QUARTA GIORNATA: Valladolid-Real Madrid 1-1: Pedro Lopez (V); Saviola (R).
Enorme ingiustizia, beffa atroce per un Valladolid COLOSSALE. Non mi è capitato tanto spesso di veder giocare così bene al calcio, collettivamente. Un concetto di gioco molto simile a quello del miglior Valencia di Benitez, un omaggio ad un maestro come Arrigo Sacchi, e poco importa che gli undici in campo non siano proprio dei fuoriclasse, se c’è un’ Idea da imporre, qualunque sia l’ avversario.
Purtroppo però il calcio dell’ uguaglianza se ne infischia: se al piccolo Valladolid occorre una mole di gioco sovrumana per ricavarne un misero golletto, al grande Real Madrid basta invece un respiro, un’ improvvisazione su uno spartito inesistente, per portare a casa quello che gli occorre.
Già l’ avevamo sottolineato parlando del furto di sabato scorso al Mestalla: questo Valladolid controlla tutte le variabili meno quella decisiva , cioè il gol. Per dominare quel particolare ci vuole ahiloro la qualità dei più grandi: non dai respiro all’ avversario, lo schiacci, gli impartisci una lezione di organizzazione tattica ed agonismo, lo rinchiudi nella sua area ma non fai che girarci continuamente attorno, con le azioni che sfumano sempre al momento di dare l’ ultimo passaggio o di finalizzare. Il gol viene soltanto da una prodezza difficilmente ripetibile di Pedro Lopez, e il pur generoso Llorente manda in fumo quasi ogni attacco.
Arrivi così con un solo gol di vantaggio a pochi minuti dal traguardo, e cominciano a tremarti le gambe: musica per le orecchie del Real Madrid, che sa che almeno un’ occasione prima del fischio finale l’ avrà, e di certo non farà sconti: Guti al limite dell’ area, l’ azione che preferisce, tocco morbido filtrante per Van Nistelrooy tenuto in gioco da Marcos, l’ olandese è freddo e altruista al tempo stesso e serve l’ 1-1 a porta vuota per il subentrato Saviola.
Beffa amara quanto nell’ aria per il pubblico del Zorilla, e i rimpianti per il Valladolid non finiscono certo qui, perché Llorente allo scadere si preoccupa di mandare clamorosamente alta una respinta difettosa di Casillas. Il Real Madrid è grande perché si può permettere Van Nistelrooy, il Valladolid è piccolo perché, con tutto il rispetto, si deve accontentare di Llorente…
I primi 10 minuti sono impressionanti, una dimostrazione elevata all’ ennesima potenza di quello che sarà l’ andazzo di tutto il match. Non esagero se dico che il Real Madrid fatica addirittura ad uscire dalla propria metacampo: il pressing scientifico del Valladolid lo schiavizza. I padroni di casa si riversano per intero nella metacampo madridista: ogni pallone che scappa dall’ area di Casillas o che il Madrid prova a verticalizzare diventa preda facile di un centrocampo dominante, accompagnato da una difesa implacabile nell'’aggredire alto.
Grandi spunti di Sisi, mobilità da Kome e Llorente, vivacità da Sesma, ma è il Real Madrid a rendersi per primo veramente pericoloso (fuga di Robinho sulla destra, tiro-cross e tap-in mancato da Van Nistelrooy), segno evidente della differenza enorme di potenziale fra le due squadre. Il dominio netto del Valladolid svanisce in area di rigore nell’ inconsistenza di Llorente, mentre il Real Madrid le rare volte in cui riesce a saltare il pressing inquieta con le sue individualità, come quando la splendida girata di Raul al limite dell’ area trova il provvidenziale intervento di Butelle. A bilanciare il saldo delle occasioni comunque ci pensa Sisi che libera un gran sinistro a girare che finirebbe sotto la traversa se Casillas non mettesse la mano provvidenziale.
L’ avvio del secondo tempo è in fotocopia rispetto al primo: intensità, possesso-palla ma finalizzazione inesistente, i palloni vagano ma Llorente tace… Il Real ha poi un momento di respiro solo quando il Valladolid rifiata, Van Nistelrooy ci prova col destro, ma è il Valladolid (che cerca più qualità negli ultimi metri col cambio Kome-Victor) a trovare finalmente il gol, con una inimmaginabile sassata di Pedro Lopez dalla lunghissima distanza.
In vantaggio, il Valladolid cerca ovviamente la gestione del risultato (esce Sisi, che ha dato tutto, ed entra il terzino sinistro Marcos, con Sesma che cambia fascia ed Oscar Sanchez che avanza a centrocampo), con oculatezza ma senza eccessive barricate, anzi disponendo pure di un ottimo contropiede, sciupato orrendamente da Llorente, ça va sans dire. Real Madrid salvo e cattivo al massimo nel colpire, sull’ asse Guti-Van Nistelrooy-Saviola l’ unico vero momento di debolezza di quest’ eccezionale Valladolid.
I MIGLIORI: Tanti nel Valladolid, sempre tenendo presente che è la forza del collettivo ad esaltare oltre ogni misura le prestazioni individuali. Borja padrone del centrocampo: spezza, costruisce, riparte, prova anche da fuori (con un sinistro dal limite sfiora anche il gol), con una continuità d’ azione impressionante. Pedro Lopez quasi-eroe: al di là del super-gol, una prestazione notevolissima sulla destra, cancella Drenthe e supporta l’ azione offensiva abbinando a ritmi elevatissimi una precisione più che discreta.
Esplosivo il puffo Sisi, calato nel secondo tempo ma difficilmente controllabile nel primo, coi suoi scatti e il suo baricentro basso. Ha picchi molto meno eclatanti ma dura di più Sesma, vivace palla al piede e ficcante nel proporre tagli e cercare la profondità. Ottimo leader difensivo Garcia Calvo, buona scelta di tempo e letture spesso azzeccate. Guti viene polverizzato dal pressing avversario, ma le sue magiche doti di rifinitore risultano determinanti nell’ occasione giusta.
I PEGGIORI: Pessimo l’ ex giocatore Salgado (graziato pure dall’ arbitro: ha rischiato l’ espulsione), in serie difficoltà sia con Sesma che con Sisi quando viene dalle sue parti, inghiottito Drenthe, Casillas rischia di combinarla grossa nel finale, ma Llorente lo grazia.
Ecco, Llorente: non mi andrebbe proprio di additare responsabili o pecore nere, ma è innegabile che il basco debba avere sulla coscienza un 90% dei due punti scappati via al Valladolid. Fa un ottimo lavoro senza palla, viene incontro o si offre in profondità con intelligenza a seconda dei casi, ma in area manca completamente di killer instinct (forse, giocando in un 4-2-3-1, delle volte si trova anche un po’ solo). Sciupa poi due azioni clamorose: sull’ 1-0, chiude nella maniera più goffa il contropiede che potrebbe valere il raddoppio, mentre già sull’ 1-1 e allo scadere, si divora la palla che l’ inattesa papera di Casillas gli consegna sul destro, a due passi dalla rete.
Valladolid (4-2-3-1): Butelle 6; Pedro Lopez 7,5, Rafa 6,5, Garcia Calvo 7, Oscar Sanchez 6,5; Borja 7,5, Alvaro Rubio 6,5 (dall’ 81’ Vivar Dorado s.v.); Sisi 7 (dal 76’ Marcos 5,5), Kome 6,5 (dal 63’ Victor 6), Jonathan Sesma 7; Llorente 4,5.
In panchina: Alberto, Cifuentes, Javier Baraja, Ogbeche.
Real Madrid (4-4-1-1): Casillas 5,5; Salgado 4,5 (dall’ 83’ Saviola 6,5), Cannavaro 6, Sergio Ramos 6, Marcelo 5,5; Robinho 6 (dal 61’ Higuain 5,5), Diarra 5,5, Guti 6,5, Drenthe 5 (dal 61’ Robben 5,5); Raul 6, Van Nistelrooy 6.
In panchina: Dudek, Heinze, Sneijder, Gago.
Gol: Pedro Lopez 69’ (V); Saviola 86’ (R).
Arbitro: Iturralde Gonzalez. Ammoniti: Butelle e Borja per il Valladolid; Michel Salgado per il Real Madrid.
Purtroppo però il calcio dell’ uguaglianza se ne infischia: se al piccolo Valladolid occorre una mole di gioco sovrumana per ricavarne un misero golletto, al grande Real Madrid basta invece un respiro, un’ improvvisazione su uno spartito inesistente, per portare a casa quello che gli occorre.
Già l’ avevamo sottolineato parlando del furto di sabato scorso al Mestalla: questo Valladolid controlla tutte le variabili meno quella decisiva , cioè il gol. Per dominare quel particolare ci vuole ahiloro la qualità dei più grandi: non dai respiro all’ avversario, lo schiacci, gli impartisci una lezione di organizzazione tattica ed agonismo, lo rinchiudi nella sua area ma non fai che girarci continuamente attorno, con le azioni che sfumano sempre al momento di dare l’ ultimo passaggio o di finalizzare. Il gol viene soltanto da una prodezza difficilmente ripetibile di Pedro Lopez, e il pur generoso Llorente manda in fumo quasi ogni attacco.
Arrivi così con un solo gol di vantaggio a pochi minuti dal traguardo, e cominciano a tremarti le gambe: musica per le orecchie del Real Madrid, che sa che almeno un’ occasione prima del fischio finale l’ avrà, e di certo non farà sconti: Guti al limite dell’ area, l’ azione che preferisce, tocco morbido filtrante per Van Nistelrooy tenuto in gioco da Marcos, l’ olandese è freddo e altruista al tempo stesso e serve l’ 1-1 a porta vuota per il subentrato Saviola.
Beffa amara quanto nell’ aria per il pubblico del Zorilla, e i rimpianti per il Valladolid non finiscono certo qui, perché Llorente allo scadere si preoccupa di mandare clamorosamente alta una respinta difettosa di Casillas. Il Real Madrid è grande perché si può permettere Van Nistelrooy, il Valladolid è piccolo perché, con tutto il rispetto, si deve accontentare di Llorente…
I primi 10 minuti sono impressionanti, una dimostrazione elevata all’ ennesima potenza di quello che sarà l’ andazzo di tutto il match. Non esagero se dico che il Real Madrid fatica addirittura ad uscire dalla propria metacampo: il pressing scientifico del Valladolid lo schiavizza. I padroni di casa si riversano per intero nella metacampo madridista: ogni pallone che scappa dall’ area di Casillas o che il Madrid prova a verticalizzare diventa preda facile di un centrocampo dominante, accompagnato da una difesa implacabile nell'’aggredire alto.
Grandi spunti di Sisi, mobilità da Kome e Llorente, vivacità da Sesma, ma è il Real Madrid a rendersi per primo veramente pericoloso (fuga di Robinho sulla destra, tiro-cross e tap-in mancato da Van Nistelrooy), segno evidente della differenza enorme di potenziale fra le due squadre. Il dominio netto del Valladolid svanisce in area di rigore nell’ inconsistenza di Llorente, mentre il Real Madrid le rare volte in cui riesce a saltare il pressing inquieta con le sue individualità, come quando la splendida girata di Raul al limite dell’ area trova il provvidenziale intervento di Butelle. A bilanciare il saldo delle occasioni comunque ci pensa Sisi che libera un gran sinistro a girare che finirebbe sotto la traversa se Casillas non mettesse la mano provvidenziale.
L’ avvio del secondo tempo è in fotocopia rispetto al primo: intensità, possesso-palla ma finalizzazione inesistente, i palloni vagano ma Llorente tace… Il Real ha poi un momento di respiro solo quando il Valladolid rifiata, Van Nistelrooy ci prova col destro, ma è il Valladolid (che cerca più qualità negli ultimi metri col cambio Kome-Victor) a trovare finalmente il gol, con una inimmaginabile sassata di Pedro Lopez dalla lunghissima distanza.
In vantaggio, il Valladolid cerca ovviamente la gestione del risultato (esce Sisi, che ha dato tutto, ed entra il terzino sinistro Marcos, con Sesma che cambia fascia ed Oscar Sanchez che avanza a centrocampo), con oculatezza ma senza eccessive barricate, anzi disponendo pure di un ottimo contropiede, sciupato orrendamente da Llorente, ça va sans dire. Real Madrid salvo e cattivo al massimo nel colpire, sull’ asse Guti-Van Nistelrooy-Saviola l’ unico vero momento di debolezza di quest’ eccezionale Valladolid.
I MIGLIORI: Tanti nel Valladolid, sempre tenendo presente che è la forza del collettivo ad esaltare oltre ogni misura le prestazioni individuali. Borja padrone del centrocampo: spezza, costruisce, riparte, prova anche da fuori (con un sinistro dal limite sfiora anche il gol), con una continuità d’ azione impressionante. Pedro Lopez quasi-eroe: al di là del super-gol, una prestazione notevolissima sulla destra, cancella Drenthe e supporta l’ azione offensiva abbinando a ritmi elevatissimi una precisione più che discreta.
Esplosivo il puffo Sisi, calato nel secondo tempo ma difficilmente controllabile nel primo, coi suoi scatti e il suo baricentro basso. Ha picchi molto meno eclatanti ma dura di più Sesma, vivace palla al piede e ficcante nel proporre tagli e cercare la profondità. Ottimo leader difensivo Garcia Calvo, buona scelta di tempo e letture spesso azzeccate. Guti viene polverizzato dal pressing avversario, ma le sue magiche doti di rifinitore risultano determinanti nell’ occasione giusta.
I PEGGIORI: Pessimo l’ ex giocatore Salgado (graziato pure dall’ arbitro: ha rischiato l’ espulsione), in serie difficoltà sia con Sesma che con Sisi quando viene dalle sue parti, inghiottito Drenthe, Casillas rischia di combinarla grossa nel finale, ma Llorente lo grazia.
Ecco, Llorente: non mi andrebbe proprio di additare responsabili o pecore nere, ma è innegabile che il basco debba avere sulla coscienza un 90% dei due punti scappati via al Valladolid. Fa un ottimo lavoro senza palla, viene incontro o si offre in profondità con intelligenza a seconda dei casi, ma in area manca completamente di killer instinct (forse, giocando in un 4-2-3-1, delle volte si trova anche un po’ solo). Sciupa poi due azioni clamorose: sull’ 1-0, chiude nella maniera più goffa il contropiede che potrebbe valere il raddoppio, mentre già sull’ 1-1 e allo scadere, si divora la palla che l’ inattesa papera di Casillas gli consegna sul destro, a due passi dalla rete.
Valladolid (4-2-3-1): Butelle 6; Pedro Lopez 7,5, Rafa 6,5, Garcia Calvo 7, Oscar Sanchez 6,5; Borja 7,5, Alvaro Rubio 6,5 (dall’ 81’ Vivar Dorado s.v.); Sisi 7 (dal 76’ Marcos 5,5), Kome 6,5 (dal 63’ Victor 6), Jonathan Sesma 7; Llorente 4,5.
In panchina: Alberto, Cifuentes, Javier Baraja, Ogbeche.
Real Madrid (4-4-1-1): Casillas 5,5; Salgado 4,5 (dall’ 83’ Saviola 6,5), Cannavaro 6, Sergio Ramos 6, Marcelo 5,5; Robinho 6 (dal 61’ Higuain 5,5), Diarra 5,5, Guti 6,5, Drenthe 5 (dal 61’ Robben 5,5); Raul 6, Van Nistelrooy 6.
In panchina: Dudek, Heinze, Sneijder, Gago.
Gol: Pedro Lopez 69’ (V); Saviola 86’ (R).
Arbitro: Iturralde Gonzalez. Ammoniti: Butelle e Borja per il Valladolid; Michel Salgado per il Real Madrid.
Etichette: Liga, Real Madrid, Valladolid
3 Comments:
strano, di solito Llorente non si mangia certi gol, in Segunda era un bel cannoniere e forse sta un po' patendo il salto di categoria...
Purtroppo il match non l'ho visto, Rojadirecta ieri faceva le bizze, ma dai resumenes deduco che si è trattato di un furto in puro stile era-Capello. Eh, la tanto decantata aria nuova!
Certo, l' anno scorso credo abbia avuto la media-gol migliore di tutta la Segunda (anche se il capocannoniere è stato Marcos Marques).
Ieri come gioco non c'è stata storia, un vero e proprio abisso, però siamo alle solite: a squadre come Real Madrid e Barça basta un' occasione. E' tremendamente ingiusto, ma il calcio purtroppo è così.
La storia del cambio di stile da Capello a Schuster per il momento resta una montatura di "As", che ha preso per oro colato un derby giocato da una porta all' altra, senza centrocampo, ed una sessione di allenamento in vantaggio di tre gol sul campo di Villarreal.
La squadra non controlla il possesso-palla, non domina con continuità il gioco, ma va a fiammate, esattamente come con l' ultimo Capello (soltanto che ora mette in campo più giocatori offensivi e le fiammate son più spettacolari e ancora più pericolose). Quando perde palla poi, soffre tantissimo, ha evidenti problemi di coesione fra le linee di centrocampo e difesa e nella copertura della fasce. Almeria e Valladolid (due neopromosse, erano anni che la Liga non aveva nuovi inquilini così interessanti. L' Almeria è pazzesco: gioca con una mentalità che è un misto fra Zeman e il Barça...) hanno evidenziato queste difficoltà, soffocando da subito l' impostazione del gioco e tenendo con una difesa alta il Real Madrid il più lontano possibile dalla propria area.
Ciò che fa più male al Real Madrid, perchè gli impedisce di sfruttare Van Nistelrooy (che, così come Raul, non ha più la velocità negli spazi di un Villa o di un Eto'o: è un incentivo ad aggredire alto per gli avversari del Real) nelle mischie in area e limita parecchio i tiratori da fuori come Sneijder.
Però resta una squadra pericolosissima il Real, forse la più pericolosa in assoluto dal punto di vista offensivo, perchè quella con più soluzioni. Il Barça ha i solisti migliori, ma l' unica sua risorsa è la triangolazione stretta o l' uno contro uno, mentre il Real Madrid ha non solo grandi palleggiatori e dribblatori, ma ha pure il tiro da fuori, gioco areo, peso in area di rigore, calci piazzati ecc... Un fattore che potrebbe avere un peso determinante in questa stagione.
AHI AHI AHI ke partita , nn mi è piaciuta , forse xke tifo real , e il real ha fatto skifo ieri .
ke pressing , 90 min di pressing assfissiante ...........xo è da dire ke il valladiolid appena prendeva palla faceva solo lanci lunghi , il real quindi ricominciava sempre da capo . il real ha giocato da skifo..........
complimenti al VALL.......
hala madrid
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