mercoledì, aprile 11, 2007

La legge del più forte.

Il Chelsea è più forte, le grandi inglesi quest' anno sono le più forti. Mourinho nel secondo tempo rimedia ai suoi errori, modifica l' assetto, e il Chelsea aggredisce la preda, sfruttando fino in fondo, e meglio del Valencia, le occasioni costruite a suo favore nel corso di un magnifico secondo tempo. Queste partite sono così, le decidono i dettagli, e sui dettagli nessuno batte il Chelsea, squadra che non perde mai la testa e sa sempre che prima o poi verrà il suo momento.
Al Valencia ben poco si può dire: la sensazione è che abbia giocato al limite delle sue possibilità attuali, le recriminazioni o i rimproveri lasciano il tempo che trovano. Il suo primo tempo è stato eccellente, ma non è riuscito a chiudere i conti quando poteva, mentre il pareggio ad inizio secondo tempo di Shevchenko ha messo la partita su un piano psicologico sin troppo favorevole al Chelsea, consapevole che un secondo gol avrebbe ammazzato l' eliminatoria (anche con un 2-2 si sarebbero qualificati gli inglesi) e spietato nel far valere le sue superiori doti atletiche in un finale in cui il Valencia davvero non ne aveva più. Lo scatto con destro rabbioso di Essien (aiutato da un Canizares che non può, mai nella vita, farsi battere sul suo palo) esemplifica questa superiore convinzione e questa superiore condizione.

Come all' andata: primo tempo del Valencia, secondo tutto del Chelsea. I padroni di casa partono con la concentrazione e la motivazione delle grandi occasioni. E' difficile per giocatori come Silva, Villa o Joaquin passare la maggior parte del tempo senza il pallone e doversi concentrare soprattutto sugli spostamenti degli avversari, ma è qui che il Valencia ha una marcia in più, nella totale implicazione di tutti e undici i giocatori nel lavoro senza palla: le due punte Villa e Morientes rientrano sempre dietro la linea del pallone, l' uno molto vicino all' altro per impedire al Chelsea di far filtrare il pallone centralmente, le linee di centrocampo e difesa si muovono con straordinaria coordinazione, corte e strettissime, con la difesa che si alza con precisione chirurgica limitando gli effetti delle sponde aeree di Drogba.
Il Chelsea non sa davvero cosa fare: il Valencia gli regala il possesso-palla nelle zone dove questo non serve, e l' unica soluzione rimane saltare il centrocampo con i lanci o addirittura il retropassaggio verso i difensori. L' unica pecca del Valencia, ed è una gravissima pecca contro il Chelsea, risiede nei calci piazzati, dove gli inglesi vincono quasi tutti i duelli, come dimostra ad esempio l' inserimento indisturbato del pericolosissimo Carvalho (ha una scelta di tempo con pochi eguali al mondo), che però conclude a lato. E su un colpo di testa di Drogba, stavolta già sull' 1-0, Canizares dovrà poi sfoderare una parata strepitosa.
Ma, tanto diligenti nel sacrificarsi senza palla, i solisti del Valencia sanno alla perfezione come terrorizzare l' avversario in quei pochi secondi in cui entrano in contatto col pallone (la mia critica di fondo alla filosofia di Quique, indipendente dalla partita di ieri, è proprio questa: e se ai vari Villa, Joaquin, Silva, Morientes o Vicente, il pallone glielo facessimo toccare qualche secondo, anzi magari qualche minuto in più a partita? Per questo l' anno prossimo servirà un allenatore con altre idee, e magari un grande centrocampista di qualità che non obblighi a schierare la coppia Albelda-Albiol). Innocuo fino alla mezzora, il Valencia sfodera tutto il suo arsenale offensivo nel giro di pochi minuti.
Villa, forse al primo pallone buono che tocca, accelera incontrollabile, serve Morientes che al limite dell' area sfodera un controllo a seguire di gran classe che gli permette di accomodarsi il pallone sul sinistro e sfoderare una botta terrificante, che travolge però il palo alla destra di un esterrefatto Cech.
E' solo un avvertimento, perchè pochi minuti dopo il Valencia affonda proprio dove il Chelsea soffre di più: giocando con un 4-3-1-2 come fa il Chelsea le fasce possono diventare un punto debole, perchè esposte a situazioni di inferiorità numerica in caso di sovrapposizioni degli esterni avversari, Joaquin e Miguel lo sanno e ne approfittano: il portoghese si inserisce a tutta velocità, porta via l' uomo e crea lo spazio per l' andaluso, che può alzare la testa e pennellare un cross perfetto al centro dell' area. Qualcosa non funziona nella difesa inglese, perchè mentre tutti si preoccupano di Villa all' altezza del dischetto, nessuno calcola Morientes, che dalla trequarti si inserisce e fulmina Cech con una splendida spaccata mancina.
Il Chelsea non ha respiro, perchè subito dopo rischia il colpo di grazia, quando Villa umilia in dribbling Carvalho sulla sinistra, rimette (non si sa come, era un tiro uscito male) al centro, dove il solito Morientes interviene con la solita scivolata, ma trova sulla strada il corpo di Ashley Cole quando il più era fatto e Cech era battuto. Incredibile la sfuriata del Valencia, dal 30' al 33' due occasionissime con un gol nel mezzo!
I Blues provano a reagire, Lamparad sparacchia dalla lunga distanza, ma è soprattutto Drogba ad andare a vicino al pareggio, col citato colpo di testa (straordinario stacco su cross di Cole dalla sinistra) che trova la miracolosa opposizione di Canizares.
Pareggio sfiorato, ma non sarebbe stato per nulla meritato, perchè il Chelsea del primo tempo non gira proprio. Mourinho lo sa bene e se, come tutti gli allenatori di questo mondo, anche lui commette gli errori, di certo non sta lì a perseverare.
Il rombo di centrocampo, messo su per far spazio a Sheva e a quella palla a piede di Ballack (che pesta i piedi a Lampard), è l' equivoco principale di questo Chelsea, molto meno convincente rispetto alle due stagioni passate quando Robben e Duff imperavano sulle ali. Mourinho, di fronte all' imbuto del primo tempo, provvede allargando Shevchenko sulla sinistra, e, soprattutto, dando spazio a Joe Cole sulla destra, giocatore sempre difficile da pensare in panchina. Esce un confusissimo Lassana Diarra e a fare il terzino destro ci va il fenomenale Essien.
Chelsea nettamente più aggressivo, col nuovo assetto le alternative offensive aumentano esponenzialmente, i palloni vengono recuperati sempre più vicino all' area avversaria e ciò rende molto più difficile le coperture al Valencia, ora totalmente chiuso nel suo campo. Al 52' la mazzata è micidiale: un po' casuale la mischia da cui nasce il gol di uno Shevchenko comunque prontissimo sotto rete, ma da lì tutti sanno che il Chelsea ha ormai la partita in pugno, con il Valencia che trova davanti a sè una montagna impervia da scalare, visto che neanche un 2-1, con così tanti minuti davanti, metterebbe al sicuro la qualificazione.
Vista così un gol dei padroni di casa sembra molto meno probabile rispetto a un eventuale colpaccio di un Chelsea galvanizzato, perchè l' entusiasmo è scomparso, la paura cresce, le energie (dopo l' intensissimo primo tempo) calano vistosamente e non c' è nessuna possibilità di cambiare il corso della partita con qualche sostituzione.
Anche qui passa la differenza fra il Valencia (al netto di tutti gli infortuni) e il Chelsea: Mourinho ha alternative, tipo Joe Cole ma anche Wright Phillips e Kalou, che gli permettono non solo di dare più brillantezza, ma anche di cambiare completamente l' assetto tattico, mentre Quique, con tutto quello che gli si può dire, può giocarsi il solo Angulo (per un Morientes recuperato in extremis e dunque visibilmente affaticato), essendo oltrettutto costretto a cambiare il valente Albiol, infortunato, per Hugo Viana. Le altre scelte, con tutto il rispetto, sono Curro Torres, Jorge Lopez, Pallardò e Nacho Insa... beh, penso di essermi spiegato.
Il Chelsea ha molta più birra, fa pesare il suo strapotere atletico, mentre il Valencia, un po' per nervosismo un po' per stanchezza, perde lucidità, sbagliando molti passaggi semplici e sfaldando quello che nel primo tempo era un blocco perfetto (contribuisce anche l' uscita di Albiol). Villa e Silva, poverini, diventano presenze sempre più ai margini della partita. Il bel dribbling con botta di sinistro alta di Angulo, è soltanto un tentativo di alleggerimento, per quanto lì sia partito eccome l' "uuuyyyyy" del pubblico.
All' 83' Canizares sfodera un altro miracolo, stavolta su colpo di testa di Ballack, parata quasi alla Banks su Pelé nel Mondiale '70. Si aspetta con ansia questo benedetto gol del Chelsea ma, vicini al 90', si pensa inevitabilmente ai tempi supplementari, anche perchè lo stesso Chelsea può avere interesse a riorganizzarsi prima di sferrare il colpo decisivo. Invece, al 90', tempismo perfetto, Essien ci crede (dovrei dire, secondo retorica, che tira fuori le ultime energie, ma in realtà se si giocava altri due giorni di seguito questo correva ancora a cento all' ora su e giù per il campo), sa che nessuno a quel punto della partita è più in grado di reggerlo, asfalta la fascia destra e permette a Canizares, sorpreso sul suo palo, di rovinare completamente una prestazione fin lì magistrale.
Finisce qui la presenza spagnola nella Champions, l' anno prossimo ci vorranno ben altre credenziali per contrastare i nuovi dominatori d' Oltremanica.

I MIGLIORI: Che dire di Essien? L' avevo già definito "giocatore totale" (giocassero assieme, lui e Daniel Alves da soli farebbero una squadra di undici giocatori), c'è poco altro da aggiungere. Trova condizioni migliori nel secondo tempo, quando dal centrocampo arretra nel ruolo di terzino destro, ha più spazio per incidere, da un suo cross nasce l' azione del pareggio, e segna in prima persona, di pura volontà, il gol decisivo. Acciaio inossidabile.
Dopo tante critiche, Shevchenko si sta ritagliando uno spazio determinante in questo Chelsea: due gol, quello di ieri e quello col Porto agli ottavi, che pesano come macigni. Non fa granchè durante la partita, nel primo tempo è un corpo estraneo, ma nel secondo tempo non perdona. Joe Cole è stato il cambio decisivo, non tanto per i meriti del giocatore, a dire il vero abbastanza nella norma, ma perchè ha dato al Chelsea, con la sua sola presenza, un assetto molto più logico dal punto di vista offensivo, favorendo tra le altre cose le sovrapposizioni di Essien.
Morientes vuol dire gol: c'è tutta la classe e il mestiere del grande attaccante, sia nell' azione del palo, sia nella spaccata che frutta l' 1-0. Ayala è il migliore in difesa, queste son le partite che esaltano la sua classe e la sua esperienza: vedere per credere il contropiede che arresta nel primo tempo levando il pallone a Drogba, un intervento in cui ci sono tutti i suoi dieci anni e passa di carriera a grandi livelli. Nella sofferente, almeno da quel punto di vista, difesa del Valencia, è poi il più affidabile nel gioco aereo.
Probabilmente qualcuno gli rimprovererà di non aver segnato o chissà cos' altro, ma Villa ha potuto finchè ha potuto il Valencia, non è Dio in terra. Non è stato il Villa migliore, ma nel primo tempo in due delle azioni pericolose c'è il suo zampino (eccezionale il tunnel con l' esterno con cui liquida Carvalho nell' azione che poi verrà salvata sulla linea da Ashley Cole). Per Joaquin è tremendamente difficile giocare in questo Valencia, dove può entrare pochissimo in contatto col pallone e spesso in zone troppo lontane dalla linea di fondo. Anche così, qualche cosa la fa: assiste Morientes per l' 1-0 e ispira con un cross dal fondo l' azione che poi Angulo concluderà alta nel secondo tempo.
I PEGGIORI: Convincente all' andata, molto male al ritorno Lassana Diarra (che io chiamo Lasagna) da terzino destro. Senza opzioni quando imposta, senza la spinta di un terzino di ruolo, soffre le poche, ma buonissime, ripartenze del Valencia nel primo tempo. Se proprio Makelele non deve giocare (ma perchè?), preferirei lui davanti alla difesa rispetto a Mikel. Ballack sfiora il gol di testa, ma io non so proprio cosa ci stia a fare in questa squadra, è il punto debole. Lampard non trova spazio per inserirsi nel primo tempo, è in una posizione troppo ibrida ed il Valencia non lascia spazi sulla trequarti, ma anche nel secondo tempo, quando la partita si scioglie, non trova modo di incidere granchè.
Spiace dirlo proprio quando effettua due parate memorabili (su Drogba nel primo tempo e su Ballack all' 83'), ma Canizares ha regalato al Chelsea buona parte della qualificazione. Prima il gol di Drogba all' andata, poi ieri il gol preso da Essien sul suo palo (senza quest' errore, il suo voto sarebbe stato 8, così diventa 5,5: crudele il calcio, non trovate?). In difficoltà Del Horno, non è impeccabile nelle marcatura su Carvalho sui calci piazzati ed interviene in ritardo e in maniera incerta, con difficoltà raddoppiate quando dalle sue parti si presenta nel secondo tempo Joe Cole. Anche Silva, sebbene molto più disciplinato di Joaquin, non si esalta di certo a correre tutto il tempo dietro agli avversari, e va detto anche che giocare sulla fascia, invece che fra le linee come a Stamford Bridge, dimezza a mio avviso le sue potenzialità, perchè lui è il classico trequartista che tiene palla, fa spazientire gli avversari e fa salire i compagni, non è certo la tipica ala dallo scatto bruciante.


Valencia (4-4-2): Cañizares 5,5; Miguel 6, Ayala 7, Moretti 6, Del Horno 5,5; Joaquín 6,5, Albelda 6, Albiol 6 (71'), Silva 5,5; Morientes 7 (65'), Villa 6,5.
In panchina: Butelle, C. Torres, H. Viana s.v. (71'), J. López, Pallardó, Insa, Angulo 6,5 (65')
Chelsea (4-3-1-2): Cech 6; Diarra 5 (46'), Carvalho 6, Terry 6, Cole 6; Essien 7,5, Mikel 6,5, Lampard 5,5; Ballack 5,5; Shevchenko, Drogba.
In panchina: Cudicini, Makelele, Kalou, W. Phillips, Bridge, J. Cole 6,5 (46'), Ferreira

Goles: 1-0 (32'): Morientes bate con la izquierda a Cech a pase de Joaquín. 1-1 (52'): Shevchenko remata un balón suelto en el área. 1-2 (90'): Essien, con un gran derechazo.
Árbitro: K. Vassaras, de Grecia. Amonestó a Essien (3'), Ballack (21'), Del Horno (45'), Albelda (50') y Ayala (60') y Moretti (62')
Incidencias: 55.000 espectadores llenaron Mestalla, de los que 3.000 eran seguidores del Chelsea. Noche agradable. Terreno de juego en buenas condiciones. El Chelsea se clasifica para las semifinales de la Champions.

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1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

ciao Valentino, torno a scriverti dopo inenarrabili problemi di connessione...
Analisi come al solito perfetta, ho visto tutto il match tranne i primi 20 minuti (ero su Man Utd-Roma, poi ovviamente ho cambiato) e devo dire che il Valencia nel primo tempo mi ha stupito, stava facendo il partidazo dell'anno. Nel secondo però sono proprio andati giù di fisico, inoltre Mou si è confermato tecnico straordinario nel saper porre rimedio alle proprie stupidaggini...un mix che, unito alla freschezza atletica dei Blues e alla loro tremenda convinzione, non poteva che portare all'ineluttabile sconfitta valencià.
Che dire, quest'anno gli inglesi si sono rivelati superiori nelle squadre di prima fascia, mentre alle spagnole va il merito di aver messo in mostra formazioni di media classifica in grande spolvero...a parte il Siviglia, che ormai va considerata una grande (a metà, forse), Osasuna ed Espanyol stanno chiaramente dimostrando che la Liga è, ad oggi, il campionato più equilibrato del mondo.
No comment sulle italiane, ma ormai non me ne frega più nulla. Un paese che snobba la UEFA (sarà contento il Palermo, che ha giocato in Europa con le riserve e ora fa schifo anche in serie A) merita la fine che sta facendo.

9:58 PM  

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