Il miglior attacco nasce dalla difesa.
Cosa spinge Pep Guardiola a tagliare teste di difensori una dopo l’altra con impeto giacobino? Perché il pesante investimento su un talento come Cáceres viene liquidato dopo un anno con (discutibile) nonchalance? Perché bastano un paio di partite in pretemporada per bocciare Henrique e promuovere invece come rincalzo il canterano Fontas? Perché la bellezza di 25 milioni per Chigrinskiy? Preoccupazione per il rendimento difensivo di tutti questi giocatori? Non esattamente.
La persistente, maniacale ossessione di Guardiola è in realta il “primo passaggio”. Quando i difensori giocano la palla devono non solo essere assolutamente certi di non perderla, ma devono anche superare la prima linea del pressing avversario e far sì che centrocampisti e attaccanti ricevano palla fronte alla porta invece che retrocedere per chiederla spalle alla porta agevolando il piazzamento difensivo degli avversari.
La superiorità creata dagli Iniesta e dai Messi è quella più appariscente, ma è in realtà soltanto conseguenza di una superiorità costruita già dalla difesa.
Superiorità sia numerica che di palleggio. Superiorità che richiede quindi sia qualità dei singoli che flessibilità nella disposizione tattica.
Dal primo punto di vista, bisogna dire che la coppia ideale per Guardiola in assoluto sarebbe Márquez-Piqué. Il primo coincide quasi con l’idealtipo del difensore-primo regista: incedere regale palla al piede, sensibilità nel tocco, visione di gioco. Tuttavia un infortunio ha tenuto fuori il messicano in questo inizio di stagione, e così Puyol è rimasto una presenza fissa. Per Carles Guardiola fa un’eccezione: non è certamente il suo difensore ideale, ma l’esperienza, il carattere e lo straordinario mestiere difensivo continuano a farne una colonna, pur essendo già passati gli anni migliori della sua carriera.
Piqué dal canto suo si è affermato come il miglior difensore centrale di tutto il calcio spagnolo, senza mezzi termini. La mostruosa tranquillità con cui è arrivato a giocare si riflette anche nelle azioni palla al piede: cambia gioco in maniera millimetrica, porta palla come un centrocampista in più e qualche volta improvvisa perfino percussioni fino all’area avversaria nello stile di Lucio (vedi il gol al Belgio con la maglia della nazionale).
Chigrinskiy è stato un acquisto praticamente imposto alla società da Guardiola, il quale subito dopo la vittoria di Champions aveva posto due punti fermi per la stagione successiva: la partenza di Eto’o e l’arrivo proprio dell’ucraino. Giocatore che a quanto pare impressionò Guardiola nel doppio confronto con lo Shakhtar proprio per la facilità nel superare la prima linea avversaria al momento di impostare l’azione. Destro impiegato sul centro-sinistra, Chigrinskiy sta attraversando una fase d’adattamento: non sempre precisissimo nei lanci e nei disimpegni, con qualche svagatezza per sua fortuna senza conseguenze, si dimostra tuttavia a suo agio nel portare palla, con sangue freddo e discreta visione di gioco, ha sicuramente compreso più di quanto non avesse fatto Cáceres il contesto di gioco della sua nuova squadra.
Il Barça guadagna metri nella metacampo avversaria sfruttando la qualità tecnica dei propri difensori ma anche ritagliandosi sempre uno sbocco per impostare attraverso i movimenti senza palla. Ciò ha comportato una notevole flessibilità all’interno del 4-3-3 di base. Il Barça attuale ha sviluppato molte più varianti rispetto al Barça di un anno fa, modificando di volta in volta, di partita in partita e anche all’interno degli stessi 90 minuti, la disposizione sul campo in base alla tattica avversaria e alle caratteristiche dei propri giocatori.
Quando l’avversario in fase di non possesso difende con un attacco 1+1 (cioè una punta più avanzata e un’altra arretrata che aiuta più il centrocampo), i due centrali blaugrana si allargano per aggirare la pressione: in superiorità rispetto all’unica punta avversaria, Piquè/Márquez sul centro-destra e Puyol/Chigrinskiy sul centro-sinistra possono a turno portare palla indisturbati oltrepassando la metacampo.
Una volta superata la metacampo, scatta per la squadra avversaria il problema di prendere la marcatura di questo giocatore che avanza palla al piede: siccome il Barça gioca con tre centrocampisti centrali e l’avversario normalmente si dispone in fase di non possesso con due centrocampisti centrali (a zona su Xavi e Iniesta) e un trequartista (nella zona di Touré o Busquets), uno di questi tre giocatori avversari è costretto a uscire dalla propria zona per attaccare il Piqué di turno (non può farlo infatti l’esterno che nel frattempo segue l’avanzata di Alves o Abidal), lasciando così lo spazio ad Iniesta, Xavi o anche Messi per ricevere palla fronte alla porta e spesso in una posizione già molto avanzata fra le linee.
Questa partecipazione così spiccata dei difensori blaugrana alla costruzione dell’azione (raramente riscontrata in questa misura, non solo in tutte le altre squadre, ma anche nei Barça precedenti, pure ultra-offensivi anch’essi) innesca il disordine nello schieramento avversario e la possibilità di costruire giocate fra le linee micidiali.
Da quest’anno però la novità più interessante è il comportamento del Barça quando gli avversari si schierano in fase di non possesso con due attaccanti sulla stessa linea che cercano di pressare i centrali blaugrana. In questo caso non solo i due centrali si allargano, ma il vertice basso del centrocampo (Touré o Busquets) si abbassa sulla linea dei difensori, iniziando l’azione e disegnando una difesa a tre, nel mentre che i due terzini del Barça alzano tantissimo la loro posizione aggiungendosi al centrocampo (nel grafico sono indicati con le X i giocatori avversari, mentre i punti interrogativi gialli ? sono i punti sguarniti nel sistema difensivo avversario creati dai movimenti dei difensori, segnalati con le frecce verticali).
Touré o Busquets si aggiungono alla difesa ad inizio azione, garantiscono la possibilità ai due centrali di allargarsi e avanzare palla al piede aggirando il pressing avversario, infine tornano a centrocampo col proseguimento dell’azione. È veramente interessante vedere come il Barça passi con facilità da una disposizione all’altra nel corso della partita a seconda delle situazioni, quasi dimostrando di avere predisposto una soluzione ad ogni problema.
Più frequente vedere questa soluzione “a tre” quando in campo c’è Maxwell, più disposto ad alzare la propria posizione all’altezza del centrocampo rispetto ad Abidal, maggiormente portato invece a restare come terzo difensore sulla sinistra. Da notare inoltre ancora una volta il cambiamento di Alves rispetto ai tempi del Sevilla: lì era lui a portare sempre palla, qui invece il peso del brasiliano all’inizio dell’azione è praticamente pari allo zero. Suo compito è intervenire solo successivamente nella manovra, per allargare il campo, conquistare il fondo e mettere cross.
Va premesso comunque che questo sistema della difesa a tre flessibile può funzionare soltanto se, come logico, i movimenti volti a creare superiorità della difesa trovano un accompagnamento e un seguito adeguato nei movimenti di centrocampisti e difensori. Così si spiega la differenza fra le molte partite sonnacchiose e al risparmio di quest’inizio stagione e lo show di domenica scorsa contro il Zaragoza, dove Busquets faceva contemporaneamente il difensore e il centrocampista, Keita la mezzala e l’ala, Iniesta l’ala e il trequartista, e Ibrahimovic disputava una gara favolosa su tutto il fronte d’attacco. Se non ci sono i movimenti senza palla negli altri reparti, hai voglia a sbizzarrirti coi difensori, la manovra rimarrà sempre orizzontale: non esiste e non esisterà mai una formuletta magica che, di per sé, ti garantisca il successo.
SEZIONE VIDEO
Data l’incompetenza del sottoscritto nella produzione di video, mi affido all’eccellente contributo di un altro blogger per illustrare i movimenti descritti nell’articolo: Matías Manna, argentino appassionato di Guardiola e del modello di gioco blaugrana, autore del blog “Paradigma Guardiola”, mi concede gentilmente la pubblicazione di due video che si concentrano proprio sulla fase di inizio dell’azione blaugrana.
Il primo video si riferisce proprio al Barça-Zaragoza di domenica scorsa (difesa blaugrana da destra a sinistra: Puyol-Piqué-Chigrinskiy-Maxwell): video breve ma significativo. Si nota chiaramente la disposizione a tre e si coglie anche la situazione di superiorità che questa crea.
Il Zaragoza in fase di non possesso sta difendendo con due attaccanti sulla stessa linea, Arizmendi e Ander Herrera: il campo però si fa per loro “troppo largo”. Fermate il video a 0:29: Piqué prende palla, è libero, l’esterno sinistro del Zaragoza (Jorge López) deve tenere d’occhio Puyol e così è il centrale sinistro del centrocampo ospite (Aguilar) a farsi attrarre da Piqué. Il resto lo fa la qualità tecnica che permette a Piqué di verticalizzare su Xavi. Questi riceve fronte alla porta e può scegliere la migliore opzione: l’azione è già in discesa. Nell’azione se vogliamo c’è un piccolo errore di Aguilar, ma è un meccanismo consueto nelle partite del Barça.
Il secondo video invece è tratto dalla passata stagione, nello specifico dalle partite casalinghe di Champions contro Lione e Bayern Monaco e di Liga contro il Sevilla.
In tutte queste partite il Barça gioca con Márquez centrale destro e Piqué centrale sinistro. Gli avversari invece si dispongono in fase di non possesso con un solo attaccante e un trequartista alle spalle. Nel video sono evidenti la grande qualità di Márquez e Piqué nel muovere il pallone, sia in verticale che da un lato all’altro del campo, e creare situazioni di superiorità.
Solo alcune fra le tante:
0:14. Piqué supera Benzema, attira un centrocampista (0:17), si smarca Iniesta.
0:37. C’è solo Benzema nell’attacco, Piqué avanza facilmente oltre la metacampo, il Barça guadagna metri e schiaccia l’avversario ai limiti della propria area.
1: 47. L’avanzata di Piqué sul centro sinistra oltre la metacampo crea superiorità, il Lione viene attratto tutto da quel lato. Cambio di gioco e uno contro uno subito a disposizione sulla fascia opposta.
3: 32. Avanza Piqué, Iniesta si libera tra le linee.
Etichette: Barcelona
11 Comments:
Ciao e bentornato, veramente un’ottima notizia la riapertura del blog! Pezzo molto interessante, raramente ho letto un’analisi tecnica così precisa.
Venendo al Barcellona, credo sia la squadra europea che in rosa conta il maggior numero di difensori centrali: Piquè, Marquez, Puyol, Chygrynskiy più i giovani Muniesa e Fontas. Oltre a questi vanno aggiunti Henrique, Caceres e Botia che di fatto ancora appartengono alla società catalana. Sì, Guardiola deve avere una qualche sorta di ossessione per quel ruolo hehehe.
Devo dire che i 25 milioni spesi per Chygrynsky mi sembrano una follia, soprattutto se si pensa a quanto è corta la rosa del Barcellona in altre posizioni. L’ucraino, al di là della sua possibile bravura, ancora da verificare (perlomeno io lo conosco poco), non mi sembra il complemento ideale per Piquè. È una coppia che manca di velocità, ed in una squadra votata all’attacco come il Barca questo può essere un grave limite. Puyol, come hai giustamente sottolineato, non ha dei piedi raffinatissimi però la sua rapidità in più di una occasione là dietro ha risolto situazioni critiche. In prospettiva il sostituto ideale del capitano poteva essere Caceres, un po’ gli assomiglia, io gli avrei dato fiducia; o al limite anche Marc Muniesa (molto interessante). Lo stesso Botia allo Sporting Gijon sta facendo bene, se si voleva seguire la strada dei due centrali forti fisicamente lui poteva essere un nome spendibile.
Vengo ora al Real Madrid. Fiorentino Perez aveva cominciato alla grande, quest’estate nella capitale sono arrivati dei grandi nomi, e quel che è meglio i giocatori giusti, per di più giovani (l’unico che non mi convince, già te lo scrissi, è Kakà. Credo il meglio lo abbia già dato). Purtroppo a pochi giorni dal via Perez è ricaduto nei suoi vecchi vizi. Mi riferisco alle cessioni di Sneijder e Robben. Il fatto grave, direi determinante, non è tanto il venir meno del contributo di due ottimi giocatori (e comunque anche questo ha il suo peso. In particolare Robben, quando sano, è un fuoriclasse o quasi) quanto piuttosto l’aver screditato Pellegrini davanti alla squadra. Che autorità può mai avere un allenatore che alla mattina parla con un giocatore ribadendogli la sua stima (già espressa alla stampa in più di un’occasione tra l’altro) e il suo desiderio affinchè resti, ed il pomeriggio stesso la società glie lo vende…poi non c’è da stupirsi se Guti lo manda a quel paese senza pensarci due volte…
Grazie, bentornato anche a te.
Sì, da un lato c'è il perfezionismo di Guardiola per quanto riguarda i diefnsori centrali, dall'altro un notevole spreco di milioni, è innegabile.
Non posso non essere d'accordo con le tue considerazioni sui 25 milioni per Chigrinskiy, per quanto mi sembri un buon difensore.
Però non sono d'accordo sul fatto della lentezza: non perchè ritenga veloce Chigrinskiy, anzi, ma perchè non ritengo la velocità una dote così indispensabile per fare bene il difensore centrale nel Barça.
L'anno scorso la coppia centrale è stata soprattutto Marquez-Piqué: Marquez non è mai stato veloce, Piqué è di una lentezza e di una macchinosità notevoli, eppure in questo momento è il miglior difensore spagnolo e uno dei migliori del mondo.
Lui e Marquez sono lenti ma tengono la difesa altissima, e la tengono in maniera eccellente. Perchè sanno leggere il gioco, sanno piazzarsi ed intervenire coi tempi giusti.
Un difensore veloce è più vistoso, ma spesso quella stessa velocità interviene per rimediare ad errori precedenti. Un difensore che si fa trovare sempre al posto giusto non dovrà praticamente mai ricorrere alla velocità.
Botia sta facendo ottime cose, Muniesa per me in prospettiva è un vero fenomeno. Credo proprio che lui e Piqué saranno la coppia del futuro del Barça e anche della nazionale spagnola.
Robben una cessione giusta per me, Sneijder un errore abbastanza grave, però certamente non tale da compromettere una stagione.
Io credo che il progetto madridista sia stato pianificato benone, sono le ansie dei momenti come questo che possono rovinarlo (oltre all'esistenza di un Barça che è una grandissima squadra ed in più è anche molto collaudata).
Bentornato, Valentino! E complimenti per la nuova formula del blog: meglio un'analisi del Barça che un resoconto di Xerex-Tenerife.
E' un piacere tornare a parlare di calcio in questo posto.Bentrovato.
L'articolo è ottimo,come di consueto,e ottimo è inoltre il blog che hai citato,"Paradigma Guardiola".
Avevo già notato queste caratteristiche del Barca,e in particolare faccio riferimento ai movimenti che spettano al centromediano.Disporre di Tourè e Busquets in quel ruolo è naturalmente un privilegio,ma credo che lo spagnolo sia particolarmente adatto a svolgere questo tipo di mansioni.Ottimo giocatore,davvero.
"Un difensore veloce è più vistoso, ma spesso quella stessa velocità interviene per rimediare ad errori precedenti".Mi sembra che questa frase (sacrosanta) si adatti particolarmente a Caceres ma,detto questo,credo che se la Juventus acquisterà il cartellino del giocatore,il Barca avrà perso uno dei maggiori talenti difensivi che abbia visto negli ultimi anni.
Di nuovo,un saluto.
@ Antonio
Grazie! Fra un po' riprendi anche tu, no? ;-)
Lo so che scalpiti, comunque a suo tempo ci sarà un'analisi anche del Tenerife (che tra l'altro in rapporto ai mezzi poverissimi gioca davvero un gran calcio):P
@ gandhi
Ciao, grazie e bentornato anche a te.
Sui rimpianti per Caceres hai ragione (tra l'altro è stato anche un bello spreco di denaro). Però ti dico anche che se fra un paio d'anni il Barça si troverà con una copia Piqué-Muniesa consolidata avrà ben pochi motivi per guardarsi attorno.
Sì, tra un po' dovrei riprendere anch'io: tutto dipende da quando potrò riassaporare Sky.
Eh,questo Muniesa non lo conosco.Tuttavia ripongo molta fiducia nel tuo giudizio.Ne riparleremo.
Ah,dimenticavo una cosa.Chi è che ha appena tolto le castagne dal fuoco al Real?
Sì, però su Higuain dovrò fare un discorsino prima o poi...
Muniesa ora è impegnato con la nazionale Under 17 ai mondiali, ma ha già esordito con la prima squadra alla fine delle stagione scorsa nel match casalinga, rimediando pure un'espulsione. Inoltre, particolare curioso, era fra i componenti della panchina nella finale di Champions (a causa delle numerose assenze)
Quest'estate ha trovato minuti nelle amichevoli, in futuro dovrebbe costituire uno dei punti fermi. I tecnici delle giovanili blaugrana lo definiscono una via di mezzo fra Marquez e Puyol: giudizio estremamente impegnativo, ma per quello che ho visto anch'io le potenzialità sono davvero enormi.
Ciao! Complimenti per l'analisi, preziosa come sempre.
Tra l'altro, a proposito di difensori che sarebbero piaciuti a Guardiola, ieri è uscita una bellissima intervista a Baresi su El Pais, di cui vi linko la traduzione in Italiano:
http://groups.google.it/group/it.sport.calcio.milan/msg/692e06def8b1871a?
Ciao Flavio, fai benissimo a segnalare l'intervista a Baresi, naturalmente me la son già gustata ieri ;-). Comunque, nel paese di Marca, Sport e compagnia bella, il livello delle pagine sportive del Pais è sempre quello.
Magnifica tutta la parte in cui parla del Milan di Sacchi, tipo l'allenamento dei difensori in 4 contro 17 attaccanti!(il principio è questo: che se i difensori mantengono sempre le distanze corrette l'avversario avrà sempre e comunque difficoltà a segnare... del resto per fare gol bisogna sempre passare per il centro, e se lì trovi sempre 4 difensori vicini non sarà così facile, anche se attacchi in superiorità).
Riguardo al Real Madrid, Baresi dà alcuni giudizi che condivido e altri che condivido meno.
Condivido le critiche a Sergio Ramos e condivido anche le osservazioni su Raul che leva spazio a Kakà (verissimo! andate a vedere il secondo tempo con lo Sporting Gijon: siccome Raul non può più dare profondità da prima punta e deve sempre inserirsi partendo qualche metro dietro per sorprendere i difensori, allora è successo che ad andare a fare il centravanti praticamente ci è andato Kakà...).
Non condivido proprio l'osservazione sull'inutilità dell'acquisto di Xabi Alonso (secondo Baresi il Madrid avrebbe dovuto prendere Felipe Melo... mah...) e la predilezione che mostra per Guti.
Posta un commento
<< Home