martedì, giugno 26, 2007

Bilancio Barça.

Non ha segnato la fine di un ciclo, perché la pensione per gli assi blaugrana è ancora lontana, ma è stata certamente una catastrofe sportiva la stagione 2006-2007 del Barça. Partito per vincere tutto, non ha vinto nulla, perché è meglio evitare di arrossire rivendicando la Supercoppa di Spagna o la Copa Catalunya. Supercoppa Europea e Mondiale per Club, anche se i segnali d’ allarme non erano mancati, si potevano pure lasciar passare, perché sono gare secche e tutto può succedere, ma l’ uscita prematura e strameritata dalla Champions e soprattutto la Coppa del Re e la Liga hanno consumato il disastro. Vergognoso lo 0-4 di Getafe, impegno e tensione sotto-zero, quanto di più detestato da ogni tifoso che si rispetti; da mettersi le mani nei capelli il modo in cui è stata buttata via una Liga che a tutti sembrava non potesse sfuggire al Barça, anche a un Barça al 50%.
Ha pesato (più degli infortuni di Eto’o e Messi, alibi ovviamente in parte plausibile ma sin troppo facile) la classica sazietà di chi ha già vinto e, assordato dagli elogi, pensa di poter rivincere, stravincere soltanto scendendo dall’ autobus che porta allo stadio. Quella concentrazione, quella tensione e quella motivazione che gli anni scorsi avevano permesso di vincere tutto, quest’ anno hanno brillato per la loro assenza, e anche tatticamente la squadra, pur risultando la miglior difesa e il miglior attacco della Liga, ha perso i suoi equilibri classici. In certe, decisive, occasioni, si è vista addirittura uan squadra pavida e insicura nel gestire vantaggi apparentemente facili da amministrare o addirittura incrementare, vedi i 4 punti scappati nel finale, e in casa!, contro Betis ed Espanyol.
Poi ci ha messo tantissimo del suo Rijkaard, gestore insoddisfacente: molti dicono a causa della partenza di Ten Cate che era il vero tecnico dei due, sta di fatto che le scelte di Frank son costate punti importantissimi in questa Liga giocata sul filo di lana. Per cominciare, la gestione del turnover: gli intoccabili giocano sempre, gli altri vengono ruotati meccanicamente senza tenere troppo conto dello stato di forma e del tipo di avversario. Poi l’ indecisione su chi scegliere fra Iniesta, Deco e Xavi, indecisione accusata da un centrocampo dal filtro inesistente e che in alcune partite ha prodotto un 3-4-3 sconclusionato e folle, cha ha convinto solo al suo esordio in Coppa a Zaragoza, favorito dall’ effetto-sorpresa, ma che ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza ad Anfield ma soprattutto nel 3-3 col Madrid, la partita della svolta, letteralmente regalata da un Rijkaard che consegnò gli immensi spazi della propria trequarti al genio intermittente di Guti.
Al di là dei proclami di Laporta contro gli indisciplinati e i festaioli delle notte catalane, bisogna porsi chiara la domanda se Rijkaard sarà in grado di gestire l’ anno prossimo una rosa sulla carta ben più impegnativa di quella già gestita in maniera così discutibile quest’ anno.

Barcelona. Punti: 76 (secondo classificato, direttamente alla fase a gironi di Champions). Vittorie: 22. Pareggi: 10. Sconfitte: 6.
Gol fatti: 78 (miglior attacco). Gol subiti: 33 (miglior difesa assieme al Getafe). Class. Marcatori: Ronaldinho 21 gol; Messi 14, Eto’o 11. Class. Assist: Eto’o 8; Deco 8; Ronaldinho 5.
Formazione tipo (4-3-3): Valdés; Zambrotta, Thuram (Marquez), Puyol, Van Bronckhorst (Sylvinho); Xavi, Iniesta (Edmilson), Deco; Messi (Giuly), Eto’o (Gudjohnsen), Ronaldinho. Allenatore: Rijkaard.


Uno per uno:

Valdés: In non poche occasioni, con l’ agilità fra i pali e la grande abilità nell’ uno contro uno con l’ attaccante avversario (vedi la parata sul pallonetto di Van Nistelrooy nel celeberrimo 3-3 col Madrid: sublime), ha salvato capra e cavoli, però ha macchiato una stagione potenzialmente eccellente con due incertezze pesantissime: quella sul gol di Bellamy nell’ andata col Liverpool e, ancora di più, il gol preso sul suo palo da Sobis nel fatale 1-1 casalingo col Betis. Voto: 6,5. Presenze in Liga: 38 (38 da titolare).

Zambrotta: Deludente. Ha faticato all’ inizio a trovare la forma migliore dopo il Mondiale e le misure giuste all’ interno degli schemi balugrana, poi ha avuto un periodo molto brillante ad inizio 2007 (la gara migliore quella casalinga col Zaragoza in Coppa del Re) per assestarsi infine su livelli regolari. Globalmente però non ha convinto: insufficiente e di qualità non indimenticabile la sua spinta, più affidabile di quella di Belletti ma con ricorrenti sbavature (nelle diagonali e nel tenere la linea del fuorigioco, vedi il gol di Pirés nella partita di Vila-Real) la fase difensiva. Voto: 5,5. Presenze: 29 (25 titolare, 4 sostituto). Gol: 3.
Thuram: Rincalzo d’ esperienza, è diventato titolare nella seconda parte della stagione con le disavventure di Marquez. Ha avuto evidenti difficoltà ad inizio stagione ad adattarsi al gioco del Barça, schierato con una difesa molto più alta rispetto alla media del campionato italiano: indeciso sui tempi dell’ intervento, troppo passivo e attendista quando occorreva accorciare sugli attaccanti avversari, poi col tempo ha assicurato un rendimento più che accettabile. Voto: 6. Presenze: 23 (23 titolare).
Puyol
: Lui non tradisce mai. Grande stagione, su livelli sicuramente migliori rispetto alla scorsa stagione, quando di tanto in tanto mostrò qualche segno di cedimento. Una scheggia nelle chiusure laterali, coraggiosissimo e provvidenziale negli interventi, trascinante negli anticipi. Purtroppo per lui non può vincere le partite da solo e non può nemmeno moltiplicarsi per tutto il campo quando Rijkaard decide di giocare senza centrocampo. Voto: 7,5. Presenze: 35 (35 titolare). Gol: 1.
Van Bronckhorst
: Al solito, senza infamia ma mai con troppa lode. Se nel Barça è diminuita negli ultimi tempi la spinta dei terzini, lui è un chiaro responsabile, nonostante sappia scegliere bene i tempi dell’ inserimento (in alcune partite di fine stagione è stato fra i migliori). Fase difensiva appena sufficiente, ha mostrato di soffrire tanto i dribblatori rapidi (vedi Estoyanoff, che al Riazor lo fece a pezzettini). Voto: 5,5. Presenze: 23 (20 titolare, 3 sostituto).
Belletti: Rijkaard conta sempre meno su di lui, la stagione è negativa ma le presenze son state troppo poche e se non gode di fiducia è raro che possa esprimere la sua miglior spinta. Son rimasti più che altro i disastri in fase difensiva, svagato come pochi sulle diagonali nella sua area, Montjuic come capolavoro dell’ horror, pesanti responsabilità nella sconfitta casalinga col Liverpool. Lontani i tempi del grande Belletti del 2004-2005. Voto: 5. Presenze: 13 (9 titolare, 4 sostituto).
Marquez
: Una delle colonne, incappato in una stagione veramente da dimenticare. Aveva cominciato la stagione su livelli regolari, ma iniziato il 2007 è entrato in una dinamica catastrofica, con disattenzioni e regali agli avversari troppo clamorosi per essere stato proprio lui a commetterli (retropassaggio strozzato per il gol di Guiza a Getafe, stupidaggini in serie in Coppa del Re con l’ Alaves, tragicomico assist di testa per l’ 1-2 di Riise nella partita ammazza-Champions col Liverpool). Impiegato anche a centrocampo (soprattutto col compito impossibile di equilibrare quel mostruoso 3-4-3), assente nel finale di stagione. Una priorità recuperarlo.Voto: 5. Presenze: 21(20 titolare, 1 sostituto). Gol: 1.
Oleguer
: Con gli acquisti di Thuram la sua presenza ha avuto un brusco, inevitabile e giusto ridimensionamento, è stato impiegato poco (con maggiore intensità quando Rijkaard lo ha riproposto terzino destro per ridare corretti principi difensivi ai suoi dopo i disastri del Montjuic) ma ha quasi sempre svolto il suo compito correttamente. Unica partita disastrosa, il 3-3 col Real Madrid, espulsione a fine primo tempo figlia più che dei suoi limiti dello schieramento sciagurato di Rijkaard. Voto: 6. Presenze: 25 (11 titolare, 14 sostituto).
Sylvinho
: Non capisco molto il suo caso: è il più dotato tecnicamente dei terzini, il più bravo a spingere, tutto sommato sufficiente in copertura, eppure Rijkaard sembra prenderlo poco in considerazione, tutt’ al più per gare contro squadre piccole nelle quali possa sfogarsi nella sua stupenda intesa con Ronaldinho. Voto: s.v. Presenze: 13 (11 titolare, 2 sostituto).

Xavi
: Non è tornato sugli strepitosi livelli pre-infortunio, però al di là del fatto che la sua è stata una stagione senza particolari picchi tanto in positivo quanto in negativo, resta sempre un giocatore fondamentale, e difficilmente sostituibile, per il possesso-palla, una vera calamita. Potrebbe fare qualche gol in più. Voto: 6,5. Presenze: 35 (31 titolare, 4 sostituto). Gol: 3.
Iniesta
: Il miglior giocatore della stagione blaugrana, il miglior giovane spagnolo assieme a Silva. Si è consacrato appieno, nonostante un calo nel finale di stagione: splendida padronanza della sfera, soluzioni semplici e geniali al tempo stesso, una rapidità e una brillantezza nell’ eseguire le giocate raramente vista. Rijkaard se n’è un po’ approfittato di questo suo stato di grazia, sballottandolo qua e là per il campo: interessante come finta ala destra (con intelligenti inserimenti in area), sacrificato e incolpevolmente dannoso per gli equilibri della squadra davanti alla difesa nel centrocampo con Deco e Xavi, addirittura assurdo da terzino sinistro aggiunto nel 3-4-3, sebbene Andres metta sempre la stessa dedizione dovunque giochi. Voto: 8. Presenze: 37(28 titolare, 9 sostituto). Gol: 6.
Deco
: Alterno, in alcuni periodi palesemente fuori forma, in ritardo negli interventi e sottoritmo col pallone fra i piedi, non sono mancate comunque le occasioni nelle quali ha fatto valere la sua classe e la sua grande personalità. Voto: 6,5. Presenze: 31 (31 titolare). Gol: 1.
Edmilson
: Davanti alla difesa è il giocatore più affidabile della rosa attuale, e Rijkaard, al di là dei soliti infortuni del giocatore (che ne avrà anche per l’ inizio della prossima stagione), avrebbe dovuto tenerlo in conto prima di intestardirsi in scelte controproducenti come quella dei “tre piccoletti”. Poco aggressivo anche se spesso ben posizionato, diventa un punto debole quando ha il pallone tra i piedi, perché al di là delle buoni doti tecniche (e di un lancio a lungo gittata davvero stupendo) fatica a liberarsi del pallone in uno-due tocchi, attirando facilmente il pressing avversario. Voto: 6. Presenze: 26 (22 titolare, 4 sostituto).
Motta: La delusione principale della stagione. Scommessa persa da Rijkaard, che lo ha riproposto con forza davanti alla difesa dopo la parentesi iniziale della Liga 2004-2005 (interrottasi bruscamente per Motta nelle prime giornate causa grave infortunio), si è dimostrato chiaramente inadeguato al ruolo. Lento e svagato, reattività ai minimi termini, palle perse ed interventi sempre in ritardo con appresso l’ immancabile cartellino giallo, pessimo nelle gare di Champions con Chelsea e Liverpool, tanto per fare due esempi. Sotto accusa anche la sua condotta fuori dal campo (discorso uguale per Marquez), è stato messo ai margini nella seconda parte della stagione. Voto: 5. Presenze: 14 (5 titolare, 9 sostituto).

Messi: Peccato che un infortunio ce lo abbia sottratto nella parte centrale della stagione, poteva essere una temporada leggandaria la sua. Anche con così poco, ha trovato modo di entrare nella storia, nel male col gol di mano all’ Espanyol, ma soprattutto nel bene col furto di copyright a Maradona contro il Getafe in Coppa del Re, senza dimenticare la tripletta al Real Madrid. Di Diego (e Ronaldinho) gli manca la capacità di rifinire e un po’ di sensibilità di tocco, si direbbe quasi che è un giocatore monotono nelle sue azioni, testardamente dirette sempre e solo alla porta avversaria… Però è la monotonia di una magia che si ripete di partita in partita, gli avversari saltati come birilli e il pubblico che freme in attesa di una nuova impresa. E’ incredibile la personalità che mostra per la sua età, più l’ avversario è prestigioso, più lo stadio è importante e più lui fa la voce grossa. La vera preoccupazione è la fragilità fisica, perché sennò state certi che nel calcio mondiale nessuno ne terrà il passo nei prossimi anni. Voto: 8. Presenze: 26 (23 tit., 3 sost.). Gol: 14.
Eto’o
: Troppo importante per questa squadra. E’ lui che dà sfogo in profondità a un possesso-palla altrimenti a forte rischio sterilità (come è stato in effetti in alcune partite prima del suo rientro), è lui che dà il la al pressing in fase di non possesso, è lui che fa i gol, tanti gol… Media gol/ minuti giocati notevole, va però detto che in un periodo la sua abbuffata di gol mangiati, specialmente con Villarreal e Betis, è costata punti preziosissimi. Con l’ estate avrà modo di ritrovare la forma migliore prima dell’ infortunio. Al di là delle uscite impulsive e fuori luogo, credo che in pochi come lui sappiano pensare al bene della squadra prima che al proprio. Voto: 7. Presenze: 19 (17 tit., 2 sost.). Gol: 11.
Ronaldinho
: Non ingannino i 21 gol, record personale, è stato lontanissimo dal miglior Ronaldinho. Pochissimi gli allenamenti, scarsa la condizione atletica, privo del suo storico spunto esplosivo si è limitato a giocare da fermo, decidendo con calci piazzati (fondamentale nel quale è diventato assoluto specialista dopo i lamentabili tentativi di qualche anno fa) o con impareggiabili giocate isolate alcune partite, anche se la sola classe non gli è bastata per evitare brutte figure in altri match dove il ritmo e l’ attenta marcatura avversaria lo hanno sovrastato (Bernabeu, Stamford Bridge, con Internacional e Liverpool…). Voto: 6,5. Presenze: 32 (32 tit.). Gol: 21.
Giuly: E’ giunta al capolinea l’ avventura blaugrana di questa preziosa arma tattica. Solita spola fra campo e (soprattutto) panchina ad inizio stagione, spesso titolare con l’ infortunio di Messi (alternato con Iniesta sulla destra dell’ attacco), trascurato da Rijkaard, che ne ha verificato come tutti un calo evidente nel rendimento, nel finale di stagione. Probabile pedina di scambio in questo mercato estivo. Voto: 5,5. Presenze: 27 (15 tit., 2 sost.). Gol: 3.
Gudjohnsen
: Non ha reso secondo gli auspici. Più legnoso di come ce lo si ricordasse al Chelsea (deve aver beneficiato dell’ intensità degli allenamenti del Barça…), è stato un errore acquistarlo come alternativa ad Eto’o e successore di Larsson, lui che è molto più attaccante di manovra che finalizzatore. Un po’ a disagio negli spazi stretti, pochissimo fiuto in area, alcune partite senza nemmeno fabbricarsi un occasione da gol, disastroso sottorete nella sconfitta del Bernabeu. Voto: 5,5. Presenze: 25 (14 tit., 11 sost.). Gol: 5.
Saviola
: Ha avuto il merito indubbio di riconquistarsi la fiducia di Rijkaard, che ad Agosto lo aveva senza mezzi termini escluso dalla rosa. Rifiutato ogni trasferimento, il Conejo ha pazientato sino a ritagliarsi uno spazio rilevante ad inizio 2007, quando, sottraendo il posto a Gudjohnsen, metteva dentro praticamente ogni pallone che toccava, striscia positiva che gli ha fruttato il titolo di capocanoniere della Coppa del Re con 7 gol. Contro il Liverpool però, alla sua grande occasione da titolare, si è mostrato non all’ altezza. Promessa sopravvalutata e non mantenuta, il contratto, onerosissimo, è finalmente scaduto (l’ ultimo legame con l’ era Gaspart). Voto: 6. Presenze: 18 (6 tit., 12 sost.). Gol: 5
Ezquerro
: Meno che comprimario, spiccioli per lui (e due dimenticabili presenze da titolare contro a Getafe e a Pamplona), fra i quali quello assolutamente inspiegabile nel finale della sfida Intercontinentale con l’ Internacional. Probabile possa tornare a Bilbao. Voto: s.v. Presenze: 9 (2 tit., 7 sost.). Gol: 1.

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