QUINDICESIMA GIORNATA: Zaragoza-Valencia 0-1: Angulo.
Il Valencia si rilancia in pieno nella corsa al quarto posto, portandosi a –2 dal Zaragoza con una vittoria che ha ricordato certe prestazioni d’inizio stagione per la solidità, la sicurezza e l’efficienza ai limiti dell’ immoralità.
Il primo tempo infatti è quasi un monologo del Zaragoza, che costringe il Valencia nella sua metacampo, lasciandogli la sola arma del contropiede, favorito magari da qualche leziosismo di troppo di Aimar e D’Alessandro condotto soprattutto dalla sinistra sull’asse Vicente-Villa. Domina il centrocampo del Zaragoza, con Celades e soprattutto Zapater (tornati finalmente a fare coppia dopo che, fra infortuni e squalifiche, li avevano rimpiazzati Movilla e Ponzio) che sovrastano Albelda e Baraja, tagliano, cuciono e favoriscono il dominio dei padroni di casa che si riversano fiduciosi all’attacco, ben protetti dai recuperi decisi di Sergio e Diogo che stroncano sul nascere i pochi contrattacchi valenciani.
Calcio fluido, attraente e giocato su ritmi alti quello del Zaragoza, con D’Alessandro e soprattutto un euforico Aimar che trovano spazio tagliando dalle fasce verso il centro, combinando spesso di prima coi soliti Sergio Garcia e Diego Milito, bravissimi nell’allargare e nel togliere punti di riferimento alla difesa avversaria coi loro movimenti continui e incisivi. Però la difesa del Valencia non è che ne perda poi tanti di punti di riferimento: il centrocampo viene quasi sempre superato, ma quando i giocatori del Zaragoza provano a concludere trovano sempre qualcuno a rintuzzare gli attacchi: anche nei momenti di maggior pressione zaragocista, Albiol e compagnia finiscono con lo sventare i pericoli al momento del dunque, e Butelle deve limitare i suoi interventi in pratica solo alle conclusioni da fuori di Diego Milito e di Aimar. E appena si affaccia il Valencia trova il golletto, irritante e immeritato: golletto che in realtà è un golazo, confezionato da Angulo con un inimmaginabile destro da una trentina di metri, che sorprende César e ammutolisce la Romareda.
Nel secondo tempo il Valencia legittima il vantaggio: il livello generale cala parecchio, l’undici di Quique si assesta e assume anche il controllo del centrocampo, perché ora il Zaragoza non è capace di produrre più nulla, preda ormai della confusione, dell’ansia e dello scoramento. Victor Fernandez prova con Ewerthon, Lafita e pure Oscar, sbilancia la squadra ma non va oltre un paio di mischie confuse. Il gioco dei padroni di casa è tutto imbottigliato al centro, senza il respiro e la continuità del primo tempo, e il Valencia non ha più problemi, con una difesa sempre impeccabile, un Albelda che esce alla distanza e anche qualche iniziativa offensiva che, sfruttando i maggiori spazi lasciati da uno sbilanciato Zaragoza, non manca di inquietare César.
Il Valencia, che era la sfidante più plausibile del Barça ad inizio stagione, non sta facendo altro che tornare dove gli compete, facendo appello tutta alla sua concretezza quando il gioco latita (anche se per vincere una Liga bisogna fare ben di più); il Zaragoza si conferma inadatto per il momento alla Champions, sempre troppo umorale e discontinuo.
I MIGLIORI: Prestazioni incomplete, da una parte e dall’altra, coi rispettivi protagonisti che danno il meglio solo nei momenti migliori delle loro squadra. Così nel primo tempo, quando è il Zaragoza a dominare, Zapater spadroneggia (in coppia con Celades) a centrocampo, sostenendo in fase d’interdizione e di rilancio, il continuo assedio della sua squadra. Diogo fa mostra ancora una volta delle sue doti atletiche da Superman quando nel primo tempo mette la museruola, con tackle e recuperi perentori, ora a Villa ora a Vicente. Anche Sergio, sempre concentrato sul pallone e quindi preciso nei suoi interventi, fa la voce grossa. Juanfran spinge con personalità e arriva spesso al cross, ma non raccoglie grandi frutti.
Si vede che Aimar è in forma e voglioso di dimostrare tutto il talento che possiede alla sua ex-squadra. Dalla sinistra si accentra sulla trequarti, si libera degli avversari e cerca lo scambio negli spazi stretti: entra molto in azione nel primo tempo, poi il Zaragoza perde il controllo del gioco e allora non è più tanto partita da Aimar. In generale l’impressione è che Aimar, anche quando è in forma, renda meno in questo Zaragoza rispetto a quanto potrebbe. In una squadra a trazione anteriore e in cui tutti sono costretti a sacrificarsi, il Payaso si trova spesso a prendere palla sulla fascia sinistra all’altezza del ecrchio di centrocampo, con tanti chilometri e tanti avversari fra lui e la porta avversaria, cosa che diminuisce necessariamente la sua imprevedibilità. Sempre perfetto il lavoro di seconda punta di Sergio Garcia, veloce, tecnico e in costante movimento, ma impedito al momento della conclusione dagli interventi dei difensori avversari.
Il secondo tempo è del Valencia, e Albelda, sorpassato nel primo tempo, trova le misure e monta la diga. Un elogio collettivo riguarda la difesa intera del Valencia, senza distinzioni, perché risulta difficile distinguere i meriti individuali quando c’è una perfetta tenuta collettiva: i centrali sono bravissimi nel respingere i tanti tiri provati dagli attaccanti del Zaragoza, nel respingere i cross e nell’ impedire la chiusura delle triangolazioni agli attaccanti avversari, i terzini sono molto attenti nelle diagonali e nel coprire la loro zona, capitolando soltanto di fronte a certe dimostrazioni di qualità negli uno contro uno avversari. Non fa praticamente nient’altro, ma il gol di Angulo parla da solo.
I PEGGIORI: Diego Milito non sfonda: solo un tiro al termine di una triangolazione con Aimar nel primo tempo, il movimento e la buona volontà spesi generosamente durante i 90 minuti non incrinano le sicurezze della difesa valenciana. Forse non è esente da colpe César sul comunque grande gol di Angulo.
Zaragoza (4-4-2): César 5,5; Diogo 6,5, Sergio 6,5, G. Milito 6, Juanfran 6,5; D'Alessandro 6 (68'), Celades 6 (85'), Zapater 6,5, Aimar 6,5; S. García 6,5 (68'), D. Milito 5,5.
In panchina: Miguel, Chus Herrero, Movilla, Ponzio, Lafita 5,5 (68'), Óscar s.v. (85'), Ewerthon 5,5 (68').
Valencia (4-4-2): Butelle 6; Miguel 6, Albiol 6,5, D. Navarro 6,5, Curro Torres 6; Silva 6,5 (92'), Albelda 6,5, Baraja 6, Vicente 5,5 (73'); Angulo 7, Villa 6,5 (78').
In panchina: Mora, Ayala, Cerra, Pallardó, H. Viana s.v. (92') s.c. Joaquín s.v. (78'), Morientes s.v. (73').
Gol: 0-1 (41'): Angulo sorprende a César con un disparo muy lejano que vuela de lado a lado y entra por el ángulo derecho de la portería del Zaragoza.
Árbitro: Pérez Burrull, Colegio Cántabro. Amonestó a Sergio (64'), D. Navarro (70'), Curro Torres (77'), Joaquín (79'), Butelle (88'), Baraja (91+).
Incidencias: La Romareda. Lleno.30.000 espectadores. Minuto de silencio por dos árbitros cántabros fallecidos en un accidente.
Il primo tempo infatti è quasi un monologo del Zaragoza, che costringe il Valencia nella sua metacampo, lasciandogli la sola arma del contropiede, favorito magari da qualche leziosismo di troppo di Aimar e D’Alessandro condotto soprattutto dalla sinistra sull’asse Vicente-Villa. Domina il centrocampo del Zaragoza, con Celades e soprattutto Zapater (tornati finalmente a fare coppia dopo che, fra infortuni e squalifiche, li avevano rimpiazzati Movilla e Ponzio) che sovrastano Albelda e Baraja, tagliano, cuciono e favoriscono il dominio dei padroni di casa che si riversano fiduciosi all’attacco, ben protetti dai recuperi decisi di Sergio e Diogo che stroncano sul nascere i pochi contrattacchi valenciani.
Calcio fluido, attraente e giocato su ritmi alti quello del Zaragoza, con D’Alessandro e soprattutto un euforico Aimar che trovano spazio tagliando dalle fasce verso il centro, combinando spesso di prima coi soliti Sergio Garcia e Diego Milito, bravissimi nell’allargare e nel togliere punti di riferimento alla difesa avversaria coi loro movimenti continui e incisivi. Però la difesa del Valencia non è che ne perda poi tanti di punti di riferimento: il centrocampo viene quasi sempre superato, ma quando i giocatori del Zaragoza provano a concludere trovano sempre qualcuno a rintuzzare gli attacchi: anche nei momenti di maggior pressione zaragocista, Albiol e compagnia finiscono con lo sventare i pericoli al momento del dunque, e Butelle deve limitare i suoi interventi in pratica solo alle conclusioni da fuori di Diego Milito e di Aimar. E appena si affaccia il Valencia trova il golletto, irritante e immeritato: golletto che in realtà è un golazo, confezionato da Angulo con un inimmaginabile destro da una trentina di metri, che sorprende César e ammutolisce la Romareda.
Nel secondo tempo il Valencia legittima il vantaggio: il livello generale cala parecchio, l’undici di Quique si assesta e assume anche il controllo del centrocampo, perché ora il Zaragoza non è capace di produrre più nulla, preda ormai della confusione, dell’ansia e dello scoramento. Victor Fernandez prova con Ewerthon, Lafita e pure Oscar, sbilancia la squadra ma non va oltre un paio di mischie confuse. Il gioco dei padroni di casa è tutto imbottigliato al centro, senza il respiro e la continuità del primo tempo, e il Valencia non ha più problemi, con una difesa sempre impeccabile, un Albelda che esce alla distanza e anche qualche iniziativa offensiva che, sfruttando i maggiori spazi lasciati da uno sbilanciato Zaragoza, non manca di inquietare César.
Il Valencia, che era la sfidante più plausibile del Barça ad inizio stagione, non sta facendo altro che tornare dove gli compete, facendo appello tutta alla sua concretezza quando il gioco latita (anche se per vincere una Liga bisogna fare ben di più); il Zaragoza si conferma inadatto per il momento alla Champions, sempre troppo umorale e discontinuo.
I MIGLIORI: Prestazioni incomplete, da una parte e dall’altra, coi rispettivi protagonisti che danno il meglio solo nei momenti migliori delle loro squadra. Così nel primo tempo, quando è il Zaragoza a dominare, Zapater spadroneggia (in coppia con Celades) a centrocampo, sostenendo in fase d’interdizione e di rilancio, il continuo assedio della sua squadra. Diogo fa mostra ancora una volta delle sue doti atletiche da Superman quando nel primo tempo mette la museruola, con tackle e recuperi perentori, ora a Villa ora a Vicente. Anche Sergio, sempre concentrato sul pallone e quindi preciso nei suoi interventi, fa la voce grossa. Juanfran spinge con personalità e arriva spesso al cross, ma non raccoglie grandi frutti.
Si vede che Aimar è in forma e voglioso di dimostrare tutto il talento che possiede alla sua ex-squadra. Dalla sinistra si accentra sulla trequarti, si libera degli avversari e cerca lo scambio negli spazi stretti: entra molto in azione nel primo tempo, poi il Zaragoza perde il controllo del gioco e allora non è più tanto partita da Aimar. In generale l’impressione è che Aimar, anche quando è in forma, renda meno in questo Zaragoza rispetto a quanto potrebbe. In una squadra a trazione anteriore e in cui tutti sono costretti a sacrificarsi, il Payaso si trova spesso a prendere palla sulla fascia sinistra all’altezza del ecrchio di centrocampo, con tanti chilometri e tanti avversari fra lui e la porta avversaria, cosa che diminuisce necessariamente la sua imprevedibilità. Sempre perfetto il lavoro di seconda punta di Sergio Garcia, veloce, tecnico e in costante movimento, ma impedito al momento della conclusione dagli interventi dei difensori avversari.
Il secondo tempo è del Valencia, e Albelda, sorpassato nel primo tempo, trova le misure e monta la diga. Un elogio collettivo riguarda la difesa intera del Valencia, senza distinzioni, perché risulta difficile distinguere i meriti individuali quando c’è una perfetta tenuta collettiva: i centrali sono bravissimi nel respingere i tanti tiri provati dagli attaccanti del Zaragoza, nel respingere i cross e nell’ impedire la chiusura delle triangolazioni agli attaccanti avversari, i terzini sono molto attenti nelle diagonali e nel coprire la loro zona, capitolando soltanto di fronte a certe dimostrazioni di qualità negli uno contro uno avversari. Non fa praticamente nient’altro, ma il gol di Angulo parla da solo.
I PEGGIORI: Diego Milito non sfonda: solo un tiro al termine di una triangolazione con Aimar nel primo tempo, il movimento e la buona volontà spesi generosamente durante i 90 minuti non incrinano le sicurezze della difesa valenciana. Forse non è esente da colpe César sul comunque grande gol di Angulo.
Zaragoza (4-4-2): César 5,5; Diogo 6,5, Sergio 6,5, G. Milito 6, Juanfran 6,5; D'Alessandro 6 (68'), Celades 6 (85'), Zapater 6,5, Aimar 6,5; S. García 6,5 (68'), D. Milito 5,5.
In panchina: Miguel, Chus Herrero, Movilla, Ponzio, Lafita 5,5 (68'), Óscar s.v. (85'), Ewerthon 5,5 (68').
Valencia (4-4-2): Butelle 6; Miguel 6, Albiol 6,5, D. Navarro 6,5, Curro Torres 6; Silva 6,5 (92'), Albelda 6,5, Baraja 6, Vicente 5,5 (73'); Angulo 7, Villa 6,5 (78').
In panchina: Mora, Ayala, Cerra, Pallardó, H. Viana s.v. (92') s.c. Joaquín s.v. (78'), Morientes s.v. (73').
Gol: 0-1 (41'): Angulo sorprende a César con un disparo muy lejano que vuela de lado a lado y entra por el ángulo derecho de la portería del Zaragoza.
Árbitro: Pérez Burrull, Colegio Cántabro. Amonestó a Sergio (64'), D. Navarro (70'), Curro Torres (77'), Joaquín (79'), Butelle (88'), Baraja (91+).
Incidencias: La Romareda. Lleno.30.000 espectadores. Minuto de silencio por dos árbitros cántabros fallecidos en un accidente.
2 Comments:
complimenti per il blog. davvero approfondita l analisi delle partite. messo tra i preferiti!XD
conoscete un blog su questo stile che parli di calcio inglese?
Grazie per i complimenti.
Purtroppo non posso venirti incontro: in italiano per ora non ho trovato un blog come quello che chiedi. C'e' un blog sull'Arsenal ("Wilmington Arms Tavern", mi sembra), ma "generalisti" non ne ho visto.
Ce n'è uno in spagnolo (se ti trovi a tuo agio con l'idioma), "Brit Corner" , mi pare di ricordare che l'indirizzo fosse http://britcorner.blogspot.com
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