QUINTA GIORNATA: Sevilla-Espanyol 2-3: Angel (E); Luis Garcia (E); autorete Jarque (S); Koné (S); Tamudo (E).
Momento difficile per il Sevilla: dopo le due ridimensionanti sconfitte di Londra e Barcellona, questa assolutamente inattesa battuta d’ arresto casalinga. Giocano un brutto scherzo un po’ la sfortuna, un po’ l’ eccessiva foga (che prevale sul raziocinio) e un po’ l’ inopportuno avventurismo di Juande Ramos, che in pochi giorni passa da un estremo all' altro: dal banale difensivismo del Camp Nou al mezzo suicidio di questo secondo tempo. L’ Espanyol forse non ha meritato in pieno la vittoria, è raro che incanti, ma ha fatto valere tutto il suo pragmatismo di squadra solida e sempre pronta a cogliere la minima occasione coi propri pericolosissimi attaccanti.
Molti cambi nelle due formazioni: Valverde lascia in panchina Tamudo e Zabaleta, punisce Clemente Rodriguez proponendo Lacruz e Chica come terzini prevalentemente di contenimento. Jonatas finalmente dall’ inizio, alle spalle dell’ unica punta Luis Garcia. Anche Juande insiste con l’ unica punta (Kerzhakov) e Renato in appoggio, mentre Mosquera, nell’ inedita coppia con Escudé, fa il suo esordio nella Liga. Interessante esperimento sulla fascia sinistra con Duda esterno e Adriano terzino (del resto il ruolo che ha ricoperto anche nella Seleçao).
Il primo tempo è molto bloccato perché bloccato è il centrocampo: le due squadre lo affollano intasando gli spazi e rallentando i tempi dell’ azione, e nessuna ha il predominio. Nelle azioni offensive inevitabilmente episodiche che scaturiscono da tale contesto, sembra comunque il Sevilla la squadra in grado di fare più male (già in apertura Kerzhakov si era divorato un gol davanti a Kameni), ma in realtà chi passa è l’ Espanyol: mezzo pasticcio dell’ incerta difesa sevillista, respinta corta di Escudé e dal limite dell’ area Angel fucila a rete.
Con l’ Espanyol in vantaggio e ultra-conservatore, il controllo passa tutto al Sevilla, che prova a costruire soprattutto dalla solita fascia destra di Alves&Navas, ma senza il ritmo dei giorni migliori. Occorre più peso e Juande nel secondo tempo si gioca finalmente la seconda punta (mossa che andava fatta sin dall’ inizio non solo di questa partita, ma anche di quella del Camp Nou), Koné. Entra anche Diego Capel per Duda, ma quantomeno bizzarro risulta l’ arretramento di Maresca al centro della difesa. Enzo dimostra subito tutta la sua abitudine al ruolo: su un rilancio esce completamente a vuoto dalla sua zona, Riera quasi ignorandolo gli va via sulla sinistra e serve il clamoroso 0-2 a Luis Garcia, splendido nella deviazione volante a rete.
Il Sevilla accusa un po’ il colpo, ma lo aiuta a rialzarsi l’ auorete di Jarque su cross di Navas, finalmente un episodio fortunato anche per gli andalusi. A questo punto la strategia dei padroni di casa è molto chiara: mettere in campo tutto quello che ha, senza altre considerazioni. Fa bene Juande a mettere Kanouté, ma invece che sostituire Kerzhakov toglie Adriano, lasciando la squadra incredibilmente sbilanciata: tre punte, due esterni di centrocampo ultra-offensivi, un solo centrocampista centrale-Renato-con la coppia Maresca-Keita (!) al centro della difesa. Anche così la partita psicologicamente è tutta del Sevilla: Koné comincia a mettersi in mostra, ed estrae dal cilindro un gran gol per il 2-2: il cross di Capel è buono ma un po’ arretrato, l’ ivoriano ci mette una gran torsione per indirizzare di testa un pallone a spiovere sotto la traversa.
L’ assedio continua, spiovono molti cross per Kanouté, ma proprio negli ultimi minuti Juande paga salatissimo il conto delle sue scelte: senza praticamente centrocampo, la difesa rimane scoperta di fronte agli inserimenti dalle retrovie, e così, su un’ azione abbastanza casuale sulla trequarti, diventa troppo facile per Tamudo (intelligentemente inserito da Valverde proprio per colpire lo sbilanciamento del Sevilla) farsi servire sulla corsa da Luis Garcia e freddare con nonchalance Palop.
I MIGLIORI: Signor attaccante Luis Garcia: completo, dotato nel palleggio, opportunista, bravo come spalla e come finalizzatore. Un signore anche Riera, in un periodo in cui ha grande fiducia nei suoi eccellenti mezzi. Kameni mette in mostra il meglio del suo repertorio, gli enormi riflessi. Positivo Jarque, nonostante la sfortunatissima autorete. Ottimo Angel, giocatore che ha senso tattico e idee sempre chiare.
Navas è il più continuo del Sevilla, Koné comincia a farsi conoscere: ieri sera ha giocato nel suo modulo ideale, cioè “ognuno per conto suo”, si esalta nelle sue percussioni e inventa un gran gol.
I PEGGIORI: Non è facile dimostrare quanto si vale con una fiducia che va a singhiozzo (francamente poco comprensibile quando De La Pena è fuori per infortunio), ma Jonatas ci mette anche del suo. Fuori dal gioco e senza spunti degni di nota.
La serata nera di Kerzhakov, non ne azzecca una: clamorosi i due gol mangiati (il primo ad inizio partita, ciabatta a lato davanti a Kameni, il secondo nel secondo tempo con un’ incredibile conclusione alta a porta vuota, molto più difficile da sbagliare che da mettere dentro). Male la coppia di centrali Mosquera-Escudé, evidentemente a corto d’ intesa: il colombiano poi non pare l’ idolo di Juande, che lo ha già sostituito dopo 45’ nelle due partite in cui lo ha impiegato (L’ altra era la Supercoppa di ritorno al Bernabeu). Certo però che se il rimedio è Maresca stopper…
Sevilla (4-4-1-1): Palop 6; Alves 6, Mosquera 5,5 (dal 1’ s.t. Koné 7), Escudé 5,5, Adriano 5,5 (dal 17’ s.t. Kanouté 6); Jesus Navas 6,5, Maresca 5,5, Keita 6, Duda 5,5 (dal 1’ s.t. Capel 6,5); Renato 5,5; Kerzhakov 4,5.
In panchina: De Sanctis, Boulahrouz, Hinkel, Martì.
Espanyol (4-2-3-1): Kameni 7; Lacruz 6 (dal 34’ s.t. Zabaleta s.v.), Torrejon 6, Jarque 6,5, Chica 5,5; Moisés 6, Angel 7; Valdo 5,5 (dal 30’ s.t. Tamudo 7), Jonatas 5 (Smiljanic s.v.), Riera 6,5; Luis Garcia 7.
In panchina: Lafuente, Serran, Moha, Coro.
Gol: Luis Garcia 29’ (E); Luis Garcia 54’ (E); autorete Jarque 59’ (S); Koné 64’ (S); Tamudo 88’ (E).
Arbitro: Mejuto Gonzalez. Ammoniti: Jesus Navas per il Sevilla; Riera e Luis Garcia per l’ Espanyol.
Molti cambi nelle due formazioni: Valverde lascia in panchina Tamudo e Zabaleta, punisce Clemente Rodriguez proponendo Lacruz e Chica come terzini prevalentemente di contenimento. Jonatas finalmente dall’ inizio, alle spalle dell’ unica punta Luis Garcia. Anche Juande insiste con l’ unica punta (Kerzhakov) e Renato in appoggio, mentre Mosquera, nell’ inedita coppia con Escudé, fa il suo esordio nella Liga. Interessante esperimento sulla fascia sinistra con Duda esterno e Adriano terzino (del resto il ruolo che ha ricoperto anche nella Seleçao).
Il primo tempo è molto bloccato perché bloccato è il centrocampo: le due squadre lo affollano intasando gli spazi e rallentando i tempi dell’ azione, e nessuna ha il predominio. Nelle azioni offensive inevitabilmente episodiche che scaturiscono da tale contesto, sembra comunque il Sevilla la squadra in grado di fare più male (già in apertura Kerzhakov si era divorato un gol davanti a Kameni), ma in realtà chi passa è l’ Espanyol: mezzo pasticcio dell’ incerta difesa sevillista, respinta corta di Escudé e dal limite dell’ area Angel fucila a rete.
Con l’ Espanyol in vantaggio e ultra-conservatore, il controllo passa tutto al Sevilla, che prova a costruire soprattutto dalla solita fascia destra di Alves&Navas, ma senza il ritmo dei giorni migliori. Occorre più peso e Juande nel secondo tempo si gioca finalmente la seconda punta (mossa che andava fatta sin dall’ inizio non solo di questa partita, ma anche di quella del Camp Nou), Koné. Entra anche Diego Capel per Duda, ma quantomeno bizzarro risulta l’ arretramento di Maresca al centro della difesa. Enzo dimostra subito tutta la sua abitudine al ruolo: su un rilancio esce completamente a vuoto dalla sua zona, Riera quasi ignorandolo gli va via sulla sinistra e serve il clamoroso 0-2 a Luis Garcia, splendido nella deviazione volante a rete.
Il Sevilla accusa un po’ il colpo, ma lo aiuta a rialzarsi l’ auorete di Jarque su cross di Navas, finalmente un episodio fortunato anche per gli andalusi. A questo punto la strategia dei padroni di casa è molto chiara: mettere in campo tutto quello che ha, senza altre considerazioni. Fa bene Juande a mettere Kanouté, ma invece che sostituire Kerzhakov toglie Adriano, lasciando la squadra incredibilmente sbilanciata: tre punte, due esterni di centrocampo ultra-offensivi, un solo centrocampista centrale-Renato-con la coppia Maresca-Keita (!) al centro della difesa. Anche così la partita psicologicamente è tutta del Sevilla: Koné comincia a mettersi in mostra, ed estrae dal cilindro un gran gol per il 2-2: il cross di Capel è buono ma un po’ arretrato, l’ ivoriano ci mette una gran torsione per indirizzare di testa un pallone a spiovere sotto la traversa.
L’ assedio continua, spiovono molti cross per Kanouté, ma proprio negli ultimi minuti Juande paga salatissimo il conto delle sue scelte: senza praticamente centrocampo, la difesa rimane scoperta di fronte agli inserimenti dalle retrovie, e così, su un’ azione abbastanza casuale sulla trequarti, diventa troppo facile per Tamudo (intelligentemente inserito da Valverde proprio per colpire lo sbilanciamento del Sevilla) farsi servire sulla corsa da Luis Garcia e freddare con nonchalance Palop.
I MIGLIORI: Signor attaccante Luis Garcia: completo, dotato nel palleggio, opportunista, bravo come spalla e come finalizzatore. Un signore anche Riera, in un periodo in cui ha grande fiducia nei suoi eccellenti mezzi. Kameni mette in mostra il meglio del suo repertorio, gli enormi riflessi. Positivo Jarque, nonostante la sfortunatissima autorete. Ottimo Angel, giocatore che ha senso tattico e idee sempre chiare.
Navas è il più continuo del Sevilla, Koné comincia a farsi conoscere: ieri sera ha giocato nel suo modulo ideale, cioè “ognuno per conto suo”, si esalta nelle sue percussioni e inventa un gran gol.
I PEGGIORI: Non è facile dimostrare quanto si vale con una fiducia che va a singhiozzo (francamente poco comprensibile quando De La Pena è fuori per infortunio), ma Jonatas ci mette anche del suo. Fuori dal gioco e senza spunti degni di nota.
La serata nera di Kerzhakov, non ne azzecca una: clamorosi i due gol mangiati (il primo ad inizio partita, ciabatta a lato davanti a Kameni, il secondo nel secondo tempo con un’ incredibile conclusione alta a porta vuota, molto più difficile da sbagliare che da mettere dentro). Male la coppia di centrali Mosquera-Escudé, evidentemente a corto d’ intesa: il colombiano poi non pare l’ idolo di Juande, che lo ha già sostituito dopo 45’ nelle due partite in cui lo ha impiegato (L’ altra era la Supercoppa di ritorno al Bernabeu). Certo però che se il rimedio è Maresca stopper…
Sevilla (4-4-1-1): Palop 6; Alves 6, Mosquera 5,5 (dal 1’ s.t. Koné 7), Escudé 5,5, Adriano 5,5 (dal 17’ s.t. Kanouté 6); Jesus Navas 6,5, Maresca 5,5, Keita 6, Duda 5,5 (dal 1’ s.t. Capel 6,5); Renato 5,5; Kerzhakov 4,5.
In panchina: De Sanctis, Boulahrouz, Hinkel, Martì.
Espanyol (4-2-3-1): Kameni 7; Lacruz 6 (dal 34’ s.t. Zabaleta s.v.), Torrejon 6, Jarque 6,5, Chica 5,5; Moisés 6, Angel 7; Valdo 5,5 (dal 30’ s.t. Tamudo 7), Jonatas 5 (Smiljanic s.v.), Riera 6,5; Luis Garcia 7.
In panchina: Lafuente, Serran, Moha, Coro.
Gol: Luis Garcia 29’ (E); Luis Garcia 54’ (E); autorete Jarque 59’ (S); Koné 64’ (S); Tamudo 88’ (E).
Arbitro: Mejuto Gonzalez. Ammoniti: Jesus Navas per il Sevilla; Riera e Luis Garcia per l’ Espanyol.
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