DICIASSETTESIMA GIORNATA: Zaragoza-Sevilla 2-1: Diogo (Z); Diego Milito (Z); Luis Fabiano (S).
Grande partita, un po’ rovinata purtroppo dall’ indegna scazzottata che nel finale si accende fra Diogo e Luis Fabiano, che tra l’ altro si menano con uno stile piuttosto ridicolo. Comunque, prova di maturità per il Zaragoza, fondamentale questa vittoria per mantenere vive le speranze di Champions e più in generale per fugare alcuni dubbi sulla competitività della squadra di Victor Fernandez. Altra vittoria sofferta, patemi finali dopo un’ ora pressochè perfetta, ma stavolta si può capire benissimo, perché il Sevilla, minuziosamente neutralizzato dalla strategia del Zaragoza fino al gol del raddoppio di Milito, rialza la testa coi cambi di Juande Ramos e domina il campo nel finale, sfiorando un pareggio che non avrebbe certo demeritato.
Comunque, rimane il fatto che ancora una volta il Sevilla, come in occasione delle sconfitte con Barça ed Espanyol e del pareggio a Santander, non riesce a mantenere, in queste gare complicate fuori casa, la testa della classifica una volta conquistata. Ma d’ altro canto lo abbiamo già detto e lo ha detto più volte la società, questa è una stagione di rodaggio, in cui va affinato un potenziale in continua crescita. Al gioco “a memoria” e all’ entusiasmo atletico si aggiungerà presto una mentalità vincente compiuta.
Si comincia con un Sevilla molto autoritario, che si riversa nella metacampo avversaria e costringe il Zaragoza a rilanci affrettati. Però i padroni di casa hanno la fortuna di trovare il gol del vantaggio alla prima occasione, con Diogo, un po’ incustodito, che incorna un calcio d’ angolo dalla destra di D’ Alessandro.
Un po’ casualmente in vantaggio, il Zaragoza lo legittima con una condotta tattica ammirevole. Blocco solidissimo, con i solisti votati alle ragioni del collettivo, gli aragonesi smontano punto per punto il giocattolo di Juande Ramos.
Anticipano sempre a centrocampo (un grande Zapater stavolta ha vicino a sé un Piqué inedito nel ruolo di centrocampista, a parte qualche spezzone nel Manchester, il quale ovviamente non possiede ancora i ritmi e le misure giuste, ma fa le cose semplici e con ordine: giustissimo averlo preferito al declinante Movilla) e blindano la loro trequarti: la manovra del Sevilla, raramente così lenta e involuta, perde i suoi punti di riferimento (le fasce, la boa Kanouté) e dà tutto il tempo di piazzarsi alla difesa zaragocista. Fenomenale soprattutto il dispositivo difensivo sulla fascia sinistra di Victor Fernandez: Juanfran trova costante aiuto nei raddoppi di un Aimar generosissimo, e così la coppia Daniel Alves- Jesus Navas, pericolo numero uno degli andalusi, viene ridotta ai minimi termini.
Sempre più sicuro dietro, il Zaragoza poi si esalta quando può distendersi in attacco, con le consuete combinazioni di prima, i movimenti fra le linee di Aimar e D’ Alessandro e i tagli profondi di Diego Milito ed Ewerthon, senza dimenticare il costante aiuto dello straripante Diogo (ribattezzato non a torto “Diogoman” dal telecronista spagnolo Andrés Montes) con le sue discese sulla destra.
Da difesa attenta e ficcante “mordi e fuggi” quello dei padroni di casa si consolida in dominio vero e proprio e a secondo tempo già iniziato arriva il sigillo di Diego Milito, ispirato se ci fosse ancora bisogno di dirlo da un assolo di Diogo. Juande Ramos è costretto a correre ai ripari e si inventa la medicina giusta: fuori David e Jesus Navas, dentro Chevanton e Maresca. Squadra più offensiva ma razionale: Javi Navarro ed Escudé rimangono dietro, con Poulsen che fa sia il terzo centrale che il centrocampista aggiunto, mediana per Renato e Maresca, Daniel Alves passa a coprire tutta la fascia destra così come fa Adriano dalla parte opposta, mentre le punte diventano tre, con Kanoutè che più degli altri due si abbassa sulla trequarti. Un 3-4-3 molto flessibile che disorienta il Zaragoza, costretto ora ad abbassare il baricentro (e D’ Alessandro come al solito ha già esaurito le batterie, ancora una volta sostituito da Victor Fernandez).
Cresce in maniera impressionante Daniel Alves che, in combutta con Maresca, fastidiosissima mina vagante sul centro-destra della trequarti, ora trascina i suoi alla riscossa. Meravigliosa per velocità e qualità tecnica la doppia triangolazione fra il brasiliano e l’ italiano, che si conclude col gol a porta vuota di Luis Fabiano sul cross rasoterra di Alves. Anche Adriano spinge parecchio sulla sinistra, Kanouté fa filtrare palloni interessantissimi per i compagni, ma imprecisioni e interventi disperati vari (perfetto quello del portiere Cèsar sul tentativo di dribbling di Luis Fabiano) negano il pareggio. Fischio finale e il già citato scontro Luis Fabiano-Diogo che fa ora rischiare una lunga squalifica ai due improvvisati pugili.
I MIGLIORI: Gli ho dato un voto in meno, perché uno non può essere così stupido, però Diogo è stato il migliore in campo. Il solito bolido sulla fascia destra, non sempre ordinatissimo ma imperioso negli interventi difensivi ed è il solito bolide quando ribalta a sorpresa l’ azione. Ho da tempo un debole per Zapater, uno dei centrocampisti spagnoli più continui e completi, specialista assoluto nell’ intercettare palloni e nel riciclarli per i compagni. Sempre al posto giusto, perfetto nel gestire i ritmi a centrocampo e pure sorprendente quando nel primo tempo smarca Milito con un lancio millimetrico che però l’ argentino non sfrutta adeguatamente causa un errato controllo. Viene però graziato dall’ arbitro nel finale, quando stende Alves che gli era andato via sulla fascia, intervento certamente da secondo cartellino .
Al centro della difesa si segnala poi Gabi Milito, con interventi alcune volte splendidi e comunque sempre appropriati. Partita completa di Aimar: si sacrifica in copertura dando una mano a Juanfran e rende spesso imprevedibili con le sue grandi intuizioni i contrattacchi del Zaragoza. Provvidenziale César quando viene chiamato in causa: si distende e devia in angolo un tiro da fuori di controbalzo di Kanouté e soprattutto sventa il pareggio sivigliano buttandosi ai piedi di Luis Fabiano.
In realtà ha giocato maluccio per la maggior parte del match, ma Alves è stato protagonista assoluto della reazione del Sevilla, seminando il panico fra gli avversari, che non sanno mai da dove verrà il pericolo, se dai suoi uno contro uno o dai dialoghi in spazi stretti, come quello splendido con Maresca che dà vita al gol della speranza. Kanoutè è sempre l’ anima dell’ attacco, coprendo un enorme raggio d’ azione con giocate sempre utili e ispirate. Grande ingresso di Maresca (si piazza fra le linee del Zaragoza sul centro-destra della trequarti), fa la sua impressione vederlo così tanto in panchina quest’anno.
I PEGGIORI: David è un po’ disorientato sulla fascia sinistra: gli avversari giocano a nascondino (in generale la difesa del Sevilla non sa bene chi marcare perché il Zaragoza toglie punti di riferimento e arriva da tutte le parti), ora viene attirato da D’ Alessandro, ora arriva Diogo, ora taglia Aimar. Poulsen fa bene da trait d’ union fra difesa e centrocampo nell’ assalto finbale, ma prima perde nettamente la battaglia a centrocampo con Zapater e Piqué. Chevanton non incide.
Zaragoza (4-4-2): César 7; Diogo 7, Sergio 6, G. Milito 7, Juanfran 6; D'Alessandro 6,5 (84'), Piqué 6,5, Zapater 7, Aimar 7; Ewerthon 6 (67'), D. Milito 6,5 (89').
In panchina: Miguel, Chus, Celades, Movilla, Óscar (67'), Lafita (84')s.c. S. García (89')s.c.
Sevilla (4-4-2): Palop 6; D. Alves 7, J. Navarro 6, Escudé 6, David 5,5 (60'); J. Navas 6 (60'), Poulsen 5,5, Renato 6, Adriano 6,5; Luis Fabiano 6, Kanouté 7.
In panchina: Cobeño, Hinkel, Dragutinovic, Martí, Maresca (60'), Puerta, Chevantón (60').
Goles: 1-0 (13'): Diogo tras un córner.2-0 (50'): Diego Milito remata un centro de Diogo y recoge el rechace de Palop.
2-1 (70'): Luis Fabiano remata un pase de Alves.
Árbitro: Undiano Mallenco, Navarro. Expulsó a Luis Fabiano y a Diogo (94+'). Tarjeta amarilla a Alves (29'), Navas (38'), Zapater (44') y Aimar (66').
Incidencias: La Romareda. 33.000 espectadores.
Comunque, rimane il fatto che ancora una volta il Sevilla, come in occasione delle sconfitte con Barça ed Espanyol e del pareggio a Santander, non riesce a mantenere, in queste gare complicate fuori casa, la testa della classifica una volta conquistata. Ma d’ altro canto lo abbiamo già detto e lo ha detto più volte la società, questa è una stagione di rodaggio, in cui va affinato un potenziale in continua crescita. Al gioco “a memoria” e all’ entusiasmo atletico si aggiungerà presto una mentalità vincente compiuta.
Si comincia con un Sevilla molto autoritario, che si riversa nella metacampo avversaria e costringe il Zaragoza a rilanci affrettati. Però i padroni di casa hanno la fortuna di trovare il gol del vantaggio alla prima occasione, con Diogo, un po’ incustodito, che incorna un calcio d’ angolo dalla destra di D’ Alessandro.
Un po’ casualmente in vantaggio, il Zaragoza lo legittima con una condotta tattica ammirevole. Blocco solidissimo, con i solisti votati alle ragioni del collettivo, gli aragonesi smontano punto per punto il giocattolo di Juande Ramos.
Anticipano sempre a centrocampo (un grande Zapater stavolta ha vicino a sé un Piqué inedito nel ruolo di centrocampista, a parte qualche spezzone nel Manchester, il quale ovviamente non possiede ancora i ritmi e le misure giuste, ma fa le cose semplici e con ordine: giustissimo averlo preferito al declinante Movilla) e blindano la loro trequarti: la manovra del Sevilla, raramente così lenta e involuta, perde i suoi punti di riferimento (le fasce, la boa Kanouté) e dà tutto il tempo di piazzarsi alla difesa zaragocista. Fenomenale soprattutto il dispositivo difensivo sulla fascia sinistra di Victor Fernandez: Juanfran trova costante aiuto nei raddoppi di un Aimar generosissimo, e così la coppia Daniel Alves- Jesus Navas, pericolo numero uno degli andalusi, viene ridotta ai minimi termini.
Sempre più sicuro dietro, il Zaragoza poi si esalta quando può distendersi in attacco, con le consuete combinazioni di prima, i movimenti fra le linee di Aimar e D’ Alessandro e i tagli profondi di Diego Milito ed Ewerthon, senza dimenticare il costante aiuto dello straripante Diogo (ribattezzato non a torto “Diogoman” dal telecronista spagnolo Andrés Montes) con le sue discese sulla destra.
Da difesa attenta e ficcante “mordi e fuggi” quello dei padroni di casa si consolida in dominio vero e proprio e a secondo tempo già iniziato arriva il sigillo di Diego Milito, ispirato se ci fosse ancora bisogno di dirlo da un assolo di Diogo. Juande Ramos è costretto a correre ai ripari e si inventa la medicina giusta: fuori David e Jesus Navas, dentro Chevanton e Maresca. Squadra più offensiva ma razionale: Javi Navarro ed Escudé rimangono dietro, con Poulsen che fa sia il terzo centrale che il centrocampista aggiunto, mediana per Renato e Maresca, Daniel Alves passa a coprire tutta la fascia destra così come fa Adriano dalla parte opposta, mentre le punte diventano tre, con Kanoutè che più degli altri due si abbassa sulla trequarti. Un 3-4-3 molto flessibile che disorienta il Zaragoza, costretto ora ad abbassare il baricentro (e D’ Alessandro come al solito ha già esaurito le batterie, ancora una volta sostituito da Victor Fernandez).
Cresce in maniera impressionante Daniel Alves che, in combutta con Maresca, fastidiosissima mina vagante sul centro-destra della trequarti, ora trascina i suoi alla riscossa. Meravigliosa per velocità e qualità tecnica la doppia triangolazione fra il brasiliano e l’ italiano, che si conclude col gol a porta vuota di Luis Fabiano sul cross rasoterra di Alves. Anche Adriano spinge parecchio sulla sinistra, Kanouté fa filtrare palloni interessantissimi per i compagni, ma imprecisioni e interventi disperati vari (perfetto quello del portiere Cèsar sul tentativo di dribbling di Luis Fabiano) negano il pareggio. Fischio finale e il già citato scontro Luis Fabiano-Diogo che fa ora rischiare una lunga squalifica ai due improvvisati pugili.
I MIGLIORI: Gli ho dato un voto in meno, perché uno non può essere così stupido, però Diogo è stato il migliore in campo. Il solito bolido sulla fascia destra, non sempre ordinatissimo ma imperioso negli interventi difensivi ed è il solito bolide quando ribalta a sorpresa l’ azione. Ho da tempo un debole per Zapater, uno dei centrocampisti spagnoli più continui e completi, specialista assoluto nell’ intercettare palloni e nel riciclarli per i compagni. Sempre al posto giusto, perfetto nel gestire i ritmi a centrocampo e pure sorprendente quando nel primo tempo smarca Milito con un lancio millimetrico che però l’ argentino non sfrutta adeguatamente causa un errato controllo. Viene però graziato dall’ arbitro nel finale, quando stende Alves che gli era andato via sulla fascia, intervento certamente da secondo cartellino .
Al centro della difesa si segnala poi Gabi Milito, con interventi alcune volte splendidi e comunque sempre appropriati. Partita completa di Aimar: si sacrifica in copertura dando una mano a Juanfran e rende spesso imprevedibili con le sue grandi intuizioni i contrattacchi del Zaragoza. Provvidenziale César quando viene chiamato in causa: si distende e devia in angolo un tiro da fuori di controbalzo di Kanouté e soprattutto sventa il pareggio sivigliano buttandosi ai piedi di Luis Fabiano.
In realtà ha giocato maluccio per la maggior parte del match, ma Alves è stato protagonista assoluto della reazione del Sevilla, seminando il panico fra gli avversari, che non sanno mai da dove verrà il pericolo, se dai suoi uno contro uno o dai dialoghi in spazi stretti, come quello splendido con Maresca che dà vita al gol della speranza. Kanoutè è sempre l’ anima dell’ attacco, coprendo un enorme raggio d’ azione con giocate sempre utili e ispirate. Grande ingresso di Maresca (si piazza fra le linee del Zaragoza sul centro-destra della trequarti), fa la sua impressione vederlo così tanto in panchina quest’anno.
I PEGGIORI: David è un po’ disorientato sulla fascia sinistra: gli avversari giocano a nascondino (in generale la difesa del Sevilla non sa bene chi marcare perché il Zaragoza toglie punti di riferimento e arriva da tutte le parti), ora viene attirato da D’ Alessandro, ora arriva Diogo, ora taglia Aimar. Poulsen fa bene da trait d’ union fra difesa e centrocampo nell’ assalto finbale, ma prima perde nettamente la battaglia a centrocampo con Zapater e Piqué. Chevanton non incide.
Zaragoza (4-4-2): César 7; Diogo 7, Sergio 6, G. Milito 7, Juanfran 6; D'Alessandro 6,5 (84'), Piqué 6,5, Zapater 7, Aimar 7; Ewerthon 6 (67'), D. Milito 6,5 (89').
In panchina: Miguel, Chus, Celades, Movilla, Óscar (67'), Lafita (84')s.c. S. García (89')s.c.
Sevilla (4-4-2): Palop 6; D. Alves 7, J. Navarro 6, Escudé 6, David 5,5 (60'); J. Navas 6 (60'), Poulsen 5,5, Renato 6, Adriano 6,5; Luis Fabiano 6, Kanouté 7.
In panchina: Cobeño, Hinkel, Dragutinovic, Martí, Maresca (60'), Puerta, Chevantón (60').
Goles: 1-0 (13'): Diogo tras un córner.2-0 (50'): Diego Milito remata un centro de Diogo y recoge el rechace de Palop.
2-1 (70'): Luis Fabiano remata un pase de Alves.
Árbitro: Undiano Mallenco, Navarro. Expulsó a Luis Fabiano y a Diogo (94+'). Tarjeta amarilla a Alves (29'), Navas (38'), Zapater (44') y Aimar (66').
Incidencias: La Romareda. 33.000 espectadores.
2 Comments:
ti faccio una provocazione...
D'Alessandro , Piqué , Zapater ,Aimar
Ewerthon , D. Milito
Messi toure deco ronaldinho
eto'o huntelaar
che ne pensi?
Kubala
Interessante. La seconda per me sarebbe plausibile eventualmente solo a partita in corso, magari con un centrocampista più difensivo (magari proprio Zapater) al posto di uno fra Deco e Touré.
Però Ronaldinho a seguire il terzino avversario non ci pensa nemmeno. Con Ronaldinho e Messi secondo me l' opzione migliore per non sbilanciare la squadra resta quella di utilizzare una sola punta centrale (quindi Eto'o o chi per lui).
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