"Estilo Schuster"? No, "Estilo Kamikaze"!
Almeno stavolta non è arrivata la vittoria bugiarda. I tifosi del Real non si meritano di rischiare l’ infarto ad ogni partita, quest’ equivoco non deve durare un minuto di più. L’ attuale Real Madrid ha equilibri fragilissimi, sempre sul punto di scomparire del tutto durante i 90 minuti. Se difendi passivamente e lo lasci giocare, ti può inventare il gol al minimo spiraglio che trova, ma se lo pressi alto e lo costringi (lasciando l’ impostazione a queli meno dotati, cioè i difensori e Diarra) all’ errore in determinate zone del campo, cosa che Lazio ieri sera ha fatto bene solo a tratti, ne evidenzi tutti gli squilibri una volta perso il pallone.
Una ventina di volte almeno (non solo nel 2-2 di Pandev) son nate delle azioni di contropiede nelle quali i giocatori laziali si trovavano in esatta parità numerica coi difensori madridisti. E Schuster e il madridismo tutto devono soltanto ringraziare la tenuta di Heinze e soprattutto di un ottimo Cannavaro, che hanno giocato tutta la partita senza rete di protezione, ma ancora di più i limiti di una Lazio che, fra una certa precipitazione e qualche carenza tecnica di troppo, ha buttato al vento sul nascere contropiede che potevano rivelarsi letali. Per non parlare poi di errori sottoporta come quelli di Pndev nel primo tempo e di Mauri e Rocchi (che ha giocato infortunato) nel secondo…
Il centrocampo non esiste in fase di non possesso, è solo una finzione formale per apparire nei grafici delle formazioni prima della partita, la squadra vive divisa fra cinque giocatori che attaccano e cinque che difendono (o perlomeno cercano di farlo). Diarra un’ anima in pena, vagabonda per la mediana cercando invano di tappare voragini chiaramente non alla portata di un unico atleta.
E’ evidente che gli andrebbe affiancato Gago (e non sarebbe stato male neanche tenere Javi Garcia: ci sono tante mezzeali e mezzepunte, ma il ruolo di centrocampista difensivo è poco coperto nella rosa madridista) per provare a comporre un argine minimamente credibile, e tale scelta implicherebbe il necessario sacrificio di almeno uno fra Guti e Sneijder, ieri i peggiori in campo (Guti completamente inutile in quell’ equivoca posizione sulla destra, Sneijder dopo l’ inizio folgorante pare stia diventando quasi un corpo estraneo) assieme a un Robben ancora in ritardo di condizione. Sacrificio inevitabile anche se costoso, perché significa fare a meno in pianta stabile dell’ unico rifinitore effettivamente presente in rosa e del giocatore incaricato di rendere i calci piazzati una delle armi più pericolose di questa squadra. La mia idea sarebbe quella di partire con Sneijder e di ritagliare per Guti il ruolo di carta da giocare da partita in corso, quello giustamente riservatogli da Capello l’ anno passato. L’ importante comunque è che Van Nistelrooy respiri…
Continua la crescita del Barça. Sono ormai un po’ di partite che segna in abbondanza, subisce pochi gol (la maggior parte dei quali ininfluenti), vince e lo fa in maniera discretamente convincente. I secondi tempi stanno tornando delle specie di passerelle in attesa del fischio finale, come ai tempi migliori, anche se a Stoccarda c’è stata una fase, fra l’ eccellente prima mezz’ora e il monologo avviato dallo 0-1 di Puyol, in cui i blaugrana hanno calato d’ intensità e concentrazione, rischiando in più occasioni lo svantaggio (clamorosa soprattutto la traversa di Gomez, sulla cui respinta Valdés ha poi compiuto un mezzo miracolo).
Sempre più vivo però l’ allarme infortuni, che tra l’ altro colpisce scientificamente una zona delicatissima come quella davanti alla difesa: dopo Touré, starà fuori un mese anche Marquez. Rijkaard ha riproposto in Germania il trio Iniesta-Xavi-Deco che tanto friabile si era rivelato l’ anno scorso: neanche lontanamente la migliore opzione, ma probabilmente resterà l’ unica nel prossimo mese.
Su un piano generale, ciò che questo Barça ha recuperato rispetto all’ anno scorso e ciò in cui attualmente risulta migliore rispetto al Real Madrid non è tanto l’ attacco (anzi, ho già sottolineato altre volte come, al di là dei nomi del Barça, il Real disponga di una maggior varietà di soluzioni per andare in gol) ma proprio l’ ordine in fase di possesso: c’è molta più implicazione, più concentrazione e spirito di sacrificio da parte di tutti nel ripiegare dietro la linea della palla e mantenere la squadra corta ed equilibrata. Se il Real Madrid stenta nel dominare il possesso-palla mentre il Barça raggiunge percentuali spesso oltre il 60% (addirittura col Zaragoza si è arrivati al 70) non è perché i centrocampisti blaugrana sono più tecnici, ma perché il Barça copre meglio il campo, recupera il pallone con maggior frequenza e dispone logicamente di più tempo per giocarlo, senza trasformare le sue partita in pericolosissimi andirivieni da un’ area all’ altra.
Però il Barça ha ritrovato questa solidità con Marquez a guidare la linea difensiva e con Yaya Touré a coprire gli spifferi davanti ad essa, sarà tutta da verificare la tenuta del trio Inesta-Deco-Xavi nelle prossime partite, posto che già contro lo Stoccarda gli avversari hanno creato qualche palla-gol di troppo.
Intanto, omaggiamo Andrés Iniesta, chè non lo si fa mai abbastanza: difficile trovare giocatori della sua intelligenza, intesa come capacità di adattarsi con successo alle più svariate situazioni. Da ala sinistra a trequartista a mezzala a schermo davanti alla difesa, come martedì, ruolo ricpoerto nel migliore dei modi, con sobrietà, attenzione e senso tattico. Per quanto riguarda il ritorno di Ronaldinho, il discorso resta il solito: non gli si può dire nulla di nulla come palleggiatore e rifinitore, ma deve ancora riguadagnare lo spunto, addirittura si vede un giocatore che ha paura di tentare l’ uno contro uno sulla fascia.
Il Valencia resta fermo ai suoi soliti vizi: dopo un primo tempo in cui ha a tratti dominato (ottima in quei frangenti la barriera Albelda-Marchena) un Chelsea sbalestrato e palesemente alla sua mercè, chiudendo solo sull’ 1-1 anche per qualche regalo eccessivo davanti a Cech (soprattutto Joaquin: gli son sempre mancati cattiveria e mestiere in zona-gol, è un suo limite storico), ha subito la meritata beffa nel secondo tempo. La totale paralisi del gioco dei padroni di casa nella seconda frazione ha fatto inizialmente pensare a una reciproca contentezza per il pareggio da parte delle sue squadre, ma ha finito soltanto col risvegliare il cane che dormiva, e chi se non il dominante Drogba (servito da una memorabile rasoiata d’ esterno di Joe Cole) poteva eseguire la sentenza? A poco è valso il tentativo di aggrapparsi nel finale ai due metri di Zigic (perché poi il cambio Arizmendi-Joaquin all’ 88’? Perché?): l’ alunno deve tornare a casa ed applicarsi di più, se non fosse che con Quique è troppo tempo che facciamo questi discorsi, la cosa ormai annoia.
Intanto il Valencia si vede scavalcato dallo Schalke (conta la differenza reti prima degli scontri diretti) tanto per complicare una situazione che meno di ventiquattro ore fa sembrava tutta in discesa.
Il Sevilla rialza la testa nell’ unico modo in cui poteva: mettendo finalmente dentro le tante occasioni create, ecco il segreto. Resta però qualche gol di troppo al passivo nel reparto arretrato (probabilmente il ritorno di Javi Navarro rimetterà un po’ di cose a posto), cosa fatta notare
Una ventina di volte almeno (non solo nel 2-2 di Pandev) son nate delle azioni di contropiede nelle quali i giocatori laziali si trovavano in esatta parità numerica coi difensori madridisti. E Schuster e il madridismo tutto devono soltanto ringraziare la tenuta di Heinze e soprattutto di un ottimo Cannavaro, che hanno giocato tutta la partita senza rete di protezione, ma ancora di più i limiti di una Lazio che, fra una certa precipitazione e qualche carenza tecnica di troppo, ha buttato al vento sul nascere contropiede che potevano rivelarsi letali. Per non parlare poi di errori sottoporta come quelli di Pndev nel primo tempo e di Mauri e Rocchi (che ha giocato infortunato) nel secondo…
Il centrocampo non esiste in fase di non possesso, è solo una finzione formale per apparire nei grafici delle formazioni prima della partita, la squadra vive divisa fra cinque giocatori che attaccano e cinque che difendono (o perlomeno cercano di farlo). Diarra un’ anima in pena, vagabonda per la mediana cercando invano di tappare voragini chiaramente non alla portata di un unico atleta.
E’ evidente che gli andrebbe affiancato Gago (e non sarebbe stato male neanche tenere Javi Garcia: ci sono tante mezzeali e mezzepunte, ma il ruolo di centrocampista difensivo è poco coperto nella rosa madridista) per provare a comporre un argine minimamente credibile, e tale scelta implicherebbe il necessario sacrificio di almeno uno fra Guti e Sneijder, ieri i peggiori in campo (Guti completamente inutile in quell’ equivoca posizione sulla destra, Sneijder dopo l’ inizio folgorante pare stia diventando quasi un corpo estraneo) assieme a un Robben ancora in ritardo di condizione. Sacrificio inevitabile anche se costoso, perché significa fare a meno in pianta stabile dell’ unico rifinitore effettivamente presente in rosa e del giocatore incaricato di rendere i calci piazzati una delle armi più pericolose di questa squadra. La mia idea sarebbe quella di partire con Sneijder e di ritagliare per Guti il ruolo di carta da giocare da partita in corso, quello giustamente riservatogli da Capello l’ anno passato. L’ importante comunque è che Van Nistelrooy respiri…
Continua la crescita del Barça. Sono ormai un po’ di partite che segna in abbondanza, subisce pochi gol (la maggior parte dei quali ininfluenti), vince e lo fa in maniera discretamente convincente. I secondi tempi stanno tornando delle specie di passerelle in attesa del fischio finale, come ai tempi migliori, anche se a Stoccarda c’è stata una fase, fra l’ eccellente prima mezz’ora e il monologo avviato dallo 0-1 di Puyol, in cui i blaugrana hanno calato d’ intensità e concentrazione, rischiando in più occasioni lo svantaggio (clamorosa soprattutto la traversa di Gomez, sulla cui respinta Valdés ha poi compiuto un mezzo miracolo).
Sempre più vivo però l’ allarme infortuni, che tra l’ altro colpisce scientificamente una zona delicatissima come quella davanti alla difesa: dopo Touré, starà fuori un mese anche Marquez. Rijkaard ha riproposto in Germania il trio Iniesta-Xavi-Deco che tanto friabile si era rivelato l’ anno scorso: neanche lontanamente la migliore opzione, ma probabilmente resterà l’ unica nel prossimo mese.
Su un piano generale, ciò che questo Barça ha recuperato rispetto all’ anno scorso e ciò in cui attualmente risulta migliore rispetto al Real Madrid non è tanto l’ attacco (anzi, ho già sottolineato altre volte come, al di là dei nomi del Barça, il Real disponga di una maggior varietà di soluzioni per andare in gol) ma proprio l’ ordine in fase di possesso: c’è molta più implicazione, più concentrazione e spirito di sacrificio da parte di tutti nel ripiegare dietro la linea della palla e mantenere la squadra corta ed equilibrata. Se il Real Madrid stenta nel dominare il possesso-palla mentre il Barça raggiunge percentuali spesso oltre il 60% (addirittura col Zaragoza si è arrivati al 70) non è perché i centrocampisti blaugrana sono più tecnici, ma perché il Barça copre meglio il campo, recupera il pallone con maggior frequenza e dispone logicamente di più tempo per giocarlo, senza trasformare le sue partita in pericolosissimi andirivieni da un’ area all’ altra.
Però il Barça ha ritrovato questa solidità con Marquez a guidare la linea difensiva e con Yaya Touré a coprire gli spifferi davanti ad essa, sarà tutta da verificare la tenuta del trio Inesta-Deco-Xavi nelle prossime partite, posto che già contro lo Stoccarda gli avversari hanno creato qualche palla-gol di troppo.
Intanto, omaggiamo Andrés Iniesta, chè non lo si fa mai abbastanza: difficile trovare giocatori della sua intelligenza, intesa come capacità di adattarsi con successo alle più svariate situazioni. Da ala sinistra a trequartista a mezzala a schermo davanti alla difesa, come martedì, ruolo ricpoerto nel migliore dei modi, con sobrietà, attenzione e senso tattico. Per quanto riguarda il ritorno di Ronaldinho, il discorso resta il solito: non gli si può dire nulla di nulla come palleggiatore e rifinitore, ma deve ancora riguadagnare lo spunto, addirittura si vede un giocatore che ha paura di tentare l’ uno contro uno sulla fascia.
Il Valencia resta fermo ai suoi soliti vizi: dopo un primo tempo in cui ha a tratti dominato (ottima in quei frangenti la barriera Albelda-Marchena) un Chelsea sbalestrato e palesemente alla sua mercè, chiudendo solo sull’ 1-1 anche per qualche regalo eccessivo davanti a Cech (soprattutto Joaquin: gli son sempre mancati cattiveria e mestiere in zona-gol, è un suo limite storico), ha subito la meritata beffa nel secondo tempo. La totale paralisi del gioco dei padroni di casa nella seconda frazione ha fatto inizialmente pensare a una reciproca contentezza per il pareggio da parte delle sue squadre, ma ha finito soltanto col risvegliare il cane che dormiva, e chi se non il dominante Drogba (servito da una memorabile rasoiata d’ esterno di Joe Cole) poteva eseguire la sentenza? A poco è valso il tentativo di aggrapparsi nel finale ai due metri di Zigic (perché poi il cambio Arizmendi-Joaquin all’ 88’? Perché?): l’ alunno deve tornare a casa ed applicarsi di più, se non fosse che con Quique è troppo tempo che facciamo questi discorsi, la cosa ormai annoia.
Intanto il Valencia si vede scavalcato dallo Schalke (conta la differenza reti prima degli scontri diretti) tanto per complicare una situazione che meno di ventiquattro ore fa sembrava tutta in discesa.
Il Sevilla rialza la testa nell’ unico modo in cui poteva: mettendo finalmente dentro le tante occasioni create, ecco il segreto. Resta però qualche gol di troppo al passivo nel reparto arretrato (probabilmente il ritorno di Javi Navarro rimetterà un po’ di cose a posto), cosa fatta notare
Etichette: Barcelona, Champions League, Real Madrid, Sevilla, Spagnole nelle coppe, Valencia
13 Comments:
Il Real mi ha fatto una pessima impressione,come dicevi tu davanti sono fortissimi ma questo è risaputo,pensavo però che con Schuster gli equilibri si fossero un attimo consolidati,lungi da me dare meriti ad una lazio priva di ogni valore tecnico,l'ha tenuta in partita il Real e Pandev,che in quel contesto sicuramente è sprecato.
Il Barca invece ha cambiato un pò,Rijkaard non propriamente un allenatore in grado di gestire tante teste e gli spifferi si sentono,rimane che quando questi scendono in campo,anche se non sono al meglio,anche se non levitano a tre metri da terra,segnano sempre in tutti i modi,poi questo è l'anno di Lionel Messi se gli infortuni lo preservano.
Contentissimo per il Siviglia,a dir il vero trovo che il 3-0 contro l'Arsenal fosse eccessivo,non rispecchiava ne la partita ne le differenze fra le due squadre.
Comunque anche i campionato ha mostrato evidenti segni di cedimento,anche se sinceramente non ne capisco il motivo...problemi fisici?
Errori di Juande? solo sfortuna?
Il Valencia...uff...è una delle mie squadre preferite,non riesco a rassegnarmi a vederlo così,aldilà della beffa di iera che ricorda decisamente l'eliminazione dello scorso anno,ma se in ste partite rinunci al colpo del Ko gente come Cole e Drogba ci mette un attimo a infilarti.
Silva come ha giocato ieri?
Non son riuscito a vedermi la partita nemmeno in streaming,accidenti...
Ciao,Manuel.
ho guardato la partita lazio real , ke vergogna , il real meritava un 2 a 0 . ma come si fa a giocare cosi male , a sbagliare passaggi . e appena si viene pressati nn essere capaci di cambiare fronte del gioco , anzi ke rifugiarsi sempre nei difensori e poi ai lanci lunghi .
cazzo sto diarra che nn è buono neanke x fare un passaggio , xke gli lasciano le redini del centro campo !!!!!! abbiamo sneijder guti , xke diarra !!!!! poi in contro piede nn corre mai , è lento . inizio a pensare ke sia meglio gago , e mi sa ke ha anke un po piu di piede !!!!
non lo so , nn mi convince sto real . x ora .
hala madrid
criiiii
@ Manuel
Le prime due partite erano state ingannevoli, contro un Atlético senza centrocampo e contro un Villarreal abbattuto dallo 0-3 dopo che prima aveva fatto la partita. Almeria, Valladolid, Getafe e Lazio hanno invece evidenziato i limiti di questo Real, che da Queiroz in poi non riesce a trovare un equilibrio tattico credibile, colpa anche di un mercato poco ragionato, molti giocatori di qualità ma male assemblati. Ieri se la Lazio invece che sparare palloni alla cieca ci avesse messo un po' più di qualità e criterio quando riconquistava il pallone, le occasioni sarebbero fioccate...
Si nota uno spirito diverso nel Barça, una concentrazione che ricorda un po' quella dell' anno dell' ultima Champions vinta. L' impressione è che i giocatori (cito Deco e Marquez, e credo che alla lunga si risveglierà anche Dinho) si siano fatti un esame di coscienza e si siano detti: "basta cretinate", ma è ancora presto per parlare, siamo ad inizio stagione. Comunque, se il Barça riuscisse a mantenere questa tensione e questa solidità (vediamo ora il mese senza Yaya e Marquez) e ad essa aggiungesse la profondità del rientrante Eto'o, diventerebbe la favorita d' obbligo per la Champions (anche se la mia favorita numero uno è il Liverpool).
Quella del Sevilla credo fosse una crisi passeggera. Le basi del suo gioco le ha più che mai intatte, le gambe mi sembra che girino. Quella con l' Arsenal è stta una prestazione un po' anonima, ma le dimensioni della sconfitta sono esagerate. Nelle altre partite ha inciso un po' la sfortuna (soprattutto a Zaragoza) e un po' gli insoliti errori di Juande Ramos.
Silva ieri non ha inciso proprio, e anche questo ha avuto il suo peso sul risultato finale. Purtroppo la situazione dell' infermeria (Vicente e Gavilan fuori) lo costringe quasi sempre a giocare a sinistra, invece che in mezzo dove può fare molto più la differenza.
@ Cri
Diarra imposta perchè gli avversari lo fanno apposta, marcano stertto Guti e lasciano impostare Diarra e i difensori, in modo da forzarne la perdita del pallone (al Real farebbe comodo un Marquez dietro).
Per quanto riguarda la fase difensiva, al maliano si chiede di coprire spazi inumani, arranca sempre dietro agli avversari perchè è l' unico argine a centrocampo. Gago è bravissimo ad impostare, nel recupero dle pallone è aggressivo ma tende a perdere molto più la posizione rispetto a Diarra. Io l' argentino lo metterei proprio accanto a Diarra: potenzialmente sono una delle coppie più forti del calcio mondiale, ed il Madrid necessita assolutamente di maggiore equilibrio a centrocampo, se vuole vincere una fra Liga e Champions.
@ manuel
non so quante partita tu abbia visto della Lazio, ma sbagli alla grandissima quando, per non dare meriti alla Lazio (per caso abiti in Curva Sud?) dici che è "priva di ogni spessore tecnico". E' una sciocchezza clamorosa.
La Lazio è certamente più scarsa del Real e di decine altre squadre che fanno la Champions.
Però però.. Qualche giocatorino lo ha.
In difesa c'è Behrami che ha annullato completamente un certo Robben; quindi, che dici?, allo svizzero un pochino di "spessore tecnico" glielo diamo? Ok.
Cribari e Stendardo sono due mestieranti e vanno bene così. Zauri da terzino ha una fase difensiva ottima.
A centrocampo, Ledesma ha retto alla grande il confronto con Diarra. Mudingayi, come recuperatore di palloni, per me in Italia vale il "campione del mondo" Gattuso. Mauri al di là dell'errore nel gol è una discreta mezzala, da 6 o 7 gol a campionato.
Rocchi lo si conosce. Per Pandev chiedere a Heinze, che sul secondo gol lo sta ancora cercando.
Se poi per te i "valori tecnici" sono solo Messi, Ronaldinho, Totti, Kaka ecc ecc allora vabbè, sbaglio io quindi scusa.
marco
Scusa Valentino, ma come mai pronostichi Liverpool? Quest'anno mi sembra che puntino molto di più alla Premier, almeno le intenzioni sono quelle...E penso che la stessa sconfitta di ieri lo dimostri.
Perchè hanno il miglior allenatore e perchè penso (ma non sono ancora completamente sicuro) potrebbero aver aggiunto quell' elemento (il peso e l' imprevedibilità offensiva) che l' anno scorso li ha privati della vittoria in una finale che avevano gestito a piacimento sul piano tattico. La Champions è poi una competizione che con l' eliminazione diretta tende a premiare la squadra che sbaglia meno più che quelle che raggiunge i picchi più alti di spettacolo. In questo senso, pur essndo in assoluto inferiore come qualità, il Liverpool potrebbe rivelarsi anche più competitivo del Barça, tanto per fare il nome di una possibile concorrente. E' anche per questo che solitamente affermo che il Valencia sia una squadra più da Champions che da Liga.
La finale, mi voglio rovinare, sarà Liverpool-Sevilla (però non ci sarebbe nulla di scandaloso se il Sevilla quest' anno non arrivasse tra le prime quattro nella Liga).
d'accordo sul rischio per il Siviglia di non arrivare tra le prime 4 nella Liga (anche perchè Atletico e Villareal stanno correndo), ma sull'exploit in Champions la vedo dura. Subisce troppi gol evitabili: due in casa contro lo Slavia non è da tutti..
Ok il Liverpool, vera squadra da coppa: non troppo farfallona, concreta quanto basta, subisce poche reti e ha Rafa che è una garanzia (in più come dicevi giustamente tu ha potenziato le scelte in attacco).
Poi, al di là del super-Barça, io quest'anno vedo bene l'Inter.
Al contrario, le tedesche in coppa sono la solita delusione.
marco
@ Marco
la Lazio la seguo come le altre italiane in champions,in campionato lo scorso anno ha fatto bene in condizioni particolari,ma non mi giocherei un euro sul fatto che si ripeta,se non altro perchè è una delle poche a non essersi rinforzata.
E no,non sono della roma,non vedo perchè tutte le volte che si espone una critica verso una squadra devi per forza essere "interessato".
E dire che il milan lo critico molto raramente...;)
Posso concordare su alcuni dei tuoi giudizi,Behrami e Pandev non mi dispiaciono affatto.
Mudingayi come schermo davanti alla difesa ha fatto abbastanza bene...del resto per ottenere un risultato diverso in europa devono dare il doppio degli avversari.
Trovo che sia una squadra che sopperisce alle carenze di piede con grinta e carattere,anche grazie ad un buon allenatore che sa come metterli in campo.
Però vedendo appunto le scelte di Benitez, sembra che puntino quasi esclusivamente sulla Premier che, è bene ricordarlo, non vincono da 18 anni. Effettivamente, se fossi un Reds per quest'anno la CL non mi interesserebbe più di tanto, dopo le due finali negli ultimi 3 anni.
Sono d'accordo sul fatto che consideri Valencia e Sevilla due squadre di CL; se sta bene e non si ritrova nelle partite da dentro e fuori con mezza squadra infortunata (come successe l'anno scorso) anche l'Arsenal è molto insidiosa a mio parere, quella che temo di più fra le inglesi...
diarra serve cm il pane, faremmo un errore a levarlo, lui copre e copre bene uno dei migliori nel suo ruolo, ma nn a geometrie, nn a piede, bisogna dare fiducia molta fiducia a fernando gago, e guti cm dice valentino metterlo in partita in corso,a gennaio ci vorebbe un'ala destra pura, tipo mancini,senza qst cambi radicali il real uscira ben presto dalla champions...
HALA MADRID 10
@ Manuel
ovviamente il riferimento alla Roma era ironico.. (scusa se mi sono spiegato male).
Non era un modo per squalificare la tua opinione, che tra l'altro su certi aspetti condivido.
ma... "lungi da me dare meriti ad una lazio priva di ogni valore tecnico, l'ha tenuta in partita il Real e Pandev, che in quel contesto sicuramente è sprecato"
questa tua frase non rende merito ad una Lazio che ha fatto una grande partita contro il viziatissimo Real, ha tenuto il campo bene nonostante alcuni elementi non siano proprio dei fenomeni, ma che ha qualche ottimo giocatore (lo stesso "sprecato" Pandev).
Se la metti così, allora anche Kakà è "sprecato" in una squadra che ha Kalac Dida Fiori Cafu Favalli Bonera Gourcuff Brocchi Gilardino ecc ecc
marco
D'accordo con Kerzhakov riguardo al Liverpool: è evidente quest'anno l'intenzione dei Reds di puntare alla Premier. Poi, è chiaro, se come al solito a febbraio saranno già fuori dai giochi in campionato e in corsa in CL, l'attenzione si sposterà su quest'ultima competizione.
Al momento attuale la favorita d'obbligo è il Barcellona, ma occhio alle indicazioni autunnali. Gli anni scorsi i giudizi favorevoli sul Lione si sprecavano, salvo poi ricredersi in fretta in primavera. Una squadra tipicamente "autunnale" poi è l'Arsenal: per quanto sia apprezzabile il lavoro di Wenger sui giovani, diffiderei di una squadra con così poca esperienza e per di più priva del suo leader storico.
In linea generale la Champions di quest'anno mi sembra di qualità piuttosto bassa: molte squadre sono ancora un cantiere aperto (Real e Chelsea su tutte), altre sembrano giunte alla fine di un ciclo (Milan?), altre ancora non paiono ancora pronte per il salto di qualità (Siviglia, Roma, l'Arsenal stesso).
In questo contesto Barça e Manchester United mi sembrano le formazioni più accreditate. Poi, be', io spero sempre in un exploit dello Schalke, ma non ci credo più di tanto! :-)
Reds che alla Premier potrebbero anche ambire: i tanti (e costosi) acquisti, Torres (anche se a me piace moltissimo anche Voronin, che seguo da quando giocava al Colonia) su tutti, e le difficoltà delle avversarie potrebbero spalancare ai Reds la porta di un titolo che manca da 18 anni.
Per la Champions vedo bene anche la mia Inter, che con un Ibra a pieno regime in Champions è tutt'altra cosa. Poi mi stuzzica l'Arsenal: sull'onda dell'entusiasmo i ragazzi di Wenger potrebbero anche stupirci tutti.
Concordo sulla seconda parte di Giuliano sullo Schalke, anche se io, da buon bochumer, oltre a non crederci ci spero. :P
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