La nuova Liga/2: Barcelona/Vietato sbagliare.
Appena terminata una delle annate più disastrose della storia del Barça, almeno in rapporto alle iniziali premesse di Dominio del Pianeta Terra, la società ha “aggredito” da subito la nuova stagione, magari sviando un po’ certi problemi, ma indubbiamente manifestando coi suoi sforzi la volontà di riprendere il discorso dove lo si era lasciato.
Confermati in blocco, con la decisione secondo me più ragionevole, tutti i fuoriclasse offensivi, si è andati sul mercato senza badare a spese, mettendo sotto contratto nei settori meno coperti della rosa le opzioni migliori disponibili (ancora però non son state completate le necessarie operazioni in uscita: salutati Van Bronckhorst e Giuly, restano in esubero Motta, Ezquerro e Gudjohnsen)
Se Henry ha soddisfatto maggiormente il lato mediatico, Yaya Touré, Abidal e Milito (anche se l’ opzione preferita inizialmente era Chivu) rispondono a precise esigenze tecnico-tattiche. Acquisti che hanno anche il fine di accrescere la competizione interna e stimolare il rendimento di assi come Marquez, Deco e Ronaldinho parsi un po’ imborghesiti nella stagione passata (e a proposito di imborghesimento, la dirigenza ha varato un molto reclamizzato codice di disciplina interno, che sarà curioso vedere quanto verrà realmente rispettato alla prima insubordinazione).
La constatazione al termine di tutte queste operazioni è che il Barça 2007-2008 fa davvero paura, ma è una constatazione ambivalente. Se il potenziale accumulato pare francamente irresistibile nell’ arco di una Liga di 38 partite (diverso invece il discorso per la Champions: lì ti possono fregare fattori più casuali), potrebbe fare paura allo stesso Rijkaard la prospettiva di gestire una simile abbondanza, soprattutto fra centrocampo e attacco. Abbondanza che richiede un corposo e saggio turnover, in grado di gestire al meglio le personalità di così tanti fuoriclasse, compito nello svolgere il quale Rijkaard ha suscitato più di un dubbio già nella scorsa stagione.
Dal punto di vista tattico, la squadra deve invece ritrovare due caratteristiche tanto fondamentali nei successi degli anni scorsi quanto carenti nella depressione del 2006-2007, ovvero il pressing alto e la spinta sulle fasce. Gli equilibri di questo Barça si devono necessariamente sostenere su un baricentro molto avanzato, perché ciò permette alle due mezzeali (Xavi-Deco o Xavi-Iniesta), i veri motori del gioco, di agire nelle condizioni migliori: con un pressing avanzato e un rapido recupero del pallone gli si evita un lavoro di ripiegamento fino al limite della loro area che, specialmente per Xavi e Iniesta, si rivela estremamente scomodo (quindi se devi giocare col baricentro arretrato, conviene avanzare Yaya Touré a mezzala e aggiungere Edmilson davanti alla difesa, per avere così un centrocampo più fisico).
Altro aspetto in cui il Barça l’ anno passato ha dimostrato una certa flessione è quello della spinta sulle fasce: la qualità del gioco di squadra è sicuramente peggiorata, spesso affidata a monologhi di Messi, intuizioni di Ronaldinho o azioni rabbiose di Eto’o, senza adeguato accompagnamento del resto della squadra, soprattutto con le sovrapposizioni dei terzini, fondamentali se si pensa che Messi partendo da destra si accentra sempre (prevedibile nell’ intenzione ma sempre irresistibile nell’ esecuzione, il privilegio di essere fuoriclasse) e che Ronaldinho a sinistra non ci sta certo per fare l’ ala. I due creano quindi degli spazi sugli esterni che devono essere per forza coperti dalle sovrapposizioni dei terzini, le cui caratteristiche e il cui stato di forma saranno quindi determinanti (molto di più della semplice giustapposizione dei vari “galacticos”) per il gioco blaugrana.
Il modulo resterà lo storico 4-3-3: scelta logica, nonostante l’ inevitabile pressione mediatica per schierare tutti e quattro assieme Eto’o, Ronaldinho, Messi ed Henry (ma non è da escludere, che con Bojan e Giovani dos Santos a incombere, qualcuno proponga un “esa-dente”). Schierarli tutti e quattro forse sarebbe possibile in alcune partite contro squadre di infimo livello, incapaci di mettere in fila due passaggi, ma non può essere un progetto serio per tutta una stagione. Un assetto simile implicherebbe sempre il rischio di una squadra spezzata in due tronconi, ovvero la morte dell’ equlibrio e la morte del calcio, e andrebbe inoltre contro quelle che a tutta evidenza sono le caratteristiche dei centrocampisti presenti nella rosa blaugrana: centrocampisti che sono mezzeali-mezzepunte (Xavi, Iniesta, Deco) oppure difensori avanzati davanti alla difesa (Edmilson, Marquez). L’ unico in grado di interpretare le due fasi in una mediana con due centrali è Yaya Touré, ma questo evidentemente non basta.
Formazione tipo (4-3-3): Valdés; Zambrotta, Puyol, G. Milito (Marquez), Abidal; Xavi, Yaya Touré (Edmilson, Marquez), Deco (Iniesta); Messi, Eto’o (Henry), Ronaldinho (Henry).
DIFESA
Gabi Milito è forse il miglior specialista di tutta la Liga negli anticipi: nelle prime partite della stagione sostituirà l’ infortunato Puyol, ma dopo il rientro del capitano potrà comporre con questi una coppia di centrali estremamente aggressiva, ideale per tenere la difesa alta in partite di puro assedio casalingo (sebbene Milito sia tutt’ altro che veloce una volta l’ avversario gli ruba il tempo e si invola). Una coppia che però, al di là della grande elevazione di Milito, potrebbe andare in grande sofferenza quando si troverà ad affrontare centravanti-boa dalla stazza preponderante come ad esempio Drogba o Crouch. Thuram nel gioco aereo è fortissimo, ha grande esperienza, classe, eleganza e pulizia negli interventi, però è poco aggressivo nell’ accorciare, forse troppo abituato a giocare in difese più coperte e meno spregiudicate di quella del Barça, oltre che naturalmente meno reattivo ed esplosivo rispetto al fiore della sua carriera.
Ma tutti dovranno fare i conti con Rafa Marquez, che al meglio della sua forma è indiscutibile titolare a fianco di Puyol, uno dei migliori centrali del mondo, oltrettutto necessario per la sua grande capacità di impostare il gioco dalle retrovie, capacità che nessuno degli altri centrali blaugrana possiede. Deve però riscattare una scorsa stagione disgraziata, e in questo senso la sua eccellente Copa America è un segnale incoraggiante. L’ arrivo di Milito e le disavventure fisiche di Edmilson gli aprono comunque più spazi anche nel ruolo di “pivote” davanti alla difesa.
Oleguer rimane lì, sempre più riserva, pronto a prendersi le critiche in caso di risultato negativo: non è mai stato un grande difensore, ma non ha mai nemmeno impedito al Barça di vincere qualcosa. E’ un giocatore “di squadra”: se il collettivo gira, lui se la cava.
Come detto, fondamentale il contributo dei terzini. Rijkaard può pescare fra tre tipologie: offensivo (Belletti a destra, Sylvinho a sinistra), equilibrato (Zambrotta, a destra o a sinistra) o più difensivo (Abidal a sinistra, mentre l’ opzione Oleguer a destra è ultra-difensiva). Titolari Zambrotta e Abidal: Zambrotta dovrà migliorare molto il suo rendimento, soprattutto in fase offensiva. L’ acquisto di Abidal lo consegna ormai esclusivamente alla fascia destra, quando sarebbe invece la sinistra la corsia dove rende meglio.
Abidal aggiunge ben altro spessore atletico e solidità difensiva rispetto a Gio: falcata poderosa, forza nel gioco aereo impiegabili all’ occorrenza anche al centro (così giocava al Lille). I dubbi riguardano più che altro il suo apporto offensivo: non fa mai mancare le sovrapposizioni, ha velocità e resistenza da vendere, ma gli manca la qualità per arrivare sul fondo o per calibrare traversoni invitanti, e questo può essere un problema in una squadra dove i laterali difensivi diventano decisivi nel dare ampiezza e profondità alla manovra, un po’ come nel Brasile (ancora di più quando, con la cessione di Giuly, non restano più “extremos” nell’ attacco blaugrana).
Belletti e Sylvinho non sembrano contare granchè per Rijkaard: il primo non ha più trovato continuità dopo l’ ottima stagione 2004-2005, ed è temuto come la peste da Rijkaard per le sue “pittoresche” interpretazioni difensive, Sylvinho invece è rimasto soltanto perché ad andarsene è stato Van Bronckhorst. Comincia sicuramente ad essere vecchio, ma non ho mai capito la sua sottovalutazione da parte di Rijkaard: ha un rendimento continuo, tecnicamente è impeccabile (splendidi cross, duetti di qualità con Ronaldinho: sicuramente il più ficcante dei terzini blaugrana), ma il tecnico olandese lo vede soltanto in partite di secondo piano.
Tutto come prima in porta: Valdes fra i pali, Jorquera scalda la panchina e gioca in Coppa del Re.
CENTROCAMPO
Con Yaya Touré il Barça cerca sicurezza davanti alla difesa, dopo una stagione buttata via anche per l’ insostenibile friabilità del suo centrocampo. Ovvio che l’ armadio ivoriano il physique du role ce l’ abbia tutto (importante poi, come per l’ acquisto di Abidal, aver migliorato l’ arsenale nel gioco aereo), anche se questo non è mai stato finora il suo ruolo principale. Touré infatti è un centrocampista centrale-mezzala di una certa qualità, bravo anche a dare se necessario l’ ultimo passaggio, il cui raggio d’ azione è sempre stato piuttosto ampio, esteso fino alla trequarti avversaria, dove sa rendersi pericolosissimo con il suo destro dalla lunga distanza.
Direi quasi che più che un Edmilson il Barça ha acquistato un Van Bommel più forte, colmando una lacuna come quella dell’ incursore di centrocampo apertasi nella sua rosa proprio con la partenza dell’ olandese. Un po’ lento nei primi metri, Touré diviene semplicemente inarrestabile quando ha spazio per la sua progressione, devastante nel ribaltare l’ azione portandola dalla sua metacampo a quella avversario. Il Barça però lo ha comprato soprattutto per giocare bloccato davanti alla difesa, per cui dovrà limitare al massimo i suoi entusiasmi, cosa che inevitabilmente sottrarrà al bilancio blaugrana un potenziale di 5-6 gol a stagione.
Yaya Touré indiscutibile come “pivote”, ancora di più quando Edmilson si trova ai box per infortunio (e non era affatto da escludere una sua cessione al Milan senza questo contrattempo): il brasiliano assicura buona protezione alla difesa, senso tattico e cambi di gioco millimetrici, ma è pericolosa la sua lentezza nel liberarsi del pallone, che può far perdere palla in zone del campo delicatissime. Probabile che in certe gare di Champions lui e Touré possano venire utilizzati assieme, con l’ avanzamento dell’ ivoriano.
Xavi, Deco, Iniesta, tre uomini per due maglie: l’ eterno dilemma, sviato da Rijkaard l’ anno scorso con soluzioni deleterie come il 3-4-3 o il centrocampo ultraleggero, quest’ anno andrà affrontato con chiarezza e uso massiccio del turnover. Nonostante il livello sublime di Iniesta, la coppia meglio bilanciata resta per me Xavi-Deco: il primo è il più bravo di tutti nel dare continuità e razionalità alla manovra, oltre che il più abile disegnatore di passaggi nello spazio, il secondo è più completo di Iniesta, più esperto e abile anche in fase difensiva. Iniesta, nonostante venga sballottato più o meno in tutte le posizioni del campo e se la sbrighi con dedizione, è dei tre quello con le caratteristiche più del trequartista, il più abile nell’ uno contro uno oltrechè il più adatto a cambiare il volto di una partita entrando in corso d’ opera. Queste qualità, in assoluto preziosissime, lo rendono di incerta collocazione all’ interno dell’ assetto di Rijkaard, e, ahilui, relativamente più sacrificabile in panchina.
In queste prime amichevoli estive ha partecipato anche il canterano Marc Crosas, ragazzo molto interessante che nello stile di gioco ricorda non poco Pep Guardiola (ora neo-allenatore del Barça B: non vediamo l’ ora di vedere la sua intelligenza impegnata nel calcio che conta). Classico vertice basso del centrocampo “made in La Masia”: testa alta, lucide geometrie (bravissimo a verticalizzare nello spazio fra il terzino e il centrale avversario, una giocata che tenta spesso Pirlo), ma anche discreta grinta e applicazione nel recupero del pallone. Diciannove anni, probabile un prestito.
ATTACCO
Ronaldinho, Eto’o, Messi, Henry: poche altre squadre nell’ intera storia del calcio hanno potuto contare su un potenziale simile. Il turnover è l’ unica soluzione, senza dimenticare che a dare respiro a Rijkaard nel gennaio prossimo ci sarà l’ impegno in Coppa d’ Africa di Eto’o e che, purtroppo, nel calcio attuale gli infortuni sono una costante.
Comunque chi pare maggiormente al riparo dalla concorrenza è Messi: date infatti le caratteristiche dei quattro fuoriclasse, la bagarre per gli altri due posti pare infatti concentrarsi sugli elementi che più gravitano sul centro-sinistra del tridente, ovvero Ronaldinho (mai utilizzato sulla destra da Rijkaard), Henry (lo sanno anche i muri che la sua azione preferita è portare all’ esaurimento nervoso il terzino destro avversario) ed Eto’o (a dire il vero si può spostare anche a destra, però è solo partendo da sinistra che ha a disposizione l’ angolo di tiro ideale).
Credo che questa sarà una grande stagione per Ronaldinho: ha saltato la Copa America, ha avuto più tempo per rifiatare e lavorare per ritrovare la sua brillantezza (lo spunto esplosivo che lascia sul posto l’ avversario, gli è mancato troppo l’ anno scorso), e la rinnovata concorrenza è la molla ideale per tornare il migliore di tutti. Eto’o non poteva proprio andarsene: è il catalizzatore e l’ apriscatole del gioco blaugrana, difficile farne a meno.
Henry è reduce da un lungo stop per infortunio, bisogna ancora vedere come recupererà la forma. Ha perso un po’ di velocità, ma gli resta un repertorio immenso, ideale non solo per trovare la via del gol ma anche per favorire l’ azione dei compagni. Impiegato al centro dell’ attacco, ha tre possibili movimenti che ampliano ulteriormente il già sterminato repertorio offensivo blaugrana (cui manca, è storia vecchia, soltanto il gioco aereo): può verticalizzare in profondità, difficile da contenere negli spazi fra il portiere e la linea di difesa avversaria; essendo un buon assist-man, può anche venire incontro sulla trequarti, scambiare e servire i tagli dei compagni d’ attacco; infine, può smarcarsi con un movimento dal centro verso le fasce, movimento che apre tantissimi spazi alle azioni a convergere verso il centro di Messi e Ronaldinho e che gli consente inoltre di portarsi in una situazione di uno contro uno col terzino, situazione che predlige soprattutto sulla sinistra quando mette l’ avversario di fronte alla scomoda alternativa fra una fuga sul fondo e un colpo di biliardo indirizzato verso il secondo palo, vera specialità della casa.
Come se non bastassero i “Fantastici Quattro”, a creare imbarazzi a Rijkaard ci si sta mettendo pure la sfrontatezza dei gioielli della cantera, Giovani dos Santos e Bojan Krkic. Il 18enne messicano ha finalmente ottenuto il passaporto comunitario, e reclama spazio con le sue ottime prestazioni nelle ultime amichevoli. Mancino, ha baricentro basso, movimenti agili, spunto brillante e imprevedibili cambi di direzione. Come per Messi, anche per lui la posizione più adatta sembra sulla destra del tridente: la fascia sinistra ne limita l’ estro, mentre giocando al centro (come nel recente Mondiale Under 20 col Messico) si trova spesso spalle alla porte, nonostante la buona difesa del pallone, e rischia di rimanere troppo schiacciato sui centrali avversari.
Bojan per me è di livello ancora superiore, della stessa pasta di Messi: nato per giocare a calcio. Sbalorditiva naturalezza che, nell’ amichevole col Dundee, lo porta ad avviare un’ azione da gol già al primo pallone toccato, e a duettare con un gigante come Henry come se i due si conoscessero da una vita, e poco importa se Rijkaard lo fa partire da destra, neanche per sogno la sua posizione (vive per il gol, ma non deve fare il punto di riferimento là davanti, sembra più una seconda punta che ha bisogno di libertà d’ azione, specialmente partendo da sinistra). In attesa che completi la sua maturazione fisica e tattica, il Barça e la RFEF intanto hanno già ingaggiato per lui una battaglia che neanche Kramer contro Kramer: i catalani volevano che Bojan continuasse la preparazione con la prima squadra, ma la federazione l’ ha spuntata convocando il giocatore per il ritiro in vista del prossimo Mondiale Under 17 in Corea del Sud.
PROSPETTIVE
Attualmente, in attesa che il Real Madrid si dia una mossa, ha un 70% di possibilità di vincere la prossima Liga. Molto più difficile la Champions, che da quando è tornata all’ eliminazione diretta fin dagli ottavi tende a premiare più chi compie meno errori rispetto a chi osa di più, con la non casuale tendenza a portare in finale squadre spesso già tagliate fuori nei rispettivi campionati. In ogni caso, una competizione fra queste due il Barça è obbligato a vincerla, non ha vie di scampo.
Confermati in blocco, con la decisione secondo me più ragionevole, tutti i fuoriclasse offensivi, si è andati sul mercato senza badare a spese, mettendo sotto contratto nei settori meno coperti della rosa le opzioni migliori disponibili (ancora però non son state completate le necessarie operazioni in uscita: salutati Van Bronckhorst e Giuly, restano in esubero Motta, Ezquerro e Gudjohnsen)
Se Henry ha soddisfatto maggiormente il lato mediatico, Yaya Touré, Abidal e Milito (anche se l’ opzione preferita inizialmente era Chivu) rispondono a precise esigenze tecnico-tattiche. Acquisti che hanno anche il fine di accrescere la competizione interna e stimolare il rendimento di assi come Marquez, Deco e Ronaldinho parsi un po’ imborghesiti nella stagione passata (e a proposito di imborghesimento, la dirigenza ha varato un molto reclamizzato codice di disciplina interno, che sarà curioso vedere quanto verrà realmente rispettato alla prima insubordinazione).
La constatazione al termine di tutte queste operazioni è che il Barça 2007-2008 fa davvero paura, ma è una constatazione ambivalente. Se il potenziale accumulato pare francamente irresistibile nell’ arco di una Liga di 38 partite (diverso invece il discorso per la Champions: lì ti possono fregare fattori più casuali), potrebbe fare paura allo stesso Rijkaard la prospettiva di gestire una simile abbondanza, soprattutto fra centrocampo e attacco. Abbondanza che richiede un corposo e saggio turnover, in grado di gestire al meglio le personalità di così tanti fuoriclasse, compito nello svolgere il quale Rijkaard ha suscitato più di un dubbio già nella scorsa stagione.
Dal punto di vista tattico, la squadra deve invece ritrovare due caratteristiche tanto fondamentali nei successi degli anni scorsi quanto carenti nella depressione del 2006-2007, ovvero il pressing alto e la spinta sulle fasce. Gli equilibri di questo Barça si devono necessariamente sostenere su un baricentro molto avanzato, perché ciò permette alle due mezzeali (Xavi-Deco o Xavi-Iniesta), i veri motori del gioco, di agire nelle condizioni migliori: con un pressing avanzato e un rapido recupero del pallone gli si evita un lavoro di ripiegamento fino al limite della loro area che, specialmente per Xavi e Iniesta, si rivela estremamente scomodo (quindi se devi giocare col baricentro arretrato, conviene avanzare Yaya Touré a mezzala e aggiungere Edmilson davanti alla difesa, per avere così un centrocampo più fisico).
Altro aspetto in cui il Barça l’ anno passato ha dimostrato una certa flessione è quello della spinta sulle fasce: la qualità del gioco di squadra è sicuramente peggiorata, spesso affidata a monologhi di Messi, intuizioni di Ronaldinho o azioni rabbiose di Eto’o, senza adeguato accompagnamento del resto della squadra, soprattutto con le sovrapposizioni dei terzini, fondamentali se si pensa che Messi partendo da destra si accentra sempre (prevedibile nell’ intenzione ma sempre irresistibile nell’ esecuzione, il privilegio di essere fuoriclasse) e che Ronaldinho a sinistra non ci sta certo per fare l’ ala. I due creano quindi degli spazi sugli esterni che devono essere per forza coperti dalle sovrapposizioni dei terzini, le cui caratteristiche e il cui stato di forma saranno quindi determinanti (molto di più della semplice giustapposizione dei vari “galacticos”) per il gioco blaugrana.
Il modulo resterà lo storico 4-3-3: scelta logica, nonostante l’ inevitabile pressione mediatica per schierare tutti e quattro assieme Eto’o, Ronaldinho, Messi ed Henry (ma non è da escludere, che con Bojan e Giovani dos Santos a incombere, qualcuno proponga un “esa-dente”). Schierarli tutti e quattro forse sarebbe possibile in alcune partite contro squadre di infimo livello, incapaci di mettere in fila due passaggi, ma non può essere un progetto serio per tutta una stagione. Un assetto simile implicherebbe sempre il rischio di una squadra spezzata in due tronconi, ovvero la morte dell’ equlibrio e la morte del calcio, e andrebbe inoltre contro quelle che a tutta evidenza sono le caratteristiche dei centrocampisti presenti nella rosa blaugrana: centrocampisti che sono mezzeali-mezzepunte (Xavi, Iniesta, Deco) oppure difensori avanzati davanti alla difesa (Edmilson, Marquez). L’ unico in grado di interpretare le due fasi in una mediana con due centrali è Yaya Touré, ma questo evidentemente non basta.
Formazione tipo (4-3-3): Valdés; Zambrotta, Puyol, G. Milito (Marquez), Abidal; Xavi, Yaya Touré (Edmilson, Marquez), Deco (Iniesta); Messi, Eto’o (Henry), Ronaldinho (Henry).
DIFESA
Gabi Milito è forse il miglior specialista di tutta la Liga negli anticipi: nelle prime partite della stagione sostituirà l’ infortunato Puyol, ma dopo il rientro del capitano potrà comporre con questi una coppia di centrali estremamente aggressiva, ideale per tenere la difesa alta in partite di puro assedio casalingo (sebbene Milito sia tutt’ altro che veloce una volta l’ avversario gli ruba il tempo e si invola). Una coppia che però, al di là della grande elevazione di Milito, potrebbe andare in grande sofferenza quando si troverà ad affrontare centravanti-boa dalla stazza preponderante come ad esempio Drogba o Crouch. Thuram nel gioco aereo è fortissimo, ha grande esperienza, classe, eleganza e pulizia negli interventi, però è poco aggressivo nell’ accorciare, forse troppo abituato a giocare in difese più coperte e meno spregiudicate di quella del Barça, oltre che naturalmente meno reattivo ed esplosivo rispetto al fiore della sua carriera.
Ma tutti dovranno fare i conti con Rafa Marquez, che al meglio della sua forma è indiscutibile titolare a fianco di Puyol, uno dei migliori centrali del mondo, oltrettutto necessario per la sua grande capacità di impostare il gioco dalle retrovie, capacità che nessuno degli altri centrali blaugrana possiede. Deve però riscattare una scorsa stagione disgraziata, e in questo senso la sua eccellente Copa America è un segnale incoraggiante. L’ arrivo di Milito e le disavventure fisiche di Edmilson gli aprono comunque più spazi anche nel ruolo di “pivote” davanti alla difesa.
Oleguer rimane lì, sempre più riserva, pronto a prendersi le critiche in caso di risultato negativo: non è mai stato un grande difensore, ma non ha mai nemmeno impedito al Barça di vincere qualcosa. E’ un giocatore “di squadra”: se il collettivo gira, lui se la cava.
Come detto, fondamentale il contributo dei terzini. Rijkaard può pescare fra tre tipologie: offensivo (Belletti a destra, Sylvinho a sinistra), equilibrato (Zambrotta, a destra o a sinistra) o più difensivo (Abidal a sinistra, mentre l’ opzione Oleguer a destra è ultra-difensiva). Titolari Zambrotta e Abidal: Zambrotta dovrà migliorare molto il suo rendimento, soprattutto in fase offensiva. L’ acquisto di Abidal lo consegna ormai esclusivamente alla fascia destra, quando sarebbe invece la sinistra la corsia dove rende meglio.
Abidal aggiunge ben altro spessore atletico e solidità difensiva rispetto a Gio: falcata poderosa, forza nel gioco aereo impiegabili all’ occorrenza anche al centro (così giocava al Lille). I dubbi riguardano più che altro il suo apporto offensivo: non fa mai mancare le sovrapposizioni, ha velocità e resistenza da vendere, ma gli manca la qualità per arrivare sul fondo o per calibrare traversoni invitanti, e questo può essere un problema in una squadra dove i laterali difensivi diventano decisivi nel dare ampiezza e profondità alla manovra, un po’ come nel Brasile (ancora di più quando, con la cessione di Giuly, non restano più “extremos” nell’ attacco blaugrana).
Belletti e Sylvinho non sembrano contare granchè per Rijkaard: il primo non ha più trovato continuità dopo l’ ottima stagione 2004-2005, ed è temuto come la peste da Rijkaard per le sue “pittoresche” interpretazioni difensive, Sylvinho invece è rimasto soltanto perché ad andarsene è stato Van Bronckhorst. Comincia sicuramente ad essere vecchio, ma non ho mai capito la sua sottovalutazione da parte di Rijkaard: ha un rendimento continuo, tecnicamente è impeccabile (splendidi cross, duetti di qualità con Ronaldinho: sicuramente il più ficcante dei terzini blaugrana), ma il tecnico olandese lo vede soltanto in partite di secondo piano.
Tutto come prima in porta: Valdes fra i pali, Jorquera scalda la panchina e gioca in Coppa del Re.
CENTROCAMPO
Con Yaya Touré il Barça cerca sicurezza davanti alla difesa, dopo una stagione buttata via anche per l’ insostenibile friabilità del suo centrocampo. Ovvio che l’ armadio ivoriano il physique du role ce l’ abbia tutto (importante poi, come per l’ acquisto di Abidal, aver migliorato l’ arsenale nel gioco aereo), anche se questo non è mai stato finora il suo ruolo principale. Touré infatti è un centrocampista centrale-mezzala di una certa qualità, bravo anche a dare se necessario l’ ultimo passaggio, il cui raggio d’ azione è sempre stato piuttosto ampio, esteso fino alla trequarti avversaria, dove sa rendersi pericolosissimo con il suo destro dalla lunga distanza.
Direi quasi che più che un Edmilson il Barça ha acquistato un Van Bommel più forte, colmando una lacuna come quella dell’ incursore di centrocampo apertasi nella sua rosa proprio con la partenza dell’ olandese. Un po’ lento nei primi metri, Touré diviene semplicemente inarrestabile quando ha spazio per la sua progressione, devastante nel ribaltare l’ azione portandola dalla sua metacampo a quella avversario. Il Barça però lo ha comprato soprattutto per giocare bloccato davanti alla difesa, per cui dovrà limitare al massimo i suoi entusiasmi, cosa che inevitabilmente sottrarrà al bilancio blaugrana un potenziale di 5-6 gol a stagione.
Yaya Touré indiscutibile come “pivote”, ancora di più quando Edmilson si trova ai box per infortunio (e non era affatto da escludere una sua cessione al Milan senza questo contrattempo): il brasiliano assicura buona protezione alla difesa, senso tattico e cambi di gioco millimetrici, ma è pericolosa la sua lentezza nel liberarsi del pallone, che può far perdere palla in zone del campo delicatissime. Probabile che in certe gare di Champions lui e Touré possano venire utilizzati assieme, con l’ avanzamento dell’ ivoriano.
Xavi, Deco, Iniesta, tre uomini per due maglie: l’ eterno dilemma, sviato da Rijkaard l’ anno scorso con soluzioni deleterie come il 3-4-3 o il centrocampo ultraleggero, quest’ anno andrà affrontato con chiarezza e uso massiccio del turnover. Nonostante il livello sublime di Iniesta, la coppia meglio bilanciata resta per me Xavi-Deco: il primo è il più bravo di tutti nel dare continuità e razionalità alla manovra, oltre che il più abile disegnatore di passaggi nello spazio, il secondo è più completo di Iniesta, più esperto e abile anche in fase difensiva. Iniesta, nonostante venga sballottato più o meno in tutte le posizioni del campo e se la sbrighi con dedizione, è dei tre quello con le caratteristiche più del trequartista, il più abile nell’ uno contro uno oltrechè il più adatto a cambiare il volto di una partita entrando in corso d’ opera. Queste qualità, in assoluto preziosissime, lo rendono di incerta collocazione all’ interno dell’ assetto di Rijkaard, e, ahilui, relativamente più sacrificabile in panchina.
In queste prime amichevoli estive ha partecipato anche il canterano Marc Crosas, ragazzo molto interessante che nello stile di gioco ricorda non poco Pep Guardiola (ora neo-allenatore del Barça B: non vediamo l’ ora di vedere la sua intelligenza impegnata nel calcio che conta). Classico vertice basso del centrocampo “made in La Masia”: testa alta, lucide geometrie (bravissimo a verticalizzare nello spazio fra il terzino e il centrale avversario, una giocata che tenta spesso Pirlo), ma anche discreta grinta e applicazione nel recupero del pallone. Diciannove anni, probabile un prestito.
ATTACCO
Ronaldinho, Eto’o, Messi, Henry: poche altre squadre nell’ intera storia del calcio hanno potuto contare su un potenziale simile. Il turnover è l’ unica soluzione, senza dimenticare che a dare respiro a Rijkaard nel gennaio prossimo ci sarà l’ impegno in Coppa d’ Africa di Eto’o e che, purtroppo, nel calcio attuale gli infortuni sono una costante.
Comunque chi pare maggiormente al riparo dalla concorrenza è Messi: date infatti le caratteristiche dei quattro fuoriclasse, la bagarre per gli altri due posti pare infatti concentrarsi sugli elementi che più gravitano sul centro-sinistra del tridente, ovvero Ronaldinho (mai utilizzato sulla destra da Rijkaard), Henry (lo sanno anche i muri che la sua azione preferita è portare all’ esaurimento nervoso il terzino destro avversario) ed Eto’o (a dire il vero si può spostare anche a destra, però è solo partendo da sinistra che ha a disposizione l’ angolo di tiro ideale).
Credo che questa sarà una grande stagione per Ronaldinho: ha saltato la Copa America, ha avuto più tempo per rifiatare e lavorare per ritrovare la sua brillantezza (lo spunto esplosivo che lascia sul posto l’ avversario, gli è mancato troppo l’ anno scorso), e la rinnovata concorrenza è la molla ideale per tornare il migliore di tutti. Eto’o non poteva proprio andarsene: è il catalizzatore e l’ apriscatole del gioco blaugrana, difficile farne a meno.
Henry è reduce da un lungo stop per infortunio, bisogna ancora vedere come recupererà la forma. Ha perso un po’ di velocità, ma gli resta un repertorio immenso, ideale non solo per trovare la via del gol ma anche per favorire l’ azione dei compagni. Impiegato al centro dell’ attacco, ha tre possibili movimenti che ampliano ulteriormente il già sterminato repertorio offensivo blaugrana (cui manca, è storia vecchia, soltanto il gioco aereo): può verticalizzare in profondità, difficile da contenere negli spazi fra il portiere e la linea di difesa avversaria; essendo un buon assist-man, può anche venire incontro sulla trequarti, scambiare e servire i tagli dei compagni d’ attacco; infine, può smarcarsi con un movimento dal centro verso le fasce, movimento che apre tantissimi spazi alle azioni a convergere verso il centro di Messi e Ronaldinho e che gli consente inoltre di portarsi in una situazione di uno contro uno col terzino, situazione che predlige soprattutto sulla sinistra quando mette l’ avversario di fronte alla scomoda alternativa fra una fuga sul fondo e un colpo di biliardo indirizzato verso il secondo palo, vera specialità della casa.
Come se non bastassero i “Fantastici Quattro”, a creare imbarazzi a Rijkaard ci si sta mettendo pure la sfrontatezza dei gioielli della cantera, Giovani dos Santos e Bojan Krkic. Il 18enne messicano ha finalmente ottenuto il passaporto comunitario, e reclama spazio con le sue ottime prestazioni nelle ultime amichevoli. Mancino, ha baricentro basso, movimenti agili, spunto brillante e imprevedibili cambi di direzione. Come per Messi, anche per lui la posizione più adatta sembra sulla destra del tridente: la fascia sinistra ne limita l’ estro, mentre giocando al centro (come nel recente Mondiale Under 20 col Messico) si trova spesso spalle alla porte, nonostante la buona difesa del pallone, e rischia di rimanere troppo schiacciato sui centrali avversari.
Bojan per me è di livello ancora superiore, della stessa pasta di Messi: nato per giocare a calcio. Sbalorditiva naturalezza che, nell’ amichevole col Dundee, lo porta ad avviare un’ azione da gol già al primo pallone toccato, e a duettare con un gigante come Henry come se i due si conoscessero da una vita, e poco importa se Rijkaard lo fa partire da destra, neanche per sogno la sua posizione (vive per il gol, ma non deve fare il punto di riferimento là davanti, sembra più una seconda punta che ha bisogno di libertà d’ azione, specialmente partendo da sinistra). In attesa che completi la sua maturazione fisica e tattica, il Barça e la RFEF intanto hanno già ingaggiato per lui una battaglia che neanche Kramer contro Kramer: i catalani volevano che Bojan continuasse la preparazione con la prima squadra, ma la federazione l’ ha spuntata convocando il giocatore per il ritiro in vista del prossimo Mondiale Under 17 in Corea del Sud.
PROSPETTIVE
Attualmente, in attesa che il Real Madrid si dia una mossa, ha un 70% di possibilità di vincere la prossima Liga. Molto più difficile la Champions, che da quando è tornata all’ eliminazione diretta fin dagli ottavi tende a premiare più chi compie meno errori rispetto a chi osa di più, con la non casuale tendenza a portare in finale squadre spesso già tagliate fuori nei rispettivi campionati. In ogni caso, una competizione fra queste due il Barça è obbligato a vincerla, non ha vie di scampo.
Etichette: Barcelona
8 Comments:
gran (por longitud, sobre todo) post. Muy trabajado.
Un saludo amigo, ciao bello
Gracias, tu blog tambien me parce muy interesante. Proximamente lo agregaré a mis links.
devo fare alcuni appunti
1) è prematuro parlare del modulo. l' opzione con Messi, Ronaldinho, Eto'o ed Henry non è affatto una chimera e anzi è più praticabile con grandi squadre che giocano più aperte che con le provinciali di turno
2)la squadra spezzata in due tronconi (ma non la morte del calcio! esagerato) c'era quando c'erano tre giocatori davanti e i due di raccordo non riuscivano ad "accorciare" gli spazi, soprattutto se deco non è in forma visto che la mobilità di xavi è molto limitata. ora giocando con 4 linee e con solo un giocatore sulla linea dei difensori avversari la copertura del campo e migliore. inoltre sia ronaldinho che messi preferiscono la palla sul piene più puntare lo spazio. e anche eto'o predilige partire da dietro. non vedo proprio dove sia il problema.
3) edmilson era e rimane nella lista dei partenti. poi può fare come saviola ma io non lo conterei come effettivo della rosa o addirittura possibile titolare.
4)dire che milito sia "tutt' altro che veloce" mi sembra un eresia. non è veloce come perea o puyol ma è molto rapido. piuttosto nel gioco aereo e nei contrasti come coppia non mi sembra ben assortita
5) l'acquisto di abidal francamente non l'ho capito, lui si può essere un buon partner per puyol. l'unica ratio è quella di voler avere un oleguer di sinistra , a questo punto però la sua titolarità non mi sembra cos' certa. ancor di più se si dovesse vedere che milito e puyol come coppia non sono l'ideale e uno dei due potrebbe essere destinato altrove e non necessariamente in difesa soprattutto se si mettesse almeno parzialmente in soffitta il 433
6) marquez titolare? secondo te rijkaard fa spendere 20 milioni per milito per far giocare marquez? al massimo può essere la riserva di toure, meglio a centrocampo che dietro soprattutto in questa situazione di rosa
7)per Oleguer è un grandissimo difensore ma deve giocare centrale
8)zambrotta non direi che è più equilibrato di belletti o silvinho
9)centrocampo. con l'arretramento e l'accentramento di Ronaldinho non servirebbero più i passaggi di xavi. visto che apporto di altro tipo ne da poco per lui si aprirebbe una più che meritata panchina. sprecare uno dei posti del reparto (più o meno) avanzato per lui e tenere in panchina Henry e constringere Messi eto'o e ronaldinho a giocare comunque un po' fuori ruolo è una bestemmia. lasciamo fare gioco a Ronaldinho, messi, inista, toure.
abbiamo già visto cos'è il Barca senza xavi: campione di spagna e d'europa, tornato lui... non ti dimenticare la partita contro il chelsea di 3 anni fa, non fu solo colpa di gerard. iniesta per me è il più completo, se la gioca con deco, ma la carta d'indentità fa propendere per lo spagnolo. il fatto che ci sia dietro pure crosas mi farebbe propendere per una cessione di deco. cosa ventilata, vedremo che succede. piuttosto manca un vero vice-toure, magari uno capace di giocare anche dietro al posto dei due nanerottoli zazzeruti (Kompany?) che come hai detto tu può anche giocate mezz'ala (a maggior ragione cedere deco)
10) posso anche capire che tu voglia in campo il tuo pupillo xavi ma dire che il turnover davanti è l'unica soluzione mi sembra esagerato. non hai mai visto squadre con tre centrocampisti molto offensivi a supporto di una punta?
11) quando giocava larsson eto'o giocava a destra quindi la concorrenza c'è anche per messi oltre a giovani. poi non è detto che giochi a destra, magari hanno comprato abidal apposta per proteggerlo. idem ronaldinho. forse nel 433 non può giocare a destra. ma in alcuni casi in un 442 ci può giocare eccome.
12) giovani mi sembra ancora più centrocampista di messi. e più adatto anche a giocare a sinistra. ma quello a cui assomiglia di più dei numeri 10 blaugrana per me non è ne ronaldinho ne messi, bensi deco, per le sue capacità fisichee la continuità nell' azione. daltronde se vuole trovare più spazio meglio per lui pensare di giocare più arretrato. in alcune amichevoli lo ha già fatto con successo.(questo ovviamente in un ipotesi 433)
13)bojan deve giocare. non può fare la sesta punta. perchè sia che si giochi in 3 o 4 lo spazio per lui è poco. non ha neanche caratteristiche troppo diverse da eto'o henry o anche messi per giustificare la sua presenza in rosa quest' anno. per me meglio darlo in prestito per farlo giocare, cosa che a 16 anni si deve fare. per la panchina meglio guddy (ma sarebbe meglio prendere un pò di sterine) o maxi. anche se lo sai per quel ruolo credo che l'ideale sia elmander, che tra l'altro è bravo anche sulla destra. so che txiki lo sta seguendo, domenica ha steso il lione vediamo anche che succede con i preliminari di champions.
14) a gennaio dovrebbe arrivare il portiere del flamengo Bruno, questo è forte davvero. attendo valdes
15) scusa se ti sono sembrato polemico ma alcune tue opinioni proprio non le capisco
ciao a presto
Figurati, non sei obbligato a essere d' accordo, spero solo di essere sufficientemente chiaro nelle mie argomentazioni, poi ognuno ha le sue idee.
Provo a risponderti:
1) 4-3-3 resterà il modulo di base 8sottolineo "di base"), ne sono certo.
2) assolutamente, e chi lo nega che l' anno scorso non ci siano stati questi problemi di equilibrio fra i reparti? L' ho detto, il Barça deve tornare al pressing e alla coesione dei tempi migliori, quando giocava sempre con un 4-3-3. Secondo me coi 4 tutti assieme i rischi di squilibrio sarebbero ancora maggiori rispetto agli scompensi dell' anno scorso.
3) Edmilson sarebbe dovuto partire, ma una volta che non lo ha fatto on vedo perchè non dovrebbe contare per Rijkaard. E' un giocatore valido, e può tornare utile.
4) Milito è rapido sul breve, molto reattivo, ma sulla lunga distanza per me non è un giocatore veloce, può non reggere il passo di certi giocatori (l' ultimo che mi viene in mente è Eddie Johnson degli U.S.A, ha sofferto parecchio la sua falcata). Ti faccio un esempio al contrario: Dragutinovic del Sevilla sul breve non è rapidissimo, ma sulla lunga distanza è secondo me più veloce di Milito. Puyol è rapidissimo sul breve, ma è anche molto veloce nei recuperi, Milito invece a mio avviso perde qualche colpo nel secondo aspetto.
Condivido le tue preoccupazioni sul piano della stazza: già Puyol soffre i giocatori grossi e in grado di mettere il corpo fra lui e il pallone (mi ricordo l' anno scorso Calle del Recreativo, e non parlo di Drogba), e per Milito discorso simile.
5) Di Abidal non mi convince molto l' aspetto offensivo. Anch' io lo vedrei bene come centrale (più veloce di Milito, o no?), ma non credo si sato preso per quello, Rijkaard non l' avrebbe mai fatto prendere per avere solo Sylvinho terzino sinistro.
6) Scommetti?
7) Lo sai, sulle qualità di Oleguer la penso diversamente, però son d' accordo con te sul ruolo, è un centrale (che però può tornare utile anche a destra sul piano difensivo).
8) Più equilibrato di Belletti sicuramente, poco più equilibrato di Sylvinho. Comunque Zambrotta non mi esalta sul piano difensivo.
9)Già, fu colpa anche di Belletti e Van Bronckhorst (Xavi scivolò sul contropiede del primo gol... giurerei che non era sua intenzione).
Andiamo, è un colpo basso dire: Xavi infortunato--> Barça campione di Spagna e d' Europa. Ma te lo ricordi su che livelli aveva giocato il nostro prima di spaccarsi tutto in quel maledetto allenamento? Se l' anno scorso il Barça ha fatto flop non è certo colpa solo di Xavi, suvvia.
Xavi per me resta un giocatore importantissimo, così anche Deco: a me va bene che si dividano il posto con Iniesta, ovviamente in un 4-3-3.
10) Che ti devo dire? Vedo un Barça col 4-3-3...
11) Con Larsson in campo, era soprattutto lo svedese a sacrificarsi sulla destra (es: quarti di finale col Benfica). Ovvio che Eto'o sappia giocare sulla destra, ma solo di tanto in tanto e mai come posizione fissa durante una partita.
Certo, alla fine anche Messi si farà qualche panchina, non lo discuto, però mi sembra quello più al sicuro (sempre in un 4-3-3 come premessa)
12) Giovani lo conosci meglio di me. Mi sembra però un giocatore con un grande spunto, meno lontano dall' area avversaria gioca meglio è, no?
13) Vedremo questi primi mesi, poi si può dare in prestito a Gennaio, non c'è nessun problema. La mia idea comunque sarebbe quella di fargli fare esperienza con la prima squadra (per apprendere anche dai fuoriclasse) quest' anno e poi magari mandarlo in prestito la prossima stagione. Non andava preso Henry per quattro stagioni.
Gudjohnsen ottimo giocatore, ma serve denaro, Maxi Lopez andrebbe venduto una volta per tutte.
per carità è ovvio che possiamo tenere opinioni differenti. poi a me diverte discutere di queste cose. dunque
1) secondo me quest' anno il modulo "base" sarà il 4312 che permetterà una più facile rotazione tra i giocatori. il 433 rimarrà come sempre, rijkaard ha sempre alternato questi due moduli. e anche il 4231...
2)secondo me con tutti e 4 insieme ronaldinho eto' e messi giocherebbero più dietro colmando il distacco che c'era tra attacco e centrocampo l'anno scorso.
3) edmilson è out fino a gennaio credo. e proprio a gennaio potrebbe fare le valigie. se così non fosse dipende molto dagli infortunii degli altri
4)concordo che milito sia più rapido che veloce. però di sicuro non è lento, anzi.
5) anch'io in un 433 abidal lo vedo più centrale (è più veloce e più forte nel gioco aereo di milito ma non ha impostazione di gioco). ma qui ritorniamo allo stesso punto. siamo sicuri che si giocherà col 433? forse all' inizio si però...
6) per carità possiamo pensarla in maniera diversa su un giocatore. per me oleguer è veloce, rapido, aggressivo senza essere falloso, con personalià, forte nel gioco aereo, intelligente nei movimenti, sobrio. ha pure una discreta tecnica. vale per lui lo stesso detto per abidal, nel 433 è un centrale ma non ha mai demeritato anche da terzino. la storia dice che la fortuna del Barca inizia con l'ingresso si questo sobrio difensore nell' undici titolare e finisce con la sua uscita. continua ad essere per me il miglior partner possibile di Puyol. manca solo di "salida" però è difficile trovare difensori così completi e soprattutto così efficaci.
su marquez. ho ancora dubbi che faccia parte della rosa del prossimo anno, figurati...
8) per me belletti e silvinho non sono sostanzialmente più offensivi di zambrotta. anzi sono un pelino più difensivi. non dimenticare che loro giocano da difensori da tutta la vita, zambro no. i francamente tutti questi disastri difensivi di belletti non li ho visti.
9)non penso sia ingeneroso sottolineare un dato storico. non discuto il valore di xavi. discuto la sua reale utilità (ovviamente al posto di un compagno) all' interno del barca.di certo, parla il campo, non è indispensabile. chiaro che non è solo colpa di xavi. però è anche vero che non puoi cambiare tutta la squadra per xavi e che ci sono giocatori più adatti (per raccordare i reparti meglio giocatori che coprono più campo, anche palla al piene, come iniesta e deco). quello che discuto è se nel contesto del barca xavi sia la soluzione migliore tra quelle che ha a disposizione rijkaard.
quando larsson giocava "a destra" era in un 4312, sennò sempre centrale. spesso poi si scambiava posizione con eto'o e giocava invece a sinistra. esempio.
su giovani appunto, può giocare più dietro.
su maxi purtroppo sei stato accontentato. bojan deve giocare, dai campioni può imparare dopo. secondo me. partendo poi libererebbe pure un posto per questa famosa torre...
Comincio con una premessa: secondo me i discorsi che stiamo facendo sulla formazione titolare contano solo fino a un certo punto. Con così tante partite giocheranno un po' tutti, non solo Marquez (che secondo me, al meglio della forma resta il partner ideale per Puyol) ma anche lo stesso Thuram troveranno il loro spazio.
1) Mah, dipende dai movimenti degli attaccanti. Di base però il modulo del Barça, del Barça vincente, è stato sempre un 4-3-3, a parte quella schifezza di 3-4-3 provata l' anno scorso. Credo che quest' anno non cambierà proprio la base 4-3 di difesa e centrocampo.
3) Edmilson andrà via la prossima estate, credo.
4) Mi chiarisco, Milito non è Bramble... E' che secondo me può soffrire una volta che un attaccante di buona velocità gli prende il tempo e scappa. Diciamo che gli do 8 di agilità, 9 di reattività e 7 di velocità.
8) ti cito Espanyol e Liverpool, le prime che mi vengono in mente dell' anno scorso
9) E' un dato storico, ma che tu interpreti in maniera opinabile (non possiamo certo stabilire il controfattuale: "cosa sarebbe successo con Xavi in campo?"). Io mi ricordo esattamente prima del suo infortunio uno dei Barça migliori che abbia mai visto giocare, fra novembre e inizio dicembre del 2005. E poi il Barça ha vinto anche con Xavi, con un magnifico Xavi aggiungo io, la Liga 2004-2005.
Xavi non è insostituibile, ma per me è un grande e importante giocatore. Possono alternarsi tutti e tre, lui, Iniesta e Deco (per me, l' ho detto, al meglio degli stati di forma, la coppia ideale resta ancora Xavi-Deco.
11) Beh, mi ricordo un Larsson che partiva abbastanza largo, poi è vero che si scambiavala posizione con Eto'o, come del resto succede sempre nell' attacco del Barça.
Mi son dimenticato una cosa su Xavi: puoi schierarlo o non schierarlo, ma Rijkaard non cambia la squadra per la sua sola presenza. Anche Deco e Iniesta son giocatori palesemente più da 4-3-3-che da 4-4-2.
Per me il Barça 2003-2004 trovò l' equilibrio e cominciò a giocare bene proprio per il cambio tattico di Rijkaard (che, con l' acquisto di Davids, passò dal 4-2-3-1 al 4-3-3 ed avanzò il raggio d' azione di Xavi, e quindi anche dei suoi futuri concorrenti Deco ed Iniesta...), più che per il pur positivo inserimento di Oleguer.
solo due cose. sono abbastanza daccordo con te sui voti a milito.7 in velocità non è male. mi sembra ben diverso da "tutt'altro che veloce"
magari si può giocare con i fantastici rimanendo con il 433 o comunque con un 433....
KUBALA
Posta un commento
<< Home