisogna fermarsi.

Tornando invece al calcio giocato, tutto questo caos ha secondo me finito per oscurare la prestazione dell'uomo come sempre più decisivo del Barça: Messi. Ancora una volta devastante, ancora una volta indigesto alla difesa madridista (bellissimo in particolare la giocata-assist per l'1-0 di Iniesta); ancora una volta dimostra di essere superiore non soltanto al pur ottimo Cristiano Ronaldo, ma anche tutti gli altri attaccanti del mondo. Aggiungo poi che la posizione di falso centravanti è senza dubbio quello che ne esalta di più le immense doti. L'anno scorso dissi che secondo me Messi ha ancora margini di miglioramento, e ribadisco questo mio pensiero.

Sulla questione del gioco, io credo in primo luogo che il Real attualmente sia più avanti nella preparazione; ma, soprattutto, sul giudizio globale della Supercoppa pesa molto la gara di andata, dove il Madrid era in formazione tipo, mentre al Barça mancavano 5 titolari, oltre ad aver approcciato (sbagliando secondo me) la partita come se fosse stata un'amichevole.
Quando la preparazione sarà completata, allora potremmo dare un giudizio sulle "distanze" tra Barça e Real, che in ogni caso non possono essere che minime, visto il valore delle due squadre. Resta poi da vedere se di fronte ad un Barça al massimo della forma, e magari giocandosi la Liga o la Champions, Mourinho giocherà a viso aperto come è stato in questa Supercoppa, o magari tornerà al catenaccio dello scorso anno.

Per quanto riguarda la difesa, Fontas mi sembra un pò troppo lento per giocare in coppia con Piquè; visto l'utilizzo di Mascherano-Abidal all'andata, credo proprio che Guardiola preferisce avere dietro gente veloce, anche a discapito dei chili e dei centimetri. Piuttosto ieri con l'assenza di Alexis, il Barcellona aveva a disposizione solo tre attaccanti: un pò pochini se si vuole affrontare una stagione che si preannuncia molto dura e troppo piena di impegni.

1:00 AM  
Blogger Flavio said...

Scusami Taymour, ma in base a quale criterio affermi che Mourinho è il più grande allenatore del mondo? Se andiamo a guardare i numeri delle vittorie ha vinto 2 Champions proprio come Guardiola, con la differenza che il catalano allena dal 2008-09. E' vero che ha vinto una Champions col Porto, ma questo è capitato anche al PSV Eindhoven, allo Steaua Bucarest o alla Stella Rossa: ci sono annate particolari.
Anche Ancelotti e Ferguson hanno vinto 2 Champions. Inoltre, a mio avviso le squadre di Mou non saranno mai ricordate per la qualità (la bellezza estetica) del gioco espresso come invece il Barça di Guardiola, il Milan di Sacchi o l'Ajax di Van Gaal.
Aggiungo poi che a livello tattico Mou non ha mai inventato niente. Ancelotti ad es. ha inventato Pirlo davanti alla difesa, mentre Guardiola Messi falso centravanti.
Allora mi chiedo in cosa Mourinho è migliore degli altri allenatori? Secondo me, in positivo è migliore per la capacità di saper trarre il massimo da ogni suo singolo giocatore e di avere sempre la squadra dalla sua parte; in negativo, invece la capacità di trasformare il gioco del calcio in una guerra continua.
Lui è sicuramente tra i migliori allenatori del mondo, ma secondo me non il migliore in assoluto, ed i suoi difetti sono più "pesanti" dei suoi pregi.

11:45 AM  
Blogger valentino tola said...

Flavio, io non capisco questo discorso dell'"inventare qualcosa" che ogni volta viene tirato fuori per sminuire sempre e soltanto Mourinho.
In tutta onestà, Pirlo davanti alla difesa e Messi falso centravanti non sono due grandi invenzioni che fanno la storia del gioco del calcio dal punto di vista tattico. Sono due trovate molto intelligenti per sfruttare al massimo il potenziale di un giocatore. Se è per questo anche Mourinho ha "inventato" Paulo Ferreira come terzino da 20 e passa milioni di euro, eheheh.

Il WM di Chapman, il Catenaccio di Rappan (credo fosse stato quest'allenatore svizzero ad inventarlo, se non ricordo male), il Calcio Totale dell'Olanda, anche il Milan di Sacchi (in ambito italiano sicuramente rivoluzionario). Queste son state invenzioni, ora sinceramente non vedo nessuno che inventi particolarmente, ma questo non lo valuto per sminuire gli allenatori.
Anche il ruolo accentuato dei difensori nell'impostazione del gioco, la pseudo-difesa a tre a inizio azione (che pure, stringi stringi, nel Barça non ha mai attecchito fino in fondo)...queste cose tanto per dire Guardiola le ha prese da La Volpe, non le ha inventate lui, ma questo dal mio punto di vista non ha nessuna rilevanza nel giudizio che do su Guardiola. Non pretendo che un allenatore per essere grande inventi qualcosa, pretendo semplicemente che dia un'identità alla propria squadra, ne sappia esaltare al massimo le potenzialità e sappia leggere e indirizzare in corsa gli sviluppi della partita (in quest'ultimo aspetto Mourinho è FE-NO-ME-NA-LE, bisognerebbe essere ciechi per negarlo).

PS: Comunque Pirlo davanti alla difesa lo inventò Mazzone al Brescia. Poi, più o meno nello stesso periodo, anche Cosmi arretrò un trequartista d'origine come Liverani davanti alla difesa. Mi sa però che nonostante questo Cosmi non sia meglio di Mourinho.

12:39 PM  
Blogger Hellas said...

In attesa di scrivere qualcosa sull’under 20 considerazioni sparse sul Clasico:

- Una squadra come il Real non può essere allenata da Mourinho. E non parlo di aspetti tecnici. sarà pure un ottimo allenatore ma certe figuracce in mondovisione per una società come il Real non se le può permettere. Mourinho sta sputtanando l’immagine del Real Madrid: e questo non è grave, è gravissimo. Siamo di fronte ad una persona malata, in continuo peggioramento: in Inghilterra mi divertiva perché conosceva il limite, in Italia già il personaggio ha iniziato ad avere il sopravvento sulla persona, in Spagna si sta trasformando in un delinquente. Prima le provocazioni e gli insulti verbali, che per quanto stucchevoli restano comunque parole, ora l’aggressione fisica. La prossima volta andrà in panchina con il coltello? In altri tempi il Real Madrid una persona così l’avrebbe cacciata a calci in culo, ora purtroppo questo passa il convento. Proprio non mi capacito come si possa anche solo minimamente pensare di difenderlo (pure tu Valentino, ma che dici?).

- parliamo senza dubbio delle due squadre più forti del mondo, in attesa di scoprire gli ultimi colpi di mercato del manchester city (potenzialmente l’unica squadra che si può avvicinare, pur con le riserve del caso su mancini)

- Il real sta molto meglio fisicamente, ed era preventivabile visto come sono state impostate le preparazioni. E nelle due partite è stato senza dubbio aiutato da arbitri evidentemente intimoriti da Mourinho. In tutto questo meritava la supercoppa, ma ha perso: brutto segnale.

- dove sicuramente il real è meno forte del barca è a centrocampo. Qui serve almeno un giocatore, che forse può essere Sahin e sicuramente non è Khedira (non scarso per carità ma qui viaggiamo ai massimi livelli).

- e dove sicuramente il barca è meno forte del real è a sui palloni arerei. Dei quattro gol presi tre vengono a seguito di calci d’angolo. E più in generale ogni pallone alto è un pericolo. D'altronde i Blaugrana sono tutti piccoletti, abbastanza normale. Questo grosso limite se lo porterà dietro tutto l’anno, non c’è soluzione.

- Fabregas ha giocato 10 minuti ma si è visto quanto sia forte e quanto sia adatto al gioco del Barca. Vero che le priorità dovevano essere altre (difesa), però discutere il valore di un campione di questo livello è assurdo.

- Villa con il gioco di questa squadra c’entra abbastanza poco, gol o non gol. Sanchez il posto lo toglierà a lui, non certo a Pedro.

1:07 PM  
Blogger valentino tola said...

Hellas, mi stai mettendo in bocca cose che non ho detto (anzi, scritto).
Ti pare che in qualche modo abbia difeso il comportamento di Mourinho l'altro giorno?
Ho soltanto detto che non per questi comportamenti vergognosi lo caccerei, perchè è un grandissimo tecnico, e quella rimane la cosa più importante finchè non ci scappa il morto.
Cacciarlo sì che manderebbe a puttane la stagione del Real Madrid, altro che storie.
Secondo me siete un po' troppo sommari nei giudizi a volte: l'estate scorsa Guardiola per alcuni di voi Guardiola andava cacciato perchè non era un buon "economista", quest'anno Mourinho perchè è una carogna (definirlo delinquente come fai tu mi sembra davvero un'esagerazione)...insomma, alla fine non rimane più nessuno!

Riguardo alle tue considerazioni sul calcio giocato, sono d'accordo su molti punti, specificando:

-le riserve su Mancini sono un oceano :D

-verissimo, i palloni aerei, ma quello è un problema che il Barça aveva anche la scorsa stagione e che deve aggirare secondo quella che è la sua filosofia: perdere il pallone "bene", nella metacampo avversaria, accorciare ed evitare di concedere calci d'angolo. Ha sempre fatto così, pur non avendo marcantoni. Il problema in queste due partite non è venuto dai pochi centimetri sui calci piazzati, ma prima, dal fatto che il Barça non riusciva a fare due passaggi nella sua metacampo senza perderla, cosa raramente vista. E questo in parte si spiega con la condizione atletica superiore del Real Madrid di cui tu giustamente parli.

-Nessuno ha mai discusso il valore di Fabregas (anzi, Fàbregas), il problema è che hai pronti per un futuro non tanto remoto Thiago e Sergi Roberto (che a me piace tanto anche se in questo Mondiale Under 20 ha fatto vedere ben poco,lui come altri).
Anzi, se non ricordi male fosti proprio tu a prospettare la crocefissione in sala mensa per Guardiola nel caso in cui avesse propiziato la cessione di Thiago per soddisfare la sua "fissa" per Cesc.
Fàbregas non era necessario, ma una volta arrivato gli si può sempre far posto, ovviamente.
Sono anche contento in un certo senso che l'andata di questa Supercoppa abbia fatto abbassare un po' la cresta a Thiago e al suo fan club: nulla contro di loro, basta che si fermino prima di dire che è GIA' più forte di Xavi.

1:45 PM  
Blogger Flavio said...

Valentino io non sto sminuendo Mourinho. Ho semplicemente contestato la frase di Taymour, secondo il quale il portoghese è il migliore allenatore del mondo. Non sono d'accordo, ripeto: secondo me è uno dei migliori del mondo, ma non il migliore e i suoi tanti pregi finiscono per essere oscurati dai suoi tanti difetti.
Per dirla francamente, se fossi lo sceicco che si compra una squadra per farne la migliore al mondo non sceglierei lui come mister.

1:47 PM  
Blogger Hellas said...

“perchè è un grandissimo tecnico, e quella rimane la cosa più importante finchè non ci scappa il morto”

È questo il punto. No, non bisogna aspettare il morto. Ed il fatto che sia un grandissimo allenatore non è la cosa più importante. Altrimenti aveva ragione Moggi con “il fine giustifica i mezzi”. Una cosa indegna: prima fa segno che Messi e Alves puzzano, poi mette un dito nell’occhio a Villanova e, cosa per me ancor più grave, in conferenza stampa lo deride pure. Ma stiamo scherzando o cosa? No, ripeto, ci rendiamo conto? E non voglio parlare di Pepe e Marcelo (con Casillas che parla di simulazione di Cesc!). Inutile sottolineare come quest’ultimo Clasico sia solo la punta dell’iceberg di un escalation sempre più preoccupante. Il limite è stato abbondantemente superato. Qui ne va dell’immagine del Real Madrid, e ancor prima di quello che è un minimo senso di civiltà: se permetti schemi e tattiche vengono dopo. Molto dopo.

sì, sacrificare Thiago sull’altare di Fabregas (o di chiunque altro) sarebbe stato un errore tremendo. E lo ribadisco. Questo però è un altro discorso. Detto che Thiago è rimasto, ben venga Fabregas che è un campione e ad oggi è più forte del figlio di Mazinho. Questo al netto di perplessità non tecniche ma legate all’opportunità di riacquistare un canterano (brutto segnale per i giovani della Masia) che purtroppo persistono. E al netto del fatto che in difesa manca un uomo, più un terzino sinistro che un centrale (confido nella cantera).
In fondo se ho ben inteso la pensiamo allo stesso modo, ed il mi appunto nasce dal fatto che ho letto in più di una occasione (non da te e non in questo blog) di un Fabregas “regredito…soldi buttati”. No, questo è forte sul serio, secondo me più di Xavi.

2:32 PM  
Blogger Taymour Zein said...

Ciao Flavio, ti rispondo brevemente.
A mio avviso, Mou è il miglior allenatore del mondo perchè oltre ad aver vinto tantissimo in giro per l'Europa (Guardiola ha allenato solo in Spagna, Mou anche in Portogallo, Inghilterra, Italia), sa dare una forte impronta di gioco allae sue squadre. Certo, il suo calcio non è spettacolare ( anche se ricordo tante partite giocate benissimo dal suo Real: solo in Champions contro Ajax, Milan, Tottenham, Lione. ) ma le sue squadre trasmettono una forza psicologica e anche tattica senza pari a mio avviso. Vale, scusa se ti ripropongo la domanda di prima sulla semifinale Champions della passata stagione: dici che è stata falsata dall'espulsione di Pepe (sono d'accordo), ma a mio avviso nel complesso delle due partite il Barça ha meritato il passaggio del turno... sei d'accordo?

2:42 PM  
Blogger valentino tola said...

"finchè non scappa il morto" era ironico...è un ipotesi che anche con lo spettacolo osceno dell'altra sera non posso prendere seriamente in considerazione. Quindi tecnica e tattica rimangono ancora l'aspetto più importante per me.

2:44 PM  
Blogger valentino tola said...

Non so Taymour, è proprio quell'episodio di Pepe che mi impedisce di valutare i meriti oggettivi...conta che il Madrid è stato costretto a sbilanciarsi molto nel ritorno, proprio per quell'espulsione che ha impedito alla gara di finire 0-0 come sembrava certo.
Certo, va anche detto che nessuno ha obbligato il Real Madrid a prendere due gol dopo l'espulsione, dando il colpo di grazia all'intera sfida. Lì un minimo di merito blaugrana e demerito merengue c'è.

3:14 PM  
Anonymous Anonimo said...

Mi sembra che anche su questi lidi (di solito molto equilibrati) certi commenti stiano rasentando l'assurdo... Mi riferisco soprattutto a quelli di Hellas (senza offesa, eh.) Addirittura il morto? Ma stiamo scherzando? :) Va bene che Mourinho vi sta antipatico e che ha fatto un bruttissimo gesto, ma dipingerlo alla stregua di un criminale o di un terrorista mi sembra un tantino esagerato, nonché superficiale e filomediatico. Non so, a sentire in giro pare che la partita della scorsa sera sia sintetizzabile così: Mourinho è un pazzo, Marcelo è un macellaio e il Barça è super-mega-ultra-forte e tiene sempre comportamenti correttissimi e onesti (peraltro la storia degli arbitri "intimoriti da Mourinho" mi lascia piuttosto allibito: dove sarebbe stato agevolato il Real? Non c'è stato un solo episodio dubbio rigirato dalla loro parte, se si esclude il fallo di Marcelo nella gara d'andata che comunque compensava quello di Valdes su Ronaldo di poco prima). Suvvia, facciamo un po' meno i moralisti e guardiamo più a quello che succede in campo...
Per quanto riguarda il discorso ManCity: non che io stimi particolarmente Mancini, ma il suo folle difensivismo (al cui confronto quello di Mou è all'acqua di rose), in un ipotetico scontro col Barça, magari non lo farebbe vincere, ma certamente metterebbe mooolto in difficoltà gli avanti culé, specialmente considerata la stazza media degli inglesi.
Tommaso.

3:25 PM  
Blogger Hellas said...

Tommaso. “finchè non scappa il morto” è un iperbole di Valentino, e come tale va letta - sì Vale, era evidente anche senza precisazione :). Io l’ho ripresa per esplicitare il concetto; chiaro che non mi aspetto che si arrivi a simili proporzioni. Così come non mi aspetto che in concreto sieda in panchina con il coltello. Mi sembrava palese, ma forse non è così.
Quanto al resto se leggi El Pais – giornale serio, non uno dei quattro quotidiani sportivi – ci sono parole più pesanti delle mie, si parla di “squadra camorristica”. Di Mourinho e del Real si legge perfino sul New York Times, e non certo in termini lusinghieri. Il danno di immagine che quest’uomo sta causando ad un istituzione (politica oltre che sportiva) quale è il Madrid è ENORME, e viene prima di qualsiasi disquisizione tattica.

Nota a margine per Valentino: posso sbagliarmi ma mettiti il cuore in pace che l’epoca d’oro della nazionale spagnola è bella che finita…

9:39 PM  
Blogger valentino tola said...

"Nota a margine per Valentino: posso sbagliarmi ma mettiti il cuore in pace che l’epoca d’oro della nazionale spagnola è bella che finita…"

'Azz, mi sorprenderebbe il contrario, che continuasse a vincere europeo e mondiale, mondiale ed europeo tutto di fila :D

Condivido la tua considerazione sulle pagine sportive di El Pais, però proprio sul Real Madrid devo dire una cosa, che il giornalista di El Pais che se ne occupa, Diego Torres, che pure scrive bene, ha secondo me più di un preconcetto su Mourinho, già dall'anno scorso.

9:53 PM  
Blogger Hellas said...

Due parole sull’under 20

Spagna deludente in un torneo dal livello tecnico medio deludente. Da quello che ho visto non c’è il Messi o l’Aguero della situazione; chi più mi ha impressionato è Lamela, seppur acerbo mi pare dotato di un gran potenziale (tu che ne pensi?). Va anche detto che si è giocato a 2000 e rotti metri di altitudine, non so fino a che punto il gioco sia stato regolare.

Sulla Spagna.

Pacheco (il portiere). Alla fine dei conti l’infortunio di Aitor è stato un vantaggio. Difficile valutare un portiere in tre partite ma mi pare un giocatore completo: veloce, reattivo e buon fisico.

Ti vedo parlare in termini entusiasti di Barta. A me aveva impressionato già lo scorso anno durante l’under 19. Da quanto leggevo sul web lo credevo il classico marcatore ed invece uscite palla al piede a la Piquè, capacità di impostare la manovra anche con lanci lunghi, veloce, buon tempismo nel gioco aereo. È giusto un po’ leggero, dovrebbe metter su qualche chilo di muscoli. E difetta di esperienza, nella squadra B gli ho visto commettere errori in marcatura anche marchiani. Ma per l’appunto il potenziale c’è tutto. Domanda secca: ha scalzato dal primo posto delle tue preferenze Muniesa o è un’infatuazione temporanea? :)
Secondo me Bartra tra tutti i centrali del “B” è il più futuribile in ottica prima squadra: Fontas è un gran giocatore ma difetta di velocità e Muniesa mi pare manchi un po’ di fisico, lo vedo leggerino per arrivare ad alti livelli. E poi è sempre rotto.

Il duo Romeu-Koke mi ha ricordato da vicino gli omologhi Xabi Alonso-Busquets della nazionale maggiore: giocatori che si pestano i piedi a danno della fluidità della manovra. Presi individualmente sono entrambi validi, possono fare una bella carriera. Vero che nella cessione di Romeu è prevista una clausola di riacquisto ma dubito sarà esercitata: in quel ruolo ci sono Busquets e Mascherano, difficile che vengano spesi 10 o 15 milioni per una terza scelta. Un peccato perché secondo me può diventare più forte di Busquets, giocatore che mi piace poco ma di cui Guardiola è innamorato.

Sergi Roberto probabilmente “ritirerà” Keyta. Molto eclettico, e completo. Senza eccellere in qualcosa di particolare sa fare tutto, e lo fa bene. Per me più forte del maliano, forse già ora.

Delle perplessità sulle qualità di Pacheco oltre certi standard ti avevo parlato anche lo scorso anno quando all’europeo fece faville. È più attaccante che trequartista, e con queste caratteristiche tecniche o hai il fisico o hai l’esplosività. Lui difetta di entrambi i requisiti, pur essendo il piede molto buono. Gli pronostico una carriera di medio livello, magari reimpostato da trequartista centrale-seconda punta, in ogni caso non sulla fascia.

In prospettiva vedo meglio Tello, secondo me lo sottovaluti. Buona tecnica, molto veloce, salta l’uomo, potente: non un fenomeno ma soprattutto partendo da sinistra può dire la sua.

Kiko Femenia in ottica Barca è un acquisto che non capisco. Come attaccante non è abbastanza forte per la prima squadra, forse neppure per la seconda, come terzino che è il ruolo in cui meglio lo vedo ha davanti Alves e sulla carta pure Montoya e forse Dalmau. Detto che Montoya personalmente non mi entusiasma e darei subito spazio a Kiko, ma non sono io a decidere e le gerarchie paiono chiare.

Canales è un gran talento, lo vedo però più qualche metro indietro ad impostare l’azione che non a ridosso delle punte. Grande facilità di calcio, io lo imposterei alla Pirlo.

Da Isco se devo essere sincero mi aspettavo di più. Non male ma me lo ricordavo più forte, non mi ha mai dato quell’impressione di poter estrarre il coniglio dl cilindro come in altre occasioni. Può essere benissimo che non fosse al massimo, ci sta.

Ezequiel lo lascio in sospeso, ha senza dubbio delle qualità ma visto così mi pare più fumo che arrosto.

I due attaccanti in prospettiva sono entrambi di medio livello. Speriamo in Alcacer (e se mi aggiungi Juanmi ti credo) perché a livello giovanile in questo ruolo non c’è tantissimo.

11:35 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Hellas

Lamela l'ho visto solo nella partita con l'Inghilterra. Devo dire che da un punto di vista puramente estetico ho un debole per questi che giocano con la suola, in punta di piedi, quindi non sono obiettivo :D Scherzi a parte, è bellissimo da vedere, ma lo conosco troppo poco per dare un giudizio.

Oh, ma che vi prende, ora siccome scrivo così bene di Bartra siete tutti preoccupati della mia possibile infedeltà verso Muniesa? :P
No, comunque non voglio fare classifiche, voglio continuare a vederli giocare entrambi. Muniesa forse è leggermente più acerbo, ma forse il suo picco qualitativo potrebbe essere anche superiore.
E attenzione, io non lo vedo leggerino nel senso di Pacheco. Per me è perfetto Muniesa, nel senso che è leggero, agile ma anche molto esplosivo. Più esplosivo di Bartra, credo.

"Il duo Romeu-Koke mi ha ricordato da vicino gli omologhi Xabi Alonso-Busquets della nazionale maggiore: giocatori che si pestano i piedi a danno della fluidità della manovra."

Esattamente. La tua osservazione è perfetta.

Anche secondo me Oriol Romeu ha più potenziale di Busquets, anche se quelle due-tre cose che Busquets sa fare molto bene risultano piuttosto utili nel contesto del Barça.

Tello per ora è un giocatore di ottime qualità fisiche e discrete qualità tecniche che a calcio però gioca maluccio. Nulla esclude che possa migliorare.

Io su Pacheco sospenderei il giudizio per ora.

Mi dispiace che tu non abbia potuto vedere in questo torneo il miglior Isco (comunque la partita col Brasile as canso di equivoci è stata decisamente buona), altrimenti credo sbaveresti :-)

Canales è un giocatorone in qualsiasi posizione lo si voglia utilizzare. Basta che lo si voglia utilizzare però...

Ezequiel l'ho visto un po' in Segunda, e insomma quel pochettino di fumo lo vedo anche io...credo poi che quest'anno difficilmente giocherà nel Betis.

Sugli attaccanti sono d'accordo, le speranze non vengono da questa Under 20.
Alcacer sembra uno speciale, anche se spero vivamente che si possa riprendere dalla tragedia che gli è successa da poco, non so se sapete. Nell'amichevole contro la Roma ha segnato il suo primo gol (credo) al Mestalla con la prima squadra. Sugli spalti c'erano il padre e la madre a vederlo, ma all'uscita dallo stadio, quando aspettavano il ragazzo, il padre ha avuto un malore ed è morto lì, a soli 44 anni. Sconvolgente.

12:34 AM  
Anonymous saracarbonero said...

Ragazzi, secondo me la state ingigantendo un pò troppo.... il fallo di Marcelo è molto brutto, meritevolissimo di espulsione ed assolutamente da evitare....ma gli altri falli che il Real Madrid ha fatto sono per lo più tattici, non così pericolosi....Il calcio è uno sport di contatto, io vi invito a rivederi le partite di 20 anni fà e capirete che non erano poi cos morbide. Il Real Madrid delle grandi rimonte degli anni '80 non era esattamente una squadra che commetteva pochi falli....

12:38 PM  
Blogger valentino tola said...

Sara, proprio perchè gli altri falli erano normali (d'accordo con te) il fallo di Marcelo stona terribilmente. Era gratuito a mio modo di vedere, e per fare male.
Poi lo scandalo non è il fallo in sè, quanto tutto l'insieme. E' stato uno spettacolo vergognoso, anche se io sono distante dai toni di Hellas e Flavio.

1:19 PM  
Anonymous saracarbonero said...

Certo valentino, il fallo di Marcelo è stato proprio brutto, peggio di quello di S. Ramos la scorsa stagione, non lo metto in dubbio. Ma perchè però vi arrabbiate con la rissa in campo, sono cose che succedono, soprattutto con una rivalità come questa. Io trovo che le rivalità pepate siano più divertenti di quelle dove i due contendenti si scambiano sempre complimenti. Citando altri sport tutti si e ricordano la rivalità tennistica tra MCenroe e Lendl anche perchè tra i due non correva buon sangue, oppure nel basket tutti ricordano il fallo di Mchale su Rambis nelle finali NBA del 1984, quel fallo probabilmente cambio il corso di quella serie finale, per non parlare del trash talking operato da Alì contro Foreman nella famosa "Rumble in the jungle" nel 1974, o restando nel calcio il fallo di mano di Maradona nel 1986 oppure il suo "Gli italiani si ricordano dei napoletani solo ogni 4 anni" prima della seimfinale di Italia '90. Anche questo è sport.
Giocare a calcio è competere, non è ammirare la Venere del Botticelli. Io, nel vedere la rissa finale, personalmente mi sono fatto una grossa risata, e non ci trovo niente di cosi orribile a parte il fallo di Marcelo.

12:15 AM  
Blogger valentino tola said...

Be', una cosa è una rivalità sana, gli sfottò o certe provocazioni studiate (citi Alì contro Foreman, e pur non capendoci nulla di boxe nè seguendola adoro "Quando eravamo Re" il più bel film mai realizzato sullo sport!), un'altra voler fare male all'avversario. Comunque, mi sembra di averlo anche scritto, io ancora ancora capisco le risse fra i giocatori, ma a un certo punto ci si deve fermare, ancora di più se sei l'allenatore. Poi ha stancato di Mourinho il voler trovare sempre qualche cosa ogni volta che perde. Dal mio punto di vista, la sportività significa darsele (e dirsele) di santa ragione, ma una volta finita stretta di mano, congratulazioni e alla prossima.

Insomma, una cosa è il dito davanti alla bocca di Raul per zittire il Camp Nou, un'altra il dito nell'occhio a Tito Vilanova. Altro livello, se permetti.

10:18 AM  

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