QUATTORDICESIMA GIORNATA: Sevilla-Real Madrid 2-1:Beckham (R) 12’; Kanouté (S) 16’; Chevanton (S) 76’.
Una spettacolare rovesciata di Chevanton regala al Sevilla una vittoria pesante in termini di classifica (va a –2 dal Barça e stacca il Real Madrid andando a +2 sulla squadra di Capello) e ancora più esaltante in termini di prestigio, in una partita nella quale il risultato più probabile a un certo punto sembrava il pareggio e nella quale anzi sembrava crescere la fiducia e la determinazione del Real Madrid e diminuire quella del Sevilla. Infatti dopo venti minuti iniziali esplosivi, ricchi di capovolgimenti di fronte, ma nei quali i padroni di casa davano la netta sensazione di poter sopraffare i merengues a centrocampo e di poterne bucare agevolmente la difesa, la partita cala d’intensità e pian piano, pur mantenendo il suo gioco un carattere totalmente episodico in fase offensiva, il Madrid dimostra maggior compattezza (stavolta sì) rispetto alle scorse partite e crescente sicurezza, facendo affiorare l’ipotesi, sempre inquietante per i suoi avversari, che la partita possa ancora una volta girare dalla sua parte grazie all’episodio favorevole o alla giocata individuale della situazione.
Ma il Sevilla evita cali di tensione in difesa e anzi coglie lui, anziché il Madrid, l’occasione propizia per far sua la posta, con la citata rovesciata di Chevanton.
Capello perde Diarra per squalifica ma ritrova Guti, Beckham, positivo contro l’Athletic domenica scorsa, ritrova la titolarità in luogo di Reyes, mentre gli ultimi exploit di Ronaldo inducono il tecnico madridista a relegare Robinho in panchina e puntare sulla coppia Ronaldo-Van Nistelrooy. Quindi 4-4-2 con a centrocampo la coppia di centrali Emerson-Guti, Beckham a destra e Raul a sinistra. Juande Ramos invece rischia sin dal primo minuto Jesus Navas, appena rientrato dall’infortunio, mentre la temuta epidemia in difesa causa l’assenza del solo Dragutinovic, peraltro rimpiazzato da una sicurezza come David.
Il Sevilla parte con la chiara intenzione di travolgere il Madrid, stringendo le maglie a centrocampo, alzando i ritmi col pressing e cercando i soliti affondi in velocità dalle fasce, soprattutto sulla sinistra dove Salgado si trova in notevole difficoltà su Adriano. Proprio Adriano penetra pericolosamente nell’area madridista, ma Cannavaro sventa in scivolata.
La squadra di casa fa la partita, ma è il Real Madrid ad andare in vantaggio con un calcio piazzato di Beckham dalla fascia sinistra che da cross diventa tiro imparabile per un Palop piazzato malissimo.
Il Sevilla annota sul suo taccuino, ma non molla la presa e si riversa con profitto nella metacampo avversaria, sfruttando il fatto che il Madrid non ha ancora trovato le distanze giuste. Cannavaro e Sergio Ramos perdono i riferimenti, e così Kanoutè e Luis Fabiano si trovano troppo spesso a ricevere il pallone indisturbati al limite dell’area madridista. Proprio da una situazione di questo tipo nasce il pareggio sivigliano, con una strepitosa girata di Luis Fabiano che incoccia sulla traversa e trova la pronta respinta di Freddy Kanouté.
Da qui in poi la partita si placa e rallenta i suoi ritmi, perché il Madrid riesce ad assestarsi e a raffreddare gli entusiasmi dei padroni di casa, riuscendo a far entrare di più in azione i suoi uomini d’attacco, soprattutto un ispirato Ronaldo. Eccetto un inserimento di Roberto Carlos, favorito da un tunnel di Raul a Daniel Alves, culminato con un tiro sull’esterno della rete di Palop, non succede niente di rilevante fino alla fine del primo tempo, dove suscita le polemiche del pubblico di casa la mancata espulsione di Salgado per doppia ammonizione: ammonito per un fallo di mano al 43’, subito dopo Salgado strattona Adriano che gli era scappato via. Intervento poco vistoso ma tecnicamente da giallo ineccepibile, ma l’arbitro Muñiz Fernández non ritiene o non se la sente di dover dare una svolta simile alla partita.
Al rientro in campo Capello decide saggiamente di levare Salgado per non correre il rischio di restare in 10, entra Mejia e Sergio Ramos va a fare il terzino destro. Il copione di questo secondo tempo è lo stesso della seconda fase del primo tempo, anzi se possibile la situazione si stabilizza ulteriormente: il Sevilla perde continuità nella sua azione, mentre il Real Madrid si trova sempre più comodo nella partita. Sembra difficile smuoversi dal pareggio, le conclusioni da fuori di Navas, con una spettacolare mezza rovesciata, e di Beckham, con un destro a fil di palo, sembrano solo piccole scosse, ma poi di seguito arrivano i momenti chiave della gara: prima Ronaldo viene liberato da Van Nistelrooy con uno stupendo assist d’esterno, ma, liberatosi agevolmente di Javi Navarro, non riesce a battere Palop, bravissimo a restare in piedi fino all’ultimo sul tentativo di dribbling del Fenomeno, solitamente una macchina infallibile su questi uno contro uno coi portieri.
Poi Ronaldo esce e il Sevilla invece non spreca la sua occasione, dimostrandosi nell’occasione più efficace della squadra in assoluto più concreta di tutta la Liga. Su un calcio piazzato Chevanton, entrato al posto di Luis Fabiano, viene lasciato libero da Mejia e rovescia stupendamente in rete una torre di Escudé. Il finale è fatto di contropiedi del Sevilla, animati da Puerta, uno dei quali sciupato da Kanouté, e di tentativi inconsistenti e nemmeno troppo convinti del Real Madrid, peraltro frustrati dalle lunghe pause cui l’infortunio di Maresca (stordito da una botta alla testa) dà vita nel finale.
La domanda è: può vincerla questa Liga il Sevilla? Vi rispondo subito: no. La presenza del Barça e segnali come il pareggio a Santander o la sconfitta con l’Espanyol della scorsa settimana non depongono a favore di una squadra matura per certi traguardi e capace di gestire un vantaggio in testa alla classifica.
Però non era questo l’obiettivo fissato ad inizio stagione, l’obiettivo era crescere, e il Sevilla fa passi da gigante: una squadra che subisce pochi gol e concede poche occasioniall’avversario, una squadra che crea sempre tante occasioni ad ogni partita, che ruba palla rapidamente e che ancora più rapidamente, senza che l’avversario quasi se ne accorga, arriva alla porta avversaria. In poche parole una squadra equilibrata, entusiasta, convinta dei propri mezzi e con le idee più che mai chiare, esaltate da una condizione atletica che al momento non ha pari nella Liga.
Ha una mentalità offensiva e un gioco talvolta spettacolare, seppure in maniera completamente diversa dal Barça: là possesso palla ipnotico, accelerazioni negli ultimi metri e fantasia, qua un calcio che prescinde dal dominio del possesso palla, si affida pure a qualche lancio lungo in più (comunque raramente casuale) rispetto alla media spagnola, ma che non può non entusiasmare per la freschezza, la velocità esorbitante e la quantità e varietà di soluzioni. Impressionante è vedere come, ad ogni pallone recuperato, i giocatori di Juande Ramos puntino subito dritto alla porta avversaria.
Il Real Madrid ieri ha confermato la sensazione di trovarsi meglio in trasferta quando il peso della partita è sulle spalle altrui (un po’ come l’Atlético), evidenziando, al di là del risultato finale, pure dei progressi sul piano della solidità generale (molto più che nelle recenti vittorie), però restano tutti i suoi limiti strutturali.
Questa è una squadra che non può fare affidamento su un gioco collaudato da imporre indipendentemente dall’avversario e dagli episodi contingenti, a differenza di Barça e Sevilla. Dispone di straordinarie individualità in grado di risolvere una singola partita, di giocatori e di un allenatore di grande esperienza, in grado quindi di districarsi nelle più svariate stuazioni senza mai perdere la bussola, ma non credo che questo possa bastare per arrivare primi al termine di una serie di 38 partite. Quasi sempre il senso delle partite del Madrid si riassume nel solo risultato e, parlando da semplice spettatore appassionato, vederlo giocare non solo non è divertente, ma non ha nulla di stimolante, sia detto con il massimo rispetto per la formula qualunquista (e pure un po’ utopica) del “conta solo vincere”.
SEVILLA (4-4-2):
Palop: Partita a due facce: erroraccio nel calcolare la traiettoria di Beckham che regala il momentaneo 1-0 al Real Madrid, provvidenziale intervento (resta in piedi e non abbocca) su Ronaldo che evita l’1-2. Il voto è una media fra le due cose. Voto: 6.
Daniel Alves: Solito dinamismo inesauribile, ma stavolta senza particolari lampi. Non irreprensibile in fase difensiva, dovrebbe in particolare mostrarsi più paziente e meno irruento quando l’avversario lo punta, evitando di concedere calci piazzati pericolosi con interventi ingenui ed affrettati. Voto: 6,5.
Javi Navarro: A me non piace molto questo difensore, non mi sembra assolutamente da nazionale. Ieri ha rischiato la doppia ammonizione, Ronaldo non sapeva come contenerlo (ridicolizzato in velocità nell’azione che poteva fruttare l’1-2 madridista). Spesso insicuro, quando si vede superato ricorre al gioco duro. Voto: 5,5.
Escudé: Anche lui non sempre ha il completo controllo della situazione (diciamo che gran parte della solidità del Sevilla viene data dall’organizzazione generale e dal lavoro del centrocampo e di Poulsen in particolare), ma è sicuramente più rapido, elegante ed efficace (è anche meno puntato da Ronaldo…) nello sbrigare le situazioni rispetto al compagno. Voto: 6.
David: Mi era dispiaciuto il suo accantonamento ad inizio stagione, lui che è stato una colonna degli ultimi anni del Sevilla, approfitta dell’assenza di Dragutinovic per riproporsi da par suo. La solita sicurezza in fase difensiva, rapido e attentissimo, anche se Beckham è un avversario poco impegnativo. Voto: 6.
Jesus Navas: In dubbio alla vigilia, appena rientrato dall’infortunio e quindi poco in condizione, si fa addirittura tutti i 90 e passa minuti. Buona partita, soliti spunti diabolici, riprende familiarità col suo “compagno di merende” Alves (coi soliti movimenti coordinati: “io vado sulla fascia e ti porto via l’uomo, tu vai a fare danni al centro”). Un po’troppo facile alla simulazione e alla sceneggiata. Voto: 6,5.
Poulsen: Equilibratore del congegno di Juande Ramos, copre gli inserimenti di Renato e le avanzate dei terzini. Nasce da un suo lancio l’azione del gol dell’1-1. Duretto negli interventi. (dal 60’ Maresca: Entra per dare più vivacità al centrocamkpo, anche se c’è il rischio che perda più la posizione rispetto a Poulsen. Dà ordine e discrete idee, scaldando i guanti a Casillas con un bolide da 30 metri. Nel finale non ci capisce più nulla, nel vero senso della parola, perché sbatte la testa in un contrasto aereo e rimane intontito. Voto: 6,5)
Renato: Inizio aggressivo, cerca di combinare con Adriano e prova a fare il guastatore con gli inserimenti sulla trequarti sui palloni addomesticati dalle punte. Apporto regolare. Voto: 6.
Adriano: Parte a spron battuto, intimidendo Salgado con la sua velocità, che a rigor di norma avrebbe dovuto causare la doppia ammonizione del terzino madridista. Poi cala sensibilmente col passare dei minuti e viene sostituito da Puerta. Voto: 6,5. (dal 71’ Puerta: Finale brillante col suo gioco semplice, veloce ed elegante protagonista di buoni contropiedi. Voto: 6,5.)
Kanouté: In assoluto stato di grazie, col gol di ieri sera va a quota 11, mantenendo il passo di Ronaldinho in testa alla classifica cannonieri, lui che bomber vero non è mai stato. Un elefante che danza sul pallone con insospettabile grazia, spinto dall’euforia a cercare spesso la soluzione più raffinata e in grado di rendere imprevedibile l’azione d’attacco. Solito spaventoso contributo di quantità, oltre al gol facile facile segnato, ne sfiora un altro che avrebbe significato il 3-1 per i suoi, quando, raccogliendo un lancio lungo, va via di potenza e tira sopra la traversa, in un’azione nella quale probabilmente se avesse desistito dal finalizzare avrebbe potuto anche ottenere un rigore. Voto: 7.
Luis Fabiano: Lui che tende ad apparire poco fornisce il suo migliore apporto nello scoppiettante inizio di partita, quando approfitta delle incertezze dei centrali madridisti per entrare spesso in contatto col pallone al limite dell’area. Grande invenzione che si stampa sulla traversa e origina l’1-1 di Kanouté. Voto: 6,5. (dal 63’ Chevanton: Decisivo con la sua magnifica rovesciata. Poco prima aveva fatto le prove con un rasoterra debole neutralizzato da Casillas. Voto: 7)
In panchina: Cobeño, Ocio, Martí, Duda.
REAL MADRID (4-4-2):
Iker Casillas: Stavolta non viene impeganato tantissimo (le conclusioni, a parte una debole di Chevanton e una da troppo lontano di Maresca), sono più che altro fuori dallo specchio, per la miglior prova collettiva dei suoi compagni, ma comunque ne deve raccoglierne due in fondo al sacco. Voto: 6.
Salgado: Brutto e sofferente primo tempo (che parlo a fare di Diogo?) con un avversario fastidiosissimo come Adriano. Graziato dall’arbitro, risparmiato da Capello alla fine del primo tempo. Voto: 5. (dal 1’s.t. Mejia: Determinante il suo errore sul gol di Chevanton. Si distrae, non salta e lascia compiere indisturbato la sua prodezza all’uruguagio. Voto: 5)
Cannavaro: Comincia male (anche se chiude stupendamente in scivolata su Adriano) come Ramos, lasciando le due punte del Sevilla libere di ricevere il pallone al limite dell’area, poi prende le misure giuste e realizza interventi sempre più puntuali e precisi. Voto: 6,5.
Sergio Ramos: Si disinteressa dei fischi del suo ex-pubblico, gioca con personalità, dimostrando la consueta esuberanza atletica ed esibendosi poure in qualche elegante uscita palla al piede. Nel secondo tempo, con l’entrata di Mejia passa, con risultati soddisfacenti, sulla fascia destra. Voto: 6,5.
Roberto Carlos: Ultimamente lo si è notato più veloce e brillante atleticamente. Limita tutto sommato Navas e si propne con pericolosità, come quando, nel primo tempo, coglie l’esterno della rete con un raid improvviso su un’azione di Raul. Voto: 6,5.
Beckham: A parte il gol non compie nulla di qualitativamente rilevante, macinando la sua solita, consistente, quantità di chilometri. Voto: 6,5.
Emerson: Sta acquistando più continuità, ma non lo si vede mai autoritario a centrocampo, fatica a imporsi nella zona di Renato. Voto:5,5.
Guti: Non ci siamo, sta fallendo la sua stagione della verità. Dovrebbe essere il faro e invece, anche se viene tartassato dai falli degli avversari in misura inaccettabile, si trascina per il campo senza personalità e senza idee. Voto: 5,5 (dall’80’ Reyes: accolto meglio di Sergio Ramos dal suo vecchio pubblico, non ha tempo per incidere. s.v.)
Raul: Si nota che ha acquistato più confidenza col pallone fra i piedi, e lo dimostra al meglio quando va via in tunnel a Daniel Alves. Tatticamente e caratterialmente importante, si trova meglio partendo dalla fascia, dove lo vede Capello. Voto: 6.
Van Nistelrooy: Non ha palloni buoni per concludere (in Estate non si è scelto proprio la squadra migliore da questo punto di vista), deve venire più che altro a cercarseli e a difenderli dagli assalti aversari. Quello che serve a Ronaldo nella famosa occasione è però un gran pallone. Voto: 6.
Ronaldo: Si vede che sta tornando in forma: la sua figura si fa più snella, comincia a riapparire lo scatto e, quando prende palla, torna a manifestarsi nei difensori avversari quella tipica sensazione di terrore, soprattutto nel grezzo Javi Navarro. Proprio a Javi Navarro va via secco nell’occasione che, imbeccato in profondità da Van Nistelrooy, avrebbe potuto fruttare il gol decisivo, ma il Fenomeno conclude addosso a Palop. Costretto ad andare a cercarsi il pallone sulla trequarti dall’efficiente organizzazione difensiva del Sevilla, si mostra fra i più attivi, con appoggi sempre interessanti ai compagni e brillantezza nell’uno contro uno, ma purtroppo per il Madrid è costretto a uscire per un acciacco. Voto: 6,5. (dal 68’Robinho: Sacrificato in panchina, una volta entrato non si è visto proprio. Voto: 5,5)
In panchina: Diego López, Pavón, Cassano, De la Red.
Árbitro: Muñiz Fernández, C. Asturiano. Amonestó a Javi Navarro (33'), Luis Fabiano (40'), Salgado (43'), Beckham (63').
Incidencias: Sánchez. 45.500 espectadores.
Ma il Sevilla evita cali di tensione in difesa e anzi coglie lui, anziché il Madrid, l’occasione propizia per far sua la posta, con la citata rovesciata di Chevanton.
Capello perde Diarra per squalifica ma ritrova Guti, Beckham, positivo contro l’Athletic domenica scorsa, ritrova la titolarità in luogo di Reyes, mentre gli ultimi exploit di Ronaldo inducono il tecnico madridista a relegare Robinho in panchina e puntare sulla coppia Ronaldo-Van Nistelrooy. Quindi 4-4-2 con a centrocampo la coppia di centrali Emerson-Guti, Beckham a destra e Raul a sinistra. Juande Ramos invece rischia sin dal primo minuto Jesus Navas, appena rientrato dall’infortunio, mentre la temuta epidemia in difesa causa l’assenza del solo Dragutinovic, peraltro rimpiazzato da una sicurezza come David.
Il Sevilla parte con la chiara intenzione di travolgere il Madrid, stringendo le maglie a centrocampo, alzando i ritmi col pressing e cercando i soliti affondi in velocità dalle fasce, soprattutto sulla sinistra dove Salgado si trova in notevole difficoltà su Adriano. Proprio Adriano penetra pericolosamente nell’area madridista, ma Cannavaro sventa in scivolata.
La squadra di casa fa la partita, ma è il Real Madrid ad andare in vantaggio con un calcio piazzato di Beckham dalla fascia sinistra che da cross diventa tiro imparabile per un Palop piazzato malissimo.
Il Sevilla annota sul suo taccuino, ma non molla la presa e si riversa con profitto nella metacampo avversaria, sfruttando il fatto che il Madrid non ha ancora trovato le distanze giuste. Cannavaro e Sergio Ramos perdono i riferimenti, e così Kanoutè e Luis Fabiano si trovano troppo spesso a ricevere il pallone indisturbati al limite dell’area madridista. Proprio da una situazione di questo tipo nasce il pareggio sivigliano, con una strepitosa girata di Luis Fabiano che incoccia sulla traversa e trova la pronta respinta di Freddy Kanouté.
Da qui in poi la partita si placa e rallenta i suoi ritmi, perché il Madrid riesce ad assestarsi e a raffreddare gli entusiasmi dei padroni di casa, riuscendo a far entrare di più in azione i suoi uomini d’attacco, soprattutto un ispirato Ronaldo. Eccetto un inserimento di Roberto Carlos, favorito da un tunnel di Raul a Daniel Alves, culminato con un tiro sull’esterno della rete di Palop, non succede niente di rilevante fino alla fine del primo tempo, dove suscita le polemiche del pubblico di casa la mancata espulsione di Salgado per doppia ammonizione: ammonito per un fallo di mano al 43’, subito dopo Salgado strattona Adriano che gli era scappato via. Intervento poco vistoso ma tecnicamente da giallo ineccepibile, ma l’arbitro Muñiz Fernández non ritiene o non se la sente di dover dare una svolta simile alla partita.
Al rientro in campo Capello decide saggiamente di levare Salgado per non correre il rischio di restare in 10, entra Mejia e Sergio Ramos va a fare il terzino destro. Il copione di questo secondo tempo è lo stesso della seconda fase del primo tempo, anzi se possibile la situazione si stabilizza ulteriormente: il Sevilla perde continuità nella sua azione, mentre il Real Madrid si trova sempre più comodo nella partita. Sembra difficile smuoversi dal pareggio, le conclusioni da fuori di Navas, con una spettacolare mezza rovesciata, e di Beckham, con un destro a fil di palo, sembrano solo piccole scosse, ma poi di seguito arrivano i momenti chiave della gara: prima Ronaldo viene liberato da Van Nistelrooy con uno stupendo assist d’esterno, ma, liberatosi agevolmente di Javi Navarro, non riesce a battere Palop, bravissimo a restare in piedi fino all’ultimo sul tentativo di dribbling del Fenomeno, solitamente una macchina infallibile su questi uno contro uno coi portieri.
Poi Ronaldo esce e il Sevilla invece non spreca la sua occasione, dimostrandosi nell’occasione più efficace della squadra in assoluto più concreta di tutta la Liga. Su un calcio piazzato Chevanton, entrato al posto di Luis Fabiano, viene lasciato libero da Mejia e rovescia stupendamente in rete una torre di Escudé. Il finale è fatto di contropiedi del Sevilla, animati da Puerta, uno dei quali sciupato da Kanouté, e di tentativi inconsistenti e nemmeno troppo convinti del Real Madrid, peraltro frustrati dalle lunghe pause cui l’infortunio di Maresca (stordito da una botta alla testa) dà vita nel finale.
La domanda è: può vincerla questa Liga il Sevilla? Vi rispondo subito: no. La presenza del Barça e segnali come il pareggio a Santander o la sconfitta con l’Espanyol della scorsa settimana non depongono a favore di una squadra matura per certi traguardi e capace di gestire un vantaggio in testa alla classifica.
Però non era questo l’obiettivo fissato ad inizio stagione, l’obiettivo era crescere, e il Sevilla fa passi da gigante: una squadra che subisce pochi gol e concede poche occasioniall’avversario, una squadra che crea sempre tante occasioni ad ogni partita, che ruba palla rapidamente e che ancora più rapidamente, senza che l’avversario quasi se ne accorga, arriva alla porta avversaria. In poche parole una squadra equilibrata, entusiasta, convinta dei propri mezzi e con le idee più che mai chiare, esaltate da una condizione atletica che al momento non ha pari nella Liga.
Ha una mentalità offensiva e un gioco talvolta spettacolare, seppure in maniera completamente diversa dal Barça: là possesso palla ipnotico, accelerazioni negli ultimi metri e fantasia, qua un calcio che prescinde dal dominio del possesso palla, si affida pure a qualche lancio lungo in più (comunque raramente casuale) rispetto alla media spagnola, ma che non può non entusiasmare per la freschezza, la velocità esorbitante e la quantità e varietà di soluzioni. Impressionante è vedere come, ad ogni pallone recuperato, i giocatori di Juande Ramos puntino subito dritto alla porta avversaria.
Il Real Madrid ieri ha confermato la sensazione di trovarsi meglio in trasferta quando il peso della partita è sulle spalle altrui (un po’ come l’Atlético), evidenziando, al di là del risultato finale, pure dei progressi sul piano della solidità generale (molto più che nelle recenti vittorie), però restano tutti i suoi limiti strutturali.
Questa è una squadra che non può fare affidamento su un gioco collaudato da imporre indipendentemente dall’avversario e dagli episodi contingenti, a differenza di Barça e Sevilla. Dispone di straordinarie individualità in grado di risolvere una singola partita, di giocatori e di un allenatore di grande esperienza, in grado quindi di districarsi nelle più svariate stuazioni senza mai perdere la bussola, ma non credo che questo possa bastare per arrivare primi al termine di una serie di 38 partite. Quasi sempre il senso delle partite del Madrid si riassume nel solo risultato e, parlando da semplice spettatore appassionato, vederlo giocare non solo non è divertente, ma non ha nulla di stimolante, sia detto con il massimo rispetto per la formula qualunquista (e pure un po’ utopica) del “conta solo vincere”.
SEVILLA (4-4-2):
Palop: Partita a due facce: erroraccio nel calcolare la traiettoria di Beckham che regala il momentaneo 1-0 al Real Madrid, provvidenziale intervento (resta in piedi e non abbocca) su Ronaldo che evita l’1-2. Il voto è una media fra le due cose. Voto: 6.
Daniel Alves: Solito dinamismo inesauribile, ma stavolta senza particolari lampi. Non irreprensibile in fase difensiva, dovrebbe in particolare mostrarsi più paziente e meno irruento quando l’avversario lo punta, evitando di concedere calci piazzati pericolosi con interventi ingenui ed affrettati. Voto: 6,5.
Javi Navarro: A me non piace molto questo difensore, non mi sembra assolutamente da nazionale. Ieri ha rischiato la doppia ammonizione, Ronaldo non sapeva come contenerlo (ridicolizzato in velocità nell’azione che poteva fruttare l’1-2 madridista). Spesso insicuro, quando si vede superato ricorre al gioco duro. Voto: 5,5.
Escudé: Anche lui non sempre ha il completo controllo della situazione (diciamo che gran parte della solidità del Sevilla viene data dall’organizzazione generale e dal lavoro del centrocampo e di Poulsen in particolare), ma è sicuramente più rapido, elegante ed efficace (è anche meno puntato da Ronaldo…) nello sbrigare le situazioni rispetto al compagno. Voto: 6.
David: Mi era dispiaciuto il suo accantonamento ad inizio stagione, lui che è stato una colonna degli ultimi anni del Sevilla, approfitta dell’assenza di Dragutinovic per riproporsi da par suo. La solita sicurezza in fase difensiva, rapido e attentissimo, anche se Beckham è un avversario poco impegnativo. Voto: 6.
Jesus Navas: In dubbio alla vigilia, appena rientrato dall’infortunio e quindi poco in condizione, si fa addirittura tutti i 90 e passa minuti. Buona partita, soliti spunti diabolici, riprende familiarità col suo “compagno di merende” Alves (coi soliti movimenti coordinati: “io vado sulla fascia e ti porto via l’uomo, tu vai a fare danni al centro”). Un po’troppo facile alla simulazione e alla sceneggiata. Voto: 6,5.
Poulsen: Equilibratore del congegno di Juande Ramos, copre gli inserimenti di Renato e le avanzate dei terzini. Nasce da un suo lancio l’azione del gol dell’1-1. Duretto negli interventi. (dal 60’ Maresca: Entra per dare più vivacità al centrocamkpo, anche se c’è il rischio che perda più la posizione rispetto a Poulsen. Dà ordine e discrete idee, scaldando i guanti a Casillas con un bolide da 30 metri. Nel finale non ci capisce più nulla, nel vero senso della parola, perché sbatte la testa in un contrasto aereo e rimane intontito. Voto: 6,5)
Renato: Inizio aggressivo, cerca di combinare con Adriano e prova a fare il guastatore con gli inserimenti sulla trequarti sui palloni addomesticati dalle punte. Apporto regolare. Voto: 6.
Adriano: Parte a spron battuto, intimidendo Salgado con la sua velocità, che a rigor di norma avrebbe dovuto causare la doppia ammonizione del terzino madridista. Poi cala sensibilmente col passare dei minuti e viene sostituito da Puerta. Voto: 6,5. (dal 71’ Puerta: Finale brillante col suo gioco semplice, veloce ed elegante protagonista di buoni contropiedi. Voto: 6,5.)
Kanouté: In assoluto stato di grazie, col gol di ieri sera va a quota 11, mantenendo il passo di Ronaldinho in testa alla classifica cannonieri, lui che bomber vero non è mai stato. Un elefante che danza sul pallone con insospettabile grazia, spinto dall’euforia a cercare spesso la soluzione più raffinata e in grado di rendere imprevedibile l’azione d’attacco. Solito spaventoso contributo di quantità, oltre al gol facile facile segnato, ne sfiora un altro che avrebbe significato il 3-1 per i suoi, quando, raccogliendo un lancio lungo, va via di potenza e tira sopra la traversa, in un’azione nella quale probabilmente se avesse desistito dal finalizzare avrebbe potuto anche ottenere un rigore. Voto: 7.
Luis Fabiano: Lui che tende ad apparire poco fornisce il suo migliore apporto nello scoppiettante inizio di partita, quando approfitta delle incertezze dei centrali madridisti per entrare spesso in contatto col pallone al limite dell’area. Grande invenzione che si stampa sulla traversa e origina l’1-1 di Kanouté. Voto: 6,5. (dal 63’ Chevanton: Decisivo con la sua magnifica rovesciata. Poco prima aveva fatto le prove con un rasoterra debole neutralizzato da Casillas. Voto: 7)
In panchina: Cobeño, Ocio, Martí, Duda.
REAL MADRID (4-4-2):
Iker Casillas: Stavolta non viene impeganato tantissimo (le conclusioni, a parte una debole di Chevanton e una da troppo lontano di Maresca), sono più che altro fuori dallo specchio, per la miglior prova collettiva dei suoi compagni, ma comunque ne deve raccoglierne due in fondo al sacco. Voto: 6.
Salgado: Brutto e sofferente primo tempo (che parlo a fare di Diogo?) con un avversario fastidiosissimo come Adriano. Graziato dall’arbitro, risparmiato da Capello alla fine del primo tempo. Voto: 5. (dal 1’s.t. Mejia: Determinante il suo errore sul gol di Chevanton. Si distrae, non salta e lascia compiere indisturbato la sua prodezza all’uruguagio. Voto: 5)
Cannavaro: Comincia male (anche se chiude stupendamente in scivolata su Adriano) come Ramos, lasciando le due punte del Sevilla libere di ricevere il pallone al limite dell’area, poi prende le misure giuste e realizza interventi sempre più puntuali e precisi. Voto: 6,5.
Sergio Ramos: Si disinteressa dei fischi del suo ex-pubblico, gioca con personalità, dimostrando la consueta esuberanza atletica ed esibendosi poure in qualche elegante uscita palla al piede. Nel secondo tempo, con l’entrata di Mejia passa, con risultati soddisfacenti, sulla fascia destra. Voto: 6,5.
Roberto Carlos: Ultimamente lo si è notato più veloce e brillante atleticamente. Limita tutto sommato Navas e si propne con pericolosità, come quando, nel primo tempo, coglie l’esterno della rete con un raid improvviso su un’azione di Raul. Voto: 6,5.
Beckham: A parte il gol non compie nulla di qualitativamente rilevante, macinando la sua solita, consistente, quantità di chilometri. Voto: 6,5.
Emerson: Sta acquistando più continuità, ma non lo si vede mai autoritario a centrocampo, fatica a imporsi nella zona di Renato. Voto:5,5.
Guti: Non ci siamo, sta fallendo la sua stagione della verità. Dovrebbe essere il faro e invece, anche se viene tartassato dai falli degli avversari in misura inaccettabile, si trascina per il campo senza personalità e senza idee. Voto: 5,5 (dall’80’ Reyes: accolto meglio di Sergio Ramos dal suo vecchio pubblico, non ha tempo per incidere. s.v.)
Raul: Si nota che ha acquistato più confidenza col pallone fra i piedi, e lo dimostra al meglio quando va via in tunnel a Daniel Alves. Tatticamente e caratterialmente importante, si trova meglio partendo dalla fascia, dove lo vede Capello. Voto: 6.
Van Nistelrooy: Non ha palloni buoni per concludere (in Estate non si è scelto proprio la squadra migliore da questo punto di vista), deve venire più che altro a cercarseli e a difenderli dagli assalti aversari. Quello che serve a Ronaldo nella famosa occasione è però un gran pallone. Voto: 6.
Ronaldo: Si vede che sta tornando in forma: la sua figura si fa più snella, comincia a riapparire lo scatto e, quando prende palla, torna a manifestarsi nei difensori avversari quella tipica sensazione di terrore, soprattutto nel grezzo Javi Navarro. Proprio a Javi Navarro va via secco nell’occasione che, imbeccato in profondità da Van Nistelrooy, avrebbe potuto fruttare il gol decisivo, ma il Fenomeno conclude addosso a Palop. Costretto ad andare a cercarsi il pallone sulla trequarti dall’efficiente organizzazione difensiva del Sevilla, si mostra fra i più attivi, con appoggi sempre interessanti ai compagni e brillantezza nell’uno contro uno, ma purtroppo per il Madrid è costretto a uscire per un acciacco. Voto: 6,5. (dal 68’Robinho: Sacrificato in panchina, una volta entrato non si è visto proprio. Voto: 5,5)
In panchina: Diego López, Pavón, Cassano, De la Red.
Árbitro: Muñiz Fernández, C. Asturiano. Amonestó a Javi Navarro (33'), Luis Fabiano (40'), Salgado (43'), Beckham (63').
Incidencias: Sánchez. 45.500 espectadores.
Etichette: Liga, Real Madrid, Sevilla
1 Comments:
Javi Navarro puede que sea mas lento que Ronaldo pero dirige y organiza la defensa sevillista con su colocacion, su experiencia y su carisma entre sus compañeros. Esto es un EQUIPO de fútbol y él calidad tiene. Por supuesto deberia haber ido a la Selección para jugar el mundial. Jugadores capaces de soportar la presión mediática como él lo ha hecho son necesarios en los momentos importantes de un equipo. Alegria siento de que un jugador como Javi luzca orgulloso el brazalete de Capitan de mi centenario equipo campeón Sevilla F.C. He dicho.
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