Dove eravamo rimasti?
Questo fine settimana torna la Liga con una giornata, la diciassettesima, davvero di grande interesse, anzitutto perché la pausa ha fatto crescere in sé l’ “appetito” e poi perché si combinano la curiosità per i nuovi acquisti (finora pochi, ma di rilievo) con alcuni incroci di notevole rilevanza, su tutti Zaragoza-Sevilla, Deportivo-Real Madrid e Valencia-Villarreal.
Il Barça ricomincia dal campo del Getafe, partita già non semplicissima in sé e resa un po’ più difficile dalle squalifiche di giocatori cruciali come Deco e Ronaldinho, i quali tra l’ altro hanno scatenato un bel po’ di polemiche col loro rientro ritardato dalle vacanze. I blaugrana escono da ben dodici giorni di riposo assoluto, record fra le squadre della Liga assieme al Celta.
Assolutamente necessario per gli uomini di Rijkaard tirare il fiato dopo essere arrivati in apnea alla sosta natalizia (con due cambi di continente e tre partite giocate nel giro di poco più di una settimana), ma sebbene il principio del riposo in sé sia incontestabile, c’è chi, come fa Martì Perarnau (giornalista ed ex-atleta olimpico, certamente più addentro del sottoscritto alle questioni di preparazione atletica) nel suo blog, definisce deleteri gli strumenti adottati, coinvolgendo nella sua critica l’ intera preparazione atletica pianificata ad inizio stagione dallo staff del Barça (tournée estiva, scarso allenamento in agosto che non ha preparato al meglio la squadra che, giocando due volte alla settimana, ben difficilmente ha potuto recuperare in seguito) e facendo anche alcuni esempi dettagliati come quello di Ronaldinho, che se è vero che quest’ anno è ulteriormente cresciuto come carisma e con la sua classe, anche su giocate da fermo, riesce a determinare gli esiti di molte partite, è altrettanto vero che ultimamente fa molta fatica ad andare via con un’ accelerazione secca all’ avversario (confrontatelo da questo punto di vista col Ronaldinho straripante del 2003-2004 o anche con quello dei due gol nel già storico 0-3 al Bernabeu).
Del resto già da Agosto si era capito che la chiave della stagione blaugrana sarebbe consistita nella capacità di dosare al meglio le energie fra i tantissimi impegni di quest’ anno. Questo Gennaio, anche se non si gioca ancora la Champions, sarà più che mai intenso, con partite ogni tre giorni. Oltre alla Liga, l’ andata e ritorno di Copa del Rey con l’ Alavés, senza dimenticare il recupero di Liga col Betis.
Il Getafe è la miglior difesa della Liga, e su queste basi, corroborate dal gran rendimento di Abbondanzieri in porta e del gioiello Alexis al centro della difesa (non da terzino sinistro, ruolo nel quale Coro lo ha scherzato nell’ ultima sconfitta casalinga con l’ Espanyol), cercherà di imbrigliare la manovra del Barça. Ultimamente in calo, alla squadra di Schuster potrebbe non bastare più la solidità difensiva per mantenere una classifica tranquilla se al tempo stesso l’ attacco non fornirà un maggior contributo (solo 11 gol subiti, ma altrettanti sono i pochissimi gol all’ attivo, un equilibrio che finora ha reso ben 22 punti ma sulla cui stabilità non si potrà certo giurare in eterno). Nonostante Schuster faccia produrre relativamente un buon calcio ai suoi, l’ attacco è sterile e rinforzarlo era una necessità. L’ acquisto di Verpakovskis, il fenomenale contropiedista che con la sua velocità trascinò la sorprendente Lettonia all’ ultimo Europeo, dalla Dinamo Kiyv può essere un’ ottima risposta.
Deportivo-Real Madrid sul piano estetico sarà molto probabilmente una cosa immonda, ma non può non coinvolgere lo scontro fra due squadre che hanno assoluto bisogno di rilanciarsi. Il Deportivo vive un bruttissimo momento, sembra in caduta libera e si è parlato anche di dimissioni per il suo storico presidente Lendoiro, circondato da voci che vogliono il club in cattive acque dal punto di vista finanziario, cosa della quale peraltro si parla sin dai tempi della cessione di Makaay al Bayern. Con un attacco così sguarnito (qualcuno lo devono assolutamente prendere, non possono pensare di tirare aventi con un sopravvalutato dai piedi fucilati come Arizmendi e una seconda, anzi terza, anzi quarta punta come Riki) e un centrocampo che fa questa fatica ad impostare (Sergio in declino, Coloccini inadeguato, De Guzman inutile, Verdù e Iago acerbi e intermittenti), l’ unica via di salvezza rimane quella del ripristino di un’ organizzazione difensiva decente, sperando magari nel golletto in mischia, la “formula magica” che aveva portato il Depor in zona Champions ad inizio stagione, quando le fanfare suonate erano state sin troppe.
Il principale interesse nei confronti del Real Madrid riguarda ovviamente i nuovi acquisti: Gago giocherà dal primo minuto a fianco ovviamente dell’ Intoccabile Emerson, Higuain potrebbe fare qualche minuto nel secondo tempo, mentre a sorpresa Marcelo dovrebbe entrare fra i titolari, visto che Roberto Carlos si è infortunato. Bisogna vedere come si incastreranno nel gioco di Capello: il tecnico italiano non ha mai amato far transitare più di tanto il pallone per il centrocampo, quindi non è l’ habitat ideale di Gago, però se si guarda loa storia delle squadre di Capello, suona ben più strana l’ insistenza con cui ad inizio stagione proponeva la coppia Emerson-Diarra. Dalla Juve in poi, con Emerson-Vieira, ha avuto una spiccatissima predilezione per il muscolo, però se andiamo indietro col tempo Capello ha sempre dato spazio a un centrocampista di qualità vicino a uno più di interdizione: pensiamo ad Albertini vicino a Desailly, ma anche a Boban e addirittura Donadoni (nel ’98) nel cuore del centrocampo, senza bisogno di citare la coppia più tecnica schierata da quando allena, cioè il duo Redondo-Seedorf che giocò proprio nella sua passata esperienza madridista.
Vedo più in bilico la posizione di Marcelo: alcune fonti affermano che a Capello piaccia tantissimo il giovane brasiliano, però viene da pensare che se quando giocava Cicinho Capello lo sgridava in continuazione, allora a Marcelo gli farà proprio la testa come un pallone. A sinistra nella difesa a 4 (ben diverso da come giocava Cafu nella Roma, molto più avanzato), Marcelo avrà molto più da pensare a difendere più che liberare il suo estro offensivo.
Intanto, come già preannunciato, l’ arrivo di Gago scatena già le sue prime conseguenze, con De la Red che sta per firmare col Zaragoza. Un po’di tristezza per come sia stato scarsamente sfruttato dal Madrid, ma neanche tanto, perché la notizia è stupenda per il giocatore, che avrà finalmente la sua chance, e per il Zaragoza stesso, che, come nell’ Under 21, potrà affiancarlo a Zapater e comporre una coppia davvero promettente.
Zaragoza che a mio avviso, anche se siamo solo a Gennaio, ha davanti a sé Sabato una partita determinante per la sua stagione, contro il Sevilla. Una sconfitta sancirebbe un ridimensionamento quasi definitivo, riservando a Victor Fernandez al massimo la lotta per la Uefa, visto anche il ritorno impetuoso del Valencia.
Va da sé che il match, sicuramente il più attraente della giornata, abbia la sua importanza anche per il Sevilla, impegnato a mantenere credibile la sua candidatura per il titolo, anche se le strategie del club andaluso non sono così strettamente a breve termine, dato che la stabilizzazione nell’ èlite dovrebbe essere l’ obiettivo del prossimo anno. Intanto, coerente alla sua strategia di rinforzamento progressivo e sistematico, ha acquistato l’ attaccante russo Kerzhakov, che potrebbe dare il via libera alla cessione di Kepa. Seguito da tempo, sin dagli incontri in Uefa con lo Zenit San Pietroburgo, Kerzhakov era già in estate una precisa richiesta di Juande Ramos che vuole una squadra sempre più veloce in attacco. Purtroppo ho ricordi vaghi, giusto qualche partita in nazionale, di questo giocatore ma su di lui finora ho letto solo giudizi positivi (c’è anche una scheda esauriente sul blog di Kubala “Footballart”).
Altra partita stuzzicante è Villarreal-Valencia, il derby della Comunitat Valenciana. C’è da verificare se la marcia del Valencia (che ha ceduto Tavano, vicenda disprezzabile sotto tutti gli aspetti quella passata dall’ ex empolese) proseguirà interrotta, ma soprattutto l’ attrazione principale è l’ esordio di Matias Fernandez, il cui arrivo come purtroppo capita in queste occasioni ha suscitato un po’ troppe attese messianiche. L’ indubbio talento del cileno, che già avevo incensato a suo tempo, può dare una bella scossa con le sue accelerazioni a un Villarreal un po’ prigioniero del tran-tran orizzontale di Riquelme, però di per sé non risolve alcuno dei problemi che il Villarreal si porta dietro già dall’ anno scorso, che riguardano altre zone del campo.
In questa deludentissima prima parte di stagione, il centrocampo ha più volte dimostrato una carenza di ritmo imbarazzante rispetto a quello avversario (mi vengono in mente soprattutto le partite col Depor e con l’ Atlético) e il solo Marcos Senna ha qualità per impostare il gioco. Gli altri, Tacchinardi, Josico e il finora pessimo Somoza, appena gli avversari li pressano vanno in tilt. Fatto grave questo che limita tantissimo una squadra pensata da Pellegrini per costruire il gioco e che praticamente annulla i talenti della trequarti Riquelme e Cani (troppo poco ha fatto vedere il talento acquistato dal Zaragoza). Problema ormai atavico, già segnalato più volte, del Submarino è poi il gioco sulle fasce: non esistono ali o giocatori che comunque arrivino sul fondo, a parte l’ interessantissimo Marcos, e anche i terzini sono davvero mediocri a spingere (tranne José Enrique, che però è riserva di Arruabarrena). Molte volte, quando non ha il contropiede a favore, il Villarreal si chiude in un imbuto.
Da tempo andrebbe poi acquistato un vero goleador, perché da tempo Forlan è un equivoco: attaccante vivace e di qualità, ma la “Scarpa d’ Oro” 2004-2005 è stata chiaramente un fuoco di paglia. José Mari e il lentissimo Guille Franco non fanno al caso giusto. L’ infortunio di Gonzalo Rodriguez ha poi mutilato la difesa, che non ha ricevuto da Fuentes, Quique Alvarez, Cygan (oddio!) e Pena la sicurezza sufficiente, come evidenziano anche gli imbarazzanti gol in fotocopia subiti nell’ 1-4 casalingo con l’ Osasuna.
C’ è inoltre la questione Riquelme: quando trascinava la squadra fino alla Champions, tutti sopportavano i capricci, ora che le cose vanno male certe assenze diplomatiche, certi allenamenti saltati non vanno più tanto giù alla società. Non se ne esce: senza Roman il Villarreal diventa una squadra normalissima, anche senza il Riquelme pessimo di questa stagione, forse depresso dalle vicende con la nazionale argentina. Chissà che l’ arrivo di Mati Fernandez, col quale Pellegrini ha tutta la giustissima intenzione di farlo coesistere (tempi duri per Cani) non serva per scuoterlo e per allentare la dipendenza del Villarreal dal suo introverso campione.
L’ Atlético affronta l’ultima in classifica, il Nàstic, ma sappiamo già benissimo che queste, in casa, sono le partite che gli uomini di Aguirre gradiscono meno. Il messicano, privo di Luccin, Maniche e Costinha, deve inventarsi il centrocampo: giocherà sicuramente Gabi, talento inespresso che ha forse una delle ultime chance per tirarsi su. Il dubbio di Aguirre è se affiancargli un centrocampista di contenimento come il canterano Rubén Pollo (così si chiama, io non c’ entro niente) oppure uno decisamente più offensivo come Jurado, che in caso contrario continuerebbe a partire dalla fascia sinistra.
Il Nàstic sta fallendo perché stanno fallendo quegli acquisti che io avevo creduto azzeccati e incisivi: l’ ottimo centrale paraguaiano Caceres se n’è già andato via, al Tigres in Messico (sostituito da César Navas, classico stopperone l' anno scorso al Malaga); Gil non trova continuità d’ impiego; Portillo sta deludendo tremendamente e Makukula se possibile lo ha superato, visto che già non rientra più nei piani del nuovo tecnico Paco Flores e pare anzi stia cercando una nuova squadra. Si è conquistato a suon di gol il suo spazio in attacco l’ ultimo arrivato Rubén Castro (chissà che, dopo la mediocre esperienza al Deportivo, non possa rinverdire i fasti di quando nel Las Palmas prometteva parecchio), che giocherà come unica punta, perché Paco Flores, dopo aver provato questa soluzione già tre partite fa a Vila-Real con scarso successo, infoltirà il centrocampo con tre centrali (Generelo, Morales e il contestato Abel Buades) per inceppare come al solito la monotona manovra dell’ Atlético.
La Real Sociedad cerca tre punti vitali contro uno degli avversari in questo momento meno malleabile, l’ Osasuna che ha infilato un filotto clamoroso prima delle feste. Passata la delusione d’ inizio stagione, Ziganda ha ritrovato tutti i punti di riferimento che Aguirre gli aveva lasciato: centrocampo rognoso (ottimo innesto Nekounam, finalmente si è svegliato Raul Garcia), vivacità sulle fasce (David Lopez su grandi livelli da quando è stato spostato sulla sinistra), attacco grintoso e concreto, con all’ occorrenza Héctor Font (grande partita per lui nel “sacco del Madrigal” e vendetta consumata nei confronti di Pellegrini) ad ispirare sulla trequarti.
La Real Sociedad ha sin dall’ estate lacune drammatiche in attacco, dove ha assoluta necessità di una punta rapida e prolifica (ancora di più dopo il lungo infortunio a Diaz de Cerio) che possa girare attorno al Kovacevic o Skoubo (ripresosi dall’ infortunio) di turno. Si è parlato di Oscar Cardozo del Newell’s, si è parlato di Milan Baros, ma per il momento è stato acquistato l’ argentino German Herrera, che sinceramente conosco solo di nome, dal San Lorenzo via Gremio. Per provare a tappare qualche falla in difesa dall’ Arsenal Sarandi è arrivato un altro argentino, Victor Lopez, mentre per elevare più semplicemente la qualità di una rosa fra le più povere del torneo dal Brasile è tornato nella Liga una vecchissima conoscenza come Savio. Deve correre la Real, per ovviare a Gennaio ai disastri combinati quest’ estate dal deleterio (sia come allenatore che come direttore sportivo) Bakero.
Il focoso nuovo allenatore del Betis Luis Fernandez esordisce contro l’ incompiuto Celta, mentre il pericolante Lopez Caro cerca di rimanere sulla panchina del Levante sfidando il Racing, altro cliente non facilissimo di questi tempi.
L’ Athletic sul campo del Mallorca cerca un’ altra bella spinta alla sua risalita (curioso come il copione sembri ripetersi dall’ anno scorso: Lamikiz prende un allenatore inesperto in estate, l’anno scorso Mendillibar quest’ anno Sarriugarte, per gettare un po’ di fumo negli occhi e nascondere le carenze della rosa, ma poi quando comincia a fare freddo nelle zone basse della classifica arriva il Clemente o Mané della situazione a riparare i danni. Speriamo che nelle scelte future Ana Urkijo si riveli più saggia del vecchio presidente.), mentre si sfidano, per coltivare magari speranze europee, due squadre in salute come Recreativo ed Espanyol (a Valverde è servito puntare su un undici finalmente stabile per trovare gli equilibri giusti).
Il Barça ricomincia dal campo del Getafe, partita già non semplicissima in sé e resa un po’ più difficile dalle squalifiche di giocatori cruciali come Deco e Ronaldinho, i quali tra l’ altro hanno scatenato un bel po’ di polemiche col loro rientro ritardato dalle vacanze. I blaugrana escono da ben dodici giorni di riposo assoluto, record fra le squadre della Liga assieme al Celta.
Assolutamente necessario per gli uomini di Rijkaard tirare il fiato dopo essere arrivati in apnea alla sosta natalizia (con due cambi di continente e tre partite giocate nel giro di poco più di una settimana), ma sebbene il principio del riposo in sé sia incontestabile, c’è chi, come fa Martì Perarnau (giornalista ed ex-atleta olimpico, certamente più addentro del sottoscritto alle questioni di preparazione atletica) nel suo blog, definisce deleteri gli strumenti adottati, coinvolgendo nella sua critica l’ intera preparazione atletica pianificata ad inizio stagione dallo staff del Barça (tournée estiva, scarso allenamento in agosto che non ha preparato al meglio la squadra che, giocando due volte alla settimana, ben difficilmente ha potuto recuperare in seguito) e facendo anche alcuni esempi dettagliati come quello di Ronaldinho, che se è vero che quest’ anno è ulteriormente cresciuto come carisma e con la sua classe, anche su giocate da fermo, riesce a determinare gli esiti di molte partite, è altrettanto vero che ultimamente fa molta fatica ad andare via con un’ accelerazione secca all’ avversario (confrontatelo da questo punto di vista col Ronaldinho straripante del 2003-2004 o anche con quello dei due gol nel già storico 0-3 al Bernabeu).
Del resto già da Agosto si era capito che la chiave della stagione blaugrana sarebbe consistita nella capacità di dosare al meglio le energie fra i tantissimi impegni di quest’ anno. Questo Gennaio, anche se non si gioca ancora la Champions, sarà più che mai intenso, con partite ogni tre giorni. Oltre alla Liga, l’ andata e ritorno di Copa del Rey con l’ Alavés, senza dimenticare il recupero di Liga col Betis.
Il Getafe è la miglior difesa della Liga, e su queste basi, corroborate dal gran rendimento di Abbondanzieri in porta e del gioiello Alexis al centro della difesa (non da terzino sinistro, ruolo nel quale Coro lo ha scherzato nell’ ultima sconfitta casalinga con l’ Espanyol), cercherà di imbrigliare la manovra del Barça. Ultimamente in calo, alla squadra di Schuster potrebbe non bastare più la solidità difensiva per mantenere una classifica tranquilla se al tempo stesso l’ attacco non fornirà un maggior contributo (solo 11 gol subiti, ma altrettanti sono i pochissimi gol all’ attivo, un equilibrio che finora ha reso ben 22 punti ma sulla cui stabilità non si potrà certo giurare in eterno). Nonostante Schuster faccia produrre relativamente un buon calcio ai suoi, l’ attacco è sterile e rinforzarlo era una necessità. L’ acquisto di Verpakovskis, il fenomenale contropiedista che con la sua velocità trascinò la sorprendente Lettonia all’ ultimo Europeo, dalla Dinamo Kiyv può essere un’ ottima risposta.
Deportivo-Real Madrid sul piano estetico sarà molto probabilmente una cosa immonda, ma non può non coinvolgere lo scontro fra due squadre che hanno assoluto bisogno di rilanciarsi. Il Deportivo vive un bruttissimo momento, sembra in caduta libera e si è parlato anche di dimissioni per il suo storico presidente Lendoiro, circondato da voci che vogliono il club in cattive acque dal punto di vista finanziario, cosa della quale peraltro si parla sin dai tempi della cessione di Makaay al Bayern. Con un attacco così sguarnito (qualcuno lo devono assolutamente prendere, non possono pensare di tirare aventi con un sopravvalutato dai piedi fucilati come Arizmendi e una seconda, anzi terza, anzi quarta punta come Riki) e un centrocampo che fa questa fatica ad impostare (Sergio in declino, Coloccini inadeguato, De Guzman inutile, Verdù e Iago acerbi e intermittenti), l’ unica via di salvezza rimane quella del ripristino di un’ organizzazione difensiva decente, sperando magari nel golletto in mischia, la “formula magica” che aveva portato il Depor in zona Champions ad inizio stagione, quando le fanfare suonate erano state sin troppe.
Il principale interesse nei confronti del Real Madrid riguarda ovviamente i nuovi acquisti: Gago giocherà dal primo minuto a fianco ovviamente dell’ Intoccabile Emerson, Higuain potrebbe fare qualche minuto nel secondo tempo, mentre a sorpresa Marcelo dovrebbe entrare fra i titolari, visto che Roberto Carlos si è infortunato. Bisogna vedere come si incastreranno nel gioco di Capello: il tecnico italiano non ha mai amato far transitare più di tanto il pallone per il centrocampo, quindi non è l’ habitat ideale di Gago, però se si guarda loa storia delle squadre di Capello, suona ben più strana l’ insistenza con cui ad inizio stagione proponeva la coppia Emerson-Diarra. Dalla Juve in poi, con Emerson-Vieira, ha avuto una spiccatissima predilezione per il muscolo, però se andiamo indietro col tempo Capello ha sempre dato spazio a un centrocampista di qualità vicino a uno più di interdizione: pensiamo ad Albertini vicino a Desailly, ma anche a Boban e addirittura Donadoni (nel ’98) nel cuore del centrocampo, senza bisogno di citare la coppia più tecnica schierata da quando allena, cioè il duo Redondo-Seedorf che giocò proprio nella sua passata esperienza madridista.
Vedo più in bilico la posizione di Marcelo: alcune fonti affermano che a Capello piaccia tantissimo il giovane brasiliano, però viene da pensare che se quando giocava Cicinho Capello lo sgridava in continuazione, allora a Marcelo gli farà proprio la testa come un pallone. A sinistra nella difesa a 4 (ben diverso da come giocava Cafu nella Roma, molto più avanzato), Marcelo avrà molto più da pensare a difendere più che liberare il suo estro offensivo.
Intanto, come già preannunciato, l’ arrivo di Gago scatena già le sue prime conseguenze, con De la Red che sta per firmare col Zaragoza. Un po’di tristezza per come sia stato scarsamente sfruttato dal Madrid, ma neanche tanto, perché la notizia è stupenda per il giocatore, che avrà finalmente la sua chance, e per il Zaragoza stesso, che, come nell’ Under 21, potrà affiancarlo a Zapater e comporre una coppia davvero promettente.
Zaragoza che a mio avviso, anche se siamo solo a Gennaio, ha davanti a sé Sabato una partita determinante per la sua stagione, contro il Sevilla. Una sconfitta sancirebbe un ridimensionamento quasi definitivo, riservando a Victor Fernandez al massimo la lotta per la Uefa, visto anche il ritorno impetuoso del Valencia.
Va da sé che il match, sicuramente il più attraente della giornata, abbia la sua importanza anche per il Sevilla, impegnato a mantenere credibile la sua candidatura per il titolo, anche se le strategie del club andaluso non sono così strettamente a breve termine, dato che la stabilizzazione nell’ èlite dovrebbe essere l’ obiettivo del prossimo anno. Intanto, coerente alla sua strategia di rinforzamento progressivo e sistematico, ha acquistato l’ attaccante russo Kerzhakov, che potrebbe dare il via libera alla cessione di Kepa. Seguito da tempo, sin dagli incontri in Uefa con lo Zenit San Pietroburgo, Kerzhakov era già in estate una precisa richiesta di Juande Ramos che vuole una squadra sempre più veloce in attacco. Purtroppo ho ricordi vaghi, giusto qualche partita in nazionale, di questo giocatore ma su di lui finora ho letto solo giudizi positivi (c’è anche una scheda esauriente sul blog di Kubala “Footballart”).
Altra partita stuzzicante è Villarreal-Valencia, il derby della Comunitat Valenciana. C’è da verificare se la marcia del Valencia (che ha ceduto Tavano, vicenda disprezzabile sotto tutti gli aspetti quella passata dall’ ex empolese) proseguirà interrotta, ma soprattutto l’ attrazione principale è l’ esordio di Matias Fernandez, il cui arrivo come purtroppo capita in queste occasioni ha suscitato un po’ troppe attese messianiche. L’ indubbio talento del cileno, che già avevo incensato a suo tempo, può dare una bella scossa con le sue accelerazioni a un Villarreal un po’ prigioniero del tran-tran orizzontale di Riquelme, però di per sé non risolve alcuno dei problemi che il Villarreal si porta dietro già dall’ anno scorso, che riguardano altre zone del campo.
In questa deludentissima prima parte di stagione, il centrocampo ha più volte dimostrato una carenza di ritmo imbarazzante rispetto a quello avversario (mi vengono in mente soprattutto le partite col Depor e con l’ Atlético) e il solo Marcos Senna ha qualità per impostare il gioco. Gli altri, Tacchinardi, Josico e il finora pessimo Somoza, appena gli avversari li pressano vanno in tilt. Fatto grave questo che limita tantissimo una squadra pensata da Pellegrini per costruire il gioco e che praticamente annulla i talenti della trequarti Riquelme e Cani (troppo poco ha fatto vedere il talento acquistato dal Zaragoza). Problema ormai atavico, già segnalato più volte, del Submarino è poi il gioco sulle fasce: non esistono ali o giocatori che comunque arrivino sul fondo, a parte l’ interessantissimo Marcos, e anche i terzini sono davvero mediocri a spingere (tranne José Enrique, che però è riserva di Arruabarrena). Molte volte, quando non ha il contropiede a favore, il Villarreal si chiude in un imbuto.
Da tempo andrebbe poi acquistato un vero goleador, perché da tempo Forlan è un equivoco: attaccante vivace e di qualità, ma la “Scarpa d’ Oro” 2004-2005 è stata chiaramente un fuoco di paglia. José Mari e il lentissimo Guille Franco non fanno al caso giusto. L’ infortunio di Gonzalo Rodriguez ha poi mutilato la difesa, che non ha ricevuto da Fuentes, Quique Alvarez, Cygan (oddio!) e Pena la sicurezza sufficiente, come evidenziano anche gli imbarazzanti gol in fotocopia subiti nell’ 1-4 casalingo con l’ Osasuna.
C’ è inoltre la questione Riquelme: quando trascinava la squadra fino alla Champions, tutti sopportavano i capricci, ora che le cose vanno male certe assenze diplomatiche, certi allenamenti saltati non vanno più tanto giù alla società. Non se ne esce: senza Roman il Villarreal diventa una squadra normalissima, anche senza il Riquelme pessimo di questa stagione, forse depresso dalle vicende con la nazionale argentina. Chissà che l’ arrivo di Mati Fernandez, col quale Pellegrini ha tutta la giustissima intenzione di farlo coesistere (tempi duri per Cani) non serva per scuoterlo e per allentare la dipendenza del Villarreal dal suo introverso campione.
L’ Atlético affronta l’ultima in classifica, il Nàstic, ma sappiamo già benissimo che queste, in casa, sono le partite che gli uomini di Aguirre gradiscono meno. Il messicano, privo di Luccin, Maniche e Costinha, deve inventarsi il centrocampo: giocherà sicuramente Gabi, talento inespresso che ha forse una delle ultime chance per tirarsi su. Il dubbio di Aguirre è se affiancargli un centrocampista di contenimento come il canterano Rubén Pollo (così si chiama, io non c’ entro niente) oppure uno decisamente più offensivo come Jurado, che in caso contrario continuerebbe a partire dalla fascia sinistra.
Il Nàstic sta fallendo perché stanno fallendo quegli acquisti che io avevo creduto azzeccati e incisivi: l’ ottimo centrale paraguaiano Caceres se n’è già andato via, al Tigres in Messico (sostituito da César Navas, classico stopperone l' anno scorso al Malaga); Gil non trova continuità d’ impiego; Portillo sta deludendo tremendamente e Makukula se possibile lo ha superato, visto che già non rientra più nei piani del nuovo tecnico Paco Flores e pare anzi stia cercando una nuova squadra. Si è conquistato a suon di gol il suo spazio in attacco l’ ultimo arrivato Rubén Castro (chissà che, dopo la mediocre esperienza al Deportivo, non possa rinverdire i fasti di quando nel Las Palmas prometteva parecchio), che giocherà come unica punta, perché Paco Flores, dopo aver provato questa soluzione già tre partite fa a Vila-Real con scarso successo, infoltirà il centrocampo con tre centrali (Generelo, Morales e il contestato Abel Buades) per inceppare come al solito la monotona manovra dell’ Atlético.
La Real Sociedad cerca tre punti vitali contro uno degli avversari in questo momento meno malleabile, l’ Osasuna che ha infilato un filotto clamoroso prima delle feste. Passata la delusione d’ inizio stagione, Ziganda ha ritrovato tutti i punti di riferimento che Aguirre gli aveva lasciato: centrocampo rognoso (ottimo innesto Nekounam, finalmente si è svegliato Raul Garcia), vivacità sulle fasce (David Lopez su grandi livelli da quando è stato spostato sulla sinistra), attacco grintoso e concreto, con all’ occorrenza Héctor Font (grande partita per lui nel “sacco del Madrigal” e vendetta consumata nei confronti di Pellegrini) ad ispirare sulla trequarti.
La Real Sociedad ha sin dall’ estate lacune drammatiche in attacco, dove ha assoluta necessità di una punta rapida e prolifica (ancora di più dopo il lungo infortunio a Diaz de Cerio) che possa girare attorno al Kovacevic o Skoubo (ripresosi dall’ infortunio) di turno. Si è parlato di Oscar Cardozo del Newell’s, si è parlato di Milan Baros, ma per il momento è stato acquistato l’ argentino German Herrera, che sinceramente conosco solo di nome, dal San Lorenzo via Gremio. Per provare a tappare qualche falla in difesa dall’ Arsenal Sarandi è arrivato un altro argentino, Victor Lopez, mentre per elevare più semplicemente la qualità di una rosa fra le più povere del torneo dal Brasile è tornato nella Liga una vecchissima conoscenza come Savio. Deve correre la Real, per ovviare a Gennaio ai disastri combinati quest’ estate dal deleterio (sia come allenatore che come direttore sportivo) Bakero.
Il focoso nuovo allenatore del Betis Luis Fernandez esordisce contro l’ incompiuto Celta, mentre il pericolante Lopez Caro cerca di rimanere sulla panchina del Levante sfidando il Racing, altro cliente non facilissimo di questi tempi.
L’ Athletic sul campo del Mallorca cerca un’ altra bella spinta alla sua risalita (curioso come il copione sembri ripetersi dall’ anno scorso: Lamikiz prende un allenatore inesperto in estate, l’anno scorso Mendillibar quest’ anno Sarriugarte, per gettare un po’ di fumo negli occhi e nascondere le carenze della rosa, ma poi quando comincia a fare freddo nelle zone basse della classifica arriva il Clemente o Mané della situazione a riparare i danni. Speriamo che nelle scelte future Ana Urkijo si riveli più saggia del vecchio presidente.), mentre si sfidano, per coltivare magari speranze europee, due squadre in salute come Recreativo ed Espanyol (a Valverde è servito puntare su un undici finalmente stabile per trovare gli equilibri giusti).
Etichette: Liga
2 Comments:
Grazie per la citazione. ti aspetto dalle mie parti...
KUBALA
A Cesare quel che è di Cesare.
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