mercoledì, agosto 25, 2010

Il giocattolo si è rotto (già da due anni).

C’era una volta un club che non sbagliava un colpo. Comprava, valorizzava, vendeva, comprava di nuovo e di anno in anno non solo guadagnava denaro, ma diventava più forte. Il suo direttore sportivo, Monchi, era una specie di Re Mida, faceva diventare oro qualunque cosa. In campo, la squadra vinceva e divertiva con un gioco intenso e aggressivo.
Qualcosa però ha fatto inceppare l’ingranaggio. Conclusa la cessione di Daniel Alves nell’estate 2008, il Sevilla e Monchi praticamente non hanno più azzeccato un colpo. I giocatori acquistati non erano più così buoni, o perlomeno non lo erano abbastanza per l’élite della classifica e non erano comunque ulteriormente valorizzabili (Zokora, Negredo), altri invece si rivelavano scommesse miseramente fallite (Romaric, e prima di lui Arouna Koné), e altri ancora più semplicemente mediocri sopravvalutati (Konko). Nel frattempo, sul campo, la squadra annacquava il proprio stile di gioco fino a diventare prima insipida e poi francamente indigeribile, senza alcun cambiamento nel passaggio fra Manolo Jiménez e l’attuale tecnico Antonio Álvarez. Così succede che, fallito il ricambio, il Sevilla si trova a dipendere da un mucchio di buoni giocatori sempre più limitato (Navas), in via di logoramento (il saggio ma claudicante Kanouté, il bollito Renato) o non venduti al momento giusto, quando maggiore era l’opportunità di monetizzare (Luis Fabiano).
E ora, buttata via la qualificazione alla Champions League, il Sevilla non può più contare sugli ingressi della massima competizione europea per migliorare la propria rosa, e anzi potrebbe far fronte a un futuro ridimensionamento in caso di mancato approdo fra le prime quattro nella Liga che sta per cominciare. Eventualità da non escludere, perché se è vero che il basso livello della Liga è, a differenza dell’Europa, accessibile per questo Sevilla, è anche vero che la mediocrità nella quale da tempo ristagnano gli andalusi alla lunga potrebbe non risultare oiù sufficiente (il Villarreal potrebbe passerebbe avanti, se il calcio fosse un fatto al 100% logico), contando anche la botta al morale rappresentata da questa eliminazione. Eliminazione certamente clamorosa, ma che non può sorprendere del tutto, perché il livello di gioco del Sevilla si era già mostrato palesemente inadeguato a certi livelli già contro il CSKA la scorsa stagione, e perché la campagna acquisti effettuata non incoraggiava certo drastici miglioramenti (anche se, a scanso di equivoci, questa è una rosa che sulla carta resta da Champions League, ci mancherebbe).

Da veloce, dinamico e verticale che era con Juande Ramos, il gioco del Sevilla si è gradualmente fatto orizzontale e statico a livelli esasperanti, con una fissità da calciobalilla. Non c’è mai una situazione rigorosamente collettiva che superi la difesa avversaria, non c’è mai la sorpresa. Le uniche vie per avanzare sono: Navas che arretra fino alla linea di metacampo, prende palla e parte in velocità contro due o più difensori; Perotti che la prende sull’altra fascia e parte a zig zag accentrandosi; Kanouté o Luis Fabiano che raccolgono lanci ingestibili per il 90% degli attaccanti, li mettono giù, difendono palla fra due-tre difensori e si creano da soli l’occasione da gol. Due attaccanti del genere risultano sempre meno pericolosi non tanto per colpe loro, ma perché praticamente mai arrivano ad impattare il pallone in corsa, non hanno quasi mai una situazione favorevole, devono mettere il corpo in modo strano, inventarsi torsioni, staccare da fermo, e il fatto che il talento di finalizzatore di Luis Fabiano tiri fuori talvolta prodezze improbabili in acrobazia non fa che accentuare come la maggior parte dei cross buttati dentro dal Sevilla siano forzati, effettuati dalla trequarti tanto per vedere che effetto fa.
Il Sevilla negli ultimi anni ha sempre basato il suo gioco su esterni larghissimi e alti, un’interpretazione del 4-4-2 atipica nel calcio spagnolo, con molti cross e poco “tiqui-taca”. Il problema è che questi meccanismi hanno subito un’involuzione drammatica. Non ricordo l’ultima volta in cui il Sevilla sia riuscito a creare superiorità numerica sulla fascia senza ricorrere ai singoli, davvero. I terzini avanzano, accompagnano ma non hanno mai l’effetto-sorpresa dalla loro: il terzino avversario si prende Navas, allora sale Konko, l’esterno avversario è già piazzato e lo segue senza problemi. Al di là delle scarse capacità offensive di terzini tutti incapaci di incidere individualmente da questo punto di vista (Fernando Navarro, Konko e Dabo, che migliora Konko solo tatticamente e sul piano difensivo), la palla arriva sempre troppo lenta, e le posizioni sono troppo rigide, troppo leggibili. Non c’è mai una situazione in cui due giocatori del Sevilla attirano e smuovono da un lato le difese avversarie liberando il terzo uomo nella stessa zona o favorendo il cambio di gioco verso il lato debole avversario. Gli unici momenti interessanti arrivano in quelle occasioni in cui Navas e Perotti, gli unici con determinate capacità, si trovano a giocare sulla stessa fascia dopo gli spostamenti dell’argentino, ma sono episodi rari che non fanno parte di alcun piano sistematico.
La palla arriva lenta anche perché al centro non si combina nulla. Zokora è l’emblema delle contraddizioni del Sevilla: il giocatore più affidabile ma anche quello che al più di tutti sai che non potrà andare oltre certi limiti. Insegue avversari, ruba palla e la recapita al compagno più vicino. Nel mentre tutti gli avversari son piazzati. Romaric un disastro: fa vedere sporadicamente un buon lancio, ma si limita a sostare vicino a Zokora, non appoggia mai più avanti, non rappresenta mai un’alternativa che faccia progredire l’azione, non è mai in partita per tutti i 90 minuti, non si prende mai una responsabilità e non è mai un punto di riferimento. Cigarini, che tende a muoversi qualche metro più avanti rispetto a Zokora, ha una maggior predisposizione a far correre la palla, e anche a collegare centrocampo e attacco con passaggi verticali, ma resta un’incognita; Renato uno zombi, ormai utile soltanto per qualche gol raccattato quando gioca più vicino a Luis Fabiano che da centrocampista, dove non riesce più né a dettare i tempi né a costituire una minaccia con gli inserimenti.
Insomma, centralmente non c’è ritmo, non ci sono inserimenti e ci sono anche poche opzioni di passaggio. Qualche alternativa in più di fraseggio interno servirebbe (anche per distrarre attenzioni da Perotti e Navas sulle fasce, che restano la principale arma di questa squadra). A parte qualcosa di Kanouté, gioco tra le linee non ce n’è proprio. Chissà che non possa tornare utile il canterano Josè Carlos, in questo ruolo da mezzapunta (quello che ricopre nel Sevilla Atlético) più che da esterno di rincalzo: ieri splendido a partita in corso, ma era comunque in una situazione di anarchia che ne ha esaltato soprattutto le qualità di giocatore “di strada” (la tecnica e un favoloso sinistro). Andrebbe rivisto in contesti più ragionati, senza dimenticare comunque che prima degli acquisti di Guarente e Cigarini Álvarez lo aveva già provato da regista nelle primissime amichevoli.
In difesa le ultime ore hanno portato un cambio fra Squillaci (passato all’Arsenal) e Alexis, promessa finora non mantenuta al Valencia. Reparto che continua a scontare anche il ritardo di maturazione di Fazio, ma i problemi più gravi non risiedono certo qui.

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7 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Inutile dire che le tue analisi ci erano mancate, Valentino! Il Siviglia l'ho visto solo nelle due gare contro il Barcellona, ma non mi sorprende che sia stato buttato fuori dal Braga. Quest'anno in Champions la vedo tosta anche per il Valencia, tu che dici?
Tommaso.

PS: davvero un brutto Real ieri. A livello di qualità di gioco mi manca un po' Pellegrini. Certo alcuni interpreti erano davvero sottotono (come CR7 e Higuain), e altri non erano proprio all'altezza del ruolo (su tutti Lass), ma finora Mou non mi è sembrato molto convinto con i moduli e le posizioni in campo. Speriamo che per domenica le cose si aggiustino. Mah.

5:33 PM  
Anonymous Manuel said...

Bentornato valentino.
Sempre un piacere leggerti. :)

Pienamente d'accordo,e soprattutto sull'importanza che aveva Juande Ramos all'interno del sevilla.
Se anche si voleva aprire un nuovo ciclo era prioritario,a mio avviso,tenere il tecnico che aveva dato una impronta di gioco così valida e riconosciuta in europa,magari in ruolo alla wenger.

Ciao,


Manuel.

5:57 AM  
Anonymous cespo said...

vale, domenica coron il sogno di vedermi il barça dal vivo.

l'avversario beh è il racing, nulla di che, ma comunque spero di vedermi una bella dose di calcio stile blaugrana.

son curioso sta notte di vedermi l'atletico (morosa permettendo, ovviamente)...

sevilla....
parlando sul letto più che sul visto, non sarebbe l'ora di provare qualcosa di diverso? magari un 433 con navas e perotti a supporto di luis fabiano, centrocampo a tre con zokora a fae legna e cigarini e guarente o romaric a supporto?
ciga secondo me può far bene, ho visto pochi minuti ma lui in spagna, con quei due tre secondi in più può nascondere i suoi problemi di dinamismo e verticalizzare bene, la liga secondo me è il suo campionato.

9:42 AM  
Anonymous Hellas said...

Sul Siviglia: un tempo Monchi scopriva Daniel Alves e lo comprava per due noccioline, ora strapaga i ben più conosciuti Negredo, Aruna Konè e Konko. La differenza è tutta qui.

1:26 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Tommaso
Grazie! Vedremo di recuperare, è che ho ancora questo mega-articolo da completare, quindi una "previa" della Liga prima che cominci ve la sognate, per ora :P Se ce la faccio provo a fare una guida con tutta le squadre a mercato concluso, sfruttando la pausa delle nazionali ;-)

Per il Valencia è dura. L'unica cosa buona è che è una squadra molto rinnovata, quindi può essere che ci nasconda ancora cose buone (perchè una buona rosa ce l'ha ancora, non dobbiamo essere sempre troppo distruttivi, qui devo essere io il primo a fare autocritica!). Di certo in questo precampionato sta stentando, ancora non si capisce la formazione titolare, se giocherà con 4-2-3-1 o 4-1-4-1. Un desiderio lo vorrei esprimere: provare, ma seriamente, a giocare coi due argentini Banega e Tino Costa. Invece vedo che Emery dà ancora troppa corda a Manuel Fernandes.

Del Madrid ho visto il primo tempo... sai che stimo Pellegrini, ma mi sembra un po' presto per le nostalgie, no? Poi se ti legge "Madrid7" ti sbrana... :D
Per me è normale il Madrid che si sta vedendo... la condizione non c'è ancora, Mourinho sta facendo (giustamente) un sacco di prove, non tanto per provare ma per valutare le alternative a una formazione di base che secondo me invece ha già ben chiara in testa. Non credo che i madridisti debbano preoccuparsi più di tanto, sinceramente.

@ Manuel
Hola! Bentornato a te, sei una delle colonne dall'inizio del blog, mica me lo dimentico :-)

Sì, c'è un po' di tutto nel Sevilla: allenatori sbagliati dopo Juande, ma anche (direi ancora di più) giocatori sbagliati. Ecco il risultato, e mi piange il cuore per la simpatia che ho verso questa squadra e per la passione inarrivabile del suo pubblico.

@ cespo
Grande! Spero che tu abbia la stessa fortuna che ho avuto io nella mia unica occasione, Messi-Arsenal 4-1 ;-)
Anche io son curioso di vedermi l'Atlético (senza morosa, quindi sono in una botte di ferro ahahah)... finora ha mostrato le solite difficoltà a fare la partita anche in questo precampionato, ma contro l'Inter probabilmente non avrà quest'obbligo, e allora attenzione a quei quattro davanti... Reyes l'ho visto andare come un razzo in questo periodo.

Sevilla: più gioco interno (alternative di passaggio e anche inserimenti), non per scimmiottare il tiqui-taca di qualche altra squadra, ma per giocare meglio.
I minuti di José Carlos con il Braga mi hanno stuzzicato (attenzione comunque che dalla cantera, non subito ma prossimamente, sta venendo fuori un trequartista che pare sia un gioiello, tale Luis Alberto), vorrei rivederlo, poi Cigarini non dispiace anche a me, però non bisogna sovraccaricarlo di responsabilità... se quel poveretto fa un buon secondo tempo col Barça e subito gli dai del "Guardiol" italiano lo metti in una condizione francamente antipatica...

@ Hellas
Non tutta tutta, ma ti ci sei avvicinato pericolosamente...

5:35 PM  
Anonymous Anonimo said...

voci DIRETTTE di spogliatoio mi dicono che sta provando il centrocampo a tre e che , Romaric è assolutamente malvisto dall'allenatore..
inoltre Zokorà continua ad essere provato in allenamento sia in difesa che a centrocampo...

Santeria

11:37 AM  
Blogger valentino tola said...

E' proprio come dici Santeria, già sabato col Levante il Sevilla ha giocato con un 4-1-4-1, con Renato chiaramente sulla stessa linea di Cigarini (che mi è piaciuto parecchio, sembra avere le caratteristiche giuste per il Sevilla), non da "quasi-seconda punta" come prima.
E' presto per trarre conclusioni, comunque ha fatto una buona partita sabato, anche se il Levante sembra debolissimo.

Già, Romaric lo volevano cedere al Zaragoza, ma non è stato trovato l'accordo.

Con l'acquisto anche di Caceres, gli spazi per retrocedere eventualmente Zokora mi sa che si restringono.
Poi, finchè il Sevilla non evolve e non trova un equilibrio a partire dalla sua fase di possesso (schiacciando bene l'avversario dietro, stroncandone la transizione offensiva sul nascere e garantendosi così un vantaggio per recuperare subito palla), le doti di corsa di Zokora rimangono importanti per mettere una pezza quando l'avversario ribalta l'azione. Come faceva Touré al Barça nelle "emergenze", quando la squadra era un po' scoperta, o come tende a fare anche Lass al Real Madrid.

2:13 PM  

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