lunedì, dicembre 01, 2008

TREDICESIMA GIORNATA: Valencia-Betis 3-2: Villa (V); Mata (V); Juanma (B); Emana, rig. (R); Baraja (V).

Vale oro il gol di Baraja, perché tiene il Valencia nelle posizioni di vertice e perché scongiura una situazione che avrebbe cominciato a porre qualche interrogativo abbastanza serio: ancora una volta difficili da spiegare infatti i recenti stenti casalinghi del Valencia, arrivato addirittura a rischiare la terza sconfitta casalinga consecutiva dopo essersi portato sul 2-0 già al 20’ e aver giocato fin lì un calcio meraviglioso, il migliore della stagione. Il Betis conferma quanto già si sapeva: questa squadra ha il merito di giocare, giocare e ancora giocare, e qualche volta si è tentati pure di passare sopra il formato light della sua fase di non possesso.

Abbiamo detto Valencia meraviglioso per i primi 20 minuti, e altri termini non ci sono per definirlo: squadra compiutamente “emeryana” in questo frangente, intensa, aggressiva e verticale al massimo. Betis sorpreso e sopraffatto sul piano del ritmo, pressato già sulla sua trequarti e affettato da verticalizzazioni immediate: il resto lo fanno le cavalcate di Joaquín e la capacità, con pochi eguali nella Liga, di Villa e Mata di tagliare e smarcarsi senza palla.
Il 4-1-4-1 definitivamente scelto da Emery (poi col ritorno di Silva a inizio 2009 tutto andrà rivisto) offre una migliore copertura del campo in entrambe le fasi: la palla scorre fluida ad inizio azione coi tre centrali a centrocampo, e la coppia di mezzeali Edu-Baraja è quella con le migliori doti di regia fra le opzioni disponibili. Il brasiliano in particolare gioca da maestro, ispirando entrambi i gol: il primo sovrapponendosi a Mata sulla sinistra e pennellando per Villa che, colpevolmente lasciato solo, gira al volo sul secondo palo; il secondo disegnando un lancio perfetto per il taglio di Mata sul filo del fuorigioco: merita un capitolo a parte poi tutto il lavoro che l’asturiano compie per liberarsi al tiro, come al solito esemplare per rapidità d’esecuzione e qualità tecnica.
Purtroppo però da quando è al Valencia il povero Edu non ha mai potuto godersi un momento di gloria tutto suo: sul più bello, quando questa partita,dopo l’ottima gara di Trondheim, stava sancendo il meritato consolidamento fra i titolari (a scapito di un Fernandes un po’sceso di tono ultimamente), una lesione muscolare, l’ennesimo contrattempo fisico, lo tradisce e lo costringe ad uscire dal campo al 39’, sostituito proprio da Fernandes.
Nel mentre il Valencia ha già tolto il piede dall’acceleratore, ripiega prevalentemente nella sua metacampo e si dedica a una conservazione un po’prematura del vantaggio. Ma il Betis non si smuove, non propone i ritmi e l’intensità che una partita come questa richiederebbe.
L’intervallo però permette a Chaparro di correggere l’approccio mentale dei suoi; anche il Valencia corregge il suo, ma in negativo. I padroni di casa rientrano parecchio svagati, molli nelle transizioni, sprecano con sufficienza le loro azioni offensive e cedono campo all’avversario nei ripiegamenti. Il Betis ci crede e accorcia le distanze al 55’, quando Juanma triangola con Emana e trova la decisiva complicità di Renan, che si prende un gol da pollo sul suo palo.
Blackout totale per il Valencia, Mehmet Aurelio inizia a spuntare da tutte le parti e il Betis comincia a giocare quasi con la serenità di un allenamento: Sergio García sfonda centralmente, batti e ribatti, palla che scappa verso la rete valenciana, salvataggio incredibile sulla linea di Albiol (subentrato a inizio ripresa ad Alexis infortunato), Miguel pasticcia togliendo il pallone al ritorno di Renan, Sergio García si avventa ma viene scalciato da Marchena che così è costretto ad ingoiare rigore ed espulsione.
Svolta drammatica per il Valencia, che va oltre il rigore del pareggio trasformato da Emana: già il dato psicologico favoriva del tutto il Betis, l’inferiorità numerica rischia ora di compromettere seriamente pure il quadro tecnico, e di far riemergere i fantasmi delle sconfitte casalinghe con Racing e Sporting.
Invece da una situazione di palla inattiva, l’unica nella quale gli effetti dell’inferiorità numerica si annullano, arriva il provvidenziale riaggiustamento: Manuel Fernandes taglia una traiettoria a rientrare dalla sinistra, Baraja anticipa tutti e incorna sul primo palo. Non pare vero ad Emery, che non si fa scappare l’occasione per irrobustire il suo improvvisato 4-4-1 con l’ingresso di Maduro per Joaquín, a totale difesa del vantaggio di fronte agli ultimi tentativi del Betis che aggiunge il Tanque Pavone all’attacco (inutilmente, anzi Villa sfiora pure il quarto gol spaccando la traversa con una punizione dal limite).

I MIGLIORI: Dispiace veramente tantissimo per Edu, quanto è sfortunato questo ragazzo! L’infortunio muscolare ha privato la gara del suo interprete di maggior spicco. Decisivo Baraja: bisogna dire che questo modulo col centrocampo più folto si adatta meglio alle caratteristiche del Pipo: gioca sempre a due all’ora, ma ha meno campo da coprire e può giocare più sereno in impostazione, facendo valere piede e visione di gioco che pur sempre ci sono (discorso valido più in generale che per questa partita, nella quale a parte il gol Baraja non ha brillato eccessivamente).
Sottolineatura che va al di là di questa partita anche per Mata, uno dei giocatori più entusiasmanti di questa Liga: il gol esemplifica le qualità di questo talento, che rappresenta il prototipo dell’ultima generazione di calciatore spagnolo: tecnico sì, ma anche verticale, “cattivo” ed incisivo. Va dritto al dunque, non ha mai il tocco in più e il suo controllo di palla è perfetto, offrendogli le migliori possibilità per sviluppare l’azione nel minor tempo possibile. Ma quello che Mata fa col pallone tra i piedi è solo una minima parte del suo talento: se ogni giocatore in media entra in contatto col pallone fra i 3 e i 4 minuti a partita, il resto lo gioca senza, e qui va detto che senza palla Mata è un fenomeno. È cresciuto in maniera mostruosa rispetto ai tempi delle nazionali giovanili da questo punto di vista: viene quasi voglia di concentrarsi solo su di lui mentre si guarda una partita del Valencia, per vedere come si offre, come si smarca, come incrocia, come crea spazi per sé e per i compagni, come si inserisce a fari spenti in area per farsi trovare pronto alla conclusione. Lui e Villa, con questi continui tagli e incroci sul fronte offensivo, costituiscono una delle coppie meno marcabili dell’intero panorama europeo. Evidentemente c’è voglia di trasportare questo binomio, anzi l’intero triangolo solitamente completato da Silva, anche in nazionale.
Nel Betis, l’obbligo di citazione riguarda Emana, manco a dirlo: al solito energia pura il camerunese, che movimenta costantemente la trequarti con la sua combinazione di esplosività, tecnica e personalità. Bene anche Juanma, sebbene la sinistra non sia la sua fascia prediletta.
I PEGGIORI: Non per l’espulsione (sacrificio inevitabile), ma non ha convinto Marchena, poco reattivo e spesso facilmente superabile dagli avversari. Quand’è il prossimo Europeo? Soffre parecchio Monzón sulla sua fascia, pesante la papera di Renan.

Valencia (4-1-4-1): Renan 5; Miguel 5,5, Marchena 5, Alexis 6,5(Albiol 6, m.48), Moretti 6; Albelda 6; Joaquín 6(Maduro s.v., m.75), Baraja 6,5, Edu 7(Manuel Fernandes 6, m.40), Mata 7; Villa 7.
In panchina: Guaita, Del Horno, Pablo Hernández, Morientes.
Betis (4-2-3-1): Casto 6; Nelson 6(Diego Segura, m.86), Arzu 6, Juanito 6, Monzón 5,5; Memhet Aurelio 6,5, Capi 6,5(Pavone s.v., m.82); Damiá 5,5, Emaná 7, Juanma 6,5; Sergio García 6,5.
In panchina: Ricardo, Fernando Vega, Melli, Rivera, Juande.

Goles: 1-0, m.11:Villa. 2-0, m.20:Mata. 2-1, m.56:Juanma. 2-2, m.65: Emaná, de penalti. 3-2, m.74: Baraja.
Árbitro: Velasco Carballo (comité madrileño). Mostró roja directa al local Marchena (m.59), en la jugada del penalti. Por el Valencia amonestó a Renan, Baraja y a Villa y por el Betis a Nelson y Juanito.
Incidencias: Mestalla. 40.000 espectadores. Terreno de juego en buenas condiciones. El tenista de Jávea David Ferrer, ganador de la Copa Davis, hizo el saque de honor y en el descanso le fue entregada, en el palco, la insignia de oro y brillantes del Valencia.

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1 Comments:

Blogger Vojvoda said...

Edu è un'altra di quelle scelte di cui parlavo nel post precedente(quello dei 28...28 commenti:COMPLIMENTI!).
Peccato che ieri dopo una mezz'ora a dir poco straordinaria si sia infortunato nuovamente(anche se sembra solo una distrazione muscolare).Era stato indubitabilmente il migliore in campo fornendo assist al bacio con la consueta(quando gli infortuni lo lasciano in pace)maestria.
Un interno perfetto,tecnico ed anche fisico se solo la mala sorte lo lasciasse in pace...!
Ciao;-)

5:41 PM  

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