domenica, maggio 22, 2011

Deportivo, ora è davvero finita.

Ancora il Valencia, ancora il maledetto Valencia. Senza nessuna offesa (naturalmente) nei confronti dell’equipo che, è sempre questo l’avversario che segna le più grandi “tragedie” del Deportivo. Nel 1994 il rigore sbagliato da Djukic allo scadere che diede la Liga al Barcelona, ora la retrocessione. Un colpo comunque tremendo, per quanto potesse essere preventivabile.

Non era infatti un mistero il progressivo avvicinamento alla soglia fatidica operato dai galiziani nelle ultime stagioni: indebitatosi paurosamente per sostenere le proprie ambizioni fra fine ’90 e inizio 2000, il Deportivo ha potuto raccattare sul mercato soltanto prestiti o giocatori in scadenza che, in contemporanea con lo smantellamento del Superdepor che fu, hanno portato un drammatico calo qualitativo.

Lo stesso tecnico Lotina, con il realismo che da sempre lo contraddistingue, aveva ammesso di ritenere veri e propri miracoli le salvezze tranquille delle passate stagioni, ottenute a suo dire soltanto con qualche contropiede e una manciata di gol sui calci piazzati. Sempre raschiando il fondo del barile, con ripetuti cambi di modulo e correzioni in corsa (tipo la difesa a cinque) che hanno soltanto rinviato il verdetto.

La partita di ieri riassume le debolezze di questa squadra: il Depor non ha nemmeno giocato male, ma ha denunciato la solita inconsistenza in area avversaria e una certa mancanza di aggressività in una fase difensiva pure abbastanza ordinata.

Una partita molto fluida, con due squadre ben lontane dall’essere schierate in maniera speculare, e quindi, senza che una pedina potesse annullare l’altra, possibili situazioni di superiorità da entrambe le parti.

Emery con la difesa a 5 sperimentata di tanto in tanto: Topal arretrato in mezzo a David Navarro e Dealbert, Bruno e Jordi Alba terzini molto avanzati, Banega e Albelda in mediana, Mata e Joaquín esterni e Aduriz unica punta. Dall’altra parte Lotina difende a 4 ma invece che per il 4-2-3-1 consueto opta per il rombo: Juan Rodríguez e Guardado ai lati di Valerón, ispiratore dei due attaccanti, Riki e Adrián.

Il potenziale vantaggio per il Valencia derivava dagli esterni, e dalle incertezze che suscitavano nel Depor al momento di marcare, soprattutto a destra. Bruno avanzava costringendo o Guardado ad allargarsi eccessivamente oppure Manuel Pablo a venirgli incontro. Sia in un caso che nell’altro il Valencia trovava l’uomo libero, vuoi Banega/Albelda in mezzo vuoi Joaquín alle spalle di Manuel Pablo o in zone più intermedie della trequarti. Proprio da questo secondo movimento è nato il gol di Aduriz (marcato a vista da Lopo) ad inizio gara.

Anche il Depor però aveva la sua situazione potenzialmente favorevole: gli stessi Guardado e Manuel Pablo che soffrivano a chiudere su Bruno, chiamavano fuori il terzino valenciano, alle cui spalle svariava Adrián o si defilava Valerón per creare la superiorità numerica. Con la difesa del Valencia attirata verso quel lato, si creavano più spazi al centro per gli inserimenti dal lato opposto. Arrivato sulla trequarti però il Deportivo ha approfondito poco questo discorso, limitandosi un po’ troppo al cross, opzione perdente sia per numero che per centimetri nell’area del Valencia.

Solo in quei momenti in cui si è acceso Valerón (non è servito a salvare la pellaccia neppure il grande finale di stagione del canario, il quale ha annunciato di voler continuare un altro anno e guidare la squadra anche in Segunda) il Deportivo ha potuto mandare davanti al portiere i suoi attaccanti. Qui le dolenti note: la manovra della squadra ha risentito positivamente della disponibilità in pianta stabile di Valerón e Guardado in queste ultime giornate, ma l’altro problema, quello del buttarla dentro, non è mai stato risolto. Adrián 7 gol, Riki 3, Lassad 5, l’acquisto invernale Xisco 2: i numeri non mentono. Tutti buttati nella mischia durante i 90 minuti, con identico insuccesso. Riki confusionario, il centravanti dell’Under 21 Adrián bravo a prepararsi la conclusione ma drammaticamente impreciso, come spesso gli capita.

Primo tempo fluido, secondo condizionato dalla crescente stanchezza e disperazione del Deportivo: i giocatori di casa rimangono oltre la linea della palla, non ce la fanno più a inseguire l’avversario, che con un possesso più insistito abusa del giochino esposto in precedenza (trovare sempre l’uomo libero fra fascia e centro), pur senza nascondere la volontà di non affondare i colpi.

Le notizie dagli altri campi non obbligano il Deportivo a vincere (un semplice 1-1 basterebbe a spingere giù il Mallorca, che pure fino a un paio di giornate fa non era mai stato pienamente coinvolto nella lotta-retrocessione), ma i galiziani esausti e scoraggiati procedono per tentativi. Se è vero che sui calci piazzati e qualche altro episodio il gol potrebbe arrivare, è anche vero che il Valencia potrebbe tranquillamente chiudere la gara prima del 95’, quando Soldado, quasi chiedendo scusa, firma la sentenza.

Decisamente meno tesa l’altra sfida-salvezza, Real Sociedad-Getafe che pure era indicata nei pronostici come quella più decisiva. Meno tesa soprattutto dal 70’ inp oi, quando il passivo del Mallorca ormai si faceva incolmabile ed entrambe le squadre hanno ingannato l’attesa del fischio finale con una sfacciata melina. Prima però un bel brivido era corso lungo la schiena dell’Anoeta.

È stata la tipica partita fra due squadre che se la fanno sotto, quando si va ad impulsi ed ogni pallone scotta terribilmente fra i piedi. La Real ha iniziato puntando tutto su un pressing ultra-offensivo, mentre il Getafe, storicamente tendente al palleggio (nove volte su dieci sterile), sparacchiava lontano ogni pallone giocato dai suoi difensori. Peraltro sorprende la scelta di Míchel, che si gioca la stagione lasciando in panchina entrambi i suoi centrocampisti creativi, Casquero e soprattutto Parejo (già in panchina nella penultima con l’Osasuna). Però al 10’, un calcio piazzato dalla trequarti a rientrare di Albín (già acquistato dall’Espanyol per la prossima stagione), insidiosissimo, trova la zampetta malefica del Cata Díaz che rompe l’equilibrio.

Lo rompe perché il Getafe può ritirarsi e non esporsi al pressing alto, unica arma offensiva avversaria. La Real fa fatica manovrando dalle retrovie, confermando l’involuzione di tutto il girone di ritorno. Dopo l’Espanyol, i donostiarra nel girone d’andata erano stati fra le rivelazioni sul piano del gioco (splendida in particolare la prestazione casalinga col Real Madrid, immeritata sconfitta), imperniando il loro gioco su una trequarti ricca di talento, Xabi Prieto-Zurutuza-Griezmann.

Col trascorrere del campionato però, e le crescenti urgenze di classifica, la Real ha perso continuità di gioco, e anche ieri solo sporadicamente Xabi Prieto ha potuto dettare i tempi dalla fascia destra. La sostituzione di Zurutuza a fine primo tempo ha privato poi la stella della Real del suo miglior socio, quello con cui più frequentemente combina… e scombina lo schieramento difensivo avversario. Anche davanti per Tamudo gli anni passano, e in assenza di Joseba Llorente manca quel decimo di secondo giusto sottoporta o comunque quella pressione sulla difesa avversaria.

Fatto sta che sebbene nella ripresa dopo il cambio la Real perda ancora più fluidità di manovra, è proprio il sostituto di Zurutuza, Sutil (un esterno più da linea di fondo di Griezmann, che si sposta al centro della trequarti) a siglare il gol decisivo per la partita se non per la retrocessione (sarebbe comunque sceso il Deportivo).

FOTO: lavozdegalicia.es

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1 Comments:

Anonymous Manuel said...

Auguri di pronta risalita al depor!
Ricordo i tempi del superdepor vederli giocare riappacificava col calcio,il milan incenerito per 4 a 0 a la coruna,palleggio,possesso palla,triangolazioni,quella squadra smantellata fu un brutto colpo per tutto il calcio spagnolo.
Oggi siamo qui che parliamo ancora del duopolio barca-real,dimenticandosi che valencia,depor,atletico hanno sempre detto la loro nella storia recente della liga,a fortune alterne ma la presenza di un terzo incomodo a distanze non siderali è quello che ha perso veramente la liga negli ultimi anni. :(

Suerte depor!

Ciao,

Manuel.

2:13 PM  

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