Queste sono vere: Drenthe al Real Madrid, Zigic al Valencia.
Dopo tanto blaterare di acquisti fantascientifici, finalmente il Real Madrid mette a segno un colpo: Royston Drenthe, acquistato dal Feyenoord per 14 milioni.Questo, ci mancherebbe, non colma ancora il mostruoso (e paradossale) ritardo accumulato finora dai campioni di Spagna: incredibile che alle partenze tanto anticipate di Roberto Carlos e Beckham (ma anche Reyes) la società non abbia fatto corrispondere altrettanto anticipati rimpiazzi, preferendo piuttosto vendere sogni a buon mercato (Kakà, Cesc, Nasri, Lucho Gonzalez, Quaresma, addirittura Iniesta) ai propri tifosi, col sostegno di giornali come "Marca" e soprattutto "As" altamente specializzati in bufale.
Incredibile pure che, col primo impegno ufficiale alle porte (sabato, andata della Supercoppa di Spagna contro il Sevilla), Schuster si trovi ancora alle prese con una rosa carente e piena di squilibri, al momento assolutamente inadatta a mettere in pratica l' idea di calcio offensivo, con grande profondità sugli esterni, sbandierata dal tecnico tedesco al suo arrivo sulla panchina merengue. Se però all' appello mancano ancora un terzino sinistro, un esterno di fascia destra ed una mezzapunta, Drenthe è, finalmente, quell' esterno mancino di ruolo del quale aveva tanto bisogno il Real Madrid, costretto finora a forzare nel ruolo una seconda punta come Robinho.
Royston Drenthe, ventenne di origini surinamesi, ha attirato elogi ed attenzioni dei grandi club nel corso del recente Europeo Under 21, del quale è stato l' assoluto protagonista. Se nella stagione col suo club, impiegato da terzino sinistro, il suo livello era stato da 7, nell' Under 21 ha letteralmente sbalordito una volta che Foppe de Haan ne ha avanzato il raggio d' azione, permettendogli di liberare tutto il suo talento esplosivo.
Drenthe è uno di quei classici giocatori che ti entusiasmano a prima vista: indemoniato cursore, sempre dedito a braccare palloni (talvolta non badando troppo alla sua posizione, anche per questo è molto meglio a briglia sciolta sulla trequarti piuttosto che da terzino), per la capigliatura e il dinamismo non può non ricordare Edgar Davids, anche se la posizione e le mansioni di Drenthe son ben diverse, decisamente più volte alla parte creativa del gioco.
Drenthe infatti è un elemento tutto estro, ama puntare ed ubriacare il diretto avversario, con cambi di ritmo e di direzione incontenibili, avvalendosi di un repertorio di dribbling estremamente vario e fantasioso (doppio passo insistito e vertiginoso, ma anche elastico alla Ronaldinho). Ha un sinistro secco e potente, è insidioso nelle conclusioni da fuori (dove però deve migliorare la precisione) e calibra cross molto invitanti, ma ha discreta familiarità anche con il destro, soluzione che lo rende ancora più imprevedibile nell' uno contro e che gli offre la possibilità di svariare anche sull' altra fascia cercando il taglio o la sovrapposizione a sorpresa (nell' Olanda Under 21 non di rado si spostava ad aiutare De Ridder a creare la superiorità numerica sulla destra).
Le incognite da non sottovalutare risiedono nel fatto che ancora non abbia completato la sua maturazione (non dimentichiamoci che gli sfracelli li ha fatti in un torneo breve e per giunta contro suoi coetanei), nella scarsa disciplina tattica (che è un vantaggio quando scombina i piani degli avversari, ma che gli si potrebbe torcere contro nel caso il possibile arrivo di Robben lo costringesse a giocare terzino sinistro) e in un carattere assai complicato (il Feyenoord a suo tempo pensò di disfarsene, ma poi non ha resistito alla prova del campo).
Altro colpo dell' ultima ora è l' acquisto del gigantone Nikola Zigic da parte del Valencia, circa 20 i milioni che incasserà il Racing per l' operazione. L' altezza (2,02) parla da sè, il serbo spalanca alternative ghiottissime al gioco valenciano: ogni palla alta la vince lui, e ti permette di renderti pericoloso anche quando stai giocando male. In una squadra come il Valencia di Quique, sempre in difficoltà a imporre il gioco con gli avversari chiusi e col risultato da recuperare, è un po' come la manna dal cielo. Proprio il tecnico valenciano però è, al solito, il vero ago della bilancia: sommare a esterni come Joaquin, Vicente, Gavilan, Silva e Mata (ma anche Miguel e Del Horno, sempre che resti) il gioco aereo del serbo significa disporre di un' arma dall' elevato potenziale distruttivo, ma riuscirà Quique a dare un gioco in grado di sfruttare tanta abbondanza offensiva? O forse vuole piegare anche Zigic al dogma del contropiede?
Risolta questa, rimane al Valencia la spinosa questione del centrocampista centrale di qualità, ancora senza volto: i nomi sono i soliti, difficilmente raggiungibili, di Kallstrom del Lione e Lucho Gonzalez del Porto, ma ad essi le ultime voci aggiungono Manuel Fernandes, il portoghese di proprietà del Benfica. Fernandes è strepitoso, potenzialmente il più completo del mondo nel suo ruolo (un altro mio debole è Banega, arbiter elegantiarum), sarebbe la migliore opzione possibile, in caso contrario comunque tenterei con Oubina del Celta, che però sembra non esistere per i club di Primera (vergogna!).
Ultima notizia, secondo me non meno importante, almeno per quanto riguarda le strategie del Villarreal: José Enrique al Newcastle. Confesso che quando ho letto la notizia ho pensato tutto il peggio possibile di quei dirigenti che in tante altre occasioni (Matias Fernandez, Mavuba, Giuseppe Rossi) ho ammirato e applaudito. Non puoi, se davvero hai ambizioni, disfarti di uno dei tuoi giocatori migliori, per di più in una posizione strategica, alla prima offerta buona che ti arriva.
Adesso i terzini sinistri del Villarreal rimangono lo sdrucito Capdevila e il misterioso canterano De la Bella, con José Enrique se n' è andato l' unico uomo in grado di dare profondità sulla fascia. Il nuovo Villarreal dispone di tanta qualità ma tutta concentrata nella zona centrale del campo: agli avversari di turno basterà fare tanta densità e pressing nel mezzo per creargli immensi grattacapi: così com'è ora, il Submarino non è pronto per lottare per il quarto posto.
Foto: feyenoord.nl; raisport.rai.it
Incredibile pure che, col primo impegno ufficiale alle porte (sabato, andata della Supercoppa di Spagna contro il Sevilla), Schuster si trovi ancora alle prese con una rosa carente e piena di squilibri, al momento assolutamente inadatta a mettere in pratica l' idea di calcio offensivo, con grande profondità sugli esterni, sbandierata dal tecnico tedesco al suo arrivo sulla panchina merengue. Se però all' appello mancano ancora un terzino sinistro, un esterno di fascia destra ed una mezzapunta, Drenthe è, finalmente, quell' esterno mancino di ruolo del quale aveva tanto bisogno il Real Madrid, costretto finora a forzare nel ruolo una seconda punta come Robinho.
Royston Drenthe, ventenne di origini surinamesi, ha attirato elogi ed attenzioni dei grandi club nel corso del recente Europeo Under 21, del quale è stato l' assoluto protagonista. Se nella stagione col suo club, impiegato da terzino sinistro, il suo livello era stato da 7, nell' Under 21 ha letteralmente sbalordito una volta che Foppe de Haan ne ha avanzato il raggio d' azione, permettendogli di liberare tutto il suo talento esplosivo.
Drenthe è uno di quei classici giocatori che ti entusiasmano a prima vista: indemoniato cursore, sempre dedito a braccare palloni (talvolta non badando troppo alla sua posizione, anche per questo è molto meglio a briglia sciolta sulla trequarti piuttosto che da terzino), per la capigliatura e il dinamismo non può non ricordare Edgar Davids, anche se la posizione e le mansioni di Drenthe son ben diverse, decisamente più volte alla parte creativa del gioco.
Drenthe infatti è un elemento tutto estro, ama puntare ed ubriacare il diretto avversario, con cambi di ritmo e di direzione incontenibili, avvalendosi di un repertorio di dribbling estremamente vario e fantasioso (doppio passo insistito e vertiginoso, ma anche elastico alla Ronaldinho). Ha un sinistro secco e potente, è insidioso nelle conclusioni da fuori (dove però deve migliorare la precisione) e calibra cross molto invitanti, ma ha discreta familiarità anche con il destro, soluzione che lo rende ancora più imprevedibile nell' uno contro e che gli offre la possibilità di svariare anche sull' altra fascia cercando il taglio o la sovrapposizione a sorpresa (nell' Olanda Under 21 non di rado si spostava ad aiutare De Ridder a creare la superiorità numerica sulla destra).
Le incognite da non sottovalutare risiedono nel fatto che ancora non abbia completato la sua maturazione (non dimentichiamoci che gli sfracelli li ha fatti in un torneo breve e per giunta contro suoi coetanei), nella scarsa disciplina tattica (che è un vantaggio quando scombina i piani degli avversari, ma che gli si potrebbe torcere contro nel caso il possibile arrivo di Robben lo costringesse a giocare terzino sinistro) e in un carattere assai complicato (il Feyenoord a suo tempo pensò di disfarsene, ma poi non ha resistito alla prova del campo).
Altro colpo dell' ultima ora è l' acquisto del gigantone Nikola Zigic da parte del Valencia, circa 20 i milioni che incasserà il Racing per l' operazione. L' altezza (2,02) parla da sè, il serbo spalanca alternative ghiottissime al gioco valenciano: ogni palla alta la vince lui, e ti permette di renderti pericoloso anche quando stai giocando male. In una squadra come il Valencia di Quique, sempre in difficoltà a imporre il gioco con gli avversari chiusi e col risultato da recuperare, è un po' come la manna dal cielo. Proprio il tecnico valenciano però è, al solito, il vero ago della bilancia: sommare a esterni come Joaquin, Vicente, Gavilan, Silva e Mata (ma anche Miguel e Del Horno, sempre che resti) il gioco aereo del serbo significa disporre di un' arma dall' elevato potenziale distruttivo, ma riuscirà Quique a dare un gioco in grado di sfruttare tanta abbondanza offensiva? O forse vuole piegare anche Zigic al dogma del contropiede?
Risolta questa, rimane al Valencia la spinosa questione del centrocampista centrale di qualità, ancora senza volto: i nomi sono i soliti, difficilmente raggiungibili, di Kallstrom del Lione e Lucho Gonzalez del Porto, ma ad essi le ultime voci aggiungono Manuel Fernandes, il portoghese di proprietà del Benfica. Fernandes è strepitoso, potenzialmente il più completo del mondo nel suo ruolo (un altro mio debole è Banega, arbiter elegantiarum), sarebbe la migliore opzione possibile, in caso contrario comunque tenterei con Oubina del Celta, che però sembra non esistere per i club di Primera (vergogna!).
Ultima notizia, secondo me non meno importante, almeno per quanto riguarda le strategie del Villarreal: José Enrique al Newcastle. Confesso che quando ho letto la notizia ho pensato tutto il peggio possibile di quei dirigenti che in tante altre occasioni (Matias Fernandez, Mavuba, Giuseppe Rossi) ho ammirato e applaudito. Non puoi, se davvero hai ambizioni, disfarti di uno dei tuoi giocatori migliori, per di più in una posizione strategica, alla prima offerta buona che ti arriva.
Adesso i terzini sinistri del Villarreal rimangono lo sdrucito Capdevila e il misterioso canterano De la Bella, con José Enrique se n' è andato l' unico uomo in grado di dare profondità sulla fascia. Il nuovo Villarreal dispone di tanta qualità ma tutta concentrata nella zona centrale del campo: agli avversari di turno basterà fare tanta densità e pressing nel mezzo per creargli immensi grattacapi: così com'è ora, il Submarino non è pronto per lottare per il quarto posto.
Foto: feyenoord.nl; raisport.rai.it
Etichette: Calciomercato, Giocatori, Real Madrid, Valencia, Villarreal
9 Comments:
Troppo presto. Drenthe possiede tutte le potenzialità per essere un giocatore da Real Madrid, ma non qui e non ora. Hai parlato di processo di maturazione non ancora completato e hai centrato pienamente il problema. Potenzialmente è meglio di gente come Abidal, ma per ora rimaniamo nell'ambito della teoria. Non mi preoccupa tanto il Drenthe-giocatore (che comunque tatticamente va ancora sgrezzato, ma a livello atletico è devastante) quanto il Drenthe-ragazzo. E' un bambinone, il rischio che si monti la testa è alto, e quello delle Merengues non è proprio l'ambiente ideale per imparare l'arte dell'umiltà. Già faceva il gradasso nelle giovanili del Feyenoord...
In effetti il mercato del Real è un pò sparagnino, ma credo che sbarazzarsi di giocatori tipo Reyes sia stato un gran colpo. Personaggi fumosi dall'ego smisurato che giocano bene due-tre partite all'anno non mi sembra molto adatti alla filosofia di Schuster. Adesso dovrebbero sbarazzarsi di Cassano. Ci vorrebbe una prima punta per ridar fiato a Van Nistelrooy, mentre questo potrebbe essere l'anno della definitiva consacrazione di Robinho, che da quanto si è visto in Coppa America rende al meglio quando non è circondato da sedicenti "galactici".
Già, il fatto che sia arrivato al Real Madrid poi aumenta ulteriormente le potenzialità di insuccesso, vedendo come al Bernabeu bruciano i giovani: appena arrivati sono dei fenomeni, alle prime difficoltà dei bidoni o pseudo-tali: parlo di gente di altissimo livello come Gago e Higuain, ma anche Robinho che in qualunque altra squadra avrebbe già accumulato molti più consensi.
Sì, di Roberto Carlos, Beckham e Reyes mi sarei sbarazzato anch' io, però devi farlo quando hai il sostituto già pronto, e soprattutto non devi prender in giro i tifosi sparando nomi senza alcun senso.
Proprio la fanfaronaggine di Calderon e il fatto che il mercato venga fatto badando più ai nomi che alla coerenza di un progetto sono gli aspetti che trovo più sconcertanti. Si è parlato genericamente di un "cervello" di un centrocampista difensivo, e sotto questa definizione son stati tirati in ballo giocatori agli antipodi Ballack e Sneijder, peraltro tutte operazioni di difficile o impossibile riuscita. Ma che senso ha?
La rosa è piena di scompensi, ci sono una quantità esagerata di terzini destri ed un' infinità di seconde punte. Un sostituto di Van Nistelrooy potrebbe fare al caso (Soldado probabilmente non basta, anche se come rincalzo senza pretese ci può stare), ma ancora di più servono un esterno destro di centrocampo (c'è solo Balboa in rosa, per il resto Schuster può mettere giocatori fuori ruolo come Higuain, Raul, Robinho e Granero oppure avanzare Cicinho), una mezzapunta che dia l' ultimo passaggio (non si può dipendere dalle lune di Guti) e un altro giocatore di fascia sinistra, ala o terzino è da vedere.
Senza dimenticare che questa squadra, nonostante il campionato vinto, deve ancora trovare una sua identità.
Scusa, mi ha fatto dei pasticci con la pubblicazione del commento: volevo dire "si è parlato genericamente di "un cervello", di un centrocampista offensivo", e la lista dei nomi comprendeva oltre a Ballack e Sneider i vari Kakà, Cesc, Nasri, Lucho Gonzalez.
Buone vacanze Valentino, ci si risente dopo il 25.
PS Hai visto che Sky ha spostato l'80% del calcio estero nel pacchetto Calcio? Via il match delle 17 di Premiership, via la Bundesliga il sabato pomeriggio, una sola partita di Liga nel week-end...tristezza
Già l' anno scorso avevo notato qualcosa, colpo basso per costringere gli abbonati a tenere il pacchetto Calcio anche dopo i Mondiali. La cosa brutta poi è che sui canali Calcio non si può neanche sentire il commento in lingua originale, che era decisamente migliore (eccellente quello di Canal Plus della partita delle 21 di domenica sera).
Buone vacanze, a presto.
a proposito del Real: se l'antipasto della "nuova era" del bel gioco targata Schuster è quello visto ieri sera col Siviglia, iniziamo male..
E' vero, mancava Van Nistelrooy, ma anche il Siviglia era pieno di seconde linee, e sul piano del gioco non c'è stata gara.
Anche se l'1-0 lascia discrete possibilità in vista del ritorno.
marco
ps. se Balboa gioca col Real, allora Mudingay può togliere il posto a Deco....
Difficilmente mi sarei aspettato altro dalla partita di ieri, anzi il risultato diventa quasi buono per il Madrid. Per Schuster il compito è semi-impossibile: dovrà vincere, come Capello, e in più dare spettacolo. Il secondo obiettivo è tutto da vedere, il primo è molto improbabile, perchè difficilmente un Barça persino rinforzato ti regala la Liga di nuovo come l' anno scorso. Anche se, per il momento, ha la stampa a suo favore, Schuster salterà quasi certamente, perchè i risultati non saranno quelli sperati e l' ambiente madridista vive nell' impazienza, quando invece l' aspettativa massima secondo me dovrebbe essere quello di costruire un progetto a medio-lungo termine realmente alternativo all' egemonia del Barça (la Liga dell' anno scorso, per quanto inattesa e memorabile, andrebbe presa per quello che è stato, un episodio). Io più che le vittorie o il bel gioco, mi accontenterei di un Real Madrid con un' identità (vista la differenza con il Sevilla? gli andalusi non hanno dato certo spettacolo, ma gli è bastato mettere in campo quei due-tre concetti forti del loro gioco per fare la differenza) e degli equilibri, cose che non ha mai avuto con Capello l' anno scorso e che non ha ancora acquisito con Schuster in questo pre-campionato, per giunta con un organico ancora tutto in alto mare.
P.S: Povero Balboa... Le qualità non gli mancano, è che non ha la personalità per giocare queste partite.
Scusate, ma voi dove le guardate le partite della Liga? Perchè io mi sono stufato di abbonarmi a sky, però non vedo altre alternative e voi ne conoscete?
Toni
Purtroppo alternative pienamente affidabili non ce ne sono. C'è rojadirecta.com che trasmette le partite in diretta da canali cinesi o roba del genere, ma non sono mai riuscito a vedere decentemente una partita della Liga con quel sistema: si interrompe ogni due secondi, fastidiosissimo.
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