giovedì, settembre 23, 2010

Prime indicazioni.

Quattro giornate e in testa ci sono Valencia e Real Madrid. Chi ben comincia etcetera etcetera, però restano due squadre ancora difficili da definire, logico visti i tanti cambi effettuati in estate.
Il Valencia prende un buon punto dal big-match della giornata contro l’Atlético. Giusta ricompensa per la generosità degli uomini di Emery, ma le debolezze sono quelle di sempre. Incapacità di fare la partita e a controllarne i ritmi. Per larghi tratti il Valencia è sembrato sbattere la testa contro il muro in un esercizio di puro autolesionismo. Non annoia, ma innervosisce parecchio vederlo giocare.
Interessante quando può giocare in velocità, quando Mata può svariare, incrociarsi e sovrapporsi alle altre mezzepunte, esasperante quando deve iniziare l’azione dalla difesa e quando la partita gli richiede di gestire ritmi più lenti. Perché non ci sono storie, ci si riempie la bocca con la sentenza che il calcio moderno è soltanto velocità, che bisogna correre più degli altri, ma per fortuna è qualcosa di più complesso e di più elaborato, dove l’intelligenza la fa ancora da padrona.
Niente pausa, ricerca esagerata della verticalizzazione contro un Atlético compatto nelle due linee da quattro di difesa e centrocampo. Facile difendere (ancora di più con un’ottima coppia come quella composta da Godín e Domínguez) tutti questi palloni frontali giocati da un Valencia che cambiava poco lato e non dava alle sue azioni il giusto tempo per maturare fino a trovare e attaccare il lato scoperto del sistema difensivo avversario (perché un lato scoperto esiste sempre se muovi il pallone bene: aspettando fiduciosi ulteriori progressi nella tecnologia delle sostanze dopanti, ci arrendiamo all’evidenza, una sfera di cuoio è sempre più veloce di un essere umano).
Fra i padroni di casa si sente la mancanza di qualcuno che alzi una paletta e dica”stop” una buona volta, o comunque di Banega. Tino Costa è interessante, è uno che può aumentare la fluidità, però non è riuscito a dettare i tempi, e anzi ha faticato a stare dietro ai ritmi del gioco. Rimangono solo accelerazioni slegate e sporadiche fra Mata e Joaquín, e con questa discontinuità nel gioco collettivo “Chori” Domínguez non riesce mai a entrare stabilmente in partita.
L’Atlético ha la buona pensata di pressare gli stentatissimi primi passaggi dei difensori valenciani, e tronca ogni discorso sul nascere. Peraltro non fanno niente di particolare i colchoneros, semplicemente stanno nelle loro posizioni e si affidano a Reyes per ripartire, lanciando subito in profondità Forlán e soprattutto Diego Costa (punta più avanzata in assenza del Kun) e colpendo così un altro dei punti deboli del Valencia, la linea difesa, in particolare lo spazio alle spalle dei due centrali, David Navarro e Ricardo Costa (ma anche Mathieu e Miguel non scherzano). Magistrale il contropiede del vantaggio (firmato Simão) che nasce da un calcio d’angolo sbagliato dal Valencia.
Il Valencia riequilibra la partita nella ripresa quando aumenta il peso offensivo, aggiungendo Soldado ad Aduriz. Atlético schiacciato dietro, senza più collegamenti fra centrocampo e attacco per poter rilanciare il gioco, problema già emerso a partita in corso nella vittoria in casa dell’Athletic. Non con la qualità ma con la quantità, il Valencia impegna ripetutamente De Gea, sempre più entusiasmante: spettacolare anche ieri dopo il Barça, ma prima di ciò capace di trasmettere sicurezza ai compagni, e questa è la cosa più importante. Nemmeno lui però può nulla sul colpo di testa di Aduriz: ma quanto salta il basco?

Il Real Madrid procede di tre punti in tre punti, fra gli sbadigli degli spettatori neutrali e i mormorii del Bernabeu. Va chiarito che delle vittorie ottenute finora solo una può dirsi immeritata (quella dell’Anoeta contro una grande Real Sociedad), ma è certo che il gioco deve migliorare tantissimo.
La fase di possesso a difesa schierata brilla per la staticità, e solo le individualità la accendono. Linee di passaggio scontatissime, doble pivote troppo piatto sia quando ad accompagnare Xabi Alonso c’è Lass che quando c’è Khedira (nonostante le caratteristiche molto diverse del tedesco, parso finora un po’ spaesato), poca sorpresa dai terzini, confusione e scarsa coralità sulla trequarti, Higuaín inesistente per la manovra come da ormai sconcertante consuetudine. Detto questo però, basta mezzo pallone per scatenare il finimondo: Özil ha già affascinato il Bernabeu per come punta subito la porta avversaria (veloce e sempre verticale, anche nei movimenti senza palla, sembra più attaccante che rifinitore; Canales potrebbe servire per completarlo), Di María è un treno (ma più che a destra, dove lo sta prevalentemente impiegando Mourinho, si sente comodo a sinistra, dove la sua azione può acquisire maggiore profondità), Higuaín comunque segna anche se non partecipa al gioco e Cristiano Ronaldo, pur con prestazioni alquanto discutibili in questo periodo (sta scadendo nell’individualismo, e senza palla fa pochissimo), è quello che è.
La notizia migliore per il Real Madrid è che può fare sempre gol, e che è molto difficile che li possa subire. Con la squadra bloccata in fase di possesso quei tre-quattro vanno in avanscoperta e quasi sempre finalizzano l’azione, senza perdere palloni che possano propiziare contropiedi. Quando il Madrid perde palla, è difficile che si faccia trovare scoperto col resto della squadra. Se paragonato con quello del primo Pellegrini la scorsa stagione e con quelli di Schuster e Capello, questo dovrebbe essere il Madrid che subisce meno occasioni. Gode poi di una superiorità atletica disarmante rispetto a gran parte degli avversari (soprattutto per quella che è la media della Liga), per cui anche quando non è piazzato benissimo, ha giocatori che recuperano metri con una facilità estrema.
Resta però da vedere se la versione “cinica” del Madrid vista in queste prime uscite sia dovuta a una fase ancora rudimentale del progetto e si evolverà verso qualcosa di differente, oppure se si consoliderà nel senso esposto.

Non è nuovo nuovo come il Real Madrid, ma anche il Barça propone cose non del tutto scontate rispetto alla scorsa stagione. Due le principali novità: alla base, il movimento dei difensori quando l’azione inizia, al vertice le posizioni degli attaccanti. Il primo a dire il vero è qualcosa di già visto: avevamo parlato della difesa a tre ad inizio azione già la scorsa stagione, ma non fu una soluzione utilizzata in tutte le partite. Ora invece pare sistematico. Busquets o Mascherano si abbassano sulla linea dei difensori per consentire la superiorità rispetto al pressing dei due attaccanti avversari, i due difensori centrali si allargano e i terzini si alzano tantissimo per tenere bassi gli esterni avversari (che così non possono andare a pressare i difensori del Barça), andando a comporre quasi una linea di 4 con le due mezzeali, Xavi e Iniesta (o Keita), che hanno più spazio per giocare la palla frontalmente.
Siccome il Busquets o Mascherano di turno è arretrato fra i difensori e solo successivamente si aggiunge, e siccome al Barça interessa sempre avere la superiorità a centrocampo con tre-quattro giocatori stretti per mettere in mezzo con le triangolazioni i centrocampisti avversari, il compito di aggiungersi al centrocampo in questo contesto spetta a uno degli attaccanti. Assente Messi ieri sera, il compito è toccato a Iniesta prevalentemente, che partisse dalla fascia o centralmente: questo falso esterno d’attacco o falso centravanti viene incontro al centrocampo per ricevere direttamente il passaggio fra le linee e poi attivare Xavi e l’altra mezzala fronte alla porta, o comunque per permette alle due mezzeali di giocare più liberamente togliendo loro un po’ di pressione dai centrocampisti avversari.
Qui subentra la seconda novità tattica, una novità vera propiziata dall’innesto di Villa. L’acquisto del Guaje suggeriva un ritorno all’assetto offensivo che il Barça aveva proposto con Eto’o ed Henry nell’anno del triplete, ovvero con Messi falso centravanti e gli altri due larghi ma sempre pronti a proporre il taglio in diagonale, tenendo così impegnati i difensori centrali avversari ed evitando il raddoppio su Messi fra le linee. Lo suggerivano sia le caratteristiche di Pedro che quelle di Villa. Tuttavia, finora si è visto qualcosa di diverso: Villa e l’altro teorico attaccante esterno (ieri Bojan, Pedro solo nella ripresa) non partono così larghi, anzi, quando il Barça ancora muove palla a centrocampo, loro hanno spesso già stretto al centro. In molti frangenti sembra più un 4-3-1-2 che un 4-3-3. Non sempre è riconoscibile un tridente, Villa e Bojan (o Pedro) giocano piuttosto vicini e lo scambio di posizioni è costante.
Considerate le qualità di Villa, rispetto all’anno scorso il Barça è ben più pericoloso nel ribaltare l’azione, ben più verticale. La differenza con la scorsa stagione si è vista tutta nella vittoria esterna con l’Atlético. I colchoneros cercavano di pressare l’inizio dell’azione “a tre” del Barça, e riuscivano anche a sporcarlo, però ogni volta che la palla filtrava il Barça riusciva ad arrivare in porta anche con solo due passaggi. Verticalizzazione, Villa fra i due centrali, zac! Potevano essere 4 o 5 gol anche senza aver dominato costantemente la partita. Con Ibrahimovic (e Henry inesistente) l’anno scorso mai e poi mai si sarebbe potuta vedere una cosa del genere. L’avversario poteva così mostrarsi più fiducioso nell’accorciare con la difesa alta, rubare lontano dalla propria porta e manovrare nella metacampo del Barça, sottraendo ai blaugrana l’arma prediletta del pressing alto. Ora invece ha sempre una minaccia alle proprie spalle, e questo è un innegabile vantaggio strategico per il Barça.
Ieri lo Sporting però si difendeva schierato con un baricentro più basso, e qui il Barça non ha convinto, soprattutto nel primo tempo. Al di là del gol, e al di là delle altre occasioni generate dalla sua qualità individuale, la prestazione di Villa è stata insufficiente. Ancora deve adattarsi ai movimenti richiesti dal gioco blaugrana, movimenti che vanno oltre il dettare il passaggio in profondità. Il Barça del primo tempo ha giocato in maniera irrazionale: troppo stretti al centro gli attaccanti, troppo schiacciati sui difensori avversari, troppo leggibili.
Difficile creare spazi con questa cattiva coordinazione dei movimenti. Il problema non è che gli attaccanti tendano a giocare più accentrati, il problema sorge quando tappano gli spazi utili agli inserimenti dei compagni. Emblematica un’azione nel primo tempo in cui Puyol da destra ha tentato un cambio di gioco verso la fascia opposta. Lancio impreciso, ma al di là di questo tutto il movimento, tipico del gioco blaugrana, era eseguito male: solitamente in questa situazione Keita senza palla attacca lo spazio portando via il terzino, e lasciando l’ala sinistra del Barça libera di ricevere e puntare. Questa volta però Keita ha trovato lo spazio già occupato da Villa, e in zona c’era anche Iniesta. Largo c’era Maxwell, alto ma non abbastanza per puntare come un’ala. Così sia lui che Alves dovevano portare palla o ricorrere al passaggio orizzontale ogni volta che prendevano palla, perdendo l’effetto-sorpresa della sovrapposizione improvvisa.
Le punte, se non partire larghe, devono comunque lavorare sui movimenti dentro-fuori e viceversa, per assicurare sbocchi e superiorità in tutte le zone e allargare le difese. In primis Villa deve migliorare. Eloquente la mossa di Guardiola a fine primo tempo: Villa lo lascia in campo, ci mancherebbe, ma lo lascia unico attaccante centrale per inserire Pedro, in un palese tentativo di riguadagnare ampiezza attraverso un tridente più classico. Le cose migliorano, ma non vuol dire che l’altra soluzione sia da buttare. Questione di tempo e di intesa.

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9 Comments:

Anonymous saracarbonero said...

Ciao Valentino! Come avevo già detto in precedenza ho cambiato nome.
Secondo me hai ragione sul Real madrid, però Higuain pur essendo avulso come dici tu dalla manovra spesso è anche lasciato troppo solo. Questo 4-2-3-1 con tre mezze punte fa si che ad accompagnarlo ed a togliere uno dei due centrali dalla sua marcatora non ci sia nessuno. Ozil non è un uomo d'area e tende a ronzare piùttosto basso per prendere palla, idem Di Maria e Ronaldo, che segna molti goals ma la cui natura di ala destra porterà sempre ad allontanarsi dalla porta per cercare la palla tra i piedi. Normale che a difesa schierata la squadra e soprattutto Higuain ne risentano molto. Non vi è soluzione per ora poichè se si rinuncia anche ai goals di Higuain per dare spazio a Benzema che, diciamoci la verità, di goals in un anno e mezzo ne ha fatti davvero pochi (anche se bello quello di ieri). Nè Benzema mi sembra adatto a fare da seconda punta vedendolo piùttosto propenso ad avere il fronte d'attacco tutto per sè. Higuain ha anche segnato in Champions quindi per ora merita il ruolo di titolare indiscusso al centro dell'attacco, anche se io come te non mi fido al 100% di lui.
Detto questo è verissimo che c'è poco movimento senza palla e che in attacco giocano ognuno per se, però la stagione è lunga e comunque finora le vittorie sono arrivate. I Se avete dato al Pellegrino il beneficio del dubbio penso si possa fare lo stesso anche per il più quotato Mourinho. Per parlare bene secondo me bisognerà aspettare novembre, voglio vedere soprattutto come si comporterà il Real Madrid nelle sfide con il Milan in Champions, per vedere se nelle grandi partite riusciamo a fare meglio rispetto agli ultimi 2 disastrosi anni.
P.S. Complimenti per il Guerin sportivo.
P.P.S. Non riesco più a trovare il tuo articolo su Raùl, vorrei salvarlo sul mio Computer se fosse possibile, mi è piaciuto davvero molto!

11:14 PM  
Blogger Guido Lorenzelli said...

Devo essere sincero il gioco del Real Madrid ancora non mi entusiasma...però con la qualità che ha e la garanzia di Mourinho in panchina può davvero diventare pericoloso quando avranno oliato meglio gli ingranaggi di gioco.

Il Valencia che ha cambiato tantissimo finora per me come hai sottolineato tu si affida tantissimo alle folate degli esterni offensivi sperando siano in giornata (Joaquin e Mata), mi piace molto Banega che secondo me sta trovando la sua maturità calcistica.

L'Atletico Madrid è una squadra che mi piace molto : davanti e all'ala sono forti, i difensori centrali come dicevi te non sono niente male e Filipe dal Depor è un grande acquisto.
Poi De Gea in porta entusiasma, forse manca qualcosina al centro di centrocampo.

Il Barça che è la mia squadra preferita mi appassiona sempre, anche quando perde è bellissimo da veder giocare.
Giusta la tua analisi...
L'unica pecca forse è la rosa scarna che quest'anno ha a disposizione Guardiola.
E poi certe operazioni di mercato incomprensibili per me (strapagare Ibra e rivenderlo ad 1/5 e stesso discorso fatto per il mediocre Chigrinsky; lasciare libero un giocatore come Marquez che a mio avviso poteva ancora essere utile alla causa blaugrana).

Saluti
Guido Lorenzelli
www.asdmamas.blogspot.com

9:53 AM  
Anonymous Anonimo said...

Beh, Wenger (non proprio l'ultimo arrivato) su Eurosport ha parlato di sei mesi per vedere un buon Real e di un paio per vederne uno solido: frasi che si possono interpretare a piacimento. Poi è vero che lo scorso anno a questo punto della stagione la squadra di Pellegrini era, appunto, più squadra, pur avendo cambiato di più (vado a memoria: cinque nuovi innesti tra i titolari lo scorso anno, quattro quest'anno). Il problema secondo me nasce proprio dal fatto che, a parte Ozil, gli altri quattro che attaccano non se la passano manco con la pistola puntata alla fronte. Non so, forse è un difetto innato in alcuni argentini, ma Di Maria e soprattutto Higuain (che è di un egoismo assoluto) dialogano pochissimo con i compagni, a meno che non siano costretti. Stessa cosa CR7, che come sottolinea Valentino non ha iniziato benissimo (e certamente il pubblico non lo aiuta: lui che è un umorale sente molto questa pressione). Poi alcuni sprazzi di bel gioco si vedono, penso all'ultimo quarto d'ora del primo tempo contro l'Ajax e alla prima parte della ripresa, però è ancora troppo poco. Mou si difende dicendo che gli piace il calcio d'attacco, e gli credo, perché contro una squadra media di questa Liga non puoi fare altro che attaccare, però è decisamente troppo poco quanto visto finora per dire che il Madrid quest'anno potrà centrare qualche titulo. Certamente si fa molta fatica a seguirlo, questo sì. Io mi diverto di più guardando il Valencia anche perché riguardo la squadra di Emery non avevo grandi aspettative per quest'anno (e invece...).
Tommaso.

2:57 PM  
Anonymous gandhi said...

Sempre da apprezzare gli sforzi di Guardiola per mantenere il calcio del Barca fluido ed intenso.
Appare evidente,d'altra parte,l'evoluzione che il calcio ha seguito negli ultimi tempi,che consente di trovare molte squadre con un'ottima organizzazione di gioco.
Affrontarle cercando di imporre il proprio gioco,con un totale controllo dei tempi,diventa sempre più difficile,ed anche un singolo movimento sbagliato può complicare notevolmente le cose.
Detto questo,come te guardo con molta fiducia al modo in cui prosegue l'inserimento di Villa in questa squadra.

Chiudo parlando di De Gea:ha impressionato anche me.Ha molta personalità;riflessi,posizionamento,ed un'ottima presa.Un grande portiere.

7:28 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Saracarbonero

Ahahah il tuo nuovo nome è nettamente migliore del vecchio!

Ci mancherebbe altro, per me a Mourinho va dato ancora un mese e mezzo. Non solo ancora non si può dare un giudizio di valore sul suo Madrid, ma non si può nemmeno definire con certezza il suo stile di gioco.

Se Higuain qualche volta si trova solo secondo me avviene più che per le caratteristiche delle mezzepunte per l'imperfezione attuale del Real Madrid, che è molto statico in fase di possesso e fatica a creare linee di passaggio che facciano progredire l'azione. Quindi in questi casi la soluzione diventa l'azione individuale (il problema nasce da qui più che dall'egoismo).
Non sono molto d'accordo su Ozil, è un giocatore estremamente aggressivo per essere un trequartista, gli capita più di una volta di dettare il passaggio in profondità scattando sul filo del fuorigioco.
Il comportamento di Ronaldo per me non è del tutto normale: vero che ama la palla sui piedi, ma il miglior Ronaldo appena può detta anche la profondità senza palla. Quello che sta facendo invece è soltanto venirsi a prendere il pallone e poi partire con azioni individuali che almeno in questo periodo non stanno mai andando a buon fine. Non mi sta piacendo il Ronaldo, lo vedo slegato dal gioco di squadra. In quest'ultimo aspetto attualmente stanno pesando di più giocatori come Marcelo, Ozil e anche Di Maria.

PS: Grazie per i complimenti, ti scrivo l'indirizzo del pezzo su Raul.

http://calciospagnolo.blogspot.com
/2010/09/hasta-siempre-raul.html

@ Asd M.A.M.A's

Indubbiamente la rosa corta è un handicap, soprattutto in attacco, perchè lì il Barça B offre meno possibili ricami rispetto a difesa e centrocampo (dove comunque in caso di infortuni si possono aggregare alla prima squadra elementi come Fontas, Bartra, Oriol Romeu, Thiago Alcantara e Jonathan dos Santos). L'attacco sarà un punto delicatissimo durante tutta la stagione del Barça. E Bojan deve svegliarsi, questo è chiaro. Non è accettabile che essendo il primo ricambio dell'attacco si mostri così poco incisivo ora che Guardiola gli sta dando le chances.

@ Tommaso
Mmmmh, secondo me la squadra di Pellegrini a questo punto della stagione non era superiore a questo Real Madrid. Era una squadra lunga, squilibrata, con molta improvvisazione... ricordiamoci un'esibizione patetica come quella col Milan al Bernabeu, la partita che macchiò vergognosamente la memoria di sedici Coppe dei Campioni totali fra le due squadre.
Come ho già risposto a madrid 7... pardon, saracarbonero, io più che un problema di egoismo vedo un problema di gioco (comprensibile in questa fase iniziale del progetto) alla base del non passarsela... comunque, sono evidentissimi e più che mai irritanti i momenti di egoismo che tu sottolinei in Higuain e nel Cristiano Ronaldo attuale, però Di Maria non lo sto vedendo egoista.

@ Gandhi
Per me nel calcio attuale, contro difese schierate è sempre più importante non dare punti di riferimento. Una difesa la puoi smuovere solo se i giocatori scambiano le posizioni con la giusta coordinazione. L'esterno che taglia verso il centro e nello stesso momento l'attaccante che invece si allarga... è l'unico modo per smuovere una difesa.
Quello che Guardiola chiede a Villa non è di fare l'ala ovviamente, ma di partecipare a questo movimenti in maniera più coordinata con i vari Messi, Iniesta, Keita e compagnia. Col tempo il Guaje affinerà la sua intesa col resto della squadra (anche se non è stato solo lui a sbagliare i movimenti l'altra sera, sia chiaro), logico. Se gli infortuni lo risparmieranno, penso che il Barça potrà solo e soltanto guadagnare dal suo acquisto (già da adesso si nota qualcosa...). Era l'usato più sicuro che si potesse trovare sul mercato... ho letto che anche Ferguson, che deve essere il fan numero uno dei giocatori spagnoli, ha dichiarato che Villa era l'unico giocatore per il quale avrebbe fatto una follia sul mercato.

12:17 AM  
Anonymous saracarbonero said...

Rispondendomi mi hai fatto ricordare una cosa sulla quale mi ero scordato di scriverti.
Volevo chiederti se anche tu pensi che Marcelo stiagiocando alla grande. Ho notato grossi miglioramenti in fase difensiva soprattutto, quanto pensi che Mourinho lo possa migliorare??

3:16 AM  
Anonymous Hincha Madridista said...

Credo che veri sprazzi di buon calcio, il Madrid li abbia dati solo con l'Ajax, per il resto ogni anno ci ritroviamo qui a fare gli stessi discorsi: è normale che si cambia mezza squadra più il tecnico ci vuole qualche mese prima che tutto prenda forma. Il problema potrebbe sorgere nel caso che Mou confermi che il primo anno in una squadra sia per lui di adattamento seguito da uno di vittorie a mani basse, avrà un anno a Madrid? Il pareggio di ieri a Levante provocherà degli allegri brusii a Cha Martin, ha ragione Sara Carbonero (eh eh eh) quando dice che tanto diranno le due gare con il Milan. Ovvio che a differenza del Madrid di Del Bosque (che aveva giocatori magari meno star ma più pronti a sacrificarsi e a dialogare tra loro) questa rosa è infarcita di egoisti allo stato puro e questo renderà ancora più difficile per Mou creare un gruppo.

12:08 PM  
Anonymous saracarbonero said...

Intanto altra orrenda partita contro l'Auxerre, dove di positivo ci sono solo la difesa ed il risultato. è ovvio su quale reparto
abbia lavorato Mourinho quest'estate, perchè i 4 della difesa sono ai limiti della perfezione, soprattutto Marcelo, ma anche Pepe, S Ramos , Arbeloa e Carvalho sono stati eccellenti. Buono anche se poco impegnato Iker, buoni anche Xabi lass e Kedhira, disastroso il reparto offensivo. Mourinho ha giocato con un 4-3-3 che molto si addice alle caratteristiche di Ronaldo, ma che non riceve abbastanza supporto in termini di inserimenti dai centrocampisti(Xabi non è Xavi, scusate l'ironia ne Lass è Inesta).
Personalmente vista la rosa a disposizione meglio un 4-2-3-1 come ha fatto giocare fino a Sabato. Ronaldo nervosissimo ed imacciato, Higuain jellato ed abulico, Benzema semplicemente inguardabile. Non si è mai visto un attaccante, o presunto tale, che in 70 minuti non tira nemmeno una volta in porta. La partita con il Milan diventa sempre più importante, non tanto per una qualificazione agli ottavi sulla quale si è messa come minimo una buona ipoteca, quanto soprattutto per capire a che punto siamo rispetto all'anno scorso.

6:16 PM  
Blogger valentino tola said...

Scusate per il ritardo nelle risposte.

La partita col Levante non ha spostato una virgola nelle considerazioni che abbiamo fatto, quella con l'Auxerre invece non l'ho vista, perciò non posso esprimermi.

Riguardo a Marcelo, anche io ho notato miglioramenti difensivi, però credo siano in corso da tempo, già da prima di Mourinho. Le pecche rimangono (le diagonali sui cross dal lato opposto, poi soprattutto cali di concentrazione), ma comunque è un giocatore importantissimo, che ha avuto il merito non da poco di uscire vivo e rafforzato dalle critiche e le contestazioni. Ricordiamoci che c'è stato un periodo in cui veniva fischiato non appena toccava il pallone. Altri giocatori come Drenthe e persino Emerson ne sono usciti a pezzi, lui non ha fatto una piega ed è ancora lì.
Offensivamente poi è un gran bel giocatore: non cerca molto la linea di fondo, però contribuisce come un centrocampista in più, porta palla magnificamente e salta il pressing avversario con estrema facilità. Ti fa sempre guadagnare metri in avanti.

4:28 PM  

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