NONA GIORNATA: Málaga-Barcelona 1-4: Xavi(B); Duda(M); Messi(B); Xavi(B); autorete Weligton(M).
È un’altra ragguardevole prova di forza per questo Barça, necessariamente diversa nella forma ma identica nella consistenza rispetto alle precedenti uscite. Non cambia nemmeno la media-gol, addirittura leggermente incrementata rispetto ai tre gol a partita con cui si era arrivati a questo match: gli uomini di Guardiola non vanno per il sottile, bombardano gli avversari anche quando il campo è allagato, praticamente impraticabile e per questo fortemente penalizzante per lo stile di gioco tradizionale blaugrana. Ma questa squadra ribadisce di aver acquisito un’enorme convinzione, che la rende capace di andare persino oltre i limiti intrinseci del proprio stile di gioco.
Málaga con la formazione-tipo delle ultime sorprendenti partite (unico piccolo dettaglio differente l’inversione degli esterni: Eliseu e Duda si scambiano la fascia), Guardiola che deve fare i conti con l’assenza (che potrebbe anche essere piuttosto lunga) di Abidal: la scelta di Puyol terzino sinistro evidenzia quanto non sia perfetta la rosa blaugrana (e anche quanto poco veda Guardiola il vecchietto Sylvinho).
Mentre il Barça di fronte al diluvio chiede il rinvio, il Málaga nel prepartita insiste perché si giochi: nulla di strano, Tapia e i suoi sanno quanto la situazione climatica e del terreno di gioco agisca a favore loro e a sfavore del Barça. I blaugrana conoscono e possono attuare soltanto un gioco palla a terra nel quale fondamentale è una circolazione di palla veloce, ma questo è impossibile su un terreno come quello della Rosaleda nel quale il pallone viene arrestato dalle pozzanghere al minimo intento di passaggio rasoterra. Radicalmente diversa la situazione del Málaga, che non ha di queste pretese ed è abituato a cercare un calcio più diretto, palla lunga per le sponde e il gioco spalle alla porta di Baha, cross dalla trequarti e sfruttamento delle palle inattive, nelle quali la squadra di casa ha un potenziale aereo di tutto rispetto.
Secondo buonsenso non si dovrebbe proprio giocare, perché la gara è falsata e lo sviluppo del gioco impossibile, però nonostante questo si vedono tre gol, tutti notevoli: il calcio di punizione esemplare di Xavi, il sinistro quasi all’incrocio (quando prende la mira e carica il tiro non gli si può dire proprio nulla) di Duda, propiziato da uno svarione di Piqué, poi la conclusione rabbiosa di Messi dopo un batti e ribatti confuso nell’area malaguista (e giusto prima del gol, Messi era stato fermato davanti al portiere… da una pozzanghera).
Non è una partita facilissima da gestire per il Barça, perché le condizioni del terreno impediscono in tutto il primo tempo di addormentare l’azione palla a terra e mantenere il baricentro alto rimanendo lì nella metacampo avversaria a pressare, obbligando perciò a qualche rincorsa in più nella propria metacampo e a qualche corpo a corpo in più con gli attaccanti avversari nei pressi dell’area di rigore.
Peraltro la sofferenza blaugrana dopo l’1-2 di Messi è praticamente inesistente, e il secondo tempo accentua questa situazione, col Málaga che col trascorrere dei minuti non può più tenere alto il ritmo del proprio futbol directo, ha molto poco da proporre nella costruzione del gioco e ancora meno possibilità di uscire in palleggio con questo terreno. Terreno che peraltro è un po’meno indecente rispetto al primo tempo, e perciò consente in misura maggiore al Barça di trattenere e nascondere il pallone. Il Málaga non riesce più ad affacciarsi sulla trequarti avversaria, e il Barça può dare il colpo di grazia: ad inizio ripresa Xavi, ancora lui, si inserisce coi tempi giusti e sentenzia al termine di una bella azione iniziata da Eto’o con un cross dalla sinistra e rifinita dal subentrato Henry con un’intelligente sponda aerea. Poi, nell’ultimo quarto di gara chiuderà la contesa la sfortunata deviazione di Weligton, sulla comunque ennesima insidiosissima punizione di Alves (che qualche minuto prima aveva colpito il palo con un’esecuzione esattamente uguale a quella della scorsa giornata con l’Almería).
I MIGLIORI: Xavi superstar: due gol di ottima fattura e una padronanza a tratti sbalorditiva: persino nella melma della Rosaleda riesce a ragionare e a non sbagliare un controllo o un appoggio che sia uno, condannando alla solita impotenza gli avversari che cercano di pressarlo e di rubargli palla. Un momento magico della sua carriera, che ha motivazioni di ordine psicologico e tecnico-tattico: nel primo caso agiscono l’onda lunga dell’Europeo e la motivazione che Guardiola ha restituito all’intera rosa blaugrana (non è elegante dirlo, ma questo non può non chiamare in causa Rijkaard, visto che la maggior parte dei giocatori son gli stessi dell’anno scorso), nel secondo bisogna evidenziare la molto più razionale occupazione del campo della squadra di Guardiola.
Lo abbiamo ricordato più volte: Xavi non è un fuoriclasse capace di creare superiorità da solo palla al piede come Messi o anche Iniesta, è un giocatore che ha bisogno di continui appoggi e varietà di opzioni di passaggio per esprimere il suo calcio migliore, e questo Barça gli sta garantendo il contesto ideale sia in fase di possesso che in fase di non possesso, dove il baricentro stabilmente alto della squadra consente a Xavi di concentrare la propria azione nella metacampo avversaria, senza essere costretto a palesare i propri limiti dinamici nei ripiegamenti. A questo Xavi ha aggiunto una sempre maggiore incisività negli inserimenti e nelle conclusioni a rete, e il quadro d’insieme consegna uno dei pochissimi giocatori veramente irrinunciabili per Guardiola.
Da sottolineare le prove solide di Puyol, Busquets e Alves, e anche la capacità di adattamento di Touré alle esigenze della partita: l’ivoriano, soprattutto nel primo tempo, nell’impossibilità del fraseggio corto ha cercato ripetutamente la palla lunga filtrante, con risultati interessanti.
I PEGGIORI: Piqué rovina una partita per il resto autorevole con l’errore del primo gol, sconfitto su tutta la linea il doble pivote malaguista Apoño-Miguel Ángel, in ombra quell’Eliseu grande protagonista nelle ultime uscite, poco in partita anche Adrián che entra nell’azione del gol di Duda ma per il resto non si vede (a differenza di Baha che, con la pioggia o con il sole, nella buona o nella cattiva sorte, è comunque sempre un gran lottatore).
Málaga (4-4-1-1): Arnau 6; Gámez 6, Hélder 6, Weligton 6, Calleja 6; Duda 6,5(75'), Apoño 5,5(66'), M. Ángel 5,5, Eliseu 5,5; Baha 6; Adrián 5,5(61').
In panchina: Goitia, Luque s.v. (75'), M. Gaspar, Fernando s.v. (66'), P. Barros, Nacho s.v. (61'), Lolo
Barcelona (4-3-3): Valdés 6; Alves 6,5, Márquez 6, Piqué 5,5, Puyol 6,5; Xavi 8, Touré 6,5, Busquets 6,5; Messi 6,5(78’), Eto’o 6,5(85'), Iniesta 6(49').
In panchina: Pinto, Cáceres, Bojan s.v. (85'), Henry 6,5(49'), Sylvinho, Heb, V. Sánchez s.v.(78').
Goles 0-1 (5'): Xavi,de falta directa. 1-1 (13'): Duda de fenomenal zurdazo desde el borde del área. 1-2 (18'): Messi aprovecha un mal despeje de Weligton. 1-3 (53'): Xavi a pase de Henry. 1-4 (80'): Weligton en propia puerta.
Árbitro: Velasco Carballo, del Colegio Madrileño. Amonestó a Apoño (3'), Baha (6'), Alves (54'), Touré (74') y Busquets (78').
Incidencias: La Rosaleda. 23.636 espectadores presenciaron el partido.
2 Comments:
Il calcio che esprime il Barcelona si attesta su livelli altissimi.
In particolar modo,in quest'inizio di stagione,ho potuto apprezzare le qualità di Busquets,un calciatore che peraltro non conoscevo:gioca con facilità a tocchi rapidi ed è molto intelligente nel movimento senza palla.Davvero una piacevole sorpresa.
Gandhi
Condivido Gandhi. Ha senso del gioco Busquets, sta crescendo di partita in partita, la migliore quella col Basilea dove ha giocato da mezzala destra. Irrobustendosi penso potrebbe acquisire maggior forza anche negli inserimenti.
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