Brutti ma dignitosi.
In una partita spezzettata e super nervosa (anche il Betis non è propriamente una squadra forte delle sue certezze) il Real Madrid giovane e "rivoluzionario" di Capello (in difesa fuori Cannavaro e dentro il canterano Torres che si piazza a destra e lascia il centro a Sergio Ramos; a centrocampo finalmente esautorato Emerson in favore della coppia Diarra-Gago; attacco con Higuain al posto di Raul ad assistere Van Nistelrooy) recupera perlomeno la dignità, al di là dello 0-0 finale, risultato che in un' eliminatoria di Coppa può essere interpretato in tutte e due i modi, migliore dei risultati peggiori o peggiore dei risultati migliori in vista del ritorno al Bernabeu.
Solita fatica ad impostare quando gli avversari alzano il pressing (il Betis come tutti lo sapeva e infatti cercava insistentemente il contrattacco rapido, con le verticalizzazioni di Rivera alle spalle dei difensori madridisti e gli uno contro uno di Xisco dalla fascia sinistra, indemoniato nel primo tempo), sia perchè senza movimento davanti è difficile per chi porta palla avere riferimenti credibili e sia perchè la paura paralizzava alcuni giocatori, molto titubanti nell' offrirsi al compagno e nel disimpegnarsi (Diarra su tutti, in palese stato confusionale, al di là del fatto che non è certo un regista), però almeno stavolta non c'è stata quella passività e quella mollezza di tutte le altre esibizioni. Sì possiamo dirlo, la mediana a tratti, senza combinare certo nulla di trascendentale, ha funzionato da discreto argine per la difesa. Merito soprattutto di un Gago molto consistente e concreto: le qualità ovviamente le conoscevamo tutti, ma pare si possa anche contare su un rapido inserimento nel calcio europeo. Unico a proporsi con continuità e ad offrire l' appoggio, utile in interdizione, dove ha anticipato alcune giocate avversarie e ha rifilato pure discrete pedate, sicuro e con le idee chiare, anche qui unico esemplare madridista, col pallone fra i piedi. E poi finalmente un giocatore che copre più di tre metri coi suoi passaggi!
Anche l' altro argentino, Higuain ha lasciato una buona impressione, intelligente nel creare i collegamenti sulla trequarti e all' occorrenza nell' allargarsi sulle fasce. Elegante, tecnico ed efficace, pare proprio si sia guadagnato il posto anche per domenica col Zaragoza. Chi invece ha deluso sono stati ancora una volta i due esterni, Reyes e Robinho: insopportabilmente gigione il primo, con tutte quelle sue giravoltine inutili, peggio ancora il secondo, che da tempo pare essersi spento. Non ha ancora trovato Robinho ( a parte Luxemburgo) un allenatore che gli dia una fiducia priva di ambiguità, però è ancora un giocatore troppo umorale: periodi di assoluta esaltazione dove la sua magia contagia anche i compagni (cito l' esordio a Cadice o le partite di quest' anno contro Steaua e Barça) si alternano ad altri dove finisce per incaponirsi in giocate che quasi mai gli riescono.
Tutti sanno che questa svolta in favore dei giovani attuata da Capello ha ben poco di sincero e programmato, dato che quando più poteva e soprattutto doveva effettuarla, cioè a partire dal precampionato, egli ha agito in senso esattamente contrario. Si tratta solo e soltanto della carta della disperazione, l' ultima a sua disposizione, ma si tratta anche dell' unica strada che il Madrid può effettivamente percorrere. Altri cinque mesi per traghettare, come gli anni scorsi, nomi vecchi e ammuffiti verso un' altra estate di false illusioni sarebbero solo altro tempo perso nei confronti di Barça, Sevilla e, non dimentichiamolo!, Valencia.
Bisogna cominciare a porre già da adesso, senza che nuovi stravolgimenti mandino all' aria tutto di nuovo, le basi per il nuovo Real Madrid. Nomi giovani e di livello ci sono già: Robinho, Gago, Higuain, Marcelo, Sergio Ramos, Cicinho, Diarra, Reyes (sennò, Baptista). Qualche altro piccolo ritocco, magari un nuovo allenatore che predichi sano "ex-futbol" (Schuster?) e l' ingrediente speciale, tanta pazienza.
Intanto, domenica c'è un' altra finale, al Bernabeu contro il temibilissimo Zaragoza: brutto contrattempo per Capello l' infortunio che terrà fuori probabilmente per un mese Roberto Carlos, che si aggiunge nel colmo della sfortuna all' infortunio pure di Marcelo, che starà fuori un mese e mezzo. Potere a Raul Bravo, e comunque, anche il Zaragoza avrà i suoi bei problemi a sostituire Diogo, uno dei giocatori migliori in assoluto di questa prima parte di Liga, squalificato per cinque giornate dopo la rissa tra polli con Luis Fabiano. Con Ponzio destinato a quanto pare al River Plate, il sostituto dovrebbe essere Piqué, morfologicamente non adattissimo al ruolo di terzino, ma insomma vedremo.
Solita fatica ad impostare quando gli avversari alzano il pressing (il Betis come tutti lo sapeva e infatti cercava insistentemente il contrattacco rapido, con le verticalizzazioni di Rivera alle spalle dei difensori madridisti e gli uno contro uno di Xisco dalla fascia sinistra, indemoniato nel primo tempo), sia perchè senza movimento davanti è difficile per chi porta palla avere riferimenti credibili e sia perchè la paura paralizzava alcuni giocatori, molto titubanti nell' offrirsi al compagno e nel disimpegnarsi (Diarra su tutti, in palese stato confusionale, al di là del fatto che non è certo un regista), però almeno stavolta non c'è stata quella passività e quella mollezza di tutte le altre esibizioni. Sì possiamo dirlo, la mediana a tratti, senza combinare certo nulla di trascendentale, ha funzionato da discreto argine per la difesa. Merito soprattutto di un Gago molto consistente e concreto: le qualità ovviamente le conoscevamo tutti, ma pare si possa anche contare su un rapido inserimento nel calcio europeo. Unico a proporsi con continuità e ad offrire l' appoggio, utile in interdizione, dove ha anticipato alcune giocate avversarie e ha rifilato pure discrete pedate, sicuro e con le idee chiare, anche qui unico esemplare madridista, col pallone fra i piedi. E poi finalmente un giocatore che copre più di tre metri coi suoi passaggi!
Anche l' altro argentino, Higuain ha lasciato una buona impressione, intelligente nel creare i collegamenti sulla trequarti e all' occorrenza nell' allargarsi sulle fasce. Elegante, tecnico ed efficace, pare proprio si sia guadagnato il posto anche per domenica col Zaragoza. Chi invece ha deluso sono stati ancora una volta i due esterni, Reyes e Robinho: insopportabilmente gigione il primo, con tutte quelle sue giravoltine inutili, peggio ancora il secondo, che da tempo pare essersi spento. Non ha ancora trovato Robinho ( a parte Luxemburgo) un allenatore che gli dia una fiducia priva di ambiguità, però è ancora un giocatore troppo umorale: periodi di assoluta esaltazione dove la sua magia contagia anche i compagni (cito l' esordio a Cadice o le partite di quest' anno contro Steaua e Barça) si alternano ad altri dove finisce per incaponirsi in giocate che quasi mai gli riescono.
Tutti sanno che questa svolta in favore dei giovani attuata da Capello ha ben poco di sincero e programmato, dato che quando più poteva e soprattutto doveva effettuarla, cioè a partire dal precampionato, egli ha agito in senso esattamente contrario. Si tratta solo e soltanto della carta della disperazione, l' ultima a sua disposizione, ma si tratta anche dell' unica strada che il Madrid può effettivamente percorrere. Altri cinque mesi per traghettare, come gli anni scorsi, nomi vecchi e ammuffiti verso un' altra estate di false illusioni sarebbero solo altro tempo perso nei confronti di Barça, Sevilla e, non dimentichiamolo!, Valencia.
Bisogna cominciare a porre già da adesso, senza che nuovi stravolgimenti mandino all' aria tutto di nuovo, le basi per il nuovo Real Madrid. Nomi giovani e di livello ci sono già: Robinho, Gago, Higuain, Marcelo, Sergio Ramos, Cicinho, Diarra, Reyes (sennò, Baptista). Qualche altro piccolo ritocco, magari un nuovo allenatore che predichi sano "ex-futbol" (Schuster?) e l' ingrediente speciale, tanta pazienza.
Intanto, domenica c'è un' altra finale, al Bernabeu contro il temibilissimo Zaragoza: brutto contrattempo per Capello l' infortunio che terrà fuori probabilmente per un mese Roberto Carlos, che si aggiunge nel colmo della sfortuna all' infortunio pure di Marcelo, che starà fuori un mese e mezzo. Potere a Raul Bravo, e comunque, anche il Zaragoza avrà i suoi bei problemi a sostituire Diogo, uno dei giocatori migliori in assoluto di questa prima parte di Liga, squalificato per cinque giornate dopo la rissa tra polli con Luis Fabiano. Con Ponzio destinato a quanto pare al River Plate, il sostituto dovrebbe essere Piqué, morfologicamente non adattissimo al ruolo di terzino, ma insomma vedremo.
Etichette: Copa del Rey, Real Madrid
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Keep up the good work.
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