giovedì, novembre 06, 2008

Il punto sulla quarta giornata di Champions.

Ciò che sconcerta non è che il Real Madrid abbia toccato il fondo, ma il fatto che in realtà potrebbe non averlo ancora toccato. In due partite i merengues hanno reso concreto l'impensabile, rimettere bruscamente in discussione la qualificazione agli ottavi di Champions. Non potrebbe bastare vincere in Bielorussia nel prossimo turno se lo Zenit batterà una Juve già qualificata, e a quel punto, se si dovesse arrivare a uno spareggio al Bernabeu all'ultima giornata, inutile dire chi fra Zenit e Madrid arriverebbe a questo spareggio con meno da perdere.
Ma non sono tanto i calcoli a preoccupare, quanto le sensazioni che la squadra di Schuster trasmette in questo periodo, il rischio di aver assunto una dinamica tale da deprimere anche quell'espiritu ganador che la squadra denotava indipendentemente dalla qualità non eccelsa del gioco.
Ora che l'orgoglio è sottozero, son proprio gli stenti del gioco a venire in primo piano: detto che il Real Madrid di ieri sera ha creato le sue poche grandi occasioni (penso al piattone divorato da Sergio Ramos e al colpo di testa sbilenco di Diarra a due passi da Manninger, entrambi nel primo tempo) soltanto in seguito a disattenzioni nelle marcature nell'area juventina su cross dalla trequarti, detto anche che l'arbitraggio è stato decisamente avverso, abbiamo "apprezzato" un Real Madrid ancora una volta incapace di far decollare la propria manovra, di darle ritmo, continuità, fluidità, ampiezza, tutto ciò che serve per aggirare e sfondare una barriera come quella organizzata da Ranieri.
Assai disciplinata la Juve, squadra talmente normale da fare di questa normalità, della consapevolezza di questa normalità, il suo maggior punto di forza: il 4-4-2 si presenta molto corto, ed è molto importante il posizionamento della linea difensiva, schierata alta, ciò che depotenzia parecchio sia Raúl che Van Nistelrooy, che non hanno le caratteristiche per giocare in velocità sul filo del fuorigioco (a posteriori era più una situazione da Higua. Difesa e centrocampo giocano in pochi metri, ed evidenziano tutte le difficoltà della manovra madridista, ridotta a un ruminare continuo e inconcludente di Diarra e dei due difensori centrali che non trova appoggio sulla trequarti e sbocchi sulle fasce.
Quando il Madrid inizia l'azione a difesa avversaria schierata, si nota spesso una separazione fra due blocchi che impedisce alla stessa di progredire: i quattro difensori più Diarra non comunicano a dovere con le due mezzeali e i tre attaccanti, quasi sembrano appartenere a due squadre diverse. Guti e soprattutto un irriconoscibile Sneijder restano troppo schiacciati vicino agli attaccanti, intrappolati fra difesa e centrocampo avversario, non c'è movimento e interscambio sufficiente fra i componenti del centrocampo, quegli appoggi costanti e movimenti su più linee che permettano di far circolare palla in pochi tocchi senza dare punti di riferimento troppo facili all'avversario. Costretto in questa staticità, al Madrid tocca trattenere in eccesso il pallone coi difensori. Solo in qualche raro momento Guti si è staccato, si è abbassato per prendere palla e ha trovato la verticalizzazione. Guti che non ha fatto mancare la sua firma, avviando lo 0-1 di Del Piero con una orribile palla persa sulla sua trequarti (non c'è solo Guti però: anche Cannavaro invece che temporeggiare potrebbe tranquillamente aggredire Alex e chiudergli lo specchio della porta al momento della conclusione).
Confrontando col Barça attuale una differenza sembra proprio questa: la squadra di Guardiola propone una buona fluidità di movimenti e conseguentemente di circolazione di palla fra centrocampo e attacco, e in più ha una capacità molto maggiore di iniziare il gioco dalle retrovie, avendo un regista aggiunto come M
árquez invece di Cannavaro e Heinze (ieri era assente Pepe, che ha la miglior battuta lunga fra i vari centrali oltre alla possibilità di improvvisare la cavalcata palla al piede in mancanza d'altro).
Al Real Madrid manca non solo la capacità di saltare l'uomo di Robinho, ma anche i movimenti fra le linee che offriva Robinho: Robben, che peraltro ieri ha dato forfait nel riscaldamento per un infortunio che lo terrà fuori sei settimane (benedetto ragazzo... te lo offro io il viaggio a Lourdes!), ha deluso finora, offre solo zingarate palla al piede e poche soluzioni per quanto riguarda il gioco di squadra. Un' altra assenza che pesa e che non molti sottolineano è quella di De la Red, che prima del rientro di Guti e della quasi tragedia che lo ha colpito in Copa del Rey aveva dato maggiore razionalità e continuità all'azione del centrocampo.
Da qui deve ripartire il Madrid: recuperare il centrocampo, magari modificandone il disegno: servono più punti d'appoggio, più densità, maggiori e migliori possibilità di associazione palla a terra. Rilancio perciò una proposta fatta già in qualche commento su questo blog: Van der Vaart come falso attaccante, al posto di uno fra Raúl e Higuaín, col compito di offrire maggior ricchezza alla manovra muovendosi fra le linee.
Mancano poi le fasce, cosa risaputa: a sinistra Drenthe ha qualche buon spunto, anche se è sempre piuttosto caotico, a destra tutto è affidato a un Ramos in un momento penoso della propria esistenza calcistica. Anche questo è un problema dell'attuale Madrid, che presenta una serie di giocatori in condizioni impresentabili: perdurasse lo Sneijder di ieri sarebbe la peggiore delle catastrofi perchè l'olandese è l'unico in grado di dare cambio di ritmo alla manovra (fortunatamente per il Madrid, credo che questa sia solo una parentesi per Wesley), poi c'è Heinze che sbaglia quasi sempre gli interventi, e infine persino Casillas comincia a pasticciare: da non credere la sistemazione della barriera nell'occasione del raddoppio di Del Piero.

Beffato l'Atlético: globalmente il pareggio del Liverpool era sacrosanto, certo però che il rigore inventato allo scadere del recupero, quando i colghoneros già pregustavano il passaggio matematico del turno, per un presunto fallo di Pernía su Gerrard si può solo definire "beffa". Mai visti arbitraggi scadenti come quello di Hansson, che aveva già ignorato due rigori nettissimi per l'Atlético e uno per il Liverpool, tutti per falli di mano.
Tolti gli scempi arbitrali, va detto che è stato un Atlético dignitoso, dignitoso come sanno essere gli uomini di Aguirre quando la partita non presenta loro esigenze irraggiungibili. Certo, in alcuni momenti il catenaccione è risultato sin troppo sfacciato, ma l'Atlético ha giocato la partita secondo coerenza e secondo quelle che erano le sue prerogative, i suoi limiti e le possibilità offerte dal contesto.
Come nel primo tempo contro il Villarreal, si è puntato a un ripiegamento massiccio nella propria metacampo, un 4-1-4-1 volto ad infoltire la mediana (e di nuovo Agüero parte in panchina), limitare gli spazi e rallentare i tempi dell'azione avversaria. E bisogna dire che il piano è riuscito: il pallino lo ha avuto sempre il Liverpool, ma non è mai riuscito a prendere il sopravvento sul piano del ritmo, ad esercitare quella pressione capace di surriscaldare Anfield. La quantità di occasioni dei Reds è stata per così dire fisiologica, limitata al minimo indispensabile (soprattutto due per Robbie Keane nel primo tempo), mentre l'Atlético ha messo il naso pochissimo fuori dalla metacampo avversaria, talvolta spopolandola del tutto, ma inquietando col suo contropiede affilatissimo quando Simão ha spedito alto a due passi dalla porta.
A difesa avversaria schierata invece, non è una novità, pochissima cosa: molto interessante vedere Paulo Assunção che ad inizio azione si schierava sulla stessa linea dei difensori, permettendo a Perea ed Heitinga di allargarsi (forse nell' intento di aggirare il pressing potenziale dei due, o 1+1, attaccanti del Liverpool), a Pernía e Antonio López di avanzare la propria posizione permettendo di conseguenza a Maxi e Simão di occupare gli spazi interni della trequarti. Questo in teoria, perchè si è vista una circolazione di palla molto faticosa, che partendo dai difensori non progrediva mai. Unica eccezione l'azione del gol, perfetto esempio di quanto spiegavamo: Heitinga inizia l'azione con un lancio, Antonio López parte già alto e scatta in profondità, aggancio perfetto (va detto che in generale il terzino mancino, ormai da tempo abituato a fare da toppa sulla fascia destra, ha giocato una partita impeccabile) e servizio per Maxi che proprio dalla trequarti infila la difesa inglese con uno dei suoi classici inserimenti.
Con le solite difficoltà ad organizzare la manovra, l'Atlético ha giocato comunque una partita matura e disciplinata in fase di non possesso, con buona attenzione e puntualità nelle coperture fra difesa e centrocampo e ancora una volta, dopo il Villarreal, un gran lavoro di ripiegamento degli esterni. Nella solida prova difensiva colchonera vanno sottolineate le prestazioni di Perea, che non giocava così da tre anni buoni, e Paulo Assunção, che se non viene mandato allo sbaraglio dai compagni resta una sicurezza: impressionante la mole di lavoro del brasiliano, primo centrocampista e stopper aggiunto allo stesso tempo, equilibratore tattico di grande spessore.
Rimane un po' di amaro in bocca all'Atlético per la vittoria sfuggita all'ultimo, ma si può trarre una lettura incoraggiante: si era detto dopo il PSV che paradossalmente la Champions poteva risultare un palcoscenico più agevole della Liga, e ancora più paradossalmente quanto più l'Atlético dovesse andare avanti e incontrare grandi squadre (come il Liverpool in questo girone o come potranno essere un Man United e Arsenal) che lo sollevino dall'onere, insostenibile per la squadra di Aguirre, di dover fare la partita.

Partita trascurabile quella del Barça, un dominio del possesso-palla un po' scolastico, con poche accelerazioni e illuminazioni negli ultimi metri. Lo spunto di Messi per il bel gol dell'1-0 è stata una delle poche cose significative della serata, e il pareggio del Basilea con Derdiyok ha tenuta viva la lotta per il primo posto del girone, che si deciderà nella prossima sfida di Lisbona con lo Sporting.
Più che gli sviluppi della partita o quelli del girone, scontati già al momento del sorteggio di Agosto, preoccupa il Barça l'infortunio di Iniesta per il prossimo mese e mezzo. Praticamente fino al prossimo anno starà fuori uno dei giocatori più in forma nonchè uno dei più affidabili generatori del futbol blaugrana. Aveva trovato un assetto soddisfacente Guardiola per la fascia sinistra, con Iniesta largo nel tridente, e ora gli infortuni glielo mettono sottosopra, visto che anche Abidal starà fuori per le prossime tre settimane, e la rosa blaugrana è risaputamente poco coperta sulle fasce.
Prima opzione per sostituire Iniesta dovrebbe essere Henry, opzione che mi trova in disaccordo: il francese, inutile girarci intorno, è in declino e incide poco sui meccanismi collettivi oltre a brillare poco sul piano individuale. Come attaccante puro (come ala, l'unica ala di ruolo della rosa, è tornato invece disponibile Pedrito) preferirei Bojan, la cui parabola è forzatamente inversa rispetto a quella del francese. Ancora meglio Hleb, l'opzione più vicina a Iniesta per la capacità di migliorare il gioco d'insieme e far giocare meglio i compagni. Il bielorusso ancora non si è consacrato in maglia blaugrana per l'infortunio che lo ha bloccato ad inizio stagione, e ancora non ha trovato una collocazione stabile essendo stato proposto indifferentemente come esterno d'attacco e mezzala.
Meglio nel cuore del gioco, possibilmente da mezzala (il meglio sarebbe riuscire a inserirlo accanto a Xavi e con Iniesta a sinistra nel tridente), ma data la circostanza dell'infortunio di Iniesta lo si può proporre da ala sinistra, con licenza di accentrarsi esattamente come Iniesta: il bielorusso è l'opzione migliore per la sua grande capacità di fare movimento e di proporsi costantemente sulla trequarti, l'opzione che più di tutte permetterebbe a Guardiola di mantenere il filo del gioco visto finora. Questo considerando anche che il terzetto con Touré davanti alla difesa e Xavi e Busquets mezzeali ha convinto abbastanza nelle ultime partite, un terzetto equlibrato e completo.

Al Villarreal manca ancora la certezza della qualificazione dopo il 2-2 in casa dell'Aalborg: forse festeggerà a braccetto con il Manchester United nel prossimo scontro diretto del Madrigal.

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6 Comments:

Blogger Vojvoda said...

Una disamina della gara del Real esaustiva,lucida e precisa.
Aggiungerei alcune considerazioni o rafforzerei alcuni concetti personali.
1.Drenthe cavalca con generosità la fascia,è ancora molto giovane,quindi ha ampi margini di crescita,però i piedi non vellutati,soprattutto nei traversoni rimarranno tali e quali per sempre ed una certa attitudine all'insofferenza tattica nelle scelte di gioco o nei movimenti è insita nelle sue corde.
2.Diarra anche se non è più quello di Lione, come frangiflutti va bene,sempre che non sia però lasciato solo;ma se il Madrid là davanti non gira,finisce per essere oberato di lavoro e in una gara bloccata come quella contro la Juventus,dovendo proporre gioco si limita la manovra dei bianchi in quella zona nevralgica del campo.
3.Guti è sempre stato un ragazzo sopravvalutato,nell'occasione ha sbagliato grossolanamente anche nel non rincorrere l'uomo dopo aver perso palla,ma non è un processo ad un elemento ormai agli sgoccioli di carriera.
Piuttosto in quel ruolo si deve utilizzare uno come VDV se si vuole la manovra offensiva,o Gago se si pretende maggiore protezione.
4.Raul è un altro che da spesso l'impressione che quando non c'è nessuno se ne accorga,anzi,vedi la nazionale spagnola.
Spesso fuori partita,fuori ritmo,tecnicamente non è mai stato un mostro,ma avuto la fortuna di sbocciare giovanissimo,quindi si è fatto un nome(come Del Piero)ed è andato avanti.
Però Del Piero dopo tanti anni sotto tono,nei quali sembrava un giocatore davvero modesto sotto tutti i punti di vista,ed anche i tifosi bianconeri non ne potevano più,ha saputo rilanciare magicamente la sua carriera, ed adesso,anche se a spizzichi e bocconi,riesce a tirare fuori sempre qualcosa nelle gare che contano.Raul no...!
E allora premiamo Saviola,che non è certo uno sconosciuto,oppure modifichiamo il modulo lasciando lì davanti il solo V.Nistelrooy,oppure facciamo diventare Higuain titolare fisso per un pò,o magari(soluzione migliore)troviamo un altro Robinho,magari in miniatura.
Mettiamo mano al portafogli ed andiamo a prendere per gennaio una punta di primo livello da affinacare all'olandese.
Che so io:uno sforzo per Huntelaar?O magari Nilmar dell'Internacional?Dagoberto del San Paolo?Non voglio scomodare i tipi alla Benzema che costano un occhio della testa!
5.Anche arrivando secondi che prospettive ci sono?Beccare una prima ed andarsene già agli ottavi come abitudine degli ultimi anni?
Schuster cosa vuole fare da grande?
Che obiettivi ha per il Real?
La società che cosa farà se il
Real, come probabile, andrà fuori agli ottavi?(non credo alla tua ipotesi disfattista dell'harakiri permettendo allo Zenit(che deve battere la Juve,non ancora sicura del primo posto quando andrà in Russia)di arrivare secondo.
6.Ribadisco:il Real ha meritato la sconfitta,ma gli errori arbitrali sono stati comunque decisivi,quindi direi che,come Hansson ha preso la sua parte di improperi e la tua giusta fustigazione,anche e soprattutto Vink dovrebbe essere "pesato" allo stesso modo,visto che a differenza di Hansson è andato sempre nella stessa direzione.
Ciao;-)

2:00 AM  
Anonymous Anonimo said...

Vojvoda ha detto molte cose giuste, soprattutto concordo sull'inguardabile Vink, però dissentisco sul giudizio a Raul che è stato determinante appena l'anno passato nella vittoria della Liga segnando credo una ventina di gol (se non di più) sui 3 fronti dove giocava il Madrid, direi molto più che rilanciato. Schuster non può fare miracoli: ha vinto una Liga e una Supercoppa se per vincere una Champions gli hanno in mano una squadra visibilmente squilibrata (credo che Guti sia difficile da far fuori in quanto uno dei senatori della squadra) senza adeugate coperture in tutti i reparti. Ergo: maggiore fiducia a Drenthe e van der Vaart (che a differenza di Guti ha anche il tiro da fuori), fuori dai piedi Guti, prendere un esterno destro di centrocampo per la fascia destra e una punta di peso che, se è vero quello che ho sentito, van Gol dovrà operarsi la vedo davvero brutta. I miei amixi già parlano di un Sampdoria-Real Madrid nei 16esimi di UEFA, occhio allo Zenith quindi (anche se sinceramente preferirei vincere l'UEFA che uscire agli ottavi in Champions, cosa alquanto probabile, anche se arrivando secondi nel girone nel 2000 si vinse la Coppa)... E stasera occhio al Malga.

1:55 PM  
Blogger valentino tola said...

Ciao, seguo i tuoi punti:

1. Perfettamente d'accordo.
2. D'accordo anche qui. Io considero Diarra una delle poche certezze del Madrid attuale assieme a Pepe, Cannavaro, Iker e Sneijder (al di là delle figuracce che hanno fatto questi ultimi due l'altro giorno). Purtroppo Van Nistelrooy non può essere una certezza, visto che i problemi fisici gli stanno togliendo continuità in quest'inizio di stagione e anzi rischiano pure di farcelo rivedere solo nel 2009.
Diarra è un giocatore poco appariscente ma molto intelligente e continuo nell'occupazione e copertura degli spazi (faccio il confronto con Gago, più appariscente perchè autore di tante corse inutili e a vuoto), non ci sono altri giocatori con queste caratteristiche nella rosa madridista (ci sarebbe Javi Garcia, ma da buon canterano non è considerato seriamente parte dell'organico...).
Se Diarra si trova con troppo tempo col pallone fra i piedi e non estrae passaggi geniali, la colpa non è certo sua, ma del fatto che mancano buoni appoggi che permettano alla manovra di scorrere.
3. D'accordo, ovviamente ;-) L'altro giorno aveva una fascia destra molto fragile il Madrid: Sergio Ramos che perdeva sempre palla e qualche volta non tornava neanche troppo celermente, e Guti che manco per sogno può stringere per chiudere quegli spazi. Se la Juve avesse avuto invece che Molinaro un terzino alla Evra, per il Madrid sarebbe stata semplicemente una strage coi due contro uno.
Van der Vaart sul centro-destra non mi esalta, sia perchè nemmeno lui è solito fare quel movimento in aiuto al terzino, sia perchè lo voglio più avanti e in un centrocampo ristrutturato. Come espongo nell'articolo, bisognerebbe provare con un effettivo in più a centrocampo, un 4-3-1-2 in pratica, con un giocatore in grado di offrire più appoggio tra le linee e maggiori possibilità di elaborazione a una manovra che in questo momento è troppo povera.
Il mio piano ideale prevedeva un centrocampo con Diarra vertice basso, De la Red sul centro-destra, Sneijder sul centro-sinistra e Van der Vaart mezzapunta (andando a occupare magari una posizione di esterno in fase di non possesso). Purtroppo De la Red non è disponibile, quindi inserirei Gago e sposterei Diarra sul centro-destra (che così potrebbe dare miglior copertura a Ramos di quanto non la dia Guti).
Il resto del piano prevederebbe un attacco formato da una punta centrale e un'ala che si muoverebbe ora a destra ora a sinistra, per offrire sempre comunque un riferimento per aprire il gioco al centrocampo (che altrimenti, giocando a rombo, rischia di chiudersi in un imbuto). Purtroppo l'infortunio di Robben impedisce questo, anche perchè Drenthe sinceramente in questo momento non vale come titolare. Quindi metterei Higuain, sacrificandolo largo.
4. La questione-Raul per me è molto semplice: una cosa è il Raul del 2003, un'altra quello di adesso. Quello era un giocatore fantastico che poteva fare la differenza, questo, pur avendo qualche buona partita o una buona stagione come la scorsa, non è più in grado di farla. Inutile illudersi e anche profondamente ingiusto considerarlo titolare a prescindere (ho letto un pezzo su El Pais di ieri dove fonti anonime dallo staff tecnico madridista dicono che lui prenderebbe molto male la panchina e allora gli si fa giocare più minuti di tutti gli altri attaccanti... spero che non sia vero anche se temo lo sia, è una cosa allucinante).
Vero che Raul tecnicamente non ha mai avuto il livello di suoi compagni come Zidane o Michael Laudrup, però attenzione, ai suoi tempi si sapeva difendere... pensiamo a gol pazzeschi come quelli al Vicente Calderon e al Molinon nella Liga '96-'97, oppure quelli al Vasco nell' Intercontinentale '98... quello che mi sorprende è come la qualità dei suoi gol sia calata nel tempo... è un fatto sconcertante, io ho un video con tutti i suoi gol in ordine cronologico ed è impressionante notare questa cosa...

Saviola titolare lo metterei solo il primo Aprile... è evidente che serve un altra prima punta. Perchè non Benzema? Son proprio i tipi come lui che il Real Madrid storicamente DEVE prendere, e infatti lo stesso Benzema ha detto che l'anno prossimo andrà o al Madrid o al Barça.

5. Lo Zenit se gioca al meglio la batte la Juve già qualificata.

Il problema, noto a tutti, è che il Real Madrid ha oggettivamente indebolito la sua rosa rispetto all'anno scorso. Comunque, se arriva a Febbraioo qualificato, le carte si potrebbero rimescolare tranquillamente.

6. Generalmente non amo parlare degli arbitri. Ne parlo solo quando è strettamente indispensabile. Nel caso dell'Atlético, l'errore è decisivo nel senso stretto del termine, in quanto è un errore allo scadere del match, che cioè non offre nessuna possibilità di replica all'Atlético.
Il Real Madrid ha avuto sempre tanti minuti durante la partita per sovrapporsi alle nefandezze arbitrali (che tali restano, e tutte a suoi svantaggio), senza combinare nulla.

6:56 PM  
Blogger valentino tola said...

@ hincha madridista
Devi scusarmi, inizialmente mi ero dimenticato del tuo commento.
Comunque dovrei più o meno aver risposto anche a te rispondendo a Vojvoda.

7:40 PM  
Blogger valentino tola said...

Ovviamente Benzema per l'anno prossimo, mica a Gennaio...

7:44 PM  
Anonymous Anonimo said...

L'idea di tamponare l'attacco con Mario Gomez, come letto recentemente, mi lascia stupefatto, tanto valeva non far partire Soldado.
Credo anch'io che Raul ormai non garantisca sottoporta quel rendimento che ha avuto a cavallo tra la fine degli anni '90 e i primi '00 però è un giocatore che per rendere al meglio deve avere la fiducia dell'ambiente. Capello lo fece giocare moltissimo nel suo secondo mandato a Madrid, pur se spesso sottotono, e l'anno scorso (non un secolo fa) fece una stagione da leccarsi le dita... Ovvio che non aveva la tecnica di Zidane, ma globalmente credo sia servito più lui al Madrid in termini di punti raccimolati dell'immenso Zidane (tolto che Zidane c'ha fatto vincere la Champions 2002, bastat vedersi i gol al Leverkusen, al Barca e la partita di ritorno col Bayern). Una domanda a Valentino grande conoscitore della Liga: mettere Higuain come punta nel tuo schema al posto di van Nistelrooy, finchè non rientrerà con uno tra Raul e Saviola al fianco è un'oscenità?
El Pipita mi sembrqa uno dei più positivi e col piede caldo (se non abbiamo perso col Malaga è merito suo) e poi in Argentina giocava da punta pura... Inoltre ho sentito da Bagni durante Real-Juve, cose come "Diarra è peggiorato tantissimo non è più quello di Lione o del Vitesse". Tralasciando il livello tecnico del Vitesse in cui il più scarso dei canterani del Madrid sarebbe il leader, al Lione Diarra giocava bene perchè aveva vicino Junihno che faceva i movimenti detti da Valentino, si prendeva palla a cetrocampo e o la dava alle punte o tirava da fuori, detto questo anche Juninhno senza Diarra è calato...
Continuo a prevedere una discesa del Madrid in UEFA -visto anche la difesa allo sbando di domenica, con un Ramos ormai in lite con il mondo-, ma meglio vincere l'UEFA che uscire a febbraio dalla Champions...

2:43 PM  

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