Getafe e Recreativo, le rivelazioni.
Questa che si sta dispustando finora è stata sicuramente la Liga del Sevilla, nuova grande di Spagna, ma altre due squadre in particolare hanno richiamato l’ attenzione per gli exploit che le hanno assestate in piena zona-Uefa, e cioè Getafe e Recreativo, sicuramente due delle squadre che, in rapporto a i mezzi, hanno proposto il miglior calcio in questa stagione.
Nel caso del Getafe, nono con 38 punti e con una storica semifinale di Copa del Rey (contro il Barça) davanti a sè, si tratta della conferma di un progetto che funziona benone già da due anni, basato sul contenimento delle spese e la valorizzazione, grazie a un ambiente ideale e a un’ ottima organizzazione di gioco (con Quique Sanchez Flores nel 2004-2005, primo anno in Liga, e con “Bernardo” Schuster nei due successivi), sia di onesti gregari che di giovani talenti. Giovani non della cantera locale, che in questi tre anni non ha mandato nessuno in prima squadra, ma soprattutto prestiti dei grandi club.
Il Recreativo invece, settimo con 41 punti, è una sorpresa assoluta. Il Decano (è il club spagnolo più antico), dopo la fugace esperienza in Primera del 2002-2003 (retrocesso ma in maniera onorevole, e per giunta arrivando in finale di Copa del Rey, poi persa 3-0 col Mallorca di un sensazionale Eto’o), era tornato nel massimo campionato fra molti punti interrogativi. Sì, l’ anno prima aveva dominato in Segunda, non mancavano gli aspetti interessanti, ma la squadra era in alto mare e, a pochi giorni dalla chiusura del mercato estivo, largamente incompleta nella sua rosa. Solo sul filo della scadenza sono arrivati Beto, Laquait, Pablo Amo e Juanma ma soprattutto Sinama Pongolle e Javi Guerrero, che hanno trasformato l’ attacco da reparto in piena emergenza a punto forte della squadra.
GETAFE
C’ era qualche preoccupazione al Getafe sulla sostituzione di tre protagonisti della passata stagione come Gavilan, Riki e Pernia, ma fuoriclasse questa squadra non ne ha mai avuti, l’ unica “stella” resta il collettivo. E’ l’ organizzazione che ha permesso al Getafe di subire sinora soltanto 19 reti, nettamente la squadra meno battuta della Liga, al di là dell’ elevato valore di Alexis, del mestiere di Belenguer e delle paratone del Pato Abbondanzieri.
Blocco compatto, squadra corta e centrocampo molto folto a protezione del reparto arretrato. Anche in fase di possesso, il movimento costante offre sempre soluzioni comode al portatore di palla, che ha due o più opzioni a sua disposizione, e a partire da questa base neppure l’ assenza di grandi individualità impedisce al Geta di dispiegare un calcio semplice ma piacevole, con combinazioni palla a terra come vuole Schuster.
Schuster che è l’ allenatore di moda quest’ anno, e che, a partire da una base composta dai quattro difensori+ Celestini davanti alla difesa, alterna per i suoi vari moduli. Di base utilizza un 4-4-2, anzi un 4-4-1-1 con Manu Del Moral o Albin a fare da raccordo fra centrocampo e attacco, ma inserendo una mezzala come Vivar Dorado o più raramente Alberto può passare ad un 4-1-4-1. Il Getafe suscita ammirazione perché in campo sa sempre cosa fare: sa essere molto pericoloso in contropiede sfruttando le caratteristiche di Guiza, ma sa anche aggredire più alto l’ avversario e fare la partita, per nulla a disagio nel condurre le danze.
In porta, una delle sensazioni di questa Liga, il veterano Abbondanzieri, non un esempio di stile, ma uomo carismatico, più volte determinante con magnifici interventi. La sua riserva è Luis Garcia, portiere piuttosto incerto, contestatissimo ai tempi della sua unica stagione al Zaragoza, che però non ha fatto rimpiangere Abbondanzieri le volte in cui è stato chiamato in causa, come nel recente 0-0 col Sevilla.
Abbondanzieri compone coi centrali Belenguer e Alexis un triangolo difensivo che è uno dei cardini di questo Getafe. L’ espertissimo Belenguer, classe ’72, al Getafe ha trovato dopo tanti anni di anonimato la sua piccola consacrazione. Eccellente senso della posizione, chiusure autorevoli, guida il reparto con notevole sicurezza. Accanto a lui il grandissimo talento di Alexis, del quale ho già detto di tutto e di più, ingaggio del Valencia per l’ anno prossimo compreso (ma potrebbero esserci ulteriori sviluppi in questa telenovela). Ma anche la coppia di centrali di riserva composta dal sobrio Pulido (anche terzino destro) e dall’ aitante mancino Tena, ha dimostrato all’ occorrenza (l’ ultima nell’ 1-1 al Bernabeu) di reggere bene l’ impatto, a ulteriore dimostrazione del fatto che godendo di determinati punti di riferimento, in una squadra che gioca “a memoria”, ci si può muovere molto più agevolmente.
Sulla fascia destra due alternative ugualmente affidabili, la vecchissima conoscenza Contra o il completo David Cortés, giocatore che ai suoi esordi in Primera col Mallorca aveva goduto anche di ottimo mercato (ai tempi si era parlato anche di Valencia). A sinistra, la grande sorpresa di questo Getafe, e una delle sorprese della Liga, vale a dire Paredes, l’ anno scorso uno dei giocatori meno utilizzati, quest’ anno titolare inamovibile.
Dei due laterali è quello che spinge di più, spesso l’ esterno sinistro di centrocampo si accentra e gli lascia tutta la fascia. Molto aggressivo, anticipa e ribalta l’ azione con personalità e grande continuità. Insomma, il mondo continua dopo Pernia (oggetto di isteriche sopravvalutazioni l’ anno passato, lo abbiamo visto al Mondiale, lo vediamo quest’ anno all’ Atlético. Bisogna sempre insospettirsi dei giocatori che “esplodono” alla soglia della trentina e in una squadra rivelazione che fa sembrare i giocatori migliori di quello che sono: quindi diffidate pure di Paredes o di Güiza, ma non diffidate di Alexis, mai!). L’ esplosione di Paredes ha relegato in secondo piano l’ argentino Licht, un acquisto estivo che sembrava dovesse trovare molto più spazio, peraltro ben reclamizzato al suo arrivo in Spagna (gran bel sinistro il suo).
A centrocampo i due indiscutibili punti fermi sono i centrali Celestini e Casquero, i quali si completano alla perfezione. Lo svizzero Celestini è il classico “lavoratore oscuro” per il quale oltrepassare la metacampo rappresenta un’ avventura insolita. Uomo fidato di Schuster sin dai tempi dello sfortunato (e alquanto masochista) Levante 2004-2005, assicura le distanze giuste fra i reparti e copre le spalle a Casquero, cervello e motore del Geta. La gran parte delle azioni getafensi passa per i piedi di questa mezzala dinamica continua e sempre nel vivo del gioco. A testa alta e sempre in bello stile, Casquero è molto abile nel combinare in spazi stretti e non di rado si presenta al limite dell’ area avversaria per far valere il suo ottimo destro.
Altro guastatore del centrocampo, molto utile per il suo apporto realizzativo (quattro gol finora) è Nacho, ripescato, così come Alexis, dal disastroso Malaga dell’ anno passato. Esterno sinistro, mancino dalla buona padronanza tecnica, privo dello spunto esplosivo che gli permetta di arrivare sul fondo, Nacho preferisce tagliare per linee interne per cercare il dialogo coi compagni o per tentare direttamente la conclusione a rete, bravo anche ad accompagnare e finalizzare le azioni di contropiede.
Sull’ altra fascia un giocatore più lineare, più di corsa, come Mario Cotelo (presente già nel 2004, anno della promozione in Primera), che all’ occorrenza può fare anche il terzino. Attualmente in gran forma, esterno prezioso, tatticamente diligente e in grado anche di “pizzicare” con tiri da fuori insidiosi. Sua alternativa, utilizzabile anche a sinistra, il più tecnico Pablo Redondo (3 assist finora, sia per lui che per Cotelo).
Jolly importante, uomo di classe ed esperienza, è Vivar Dorado. Può partire largo dalla fascia sinistra per poi accentrarsi sulla trequarti oppure come mezzala in un trivote, è elegante, abile nel dare l’ ultimo passaggio e legge bene gli sviluppi del gioco. Altro centrocampista offensivo, che può giocare in appoggio all’ unica punta, è il rapido Sousa, mentre Alberto trova spazio soprattutto quando c’ è bisogno di coprirsi un po’ di più aggiungendo un centrocampista.
Güiza è l’ uomo sulla cresta dell’ onda, e resta tutto da verificare se per questo quasi 26enne fan dello sfortunato Kiko Narvaez (del quale riproduce fedelmente l’ esultanza dell’ “arciere”) si tratti di un exploit sincero o legato soprattutto alla stagione particolarmente felice della sua squadra. Nove gol finora, più rilevanti per importanza e puntualità che per quantità, e inevitabile richiesta di convocazione in nazionale. Onestamente non lo vedo su questi livelli (lui invece ci si vede, dice modestamente che se fosse brasiliano sarebbe il crack dei crack): non eccezionale tecnicamente, preferisce agire in verticale e in campo aperto, dove può diventare micidiale per la sua velocità e la capacità di risolvere con estrema freddezza gli uno contro uno coi portieri avversari.
Alle spalle di Güiza, come seconda punta, può agire Manu del Moral (che proprio questa domenica tornerà a disposizione di Schuster dopo l’ infortunio che lo ha appiedato nelle ultime giornate), giovane in prestito dall’ Atlètico Madrid (4 gol), molto mobile, tecnicamente discreto e in grado anche di partire dalla fascia destra all’ occorrenza.
In questo finale di stagione, dopo gli infortuni che lo hanno occultato nella prima parte di stagione, potrebbe rivelarsi una carta molto importante sulla trequarti l’ uruguagio Albin, 20enne dal talento limpido che può agire anche sulla fascia sinistra. Tecnica di prim’ ordine e mancino pregiato, potrebbe diventare uno degli uomini di mercato del Getafe 2007/2008 (che si preannuncia interessantissimo col più che probabile acquisto di un asso come Uche).
Le altre punte a disposizione di Schuster sono Pachon, eroe della tifoseria e protagonista l’ anno della promozione, navigato centravanti, generosissimo e pronto anche a sacrificarsi in ruoli di copertura, e Verpakovskis, attaccante ultraveloce di livello internazionale (mitiche le pagine scritte con la sua Lettonia) ma ancora poco impiegato per la difficoltà a trovare spazi in una squadra “già fatta”. In prestito dalla Dinamo Kiyv, vedremo se il Geta eserciterà il diritto di riscatto (certo che, con la probabile cessione di Güiza, per l’ anno prossimo un attacco Uche-Verpakovskis-Kepa non sarebbe male…)
------------------Abbondanzieri----------------------
Contra-------Belenguer-------Alexis----------Paredes
----------------Celestini------------------------------
Cotelo---------------------Casquero------------Nacho
------------------Manu del Moral---------------------
-----------------------Güiza--------------------------
RECREATIVO
Nella grande stagione del Recreativo buona parte del merito spetta al tecnico Marcelino Garcia Toral, uno dei più brillanti della nuova leva. Meticoloso fino all’ estremo nello studio degli avversari e nella preparazione delle partite, è uno spettacolo vedere come si muove il suo 4-4-2, coi giocatori che sembrato legati quasi da un filo invisibile per la coordinazione che dimostrano nello spostarsi sul rettangolo verde. Squadra corta, pressing aggressivo e raddoppi costanti (fantastico al Bernabeu nello storico 0-3 il pressing fino al limite dell’ area madridista).
Ma quello che è più apprezzabile del Recreativo è il gioco e la mentalità con cui sta raggiungendo i suoi grandi risultati: una delle squadre più divertenti in questa stagione di vacche magre, fresca, veloce e verticale, mai rinunciataria (peraltro il Recre risulta la prima squadra della Liga nella classifica del fair-play). Uno spettacolo quando ribalta l’ azione in pochi tocchi, devastante quando può affondare i colpi in contropiede.
In genere i giocatori coinvolti nella fase offensiva sono cinque. I terzini avanzano ma con moderazione, Marcelino piuttosto preferisce creare il pericolo sfruttando fino in fondo l’estrema mobilità degli uomini di cui dispone dalla trequarti in su. Al di là dei numeri, non è il solito 4-4-2 scolastico e un po’ irrigidito: importante, e assai caratteristica, nel gioco del Recre è la funziona svolta dagli esterni di centrocampo, spesso esterni solo nominalmente, dato che è loro richiesto (soprattutto a Cazorla) di tagliare con frequenza verso il centro della trequarti e piazzarsi fra le linee di difesa e centrocampo avversarie, zona davvero cruciale nel calcio.
L’ azione-tipo del Recre per sommi capi è questa: palla rubata a centrocampo e Viqueira che imposta, nel mentre uno degli esterni (Cazorla o Juanma) taglia sulla trequarti e i due attaccanti Uche e Sinama Pongolle si allargano sulle fasce e si preparano allo scatto in profondità. Un ampio ventaglio di soluzioni che allarga e disorienta la difesa avversaria e a sua volta costruisce le premesse per eventuali ulteriori inserimenti a sorpresa dalle retrovie (uno dei centrocampisti che arriva a rimorchio, una delle punte che sbuca a sorpresa…). Il calcio di Marcelino, favorito anche da uomini particolarmente adatti, è basato proprio su questo, sulla sorpresa, sulla velocità e sul gioco di prima intenzione, mai su attacchi statici.
In porta Lopez Vallejo, uno dei tre arrivati dal Villarreal assieme a César Arzo e Cazorla. Portiere in gioventù di grandi speranze, ha trascorso una carriera di sostanziale anonimato, titolare nei primi anni del Villarreal nella Liga, poi relegato in panchina da Reina e addirittura in tribuna dai non certo fenomenali Barbosa e Viera. A parte la papera sullo 0-1 di Eto’o nell’ ultima giornata da Liga, sta disputando una buona Liga, con interventi determinanti e spettacolari.
In difesa, alternanza sulle fasce: a destra Marcelino può scegliere fra il veterano Merino (36 anni e una storica militanza nel Betis) ed Edu Moya, sicuramente più veloce e maggiormente portato ad appoggiare l’ azione offensiva; a sinistra si disputano il posto il sobrio Poli, prelevato quest’ estate dal Mallorca, e Dani Bautista, più rapido e vivace nella spinta, autore di ottime prestazioni nella prima fase della stagione.
La coppia centrale formata da Beto e Mario invece è da tempo consolidata. I due si completano bene: il portoghese, qualche anno fa (ai tempi dello Sporting) assai richiesto sul mercato internazionale, è il classico regista di reparto, non proprio un mastino ma dotato di senso della posizione, un ottimo destro e un buon stacco aereo; Mario, in prestito dal Barça (dove arrivò nell’ estate 2003 e trascorse una stagione nel più totale anonimato), è un marcatore mancino molto attento nell’ anticipo, un osso non facile.
Di volta in volta trovano spazio, a seconda delle assenze dei titolari, ora Pablo Amo, centrale dal rendimento affidabile, forse un po’ troppo snobbato nei suoi trascorsi al Deportivo, ora César Arzo, giovane che non convince ancora pienamente (non mostra sufficiente personalità), utilizzabile anche da centrale di centrocampo, data la sua discreta capacità d’ impostare il gioco (ha anche un buon gioco aereo). Iago Bouzon resta l’ ultimissima scelta.
A centrocampo, il lavoro sporco è soprattutto di Jesus Vazquez, prelevato l’ estate scorsa dal Tenerife e rivelatosi un ottimo acquisto. Resistente e continuo, ottima guardia del corpo per Viqueira, al tempo stesso non è completamente privo di qualità, potendo contare su un discreto sinistro e anche su qualche inserimento a sorpresa nell’ area avversaria di tanto in tanto.
Il cardine, il cervello, la miccia, insomma quello che volete, degli attacchi del Recre resta però Emilio Viqueira, gallego di 32 anni che compensa gli evidenti limiti dinamici con un destro sensibilissimo (i tentativi da metacampo lo ingolosiscono parecchio) e una visione di gioco fuori dal comune. Unanimemente conosciuto come “el Mago”, è uno dei pochi giocatori nella Liga (assieme a De la Pena, Ibagaza, Ronaldinho e Guti) in grado di inventare quasi dal nulla il passaggio che mette il compagno a tu per tu col portiere avversario.
Sensazionale nel girone d’ andata, Viqueira però si trova ora relegato ai margini, in forte dissidio con la società, un dissidio che rischia di avere brutte ripercussioni nell’ ambiente, proprio quando il Recre sta disputando la miglior stagione della sua storia. Spesso in panchina negli ultimi tempi, Viqueira nell’ ultima gara col Barça addirittura non è stato nemmeno convocato.
La disputa è sorta sul suo rinnovo del contratto, dato che secondo una clausola del contratto firmato dallo stesso Viqueira nel Febbraio 2005, il rinnovo per l’ anno prossimo dovrebbe scattare automatico una volta raggiunto il traguardo delle 25 gare (con minimo 35 minuti disputati in ogni gara) giocate in campionato: ne mancano solo 4, e la società accusa ora Viqueira di fingere infortuni per poter così evitare il rinnovo automatico e andare ad un’ altra squadra che magari gli offra qualche spicciolo in più (si parla insistentemente del Levante). Brutta storia, così come brutto è il fatto che Viqueira abbia denunciato (e non importa che in seguito abbia ritirato la denuncia, la frittata l’ aveva già fatta) il suo club alla LFP per un contratto che lui stesso aveva accettato di stipulare, giocandosì così tutto il credito guadagnato nei confronti di una società e di una tifoseria che dopotutto gli hanno regalato i momenti più felici della sua non certo esaltante carriera. Al posto di Viqueira, gioca ora il più difensivo e lineare Rafa Barber.
Sulle fasce, mentre nella prima parte della stagione Cazorla partiva da destra con Aitor sull’ altra fascia, ora Marcelino preferisce utilizzare Juanma a destra spostando Santi Cazorla sulla sinistra. Cazorla (4 assist) è stato probabilmente il più continuo dei talenti di questo Recre: contagiosa la sua elettricità, una costante spina nel fianco con le sue accelerazioni, i suoi tagli in diagonale, i dribbling stretti, le soluzioni sempre imprevedibili (destro naturale, è pero perfettamente ambidestro). Se Viqueira suona il valzer, lui va col rock n’ roll: sta facendo decisamente ricredere il Villarreal, disposto ora a riprenderselo, sulla bontà della sua cessione (Lopez Vallejo e César Arzo invece sono solo in prestito).
Juanma, brutalmente scaricato dal Levante l’ estate scorsa, è invece un esterno destro non fulminante nelle sue iniziative, ma dotato di buon controllo di palla, discreto uno contro uno e cross ben calibrati, caratteristiche un po’ più offensive rispetto al “soldatino” Aitor. Cheli invece resta un’ alternativa assai poco utilizzata sulla destra (titolare alla prima giornata col Mallorca, poi altre sole quattro apparizioni, per un totale di 126 minuti, giocatore meno impiegato della rosa, anche meno del secondo portiere Laquait).
In attacco, ecco le pantere Uche e Sinama Pongolle, che con la loro velocità, i tagli e gli incroci che propongono continuamente mettono straordinariamente sotto pressione le difese avversarie. Uche (7 gol finora), per amor di semplificazione, sarebbe il novello Eto’o: ancora un po’ acerbo, rispetto al famelico camerunese del Barça è più solista e molto meno uomo squadra, meno cattivo ma anche più estroso nelle sue azioni. Nelle serate buone, il 23enne nigeriano è capace di mettere sottosopra da solo la difesa avversaria. Prodigiose accelerazioni, dribbling assai facile, si inventa delle finte di corpo quasi inconcepibili per liberarsi dell’ avversario, sovente esposto a brutte figure. E’ un talento ancora da raffinare, per una certa tendenza ad assentarsi e a compiere scelte incomprensibili, per egoismo o più semplicemente per una cattiva lettura delle situazioni.
Sinama Pongolle, con 9 gol segnati finora, ha dissolto pienamente i dubbi che quest’ estate pendevano sul suo rendimento realizzativo. Sfumata l’ altra opzione, il greco Gekas (che sta facendo faville al Bochum), Marcelino nutriva qualche legittima perplessità sull’ eventuale apporto realizzativo di un giocatore che, fra Liverpool e Blackburn, si era ormai abituato a giocare sempre più lontano dalla porta, spesso anche da esterno di centrocampo. Convinto Marcelino da una conversazione telefonica con lo stesso Benitez (“se cerchi uno veloce e che sappia smarcarsi, Sinama fa al caso tuo”), Sinama ha trovato le migliori condizioni, ambientali e tattiche, per poter esprimere finalmente il suo talento, divenendo un elemento imprescindibile oltre che il punto di partenza per il Recre dell’ anno prossimo (proprio in questi giorni la società sta cercando di chiudere il suo acquisto definitivo dal Liverpool). Buona tecnica, veloce e agile, movimenti sempre intelligenti, rispetto al partner Uche è sicuramente più completo tatticamente e molto più abile nel gioco senza palla.
Javi Guerrero e Rosu, stagionate seconde scelte, sono tutt’ altro tipo di attaccanti, seconde punte che preferiscono venire incontro sulla trequarti e farsi servire il pallone sui piedi più che nello spazio. Tutt’ e due mancini di qualità, Rosu (nazionale rumeno da sette anni trapiantato in Spagna, prima al Numarncia, dal 2004 al Recreativo) è stato uno degli eroi della promozione, mentre Javi Guerrero è arrivato a fine mercato estivo dal Celta, dove per incomprensioni tattiche (non esiste la seconda punta nel 4-2-3-1 di Fernando Vazquez) e caratteriali si è potuto esprimere assai poco e quasi mai sui livelli cui aveva abituato tutti ai tempi del Racing. Molto importante nella prima parte di stagione (5 i suoi gol), quando Uche preparava ancora il suo rientro, con l’ affermazione della coppia Sinama-Uche è diventato definitivamente la terza scelta in attacco.
------------------Lopez Vallejo-----------------------
Merino-----------Beto-------Mario--------Dani Bautista
-------------Barber(Viqueira)---J. Vazquez-------------
---Juanma----------------------------------Cazorla----
------------------Uche------Sinama Pongolle-----------
Al settimo cielo per questo suo fantastico exploit, il Recre deve però cominciare a guardare con una certa preoccupazione a una Liga 2007-2008 che si preannuncia complicatissima, dove le basi di questi successi (anzi, più realisticamente, di una salvezza) andranno completamente reinventate.
Uche pare già destinato verso Getafe, Cazorla dovrebbe tornare a Vila-Real, Viqueira nemmeno ve lo dico, lo stesso Marcelino, tra l’ altro molto infastidito dalle polemiche sul caso-Viqueira, quasi certamente abbandonerà la barca (si parla di Deportivo, nel caso se ne andasse Caparros, e del solito Getafe), e ci sarà da ricostruire una squadra che, per quanto ben assemblata, è stata costruita quest’ estate sulla base di prestiti e di operazioni necessariamente al risparmio.
Incoraggianti le notizie sulla probabile conferma di Sinama Pongolle, e ancora più incoraggiante il possibile accordo di collaborazione con il Liverpool (sulla scia di quanto fatto con il Villarreal in Spagna), sulla base del quale il Recre potrebbe ricevere in prestito numerosi giovani del vivaio dei Reds (ad esempio, si parla del centrale argentino Paletta).
Nel caso del Getafe, nono con 38 punti e con una storica semifinale di Copa del Rey (contro il Barça) davanti a sè, si tratta della conferma di un progetto che funziona benone già da due anni, basato sul contenimento delle spese e la valorizzazione, grazie a un ambiente ideale e a un’ ottima organizzazione di gioco (con Quique Sanchez Flores nel 2004-2005, primo anno in Liga, e con “Bernardo” Schuster nei due successivi), sia di onesti gregari che di giovani talenti. Giovani non della cantera locale, che in questi tre anni non ha mandato nessuno in prima squadra, ma soprattutto prestiti dei grandi club.
Il Recreativo invece, settimo con 41 punti, è una sorpresa assoluta. Il Decano (è il club spagnolo più antico), dopo la fugace esperienza in Primera del 2002-2003 (retrocesso ma in maniera onorevole, e per giunta arrivando in finale di Copa del Rey, poi persa 3-0 col Mallorca di un sensazionale Eto’o), era tornato nel massimo campionato fra molti punti interrogativi. Sì, l’ anno prima aveva dominato in Segunda, non mancavano gli aspetti interessanti, ma la squadra era in alto mare e, a pochi giorni dalla chiusura del mercato estivo, largamente incompleta nella sua rosa. Solo sul filo della scadenza sono arrivati Beto, Laquait, Pablo Amo e Juanma ma soprattutto Sinama Pongolle e Javi Guerrero, che hanno trasformato l’ attacco da reparto in piena emergenza a punto forte della squadra.
GETAFE
C’ era qualche preoccupazione al Getafe sulla sostituzione di tre protagonisti della passata stagione come Gavilan, Riki e Pernia, ma fuoriclasse questa squadra non ne ha mai avuti, l’ unica “stella” resta il collettivo. E’ l’ organizzazione che ha permesso al Getafe di subire sinora soltanto 19 reti, nettamente la squadra meno battuta della Liga, al di là dell’ elevato valore di Alexis, del mestiere di Belenguer e delle paratone del Pato Abbondanzieri.
Blocco compatto, squadra corta e centrocampo molto folto a protezione del reparto arretrato. Anche in fase di possesso, il movimento costante offre sempre soluzioni comode al portatore di palla, che ha due o più opzioni a sua disposizione, e a partire da questa base neppure l’ assenza di grandi individualità impedisce al Geta di dispiegare un calcio semplice ma piacevole, con combinazioni palla a terra come vuole Schuster.
Schuster che è l’ allenatore di moda quest’ anno, e che, a partire da una base composta dai quattro difensori+ Celestini davanti alla difesa, alterna per i suoi vari moduli. Di base utilizza un 4-4-2, anzi un 4-4-1-1 con Manu Del Moral o Albin a fare da raccordo fra centrocampo e attacco, ma inserendo una mezzala come Vivar Dorado o più raramente Alberto può passare ad un 4-1-4-1. Il Getafe suscita ammirazione perché in campo sa sempre cosa fare: sa essere molto pericoloso in contropiede sfruttando le caratteristiche di Guiza, ma sa anche aggredire più alto l’ avversario e fare la partita, per nulla a disagio nel condurre le danze.
In porta, una delle sensazioni di questa Liga, il veterano Abbondanzieri, non un esempio di stile, ma uomo carismatico, più volte determinante con magnifici interventi. La sua riserva è Luis Garcia, portiere piuttosto incerto, contestatissimo ai tempi della sua unica stagione al Zaragoza, che però non ha fatto rimpiangere Abbondanzieri le volte in cui è stato chiamato in causa, come nel recente 0-0 col Sevilla.
Abbondanzieri compone coi centrali Belenguer e Alexis un triangolo difensivo che è uno dei cardini di questo Getafe. L’ espertissimo Belenguer, classe ’72, al Getafe ha trovato dopo tanti anni di anonimato la sua piccola consacrazione. Eccellente senso della posizione, chiusure autorevoli, guida il reparto con notevole sicurezza. Accanto a lui il grandissimo talento di Alexis, del quale ho già detto di tutto e di più, ingaggio del Valencia per l’ anno prossimo compreso (ma potrebbero esserci ulteriori sviluppi in questa telenovela). Ma anche la coppia di centrali di riserva composta dal sobrio Pulido (anche terzino destro) e dall’ aitante mancino Tena, ha dimostrato all’ occorrenza (l’ ultima nell’ 1-1 al Bernabeu) di reggere bene l’ impatto, a ulteriore dimostrazione del fatto che godendo di determinati punti di riferimento, in una squadra che gioca “a memoria”, ci si può muovere molto più agevolmente.
Sulla fascia destra due alternative ugualmente affidabili, la vecchissima conoscenza Contra o il completo David Cortés, giocatore che ai suoi esordi in Primera col Mallorca aveva goduto anche di ottimo mercato (ai tempi si era parlato anche di Valencia). A sinistra, la grande sorpresa di questo Getafe, e una delle sorprese della Liga, vale a dire Paredes, l’ anno scorso uno dei giocatori meno utilizzati, quest’ anno titolare inamovibile.
Dei due laterali è quello che spinge di più, spesso l’ esterno sinistro di centrocampo si accentra e gli lascia tutta la fascia. Molto aggressivo, anticipa e ribalta l’ azione con personalità e grande continuità. Insomma, il mondo continua dopo Pernia (oggetto di isteriche sopravvalutazioni l’ anno passato, lo abbiamo visto al Mondiale, lo vediamo quest’ anno all’ Atlético. Bisogna sempre insospettirsi dei giocatori che “esplodono” alla soglia della trentina e in una squadra rivelazione che fa sembrare i giocatori migliori di quello che sono: quindi diffidate pure di Paredes o di Güiza, ma non diffidate di Alexis, mai!). L’ esplosione di Paredes ha relegato in secondo piano l’ argentino Licht, un acquisto estivo che sembrava dovesse trovare molto più spazio, peraltro ben reclamizzato al suo arrivo in Spagna (gran bel sinistro il suo).
A centrocampo i due indiscutibili punti fermi sono i centrali Celestini e Casquero, i quali si completano alla perfezione. Lo svizzero Celestini è il classico “lavoratore oscuro” per il quale oltrepassare la metacampo rappresenta un’ avventura insolita. Uomo fidato di Schuster sin dai tempi dello sfortunato (e alquanto masochista) Levante 2004-2005, assicura le distanze giuste fra i reparti e copre le spalle a Casquero, cervello e motore del Geta. La gran parte delle azioni getafensi passa per i piedi di questa mezzala dinamica continua e sempre nel vivo del gioco. A testa alta e sempre in bello stile, Casquero è molto abile nel combinare in spazi stretti e non di rado si presenta al limite dell’ area avversaria per far valere il suo ottimo destro.
Altro guastatore del centrocampo, molto utile per il suo apporto realizzativo (quattro gol finora) è Nacho, ripescato, così come Alexis, dal disastroso Malaga dell’ anno passato. Esterno sinistro, mancino dalla buona padronanza tecnica, privo dello spunto esplosivo che gli permetta di arrivare sul fondo, Nacho preferisce tagliare per linee interne per cercare il dialogo coi compagni o per tentare direttamente la conclusione a rete, bravo anche ad accompagnare e finalizzare le azioni di contropiede.
Sull’ altra fascia un giocatore più lineare, più di corsa, come Mario Cotelo (presente già nel 2004, anno della promozione in Primera), che all’ occorrenza può fare anche il terzino. Attualmente in gran forma, esterno prezioso, tatticamente diligente e in grado anche di “pizzicare” con tiri da fuori insidiosi. Sua alternativa, utilizzabile anche a sinistra, il più tecnico Pablo Redondo (3 assist finora, sia per lui che per Cotelo).
Jolly importante, uomo di classe ed esperienza, è Vivar Dorado. Può partire largo dalla fascia sinistra per poi accentrarsi sulla trequarti oppure come mezzala in un trivote, è elegante, abile nel dare l’ ultimo passaggio e legge bene gli sviluppi del gioco. Altro centrocampista offensivo, che può giocare in appoggio all’ unica punta, è il rapido Sousa, mentre Alberto trova spazio soprattutto quando c’ è bisogno di coprirsi un po’ di più aggiungendo un centrocampista.
Güiza è l’ uomo sulla cresta dell’ onda, e resta tutto da verificare se per questo quasi 26enne fan dello sfortunato Kiko Narvaez (del quale riproduce fedelmente l’ esultanza dell’ “arciere”) si tratti di un exploit sincero o legato soprattutto alla stagione particolarmente felice della sua squadra. Nove gol finora, più rilevanti per importanza e puntualità che per quantità, e inevitabile richiesta di convocazione in nazionale. Onestamente non lo vedo su questi livelli (lui invece ci si vede, dice modestamente che se fosse brasiliano sarebbe il crack dei crack): non eccezionale tecnicamente, preferisce agire in verticale e in campo aperto, dove può diventare micidiale per la sua velocità e la capacità di risolvere con estrema freddezza gli uno contro uno coi portieri avversari.
Alle spalle di Güiza, come seconda punta, può agire Manu del Moral (che proprio questa domenica tornerà a disposizione di Schuster dopo l’ infortunio che lo ha appiedato nelle ultime giornate), giovane in prestito dall’ Atlètico Madrid (4 gol), molto mobile, tecnicamente discreto e in grado anche di partire dalla fascia destra all’ occorrenza.
In questo finale di stagione, dopo gli infortuni che lo hanno occultato nella prima parte di stagione, potrebbe rivelarsi una carta molto importante sulla trequarti l’ uruguagio Albin, 20enne dal talento limpido che può agire anche sulla fascia sinistra. Tecnica di prim’ ordine e mancino pregiato, potrebbe diventare uno degli uomini di mercato del Getafe 2007/2008 (che si preannuncia interessantissimo col più che probabile acquisto di un asso come Uche).
Le altre punte a disposizione di Schuster sono Pachon, eroe della tifoseria e protagonista l’ anno della promozione, navigato centravanti, generosissimo e pronto anche a sacrificarsi in ruoli di copertura, e Verpakovskis, attaccante ultraveloce di livello internazionale (mitiche le pagine scritte con la sua Lettonia) ma ancora poco impiegato per la difficoltà a trovare spazi in una squadra “già fatta”. In prestito dalla Dinamo Kiyv, vedremo se il Geta eserciterà il diritto di riscatto (certo che, con la probabile cessione di Güiza, per l’ anno prossimo un attacco Uche-Verpakovskis-Kepa non sarebbe male…)
------------------Abbondanzieri----------------------
Contra-------Belenguer-------Alexis----------Paredes
----------------Celestini------------------------------
Cotelo---------------------Casquero------------Nacho
------------------Manu del Moral---------------------
-----------------------Güiza--------------------------
RECREATIVO
Nella grande stagione del Recreativo buona parte del merito spetta al tecnico Marcelino Garcia Toral, uno dei più brillanti della nuova leva. Meticoloso fino all’ estremo nello studio degli avversari e nella preparazione delle partite, è uno spettacolo vedere come si muove il suo 4-4-2, coi giocatori che sembrato legati quasi da un filo invisibile per la coordinazione che dimostrano nello spostarsi sul rettangolo verde. Squadra corta, pressing aggressivo e raddoppi costanti (fantastico al Bernabeu nello storico 0-3 il pressing fino al limite dell’ area madridista).
Ma quello che è più apprezzabile del Recreativo è il gioco e la mentalità con cui sta raggiungendo i suoi grandi risultati: una delle squadre più divertenti in questa stagione di vacche magre, fresca, veloce e verticale, mai rinunciataria (peraltro il Recre risulta la prima squadra della Liga nella classifica del fair-play). Uno spettacolo quando ribalta l’ azione in pochi tocchi, devastante quando può affondare i colpi in contropiede.
In genere i giocatori coinvolti nella fase offensiva sono cinque. I terzini avanzano ma con moderazione, Marcelino piuttosto preferisce creare il pericolo sfruttando fino in fondo l’estrema mobilità degli uomini di cui dispone dalla trequarti in su. Al di là dei numeri, non è il solito 4-4-2 scolastico e un po’ irrigidito: importante, e assai caratteristica, nel gioco del Recre è la funziona svolta dagli esterni di centrocampo, spesso esterni solo nominalmente, dato che è loro richiesto (soprattutto a Cazorla) di tagliare con frequenza verso il centro della trequarti e piazzarsi fra le linee di difesa e centrocampo avversarie, zona davvero cruciale nel calcio.
L’ azione-tipo del Recre per sommi capi è questa: palla rubata a centrocampo e Viqueira che imposta, nel mentre uno degli esterni (Cazorla o Juanma) taglia sulla trequarti e i due attaccanti Uche e Sinama Pongolle si allargano sulle fasce e si preparano allo scatto in profondità. Un ampio ventaglio di soluzioni che allarga e disorienta la difesa avversaria e a sua volta costruisce le premesse per eventuali ulteriori inserimenti a sorpresa dalle retrovie (uno dei centrocampisti che arriva a rimorchio, una delle punte che sbuca a sorpresa…). Il calcio di Marcelino, favorito anche da uomini particolarmente adatti, è basato proprio su questo, sulla sorpresa, sulla velocità e sul gioco di prima intenzione, mai su attacchi statici.
In porta Lopez Vallejo, uno dei tre arrivati dal Villarreal assieme a César Arzo e Cazorla. Portiere in gioventù di grandi speranze, ha trascorso una carriera di sostanziale anonimato, titolare nei primi anni del Villarreal nella Liga, poi relegato in panchina da Reina e addirittura in tribuna dai non certo fenomenali Barbosa e Viera. A parte la papera sullo 0-1 di Eto’o nell’ ultima giornata da Liga, sta disputando una buona Liga, con interventi determinanti e spettacolari.
In difesa, alternanza sulle fasce: a destra Marcelino può scegliere fra il veterano Merino (36 anni e una storica militanza nel Betis) ed Edu Moya, sicuramente più veloce e maggiormente portato ad appoggiare l’ azione offensiva; a sinistra si disputano il posto il sobrio Poli, prelevato quest’ estate dal Mallorca, e Dani Bautista, più rapido e vivace nella spinta, autore di ottime prestazioni nella prima fase della stagione.
La coppia centrale formata da Beto e Mario invece è da tempo consolidata. I due si completano bene: il portoghese, qualche anno fa (ai tempi dello Sporting) assai richiesto sul mercato internazionale, è il classico regista di reparto, non proprio un mastino ma dotato di senso della posizione, un ottimo destro e un buon stacco aereo; Mario, in prestito dal Barça (dove arrivò nell’ estate 2003 e trascorse una stagione nel più totale anonimato), è un marcatore mancino molto attento nell’ anticipo, un osso non facile.
Di volta in volta trovano spazio, a seconda delle assenze dei titolari, ora Pablo Amo, centrale dal rendimento affidabile, forse un po’ troppo snobbato nei suoi trascorsi al Deportivo, ora César Arzo, giovane che non convince ancora pienamente (non mostra sufficiente personalità), utilizzabile anche da centrale di centrocampo, data la sua discreta capacità d’ impostare il gioco (ha anche un buon gioco aereo). Iago Bouzon resta l’ ultimissima scelta.
A centrocampo, il lavoro sporco è soprattutto di Jesus Vazquez, prelevato l’ estate scorsa dal Tenerife e rivelatosi un ottimo acquisto. Resistente e continuo, ottima guardia del corpo per Viqueira, al tempo stesso non è completamente privo di qualità, potendo contare su un discreto sinistro e anche su qualche inserimento a sorpresa nell’ area avversaria di tanto in tanto.
Il cardine, il cervello, la miccia, insomma quello che volete, degli attacchi del Recre resta però Emilio Viqueira, gallego di 32 anni che compensa gli evidenti limiti dinamici con un destro sensibilissimo (i tentativi da metacampo lo ingolosiscono parecchio) e una visione di gioco fuori dal comune. Unanimemente conosciuto come “el Mago”, è uno dei pochi giocatori nella Liga (assieme a De la Pena, Ibagaza, Ronaldinho e Guti) in grado di inventare quasi dal nulla il passaggio che mette il compagno a tu per tu col portiere avversario.
Sensazionale nel girone d’ andata, Viqueira però si trova ora relegato ai margini, in forte dissidio con la società, un dissidio che rischia di avere brutte ripercussioni nell’ ambiente, proprio quando il Recre sta disputando la miglior stagione della sua storia. Spesso in panchina negli ultimi tempi, Viqueira nell’ ultima gara col Barça addirittura non è stato nemmeno convocato.
La disputa è sorta sul suo rinnovo del contratto, dato che secondo una clausola del contratto firmato dallo stesso Viqueira nel Febbraio 2005, il rinnovo per l’ anno prossimo dovrebbe scattare automatico una volta raggiunto il traguardo delle 25 gare (con minimo 35 minuti disputati in ogni gara) giocate in campionato: ne mancano solo 4, e la società accusa ora Viqueira di fingere infortuni per poter così evitare il rinnovo automatico e andare ad un’ altra squadra che magari gli offra qualche spicciolo in più (si parla insistentemente del Levante). Brutta storia, così come brutto è il fatto che Viqueira abbia denunciato (e non importa che in seguito abbia ritirato la denuncia, la frittata l’ aveva già fatta) il suo club alla LFP per un contratto che lui stesso aveva accettato di stipulare, giocandosì così tutto il credito guadagnato nei confronti di una società e di una tifoseria che dopotutto gli hanno regalato i momenti più felici della sua non certo esaltante carriera. Al posto di Viqueira, gioca ora il più difensivo e lineare Rafa Barber.
Sulle fasce, mentre nella prima parte della stagione Cazorla partiva da destra con Aitor sull’ altra fascia, ora Marcelino preferisce utilizzare Juanma a destra spostando Santi Cazorla sulla sinistra. Cazorla (4 assist) è stato probabilmente il più continuo dei talenti di questo Recre: contagiosa la sua elettricità, una costante spina nel fianco con le sue accelerazioni, i suoi tagli in diagonale, i dribbling stretti, le soluzioni sempre imprevedibili (destro naturale, è pero perfettamente ambidestro). Se Viqueira suona il valzer, lui va col rock n’ roll: sta facendo decisamente ricredere il Villarreal, disposto ora a riprenderselo, sulla bontà della sua cessione (Lopez Vallejo e César Arzo invece sono solo in prestito).
Juanma, brutalmente scaricato dal Levante l’ estate scorsa, è invece un esterno destro non fulminante nelle sue iniziative, ma dotato di buon controllo di palla, discreto uno contro uno e cross ben calibrati, caratteristiche un po’ più offensive rispetto al “soldatino” Aitor. Cheli invece resta un’ alternativa assai poco utilizzata sulla destra (titolare alla prima giornata col Mallorca, poi altre sole quattro apparizioni, per un totale di 126 minuti, giocatore meno impiegato della rosa, anche meno del secondo portiere Laquait).
In attacco, ecco le pantere Uche e Sinama Pongolle, che con la loro velocità, i tagli e gli incroci che propongono continuamente mettono straordinariamente sotto pressione le difese avversarie. Uche (7 gol finora), per amor di semplificazione, sarebbe il novello Eto’o: ancora un po’ acerbo, rispetto al famelico camerunese del Barça è più solista e molto meno uomo squadra, meno cattivo ma anche più estroso nelle sue azioni. Nelle serate buone, il 23enne nigeriano è capace di mettere sottosopra da solo la difesa avversaria. Prodigiose accelerazioni, dribbling assai facile, si inventa delle finte di corpo quasi inconcepibili per liberarsi dell’ avversario, sovente esposto a brutte figure. E’ un talento ancora da raffinare, per una certa tendenza ad assentarsi e a compiere scelte incomprensibili, per egoismo o più semplicemente per una cattiva lettura delle situazioni.
Sinama Pongolle, con 9 gol segnati finora, ha dissolto pienamente i dubbi che quest’ estate pendevano sul suo rendimento realizzativo. Sfumata l’ altra opzione, il greco Gekas (che sta facendo faville al Bochum), Marcelino nutriva qualche legittima perplessità sull’ eventuale apporto realizzativo di un giocatore che, fra Liverpool e Blackburn, si era ormai abituato a giocare sempre più lontano dalla porta, spesso anche da esterno di centrocampo. Convinto Marcelino da una conversazione telefonica con lo stesso Benitez (“se cerchi uno veloce e che sappia smarcarsi, Sinama fa al caso tuo”), Sinama ha trovato le migliori condizioni, ambientali e tattiche, per poter esprimere finalmente il suo talento, divenendo un elemento imprescindibile oltre che il punto di partenza per il Recre dell’ anno prossimo (proprio in questi giorni la società sta cercando di chiudere il suo acquisto definitivo dal Liverpool). Buona tecnica, veloce e agile, movimenti sempre intelligenti, rispetto al partner Uche è sicuramente più completo tatticamente e molto più abile nel gioco senza palla.
Javi Guerrero e Rosu, stagionate seconde scelte, sono tutt’ altro tipo di attaccanti, seconde punte che preferiscono venire incontro sulla trequarti e farsi servire il pallone sui piedi più che nello spazio. Tutt’ e due mancini di qualità, Rosu (nazionale rumeno da sette anni trapiantato in Spagna, prima al Numarncia, dal 2004 al Recreativo) è stato uno degli eroi della promozione, mentre Javi Guerrero è arrivato a fine mercato estivo dal Celta, dove per incomprensioni tattiche (non esiste la seconda punta nel 4-2-3-1 di Fernando Vazquez) e caratteriali si è potuto esprimere assai poco e quasi mai sui livelli cui aveva abituato tutti ai tempi del Racing. Molto importante nella prima parte di stagione (5 i suoi gol), quando Uche preparava ancora il suo rientro, con l’ affermazione della coppia Sinama-Uche è diventato definitivamente la terza scelta in attacco.
------------------Lopez Vallejo-----------------------
Merino-----------Beto-------Mario--------Dani Bautista
-------------Barber(Viqueira)---J. Vazquez-------------
---Juanma----------------------------------Cazorla----
------------------Uche------Sinama Pongolle-----------
Al settimo cielo per questo suo fantastico exploit, il Recre deve però cominciare a guardare con una certa preoccupazione a una Liga 2007-2008 che si preannuncia complicatissima, dove le basi di questi successi (anzi, più realisticamente, di una salvezza) andranno completamente reinventate.
Uche pare già destinato verso Getafe, Cazorla dovrebbe tornare a Vila-Real, Viqueira nemmeno ve lo dico, lo stesso Marcelino, tra l’ altro molto infastidito dalle polemiche sul caso-Viqueira, quasi certamente abbandonerà la barca (si parla di Deportivo, nel caso se ne andasse Caparros, e del solito Getafe), e ci sarà da ricostruire una squadra che, per quanto ben assemblata, è stata costruita quest’ estate sulla base di prestiti e di operazioni necessariamente al risparmio.
Incoraggianti le notizie sulla probabile conferma di Sinama Pongolle, e ancora più incoraggiante il possibile accordo di collaborazione con il Liverpool (sulla scia di quanto fatto con il Villarreal in Spagna), sulla base del quale il Recre potrebbe ricevere in prestito numerosi giovani del vivaio dei Reds (ad esempio, si parla del centrale argentino Paletta).
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6 Comments:
francamente conosco troppo poco le due squadre per commentare,avendole viste un paio di volte,ma l'assetto del Getafe mi pare solido e ben costruito. Che Madrid abbia la sua terza vera squadra?
Davvero interessanti queste analisi, permettono di capire molto delle squadre anche se non le si è viste giocare spesso.
La Liga quest'anno è molto incerta oltre che, per certi versi, sorprendente.
Gli exploit di Getafe e Recre sono importanti, così come da lodare è la stagione del Racing della strana coppia Zigic-Munitis. Per contro c'è da segnalare l'annata nera del calcio basco, che rischia di sparire dalla Liga.
In questo senso credo che la Real Sociedad sia l'esempio perfetto di come non si deve gestire una squadra: pochi anni fa lottava per il titolo, piano piano (ma non troppo) quella formazione è stata smantellata, sperando di poter sopperire alle partenze con acquisti di secondo (o di terzo) piano. Il vivaio guipuxti non è più florido come un tempo, e comunque non può da solo sopperire all'inettitudine di certi giocatori.
Vabbè, mi sono dilungato un po' troppo, è che ogni volta che penso alla mia Real mi sale un rabbia...
p.s.
Uche mi piace un casino, pensa che due anni fa, con il Recre ancora in Segunda e lui titolare a metà, s'era parlato di un interessamento del Goteborg. Io non volevo crederci: mi sembrava assurdo che un giocatore di quel talento (aveva già fatto vedere ottime cose) lasciasse la Spagna per la gelida Svezia. Infatti non se ne fece nulla e l'IFK continuò nella sua parabola discendente... :-(
@ Mich
Resterà ancora per un po' la terza squadra di Madrid (o la prima di Getafe, come preferisci...), perchè il Rayo Vallecano attualmente si trova in Segunda B, la nostra Serie C.
Poi la società rinnova la squadra sempre in maniera intelligente: i giovani Pallardò e soprattutto Pablo Hernandez sono un' ottima idea, mentre se davvero dovessero arrivare Uche e Kepa, non ci sarebbero le difficoltà offensive di quest' anno (non certo nate da un gioco mediocre).
@ Giuliano
Come no, per certi versi il Racing a 40 è molto più rivelazione del Getafe. Organico non eccezionale quello del Racing, ma se riesci ad allestire una squadra difensivamente solidissima e ad affidarti a Zigic e Munitis in attacco, il saldo diventa ampiamente positivo (e poi c'è Vitolo a centrocampo che è un giocatore che mi piace da tempo, dal rendimento garantito).
La Real va oltre ogni decenza, ha scientificamente programmato questa sua retrocessione, speriamo almeno che domani batta il Levante (così un' eventuale vittoria del Nàstic renderebbe ancora più movimentata la lotta per non retrocedere).
Purtroppo per il Goteborg, è diventato più difficile arrivare per primi su questi talenti, visto che anche i club dei principali paesi ora vanno a cercarseli giovanissimi.
Segnalo una curiosità: il fantastico Ikechukwu Uche è il fratello minore di Kalu Uche, esterno destro di centrocampo dall' ottimo dribbling che qualche anno fa componeva un ottima coppia nel Wisla Cracovia con Kosowski, attualmente al Chievo.
Ora Kalu Uche gioca nell' Almeria di Unai Emery (un tecnico del quale sentiremo parlare tanto in futuro), assai vicino alla promozione in Primera assieme al Valladolid dei Record e al Murcia.
P.S.: Son riuscito a vedere Recre e Getafe un numero sufficiente di volte per farmi un' idea, ma non sarebbe male se Sky trasmettesse qualche partita in più di queste squadre (anche del racing), invece che appipparci sempre le solite pallosissime partite di Atlético o Valencia.
Che dire, belle squadre, le "Reggine" spagnole. Un ringraziamento al Recreativo però non posso non farlo: grazie di Gekas! Theo Gekas sta facendo faville, come ha già detto Valentino, con Bochum, squadra per la quale ho una forte, fortissima, simpatia.
Ciao,
interessante il tuo blog. Lo visito spesso perchè mi piace.
Ti invito a visitare anche il mio e se vuoi possiamo anche fare uno scambio di link. A presto,Entius
@ Antonio
Mitico Gekas, anche per il suo affascinante aspetto fisico.
@ Entius
Grazie, passerò a farti visita. Prossimamente sistemerò anche i link.
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