sabato, gennaio 08, 2011

Provaci ancora Loti!

Il Deportivo la Coruña è dodicesimo, a 21 punti, ben 8 di vantaggio sul Zaragoza terzultimo. Dopo la goleada incassata al Bernabeu avevamo lanciato l’allarme, segnalando quella galiziana fra le maggiori indiziate per la retrocessione. Cos’è cambiato da allora? Niente. Cioè, in realtà il modulo, perché Lotina è passato alla difesa a cinque, e da lì in poi, dalla decima giornata in casa del Levante, il Deportivo ha totalizzato due sconfitte, due pareggi e quattro vittorie. Però chi vede giocare continua ad avere sotto gli occhi una squadra poverissima, e in alcuni casi, come l’ultima clamorosa a San Mamés, certe vittorie non riesce proprio a spiegarsele in termini razionali. Mah, sarà la fantomatica pissicologia, però i risultati sono cambiati, questo è innegabile.

Sì, perché l’abito non fa il monaco, e il modulo lo fanno sempre i giocatori. Questo Depor con la difesa a 5 è decisamente più debole del Depor con la difesa a 5 che svoltò a metà della stagione 2008-2009, con un girone di ritorno magnifico che lo sollevò di peso dalla zona retrocessione portandolo all’Intertoto.
Quel Deportivo aveva come difensori, da destra verso sinistra: Manuel Pablo-Lopo-Pablo Amo-Coloccini-Filipe. A centrocampo Sergio e De Guzmán in mezzo, Wilhelmsson(acquisto invernale) e Lafita a sinistra, in attacco Xisco. Ciò che rendeva valida la proposta di quel Depor era la presenza di Filipe come regista occulto, capace di portare palla e creare superiorità anche per linee interne, nonostante il ruolo di partenza di laterale, e assieme a questo, la libertà di movimento dei due esterni di centrocampo, che liberati dalla difesa a 5 e dalla presenza di terzini capaci di coprire tutta la fascia, potevano tagliare e svariare su tutto il fronte offensivo, con una certa imprevedibilità per le difese avversarie. Soprattutto Lafita, approfittando dell’infortunio prolungato di Guardado (purtroppo una costante anche nel Deportivo attuale), disputò una grande seconda metà di stagione, più che Wilhelmsson.La relativa sicurezza nella retroguardia, permetteva a quel Deportivo di aspettare il suo momento con pazienza.

Tutto questo però ora manca, e il Deportivo è una squadra che fa una fatica tremenda ad accorciare fra i reparti: quando ha il possesso del pallone, non riesce a salire in blocco, quando difende è sempre troppo schiacciata nella propria area, con una distanza fra l’unico attaccante e il resto della squadra che quasi rende impossibile la transizione offensiva una volta recuperata la palla.
I ripiegamenti nella metacampo sono ordinati, non manca l’organizzazione, ma mancano aggressività e talento. I tre difensori centrali son portati più a coprire che a cercare l’anticipo: Lopo è il migliore dei tre, Aythami (il centrale) e Colotto (centro-destra, anche se nell’ultima con l’Athletic ha scambiato la posizione con Lopo) sono invero debolucci in marcatura. Rimane nella memoria la figuraccia in casa dell’Atlético, quando Agüero umilio un’intera difesa andando a prendere palla tra le linee, indisturbato.
Poi sulle fasce i dubbi sono ancora tanti: a destra resiste Manuel Pablo, col mestiere e la corsa (anche se molta meno di quella dei tempi migliori, ovvio), a sinistra Lotina ancora non ha fatto una scelta chiara. Altro che Filipe Luis.
Partito col nazionale paraguaiano Morel, ha tentato col norvegese Rindarǿy, poi col canterano Seoane, poi con Manuel Pablo a sinistra e il modesto Laure a destra contro l’Athletic, infine di nuovo Morel nella sofferta vittoria col Córdoba in Copa del Rey questo giovedì. Morel che però si è infortunato e starà fuori tra le tre e quattro settimane. Nessuna delle alternative convince in pieno, il livello medio è piuttosto basso.
Seoane è un destro adattato, ordinato ma di nessuna profondità per quanto richiesto dalla difesa a cinque; Rindarǿy ha giocato poco e sembra quello dalle caratteristiche più offensive, anche se poco tecnico; Morel in realtà è un buon difensore, però non gli si può chiedere di fare il terzino-ala (nel Paraguay lo faceva in una difesa a 4 peraltro molto abbottonata). Lo vedrei bene come centrale, il ruolo che copriva egregiamente nel Boca della Libertadores 2007: tra l’altro ha proprio quel gioco d’anticipo e quella rapidità che mancano agli altri centrali.
Un peccato la situazione di Guardado, che appena tornato disponibile, contro lo Sporting è uscito dopo mezzora per una ricaduta del solito infortunio muscolare che adesso non si sa per quanto lo terrà fuori. Un peccato anche perché il messicano possedeva le carte, unico nella rosa, per surrogare le funzioni di Filipe: a suo agio nel ruolo di esterno della difesa a 5 (già ricoperto in carriera), ma con le capacità non solo per accompagnare la manovra in sovrapposizione, ma anche per portare palla dando uno sbocco ad inizio azione, uscendo dalla linearità di Rindarǿy e Morel e dalla mancanza di profondità di Seoane, Manuel Pablo e Laure. La mia difesa ideale sarebbe Manuel Pablo-Lopo-Colotto-Morel-Guardado, ma forse Lotina non vi farebbe ricorso anche col messicano disponibile.

Ancora più incerta è la composizione del centrocampo. Lotina le ha provate tutte: mediana classica a 4 o tre interni più un trequartista, a volte cambiando in corsa nella stessa partita, perché Valerón può partire falso esterno, e poi finire chiaramente al centro.
Quando si gioca con gli esterni poi, i titolari non si sanno mai: Saúl, Urreta, Pablo Álvarez, Desmarets, nessuno ha convinto e addirittura nella partita col Levante largo a sinistra è partito Adrián, cioè il principale attaccante e il bomber (si fa per dire) con 4 gol nella Liga. Anche qui non molta qualità: Urreta si lamenta per il poco spazio ma si è dimostrato un po’fumoso finora, Desmarets (fino a pochi anni fa conducente di autobus) non è inutile ma è soprattutto un giocatore muscolare, Pablo Álvarez ha un buon uno contro uno ma è abbastanza limitato nell’interpretazione del gioco (e Lotina infatti lo gioca soprattutto a partita in corso, quando magari ci sono spazi per il contropiede), Saúl patisce il salto di categoria dalla Segunda.
Il Deportivo migliore si è visto nella prima mezzora contro lo Sporting, quando ha potuto disporre di Guardado e schierare un centrocampo il più possibile di palleggiatori (contando anche il grave infortunio che purtroppo terrà fuori ancora a lungo Míchel, uno degli acquisti estivi più importanti). Con il messicano che da suo costume dialogava molto con i centrocampisti centrali Rubén Pérez e Juan Domínguez (aprendo spazi invitanti a Rindarǿy), e Valerón falso esterno destro, il Depor riuscì in quel frangente a fare ciò che non riesce a fare mai: compattarsi in fase di possesso, e non soffrire difendendo troppo vicino alla propria area.
Due i giocatori determinanti in questa proposta: Rubén Pérez, l’unico cui Lotina non rinuncia mai, e Valerón. Il primo, proveniente dalla cantera dell’Atlético Madrid, è in pianta stabile nell’Under 21, il che vista la potenziale concorrenza qualcosa significa pure. È un giocatore non spettacolare, ma che dà sostanza e geometrie davanti alla difesa. Buon senso della posizione, visione di gioco e aperture precise (anche se non è velocissimo di pensiero, sennò si chiamerebbe Xabi Alonso), è l’unico dei centrocampisti centrali capace di dare un minimo di tranquillità e continuità al Depor quando ha la palla, vista la mediocrità di Antonio Tomás e le diverse caratteristiche di Juan Rodríguez, cursore molto dinamico, anche tecnicamente accettabile, ma incapace di dettare i tempi. In una squadra di maggior livello, probabilmente Rubén Pérez brillerrebbe di più, e con più margini di crescita.

L’altro elemento determinante, Valerón, in realtà gioca pochissimo, ma resta inevitabilmente al centro dell’attenzione. A ogni passaggio smarcante geniale sfornato (come quello del secondo gol di Adrián al Córdoba) subito si maledice Lotina per i pochi minuti che gli dà, perché è chiaro che il canario vede cose che nessun altro vede in quest’organico e per questo ci si aspetta dal suo innesto un Deportivo dalla dimensione differente.
Però bisogna anche guardare la realtà in faccia: a 36 anni, con gli infortuni che lo hanno massacrato, l’autonomia di Valerón è ridottissima. Vero che quando ha il pallone lui il Deportivo si sente sicuro come non mai, ma è anche vero che il Deportivo non ha i mezzi né la “cultura” di gioco di un Barça o un Villarreal per difendersi col pallone nella metacampo avversaria, e allora casca l’asino, perché la mobilità di Valerón è prossima allo zero, e questo si nota sia quando gioca centrale e non disturba l’inizio dell’azione avversaria, sia quando da falso esterno non ce la fa a ripiegare e lascia scoperto un lato invitante per gli avversari. Infatti Lotina nelle ultime uscite sembra preferire come trequartista Lassad: meglio lì che da unica punta il francese, esasperante per come gira a largo dall’area di rigore.
Quindi, Rubén Pérez inamovibile davanti alla difesa, e in questo 5-3-1-1 ai lati suoi e del trequartista si muovono due mezzeali, il citato Juan Rodríguez e il canterano Juan Domínguez, un giocatore interessante se non altro perché due estati fa Lotina, solitamente molto sobrio nelle dichiarazioni, disse meraviglie sul suo conto. Il 21enne (compie gli anni oggi: auguri) centrocampista offensivo finora ha fatto solo intravedere qualcosa nascosto nelle pieghe di prestazioni corrette ma timide. Si nota una certa facilità di palleggio, e la propensione ad alzare la testa e scegliere la migliore opzione senza fretta, ma resta un’incognita se possa maturare al punto di raccogliere in un futuro l’eredità di Valerón, che son parole grosse.

Davanti chissà che per mancanza di concorrenti alla lunga non finisca con l’esplodere Adrián (anche lui 23 anni proprio oggi: ri-auguri). Buoni mezzi tecnici, grande velocità anche palla al piede, temibile quando scatta sul filo del fuorigioco, giocate abbastanza audaci, ma una presenza discontinua nel gioco e la capacità di perdersi in un bicchiere d’acqua e sciupare l’indicibile. Riki forse è più affidabile, ma il più dotato resta Adrián, fermo restando che i due possono giocare assieme, come fecero sul campo del Levante: Riki anche da centravanti tradisce le sue origini di punta esterna, e i suoi movimenti lasciavano lo spazio per la diagonale di Adrián, che partendo da esterno di centrocampo poteva arrivare alla conclusione portando palla senza essere costretto a muoversi spalle alla porta (situazione nella quale si trova a disagio).
Tralasciando il canterano Dioni, presenza troppo episodica finora, comunque in questa finestra invernale di mercato un bell’innesto pesante là davanti varrebbe oro. In fondo il problema più grave di quel Deportivo che ne prese sei al Bernabeu non era il giocare con la difesa a 4 invece che a 5, ma l’assenza anche solo della sensazione di pericolo negli ultimi metri. Se speri di tirare avanti con i gol dei difensori sui calci piazzati, si fa dura.

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24 Comments:

Blogger Vojvoda said...

Penso che quello del Depor sia l'organico più scarno ed incompleto insieme a quello del Levante dello Sporting e del Mallorca.
La classifica mi sta dando in parte torto.

10:34 PM  
Anonymous Hincha Madridista said...

In effetti sembra più un buon organico di Segunda piuttosto che un organico dignitoso da Primera.
Vale nel tuo articolo non hai citato Juca, Zè Castro (ex Atletico) e Urreta (giovane uruguaiano ex Benfica), sono così scarsi che Lotina non li considera? Il problema vera è comunque un attacco a dire poco asfitico se i primi 3 marcatori del Depor hanno segnato 8 gol e 4 sono di Adrian...
Non sapevo la storia di Desmarets eh eh eh...

2:15 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Vojvoda
Sono d'accordo sul Depor e il Levante, però la mia terza è il Racing, senza alcun dubbio. Il Mallorca così così, l'organico dello Sporting invece per me basta e avanza per salvarsi.

@ Hincha
Sì, Desma (così ha scritto sulla maglia) in Francia giocava a livello dilettantistico, poi in Portogallo è diventato professionista a tutti gli effetti e si è messo in evidenza.

Urreta l'ho citato, gli altri due no, perchè ho preferito concentrarmi sul nucleo fondamentale di titolari o quasi. Zé Castro gioca nella Copa ma sembra chiaramente dietro nelle gerarchie (comunque secondo me non è così inferiore a Colotto), Juca invece è stato fuori per infortunio quindi fatica ancora a entrare nelle scelte di Lotina.

Comunque devo dire che il Deportivo mi è anche piaciuto ieri nel primo tempo: nei limiti del suo potenziale si è difeso benissimo, tanto che al Barça ha concesso solo l'occasione del gol di Villa (un errore individuale di Colotto peraltro).
Il problema però è che una volta che il Barça fa il primo arrivano anche gli altri gol, a catena.

2:54 PM  
Blogger Flavio said...

Vero, se il Barça segna abbastanza presto poi è impossibile fermarlo. Sottolineo il gol su punizione di Leo, visto che è l'unico fondamentale in cui non eccelle (almeno per adesso).
Attenzione a Real-Villareal, dato che i sottomarini giocano il calcio + vicino a quello del Barça... non escluderei sorprese.

7:33 PM  
Blogger Flavio said...

Vale ho una curiosità; ho letto del passaggio in prestito del canterano Riverola al Vitesse del grande ex Ferrer.
Cosa sai dirmi di questo ragazzo di cui si parla così bene? A quale giocatore può essere paragonato per tipologia di gioco?
Saluti,
Flavio

10:40 AM  
Blogger valentino tola said...

Purtroppo ti posso dire poco Flavio: l'ho visto giocare, ma solo un paio di spezzoni insignificanti. Non è titolare. E' una mezzala, so solo questo...

1:47 PM  
Blogger Flavio said...

Capisco la sorpresa, ma un commentino di due righine sul secondo pallone d'oro consecutivo andrebbe comunque fatto :-)

11:51 AM  
Blogger valentino tola said...

Ho scritto qualcosa, ma per il sito del Guerin sportivo. Ancora non è stato pubblicato però.

10:33 AM  
Anonymous Anonimo said...

Sul Pallone d'oro: il criterio che aveva prevalso fino alla scorsa edizione (con qualche eccezione: nel 2002 Roberto Carlos aveva vinto tutto il vincibile tra club e nazionale, eppure il premio andò a Ronaldo) era basato sul valore e il numero dei trofei vinti, e serviva proprio per evitare che si creassero situazioni simil-anni Ottanta in cui il premio veniva vinto per anni dagli stessi giocatori, con conseguente declassamento degli altri. Adesso l'unico campione che può contendere a Messi il premio per il prossimo anno è Cristiano Ronaldo, ma all'orizzonte non si vedono molti talenti capaci di imporsi ai livelli di questi due fenomeni, per il futuro (forse solo Pastore e Bale). Però sarebbe davvero noioso vedere il trofeo conteso sempre dagli stessi 2-3 eletti, no?
Detto questo, non mi sembra che la mancata vittoria di Iniesta e Sneijder sia così scandalosa: oggettivamente non erano da Pallone d'oro più di quanto a suo tempo non lo fosse, per dire, Owen. Due grandissimi giocatori, certo, ma se pensiamo che gente come Raul e Henry questo premio l'ha solo sfiorato, possiamo dire che a loro due è anche andata bene. Semmai Xavi lo meritava di più, anche per la grandissima carriera.
Tommaso.

9:14 PM  
Anonymous Hellas said...

Vale, come valuti fino ad oggi la stagione di Villa? Io dico buona ma non buonissima; sì i suoi gol li ha fatti ma non lo vedo così ben inserito nel gioco della squadra.
Dico di più, io Villa non lo avrei acquistato, perlomeno non a 40 milioni: per un attaccante di 29 anni che basa il proprio gioco sull'esplosività quel prezzo è una follia. A quella cifra prendevo Aguero, paragonabile come valore assoluto (io comunque preferisco Sergio) ma sette anni più giovane. Poi chissà, magari fra due-tre anni Aguero arriverà sul serio, tu come lo vedresti?

Già dall’estate prossima serve però un altro attaccante, a meno di un’ormai improbabile salto di qualità di Bojan (sto perdendo le speranze). Credo che il centrovantone classico non sia particolarmente adatto per il Barcellona; per dire, un Fernando Llorente (ottimo) non lo vedrei così bene. Il punto è che per il gioco di Guardiola servono attaccanti veloci, che svariano e si muovono molto. È anche vero che andrei a cercare un qualcosa di diverso dai vari Pedro, Krkic o Villa: l'ideale sarebbe un attaccante sì veloce e tecnico ma pure potente, e che accetti nel caso di sedere in panchina. Mi rendo conto che non è una ricerca facile. Io azzarderei una scommessa, che so, un Erik Lamela; da quel poco che ho visto (tu ne sai di più?) il giovane argentino potrebbe corrispondere al profilo tracciato.

9:45 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Tommaso
Pienamente d'accordo. Nessuno scandalo, ma proprio nessuno. Discutibile, certamente, ma lo scandalo vero è parlare di scandalo :D Soprattutto se si hanno negli occhi tutte ma proprio tutte le partite del 2010 giocate da Messi, Iniesta e Xavi. Dire che gli ultimi due abbiano giocato complessivamente meglio del primo è fuori dal mondo, a mio modo di vedere.

Poi è vero il rischio è quello di un premio monopolizzato, però se il criterio è valutare tutto l'anno e non solo il grande torneo merita comunque rispetto, perchè ha una sua base logica. E un diverso criterio ci poteva stare quest'anno come non mai, perchè io non trovo onestamente un campione che abbia fatto la differenza al 100% in tutta la scorsa stagione.

Però non sono d'accordo su Xavi: era l'ultimo a meritarlo per me.

@ Hellas
Sono d'accordo col tuo giudizio sulla stagione di Villa, ma non quando dici che era meglio non acquistarlo.
Mi spiego: è verissimo quello che dici del gioco di squadra. Si nota tantissimo che Villa viene da un contesto diverso da quello del Barça, capita spesso che venga a prendersi palla in zone dove non deve (ma nelle quali nel Valencia invece poteva) o che non si muova in perfetta coordinazione coi compagni. Inoltre, pur essendo un giocatore pienamente all'altezza del Barça sul piano tecnico, per quanto riguarda le doti di palleggio nello stretto fuori dall'area di rigore, non è così straordinario come lettura e visione del gioco (per dire, qui Pedro lo supera).
Però ciò non toglie che sia un acquisto riuscitissimo, una garanzia e anzi uno dei fattori che stanno permettendo al Barça di segnare così tanti gol. Un fattore anche indiretto, ma pesante. Il Barça con Villa ha recuperato la MINACCIA sempre incombente sulle difese avversarie: anche se magari il Barça non verticalizza, le difese sanno che non possono accorciare troppo verso la metacampo perchè in profondità il Barça è tremendo. Questo condiziona tantissimo psicologicamente e anche tatticamente. Sono metri guadagnati e una possibilità in più per il Barça di fare il suo gioco. Questa possibilità con Ibrahimovic l'anno scorso spesso si era persa. E poi o rispetto allo svedese c'è il fiuto, una possibilità maggiore di segnare in area piccola anche sfruttando le respinte.

Il centravantone classico no, sono d'accordo, ma Llorente non è un centravantone classico, o meglio è molto più di quello. Starebbe bene nel Barça come da qualunque altra parte. Non sarebbe un altro Ibrahimovic, è un giocatore molto diverso, gioca molto di più sui centrali avversari, tenendoli impegnati e creando spazio per i centrocampisti. Anche lui farebbe guadagnare metri al Barça, ma in maniera diversa da Villa. In maniera diversa e perfettamente compatibile con Villa peraltro. Messi a destra, Villa a sinistra, Llorente al centro.
Comunque, sono d'accordo anche qui, meglio un tipo d'attaccante meno "impegnativo". Nel senso che sebbene Llorente sia più che adatto, potrebbe giocare solo e soltanto al centro, e limiterebbe un po' il turnover e la possibilità di giocare varianti anche a partita in corso.

Aguero è meglio di Villa e del 99% degli attaccanti del pianeta (compreso chi gli stava davanti nell'Argentina al mondiale).

10:45 PM  
Blogger Flavio said...

Io invece sono contento delle prestazioni di Villa (e Valentino sa che ero contrario al suo arrivo).
All'inizio ha avuto delle difficoltà di inserimento, ma adesso il suo peso specifico nell'attacco bluagrana si sente e come...è vero che non è giovanissimo, ma secondo me garantisce almeno altri 2-3 anni ai massimi livelli in attesa, secondo le speranze del Barça, che esploda Bojan, ipotesi comunque tutt'altro che certa.
A volte essere un pò più "vecchi" è un vantaggio, perchè non sempre i giovani campioni, seppure già affermati, si dimostrano già maturi per giocare a certi livelli, e perchè magari è proprio verso i 28-29 anni che un giocatore raggiunge il suo top; ricordiamoci che giocare in squadre come Barça o Real non è esattamente lo stesso che giocare in un club come il Valencia o l'Atletico Madrid.
Sull'attaccante che deve prendere il Barça per completare il fronte offensivo, sono d'accordo nel cercare un giocatore che non sia troppo simile a quelli già in rosa, magari più fisico ma sempre "molto Barça"; il mio nome è sempre lo stesso e cioè Fernando Torres sempre se torna lui.
Torres garantirebbe più opzioni tattiche.
Potrebbe giocare al posto di Villa (largo a sinistra), al centro (con Villa e Messi sulle fasce), e con lui si potrebbe giocare anche con un 4-2-3-1, oppure col trequartista dietro le due punte... insomma varie soluzione che arricchirebbero le opzioni a disposizione di Guardiola.
Su Aguero devo dire che è un grandissimo, ma lo vedo più prima punta; non ama andare troppo sulle fasce o sbaglio?

10:17 AM  
Blogger Flavio said...

Insomma Aguero lo vedo più come uomo d'area di rigore, forse nel Barça non sarebbe proprio indicato, visto che agli attaccanti blaugrana si richiede anche una certa duttilità. Lo vedo più utile al Real al posto di Higuain, per intenderci.
Se invece si vuol prendere un attaccante più giovane allora io farei uno sforzo per Thomas Muller, forse l'attaccante più universale che c'è in questo momento insieme a Messi e Ronaldo; oltre ad essere dotato di grande tecnica e intelligenza, fisico e velocità, il tedesco può essere utilizzato in tutti i ruoli: ala, centravanti, falso centravanti, mezzapunta; addirittura può fare anche la mezzala. Davvero un grandissimo giocatore.
Se invece si vuole fare una scommessa, allora perchè non Cavani? Nel Napoli gioca proprio come Villa, cioà partendo largo a sinistra per poi accentrarsi portando via l'uomo per gli inserimenti di Hamsik, mentre Lavezzi staziona più sulla destra come fa Pedro. Inoltre Cavani è valido tecnicamente e mostruoso nel gioco aereo, componente che manca in questo Barça.
La cosa importante, comunque, è che l'attaccante che deve arrivare dovrà essere di primissimo piano, un altro campione e non un "panchinaro"; cioè un giocatore che deve costituire validissima alternativa, sia tecnica che tattica. Fermo restando che l'unico titolare indiscutibile è Messi, tutti gli altri attaccanti devono essere intercambiabili e più o meno dello stesso livello.

10:51 AM  
Anonymous Anonimo said...

Concordo al 100% con l'ultimo post di Flavio. Il giocatore perfetto per completare l'attacco del Barça è Thomas Müller, per i motivi spiegati da lui nel post. Io adoro Llorente, ma come dici tu Vale, rischierebbe di limitare pesantemente le rotazioni tra le tre punte visto che l'unico ruolo che può coprire (e come lo copre è uno spettacolo) è quello di punta centrale. Agüero credo si sia promesso ad una tra Chelsea e Man Utd a giugno. Se devo fare un nome nuovo io proverei la scommessa Van Persie, se la Catalogna gli permettesse di superare gli infortuni cronici dovuti al calcio inglese ecco l'attaccante completo tecnicamente, intelligente tatticamente e con il fiuto del gol che cercavate. Ripeto si tratterebbe comunque di una scommessa ;)

DVM

2:01 PM  
Blogger Flavio said...

No, Van Persie no...l'eterna promessa mai diventato campione. Quasi sempre infortunato e mai decisivo quando conta come al mondiale. Il talento c'è, ma manca il resto.

4:06 PM  
Blogger Vojvoda said...

Mamma mia quanti begli interventi. Sono quasi commosso da tanta sapienza.
Una massoneria di calcio internazionale...! Conviene fondare una setta di adepti al più presto...:-)

9:43 PM  
Anonymous Anonimo said...

Van Persie tripletta cmq anche ieri...
sicuramente la sua miglior stagione, anch'io però non lo vedo nel Barca, ma se sta bene è un signor giocatore efficace e anche molto spettacolare (il che non guasta..)

Santeria

7:18 PM  
Anonymous Anonimo said...

Valentino, un commento su questo Madrid che si impegna quasi scientificamente a peggiorare partita dopo partita? Lasciando stare le lotte intestine che finiranno come tutti sappiamo (Mou via a giugno e nessuna punta in arrivo a gennaio), la squadra mi sembra giù sia fisicamente sia dal punto di vista del gioco. L'unico in forma sembra essere Di Maria, mentre CR7 è in un periodo di comprensibile "normalità" atletica e Marcelo sembra tornato quello dell'anno scorso, almeno difensivamente (pessimo nelle ultime gare). Sorvoliamo sulla difesa e sull'attacco, in particolare su Kakà, che andava venduto a scatola chiusa nei primi giorni di mercato. Anche Mou sembra troppo distratto e la formazione mandata in campo lo dimostra. Considerando invece il passo con cui marcia sia a livello di punti sia come prestazioni il Barça, a me pare che la Liga sia già bella che chiusa...
Tommaso.

3:50 PM  
Blogger valentino tola said...

Scusate ragazzi il silenzio di tomba. Sono incasinato assai con lo studio, temo di dover sospendere almeno fino all'inizio di febbraio.

Tommaso, non nego che il Real Madrid stia giocando fra il così così e il francamente male (tranne l'andata con l'Atlético nella Copa), però non esageriamo nemmeno coi catastrofismi.
Dovetti fare da pompiere quando qui dopo la sesta gioranata, e un pareggio casalingo col Mallorca, fioccavano le critiche verso il Barça e si parlava di Guardiola che stava distruggendo il giocattolo, lo devo fare ora, necessariamente, quando parli di Liga già del Barça o di Kakà.
Kakà è appena tornato da un infortunio lunghissimo,davvero non lo si può giudicare così drasticamente al momento attuale. Aspettiamo.
Per quanto riguarda il Real Madrid in generale, deve fare i conti con la realtà: che per quanto abbia una rosa forte, non può avere la stessa perfezione nei meccanismi del Barça. Perchè è il primo anno di un progetto (sempre che ci sia l'intenzione di farlo durare, questo progetto).

Hai ragione Tommaso sul calo di Marcelo.

12:37 AM  
Blogger Flavio said...

Anch'io ci andrei piano a dire che il Real è morto.
Certo 4 punti di vantaggio per il Barça sono una brutta notizia per Mou & co. anche perchè se teoricamente i blaugrana conservano questo vantaggio fino allo scontro diretto, avrebbero la Liga in tasca o quasi: alla squadra di Guardiola "basterà" fare 48-50 punti, scontro diretto compreso, per mettersi al sicuro. Il Real è poi obbligato a vincerle tutte o quasi sperando in uno due passi falsi del Barça, ma tutto può succedere.
Poi c'è da giocare ancora la Coppa del re, dove si va verso una finale Barça-Real (anche se il Siviglia sarà un brutto cliente per i madrileni), ed infine la Champions, dove ho la netta sensazione che le due squadre prima o poi si incontreranno (Arsenal permettendo)...insomma c'è il "rischio" di vedere parecchi Barça-Real quest'anno con esiti tutt'altro che scontati.
Certo lo scontro Mourinho-Valdano potrebbe alla lunga danneggiare l'ambiente e sappiamo benissimo che il tecnico portoghese ama lavorare avendo tutto sotto controllo, dalla gestione della squadra al mercato...vedremo se Florentino farà una scelta a favore del tecnico; ma credo che prima si ricompone la situazione e meglio sarà per il Real.
Sul Barça poche annotazioni se non quella che mi sembra un atteggiamento giusto: lavorare senza curarsi dell'avversario, come dire: guardiamo solo a noi stessi; inoltre, Guardiola sta cominciando la gestione delle energie in vista del rush finale. Si giocherà ogni tre giorni e allora meglio essere meno spumeggianti e portare a casa il risultato anche col minimo sforzo, come si è visto nelle ultime 2-3 partite. Io credo che se il Barça non avrà infortuni, vista la rosa corta e l'indispensabilità di alcuni giocatori, almeno un titolo e sottolineo almeno, riuscirà a portarlo a casa.

10:51 AM  
Anonymous cespo said...

ci toccherà sentire marianella anche al commento della liga?
adebayorrrrrrrrrrrrrrra!

1:09 PM  
Blogger valentino tola said...

Ahahahahahahahah
GERRARDAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!

Comunque, il miglior acquisto possibile in questa fase della stagione, poco ma sicuro.

1:11 PM  
Blogger Flavio said...

Sulla carta un gran bell'acquisto non c'è che dire...l'avrei preso per il Barça perchè Bojan non da garanzie.
Bisogna vedere però come riuscirà ad inserirsi visto che è parecchio che non gioca con continuità. Ma se torna quello dell'Arsenal allora son dolori.
Vale ma secondo te era proprio impossibile per il Barça prendere un attaccante ed un difensore centrale a gennaio? Vanno bene le otto manite, ma la rosa è corta e si gioca ogni tre giorni...

2:57 PM  
Anonymous estudio de paisajismo said...

Vero, se il Barça segna abbastanza presto poi è impossibile fermarlo. Sottolineo il gol su punizione di Leo, visto che è l'unico fondamentale in cui non eccelle (almeno per adesso).
Attenzione a Real-Villareal, dato che i sottomarini giocano il calcio + vicino a quello del Barça... non escluderei sorprese.

2:56 AM  

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