mercoledì, novembre 18, 2009

Una grande generazione.

Si è conclusa con un buon terzo posto la spedizione in Nigeria della Spagna Under 17. Un girone passato in scioltezza (a parte la sofferenza della prima con gli USA, costretti a rimontare in dieci sin dal secondo minuto), un ottavo altrettanto brillante con il Burkina Faso, l’altalena del quarto con l’Uruguay (partita pazza: doppio vantaggio e stradominio per un’ora di gioco abbondante, poi due ingenuità che fruttano la rimonta a un avversario che prima dei rigori va anche vicino al colpaccio) e infine la non-partita contro una Nigeria a dir poco intrattabile dal punto di vista atletico (aspetto che a livello Under 17 pesa ancora di più, anche se poi il capolavoro della Svizzera in finale ci ha dimostrato che lo si può anche aggirare). Meritata poi la medaglia di bronzo al termine di una gara con la Colombia sostanzialmente controllata.

Questa Under 17 si è mossa con disinvoltura secondo i canoni classici della scuola spagnola: 4-2-3-1 (contro il Malawi e in alcune partite a vantaggio acquisito 4-1-4-1), possesso-palla e compagnia bella. Ma quello che conta di più a questi livelli è sicuramente il materiale umano, in prospettiva eccellente. Siamo di fronte a una delle migliori ultime nazionali giovanili, senza ombra di dubbio. Giocatori di alto livello tecnico medio, pienamente funzionali a una filosofia di gioco, e con un’esperienza già ragguardevole per la loro età. Non conosco i dati delle altre nazionali del mondiale onestamente, ma impressiona che sei elementi di questa rosa abbiano già esordito a livello ufficiale con la prima squadra (Muniesa Koke, Muniain, Isco, Edu Ramos, Kevin), mentre altri come Dalmau e Borja son già stati tenuti in considerazione nel corso del precampionato.


TABELLINI
Spagna vs. USA (3-1): Edgar; Dalmau, Sergi Gómez, Muniesa, Aurtenetxe; Koke, Edu Ramos; Muniain (Morata, 84’), Isco (Amat, 7’), Sarabia; Borja (Kevin, 62’).
Gol: 0-1 (4’): McInerney. 1-1 (22’): Borja. 2-1 (30’): Sarabia. Espulso Sergi Gómez al 2’.

Spagna vs. Emirati Arabi (3-1): Edgar; Blázquez, (Dalmau, 65’), Amat, Muniesa, Aurtenetxe; Sergi Roberto, Koke; Muniain (Carmona, 61’), Isco, Sarabia (Edu Ramos, 80’); Borja.
Gol: 1-0 (12’): Isco. 2-0 (19’): Borja. 2-1 (68’): Sebil. 3-1 (88’): Carmona.

Spagna vs. Malawi (4-1): Yeray (Celaya, 77’); Dalmau, Amat, Sergi Gómez, Blázquez; Kamal; Kevin (Sarabia, 75’), Sergi Roberto, Espinosa, Carmona (Muniain, 83’); Morata.
Gol: 0-1 (32’): Carmona. 0-2 (60’): Morata. 0-3 (62’): Espinosa. 0-4 (74’): Morata. 1-4 (82’): Milanzi.

Spagna vs. Burkina Faso (4-1): Edgar; Dalmau, Sergi Gómez, Muniesa, Aurtenetxe; Sergi Roberto (Espinosa, m.88), Koke; Muniain, Isco (Edu Ramos, m.66), Sarabia (Carmona, m.80); Borja.
Gol: 1-0, M.19: Sergi Roberto. 1-1, M.26: Ibrango. 2-1, M.56: Sergi Roberto. 3-1, M.67: Sergi Roberto. 4-1, M.83: Carmona, rig.. Espulso Dalhata Soro (Burkina) all’81’.

Spagna vs. Uruguay (3-3 nei tempi regolamentari, 4-2 per la Spagna ai rigori): Edgar; Dalmau, Sergi Gómez, Muniesa, Aurtenetxe; Koke, Sergi Roberto (Amat, min.46); Muniain (Edu Ramos, min.61 (Kamal, min.90)), Isco, Sarabia,; Borja.
Gol: 0-1, min.10. Luna. 1-1, min.17. Isco, de penalti. 2-1, min.49. Borja. 3-1, min.50. Borja. 3-2, min.71. Mezquida. 3-3, min.84. Gallegos. Espulsi: Sarraute (Uruguay) al 32’, Muniesa al 45’.

Spagna vs. Nigeria (1-3): Edgar; Dalmau, Gómez, Amat, Aurtenetxe; Sergi Roberto (Espinosa, m.65), Koke; Muniaín (Carmona, m.23), Isco, Sarabia (Morata, m.65); Borja.
Gol: 0-1, m.30: Okoro. 0-2, m.61: Emmanuel. 0-3, m.71 Emmanuel. 1-3, m.84: Borja.

Spagna vs. Colombia (1-0): Edgar Badía; Dalmau, Gómez, Muniesa, Blázquez; Koke, Sergi Roberto (Kamal, m.73); Kevin, Isco, Sarabia (Carmona, m.46); Borja (Morata, m.66).
Gol: M.75: Isco.



UNO PER UNO
Nota: non ho potuto assistere alla trasmissione integrale di tutte le partite. Delle prime tre del girone Eurosport ha mandato delle sintesi (ampie quelle delle prime due, risibile quella del Malawi), per cui non ho potuto raccogliere un’eguale quantità di informazioni per tutti i giocatori (le schede delle riserve sono particolarmente striminzite). Mi ha potuto aiutare comunque l’aver osservato molti di questi giocatori già nell’Europeo o coi loro club.


Edgar Badía (Espanyol): Portiere tutt’altro che ortodosso, non proprio convincente. Ha un bel colpo di reni che gli consente interventi non facili e spettacolari, ma tecnicamente lascia a desiderare. Come tradizione dei portieri spagnoli, la gestione delle uscite alte regala brividi; sulle uscite basse invece è pronto e rapido, e consente anche buoni recuperi alle spalle di una difesa alta. Comica la papera che regala il gol agli USA, curioso il comportamento nella serie di rigori con l’Uruguay: si butta con un secolo d’anticipo, eppure i battitori della Celeste capitolano. Presenze: 6 (da titolare). Minuti: 570.

Albert Dalmau (Barcelona): Terzino destro titolare, rendimento regolare, ha le carte per una buona carriera anche se non è chiaro se il livello sia da futura titolarità blaugrana. Potente e con una notevole facilità di corsa, è un laterale abbastanza completo: tatticamente attento in fase difensiva, aggressivo in marcatura, tiene bene la posizione coordinandola con quella dei compagni di reparto, non si fa sorprendere sulle diagonali e raramente abbocca negli uno contro uno. A questo aggiunge poi una chiara propensione offensiva: costantemente in sovrapposizione e con un buon controllo di palla, lasciano però a desiderare le sue scelte quando viene coinvolto dalla trequarti in su: spesso precipitoso e impreciso, un po’approssimativo al cross. Presenze: 7 (6 da titolare). Minuti: 595.
Sergi Gómez (Barcelona): L’anello debole dell’undici titolare. Sobrio all’Europeo, in questo mondiale ha evidenziato una certa goffaggine ed insicurezza che, aggiunte a doti di base assolutamente nella norma, hanno aggravato il bilancio. Il più prestante dei difensori centrali, ma anche il più macchinoso, il più lento e anche quello con la peggior lettura delle situazioni. Al di là di una base tattica sufficiente manca proprio il talento nell’intepretazione delle situazioni difensive, difficile possa fare strada fra i grandi. Presenze: 6 (da titolare). Minuti: 482. Ammonizioni: 1. Espulsioni: 1.
Marc Muniesa (Barcelona): Buon mondiale ma comunque inferiore alle attese, perché si parla di un talento difensivo fuori dal comune, molto probabilmente destinato in futuro a far coppia con Piqué al centro della difesa del Barça e della nazionale maggiore. In ogni caso la sua assenza si è notata: una volta espulso con l’Uruguay, la Spagna ha subito la rimonta, in semifinale invece la squalifica gli ha risparmiato il massacro operato dai nigeriani. Non comuni sono la naturalezza e la personalità con le quali Muniesa si muove al centro della difesa: straordinario l’intuito e la capacità di leggere in anticipo le situazioni, che gli permettono di dominare quella frazione di secondo decisiva anche per rilanciare l’azione ribaltando subito il fronte. Agile, rapidissimo negli spostamenti laterali e nei recuperi, una volta spezzato l’attacco avversario riparte subito palla al piede, con notevole dimestichezza nel controllo in corsa. Ciò gli permette di superare con facilità la prima linea avversaria, in perfetto stile Barça, anche se il suo mancino sembra portato più allo scambio corto che ai cambi di gioco. La combinazione di grande reattività e capacità nel rilanciare l’azione ha portato qualche esperto a raffigurarlo addirittura come un potenziale mix fra Puyol e Márquez. Le doti ci sono, ma il ragazzo deve ancora limare alcuni aspetti tattici: talvolta l’audacia, la propensione all’anticipo e l’eccessiva confidenza lo portano a sguarnire la zona e lasciare spazi pericolosi alle proprie spalle. Presenze: 5 (da titolare). Minuti: 405. Espulsioni: 1.
Jon Aurtenetxe (Athletic Bilbao): Ordinatissimo terzino sinistro, adoratore del compitino, comunque preciso e funzionale nella maggior parte delle occasioni. Non ha un’anima particolarmente offensiva, ma accompagna la manovra coi tempi giusti e generalmente senza che il pallone gli scotti tra i piedi, con tocchi semplici ma precisi e che non tolgono fluidità alla manovra. Un tipo di terzino sinistro sulla falsariga dei vari Monreal, Canella e Fernando Navarro. Buon senso della posizione, reattivo sul breve, non ha mai sofferto fino alla semifinale, quando il velocissimo nigeriano Egbedi lo ha mandato al manicomio e quando un suo errore di posizione ha propiziato il primo gol dei padroni di casa. Presenze: 5 (da titolare). Minuti: 480. Ammonizioni: 2.

Sergi Roberto (Barcelona): Titolare a partire dalla seconda del girone contro gli Emirati Arabi, è una delle ultime scoperte, non c’era qualche mese fa all’Europeo di categoria e solo dall’inizio di questa stagione è stato lanciato da Luis Enrique nel Barça B, sfruttando anche l’infortunio di Thiago Alcantara. Aspettiamo qualche partita in più prima di tracciare un giudizio completo, intanto i segnali sono molto interessanti: si esalta addirittura con una tripletta col Burkina Faso, poi con l’Uruguay sbaglia un rigore ed esce per esigenze tattiche dopo l’espulsione di Muniesa. In semifinale viene sovrastato come tutti, poi sufficiente contro la Colombia. Uno degli elementi più attrezzati fisicamente, spicca per la figura prestante, ma è tutt’altro che lento, anzi rimangono impressi i suoi coast-to-coast palla al piede, così poco “da centrocampista spagnolo”, che ricordano un po’quelli del bilbaino Javi Martínez. Devastante quando ha campo per partire e ribaltare l’azione, Sergi Roberto è tuttavia assai diverso da Javi Martínez come giocatore: è una mezzala dalle caratteristiche offensive, probabilmente più adatto per giocare in un 4-3-3 come quello classico del Barça che nel doble pivote di questa nazionale. Inoltre le progressioni palla al piede sono la variazione sul tema di un centrocampista “made in La Masía”, portato cioè più a far correre il pallone e a utilizzare uno-due tocchi. Non ci pensa su due volte quando gli si presenta l’opportunità di fiondarsi in area avversaria: ha buoni tempi di inserimento, vede la porta e stacca con pericolosità sui calci piazzati. Presenze: 6 (da titolare). Minuti: 452. Gol: 3. Assist: 2. Ammonizioni: 1.
Jorge Resurrección “Koke” (Atlético Madrid): Il punto fermo del centrocampo. Resta bloccato come riferimento davanti alla retroguardia, per proteggere i difensori o per rilanciare la manovra. Ottimo senso della posizione, buon fisico, si fa valere nei corpo a corpo e nella protezione della sfera, paga invece la lentezza quando è chiamato a coperture d’emergenza in spazi più ampi. Gran continuità d’azione, macina palloni su palloni con scarsa creatività, ma sa far correre il pallone utilizzando il minimo indispensabile di tocchi. Conclusione potente dalla lunga distanza, anche se per caratteristiche si avventura molto poco. Uno dei più maturi della rosa, pronto per entrare in pianta stabile nel calcio dei grandi, non a caso fa già parte del giro della prima squadra dell’Atlético (almeno con Abel, vedremo ora con Quique). Presenze: 6(da titolare). Minuti: 570. Ammonizioni: 2.

Iker Muniain (Athletic Bilbao): Il più atteso e mediatico, non ha pienamente soddisfatto aspettative che, ricordiamolo, sono altissime per un giocatore che a 16 anni ha già stabilito il record del più giovane esordiente con la maglia dell’Athletic e del più giovane goleador in assoluto nella storia della Liga. Il suo rendimento è stato un po’discontinuo: qualche pausa, qualche fase in cui il suo talento ha pesato, ma mai fino ad affermarsi come uomo-partita indiscusso. Un infortunio poi lo ha tolto di mezzo nel primo tempo con la Nigeria, costringendolo a un rientro anticipato in Spagna. Al di là del mondiale, le potenzialità, già pregustate con l’Athletic, sono formidabili. Piccolino, compatto nel suo metro e sessantanove per sessantatre chili, soffre logicamente il contatto con giocatori prestanti, ma ha una già interessante esplosività muscolare che gli permette di aumentare le marce e andare via. Il baricentro basso poi favorisce la coordinazione nei movimenti: in un fazzoletto di campo può girare e cambiare direzione quanto desidera, e la tecnica nel controllo di palla gli consente arresti, ripartenze e cambi di direzione micidiali. Non è l’insopportabile dribblomane alla Diego Capel comunque, sa distinguere i momenti in cui prendersi la responsabilità dell’azione personale da quelli in cui per dare scioltezza al gioco una triangolazione è la cosa migliore. Non va sempre sparato, ma sa anche rallentare e gestire “la pausa”, qualità che distingue i giocatori veri. È un giocatore tatticamente difficile da inquadrare: giocando da esterno come in questa nazionale e come fatto finora nell’Athletic (ma prevalentemente a sinistra) cerca in maniera quasi ossessiva il taglio interno (ma qui Isco gli ha sottratto protagonismo); ispirato nell’assist, non è tuttavia nemmeno un trequartista: abituato più a una figura di rifinitore al centro dell’elaborazione della manovra (alla Valerón, alla Silva o alla Iniesta, per intenderci), il calcio spagnolo è meno abituato a una figura invece diffusissima nella storia recente del calcio italiano e che a mio parere può rappresentare meglio Muniain, ovvero quella della seconda punta di fantasia. Così vedo Iker: un giocatore più portato a inventare lo spunto decisivo negli ultimi 30 metri piuttosto che a indirizzare costantemente la manovra. Sulla falsariga dei Baggio, Del Piero, Zola e Cassano. Un auspicio niente male. Presenze: 6(5 da titolare). Minuti: 326. Assist: 1.Ammonizioni: 1.
Francisco Alarcón “Isco” (Valencia): Il giocatore più elegante e dotato tecnicamente della spedizione, una gioia per gli occhi. Numero 10 classico, punto di riferimento per la manovra, ha movimenti intelligenti fra le linee e non si nasconde mai. Il primo controllo, favoloso, gli dà un bel vantaggio sugli avversari, e non è raro vederlo schizzare via come un’anguilla fra nugoli d’avversari. Il suo è un calcio in punta di piedi, di piccoli tocchi che fanno sparire e riapparire il pallone all’improvviso, un film sempre nuovo. Il repertorio fantasiosissimo di finte, controfinte e controlli a seguire e con la suola (stupendo il gol agli Emirati Arabi) non lo porta in ogni caso a piacersi in eccesso: certo, in qualche momento evidenzia ancora un dribbling di troppo, ma sembra più un segno di fisiologica immaturità che di narcisismo. È comunque un giocatore che sa già coordinarsi coi movimenti dei compagni e leggere il gioco indirizzandolo con personalità: si offre sempre per il triangolo, vede ed esegue l’ultimo passaggio con classe notevole. I sopracitati piccoli tocchi e l’agilità rendono difficile da marcare sul breve, mentre nell’allungo e nel corpo a corpo qualsiasi energumeno se lo mangia. Può crescere sotto quest’aspetto, a patto di non snaturarne le caratteristiche. Il tiro non è potente, ma vede la porta, arrivando a sorpresa a rimorchio degli attaccanti e piazzandola. Presenze: 6(da titolare). Minuti: 463. Gol: 3. Assist: 2. Ammonizioni: 1.
Pablo Sarabia (Real Madrid): Probabilmente il migliore della spedizione assieme a Isco, inafferrabile nel quarto con l’Uruguay. Esterno sinistro (ma spesso nei 90 minuti si scambia di fascia con Muniain), gioca quasi esclusivamente col mancino, anche se ogni tanto si concede qualche rientro sul piede destro per rendere meno leggibile la propria azione dai terzini.
Elegante, perfetto nel controllo in corsa, sinistro più preciso che potente ma comunque assai insidioso nelle conclusioni incrociate (è anche un buon esecutore di calci piazzati) oltre che calibrato nei cross, tecnicamente non gli si possono fare proprio appunti, ma un grosso punto interrogativo riguarda l’aspetto atletico. Come Isco il suo forte è l’abilità nel breve, ma cede qualcosa nell’allungo. Se però Isco è di ruolo un rifinitore, che come principale prerogativa deve avere quella di saper nascondere e far circolare il pallone, un esterno come Sarabia ha per forza bisogno dello spunto esplosivo. Il madridista disorienta l’avversario muovendo il pallone rapidamente nel breve e aiutandosi col gioco di gambe, però non si nota quel cambio di ritmo che lascia secco l’avversario. L’evoluzione da questo punto di vista avrà un certo peso sulle sue prospettive di carriera. Presenze: 7(6 da titolare). Minuti: 496. Gol: 1. Assist: 3.

Borja González (Atlético Madrid): Capocannoniere del torneo con 5 gol assieme all’uruguagio Gallegos e al nigeriano Emmanuel (nella foto posano insieme coi premi personali), è il tipico caso di centravanti che ha tutta l’apparenza dell’imbranato ma che, bene o male, all’appuntamento ci arriva quasi sempre in tempo. Destro, approssimativo nel dialogo palla a terra, il suo lessico scarno contrasta con quello forbito della maggior parte dei compagni, ma come movimenti e come soluzioni in fase di finalizzazione il mestiere dell’attaccante c’è tutto.
È questo che fa pensare che, magari non in un grande club, possa svolgere una buona carriera: ha un buon fisico ma non fa leva tanto su quello (che a livello Under 17 ha un valore tutto relativo, la cui verifica va rimandata per forza a un futuro abbastanza remoto), quanto piuttosto del fiuto, dell’intuito del centravanti, che quando c’è, resta un dato innato, ineliminabile e una carta in più che non viene mai meno. Al controllo di palla tutt’altro che impeccabile fa infatti da contraltare un’ottima capacità di guadagnarsi nove volte su dieci una posizione di vantaggio per concludere in area di rigore: sa smarcarsi rubando il tempo al difensore, e una volta arrivato sul pallone la buona coordinazione e l’istinto gli consentono di colpire al volo anche quando lo specchio della porta si trova fuori dal suo campo visivo. Bravo nel difendere palla col corpo e girarsi subito per la conclusione, può migliorare la precisione del colpo di testa. Presenze: 6(da titolare). Minuti: 518. Gol: 5. Assist: 1.

Yeray Gómez (Mallorca): Secondo portiere, titolare pochissimo impegnato col Malawi. Presenze: 1(da titolare). Minuti: 77.
Julen Celaya (Real Sociedad): Terzo portiere, Ginés Meléndez gli regala qualche spicciolo col Malawi. Presenze: 1. Minuti: 13.
Jordi Amat (Espanyol): Buon rendimento, più meritevole di Sergi Gómez, tuttavia la mancanza di centimetri potrebbe rivelarsi un grave svantaggio per il suo ruolo. Cerca di supplire col tempismo negli anticipi e nelle chiusure ed è molto pulito nel rilanciare l’azione, raramente butta via il pallone. Ha le qualità per fare il libero (nel caso qualcuno decida di riproporre questa figura) o anche il centrocampista davanti alla difesa. Presenze: 5(3 da titolare). Minuti: 427.
Albert Blázquez (Espanyol): Terzino destro o sinistro (destro di piede), bloccatissimo, tiene la posizione senza strafare. Rapido e puntuale nelle coperture. Presenze: 3(da titolare). Minuti: 245.
Edu Ramos (Málaga): Mondiale sfortunato per questo promettente regista già tenuto in grande considerazione da Muñiz (che lo fatto esordire a Jerez) per la prima squadra del Málaga: parte titolare, poi viene sorpassato da Sergi Roberto, infine, richiamato in causa a partita in corso, si infortuna contro l’Uruguay: ne avrà per un mese-un mese e mezzo. Presenze: 4(1 da titolare). Minuti: 153. Ammonizioni: 2.
Kamal (Real Madrid): Centrocampista difensivo, titolare contro il Malawi, brevi spezzoni con Uruguay e Colombia. Ingiudicabile. Presenze: 3(1 da titolare). Minuti: 137.
Javier Espinosa (Barcelona): Mezzala (ma nelle giovanili blaugrana è stato anche impiegato da ala) rapida e tecnica, dalle iniziative vivaci, si è divertito il suo col Malawi. Da rivedere con molto interesse. Presenze: 3(1 da titolare). Minuti: 117. Gol: 1.
Kevin Lacruz (Zaragoza): Esterno destro titolare a scapito di Muniain all’Europeo, qui ha trovato spazio dall’inizio solo col Malawi e nella finale terzo/quarto posto con la Colombia. Veloce e con buone qualità tecniche, assieme agli Under 21 Ander Herrera e Laguardia è una delle perle della cantera del Zaragoza, col quale ha già esordito in Primera, subentrando nella trasferta di Siviglia. Presenze: 3(2 da titolare). Minuti:193.
Adriá Carmona (Barcelona): Assente all’Europeo dello scorso maggio, aveva comunque già partecipato e vinto da titolare l’anno precedente con la nazionale dei Thiago Alcantara, Keko e Sielva. In questo torneo ha fatto da riserva di Sarabia, rispondendo benissimo quando chiamato in causa, a partita in corso (gran gol su punizione a sorpresa con gli Emirati Arabi) o dall’inizio come contro il Malawi (altro bel gol, stavolta su azione personale). Tutto mancino ma a suo agio anche partendo da destra per convergere al tiro, i movimenti e la mentalità sono quelli dell’ala classica: molto verticale e diretto nelle sue azioni, meno raffinato ma più potente rispetto a Sarabia. A differenza del madridista, lui ha il cambio di ritmo: pur avendo buone qualità nel dribbling stretto, gli fa comodo la possibilità di lanciarsi buttando il pallone oltre il difensore e lasciandolo sul posto con uno scatto esplosivo. Tiro secco e violento, traversoni veloci e tesi, difficili da gestire per i difensori avversari. Presenze: 5(1 da titolare). Minuti: 233. Gol: 3.
Álvaro Morata (Real Madrid): Rincalzo di Borja, al di là dei due gol nella passerella col Malawi non sono state tantissime le occasioni per mettersi in mostra. Attaccante più di manovra rispetto a Borja, impiegabile anche da seconda punta. Presenze: 4(1 da titolare). Minuti: 145. Gol: 2. Assist: 3.

FOTO: siemprecantera.blogspot.com; fifa.com

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10 Comments:

Blogger Francesco said...

Quindi, ricapitolando in breve, quali giocatori ti sembrano destinati a un futuro ad alto livello (cioè per lo meno titolari in un team di medio-alta classifica)? Koke, Muniesa, Muniain e Isco?

10:54 PM  
Blogger valentino tola said...

Muniesa e Muniain li vedo in grado di segnare il prossimo decennio da protagonisti come è stato per i Casillas, Puyol e Xavi dell'ultimo decennio. Su Muniesa sono particolarmente sicuro perchè lo stanno "coltivando" nel miglior ambiente possibile, Muniain dovrà affrontare forse qualche difficoltà in più per quanto riguarda la collocazione tattica e la continuità di rendimento. In più per lui la pressione sarà maggiore che per Muniesa: un difensore, per quanto grandissimo, se lo filano sempre meno di un giocatore offensivo. Per un giocatore offensivo è più presente il rischio del sovraccarico di responsabilità o del montarsi la testa.

Per il resto, Isco potrebbe fare compagnia a questi due, e credo rientri nel profilo del titolare in una squadra medio-alta (io spero di vederlo giocare assieme a Silva in futuro... spero non lo sballottino in prestito come Aaron).

Un gradino sotto: Koke, Borja, Sergi Roberto, Dalmau e Carmona anche (tutti quelli provenienti dal Barça sono avvantaggiati... anche se non sfondano in maglia blaugrana possono trovare comunque un ingaggio facile in Primera).

Sarabia non lo so davvero, Aurtenetxe è dell'Athletic quindi facile che trovi spazio, Sergi Gomez da serie inferiori, anche Amat, Blazquez ed Edgar li vedo a rischio.

Ok, non sono stato breve nemmeno ora... :D

12:17 AM  
Blogger valentino tola said...

Ci tengo a sottolineare la difficoltà di un giudizio di questo tipo... peraltro ci sono giocatori come Sergi Roberto che vorrei vedere ancora.

12:19 AM  
Anonymous Anonimo said...

Comunque, mi è sembrato un bel mondiale U17... il fatto che la Spagna (non la migliore selezione in assoluto) possa proporre 3 elementi di grande spessore potenziale (oltre a Muniesa e Munian io punterei parecchio anche su Isco o sullo stesso Sarabia) è significativo...
Svizzera (!!!!), Germania, Spagna, Argentina, Brasile, Nigeria, Italia e Germania hanno proposto 11 importanti, con elementi interessantissimi (anche se è mancata la superstar assoluta, perlomeno a mio parere... per intenderci). Davvero una manifestazione promettente per il calcio mondiale.
Marcello.

1:34 AM  
Anonymous Hellas said...

A proposito di calcio giovanile, vedo che nell'articolo nomini Thiago Alcantara. Cosa pensi del figlio di Mazinho? Sbirciando qua e là sui forum spagnoli viene descritto come la vera perla della cantera blaugrana, un giocatore che nella sua incostanza (e tendenza a giocare un po' troppo per l'applauso) è dotato di una tecnica formidabile, di quelle che anche alla Masia si trovano raramente. Io l'ho visto solo al Gamper quest'estate e in uno scorcio di partita sul finire della stagione scorsa e da quel poco mi ha fatto un'ottima impressione.
Al contrario Jonathan dos Santos, salvo il tiro (gran castagna), mi sembra un giocatore abbastanza normale.

Va detto che la cantera del Barcellona è veramente formidabile, oramai ha scalzato dal trono quella dell'Ajax. Ancora deve affermarsi la generazione del '90 e già si sente parlare di Gerard Deulofeu e Rafael Alcantara...

Il pericolo più grande sono i "furti" delle squadre inglese. Già si è perso Fabregas (e proprio per questo a certe cifre non lo ricomprerei mai) e Fran Merida (posso sbagliarmi ma il ragazzo farà molta strada), sarebbe veramente un peccato perdere altri talenti. C'è da sperare che Platini mantenga fede alla parola data e blocchi finalmente queste furbate. Un po' troppo comodo ingaggiare il capocannoniere dell'europeo under 17 o il capitano della nazionale giovanile francese...

2:33 PM  
Blogger valentino tola said...

Thiago è uno dei giocatori spagnoli più tecnici che mi sia mai capitato di vedere. Come controllo di palla e sensibilità nel tocco siamo su livelli sensibilmente superiori persino a quelli di Isco, che è il più dotato nel palleggio di questa Under 17 dall'alto tasso tecnico medio.
Quello che ho notato piuttosto è che gli manca ancora qualcosa nel gioco senza palla e nel verticalizzare in generale le proprie azioni... tende a indugiare un po'troppo nel gioco sul posto e a retrocedere un po'troppo per prendere palla.

Jonathan dos Santos ha un potenziale inferiore, va da sè, ma mi sembra un gran prospetto sinceramente, in questo momento comunque dovrebbe essere più pronto di Thiago (che purtroppo è anche infortunato fino, credo, a dicembre).
Fai bene a sottolineare la castagna (ancora trema una traversa del Camp Nou dal Gamper col Manchester City), però in generale sembra una mezzala completa con una notevole continuità d'azione e visione di gioco, uno che gioca sempre a testa alta. Per il mix di qualità e quantità qualcuno lo ha paragonato a Deco.
Ha giocato l'ultima di Copa del Rey con la Cultural Leonesa, non si è messo granchè in mostra, comunque è da seguire con grande attenzione in futuro, dovrebbe avere le sue chances a gennaio con Touré e Keita impegnati in Coppa d'Africa.

Di questo Deloufeu ho letto soltanto ultimamente, è nella prossima Under 17... comunque dicono già sia una testa un po' matta.

Comunque, se vuoi approfondire su Thiago ti lascio il link al post sull'Under 17 del 2008
http://calciospagnolo.blogspot.com
/2008/05/spagna-campione-d-europa-
under-17.html

12:09 AM  
Blogger valentino tola said...

@ Marcello
Vero, purtroppo con la collocazione nel calendario ho potuto seguire pochissimo sia del mondiale Under 17 che dell'Under 20... praticamente mi son limitato alla Spagna e alle finali.

12:11 AM  
Anonymous Anonimo said...

Superstar in base alle prestazioni in questo torneo non ce ne son stati .. ma in prospettiva, ad esempio Araujo del Boca, ha i numeri per diventarlo... a me piace tantissimo.

Ciao

Luca

2:59 PM  
Anonymous Hincha Madridista said...

Se non ho letto male o troppo di fretta, mi stupisce -relativamente guardando al presente un abisso guardando basta a 10 anni fa- come tra i giocatori della U17 ci siano solo 2 madridisti e per altro comprimari. Se non succederà qualcosa di straordinario credo che quello che era uno tra i migliori vivai continentali diverrà solo il serbatoio per squadre di seconda schiera. Tutto scarificato sull'altare dei colpi miliardari dei blancos dell'ultima decade. Sic transit gloria mundi...

4:11 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Luca
Me lo son perso, mannaggia...
La Svizzera l'avevo già vista all'Europeo, Ben Khalifa è un talento, poi in difesa Chappuis ha giocato una finale straordinaria. Anche Kamber, l'esterno sinistro, mi è piaciuto, veloce e intenso. è chiaro comunque che nel successo di questa Svizzera l'organizzazione di squadra è stata un fattore nettamente preponderante rispetto al talento individuale.
La Nigeria l'ho vista nella finale e in semifinale. Bisognerà aspettare qualche anno per valutare le reali potenzialità di questi giocatori al netto del fattore atletico, troppo sbilanciato a loro favore a livello Under 17. Comunque, in queste due partite i miei preferiti son stati Okoro, Azeez e Aliyu.

@ Hincha
Sono tre i madridisti, e in questo mondiale Sarabia, nonostante i dubbi sulle sue prospettive future, è stato tutt'altro che un comprimario, anzi entra nel podio dei migliori dritto filato.
Comunque in linea generale hai ragione, è evidente la flessione del vivaio madridista, in gran parte per me derivata dalla mancanza di sbocchi in prima squadra (faccio un esempio: Busquets in assoluto è un buon giocatore, anche ottimo, ma neanche lontanamente un fenomeno. Il suo vantaggio è che trova molte più possibilità di crescita rispetto a tanti potenziali Busquets che si perdono nelle giovanili madridisti... uso Busquets come esempio del prodotto medio di una cantera, i Messi sono chiaramente casi eccezionali).

Quello che chiama l'attenzione di quest'under 17 è la presenza catalana, davvero dominante. Fra Barça ed Espanyol sono ben 9 i giocatori, una buona parte dei quali compone quasi per intero il reparto difensivo.

2:28 PM  

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