lunedì, luglio 12, 2010

Età dell'oro.

FOTO: as.com

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11 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Da notare nella foto il vano tentativo di Blatter di defilarsi da quell'ammasso di corpi esultanti ;)
Tommaso.

3:02 PM  
Anonymous Anonimo said...

Sono contento quanto e più di te. Complimenti e grazie per le tue analisi e per la passione che ci metti. Non ti nascondo che se mi sono innamorato di questo tipo di fare calcio un pò è anche merito tuo.
Saluti.
Edoardo Tinghi.

8:08 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Tommaso
Acuto commento tecnico :P

@ Edoardo
Grazie a te per il complimento (uno dei più belli che possa ricevere come curatore di questo blog), grazie a tutti voi.

4:13 PM  
Blogger alenar said...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

1:46 AM  
Blogger alenar said...

Dopo 15 giorni di vacanza in nord Europa e di piacevole astinenza dal web, sto leggendo con piacere gli articoli del blog sul mondiale. Ero certo di trovare la voce critica di Valentino, nonostante il successo spagnolo: vorrei spezzare una lancia a favore di Del Bosque, che tra i tecnici cosiddetti gestori di buon senso è tra i pochi che non mi dispiace: certo, ha vinto senza incantare, con 4 successi per 1-0, però ha saputo portare in fondo una squadra che aveva perso le sue sicurezze dopo la sconfitta iniziale con la Svizzera. Non è stata una Spagna brillantissima, ma se rivediamo le ultime edizioni dei mondiali, tracciate dalle delusioni delle squadre e dei campioni più attesi, aver raggiunto l’obiettivo da favoriti, con la rosa migliore, rimane comunque un merito. Torres era palesemente fuori condizione, senza il suo terminale offensivo più importante per me era dura arrivare in fondo. Si può discutere ovviamente sull’impiego di Fabregas, però la squadra ha trovato un suo equilibrio, una solidità molto sparagnina che è stata sufficiente. Difficile chiedere bel gioco quando tanti campioni sono logorati da stagioni intense. Pensiamo al disastro dei vari Kaka, Ronaldo, Rooney, in parte anche Messi. Per quello che ho visto, la Spagna ha rischiato troppo solo col Paraguay, semifinale e finale sono state vinte in maniera anche più larga rispetto al punteggio col minimo scarto. Per il resto, benissimo i tedeschi, squadra dal grande futuro. Fra parentesi, ho vissuto in Germania alcune giornate e segnalo il patriottismo locale, con grande entusiasmo per il terzo posto e valanghe di bandiere ai balconi e sulle macchine per tutto il periodo del mondiale. Esperienza personale divertentissima la finale vissuta in una birreria del centro di Stoccarda in mezzo all’afa, supplicando per tutto il tempo un gol di Iniesta e festeggiando alla fine in mezzo a centinaia di invasati spagnoli!
L’Olanda finalista non mi è piaciuta: squadra solida, quadrata, con lampi di classe, ma fortunata nel trovarsi un tabellone favorevole e lo sciagurato Felipe Melo a darle una mano. Tra i giocatori eccellente Forlan. Difficile trovare un portiere decente, grazie anche allo Jabulani. Ancora peggio i centravanti: a parte Klose, di veri attaccanti da area di rigore non ne ho visti. Bene invece un sacco di coppie di difensori centrali poco pubblicizzate, dai tedeschi agli olandesi sino ai paraguaiani e ai giapponesi. Ottimi in mezzo al campo Schweinsteger e Van Bommel, cresciuti all’università di Van Gaal.

2:03 AM  
Blogger valentino tola said...

@ Alenar
Ciao, bentornato e... beato per la tua vacanza in Nord Europa!

Non sono d'accordissimo che questa fosse la Spagna più equilibrata possibile (ne parlerò in un articolo apposito di riepilogo), però anche a Del Bosque vanno riconosciuti i suoi meriti. A parte che è una persona che si fa apprezzare e rispettare dai giocatori, che è sempre importante, nella semifinale con la Germania Pedrito è stato un giocatore-chiave, e il merito della mossa è tutto da ascrivere al baffone (io non nascondo che al momento di vedere le formazioni fossi inizialmente perplesso, e invece ha avuto ragione lui).

Anche a me l'Olanda non è piaciuta granchè, però sul Brasile la penso diversamente: è vero che la scelta di giocatori disponibile poteva poratre a ben altre scelte, però è anche vero che una volta che Dunga ha compiuto la sua scelta, si è dimostrato coerente e molto valido. Il suo Brasile a me piaceva, una grande squadra, e sottolineo squadra, solidissima e completa in tutte le fasi del gioco. Poi con l'Olanda è successo quel che è successo, e poteva succedere a tutti (anche la Spagna poteva prendere due gol così e non avere tempo e margini per reagire).
Una volta accettate le premesse della sua filosofia di gioco, credo che l'errore di Dunga sia stato nella scelta delle alternative in panchine. Lì si è riservato troppe poche varianti rispetto al piano iniziale. Qualche giocatore di fantasia in più per cambiare il discorso all'occorrenza me lo sarei portato.

11:56 AM  
Blogger alenar said...

Secondo me Dunga è stato coerente col lavoro svolto in questi anni, però storco sempre il naso quando si eccede nello snaturare le caratteristiche di una scuola calcistica. Il Brasile si è ritrovato una difesa fortissima come raramente ha avuto nella storia, ma come hai detto tu Dunga ha "dimenticato" a casa giocatori di qualità ed estro in avanti per proteggere sino alla fine un reparto costruito intorno al fantasma di Kaka. Inoltre, colpa forse più grave, ha dato totale fiducia in mezzo al campo ad una coppia come Melo-Silva decisamente non all'altezza della situazione e della tradizione brasiliana. Di Falcao e Cerezo non ce ne sono al momento, ma qualcosa di più si doveva fare. Sicuramente per certi aspetti è più colpevole Maradona, che aveva a disposizione un materiale umano superiore da metacampo in sù, però Diego non può essere considerato un allenatore, averlo in panchina è una scelta suggestiva legata puramente al carisma ed i suoi siparietti, il suo attaccamento ai giocatori mi portano ad assolverlo benevolmente. Ultima considerazione generale: il mondiale a fine stagione rappresenta ormai un non senso tecnico, è triste vedere la massima rassegna calcistica impoverita dalla condizione precaria di tanti campioni. Si dovrebbe studiare un calendario ad hoc ogni quattro anni per preservare il livello del campionato. Intanto a me sembra palese che i tedeschi con la loro lunga pausa invernale arrivano sempre freschi e tonici, mentre gli inglesi all'opposto si trascinano dopo 80 partite, Natale e Capodanno compresi. Discutere di Capello e Low senza considerare questa variabile ha poco senso.

1:38 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Alenar
Non so, a me l'undici titolare sembrava non avere paricolari punti deboli (anche Melo prima di sbroccare nella ripresa con l'Olanda a me stava convincendo), il Brasile era una di quelle squadre che magari non ti divertono, però da appassionato ti danno la sensazione che nulla sia fatto per caso, e questa la ritengo una bella cosa.
Per me non sono arrivati in fondo per fattori abbastanza accidentali, a differenza dell'Argentina: le carenze strutturali dell'Albiceleste si erano intraviste anche nelle partite precedenti, solo che per un motivo o per l'altro gli avversari non erano riuscite a metterle in evidenza fino in fondo, prima della Germania.

Quello che ci tengo a sottolineare è che anche io, per i mei particolari gusti, avrei preferito un'idea diversa di Brasile,però una volta che l'ha fatta, la scelta di dunga non ha ricevuto il dovuto rispetto. La sensazione che ho avuto è che molti, tipo la stampa brasiliana, non aspettassero altro che un'eliminazione per poter applicare la loro tesi preconcetta, e cioè che Dunga se l'era cercata perchè non aveva portato la fantasia. Prescindendo da un'analisi obiettiva che avrebbe dimostrato che la proposta di Dunga reggeva eccome. Mi intestardisco un po' su questo punto, me ne rendo conto :-)

Hai ragione sul calendario, però anche così bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare: e cioè che, anche mettendo in conto la diversa forma dei giocatori, si sono viste molte più idee, un'identità ben più riconoscibile, nella Germania di Loew che nell'Inghilterra di Capello.
Certo, Rooney era raccolto col cucchiaino, non si può negare...

5:31 PM  
Anonymous Hincha Madridista said...

Una domanda a cui forse il nostro dotto conoscitore di cose spagnole (aka Valentino) potrà dare risposte: perchè a parte l'esperienza a Madrid (2000-2003 record di resistenza in età moderna nel Madrid), NESSUNO ha mai considerato Del Bosque (a parte una disastrosa parentesi in Turchia)? Credo che alla luce della valanga di titoli racimolati con un Madrid non certo galattico, avrebbe meritato più attenzione da parte dei grandi club europei. E invece se non fosse arrivata la chiamata della Nazionale sarebbe rimasto un disoccupato di lusso...

11:48 PM  
Blogger alenar said...

E' indubbio che Loew abbia lavorato meglio di Capello nel mondiale, al di là del risultato evidente. Però dobbiamo concedere a don Fabio l'attenuante delle condizioni atletiche indecenti dei suoi. Nelle qualificazioni aveva ridato un'identità all'Inghilterra, io ero tra quelli che pensavano arrivasse almeno in semifinale, invece in Sudafrica è stato un vero disastro. A dimostrazione che i limiti degli inglesi sono rimasti, con alcuni ruoli clamorosamente scoperti e scelte tattiche pigre e senza estro. Loew è stato davvero bravo a costruire una nazionale fresca e intraprendente, lontanissima dai canoni tedeschi. Per dire una cattiveria, la bottiglia di champagne si è stappata grazie all'infortunio di Ballack, che ha consentito all'allenatore di togliersi un peso in mezzo al campo e di sguinzagliare i suoi giovani talenti. Sottolineo di nuovo l'entusiasmo popolare in Germania, ottimo viatico per togliere pressione a dei ragazzi senza esperienza internazionale. Mi sembri troppo indulgente con Dunga: la quadratura del Brasile non era complicata da raggiungere, lui ha esasperato il concetto blindando praticamente gli undici titolari, col risultato di crollare alla prima vera difficoltà anche sul piano nervoso. Le sostituzioni nella gara con l'Olanda rappresentano da sole una bocciatura totale. Ti chiedo da esperto del mondo spagnolo un parere su un personaggio che purtroppo non ha potuto vivere il trionfo iberico: Andres Montes. Le sue telecronache sulla Sexta, sia del mondiale del 2006 che degli incontri di Liga erano deliziose, divertenti e dissacranti, anche se andavano incontro a molte critiche di certi puristi. Io lo trovavo simpaticissimo, ho riascoltato tante volte il suo commento entusiastico alla semifinale Germania-Italia e mi sarebbe piaciuto vederlo esplodere alla prima coppa del mondo per la Spagna.

12:45 PM  
Blogger valentino tola said...

Sai che l'ho pensato anche io "e se l'avesse commentata Montes?"...

Comunque a me lui piaceva. Sbagliava spesso i giocatori, non sempre capiva al volo quello che succedeva in campo... però aveva il raro pregio di rendere piacevoli anche le telecronache di 0-0 inservibili: mi ricordo una partita orrenda del Deportivo di Caparros con lui che pregustava la cena a base di pesce e frutti di mare (o qualcosa del genere) che lo avrebbe aspettato nel dopopartita... tanto per inquadrare il tipo, uno colto ma che non si prendeva mai troppo sul serio, originale, con uno stile ben diverso dagli odierni teppisti del microfono... urlava anche lui ma in una maniera assolutamente inconfondibile... poi ha avuto una certa importanza nel gergo sportivo spagnolo contemporaneo, ha inventato neologismi, espressioni nuove, poi i soprannomi dei giocatori... alcuni anche un po' imbarazzanti, tipo Xavi "Humphrey Bogart" (perchè è il giocatore-simbolo del tikitaka, e ogni volta che toccava palla diceva "Tocala otra vez Sam", come quel film famoso), Pablo Ibanez "l'autentico formaggio manchego", poi c'era "Ferreterias (ferramenta)Albelda", e il più celebre di tutti "Tiburon Puyol", lo squalo.

Per me era un personaggio speciale sicuramente, anche se capisco pure chi non lo sopportava... il suo stile certamente non passava inosservato, quindi se non lo digerivi...

10:30 PM  

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