DODICESIMA GIORNATA: Deportivo-Athletic Bilbao 3-1: Zé Castro (D); Verdú, rig. (D); Javi Martínez (A); Guardado (D).
Due squadre non proprio aduse al calcio-spettacolo confezionano una partita tutto sommato gradevole, equilibrata e con possibilità da una parte e dall’altra fino a quando il Deportivo non la chiude in contropiede negli ultimi minuti, consolidandosi a ridosso della zona-Uefa e al tempo stesso consolidando anche la delicatissima situazione di classifica dell’Athletic.
Caparros ripete la formazione vincente con l’Osasuna, eccettuando il recupero di Amorebieta e l’inversione dei due esterni di centrocampo (Susaeta va a sinistra, David López a destra). L’assenza di Lopo fa proporre a Lotina la coppia di centrali difensivi Zé Castro-Piscu, mentre il turnover in vista dell’Uefa (meno indiscriminato rispetto alle prime partite della stagione, quando non esisteva proprio un undici tipo; ora invece si riconoscono alcune costanti come la linea di trequartisti Lafita-Verdú-Guardado) dà spazio a Bodipo, solitamente ultimissima scelta offensiva, e ad Antonio Tomás in cabina di regia al posto di Sergio.
Le prime fasi vedono il Depor fare la partita, trovando sbocco i galiziani soprattutto nelle combinazioni e negli scambi di posizione fra Verdú e Lafita sul centro-destra della trequarti, che disorientano un po’ il sistema difensivo dell’Athletic. Proprio da un’alzata di genio di Verdú nasce il vantaggio dei padroni di casa: su una punizione dalla fascia destra, il canterano del Barça calcia direttamente in porta, Iraizoz ha il guizzo giusto sul primo palo ma la palla viene rinviata sui piedi di Zé Castro a centro area, il quale fra la colpevole passività di tutta la difesa bilbaina può insaccare liberamente nella porta sguarnita.
La partita è molto vivace, e l’Athletic ha subito l’occasione per rimettersi in pista quando Mejuto González fischia un discutibile rigore per un discutibile fallo su Llorente sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Iraola non batte nel migliore dei modi, ma è il guizzo di Aranzubia, l’ex della serata, a meritare in quest’occasione la sottolineatura.
Nei continui ribaltamenti che dominano la logica di questo incontro si può passare immediatamente dal possibile 1-1 al possibile 2-0, ciò che succede quando Aitor Ocio perde un pallone assurdo nella sua metacampo, senza nemmeno essere pressato, avviando Guardado dritto verso Iraizoz: il messicano però fa anche di peggio, sparacchiando in due battute addosso al portiere basco, comunque reattivo.
Dopo il vantaggio il Deportivo lascia che a venire avanti sia l’Athletic, senza soffrire e creandosi i presupposti per il contropiede, come quello che nel finale del primo tempo sembra chiudere la partita: il generoso (soltanto quello) Bodipo fugge in profondità, insegue un pallone che lo porterebbe tutt’al più in posizione defilata, ma qui trova l’amico Amorebieta, al solito finissimo stratega e calcolatore, il quale non trova di meglio che urtarlo vistosamente all’ingresso dell’area di rigore. Bodipo si sacrifica per la patria (uscirà infortunato proprio per i postumi di questa caduta; al suo posto Mista, che si muoverà discretamente), Verdú esegue con una certa classe dagli undici metri.
La ripresa ha un copione chiarissimo: Athletic che si allunga, che deve allungarsi, alla ricerca della rimonta, Depor ben contento di poter agire di rimessa. L’Athletic arriva con relativa facilità alla trequarti avversaria, perché il Depor è una squadra che fatica un po’ a rubare palla e non la ruba praticamente mai nella metacampo avversaria, ma l’azione basca resta come al solito decisamente scolastica: entrano Etxeberria e Ion Vélez, ma non si va oltre lo scarico della palla sugli esterni e susseguente scontato tentativo di cross. Manca sempre la possibilità di variare e arricchire la manovra per linee interne (ancora di più considerando l’assenza di Yeste), quella possibilità che al Depor regalano ad esempio le caratteristiche dei Guardado e dei Lafita.
L’unico riferimento offensivo credibile per i baschi è il solito Llorente, passato nel giro di meno di un anno dalla condizione di talento inesploso e decorativo a quella di vero e proprio dittatore della tremendamente scarna manovra zurigorri: terminale di tutte le azioni, i compagni in mancanza d’altro lo cercano in maniera sbrigativa sperando che possa comunque succedere qualcosa. Fernando ha due occasioni ghiotte nella ripresa, la prima una girata su una punizione dalla destra che termina di poco a lato, la seconda quando mette stupendamente giù un lancio di Javi Martínez ma viene fermato in calcio d’angolo.
A segnare però non è Llorente ma Javi Martínez, che sul calibrato cross di Orbaiz (leggermente cresciuto nel secondo tempo) propone uno di quegli inserimenti che vorremmo vedergli offrire più spesso incornando a rete di potenza. Caparros mette anche Del Olmo, semi-oggetto misterioso finora, l’Athletic preme orgoglioso e in mischia vede negarsi il pareggio soltanto da un salvataggio di… Javi Martínez sul destro a botta sicura di Llorente. La beffa è consumata, e il Depor, su un contropiede brillantemente condotto dal subentrato Sergio e da Filipe e finalizzato da Guardado, può veleggiare così tranquillo verso il 3-1.
I MIGLIORI: Non può che essere la serata di Aranzubia: portiere titolare dell’Under 20 campione del mondo nel 1999 (davanti a un tale Iker Casillas), buon protagonista nei suoi primi anni da titolare all’Athletic, poi crollato in una depressione tecnica che nessuno dei tanti cambi di panchina al San Mames era riuscito ad alterare (fino all’onta di arrivare a cedere la titolarità del ruolo a un ceffo quale Lafuente). A La Coruña è rinato, anche al di là della grande prova di ieri. Bene pure Iraizoz dall’altra parte.
L’altro protagonista è Joan Verdú, che in questa stagione ha finalmente acquisito una dimensione propria: non certo quella di fuoriclasse, che gli è decisamente estranea, ma sì di giocatore importante per il Deportivo. Con Valerón agli sgoccioli e costretto ormai ad assaporare il campo a piccole dosi, la trequarti è sua, unico giocatore della rosa (a parte appunto il genio canario) ad avere nelle corde l’ultimo passaggio.
I PEGGIORI: Un po’di note stonate nell’Athletic. Male i due difensori centrali: Amorebieta prosegue nell’inesorabile dilapidazione del credito guadagnato la scorsa stagione (che gli era valso pure la convocazione di Del Bosque nell’amichevole dell’Agosto scorso in Danimarca) con un’altra ingenuità che conferma come possedere mezzi naturali da privilegiato non serva a niente se a questi non si accompagna l’uso della ragione; pure Aitor Ocio pasticcia.
Male anche gli esterni: fumoso e senza profondità Susaeta, anonimo come suo triste costume David López. Inesistente Garmendia.
Deportivo (4-2-3-1): Aranzubía 7; Manuel Pablo 6,5, Zé Castro 6,5, Piscu 6, Filipe 6,5; A. Tomás 6(64'), Juan Rodríguez 6; Lafita 6,5(86'), Verdú 7, Guardado 6,5; Bodipo 6(45').
In panchina: Fabricio, Colotto, Sergio 6(64'), Cristian s.v.(86'), Valerón, Omar Bravo, Mista 6(45').
Athletic (4-4-1-1): Iraizoz 6,5; Iraola 5,5, Ocio 5, Amorebieta 5, Balenziaga 5,5; David López 5(57') Orbaiz 6, Javi Martínez 6,5, Susaeta 5,5(84'); Garmendia 5(46'); Llorente 6,5.
In panchina: Armando, Etxeita, Gurpegi, Gabilondo, Etxeberria 5,5(46'), Del Olmo s.v.(84') Ion Vélez 5,5(57').
Goles: 1-0 (20'): Zé Castro remacha en el área. 2-0 (44'): Verdú marca de penalti. 2-1 (72'): Javi Martínez, de perfecto cabezazo. 3-1 (95'+): Guardado culmina un contraataque.
Árbitro: Mejuto González, del Colegio Asturiano. Amonestó a David López (32'), Orbaiz (47'), Guardado (86'), Zé Castro (88') y Verdú (94'+).
Incidencias: Riazor. 14.000 espectadores. Partido declarado de 'Alto Riesgo' sin incidentes
Caparros ripete la formazione vincente con l’Osasuna, eccettuando il recupero di Amorebieta e l’inversione dei due esterni di centrocampo (Susaeta va a sinistra, David López a destra). L’assenza di Lopo fa proporre a Lotina la coppia di centrali difensivi Zé Castro-Piscu, mentre il turnover in vista dell’Uefa (meno indiscriminato rispetto alle prime partite della stagione, quando non esisteva proprio un undici tipo; ora invece si riconoscono alcune costanti come la linea di trequartisti Lafita-Verdú-Guardado) dà spazio a Bodipo, solitamente ultimissima scelta offensiva, e ad Antonio Tomás in cabina di regia al posto di Sergio.
Le prime fasi vedono il Depor fare la partita, trovando sbocco i galiziani soprattutto nelle combinazioni e negli scambi di posizione fra Verdú e Lafita sul centro-destra della trequarti, che disorientano un po’ il sistema difensivo dell’Athletic. Proprio da un’alzata di genio di Verdú nasce il vantaggio dei padroni di casa: su una punizione dalla fascia destra, il canterano del Barça calcia direttamente in porta, Iraizoz ha il guizzo giusto sul primo palo ma la palla viene rinviata sui piedi di Zé Castro a centro area, il quale fra la colpevole passività di tutta la difesa bilbaina può insaccare liberamente nella porta sguarnita.
La partita è molto vivace, e l’Athletic ha subito l’occasione per rimettersi in pista quando Mejuto González fischia un discutibile rigore per un discutibile fallo su Llorente sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Iraola non batte nel migliore dei modi, ma è il guizzo di Aranzubia, l’ex della serata, a meritare in quest’occasione la sottolineatura.
Nei continui ribaltamenti che dominano la logica di questo incontro si può passare immediatamente dal possibile 1-1 al possibile 2-0, ciò che succede quando Aitor Ocio perde un pallone assurdo nella sua metacampo, senza nemmeno essere pressato, avviando Guardado dritto verso Iraizoz: il messicano però fa anche di peggio, sparacchiando in due battute addosso al portiere basco, comunque reattivo.
Dopo il vantaggio il Deportivo lascia che a venire avanti sia l’Athletic, senza soffrire e creandosi i presupposti per il contropiede, come quello che nel finale del primo tempo sembra chiudere la partita: il generoso (soltanto quello) Bodipo fugge in profondità, insegue un pallone che lo porterebbe tutt’al più in posizione defilata, ma qui trova l’amico Amorebieta, al solito finissimo stratega e calcolatore, il quale non trova di meglio che urtarlo vistosamente all’ingresso dell’area di rigore. Bodipo si sacrifica per la patria (uscirà infortunato proprio per i postumi di questa caduta; al suo posto Mista, che si muoverà discretamente), Verdú esegue con una certa classe dagli undici metri.
La ripresa ha un copione chiarissimo: Athletic che si allunga, che deve allungarsi, alla ricerca della rimonta, Depor ben contento di poter agire di rimessa. L’Athletic arriva con relativa facilità alla trequarti avversaria, perché il Depor è una squadra che fatica un po’ a rubare palla e non la ruba praticamente mai nella metacampo avversaria, ma l’azione basca resta come al solito decisamente scolastica: entrano Etxeberria e Ion Vélez, ma non si va oltre lo scarico della palla sugli esterni e susseguente scontato tentativo di cross. Manca sempre la possibilità di variare e arricchire la manovra per linee interne (ancora di più considerando l’assenza di Yeste), quella possibilità che al Depor regalano ad esempio le caratteristiche dei Guardado e dei Lafita.
L’unico riferimento offensivo credibile per i baschi è il solito Llorente, passato nel giro di meno di un anno dalla condizione di talento inesploso e decorativo a quella di vero e proprio dittatore della tremendamente scarna manovra zurigorri: terminale di tutte le azioni, i compagni in mancanza d’altro lo cercano in maniera sbrigativa sperando che possa comunque succedere qualcosa. Fernando ha due occasioni ghiotte nella ripresa, la prima una girata su una punizione dalla destra che termina di poco a lato, la seconda quando mette stupendamente giù un lancio di Javi Martínez ma viene fermato in calcio d’angolo.
A segnare però non è Llorente ma Javi Martínez, che sul calibrato cross di Orbaiz (leggermente cresciuto nel secondo tempo) propone uno di quegli inserimenti che vorremmo vedergli offrire più spesso incornando a rete di potenza. Caparros mette anche Del Olmo, semi-oggetto misterioso finora, l’Athletic preme orgoglioso e in mischia vede negarsi il pareggio soltanto da un salvataggio di… Javi Martínez sul destro a botta sicura di Llorente. La beffa è consumata, e il Depor, su un contropiede brillantemente condotto dal subentrato Sergio e da Filipe e finalizzato da Guardado, può veleggiare così tranquillo verso il 3-1.
I MIGLIORI: Non può che essere la serata di Aranzubia: portiere titolare dell’Under 20 campione del mondo nel 1999 (davanti a un tale Iker Casillas), buon protagonista nei suoi primi anni da titolare all’Athletic, poi crollato in una depressione tecnica che nessuno dei tanti cambi di panchina al San Mames era riuscito ad alterare (fino all’onta di arrivare a cedere la titolarità del ruolo a un ceffo quale Lafuente). A La Coruña è rinato, anche al di là della grande prova di ieri. Bene pure Iraizoz dall’altra parte.
L’altro protagonista è Joan Verdú, che in questa stagione ha finalmente acquisito una dimensione propria: non certo quella di fuoriclasse, che gli è decisamente estranea, ma sì di giocatore importante per il Deportivo. Con Valerón agli sgoccioli e costretto ormai ad assaporare il campo a piccole dosi, la trequarti è sua, unico giocatore della rosa (a parte appunto il genio canario) ad avere nelle corde l’ultimo passaggio.
I PEGGIORI: Un po’di note stonate nell’Athletic. Male i due difensori centrali: Amorebieta prosegue nell’inesorabile dilapidazione del credito guadagnato la scorsa stagione (che gli era valso pure la convocazione di Del Bosque nell’amichevole dell’Agosto scorso in Danimarca) con un’altra ingenuità che conferma come possedere mezzi naturali da privilegiato non serva a niente se a questi non si accompagna l’uso della ragione; pure Aitor Ocio pasticcia.
Male anche gli esterni: fumoso e senza profondità Susaeta, anonimo come suo triste costume David López. Inesistente Garmendia.
Deportivo (4-2-3-1): Aranzubía 7; Manuel Pablo 6,5, Zé Castro 6,5, Piscu 6, Filipe 6,5; A. Tomás 6(64'), Juan Rodríguez 6; Lafita 6,5(86'), Verdú 7, Guardado 6,5; Bodipo 6(45').
In panchina: Fabricio, Colotto, Sergio 6(64'), Cristian s.v.(86'), Valerón, Omar Bravo, Mista 6(45').
Athletic (4-4-1-1): Iraizoz 6,5; Iraola 5,5, Ocio 5, Amorebieta 5, Balenziaga 5,5; David López 5(57') Orbaiz 6, Javi Martínez 6,5, Susaeta 5,5(84'); Garmendia 5(46'); Llorente 6,5.
In panchina: Armando, Etxeita, Gurpegi, Gabilondo, Etxeberria 5,5(46'), Del Olmo s.v.(84') Ion Vélez 5,5(57').
Goles: 1-0 (20'): Zé Castro remacha en el área. 2-0 (44'): Verdú marca de penalti. 2-1 (72'): Javi Martínez, de perfecto cabezazo. 3-1 (95'+): Guardado culmina un contraataque.
Árbitro: Mejuto González, del Colegio Asturiano. Amonestó a David López (32'), Orbaiz (47'), Guardado (86'), Zé Castro (88') y Verdú (94'+).
Incidencias: Riazor. 14.000 espectadores. Partido declarado de 'Alto Riesgo' sin incidentes
Etichette: Athletic Bilbao, Deportivo, Liga
11 Comments:
non mi sorprende che il rendimento di Aranzubia sia migliorato: l'ho sempre ritenuto il miglior portiere dell'Athletic, tecnicamente parlando, anche quando era in crisi pauroso e tuttora credo che abbia i mezzi per essere il terzo della Seleccion; difetta un po' nelle uscite, come ha confermato ieri nell'occasione del tiro di Llorente "salvato" dal sedere di Javi Martinez, ma tr i pali è sempre stato un signor portiere. A Bilbao aveva purtroppo perso la fiducia dell'ambiente, cosa che per un numero 1 è deleteria al massimo grado, e da tempo sostenevo che cambiare aria era l'unica cosa da fare, sia per lui che per la squadra. In ogni caso, avrei scommesso al buio sul fatto che a La Coruna sarebbe tornato a brillare e per ora mi sembra che lo stia facendo.
Sulla partita, che dire? Per una squadra come l'Athletic attuale rimontare è molto difficile e ieri ne abbiamo avuto dimostrazione. Le possibilità c'erano, il Depor lasciava giocare ma quando si ha una manovra monocorde e ultraschematica è difficile pensare di sfondare. Bah, sono sempre più perplesso...il gioco latita, il morale è basso e se anche i singoli cominciano a giocare da cani (ieri certa gente sarebbe stata da fucilazione, Amorebieta, Ocio e David Lopez su tutti) comincia davvero a essere dura.
Quello che preoccupa Edo è vedere nella conclamata assenza di gioco una difesa così molle. Se l'Athletic comincia a perdere lì, sono guai seri (in verità sono già guai seri).
Siccome non ci si potrà aspettare fino alla prossima stagione di vedere un bell'Athletic manovriero, nemmeno per sogno, credo che le chances di miglioramento passino tutte da lì: stringere i reparti e non combinare scemenze dietro.
In questo momento Amorebieta è un pericolo, dovrebbe andare a riflettere un po'in panchina, però c'è quest'infortunio ad Ustaritz che non ci voleva proprio ed impedisce il cambio.
Proprio per aumentare la solidità della squadra non andrebbe male nemmeno un inserimento di Gurpegi al posto della versione crepuscolare di Orbaiz.
PS: Ho visto che sul tuo blog hai messo il video dei bambini congolesi che cantano l'inno dell'Athletic. Bellissimo.
Purtroppo una campagna acquisti quantomeno cervellotica (per non dire sciagurata) ci ha privato delle giuste alternative in difesa: Iraola non ha sostituti, ad esempio, ma soprattutto i centrali di ruolo sono solo tre, Amorebieta, Ocio e Ustaritz. Un Luis Prieto adesso ci farebbe davvero comodo, considerata la condizione psicofisica scandalosa di Amorebieta e l'appannamento di Ocio. L'infortunio di Usta lascia il giovane Etxeita come unica scelta e va da sé che affidarsi ad un esordiente in un momento tanto difficile è quantomeno complicato. Secondo me Caparros deve decidersi: o gioca per attaccare (e in tal caso deve cambiare mezza squadra) o sistema gli undici in maniera totalmente difensiva, però non può continuare a proporre delle formazioni ibride che non portano da alcuna parte.
Il video dei bambini congolesi è eccezionale, da pelle d'oca...a volte ci scordiamo il motivo per cui il calcio è tanto bello e cose come quello ce lo ricordano.
Per me la priorità è blindare la difesa: ho proposto il doble pivote Javi Martinez-Gurpegi, ma pensandoci bene direi che varrebbe la pena di provare un "trivote", tre centrali per un centrocampo a 5.
Infatti, pur essendo l'Orbaiz attuale tutt'altro che esaltante, bisogna preservare un minimo di geometrie, quelle che la coppia Gurpegi-Javi Martinez non è in grado di fornire. Quindi quello che farei sarebbe "scortare" un Orbaiz o un Yeste alla Pirlo con due cursori come Javi e Gurpegi. Così quella vecchia carretta di Orbaiz avrebbe meno metri da coprire e maggior lucidità nell'impostazione, e al tempo stesso penso che potremmo vedere più inserimenti da Javi Martinez.
Fare insomma un po'come Emery al Valencia, infoltire il centrocampo passando dal 4-4-2 a un 4-5-1 più coperto nelle transizioni difensive. L'Athletic attuale infatti troppo facilmente si spezza in due, ancora di più quando esaurisce la benzina col passare dei minuti (anche qui magari possiamo trovare una spiegazione di certi secondi tempi, oltre al dato psicologico).
Dico poi che passare ad una sola punta non dovrebbe avere troppe ripercussioni sul piano offensivo: l'Athletic in rosa ha soltanto una punta seria, che è Llorente, il quale è in grado di fare reparto da solo. Tanto vale togliere seconde punte di relativa utilità come Etxeberria, Garmendia e Ion Vélez per guadagnare qualcosa in altre zone del campo.
Giocando con una sola punta e con tre centrocampisti centrali ad infoltire la mediana, si potrebbe poi lasciare maggior libertà per svariare ed accentrarsi agli esterni, che nel mio progetto sarebbero Susaeta e Yeste (basta David Lopez e Gabilondo!). Soiprattutto a Yeste darei libertà di movimento fra le linee, dove potrebeb combinare coi tre centrali contribuendo magari a limitare la lacuna maggiore della manovra attuale dell'Athletic, cioè la totale assenza di gioco per linee interne.
Nel mio schema Susaeta e Yeste si scambierebbero spesso la fascia.
Ecco quale sarebbe il mio undici (con Amorebieta finchè non recupera Ustaritz):
Iraizoz; Iraola, Aitor Ocio, Amorebieta, Balenziaga; Susaeta, Gurpegi, Orbaiz, Javi Martinez, Yeste; Llorente.
eh, Vale, stavamo parlando proprio di questa eventualità sul forum dei tifosi italiani dell'Athletic e devo dire che potrebbe essere la migliore. Il 4-4-2 non funziona, non con questi interpeti almeno, e Caparros non ha la mentalità per proporre un 4-2-3-1 di valverdiana memoria. A questo punto l'unica soluzione sembrerebbe dare protezione a Orbaiz (Gurpegi basta e avanza per farlo e Javi Martinez potrebbe essere finalmente libero di partire in progressione o inserirsi) e coinvolgerlo nel gioco, visto che la pallonata a Llorente lo scavalca sistematicamente, isolandolo e costringendolo a sfiancarsi nei recuperi quando le difese assversarie rilanciano; Yeste a sinistra con licenza di accentrarsi, Susaeta larghissimo a destra per aprire le difese e Llorente unica punta, cosa che peraltro fa sempre, completerebbero il quadro. Dietro resta prioritario recuperare Amorebieta, fuori fase e fisicamente indietro causa preparazione interrotta, e a questo punto mi sentirei quasi di rischiare Etxeita, apparso sicuro contro l'Osasuna (che, va detto, ha comunque l'attacco più morbido della Liga o quasi); irrinunciabile, secondo me, anche il ritorno dell'undici titolare di Koikili, che a livelli difensivo offre molte più garanzie dell'acerbo Balenziaga.
Vedremo se Caparros tenterà qualche variazione domenica nello scontro salvezza con il Numancia, nel quale è quasi certo di giocarsi non solo i tre punti, ma anche la panchina biancorossa.
Stavo per scriverlo di Koikili, perchè in effetti i movimenti difensivi di Balenziaga lasciano parecchio a desiderare, però vorrei concedere ancora qualche partita di tolleranza all'ex-Real Sociedad.
Con un falso esterno come Yeste nel 4-5-1 ipotizzato la sua facilità di corsa e la sua propensione offensiva potrebbero fare comodo, senza contare che con tre centrali a centrocampo quello che gioca sul centro-sinistra (che nelle mie intenzioni sarebbe Javi Martinez) gli potrebbe anche dare una mano per chiudere la fascia.
Insomma, si capisce che in questo modulo che ipotizzo Javi Martinez avrebbe un po'di lavoro da sbrigare... :) ma chi altri se non lui, è uno dei giocatori con più resistenza e dinamismo di tutta la Liga.
Comunque non finisce di stupirmi il fatto che l'Athletic continui ad avere tutti questi problemi di equilibrio fra i reparti: certo il Sevilla di Caparros non era spettacolare, il Deportivo poi era un orrore, ma erano squadre ben organizzate in fase di non possesso. Questo Athletic sembra invece più che altro corsa, falli... e poi quando finisce la benzina casca l'asino. Non che Sevilla e Depor non facessero falli, anzi erano sempre in testa alle classifiche, però avevano distanze più sicure fra i reparti.
E mi raccomando Iraola, occhio a Quero domenica!
non l'ho mai visto il Numancia quest'anno, sta giocando forte mini-Quero?
Beh, almeno se lo marca Andoni sono un po' più tranquillo...dei 4 là dietro è l'unico su cui poter fare sempre affidamento.
Io ho visto poche partite del Numancia ma non le ultime due, che sono quelle in cui stando ai resoconti giornalistici i 160 cm di Quero hanno reso al meglio. Ha distrutto Finnan e poi ha messo in difficoltà sulla rapidità Perea (!). Kresic pareva volerlo utilizzare solo come carta per cambiare le cose a partita in corso, viste le caratteristiche, ma con le ultime partite si è guadagnato il posto.
PS: GOOOOOOOOOOLLL DI SARRIEEEEEGIIIII!!!!!!!!! :D
grande blitz del basco!
con tutto il rispetto per il giocatore (che era), ma a Figo dovevano dare una sedia, sarebbe stato più comodo
markovic
Ecco, ti pareva che non spuntasse fuori una scheggia imprendibile proprio prima della nostra partita...che depressione.
Il gol di Sarriegi non lo commento, già il saperlo in Champion's mi sembrava la prova provata della morte del calcio, ma addiritturla vederlo segnare un gol decisivo a San Siro è troppo. Da domani solo basket ;)
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