La nuova Liga/1: Atlético Madrid/Ritenta, sarà più fortunato?
Si apre un’ altra stagione da vivere intensamente per l’ Atlético, ormai l’ ennesima spesa nel tentativo di scacciare una mediocrità che il club e la tifoseria sentono, a ragione, non appartenergli storicamente. Dovrei dire che mai come quest’ anno ci sono le basi per tornare ad alto livello, ma con questa squadra pronunciarsi ormai è reato, e in ogni caso, al di là del fortissimo investimento estivo e dell’ indubbio innalzamento del tasso tecnico (penso in primis a Simao e Reyes), non mancano i punti d’ ombra e gli interrogativi anche in questo progetto.
L’ estate colchonera si era aperta con la decisione, finalmente saggia, di confermare il tecnico Aguirre, importante per dare almeno un po’ di continuità e di ordine, ma soprattutto si era aperta con una cesura storica come quella della partenza di Fernando Torres, non più “el Niño” ma “the Kid”, ora che ha accolto l’ invito di Benitez ad Anfield. Partenza che, andando oltre le comprensibili ferite al sentimento dei tifosi, non poteva non verificarsi, andando perfettamente incontro sia alle esigenze di competitività internazionale del giocatore sia alle esigenze economico-strategiche della società madrilena. La bellezza di trentasei milioni di euro reinvestiti subito su Forlan (21 milioni), mentre successivamente son maturati gli ingaggi dei secondo me veri fiori all’ occhiello del mercato dell’ Atlético, Simao e Reyes, senza dimenticare comunque l’ importanza degli arrivi di Raul Garcia e Luis Garcia, che con Abbiati, Diego Costa e Cléber Santana hanno completato una campagna acquisti davvero aggressiva.
Ma l’ estate dell’ Atlético non è stata solo chiacchiere e mercato: l’ Intertoto ha richiesto subito un importante impegno agonistico, soddisfatto in una maniera o nell’ altra. Figuraccia in Romania col Gloria Bistrita rimediata al Calderon dal golletto di Forlan (il quale, come anche Agüero, aveva appositamente interrotto le proprie vacanze per raddrizzare la barca), ora il prossimo impegno sarà nel secondo turno preliminare di Uefa contro i serbi del Vojvodina. Intanto, l’ Atlético ha appena concluso il suo impegno al Torneo di Amsterdam: luci e ombre, partitaccia e sconfitta netta con l’ Ajax, progressi sul piano dell’ atteggiamento nel 3-1 rifilato alla Lazio (con gol notevoli dei nuovi acquisti Luis Garcia e Reyes).
Aguirre saldo in sella, quindi continuità sul piano tattico: immutabile la difesa a 4, poi si può discutere, a seconda delle tante risorse offerte dalla rosa, se si tratti di 4-4-2, 4-4-1-1 oppure, ipotesi più improbabile, 4-3-3, modulo cui inviterebbero soprattutto le caratteristiche molto offensive di Simao e Reyes e quelle di un incursore puro come Maxi Rodriguez (che, coperte le spalle da un uomo davanti alla difesa, potrebbe godere di maggior libertà d’ azione nelle zone interne del centrocampo, discorso valido anche per Raul Garcia).
Difesa abbastanza alta, aggressività e solidità in mezzo al campo, ricerca costante degli esterni: queste le basi risapute del calcio di Aguirre, che deve però lavorare, e tanto, sulla qualità e la velocità della circolazione del pallone (ma anche più movimento senza palla dalla trequarti in su non guasterebbe), vera croce per i tifosi torturati l’ anno scorso da miriadi di esibizioni penose. In fase difensiva (su una base di organizzazione e di uomini comunque discreta) si dovrà invece lavorare su certi ricorrenti e sconcertanti cali di concentrazione, problema più collettivo che individuale, che emerge soprattutto nelle situazioni di palla inattiva.
DIFESA
In porta, ballottaggio non proprio entusiasamante fra Leo Franco e Abbiati: nettamente favorito l’ argentino (a volte un po’ scomposto ed avventato negli interventi), per i meriti accumulati nella buona scorsa stagione, a fronte di un Abbiati che da tempo ha perso slancio (già tutt’ altro che impeccabile al suo esordio colchonero, vedi il gol preso da Sneijder contro l’ Ajax).
A destra, sicuro il posto di Seitaridis: il greco mi è sempre piaciuto per la sua affidabilità difensiva e la grande facilità di corsa. Sufficientemente completo nelle due fasi, si sovrappone con costanza, ma gli manca qualità quando va al cross. Il rendimento nella stagione trascorsa poi non è stato certo soddisfacente, fra eccessi di agonismo e qualche grossolana ingenuità. Non è copertissimo questo settore, visto che la riserva Valera, laterale di caratteristiche spiccatamente offensive (impiegabile anche da esterno di centrocampo), si infortuna troppo spesso. Comunque, c’è sempre pronta la soluzione Perea, terzino destro con Carlos Bianchi ai tempi del Boca.
Incredibilmente dotato sul piano atletico, eccezionalmente reattivo ed elastico, il colombiano sembra che abbia le molle ed è il difensore forse più veloce di tutto il calcio mondiale. Indubbiamente l’ elemento più adatto della rosa per una difesa alta ed aggressiva, ha però la grave pecca di una concentrazione che va e viene, e se ti piazzi male non sempre puoi salvarti con la velocità, la quale poi non ti serve proprio a nulla se lasci l’ avversario libero di colpire nell’ area piccola.
Perea deve tornare quello di un paio d’ anni fa, quando con Pablo componeva la miglior coppia difensiva di tutta la Liga. Pablo dei due è quello che ha sofferto la crisi maggiore: contestato dai tifosi l’ anno scorso (per un suo abboccamento estivo con l’ odiato Real Madrid), insidiato dai contrattempi fisici, raramente ha offerto un rendimento all’ altezza. Centrale altissimo, ha i suoi punti di forza nel gioco aereo, nel senso della posizione e nel tempismo e precisione degli interventi. E’ un giocatore intelligente e sveglio, ma accusa la mancanza di velocità in una linea di difesa schierata alta (discorso che vale ancora di più quando gioca in nazionale), per cui una volta che gli prendono le spalle è fritto.
Nelle incertezze dei due titolari si è inserito il giovane portoghese Zé Castro, elegante e dalle buone potenzialità, ma un po’ carente di aggressività e decisione negli interventi. Altra opzione, di buon livello, aggiuntasi durante la scorsa stagione, è il brasiliano campione del mondo (con l’ Internacional) Fabiano Eller: centrale mancino di buona personalità, rapido e deciso nell’ anticipo, ha buona reattività nello spazzare la sua area, ma nel gioco aereo, nonostante la buona scelta di tempo, può soffrire giocatori dalla stazza preponderante. Dei centrali è il più bravo ad impostare il gioco dalle retrovie, e questo ha la sua importanza.
Intatta anche la fascia sinistra: Antonio Lopez, anche se ha perso troppa spinta offensiva rispetto ai tempi dell’ Osasuna, resta un’ opzione preferibile, soprattutto sul piano difensivo e della continuità di rendimento, rispetto a Pernia, del quale nella scorsa stagione è stata svelata tutta la sopravvalutazione. L’ argentino ha evidenti carenze in fase difensiva, sia nell’ uno contro uno che nelle diagonali e nelle chiusure, e non è nemmeno così irresistibile, al di là delle pericolose traiettorie del suo mancino, in quella offensiva.
CENTROCAMPO
Il reparto più delicato, oggetto dei maggiori interventi di riparazione in questo mercato estivo, volti ad ovviare alle carenze di creatività nelle zone interne e di imprevedibilità sugli esterni. Il secondo problema è stato risolto meglio del primo, a mio parere: da Maxi/Galletti/Petrov si è passati a Simao/Reyes/Luis Garcia/Maxi, tutto un altro mondo.
Simao, lontano parente del giocatore acerbo che al Barça ebbe l’ improba responsabilità di sostituire Figo (sia con lui che con Quaresma i blaugrana sbagliarono i tempi dell’ acquisto, non certo la scelta del giocatore), è la certezza maggiore: ala di consolidata classe internazionale, sul breve è una scheggia, salta l’ uomo e arriva sul fondo con estrema facilità, senza problema alcuno a giocare sia a destra che a sinistra, qui forse meglio ancora perché ha l’ opportunità di rientrare sul destro, micidiale nelle conclusioni a girare sul secondo palo (l’ Atlético tra le altre cose guadagna anche una temibilissima opzione sui calci piazzati).
Reyes è scommessa più ardita, ma anche più intrigante: fare del talento più irregolare del calcio spagnolo un giocatore finalmente vero. Ti gioca una stagione orrenda e poi all’ ultima giornata ti fa vincere la Liga con due spunti di estro puro, è evidente che la continuità non è il suo forte. Perfettamente intercambiabile con Simao, potrà essere utilizzato a sinistra, per sfruttarne la velocità e i cross, oppure a destra (come ieri con la Lazio), per sfruttarne il sinistro di prim’ ordine nelle conclusioni dalla distanza o nelle rifiniture sulla trequarti. Nonostante questi vantaggi, sulla destra il giocatore mi pare un po’ legato, e resta chiaro che il suo ruolo migliore sarebbe sempre quello di seconda punta, dove incontra migliori opportunità per le sue finte e i suoi cambi di direzione. Anche Luis Garcia non è un esterno classico, di quelli che cercano il fondo, ma preferisce partire defilato (anche lui sia a destra che a sinistra: Aguirre gongola per l’ infinità di combinazioni possibili) per poi tagliare fra le linee di difesa e centrocampo avversarie. Un giocatore checol movimento toglie punti di riferimento agli avversari, dagli ottimi numeri nello stretto, pericolosissimo e spettacolare nelle conclusioni da fuori, col raro privilegio di essere praticamente ambidestro.
Tutti questi investimenti sulle fasce consentono finalmente di liberare Maxi Rodriguez nelle zone dove può fare veramente male: privo di spunto sulla fascia, molto poco appariscente, è un giocatore letale come pochi altri negli inserimenti sotto porta, sveglio e sempre pronto a cogliere l’ occasione. Impiegato in zona centrale, come supporto a un’ unica punta o come mezzala, potrà concentrarsi meglio sulle sue micidiali conclusioni dal limite. E’ l’ importanza di avere un giocatore in più in aiuto al centrocampo che al tempo stesso ti assicura un buon numero di gol che mi fa pensare che inizialmente Aguirre preferirà Maxi ad un giocatore sicuramente più talentuoso come Agüero.
Dove i dubbi sono maggiori è al centro del campo: Raul Garcia ha le potenzialità per diventare uno dei centrocampisti spagnoli più completi: ha forza fisica, visione di gioco, geometrie, gran tiro col destro, ottimi mezzi nel gioco aereo, ma non ha ancora completato la sua maturazione sul piano della personalità e della continuità, quindi potrebbe non essere ancora pronto per assumere le redini del centrocampo colchonero. Ciò assicura ancora all’ esperto Maniche un vantaggio competitivo nei suoi confronti, nonostante la passata stagione negativa del dinamico portoghese.
Cléber Santana è invece un’ incognita: sinceramente l’ ho visto troppo poco per dare un giudizio dettagliato, mi sembra una mezzala (nel Santos Luxemburgo lo utilizzava come mezzapunta destra nel suo famoso 4-2-2-2) dal buon destro, intelligente, versatile e con discrete doti di faticatore. Il giovane Miguel De Las Cuevas, dopo una stagione intera out per infortunio, aspetta e spera di avere una chance.
Chi avrebbe più qualità di tutti è Jurado, ma ahimè gli spazi sembrano più che mai chiusi per lui: nel doble pivote è tagliato fuori perché Aguirre esige giocatori più fisici, sulla trequarti gli verrà preferito un incursore come Maxi o in ogni caso, col passaggio al 4-4-2, un’ altra punta come Agüero, mentre sulle fasce la società ha investito una fortuna per assicurarsi elementi ben più specializzati dell’ ex madridista. Quando però Aguirre si troverà a fare i conti con una certa carenza in sede di ultimo passaggio, allora si accorgerà che deve fare i conti col genietto andaluso. Altra posizione che avrebbe bisogno di un salto di qualità è quella di centrocampista difensivo: Luccin o Costinha, non si scappa. Il portoghese è stato uno dei giocatori peggiori di tutta la scorsa Liga, un vero disastro, il francese, promessa mai mantenuta, diventa importante solo a tratti, e questo in un ruolo così cruciale non si può concedere. Più senso della posizione Costinha, più potenza e dinamismo Luccin. La società comunque punta al madridista Javi Garcia.
ATTACCO
Diego Forlan mi ha sempre suscitato sensazioni ambivalenti. Attaccante atipico, non da area di rigore, preferisce svariare su tutto il fronte d’ attacco e cercarsi lo spazio per la conclusione da fuori (anche lui è praticamente ambidestro, e non di rado estrae dal cilindro dei gol meravigliosi) e si trova sicuramente più a suo agio, in campo aperto, pericolosissimo sul filo del fuorigioco. Non è quello che si dice un bomber spietato, può sbagliare anche gol facilissimi, ma poi a periodi di digiuno ne alterna altri in cui va di doppietta in doppietta, portandosi in ordine col bilancio delle reti stagionali. Non è il tipo ideale per i cross di Simao e Reyes, ma può avere un dialogo con Agüero migliore di quello che aveva Torres.
Eccoci arrivati proprio al “Kun”: il suo problema è che si trova in una piazza dove se ne infischiano se lui ha 19, 25 o 40 anni e dove vogliono tutto e subito. Duro compito, con la concorrenza peraltro nettamente aumentata rispetto all’ anno scorso. E’ un attaccante anche lui un po’ difficile da inquadrare, ha il fisico e la tecnica della seconda punta, ma dove veramente rende è negli spazi stretti dell’ area di rigore, nei quali disegna piccoli capolavori che hanno già il copyright. Col pallone fra i piedi si sa muovere con intelligenza e malizia (pure troppa…), nonostante il fisico non privilegiato usa bene il corpo per difendere palla, al momento di concludere sa sempre scegliere la soluzione adeguata ed ha un tocco di palla splendido, ideale anche negli uno-due col compagno di reparto. Il suo punto debole, oltre ovviamente al colpo di testa, resta il gioco senza palla: aspetta troppo il pallone invece che cercare di smarcarsi e questo finisce troppo spesso per tagliarlo fuori dal gioco.
Mista è la terza opzione, buona per la sua versatilità sia per aggiungere peso in area di rigore che per creare i collegamenti col centrocampo. Se Mista troverà pochi spazi, ancora più difficile che ne trovi il 18enne brasiliano Diego Costa, descritto come un grande talento (io l’ ho visto solo in uno spezzone col Braga in Uefa contro il Parma, stupendo gol in mezza rovesciata) utilizzabile sia al centro che largo sulla fascia. Extracomunitario in esubero, dovrebbe essere girato in prestito in Portogallo o ad un altro club spagnolo. Destino analogo dovrebbe avere anche il canterano Braulio, richiesto ultimamente dal Valladolid: reduce da un’ ottima stagione in Segunda al Salamanca, è una prima punta non molto dotata sul piano tecnico però opportunista sotto rete ed efficace in profondità.
PROSPETTIVE
Dal sesto al quarto posto.
L’ estate colchonera si era aperta con la decisione, finalmente saggia, di confermare il tecnico Aguirre, importante per dare almeno un po’ di continuità e di ordine, ma soprattutto si era aperta con una cesura storica come quella della partenza di Fernando Torres, non più “el Niño” ma “the Kid”, ora che ha accolto l’ invito di Benitez ad Anfield. Partenza che, andando oltre le comprensibili ferite al sentimento dei tifosi, non poteva non verificarsi, andando perfettamente incontro sia alle esigenze di competitività internazionale del giocatore sia alle esigenze economico-strategiche della società madrilena. La bellezza di trentasei milioni di euro reinvestiti subito su Forlan (21 milioni), mentre successivamente son maturati gli ingaggi dei secondo me veri fiori all’ occhiello del mercato dell’ Atlético, Simao e Reyes, senza dimenticare comunque l’ importanza degli arrivi di Raul Garcia e Luis Garcia, che con Abbiati, Diego Costa e Cléber Santana hanno completato una campagna acquisti davvero aggressiva.
Ma l’ estate dell’ Atlético non è stata solo chiacchiere e mercato: l’ Intertoto ha richiesto subito un importante impegno agonistico, soddisfatto in una maniera o nell’ altra. Figuraccia in Romania col Gloria Bistrita rimediata al Calderon dal golletto di Forlan (il quale, come anche Agüero, aveva appositamente interrotto le proprie vacanze per raddrizzare la barca), ora il prossimo impegno sarà nel secondo turno preliminare di Uefa contro i serbi del Vojvodina. Intanto, l’ Atlético ha appena concluso il suo impegno al Torneo di Amsterdam: luci e ombre, partitaccia e sconfitta netta con l’ Ajax, progressi sul piano dell’ atteggiamento nel 3-1 rifilato alla Lazio (con gol notevoli dei nuovi acquisti Luis Garcia e Reyes).
Aguirre saldo in sella, quindi continuità sul piano tattico: immutabile la difesa a 4, poi si può discutere, a seconda delle tante risorse offerte dalla rosa, se si tratti di 4-4-2, 4-4-1-1 oppure, ipotesi più improbabile, 4-3-3, modulo cui inviterebbero soprattutto le caratteristiche molto offensive di Simao e Reyes e quelle di un incursore puro come Maxi Rodriguez (che, coperte le spalle da un uomo davanti alla difesa, potrebbe godere di maggior libertà d’ azione nelle zone interne del centrocampo, discorso valido anche per Raul Garcia).
Difesa abbastanza alta, aggressività e solidità in mezzo al campo, ricerca costante degli esterni: queste le basi risapute del calcio di Aguirre, che deve però lavorare, e tanto, sulla qualità e la velocità della circolazione del pallone (ma anche più movimento senza palla dalla trequarti in su non guasterebbe), vera croce per i tifosi torturati l’ anno scorso da miriadi di esibizioni penose. In fase difensiva (su una base di organizzazione e di uomini comunque discreta) si dovrà invece lavorare su certi ricorrenti e sconcertanti cali di concentrazione, problema più collettivo che individuale, che emerge soprattutto nelle situazioni di palla inattiva.
DIFESA
In porta, ballottaggio non proprio entusiasamante fra Leo Franco e Abbiati: nettamente favorito l’ argentino (a volte un po’ scomposto ed avventato negli interventi), per i meriti accumulati nella buona scorsa stagione, a fronte di un Abbiati che da tempo ha perso slancio (già tutt’ altro che impeccabile al suo esordio colchonero, vedi il gol preso da Sneijder contro l’ Ajax).
A destra, sicuro il posto di Seitaridis: il greco mi è sempre piaciuto per la sua affidabilità difensiva e la grande facilità di corsa. Sufficientemente completo nelle due fasi, si sovrappone con costanza, ma gli manca qualità quando va al cross. Il rendimento nella stagione trascorsa poi non è stato certo soddisfacente, fra eccessi di agonismo e qualche grossolana ingenuità. Non è copertissimo questo settore, visto che la riserva Valera, laterale di caratteristiche spiccatamente offensive (impiegabile anche da esterno di centrocampo), si infortuna troppo spesso. Comunque, c’è sempre pronta la soluzione Perea, terzino destro con Carlos Bianchi ai tempi del Boca.
Incredibilmente dotato sul piano atletico, eccezionalmente reattivo ed elastico, il colombiano sembra che abbia le molle ed è il difensore forse più veloce di tutto il calcio mondiale. Indubbiamente l’ elemento più adatto della rosa per una difesa alta ed aggressiva, ha però la grave pecca di una concentrazione che va e viene, e se ti piazzi male non sempre puoi salvarti con la velocità, la quale poi non ti serve proprio a nulla se lasci l’ avversario libero di colpire nell’ area piccola.
Perea deve tornare quello di un paio d’ anni fa, quando con Pablo componeva la miglior coppia difensiva di tutta la Liga. Pablo dei due è quello che ha sofferto la crisi maggiore: contestato dai tifosi l’ anno scorso (per un suo abboccamento estivo con l’ odiato Real Madrid), insidiato dai contrattempi fisici, raramente ha offerto un rendimento all’ altezza. Centrale altissimo, ha i suoi punti di forza nel gioco aereo, nel senso della posizione e nel tempismo e precisione degli interventi. E’ un giocatore intelligente e sveglio, ma accusa la mancanza di velocità in una linea di difesa schierata alta (discorso che vale ancora di più quando gioca in nazionale), per cui una volta che gli prendono le spalle è fritto.
Nelle incertezze dei due titolari si è inserito il giovane portoghese Zé Castro, elegante e dalle buone potenzialità, ma un po’ carente di aggressività e decisione negli interventi. Altra opzione, di buon livello, aggiuntasi durante la scorsa stagione, è il brasiliano campione del mondo (con l’ Internacional) Fabiano Eller: centrale mancino di buona personalità, rapido e deciso nell’ anticipo, ha buona reattività nello spazzare la sua area, ma nel gioco aereo, nonostante la buona scelta di tempo, può soffrire giocatori dalla stazza preponderante. Dei centrali è il più bravo ad impostare il gioco dalle retrovie, e questo ha la sua importanza.
Intatta anche la fascia sinistra: Antonio Lopez, anche se ha perso troppa spinta offensiva rispetto ai tempi dell’ Osasuna, resta un’ opzione preferibile, soprattutto sul piano difensivo e della continuità di rendimento, rispetto a Pernia, del quale nella scorsa stagione è stata svelata tutta la sopravvalutazione. L’ argentino ha evidenti carenze in fase difensiva, sia nell’ uno contro uno che nelle diagonali e nelle chiusure, e non è nemmeno così irresistibile, al di là delle pericolose traiettorie del suo mancino, in quella offensiva.
CENTROCAMPO
Il reparto più delicato, oggetto dei maggiori interventi di riparazione in questo mercato estivo, volti ad ovviare alle carenze di creatività nelle zone interne e di imprevedibilità sugli esterni. Il secondo problema è stato risolto meglio del primo, a mio parere: da Maxi/Galletti/Petrov si è passati a Simao/Reyes/Luis Garcia/Maxi, tutto un altro mondo.
Simao, lontano parente del giocatore acerbo che al Barça ebbe l’ improba responsabilità di sostituire Figo (sia con lui che con Quaresma i blaugrana sbagliarono i tempi dell’ acquisto, non certo la scelta del giocatore), è la certezza maggiore: ala di consolidata classe internazionale, sul breve è una scheggia, salta l’ uomo e arriva sul fondo con estrema facilità, senza problema alcuno a giocare sia a destra che a sinistra, qui forse meglio ancora perché ha l’ opportunità di rientrare sul destro, micidiale nelle conclusioni a girare sul secondo palo (l’ Atlético tra le altre cose guadagna anche una temibilissima opzione sui calci piazzati).
Reyes è scommessa più ardita, ma anche più intrigante: fare del talento più irregolare del calcio spagnolo un giocatore finalmente vero. Ti gioca una stagione orrenda e poi all’ ultima giornata ti fa vincere la Liga con due spunti di estro puro, è evidente che la continuità non è il suo forte. Perfettamente intercambiabile con Simao, potrà essere utilizzato a sinistra, per sfruttarne la velocità e i cross, oppure a destra (come ieri con la Lazio), per sfruttarne il sinistro di prim’ ordine nelle conclusioni dalla distanza o nelle rifiniture sulla trequarti. Nonostante questi vantaggi, sulla destra il giocatore mi pare un po’ legato, e resta chiaro che il suo ruolo migliore sarebbe sempre quello di seconda punta, dove incontra migliori opportunità per le sue finte e i suoi cambi di direzione. Anche Luis Garcia non è un esterno classico, di quelli che cercano il fondo, ma preferisce partire defilato (anche lui sia a destra che a sinistra: Aguirre gongola per l’ infinità di combinazioni possibili) per poi tagliare fra le linee di difesa e centrocampo avversarie. Un giocatore checol movimento toglie punti di riferimento agli avversari, dagli ottimi numeri nello stretto, pericolosissimo e spettacolare nelle conclusioni da fuori, col raro privilegio di essere praticamente ambidestro.
Tutti questi investimenti sulle fasce consentono finalmente di liberare Maxi Rodriguez nelle zone dove può fare veramente male: privo di spunto sulla fascia, molto poco appariscente, è un giocatore letale come pochi altri negli inserimenti sotto porta, sveglio e sempre pronto a cogliere l’ occasione. Impiegato in zona centrale, come supporto a un’ unica punta o come mezzala, potrà concentrarsi meglio sulle sue micidiali conclusioni dal limite. E’ l’ importanza di avere un giocatore in più in aiuto al centrocampo che al tempo stesso ti assicura un buon numero di gol che mi fa pensare che inizialmente Aguirre preferirà Maxi ad un giocatore sicuramente più talentuoso come Agüero.
Dove i dubbi sono maggiori è al centro del campo: Raul Garcia ha le potenzialità per diventare uno dei centrocampisti spagnoli più completi: ha forza fisica, visione di gioco, geometrie, gran tiro col destro, ottimi mezzi nel gioco aereo, ma non ha ancora completato la sua maturazione sul piano della personalità e della continuità, quindi potrebbe non essere ancora pronto per assumere le redini del centrocampo colchonero. Ciò assicura ancora all’ esperto Maniche un vantaggio competitivo nei suoi confronti, nonostante la passata stagione negativa del dinamico portoghese.
Cléber Santana è invece un’ incognita: sinceramente l’ ho visto troppo poco per dare un giudizio dettagliato, mi sembra una mezzala (nel Santos Luxemburgo lo utilizzava come mezzapunta destra nel suo famoso 4-2-2-2) dal buon destro, intelligente, versatile e con discrete doti di faticatore. Il giovane Miguel De Las Cuevas, dopo una stagione intera out per infortunio, aspetta e spera di avere una chance.
Chi avrebbe più qualità di tutti è Jurado, ma ahimè gli spazi sembrano più che mai chiusi per lui: nel doble pivote è tagliato fuori perché Aguirre esige giocatori più fisici, sulla trequarti gli verrà preferito un incursore come Maxi o in ogni caso, col passaggio al 4-4-2, un’ altra punta come Agüero, mentre sulle fasce la società ha investito una fortuna per assicurarsi elementi ben più specializzati dell’ ex madridista. Quando però Aguirre si troverà a fare i conti con una certa carenza in sede di ultimo passaggio, allora si accorgerà che deve fare i conti col genietto andaluso. Altra posizione che avrebbe bisogno di un salto di qualità è quella di centrocampista difensivo: Luccin o Costinha, non si scappa. Il portoghese è stato uno dei giocatori peggiori di tutta la scorsa Liga, un vero disastro, il francese, promessa mai mantenuta, diventa importante solo a tratti, e questo in un ruolo così cruciale non si può concedere. Più senso della posizione Costinha, più potenza e dinamismo Luccin. La società comunque punta al madridista Javi Garcia.
ATTACCO
Diego Forlan mi ha sempre suscitato sensazioni ambivalenti. Attaccante atipico, non da area di rigore, preferisce svariare su tutto il fronte d’ attacco e cercarsi lo spazio per la conclusione da fuori (anche lui è praticamente ambidestro, e non di rado estrae dal cilindro dei gol meravigliosi) e si trova sicuramente più a suo agio, in campo aperto, pericolosissimo sul filo del fuorigioco. Non è quello che si dice un bomber spietato, può sbagliare anche gol facilissimi, ma poi a periodi di digiuno ne alterna altri in cui va di doppietta in doppietta, portandosi in ordine col bilancio delle reti stagionali. Non è il tipo ideale per i cross di Simao e Reyes, ma può avere un dialogo con Agüero migliore di quello che aveva Torres.
Eccoci arrivati proprio al “Kun”: il suo problema è che si trova in una piazza dove se ne infischiano se lui ha 19, 25 o 40 anni e dove vogliono tutto e subito. Duro compito, con la concorrenza peraltro nettamente aumentata rispetto all’ anno scorso. E’ un attaccante anche lui un po’ difficile da inquadrare, ha il fisico e la tecnica della seconda punta, ma dove veramente rende è negli spazi stretti dell’ area di rigore, nei quali disegna piccoli capolavori che hanno già il copyright. Col pallone fra i piedi si sa muovere con intelligenza e malizia (pure troppa…), nonostante il fisico non privilegiato usa bene il corpo per difendere palla, al momento di concludere sa sempre scegliere la soluzione adeguata ed ha un tocco di palla splendido, ideale anche negli uno-due col compagno di reparto. Il suo punto debole, oltre ovviamente al colpo di testa, resta il gioco senza palla: aspetta troppo il pallone invece che cercare di smarcarsi e questo finisce troppo spesso per tagliarlo fuori dal gioco.
Mista è la terza opzione, buona per la sua versatilità sia per aggiungere peso in area di rigore che per creare i collegamenti col centrocampo. Se Mista troverà pochi spazi, ancora più difficile che ne trovi il 18enne brasiliano Diego Costa, descritto come un grande talento (io l’ ho visto solo in uno spezzone col Braga in Uefa contro il Parma, stupendo gol in mezza rovesciata) utilizzabile sia al centro che largo sulla fascia. Extracomunitario in esubero, dovrebbe essere girato in prestito in Portogallo o ad un altro club spagnolo. Destino analogo dovrebbe avere anche il canterano Braulio, richiesto ultimamente dal Valladolid: reduce da un’ ottima stagione in Segunda al Salamanca, è una prima punta non molto dotata sul piano tecnico però opportunista sotto rete ed efficace in profondità.
PROSPETTIVE
Dal sesto al quarto posto.
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