martedì, giugno 08, 2010

Under 17-edizione 2010.

Con una settimana di ritardo, ma funziona ancora.

In un assedio generoso nella ripresa, la Spagna Under 17 non è riuscita a piegare il tentacolare portiere Butler, e così è stata l’Inghilterra a godersi finalmente il primo titolo europeo di categoria della storia. Il secondo posto conferma comunque la positiva tradizione spagnola nel torneo, e ciò che è più importante, certifica la buona qualità della rosa.
Impostata dal classico Ginés Meléndez sul consueto 4-2-3-1 delle nazionali giovanili, al solito non molto lavorato tatticamente e affidato più che altro alla qualità dei singoli sulla base di un possesso-palla un po’ scontato, la Spagna ha comunque dominato praticamente tutte le gare esibendo un livello mediamente superiore alle concorrenti. Poi, l’unica cosa che conta a questi livelli, sono emersi prospetti interessanti. Non la vagonata di talento della penultima Under 17 (quella medaglia di bronzo ai Mondiali, coi Muniain, Muniesa, Isco, Sarabia e compagnia), ma comunque speranze.

Formazione-tipo
(4-2-3-1): Ortolá; Edu Campabadal, Ramalho, Israel Puerto, Víctor Álvarez; Campaña, Darder (Aitor Castro); Gerard Deulofeu (Pablo Hervias), Ortí (Jesé), Jesé (Bernat); Paco Alcácer.

In porta ha sorpreso favorevolmente Adrián Ortolá, che alla vigilia non doveva partire nemmeno titolare (era segnalato il madridista Herrero). Ortolá gioca nel Roda, che non è una squadra olandese ma un piccolo club succursale del Villarreal (che ne detiene il cartellino), ed è piaciuto soprattutto per la sicurezza trasmessa a tutto il reparto difensivo. Molto sobrio, puntualissimo nelle uscite, ma anche determinante in alcuni uno-contro-uno con gli attaccanti avversari.

Il leader della difesa, e il giocatore più mediatico già prima dell’Europeo, è Jonas Ramalho, prematuramente celebre come primo giocatore nero nella storia dell’Athletic Bilbao, date le sue origini angolane, aggregato già da quindicenne agli allenamenti della prima squadra. Al di là di questo, Ramalho ha buonissime potenzialità sia atletiche che tecniche: un centrale esplosivo e agile, con grande stacco, naturalezza nei recuperi e negli spostamenti laterali, senso tattico e anche buone doti palla al piede pur potendo a mio avviso aumentare ulteriormente il suo peso nell’impostazione della manovra. Buon partner Israel Puerto (Sevilla), meno dotato, più macchinoso ma senza sbavature, tatticamente intelligente e anche a suo agio nel giocare la palla dalle retrovie. Primo ricambio per i centrali Uxio Marcos del Deportivo.
Così così i due terzini: Víctor Álvarez (Espanyol) supporta con buon tempismo nelle sovrapposizioni l’azione offensiva, pur mancandogli tocco e accelerazioni, ma ha commesso più di un errore difensivo, non sempre impeccabile nel posizionamento e nelle diagonali. Eduard Campabadal del Barça si è dimostrato più solido, tatticamente più preciso (anche lui però non del tutto esente da errori, vedi il gol decisivo dell’Inghilterra nella finale) e più difficile da superare nell’uno contro uno, però va anche aggiunto che il suo insignificante apporto offensivo ben difficilmente potrà aprirgli le porte della prima squadra blaugrana. Solo pochi minuti con la Francia per il terzino sinistro del Villarreal Galas.

Inamovibile a centrocampo José Campaña, l’organizzatore. Sempre molto continuo, tocco di palla pulito, aperture precise e buona protezione della sfera, senso della posizione, maturità, ma anche poca creatività, almeno per quanto visto in queste misere 5 partite. Va tenuto comunque d’occhio perché a 17 anni è già titolare fisso della seconda squadra, il Sevilla Atlético, e in un futuro non troppo remoto è probabile uno sbarco nel Sevilla vero e proprio.
Accanto a Campaña è stato Darder (Espanyol) il più impiegato, mediano tatticamente valido ma molto lineare; più interessante il suo concorrente Aitor Castro (Real Sociedad), una mezzala (con lui nell’undici titolare spesso si passava al 4-1-4-1, con Campaña davanti alla difesa e Ortí e Aitor Castro mezzeali ) minuta ma molto dinamica e con ottime doti di palleggio, sempre alla ricerca dello spazio vuoto e della triangolazione per dare continuità alla manovra: sembra il classico elemento da “tikitaka”, peccato non averlo visto maggiormente all’opera.

Dalla trequarti in su, rispetto al consueto menu delle nazionali spagnole c’è poco da segnalare quanto a rifinitori, ma molti elementi interessanti invece in fase di accelerazione e finalizzazione. Il più appariscente senza ombra di dubbio il dribblomane Gerard Deulofeu del Barça, che la prima l’ha iniziata dalla panchina ma dalla seconda in poi ha portato a spasso terzini su terzini, indiscutibile largo a destra ma comodo anche negli spostamenti sull’altra fascia spesso intervenuti nel corso della partita. Deulofeu è un destro naturale, velocissimo e con l’ossessione dell’uno contro uno: o cercando il taglio verso l’interno dopo il controllo a seguire (numero provato con grande frequenza), oppure alzandosi il pallone leggermente verso l’esterno per poi partire a tutto gas, oppure ancora insistendo nei doppi passi, il suo stile di gioco è estremamente diretto, e bisogna dirlo, ancora estremamente limitato ed acerbo. Tende ad aspettare il pallone più che andarsi a cercare lo spazio giusto, non conosce “la pausa” e quelle combinazioni per linee interne che anch’esse come i dribbling servono a sbilanciare le difese avversarie; in alcuni momenti poi, vedi ad esempio l’assedio nella ripresa della finale, la testardaggine palla al piede è davvero troppa. Vedremo se si tratterà soltanto di pecche dovute all’inesperienza o proprio di scarsa comprensione del gioco (l’esempio di Diego Capel resta lì come monito imperituro), il talento comunque è sfacciatamente sotto gli occhi di tutti, e vederlo mettere a sedere gli avversari e raggiungere il fondo (ma proprio il fondo, eh, calpestare la linea dopo averne fatti fuori due o tre fischiettando…) qualche sorrisino di compiaciuto stupore lo regala anche agli spettatori più smaliziati.Meno acerbo ma con margini probabilmente inferiori il madridista Jesé Rodriguez, impiegato come mezzapunta al centro (nell’esordio con la Francia e in corso d’opera nelle gare successive) o a sinistra. Partecipa un po’ di più alla manovra rispetto a Deulofeu, ma nemmeno lui ha le caratteristiche del rifinitore, è un giocatore verticale che predilige anch’egli la percussione palla al piede, anche se rientrando sul destro più che cercando il fondo. Potente, veloce in progressione, buon controllo in corsa e nello stretto, ottimo tiratore. Altra soluzione interessante sulle fasce Pablo Hervias della Real Sociedad, esterno destro uscito dalla formazione titolare dopo la prima gara (ubi Deulofeu minor cessat), ma comunque da non sottovalutare per lo spunto sul breve (favorito anche dal baricentro basso) e la disinvoltura palla al piede. Deulofeu, tramite lo slittamento di Jesé, ha emarginato anche il rapido mancino Bernat (Valencia), che pure era andato in gol nella prima e unica gara da titolare con la Francia.
L’unico rifinitore per vocazione, Ortí del Zaragoza, ha invece un po’deluso. Non ha stonato nel contesto generale, ma ha inciso molto poco a livello individuale.

Studia con profitto da killer Francisco “Paco” Alcácer, capocannoniere della manifestazione con 6 gol in 5 partite, che vanno a rimpinguare il ragguardevole bottino di 14 reti in 11 partite finora totalizzato con l’Under 17. Può essere incoraggiante che proprio nei giorni in cui il Valencia perdeva con David Villa il suo quasi insostiuibile bomber, proprio il settore giovanile “che” abbia segnalato un potenziale sostituto più che valido, anche se in una prospettiva di lungo termine. Come Villa Paco è un attaccante piccolo, rapido e mobile, ma la concezione del gioco è molto diversa. Anche Paco attacca lo spazio, anche Paco propone intelligenti spostamenti laterali, ma Paco a differenza di Villa non ci tiene più di tanto al contatto col pallone: pur trovandosi assolutamente a suo agio in fase di palleggio e non mancando di senso tattico negli appoggi, preferisce nascondersi per riapparire quando ormai è troppo tardi per l’avversario. È una punta più da area di rigore, con un notevole intuito, possiede tutti quei movimenti a smarcarsi che se non li hai nel sangue allora è meglio che ti trovi un altro lavoro, non ha i centimetri ma sa rubare il tempo ai difensori, poi non ci mette nulla a caricare la conclusione secca verso la porta, che scaglia con entrambi i piedi (pur preferendo il destro) e con ottima coordinazione.
Ha avuto solo un piccolissimo spezzone al centro dell’attacco (contro la Svizzera) Saúl Ñiguez (Atlético Madrid), fratello minore di Aarón (ex-stella con Bojan dell’Under 17 2006 e campione d’Europa Under 19 nel 2008, ma un po’ persosi nelle sue peregrinazioni, l’ultima al Celta) ed elemento più giovane della spedizione essendo un classe ’94.

FOTO: siemprecantera.blogspot.com

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17 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Otttimo articolo, ma io sono molto più entusiasta riguardo a Deulofeu... considerando l'età (ha fatto i 16 anni 2 mesi fa, è un 94), la struttura fisica (1.80) abbinata alle eccellenti doti atletiche... oltre al bagaglio tecnico impressionante, allo stile estremamente disequilibrante di gioco, agli ENORMI margini di progresso ancora possibili... siamo di fronte ad un vero e proprio progetto di crack (diego capel, al confronto è poco o niente... assomiglia molto, ma molto di più al n. 9 del madrid alla sua età...).

Ciao

Luca

10:56 PM  
Blogger Hellas said...

Gli articoli sulle nazionali giovanili sono in assoluto quelli che preferisco. Hai veramente un gran occhio.

Detto che mancavano parecchi titolari - vuoi per infortunio vuoi per motivi disciplinari - mi è parsa un’under 17 diversa dalle tipiche nazionali giovanili spagnole.
Da un verso a centrocampo non ho notato la solita capacità di palleggio, con il molto reclamizzato Campana che si è limitato al compitino, dall’altro ho visto una squadra veloce nelle ripartenze, con una manovra a tratti verticale. In prospettiva può essere un vantaggio: tra i giovani spagnoli gli interpreti del tichi-taca abbondano, i giocatori diretti un po’ meno.

Veniamo ai protagonisti. Deulofeu ha lo stesso vizio di Capel (dici bene, ossessionato dall’uno contro uno), ma il ventaglio di soluzioni a cui può attingere mi pare ben più ampio: Capel probabilmente la palla non la sa passare, Deulofeu non la vuole passare. Questa perlomeno è l’impressione che ho avuto io. Sul piano tecnico gli manca giusto un po’ il tiro, a occhio non troppo potente, ma per il resto siamo di fronte ad un potenziale campione. Va anche detto che Deulofeu è un ‘94, e a questa età un anno di differenza conta. Resta da vedere come reagirà di fronte alla notorietà e ai primi soldi, da quello che leggo il ragazzo non ha nell’umiltà la sua miglior virtù…

Jesè Rodriguez. A me è piaciuto parecchio, con tutti i distinguo del caso un po’ mi ricorda Cristiano Ronaldo. È veloce ed ha senza dubbio un’ottima tecnica, e a queste caratteristiche abbina una potenza notevole. Ho però qualche dubbio su un suo futuro ad alti livelli: il gioco di Jesè necessita del fisico e proprio da questo punto di vista bisogna vedere in che misura crescerà. Giocatori con la strapotenza atletica di Cristiano Ronaldo non nascono mica tutti i giorni…

Su gli altri hai detto tutto tu. Aggiungo solo che Campabadal nel Barcellona gioca da centrale, suo ruolo naturale, e a quanto pare lo fa anche bene. Non mi sento di escludere per lui una carriera alla Botia.
Menzione anche per Ortolá: oltre alle parate ha dato una generale sensazione sicurezza. Qualità non facile da riscontrare in un portiere di 17 anni.

1:36 AM  
Blogger Francesco said...

Se hai solo il dribbling (pur eccellente, pur vistoso, pur disequilibrante) non vai molto avanti. Come Deulofeu, anche Giovani Dos Santos (che tecnicamente a sedici anni non aveva molto da invidiargli, anzi) a quell'età si faceva fuori assieme a Bojan le difese avversarie e sembrava il nuovo Ronaldinho: abbiamo poi visto tutti che fine ha fatto. Inoltre da quel poco che ho visto Deulofeu mi sembra abbia poca intelligenza calcistica (capacità di sapere quando passare, quando tirare, quando dribbblare, quando tagliare etc). Quanto al fisico, ormai a 16 anni sono parecchi i giocatori alti 1,80. E' troppo presto per giudicare.

Scomodare come termine di paragone il giovane Cristiano Ronaldo, che a solo un anno in più era quasi titolare in una delle tre big della Liga portoghese, lo Sporting Lisbona (25 partite, tre goal), aveva esordito nei preliminari di Champions contro l'Inter, aveva personalità, movimenti in profondità e "pegada" che Deulofeu si sogna e che Moggi, come noto, voleva scambiare con Salas (!), mi sembra un po' eccessivo.

Deloufeu sembra un buon prospetto di giocatore, ma scommettere ora come ora sul suo arrivo al top è come fare un salto nel vuoto. Senza contare che fa parte della cantera del Barca, e immagino (ma sono solo mie supposizioni) che a quell'età nel settore giovanile del Barcellona un certo senso tattico (scelta dei tempi, altruismo, movimento senza palla) lo insegnino ai giocatori fin da piccoli, sopratuttto se potenzialmente giocherebbero come ala nel tridente. Comunque é giovane e il talento ce l'ha. Spero per lui che non lo butti via.

12:57 PM  
Anonymous Anonimo said...

" che a solo un anno in più era quasi titolare in una delle tre big della Liga portoghese"

un anno in più... QUASI titolare... dello sporting lisbona... daiiii!!!
poi la precocità conta fino a un certo punto. chiedasi a Drogba o per motivi contrari a Kluivert e Saviola.

Deulofeu è impressionante. sicuramente può migliorare molto in tanti aspetti ma non c'entra nulla con Capel. capel non sa manco che forma a la palla e infatti spesso se la dimentica dietro. un po' come paragonare il giovane Ronaldinho con Martins, non c'entra niente. certo può passare di più (anche se mi sembra che abbia fatto ottimi assist a questo giro...) ma con la palla sa cosa fare eccome. il cercare l'uno contro uno , sapendolo fare, è un pregio, non un difetto. vedo un grande futuro per lui. poi può diventare un nuovo Cristiano Ronaldo o un ottimo giocatore, dipende da tante cose.


"anche Giovani Dos Santos (che tecnicamente a sedici anni non aveva molto da invidiargli, anzi) a quell'età si faceva fuori assieme a Bojan le difese avversarie e sembrava il nuovo Ronaldinho: abbiamo poi visto tutti che fine ha fatto"

si. a 21 anni va a giocare un mondiale come leader della sua nazionale. proprio una brutta fine! se di fine possiamo parlare per un giocatore di appena 21 anni.


" Quanto al fisico, ormai a 16 anni sono parecchi i giocatori alti 1,80"

non nel Barca.

KUBALA

5:36 PM  
Blogger Flavio said...

Ciao Vale, so che non ami i "fuori campo", però volevo chiederti cosa ne pensavi della situazione dei giovani del Barça...quali ritieni già pronti per la prima squadra, e soprattutto volevo un tuo parere su: 1) Botia, se potrebbe essere considerato un vice Piquè già da subito vista la buona esperienza di quest'anno allo Sporting. 2) Come eventuale vice di Dani Alves preferisci Montoya o Dalmau? Ti ringrazio già per la risposta, saluti
Flavio

6:32 PM  
Blogger Francesco said...

X Luca. OK. Poniamo che fra 5 anni Deulofeu diventi, fatte le debite proporzioni perché sono giocatori diversi, come Dos Santos. Ossia un giocatore di medio livello potenzialmente titolare in ua piccola nazionale come il Messico. E' un po' diverso dal diventare un pallione d'oro no?

"E poi la precocità conta fino a un certo punto"

Appunto. Proprio per questo motivo mi sembra un po' arrischiato dire che può diventare Cristiano Ronaldo. Quanto all'altezza di 1,80, boh, sinceramente non la vedo come un grande vantaggio competitivo nel contesto di una rosa come quella blaugrana. Se tecnicamente e tatticamente non diventi fortissimo, nel Barca non giochi.

A titolo di esempio, guarda l'azione con cui si è procurato il rigore nel 3 a 1 alla Turchia (http://www.youtube.com/watch?v=FH3XeSxdzaM&feature=related): riceve palla sulla sinistra da Jesé Rodriguez. Arriva al limite dell'area e vi entra sempre sulla sinistra. Rimane lì 7 secondi, in cui non fa altro che finte e controfinte quando potrebbe 1) dare un passaggio in profondità a Rodriguez che entra in area; 2) darla al centro a (credo) Alcacer appostato fuori area; 3) Cambiare gioco sul lato opposto verso il numero 15 che chiama la palla. Invece che fa? perde palla, poi la recupera tornando un po' indietro e infine subisce fallo da un difensore turco.

Questo tipo di azione la può fare solo nei tornei giovanili. Nel calcio moderno neanche in segunda divisiòn di lasciano sette secondi a fare dribbling in area. Per questo dico che è tutto da vedere se poi saprà confermarsi su livelli da campione assoluto.

8:10 PM  
Blogger valentino tola said...

Io sono propenso a pensare che le imperfezioni di Deulofeu siano dovute all'età, rispetto a Diego Capel che invece è proprio ottuso. Però, attenzione, adesso a posteriori possiamo parlare male di Capel tranquillamente, ma a livello under 17 portava gli avversari a spasso esattamente come Deulofeu. Era esterno/ala come Deulofeu (che c'entrano Martins e il giovane Ronaldinho?) ed era devastante, me lo ricordo bene.
Tengo comunque a precisare che non volevo fare un paragone diretto fra i due. Ho buttato lì il nome di Capel per fare l'esempio di un giovane con quelle caratteristiche che non progredisce. Dico soltanto di avere molta ma molta cautela: ora come ora se giocasse coi grandi Deulofeu strapperebbe applausi alle prime partite e alle prime giocate, ma dopo un paio di gare gli avversari lo limiterebbero tantissimo con i raddoppi. Tatticamente è acerbo da morire, non solo col pallone tra i piedi, anzi in realtà lo è ancora di più senza palla.

Io credo sia un livello potenzialmente altissimo, ma Cristiano Ronaldo per il momento lo lascerei stare. Peraltro il Cristiano Ronaldo che era arrivato al Manchester United era un giocatore anche lui parecchio acerbo, è diventato CRISTIANO RONALDO a partire dalla terza stagione più o meno.

@ Flavio
Puoi andare off-topic quanto vuoi, basta che si parli di calcio ;-)

1) Come rincalzo pronto all'uso Botia potrebbe anche andare. Però è molti gradini sotto sia rispetto a Piqué che rispetto al potenziale di Muniesa, al quale uno spazio bisogna prepararlo per le prossime stagioni. La mia idea su Botia sarebbe quella di fargli fare una buona carriera con squadre di livello medio della Liga.
2) Non so, vorrei vederli ancora per sciogliere il nodo. Mi piacciono entrambi. Montoya ha un anno in più, quindi a breve potrebbe essere più pronto. Non prendere però per oro colato queste mie considerazioni.

8:50 PM  
Anonymous cespo said...

parlo di quello che ho visto, dal vivo, di botia.

secondo me grande posizione, fisico, bravo anche nell'uno contro uno, ma con il barça non centra. Nel senso che molte volte nello sporting lasciavano impostare gregory piuttosto che dare la palla a lui, se non è un indizio poco ci manca..

può fare una carriera da buon centrale, ma come dice il saggio valentino non da barça.

Piuttosto non sento più circolare il nome di canella e angel (rimanendo in ambito sporting) caratteristiche diverse ma sinceramente vedo pochi davanti a loro in spagna come terzini sinistri...

Essendo ora a santander ti chiedo di canales...

1:21 AM  
Anonymous Anonimo said...

"X Luca. OK. Poniamo che fra 5 anni Deulofeu diventi, fatte le debite proporzioni perché sono giocatori diversi, come Dos Santos. Ossia un giocatore di medio livello potenzialmente titolare in ua piccola nazionale come il Messico. E' un po' diverso dal diventare un pallione d'oro no? "

ma ha 21 anni! dove giocava Drogba a 21 anni? facciamolo tra qualche anno il bilancio. ora è decisamente prematuro.

l'altezza conta eccome , soprattutto se i tuoi compagni sono nanetti. riguardo alla tecnica... beh non mi sembra che Abidal sia proprio sto funanbolo eppure gioca. ok un difensore. Keita è un centrocampista. forte è forte ma tecnicamente non un fenomeno. eppure gioca.

PUO' non significa "diventerà". io ti dico che Gerard Deloufeu può diventare come C. Ronaldo e che per esempio Adiyah non diventerà mai come eto'o.

in quell'azione si è guadagnato un rigore mi sembra. di giocatori professionisti che indugiano come lui in situazioni simili col pallone ce ne sono tantissimi e anche qualche campione. mi viene in mente Seedorf per primo. a quell'età meglio uno che eccede nel dribblare che il contrario che a fare in tempo a disciplinarti fai sempre, a trovare il tempo e il ritmo del dribbling meno...

capel a 18 anni faceva la riserva in nazionale di Jeffren (e di Toni Calvo) e non si portava a spasso nessuno perchè non aveva la tecnica per farlo.il paragone con ronaldinho e martis è proprio basato su questo. uno giocava con tecnica e velocità, l'altro solo sulla velocità. i limiti di capel non sono solo tattici ma pure tecnici. limiti che Deulofeu certo non ha.

tra Montoya e Dalmau forse il primo è più affidabile nel fare il compitino ma Dalmau ha molto più potenziale per quel poco che ho visto.

KUBALA

1:43 AM  
Anonymous Anonimo said...

Diego Capel nelle nazionali giovanili ha lasciato il segno, campione Under 19 da protagonista e titolare almeno alla pari con Jeffren (Toni Calvo era sull'altra fascia, ne esistono due..), titolarissimo con 5 presenze su 5 e 1 rete nella sfortunata esperienza ai Mondiali Under 20 in Canada con l'uscita ai rigori ai quarti contro la Repubblica Ceca (poi finalista)...
ne ha portati ha spasso centinaia di difensori nelle giovanili con il dribbling e l'accelerazione...

Santeria

12:31 PM  
Anonymous Anonimo said...

guarda Santeria quell'anno ho vissuto in Spagna e l'europeo lo trasmettevano in chiaro.

Capel non si è visto proprio.

KUBALA

5:25 PM  
Blogger Hellas said...

Deulofeu ha il potenziale per diventare un campione, però una precisazione è d'obbligo: di sicuro ora come ora non è alto 1,80. A occhio misura una decina di centimetri in meno.

A proposito di giovani, la prossima stagione mi auguro possa trovare spazio Thiago Alcantara. Ho visto l'ultima partita del Barcellona B ed il ragazzo ha una qualità tecnica impressionante; bruciarlo (troppo tempo nelle giovanili o prestiti azzardati) sarebbe un delitto.

9:13 PM  
Blogger Vojvoda said...

Avete tutti un diavolo per...CAPEL in questo post, che diamine...:-)
Alzi la mano chi ha i CAPEL e chi no e poi ne discutiamo. Per Lippi e per l'italianettinetta diventerebbe un'icona della fascia, in una parola: insostituibile. Eroe dei giornali cartacei quotidianamente impegnati a ricercare l'ultimo dribbling riuscito da un footballer italiano negli ultimi 10 anni e che con CAPEL potrebbero finalmente dissetarsi.
In questa Spagna che accumula tanto debito pubblico quanto talenti calcistici, è ridotto ad elemosinare il diritto di esistere e noi lo stiamo relegando ad "oggetto da discarica" come il videogioco che tanto ci faceva impazzire qualche anno orsono ed ora non funzionando più come vogliamo noi va fatto passare a miglior vita e sostituito, tanto la produzione industriale calcistica spagnola non è mai in crisi.

Deulofeu (a proposito: straordinari, ripeto col maiuscolo, STRAORDINARI, i cognomi di questi ragazzi under 17, spero non gli venga lo schiribizzo di etichettare la loro carriera ed il loro "nombre deportivo" con nomi di battesimo o nomignoli vari che li farebbero entrare nell'anonimato prima ancora di esserci usciti: DEULOFEU, CAMPABADAL, DARDER, ALCACER, ORTOLA', GALAS, HERVIAS sono da applausi...sono commosso, piango dalla gioia a sentire CAMPADABAL...! E all'incontrario, pensando che XAVI avrebbe potuto chiamarsi CREUS differenziandosi ancor di più, piango per motivi opposti: capisco i PEREZ RODRIGUEZ o i GONZALES BLANCO, ma quando hai un SALTOR O GRAU e scegli di farti chiamare solamente BRUNO, che ce ne sono 1 milione, io perdo 5 mesi di vita...).
Tolta sta mia fissa (una delle tante che sul calcio mi affligge), io ho visto solo la finale e non conoscevo nessuno, né nella sponda della Regina, né in quella del Re, però devo dire (detto che la Spagna ha dominato non di una, ma di tre spanne l'Inghilterra) che questo DEULOFEU, DIO LO FA e poi l'accoppia (con le stelle del firmamento mondiale futuro, ne sono quasi certo). Tra il RE di Spagna e la REGINA d'Inghilterra lui in campo si è mosso come un CAVALLO sulla scacchiera, spiazzando per primo chi scrive che non si capacitava di cotanto talento racchiuso in un bambino di 16 anni che attacca ancora le figurine di PEDRO sull'album. Ha la stessa capacità di sbagliare un dribbling di quella di Mourinho di ritornare sulla terra. IMPRESSIONANTE ed impressionato, ad un certo punto ho pensato che scartasse anche un chewing-gum ORBIT con i piedi. Se questo non diventerà un fenomeno prometto che mi vedrò il TG4 di Fede per un anno intero (dopo aver sgozzato DEULOFEU...).

KUBALA entra in campo come un CARRO ARMATO NORDCOREANO ma non è che sia a digiuno di nozioni, anzi. E che a forza di entrare a gamba tesa gli altri non giocano più con lui...:-)
Io che amo il gioco maschio mi trovo d'accordo su DEULOFEU, che non è che abbia per forza bisogno di tatticismi quando è ancora nel pancione della mamma (poi non è che per giocare ad alti livelli ci sia solo il BARCELLONA ed il suo proverbiale stile riconosciuto...) ma non con CAPEL muratore in mobilità, disgraziato rifiuto della società moderna...:-)

Per Francesco: oh, non che il Messico sia proprio una piccola nazionale. La Slovenia non ha mai rischiato di fare sette( 7 ) gol all'Italia...(vabbè, avessi detto......) e non è che GIOVANI DOS SANTOS sia un ambulante venditore di bibite e semini bulgari allo stadio ALI SAMI YEN.

SALUTI A TUTTI DA VOJVODA...:-)

9:52 PM  
Anonymous Anonimo said...

ah ah ah aha
da applausi l'intervento, veramente... ..
grande Vojvoda!

Santeria

10:16 PM  
Blogger valentino tola said...

Incontrollabile Vojvoda!

Poi non posso far passare liscia ad Hellas la sua provocazione su Thiago.
Anche io ho visto la partita col Real Jaen e anche io sono rimasto allibito dal suo show. Non solo una qualità tecnica strepitosa, ma anche una padronanza del gioco totale. Quando Luis Enrique ha fatto il cambio inserendo Rueda (un centrocampista centrale) al posto di Victor Vazquez (che partiva, ma solo sulla carta, dalla fascia destra del tridente), avanzando Thiago sulla destra, io ho un po' storto il naso, perchè temevo che il cambio allontanasse troppo Thiago dal cuore del gioco limitando un po' la capacità proverbiale del Barça (anche del Barça Atlètic) di difendersi col pallone.
Invece no, anche all'ala destra Thiago ha continuato a dominare, a dettare i tempi e a permettere al Barça Atlètic di controllare nella metacampo avversaria, spezzando irrimediabilmente il ritmo del Real Jaen che pure avrebbe dovuto gettarsi in avanti alla ricerca della rimonta.
E questo tralasciando il gol (punizione a foglia morta come non se ne vedono tante) e l'assist per il 3-1 di Jonathan Soriano.

Comincio a vederlo come una sorta di Xavi con stile da calcio a 5 (quel modo di portare palla con la suola, e poi i passaggi improvvisi tagliati con l'esterno) e le "visioni" di Ronaldinho. E' evidente che uno spazio bisognerà riservarglielo, e per questo bisognerà soppesare con cura l'eventuale acquisto di Fabregas.

9:45 AM  
Anonymous Anonimo said...

Fabregas ha uno stile diverso. quello che bisognerà soppesare è la vendita di Xavi (monetizzando pure). per non finire come il Milan.

Vojvodina abbiamo "litigato" diverse volte ma sei simpatico, bell'intervento.

KUBALA

11:59 PM  
Anonymous Anonimo said...

e comunque Thiago Alcantara ha una mobilità tale che con xavi per fortuna non ha nulla a che vedere.

KUBALA

8:58 PM  

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