domenica, ottobre 24, 2010

Arrivano i mostri.

Una travolgente e spettacolare, l’altra incerta e balbettante. La sorpresa è che si sono invertiti i ruoli: il Real Madrid, che delle due dovrebbe essere la squadra ancora in costruzione, è quella che invece procede dritta senza esitazioni; il Barça, che si dovrebbe conoscere a memoria e farlo pesare, stenta a ritrovare quella presa salda sulle partite che lo contraddistingueva. E anche a livello psicologico gli equilibri dell’eterna battaglia si stanno spostando: il Barça in questi anni ha goduto dell’etichetta di “squadra che gioca bene per antonomasia”, utile anche a imbellettare quelle partite (capitano anche al Barça) che in realtà erano autentiche ciofeche (discorso simile per la nazionale spagnola, che in Sudafrica ha giocato una sola grande gara ma che leggenda vuole abbia vinto il mondiale “perché ha giocato bene”); il Real Madrid invece, nel suo perenne caos, non era mai riuscito a costruirsi un’identità simile, per cui ogni minima oscillazione nei risultati rischiava di mandare subito tutto a monte.
Per questo le ultime quattro vittorie, e la marea di gol segnati dalla squadra di Mourinho, sono importantissime: vincere 1-0 ieri non sarebbe stata la stessa cosa che vincere 6-1. Sarebbero stati ugualmente tre punti, ma il messaggio che mandi al tuo ambiente, e che ti permetterà di continuerà a lavorare in assoluta tranquillità, non sarebbe stato lo stesso, e nemmeno il condizionamento provocato negli avversari.

Una cosa è certa: il Barça non sta giocando bene. Non si ordina come dovrebbe in fase di possesso, non esce come vorrebbe dalla propria metacampo, e si fa trovare spesso mal posizionato quando perde palla. Difficoltà che rimangono anche dopo la vittoria tutto sommato agevole di ieri, contro un Zaragoza che giustifica la sua ultima posizione in classifica (a dispetto di un organico che invece la salvezza dovrebbe consentirla), perché tenta di sopperire con la grinta e l’agonismo a una certa mancanza di idee.
Gay stravolge la formazione classica: toglie Bertolo sulla fascia sinistra del centrocampo, giocatore che negli spazi può fare molto male, per contare su un difensore in più, Lanzaro accanto a Jarošik e Contini per una difesa a cinque, con Ponzio (espulso ad inizio ripresa: sceneggiata di Alves che cancella le poche residue chances dei padroni di casa) davanti come schermo, Gabi sul centro-sinistra, Ander Herrera sacrificato sul centro-destra e Lafita sulla trequarti in appoggio all’inadeguato Braulio (rimpiazzo infortunato Sinama-Pongolle).
Parlando a posteriori, comodamente seduto davanti al PC e senza patentino di allenatore, la scelta non mi ha convinto: più che accorciare gli spazi nella tua area di rigore, contro il Barça ritengo preferibile andare a infastidire all’altezza del cerchio di centrocampo, evitare assolutamente l’inferiorità in quella zona e da lì provare a ripartire. Il Zaragoza non ha voluto o non è riuscito a farlo, e alla lunga è emersa la maggior qualità di un Barça (di Messi) che pure ancora una volta non ha espresso il suo miglior calcio.
Le difficoltà blaugrana attuali sono riassunte dai continui cambi di modulo di Guardiola, alla ricerca di una soluzione che assicuri al contempo il possesso-palla meglio articolato e la transizione difensiva più sicura una volta perso il pallone. Col Valencia, il 4-3-3 (che diventa 3-4-1-2 quando l’azione parte dalla difesa) di quest’inizio di stagione è diventato nella ripresa un 4-4-1-1, con Messi e Villa in attacco e Xavi e Busquets davanti alla difesa; contro il Copenhagen invece, si è visto un 4-2-3-1 atipico, con il doble pivote Mascherano-Busquets e Maxwell esterno alto, ma Messi e Iniesta coppia di trequartisti dietro Villa, lasciando tutta la fascia destra ad Alves.
Ieri altro cambio ancora: un 3-3-1-3 che nel ciclo di Guardiola ha precedenti solo nella partita di Champions 2008-2009 con lo Sporting. Puyol-Piqué-Abidal fissi nella retroguadia, e una posizione sensibilmente differente per Alves: mentre infatti erano Pedro a destra e Iniesta a sinistra ad assicurare l’ampiezza, il brasiliano stringeva più centralmente, esattamente come Keita dall’altro lato. Busquets non retrocedeva più sulla linea dei difensori ad inizio azione, perché questi erano già tre, e così Sergi rimaneva davanti. Chiudeva il centrocampo Messi, come vertice alto.

----Puyol-----Piqué----Abidal----------
----Alves—-Busquets—-Keita-----------
----------------Messi-------------------
Pedro-----------Villa-------------Iniesta

Confrontandolo con la disposizione abituale di quest’inizio di stagione,

---------Piqué--Busquets--Puyol-------------
Alves-------Xavi---Iniesta----------Maxwell
-----------------Messi---------------------------
------------Pedro-------Villa-------------------

lo spostamento di Busquets e Alves rivela l’intento di guadagnare un giocatore in più centralmente in zona arretrata. Un giocatore in più su cui appoggiarsi ad inizio azione, e anche un giocatore in più dietro la linea della palla non appena l’avversario la recupera e cerca il contropiede. Non ha funzionato benissimo, Alves (che pure questo ruolo lo può ricoprire egregiamente, per caratteristiche e anche per esperienza con la nazionale brasiliana) è parso un po’ spaesato, e comunque l’avversario non ha messo sufficientemente alla prova, però è una soluzione che potrebbe avere un seguito.
Certo, sono sempre i giocatori a dare significato ai moduli, e bisognerà vedere col ritorno di Xavi, che resta sempre il giocatore più indicato per far salire la squadra ordinatamente e quindi anche con le distanze giuste per quando tocca recuperare il pallone. Gli acciacchi di Xavi sottolineano un elemento di vulnerabilità di questo Barça, che con la rosa corta dipende parecchio dai suoi tanti campioni del mondo, più esposti degli altri a un certo affaticamento non solo fisico (tradizionalmente, la stagione dopo la vittoria del mondiale porta con sé qualche difficoltà). Un campione del mondo in difficoltà è David Villa, che ogni partita in più senza gol diventa sempre più ansioso sottoporta. Fisiologico comunque, gli attaccanti vanno a periodi.

La partita del Real Madrid necessita meno spiegazioni, perché la storia delle ultime due settimane proprio non cambia: stritolato anche il povero Racing.
Stritolato ma in maniera diversa: Milan, Málaga e Deportivo erano caduti in seguito a un occupazione militare della metacampo e a un possesso-palla debordante, il Racing invece è stato abbattuto di rimessa.
Avete letto bene, perché i santanderini, bontà loro, sono andati al Bernabeu per giocarsela, per fare la partita. E i primi dieci minuti li avevano pure giocati bene, tralasciando il dettaglio che dopo un quarto d’ora si trovavano già sotto di due. Come avevamo già notato nella guida di inizio stagione, Portugal sta cambiando radicalmente la maniera di giocare della propria squadra: cerca di avanzare palla a terra, e a pieno organico. Lo ha cercato alla prima col Barça, e lo ha cercato anche ieri. Avanzare in blocco e rimanere lì a pressare. Il Racing gestiva ordinatamente il pallone, ma dopo si esponeva a un rischio mortale, quello di alzare eccessivamente la linea difensiva contro la squadra più verticale della Liga se non del mondo. Basta un ritardo nel pressing sulla palla, una verticalizzazione e sei morto. Cristiano Ronaldo, Özil e Higuaín attaccano lo spazio con una prontezza e una fisicità irresistibili, alla portata di pochi difensori in campo aperto. Non è servita a nulla la difesa a cinque (Ponce fra Torrejón e Henrique) che anche il Racing ha predisposto per contenere. Xabi Alonso e Di María poi possono mandare in porta il compagno con un solo passaggio. Ieri, al di là della quaterna facile di Ronaldo, è stata la serata proprio dell’argentino.
Con disgustoso opportunismo colgo l’occasione per dire che a me l’ex Benfica stava piacendo anche prima di ieri: non credo, come sostenuto da alcuni, che fosse ancora un corpo estraneo, e nemmeno che giocasse in maniera egoista. Gli mancava semmai concludere gli spunti che iniziava, per mancanza di lucidità più che di altruismo, ma l’apporto che stava fornendo era già notevole. Anzi, più che notevole: rimango francamente impressionato dal sacrificio, dalla quantità e dall’intelligenza tattica fornita da un giocatore la cui indole superficialmente sembrerebbe quella di un’ala dribblomane e discontinua. Di María rimane sì un artista della gambeta, uno che raggiunge la linea di fondo con uno slancio e un’eleganza con pochi eguali, ma in più, giochi a destra o a sinistra, sa stringere al centro e offrire linee di passaggio preziose, poi ripiega in aiuto al terzino con una disciplina e una resistenza ammirevoli, e in più sa ricoprire anche un ruolo tattico più bloccato in un centrocampo a rombo, sacrificando la ribalta individuale per il bene collettivo. Il fatto che Cristiano Ronaldo e Marcelo abbiano firmato le azioni più belle a Málaga non deve nascondere che anche il lavoro di Di María abbia contribuito a una situazione di superiorità decisiva proprio in quella zona. Se poi aggiungiamo che di faccia somiglia a un Gremlin, beh, allora si tratta proprio di un gran personaggio.
La transizione offensiva madridista è un lampo, e anche il primo pressing subito dopo aver perso la palla testimonia un’intensità fuori dal comune. Altro vantaggio è la presenza di difensori come Pepe o Sergio Ramos (assente in queste ultime gare) capaci di recuperare in velocità quasi contro ogni attaccante, anche quando la difesa si fa trovare scoperta. Resta ancora da verificare appieno la tenuta difensiva di questo Madrid quando si trova di fronte un avversario capace di superare il suo primo pressing e attaccarlo stabilmente nella metacampo. Il Racing era ordinato ma troppo scolastico, il Milan troppo lento nell’avviare l’azione, il Deportivo invece evapora ogniqualvolta mette il naso sulla trequarti. Solo il Málaga ha fatto intravedere qualcosa, con la velocità bestiale di Quincy e Rondón in contropiede, e infatti pur avendo stradominato la gara il Real Madrid non evitò rischi dietro. Certo è che gli enormi margini di miglioramento che ancora rimangono alla squadra di Mourinho fanno davvero paura.

FOTO: elpais.com

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22 Comments:

Anonymous Anonimo said...

sinceramente trovo molto più interessante da vedere il Barça di quest'anno che quello dello scorso anno con Ibra. Intendiamoci questo Barça gioca male. Però questi continui esperimenti che Guardiola sta provando a piccole dosi durante le partite, cambiando di poco gli ingranaggi o provando soluzioni nuove mi danno l'idea che la creatura del Pep sia viva e mi affascina seguirne la crescita. Il Barça non gioca bene, ma non perde neanche e io che sono dell'idea che fino a marzo basta fare il minimo sindacale per poi esplodere quando le partite peseranno in Champions non mi preoccupo (vedi Inter e Bayern lo scorso anno, cantiere fino a marzo, poi volata fino al titolo e alla finale di Champions da marzo in poi). Trovo molto interessante l'evoluzione che Guardiola sta cercando di avviare al suo vecchio modulo: lo scorso anno era partito dall'attacco, puntando su Ibra e sappiamo che non è finita bene, quest'anno è chiaro l'intento di partire dalla difesa. Difesa che nasce a 4 per poi passare a 3 in fase di possesso (come Vale ha subito segnalato ad inizio stagione). Io non sono un ammiratore di quest'espediente: trovo che alzi troppo la linea dei difensori, togliendo Sergi B dal suo ruolo tra centrocampo e centrali e portandolo a quello di centrale ne mostri alcuni limiti e inoltre porti troppo largo Piqué che è costretto quindi a tenere il pallone e salire troppo con esso per avviare l'azione. Sono però interessato a seguire il processo che Guardiola sta portando avanti, sicuro che tanto i veri frutti si vedranno da marzo in poi. Resto però dell'idea che il mercato sia stato ancora sbagliato e che prendere Adriano e Mascherano per fare i Chygro e Hleb in panchina sia un inutile spreco di soldi. Visto poi che Montoya e Oriol Romeu possono fare benissimo le riserve di Sergi B e Dani Alves. Gratis. I soldi per Mascherano potevano essere spesi per Luis Suarez e quelli per Adriano in Vertonghen. Due giocatori polivalenti, intelligenti tatticamente e sinceramente perfetti per giocare nel Barça.

DVM

12:01 AM  
Blogger Guido Lorenzelli said...

Io ho visto la partita del Barcellona e contro un Saragozza veramente scarso a mio avviso devo dire che ha veramente giocato male.
Ma se gli avversari sono quelli non hanno comunque problemi a spazzarli via.
Verso la fine del primo tempo il possesso palla era dell'81% a favore del Barcellona.

La squadra di Gay l'ho vista veramente male : Lanzaro e Braulio per me sono inadeguati.
Costringere Ponzio a fare il terzino è una sciocchezza.

Alla fine il Barcellona penso avrà molte più difficoltà in questa Liga, questo è il risultato anche di tre anni di calciomercato discutibile : cessione di Eto'o e Yaya Tourè e acquisti a peso d'oro di Ibra (poi rispedito inspiegabilmente in Italia per una miseria), Chigrinsky (25 Mln. di €!!!) ed Hleb tanto per dirne qualcuno sono veramente acquisti sbagliati.

La carretta la tirano sempre i soliti : Messi, Xavi, Iniesta, Puyol, Dani Alves e Piquè.


Guido Lorenzelli
www.asdmamas.blogspot.com

11:16 AM  
Blogger Flavio said...

Ciao Vale, come sempre ottima analisi.
A mio avviso però, il problema del Barça non è tanto quello del modulo o della rosa corta, ma della insostituibilità di determinati giocatori per via delle loro caratteristiche e della loro particolare collocazione nello scacchiere blaugrana. Ad esempio, non si sottolinea abbastanza l'assenza di Iniesta nella passata stagione e quindi nel momento clou, ossia nella semifinale di Champions; e quest'anno ho paura che la stessa situazione possa riproporsi con Xavi.
Il Barça ha secondo me 6 giocatori insostituibili, o quasi, che sono: Alves, Piquè, Busquets, Xavi, Iniesta e Messi; e quindi se manca qualcuno di questi, al di là dei giusti discorsi sulla transizione difensiva e altro, ecco che Guardiola è costretto a cambiare modulo.
Infatti, se togliamo il buon Pedro che può in qualche modo sopperire alle eventuali assenze (ma non prolungate) di Iniesta o Messi, e Adriano come vice Alves (anche se l'ex Siviglia non mi piace per niente), invece per gli altri tre (Piquè-Busquets-Xavi), il Barça non ha in rosa alcun "vero" sostituto: ciò amplifica in primis l'errore di cedere (o di non rimpiazzare con un giocatore dalle caratteristiche simili) il duttilissimo Tourè, adatto a coprire le assenze di Piquè-Busquets; e poi esalta l'inutilità dell'acquisto di Mascherano (mi sembra che anche lo stesso Guardiola lo abbia già bocciato: non lo fa giocare quasi mai), inadatto secondo me a sostituire Busquets, per quanto Valentino non sia d'accordo (non discuto il valore assoluto dell'argentino, ma la sua utilità e adattabilità nel contesto Barça).
Capitolo Xavi: visto che l'unico giocatore al mondo in grado di non farlo rimpiangere è Fabregas, e dato che Fabregas non è nella rosa blaugrana, allora perchè non investire stabilmente e da subito su uno tra J.Dos Santos o Thiago Alcantara?
Se Guardiola ha deciso di "tagliare" la rosa per fare affidamento sulla cantera,e se alcuni acquisti si stanno dimostrando a mio avviso inadatti (Adriano e Mascherano), allora che ci faccia vedere sti benedetti ragazzi: che ci faccia vedere almeno i vari Montoya, Fontas, Muniesa, Oriol Romeu e gli altri due già citati.

3:03 PM  
Blogger Flavio said...

Capitolo Villa: mi sta venendo il dubbio che non esista un parter "adeguato" per Messi...perchè l'argentino è disumano ed oscura tutti.
Villa sta facendo lo stesso percorso di Ibrahimovic, nè più nè meno: sta cercando di adattarsi; farà anche lui un discreto numero di gol e di assist, ma sarà inesorabilmente criticato. Quindi cosa faremo a fine anno, daremo via anche lui?
Capitolo Bojan: mi sembra che Guardiola non lo veda proprio; che sia il caso di darlo in prestito a gennaio per farlo giocare? Ovviamente ciò comporterebbe l'arrivo di un'altra punta.
Consigli per gli acquisti di gennaio, magari senza svenarsi ed utilizzabili in champions: un terzino sinistro di spinta anche fisicamente forte (Marcell Jansen dell'Amburgo); un mediano-difensore stile Tourè (Capouè del Tolosa); un centrocampista tuttofare (centrale o ala: Afellay del PSV in scadenza giugno 2011); un'attaccante di rango (F.Torres, anche in prestito).
Infine complimenti al Real: in questo momento è di sicuro, insieme al Chelsea, la squadra da battere, in campionato ed in champions: Mourinho, con alcuni acquisti mirati (Carvalho-Khedira-Ozil-Di Maria), e con la sue solite capacità psicologiche (riesce a "convertire" alla causa Ronaldo come è accaduto con Eto'o), sembra aver finalmente trovato la quadratura del cerchio.
Su alcuni giocatori occorre lavorarci soprattutto mentalmente, vero Guardiola???

3:35 PM  
Blogger Francesco said...

Credo che Mourinho non a caso volesse Maicon, per avere al centro della difesa Ramos e Pepe e poter giocare con la difesa altissima, che dà l'enorme vantaggio di aiutare il posseso e facilitare il recupero del pallone col pressing avanzato. E' arrivato Carvalho, che rispetto a Ramos, come centrale, ha meno velocità e fisicità ma meno amnesie, molta più esperienza e capacità difensiva. Nel cambio non è andata malissimo alla fine, perchè così com'è la difesa, con un Marcelo sempre migliore in fase difensiva, è estremamente completa: non la batti in velocità, non la freghi sulle palle alte e sui calci da fermo (tre saltatori più Khedira e Cr7), sa giocare il pallone ed è tatticamente fortissima. Non è un caso che la casella dei goal subìti sia così bassa. Inoltre può comunque giocare molto alta, favorendo possesso palla e pressing alto. Detto questo, a me non è ancora chiaro quale sia lo stile di gioco di questo Real. Possesso palla stile Porto 2003/04 o calcio diretto e verticale stile Chelsea? Oppure di tutto un po', a seconda delle situazioni? Vale tu quali differenze intravedi rispetto alla squadra di Pellegrini? E quale pensi sia l'idea di gioco che vuole introiettare Mourinho?

3:57 PM  
Anonymous Hellas said...

Di Maria ha le qualità tecniche e fisiche per diventare un fuoriclasse. Per affermarsi come tale deve però migliorare, e molto, il piede destro. Usare sempre e solo il sinistro - non avendo per struttura fisica la rapidità di gambe di un Messi o di un Robben - gli togle una buona dose di imprevedibilità.

L'argentino e Ozil sono stati due colpacci, forse gli unici due giocatori sul mercato in grado di sostituire Sneijder e Robben. Fino ad ora il principale merito di mourinho è proprio questo: aver posto un freno alle follie del suo presidente. Sono convinto che con un altro allenatore Higuain, Marcelo e forse pure Pepe avrebbero già fatto le valigie, e per il solo fatto di essere acquisti di Calderon...

Per il prossimo mercato manca giusto un centravanti d'area (Lukaku? sarebbe ottimo), un difensore centrale (io dico David Luiz: in un unico colpo il sostituto di Carvalho e la riserva di Marcelo) e un centrocampista di qualità (occhio allo scherzetto Fabregas. Più realisticamente andrebbe bene Banega, anche se questa è solo un'idea mia, nulla si è ascoltato in tal senso).

Nel Barcellona mi aspetto molto da Thiago Alcantara: infortuni permettendo questa può essere veramente la stagione della ribalta. Se ho colto i segnali con il figlio di Mazinho siamo più vicini ad un Iniesta che ad un Pedro o un Busquets...

7:59 PM  
Blogger valentino tola said...

@ DVM
Io credo che tutti questi cambi nascano da un presupposto: che il Barça non poteva restare sempre quello del Triplete, e che di fronte ad avversari che si attrezzano per annullare il tuo gioco devi trovare nuove soluzioni.

A me la difesa a 3 in fase di possesso non dispiaceva... ma il problema non è il gusto mio o quello tuo, è sempre l'interpretazione. In questo caso, si son viste cose interessanti e altre un po' meno riuscite.
Non è un problema alzare la linea difensiva ancora di più, anzi l'obiettivo sarebbe alzarla più possibile nel mentre che schiacci dietro l'avversario, guadagni metri più avanti e anche maggiori possibilità di recuperare le seconde palle.
Con questa pseudo-difesa a tre si sono viste partite anche buone in fase di possesso, tipo quelle con Atlético e (soprattutto) Athletic, nelle quali il Barça riusciva a combinare ampiezza e abbondanza di linee di passaggio interne (grazie a Messi falso centravanti).
Però non ha convinto del tutto il terzo centrale, il Busquets o Mascherano di turno: in fase di possesso mi è sembrato facessero più numero che altro, e poi non si capiva bene chi copriva lo spazio fra Xavi-Iniesta e i due difensori centrali in transizione difensiva. In quello spazio spesso l'avversario ha avuto modo di ripartire.
Comunque, sono aspetti che si possono sistemare, e anzi credo che il 4-3-3 con la pseudo-difesa a tre (madonna, a che contorsioni mi costringe questa roba...) rimanga la prima opzione di Guardiola. Anche io continuo a ritenerla la più interessante.
Riguardo alla posizione di Piqué: al centro della linea a tre, come a Saragozza, gioca con maggior qualità rispetto a quanto hanno fatto finora Busquets e Mascherano nella stessa posizione; a destra però ha il vantaggio di poter cambiare gioco verso la fascia opposta più facilmente.

Anche io ho pensato che si poteva contare sui canterani in pianta stabile per la prima squadra, lo ricorderai, però forse così la rosa sarebbe stata ancora più corta di come lo è adesso... cioè con lo stesso numero, ma più "corta" a livello di esperienza. Forse l'equilibrio migliore è quello della rosa attuale.
Poi anche a me Adriano non incanta (Mascherano invece sì), ma averlo pronto per giocare sia a destra che a sinistra non è comunque male, eh.

Non è che segua l'Ajax tutte le domeniche, però Vertonghen non mi convince mai ogni volta che lo vedo. Il tizio che gioca accanto a lui, Alderweijreld (sempre che si scriva così), mi interessa di più.

4:17 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Guido
Così tanto male non so se ha giocato il Barça... direi più che non è stato un test abbastanza probante.

Condivido sul Zaragoza. Lanzaro lo conosco poco, però Braulio è sicuramente inadeguato. In Primera non ha mai lasciato il segno.
Ponzio però se non sbaglio giocava davanti alla difesa, i terzini erano Diogo a destra e Obradovic a sinistra (tra l'altro una coppia di terzini niente male sulla carta).

Anche io credo che il Barça avrà più difficoltà quest'anno, ma più che per i suoi acquisti per quelli del Real Madrid.
Villa comunque è un grande acquisto, non dimenticarlo.

@ Flavio
Ciao, grazie :-)

Non so, io di giocatore "insostituibilecascasseilmondosenongioca" vedo soltanto Messi.
Poi quest'anno c'è un quasi-insostituibile che è Piqué, perchè con la partenza di Marquez non ci sono più altri difensori centrali con quelle particolari abilità nell'impostazione.
Il resto sono giocatori difficili da sostituire (ma lo sarebbero per chiunque, indipendentemente dalle circostanze) ma ancora ancora surrogabili, tranne un caso particolare, ovvero l'assenza contemporanea di Xavi e Iniesta.

Per il resto sai come la penso, ritengo la rosa del Barça qualitativamente completa, vedo un problema più quantitativo. Di fatto, manca solo un attaccante in più per fare numero.

Credo che in futuro li vedremo con maggior frequenza i canterani: Thiago è pure entrato a Saragozza. Credo faccia bene a non metterli da subito titolari, per una serie di motivi: perchè la squadra non è in un momento facilissimo, e quindi è meglio ad affidarsi a giocatori più esperti che tra l'altro, al momento attuale offrono più garanzie (per dire, Thiago è un potenziale fenomeno, ma ancora non lo vedo completamente maturo: l'unico che lo sarebbe ora come ora è Jonathan Dos Santos a mio avviso). Comunque verrà presto il loro momento.

"Villa sta facendo lo stesso percorso di Ibrahimovic, nè più nè meno: sta cercando di adattarsi; farà anche lui un discreto numero di gol e di assist, ma sarà inesorabilmente criticato. Quindi cosa faremo a fine anno, daremo via anche lui?"

ELAMADONNAAAAAA!!! :D

L'ipotesi Bojan in prestito non la vedo: piaccia o non piaccia a Guardiola, piaccia o non piaccia a noi, Bojan giocherà per forza perchè i numeri della rosa sono quelli... darlo in prestito per prendere un altro mi sembrerebbe un altro spreco. Se arriva un altro in più bene, sennò ti tieni Bojan.

Sul mercato (non il mio argomento preferito a questo punto della stagione): non serve un terzino sinistro e nemmeno un mediano-difensore (scusa, ma nel messaggio precedente non chiedevi spazio anche per Oriol Romeu? E vuoi anche prendere Capoué?), niente tuttofare a centrocampo (perchè anche se tuttofare occuperebe comunque spazi già destinati a Thiago e Jonathan, insieme o solo uno dei due), piuttosto il tuttofare lo prenderei in attacco: uno che possa giocare sia a sinistra che al centro, un buon giocatore nemmeno troppo ingombrante e costoso... non esageriamo con Fernando Torres in prestito a gennaio :-)

Cristiano Ronaldo è uno dei professionisti mentalmente più forti del calcio mondiale. Uno che ha imparato agiocare per la squadra già dai tempi dello United. Una dannata, cazzutissima macchina, da molto prima che arrivasse Mourinho.
Non esageriamo nel mitizzare i meriti di Mourinho, perfavore. E Guardiola il suo lavoro mentale sulla squadra presa da Rijkaard lo avrà anche fatto...

4:49 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Francesco
Non eroassiduo spettatore di quel Chelsea, comunque da come me lo ricordo era decisamente diverso dal Real Madrid, proprio come concetto. La partecipazione dei terzini, il ruolo delle mezzepunte... questo Real Madrid cerca un calcio più di possesso, anche se ovviamente non come quello del Barça, più verticale sicuramente.
Comunque ti lascio una frase di Mourinho molto significativa a proposito: "Non posso vincere la Premier cercando di gioocare come si fa nella Liga, e non posso vincere la Liga cercando di giocare come nella Premier".

@ Hellas
Avere un piede in più fa sempre comodo, è sempre un miglioramente, ma credo che anche se lo avesse Di Maria non raggiungerebbe comunque il livello dei primissimi giocatori.
Il suo tetto è quello di "grande giocatore".

Thiago più che un Iniesta lo vedo come una via di mezzo fra Ronaldinho e Xavi. Mi fermo qui, che è meglio :-)

5:02 PM  
Blogger Flavio said...

Vale ma la via di mezzo tra Ronaldinho e Xavi è proprio Iniesta!!! ;)
Ti parlavo di Capouè come alternativa a Piquè-Busquets per le caratteristiche che ha; Oriol lo vedo come terza opzione (come ben sai non stravedo per Mascherano come vice Sergio)...non è che se manca Piquè in una ipotetica semifinale di Champions possiamo rischiare Oriol!
Devo dire cmq che Piquè è immenso, non ci sono in giro tanti difensori come lui...forse uno che gli si avvicina è Ivanovic del Chelsea molto bravo ad impostare e spendibile anche come pivote.
Ad ogni modo, mi sembra che Guardiola sta decidendo stabilmente la collocazione di Iniesta come attaccante di sinistra/trequartista, soluzione che inizialmente non mi vedeva molto entusiasta; però devo che Iniesta riesce a dare il meglio di sè proprio partendo tra le linee centrocampo-attacco, da sinistra o centralmente, avendo la porta avversaria di fronte. In questa posizione diventa devastante perchè (vedi il gol contro il Valencia), con due tocchi riesce ad andare in porta o a smarcare il compagno e potrebbe segnare molte più reti di quanto abbia fatto fin ora.
Inoltre questa sua nuova collocazione, può aprire la strada in futuro alla presenza stabile di un terzino ala anche a sinistra (Jeffren?) e perchè no...Busquets mezzala (tipo nazionale, dove davanti alla difesa c'era X. Alonso) al fianco di Xavi con un altro giocatore a fungere da pivote. Cosa ne pensi?
Infine anche se non ti piace parlare di mercato ;) me lo fai un nome di quell'attaccante, di cui parlavi prima, che vedresti bene a completare l'attacco blaugrana?

5:53 PM  
Blogger Flavio said...

Insomma sto prospettando un 4-3-1-2 stabile con due centrali, due terzini ala, un pivote, due mezzali di cui una più difensiva anche se brava nel possesso palla, un trequartista (appunto Iniesta) e due punte che si scambiano continuamente la posizione tra il centro dell'attacco e l'esterno. Per fare un esempio con i giocatori attualmente in rosa: Valdes- Alves, Piquè, Puyol, Maxwell/Jeffren- Busquets/Mascherano- Keita/Busquets, Xavi- Iniesta- Villa, Messi.

6:06 PM  
Anonymous Anonimo said...

Intanto nella gara di ieri col Murcia altra prestazione sotto tono di Benzema, come sottolineato con la solita signorilità da Marca. Alla seconda stagione a Madrid e raggiunti i ventitre anni di età penso non sia più prematuro dire che si tratta di un flop (perlomeno in relazione a quanto è stato pagato). Per il resto un Madrid che per tutto un tempo ha pensato bene di cercare sistematicamente il tiro da fuori e al massimo qualche fraseggio nello stretto. Di buono c'è il ritorno da terzino di Ramos, che sarà utilissimo per creare quelle sovrapposizioni a destra che Arbeloa non garantiva, e un Pedro Leon che è stato forse il migliore in campo insieme a Dani Hernandez.
Tommaso.

2:40 PM  
Anonymous Hincha Madridista said...

Eh sì Benzema è un bel flop. Forse non è il tipo di centravanti giusto per il Madrid ma a ben vedere che fosse un pò claante si era già notato nell'ultima stagione a Lione. Probabilmente alla pari di gente come Emertson e Drenthe al Madrid non è riuscito a sopportare la pression e la concorrenza. Mentre Marcelo ce l'ha fatta e grazie a Mou può diventare anche un signor difensore e allora il Madrid avrà in casa l'erede di Roberto Carlos (anche se sfortunatamente senza un cannone al posto del piede sinsitro). Invece i nuovi (Khedira, Ozil, Carvalho) sembrano essersi inseriti alla perfezione, ma credo che quello sia anche merito del manico portoghese.

12:48 PM  
Blogger Flavio said...

Deludente prova del Real ieri sera contro un Milan discreto ma nulla più: una squadra (quella rossonera) che ha grossi problemi; mi è piaciuto molto Khedira, davvero un giocatore completo, forte tatticamente e tecnicamente, abbastanza veloce di gamba e di cervello.
Buone la prestazioni di Di Maria, Higuain (come terminale), Ramos e Carvalho; un pò meno quelle di Marcelo, Xabi e Pepe (se non fosse stato per il pasticcio sul pareggio di Inzaghi, in collaborazione con Casillas, anche se portato fuori tempo proprio dall'errore di Pepe).
Inconsistente ed irritante come sempre in queste occasioni C Ronaldo. L'impressione è che una volta ingabbiato come ieri Ozil, questa squadra vada in grossa difficoltà: il gioco viene rallentato e non gira come succede nella Liga.
Decisivo ieri l'inserimento di Benzema, se Mou riesce a recuperarlo sarebbe una gran cosa, visto che il francese è un grandissimo centravanti di manovra, bravo ad attrarre i difensori avversari e nel dettare il passaggio smarcante come nell'occasione del gol di Pedro Leon.
Menzione di disonore infine per Pato ed Ibrahimovic, come sempre inadatti ed inadattabili ad un gioco di squadra.

11:34 AM  
Blogger Flavio said...

Non dimentichaimo che il Real ha giocato contro una squadra il cui unico sistema di gioco è quello della palla lunga di Pirlo verso le punte: una squadra che si deve affidare ancora a Gattuso ed Inzaghi, e che ha nei due difensori centrali i suoi migliori giocatori; impresentabili Ronaldinho ed i terzini (anche se Abate ha contenuto bene Ronaldo). Tatticamente vicini allo zero e troppo individualiste le due punte.
Infine sul Barça due annotazioni: la prima relativa alla buona prova sul piano fisico contro il rissoso Copenaghen, ma pessima per quanto riguarda il gioco (se Xavi continuerà ad avere problemi fisici per i blaugrana la vedo davvero dura); ottima la prestazione di Busquets che ha fatto il difensore aggiunto ed il regista. La seconda considerazione è relativa alla posizione di Villa, sempre più ala destra per lasciare lo spazio centrale a Messi, mentre a sinistra agisce Iniesta quando Guardiola opta per il tridente Villa-Messi-Iniesta al fine di inserire i muscoli, la corsa ed i centimetri di Keita. Volevo sapere cosa ne pensa Valentino di questa posizione di Villa.

11:53 AM  
Blogger valentino tola said...

Ragazzi, chiedo scusa per la mancanza di aggiornamenti... in questo periodo non ce la faccio a preparare pezzi buoni per il blog... sto contiunando regolarmente col Guerin Sportivo comunque, perchè son pezzi più brevi che mi prendono meno tempo... oggi dovrebbero pubblicare quello sul cambio di allenatore al Malaga.

Per questo turno di Champions volevo scrivere di tutte e tre le spagnole, ma ce l'ho fatta solo a buttare giù qualcosa sul Valencia (il Barça nemmeno l'ho visto...).
Lascio qui il commento a Valencia-Rangers, poi più tardi rispondo ai vostri commenti, con più calma. Scusate ancora.

2:17 PM  
Blogger valentino tola said...

VALENCIA-RANGERS 3-0

Vittoria pesante e pienamente meritata per un Valencia che non elimina però il suo principale punto debole: iniziare il gioco dalle retrovie contro difese schierate.
Stavolta i Rangers non ponevano alcun problema ai difensori, che son soliti andare nel pallone se pressati: gli scozzesi con un abbottonatissimo 5-4-1 lasciavano Navarro-Ricardo Costa e il doble pivote Albelda-Banega completamente liberi di scambiarsi il pallone, preferendo accorciare nella loro metacampo difensiva e lasciando il solo Miller in quella avversaria. Solo a partire da lì il Valencia doveva cercare di creare la superiorità, e per quanta convinzione e aggressività ci abbia messo, ancora una volta la squadra di Emery non ha pienamente convinto. La distanza fra Albelda/Banega e il reparto offensivo era eccessiva, e le posizioni troppo facili da leggere per la difesa dei Rangers. Si sono mosse male le due punte Soldado e Aduriz: a loro spettava il compito di creare varchi in uno schieramento difensivo così nutrito. Troppo vicini e troppo accentrati, troppo spesso.
Venire incontro a turno sulla trequarti, o tagliare a supporto degli esterni per favorire la superiorità numerica: solo così puoi smuovere la difesa avversaria e creare i presupposti per inserimenti da dietro in area di rigore, gli unici che assicurano l’effetto-sorpresa contro schieramenti così difensivi. Invece il più delle volte gli esterni (soprattutto Joaquín, il più cercato) hanno dovuto portare palla e il cross, magari dalla trequarti, magari frontale rispetto ai difensori avversari, risultava una soluzione tanto approssimativa quanto obbligata. Solo in un’occasione nel primo quarto d’ora, Aduriz ha portato via un difensore allargandosi verso la fascia e favorito il taglio a sorpresa a centro area di Mata (poco prima però i Rangers avevano preso un palo clamoroso con Naismith, giocatore messosi in buona evidenza anche con la nazionale contro la Spagna).
Proprio Mata è stato l’unico ad aver interpretato al meglio questo gioco di costante mobilità su tutto il fronte offensiva: fra le linee, lasciando tutta la fascia a Mathieu (facilità di corsa inversamente proporzionale all’intelligenza calcistica), di volta in volta appoggiando a destra o a sinistra. Un gioco che del resto ha nel sangue.
Ma il fatto che gli attaccanti si siano mossi male non ne cancella la pericolosità negli ultimi metri. In particolare Soldado, il cui senso del gol ha messo in discesa la gara. Opportunista nel primo gol, elegante nel contropiede del secondo, iniziato e concluso da lui. Contropiede che, coi Rangers costretti a provare giocare a calcio anche loro, ha permesso di chiudere facilmente la gara nella ripresa, mandando in gol anche Tino Costa, subentrato a un Banega sottotono.

2:18 PM  
Anonymous Hellas said...

Il Real se ha qualche problema è a centrocampo: la squadra a tratti tende a spaccarsi in due tronconi. Già lo avevo notato all'andata e ieri in particolar modo: non di rado gli avanti del Milan si sono trovati a puntare nell'uno contro uno la difesa madrilena.
Su questo Mourinho dovrà lavorare, Khedira e Xabi Alonso si sono trovati più di una volta in inferiorità numerica.
In certe partite magari è più opportuno un centrocampo a tre; l'ormai abusato 4-2-3-1 ha proprio il difetto di svuotare il centrocampo.

11:54 PM  
Anonymous Hincha Madridista said...

Resta il fatto che raramente negli ultimi anni avevo visto il MAdrid dettare legge per un'ora in trasferta come a Milano. Poi i 2 gol del Milan sono venuti più da episodi sfortunati ed errori arbitrali che altro, anche se il Madrid mi è sembrato un pò supponente nella prima parte della ripresa, come se avesse già vinto. Concordo con Hellas, magari in certe gare aggiungere un centrocampista in più (Pedro Leon, uno dei due Diarra o il disperso Gago) potrebbero essere utile.

6:13 PM  
Blogger valentino tola said...

Il Madrid l'altra sera non mi è piaciuto: non credo vadano fatte particolari considerazioni tecniche o tattiche, credo abbia pesato un approccio troppo rilassato che ha influito sul disordine degli attacchi e delle transizioni difensive. Hanno vito che era sin troppo facile arrivare all'area di rigore contro una squadra parsa veramente mediocre (tre in attacco e il resto a chilometri di distanza... non si può vedere una cosa del genere), hanno giochicchiato e hanno creato le premesse perchè il Milan potesse trovare un gol assolutamente casuale e un altro assolutamente irregolare. Poi si son dati un pizzicotto e hanno fatto il 2-2. Tutta qui la partita dell'altro giorno... non è che siccome c'erano Milan da una parte e Real Madrid dall'altra dobbiamo trarre chissà quali considerazioni... più significativa la partita contro l'Hércules a mio modo di vedere.

Non credo ci siano problemi con il 4-2-3-1 e non credo dipenda da Ozil questa squadra. Tutt'altro: la chiave di questo Madrid è il trio Marcelo-Cristiano Ronaldo-Xabi Alonso. E' quello che dà l'impronta a tutta la squadra. Ozil è una conseguenza, per quanto dai colpi straordinari. Penso che pure Di Maria pesi di più nel gioco madridista.
Benzema ha la testa che ha, Mourinho non può dargli tutte le chances che desiderebbe perchè c'è Higuain che è più affidabile. Qualche piccolo segnale nelle ultime due gare comunque lo ha dato.

La posizione di Villa non mi colpisce particolarmente perchè comunque, Guardiola lo ha ribadito, non gli si chiede di fare l'esterno, ma di accentrarsi. Magari posso dire che giocando a sinistra può rientrare meglio per il tiro, ma comunque in questo ruolo a destra (anzi, centro-destra) non viene tradita la sua "anima" di attaccante puro. L'importante è che non debba essere lui a fornire ampiezza, che ci sia Alves e oltre a Villa un centrocampista lì vicino per avere triangolazioni facili.
Ma comunque non credo sarà un punto fisso questa posizione di Villa, probabilissimo che nelle prossime partite a destra ci vada Pedro, o ci torni Messi(per accentratsi)... il dato costante è che la posizione di partenza di Alves è più avanzata rispetto agli anni scorsi.

8:11 PM  
Anonymous Hincha Madridista said...

Vero: soprattutto nel secondo tempo il Madrid si specchiava e credo che Mou negli spogliatoi avrà fatto passare un brutto quarto d'ora ai suoi. Benzema ha dato qualche segno di risveglio ma El Pipita resta un killer d'area difficile da spodestare. Concordo sulla grande stagione di Marcelo e sull'asse base del Madrid.

9:21 PM  
Anonymous saracarbonero said...

Totalmente d'accordo sull'analisi di Valentino della partita di San Siro. Nel secondo tempo invece di chiudere la partita concludendo le azioni favorite anche dalla improponibilità del Milan. Penso che però, sbollito il rodimento per la mancata vittoria, sono felice sia successo ora, infatti anche Mourinho ha definito la squadra "ancora un pò naif" e qesta esperienza penso che la terranno bene a mente. sugli altri punti, aggiungo solo 3 cose
1 A questa squadra serve qualcuno che segni, perciò al di la di come si muovono la maggior prolificità di Higuain lo metterà, secondo me giustamente, sempre davanti a Benzema, almeno finchè quest'ultimo non garantirà oltre a dei bei movimenti anche un gran numero di goals.
2 Ozil è l'unico che da la palla di prima in questa squadra, quindi secondo me anche lui è fondamentale nell'economia del gioco del Real Madrid, il quale però non è sicuramente Ozil-dipendente.
3 Mou il 4-3-3 lo ha già provato ad Auxerre e quella partita è stata tra le tre peggiori o addirittura la peggiore giocata dal Real Madrid quest'anno. Partita che poi è stata vinta con l'ingresso di Di Maria e quindi con il ritorno al 4-2-3-1.
Trovo che questo modulo sia nettamente il migliore eppoi secondo me per dare equilibrio alla squadra servono lavoro e sacrificio di tutti, non è una questione del mero modulo che uno schiera.

11:28 PM  

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