giovedì, giugno 09, 2011

SEGUNDA/PLAYOFF PROMOZIONE: Celta-Granada 1-0 (Michu, 77')

Forse così semplice non era. La vigilia era stata animata dalle dichiarazioni disinvolte dei giocatori del Granada, che esprimevano contentezza per un abbinamento a loro dire favorevole: il Celta era considerata la squadra meno problematica del lotto (Elche-Valladolid l’altra semifinale) destinato a contendersi la terza piazza alle spalle di Betis e Rayo, già promosse.

E invece ora il manico del coltello lo impugna il Celta, che si avvantaggia in quest’andata e ha nel rendimento esterno un suo punto di forza. Anche il Granada però in casa è un rullo compressore, quindi sarà ancora tutto da decidere. Un’incertezza e un timore reciproco, al di là delle spacconate della vigilia, evidente già ieri sera: la partita è stata brutta perché entrambe le squadre, vuoi per la tensione vuoi per la paura, non hanno valorizzato le loro prerogative fino in fondo, limitandosi a non rischiare. Intanto però il gol di Michu, per quanto non molto giustificato dagli sviluppi della partita, è un bel colpo.

Assenza pesante per il Granada quella del bomber Geijo (24 gol), sostituito dall’acerbo Ighalo, uno dei tanti prestiti di questa sorta di “Udinese B”. Manca anche Juande, l’ex Betis: davanti alla retroguardia il piano B prevede l’avanzamento del difensore centrale di ruolo Lucena. Tutti disponibili invece nel Celta, dove il vero dilemma è la formazione: difesa a 4 o a 5? Paco Herrera sceglie la seconda opzione, confermando la svolta tattica che ha caratterizzato il finale di stagione della squadra galiziana. Svolta che aveva portato in alcune gare ad accantonare addirittura il cosiddetto “tridente” (anche se la punta di fatto è solo una) composto da Trashorras e De Lucas alle spalle di David Rodríguez, che invece era stato il punto di forza del gran girone d’andata del Celta. Stavolta nessuna sorpresa, ci sono tutti e tre.

Trovandosi di fronte le due squadre col miglior contropiede della categoria, la domanda della vigilia era: chi assumerà il peso della partita? Chi vorrà il possesso-palla? Sin dai primissimi minuti, si capisce chiaramente che il Celta volente o nolente deve fare la partita, e che il Granada aspetta e riparte.

CELTA (5-4-1)

------------------Yoel-------------------

-------J.Vila---S. Ortega---Túñez---

-H.Mallo-----------------------R. Lago

--------López Garai---Bustos--------

---De Lucas------------Trashorras---

--------------D. Rodríguez-------------

GRANADA (4-5-1)

------------------Roberto-----------------------

Nyom-- Iñigo López—-D.Mainz—Siqueira

-------------------Lucena--------------------------

Orellana---Abel-----Mikel Rico--Dani Benítez

--------------------Ighalo---------------------------

Semplificando coi due giocatori più rappresentativi, la chiave della partita del Granada consiste nel liberare in contropiede Dani Benítez, micidiale in campo aperto; per il Celta invece il giocatore da liberare è il geniale Trashorras, cui tocca poi innescare movimenti in profondità di David Rodríguez e i tagli a ridosso dell’area di rigore di De Lucas.

Il contesto tattico potrebbe offrire un vantaggio al Celta schierato con tre difensori centrali. Tre contro un solo attaccante andaluso: c’è quindi un bel latifondo a disposizione dei difensori di casa quando iniziano l’azione. Solo con un loro ruolo attivo nell’impostazione si può poi creare superiorità anche a centrocampo: il difensore che porta palla dovrebbe chiamare fuori i mediani del Granada, e così allentare le marcature su Trashorras e De Lucas sulla trequarti.

In più questa difesa a cinque vede i due terzini (Hugo Mallo e Roberto Lago) in posizione molto avanzata ad inizio azione: altra potenziale incertezza per il sistema difensivo del Granada, perché se Orellana esce a pressare alto sul centrale che imposta (Túñez ) libera Roberto Lago alle sue spalle, ma Roberto Lago non se lo prende nessuno, perché il terzino destro del Granada ha già Trashorras nella sua zona. Se invece Orellana non pressa alto ma segue Roberto Lago, allora il rischio è che il cileno ripieghi troppo, e che allontanandosi tanto dall’attacco il Granada veda compromessa la propria transizione offensiva quando recupera palla. Discorso speculare per l’altra fascia.

Questo stratagemma della difesa a 5 utilizzata in chiave offensiva sta diventando negli ultimi tempi una moda fra alcuni allenatori spagnoli, si pensi a Lotina nel Deportivo 2008-2009, o ad alcune versioni del Valencia di Emery quest’anno. Il problema però è che per il Celta questo resta un discorso sulla carta. Jonathan Vila, Sergio Ortega e Túñez rimasticano palloni orizzontali nella loro metacampo, nessuno si prende la responsabilità di avanzare e cercare il passaggio smarcante, e quindi mentre i due mediani Bustos e López Garai son costretti ad abbassarsi troppo, Trashorras non riesce ad entrare in partita. Questo nel migliore dei casi, perché nel peggiore la palla viene lanciata a casaccio senza alcuna speranza, anche perché David Rodríguez non ha le caratteristiche per battagliare spalle alla porta con i centrali del Granada. In tale contesto, tre difensori contro un solo attaccante rappresentano uno spreco per il Celta.

In tutto questo, la prima occasione (a voler essere generosi) arriva al 20’: la confusione del Celta ad inizio azione genera una palla persa a centrocampo, Benítez ha spazio per una delle sue cavalcate alla Gareth Bale (comincia a fare caldo, quindi questa passatemela per favore) e defilato scarica un gran sinistro non troppo lontano dall’incrocio. Anche il Granada però sinceramente delude: va bene che non soffre, ma è troppo conservatore, punta tutto sulle partenze isolate di Benítez senza coinvolgere minimamente ottimi giocatori di manovra come Abel, Mikel Rico e soprattutto Orellana.

Qualcosina, non troppo, si muove nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo, perché il Granada accenna ad aprirsi e perché il Celta è leggermente più efficace nel trasmettere palla dai centrali ai terzini e da qui liberare Trashorras e De Lucas tra le linee. Specialmente De Lucas, protagonista delle due uniche occasioni dei padroni di casa: al 34’ un inserimento dentro l’area e destro incrociato a lato su sponda aerea di David Rodríguez; al 42’, liberato fuori dall’area proprio dal movimento di cui si parlava sopra, con un destro che rimbalza davanti costringe Roberto a respingere sui piedi di Trashorras, che però da due passi non concretizza.

Nella ripresa il Granada sembra cambiare atteggiamento: comincia ad alzare i suoi di terzini, il brasiliano Siqueira a sinistra (tecnico e manovriero, alla Maxwell/Filipe per intenderci) e il francese Nyom a destra (di origini africane, enorme facilità di corsa) e prova ad alzare il baricentro difendendosi col pallone.

Nonostante due tentativi (al 51’ De Lucas da fuori area e al 55’ Trashorras a girare verso il secondo palo) il Celta sembra perdere terreno. Si intravede un punto debole nel suo schieramento: con una manovra più corale nella metacampo avversaria, il Granada può mettere in inferiorità numerica il Celta sulle fasce. I triangoli Siqueira-Benítez-Mikel Rico a sinistra e Nyom-Orellana-Abel a destra costringono i due mediani di casa, Bustos e López Garai a spostamenti laterali sin troppo accentuati, perché De Lucas e soprattutto Trashorras faticano a ripiegare in aiuto ai terzini. C’è quindi più spazio sulla trequarti per uno come Orellana, più a suo agio tagliando verso il centro in questo gioco di scambi corti. Comunque anche questo ,come quello del Celta nel primo tempo, rimane un vantaggio tattico soltanto sulla carta, perché Ighalo fa il solletico e non arrivano nemmeno incursioni dai centrocampisti.

Paco Herrera legge in ogni caso bene la partita, e progressivamente sostituisce il tridente titolare con il “tridente B” visto prima dei playoff. Prima esce David Rodríguez per Iago Aspas (più seconda punta, più portato a venire incontro al pallone), poi De Lucas per Dani Abalo (più ala), infine lascia il campo Trashorras per Michu.

I due nuovi esterni, freschi, consentono maggior compattezza nei ripiegamenti, ed è proprio Michu a decidere l’incontro: su una palla persa al limite dell’area la difesa granadina si trova scoperta, cross basso di Hugo Mallo che attraversa tutta l’area piccola, Nyom si dimentica di chiudere in diagonale e Michu indisturbato realizza sottoporta. Fabri reagisce buttando dentro tutte le sue opzioni offensive, a dire il vero tutte mezze punte più che attaccanti (Collantes, Calvo e Óscar Pérez), ma l’occasionissima capita sui piedi di Lucena, che in mezzo alla mischia raccoglie una punizione dalla trequarti di Abel ma si fa chiudere lo specchio da Yoel. Nulla è perso, sabato sera a “Los Cármenes” si vedrà.

I MIGLIORI: Naturalmente il match-winner Michu. Ventisei anni, centrocampista mancino abbastanza atipico, non è né un regista né un mediano bloccato davanti alla difesa né un trequartista: piuttosto un incursore che può partire da mezzala in un centrocampo a tre o anche da falso esterno come fa ultimamente. Sempre pronto a partire a ridosso degli attaccanti per inserirsi, il gol ne riassume bene le caratteristiche. L’altezza poi lo rende prezioso anche come torre sui rinvii dei difensori.

Positivo anche l’ingresso di Iago Aspas, che partecipa molto alla manovra e la vivacizza con qualche spunto. Bene Roberto Lago, terzino che si adatta bene alla difesa a 5 perché ha una buona propensione offensiva che gli permette di coprire tutta la fascia senza problemi e qualche volta persino puntare nell’uno contro uno come un’ala.

I PEGGIORI: La colpa non è solo sua perché tutto il Granada non lo agevola, ma da un giocatore fuori categoria (nel senso che dovrebbe stare in Primera) come il nazionale cileno Orellana ci si aspetterebbe qualcosa in più. Troppo inconsistente Ighalo. Nel Celta, sottotono Trashorras.

Celta (5-2-2-1): Yoel; Hugo Mallo, J. Vila, Sergio Ortega, Túñez, R. Lago; Bustos, López Garai; De Lucas (Dani Abalo, m. 66), Trashorras (Michu, m. 71); David Rodríguez (Iago Aspas, m. 56).

No utilizados: Sergio, Murillo, Álex López, Joan Tomás

Granada (4-1-4-1): Roberto; Nyom, Íñigo López, Mainz, Siqueira; Lucena; Orellana (Collantes, m. 78), Abel (Óscar Pérez, m. 90), Mikel Rico, Dani Benítez; Ighalo (Carlos Calvo, m. 89).

No utilizados: José Juan, Rubén, Granada, Álex Cruz.

Árbitro: Del Cerro Grande. Amonestó a De Lucas, Iago Aspas, Dani Benítez y Nyom.

Goles: 1-0, m. 77, Michu

Incidencias: Balaídos. Unos 20.000 espectadores.

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