sabato, aprile 03, 2010

Valencia, audacia senza fortuna.

Dopo l’esibizione del Barça di mercoledì, anche la Uefa tiene alto il nome del calcio spagnolo. Valencia-Atlético è stata una partita imperfetta perché fra due squadre (molto) imperfette, però una partita viva, emozionante, ricca, in una parola bella.
Il 2-2 finale penalizza oltremisura il Valencia, non solo per la pesantezza dei gol incassati in casa, ma per la misera ricompensa ottenuta dalla generosissima squadra di Emery.
Il meglio della partita sono i primi 20 minuti dei padroni di casa, travolgenti per ritmo, ispirazione e intensità. Il Valencia verticalizza con estrema facilità, esalta la sua caratteristica più celebre, la mobilità del quartetto offensivo (Silva in libertà fra le linee, Villa che svaria, Pablo H. e Mata che tagliano dalle fasce), e crea una buona serie di occasioni, anche se la più clamorosa è dell’Atlético, un sinistro a girare di Simão che si stampa sul palo.
Il limite del dominio valenciano però è proprio questo, che si basa sull’esasperazione dei ritmi più che sul controllo. Inevitabileche duri finchè dura la benzina. Riassume la questione la presenza di Manuel Fernandes al posto di Banega (squalificato anche per il ritorno), accanto a Baraja. Il portoghese gioca un’ ottima partita, segnerà anche il momentaneo 1-1 nella ripresa con una delle sue caratteristiche conclusioni dalla distanza (sassate che si abbassano all’improvviso e picchiano per terra prendendo velocità prima dell’intervento del portiere), interpreta il gioco con grande aggressività, sempre pronto alla percussione, ma non può per indole offrire quel controllo, quella possibilità di riposare col pallone propria di Banega. Così quando il Valencia ha il suo fisiologico calo dopo l’inizio a tutta birra, tende ad allungarsi e a faticare sempre di più nella transizione difensiva, ancora di più con le assenze che impongono l’utilizzo forzato di giocatori fuori ruolo come Jordi Alba terzino sinistro (spaesatissimo in copertura, utile però in fase offensiva). Il centrocampo tende a saltare, la partita si sviluppa frenetica da un’area all’altra, e questo è un rischio mortale contro l’Atlético Madrid.
Il Valencia ha di certo argomenti più numerosi e più attraenti da mettere sul campo rispetto all’Atlético, lo ha dimostrato ieri e in tutta la stagione, ma la mancanza di controllo pieno sul match, della continuità e compattezza da grande squadra, ribadite ancora una volta, le paga sul ribaltamento che spalanca la metacampo ad Agüero e origina lo 0-1 di Forlán, l’episodio che mette davvero in salita la qualificazione. La generosità che ha fruttato lo strameritato pareggio di Villa potrebbe non bastare al Vicente Calderón, tanto più che le assenza continuano a massacrare Emery (Bruno squalificato, niente terzini destri per il ritorno).

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4 Comments:

Blogger valentino tola said...

Chiedo scusa per il post un po' scarno. La partita meritava un maggiore approfondimento, ma ho potuto scrivere molto in ritardo, quindi ho dovuto limitarmi a questo, perchè proprio non mi andava di non scrivere nulla.

1:12 AM  
Anonymous Hincha Madridista said...

Grazie comunque del post. Qualificazioni ancora tutte in bilico e da decidersi al ritorno. Intanto ad Amburgo un certo van nistelrooy continua a segnare con regolarità impressionante (uno anche allo Standard)...

12:36 PM  
Anonymous Anonimo said...

Bellissima partita, Valencia sfortunato, è vero, ma anche un po' impreciso. Pablo per un'ora è stato un po' un... "diablo". Speriamo nel ritorno, anche se non sarà facile. A proposito, buon viaggio.
Tommaso.

1:35 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Hincha
Grazie per i ringraziamenti :D
Vabbè dire che Ruud segna è come dire che i cani abbaiano...

@ Tommaso
Grazie!

In assoluto sarei neutrale fra questi due club, però da appassionato il Valencia mi diverte molto di più dell'Atlético, quindi spero che vada avanti, anche se temo non ce la farà.

Davvero ha dei momenti travolgenti il Valencia, il problema è che gli manca oltre alla precisione come dici tu, il controllo. A volte sembra una macchina che va alla massima velocità ma ha i freni rotti. Quando imparerà a controllare tempi e spazi per tutti i 90 minuti, a costruire una supremazia territoriale solida, allora sarà una grande squadra. Darei un'ampia fiducia ad Emery, il Valencia ha bisogno di un progetto a lungo termine, quest'anno sta costruendo le basi se gli si dà tempo e tranquillità (e se il mercato non smembra troppo l'organico).

5:04 PM  

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