martedì, novembre 30, 2010

Un Clásico preso a ceffoni.


Il Barça ne fa cinque, supera il Real Madrid in testa alla classifica, dà una mazzata all’autostima del proprio rivale ed evidenzia in modo brutale l’attuale immaturità della pur promettente creatura di Mourinho (la goleada, lo scandalo, i pernacchi, che ci stanno e fanno parte del gioco, non devono comunque far dimenticare che questi con molta probabilità saranno ancora lì a giocarsi tutto a fine stagione).
Stravolto il senso di un Clásico che nei programmi doveva essere il più equilibrato degli ultimi anni. È la prima umiliazione nella carriera di Mourinho. Il discorso fatto dal tecnico portoghese a fine partita (“il Barça è un prodotto finito, noi no”) ha le sue basi, e psicologicamente è l’unico che si può fare per raddrizzare la rotta, però non può nascondere lo smarrimento e l’inadeguatezza di ieri. Non fraintendiamo: questo Madrid non sarà un prodotto finito, ma ha già un’idea di gioco forte, anzi fortissima. È comprensibile che contro il Barça nessuno possa giocare stabilmente d’iniziativa nella metacampo avversaria e rimanere lì a recuperare il pallone e inanellare attacchi, ma non è giustificabile in alcun modo lasciare l’inizio dell’azione al Barça e regalargli il centrocampo. È comprensibile giocare d’attesa contro il Barça, non è giustificabile farlo in maniera passiva. Barça che invece poteva giocare in una sola maniera, come sempre, e ha trovato da subito il ritmo e le geometrie desiderate. Niente episodi, nessuna svolta improvvisa, la grandinata è stata una logica conseguenza di una supremazia impressionante.

Nel Real Madrid c’era questo problema della fascia sinistra difensiva, notato già nelle scorse partite: l’esenzione di Ronaldo dai ripiegamenti costringe Xabi Alonso a slittare verso la fascia quando l’avversario attacca nella metacampo madridista. Questo per non lasciare in inferiorità Marcelo di fronte alle sovrapposizioni dei terzini. Posto che nessuno ha il dono dell’ubiquità, ciò significa che Xabi non può coprire il delicatissimo spazio davanti alla difesa (e inoltre il fatto di trovarsi defilato non lo aiuta quando la sua squadra recupera palla e deve rilanciare l'’azione). Se Iraola+Susaeta creavano questo problema, liberando Muniain tra le linee, il danno potenziale si moltiplica se a “BartSimpson” sostituisci Messi. Quindi cosa fa Mourinho per ovviare? Non cambia il modulo 4-2-3-1, ma scambia gli esterni: Ronaldo a destra, Di María a sinistra. L’argentino, molto più tornante rispetto a Cristiano, può così “doppiare” Marcelo, lasciando a Xabi Alonso una posizione più accentrata. Almeno in teoria: nella pratica le cose saranno ben diverse, e le conseguenze catastrofiche.
L’assenza di Higuaín cambia poi completamente il profilo dell’attacco: Benzema ha caratteristiche radicalmente diverse rispetto all’argentino: “Pipita” cerca la profondità, Benzema viene incontro, e ha come marcata zona di influenza la fascia sinistra. Fino a ieri il meccanismo tipico adottato dal Madrid per uscire dalla propria metacampo era la connessione Marcelo-Cristiano Ronaldo. In maniera speculare, quello è anche il lato più manovriero del Barça, con Alves+Xavi e la presenza frequente di Messi. Una zona fondamentale quindi per il controllo del gioco e delle transizioni. Le caratteristiche di Benzema possono permettere di spostare Ronaldo sull’altra fascia senza perdere però le capacità di palleggio necessarie per uscire dalla metacampo e fare male al Barça. Anche questo, soltanto in teoria.

Pure il Barça mantiene la formazione-tipo, ma con una correzione: il ritorno al 4-3-3 ortodosso, visto nelle ultime partite, viene sconfessato con una difesa a tre che ad inizio azione riporta Piqué abbastanza largo a destra (come ad inizio stagione), accentra Puyol e tiene bloccato Abidal, praticamente terzo centrale a sinistra. Alves invece torna in una posizione di partenza più avanzata. Il Real Madrid risponde ripiegando con gli attaccanti all’altezza del cerchio del centrocampo quando il Barça inizia l’azione dalle retrovie. Capita così di vedere una linea di tre (Benzema-Özil-CRonaldo) come prima opposizione. Ma quello che conta non è l’altezza della linea d’attacco o di quella difensiva, conta il concetto e l’atteggiamento. Se concedi al Barça i primi passaggi sei morto.
I blaugrana palleggiano per costruire superiorità sin dai difensori, e una volta che gli concedi una superiorità iniziale tutte le altre vengono di conseguenza. Una volta che ti superano una linea e si installano nella tua metacampo, creano i presupposti anche per perdere palla senza rischiare, pressandoti alto per non farti uscire più. Se invece cerchi di sporcargli i primi passaggi, allora gli rendi difficile distendersi, e può essere che quando recuperi palla li trovi scoperti in transizione difensiva. Il Madrid non ci ha nemmeno provato: inesistente il pressing degli attaccanti, uscita facile per i difensori culè, con i tre più Busquets in appoggio (e anche Xavi che viene a ricevere).

Non esistendo una prima barriera, i merengues collassano su loro stessi. Dannosissima la posizione di Di María, che segue Alves fino a diventare quasi un quinto difensore in pianta stabile. Centrocampo sguarnito, e Xabi Alonso che torna di nuovo a defilarsi un po’, ma viene preso in mezzo. Da quel lato il Barça consolida il proprio dominio: con Piqué che avanza, Xavi, Messi in costante appoggio e pure Pedro che con puntualità alterna movimenti incontro al portatore, tagli verso il centro e attacchi alle spalle di Marcelo. Superiorità totale in mezzo al campo, possibilità di decidere tempo e direzione del gioco in maniera tirannica.
Il Barça prepara la sua vittoria a destra, ma pugnala a sinistra: attira il Madrid verso un lato, poi cambia e trova gli uomini liberi di verticalizzare nell’altro. I boia sono Iniesta e Villa. Khedira è trascinato verso l’altro lato, Ronaldo in ripiegamento non stringe mai, lascia sempre scoperta una linea di passaggio letale perché Iniesta possa ricevere fronte alla porta e rifinire. La colpa non è di Ronaldo, che ha quelle caratteristiche, ma se giochi col portoghese esterno lo fai perché sai di poter “vivere” nella metacampo avversaria; se però scegli una partita così di attesa, allora forse è meglio mettere Cristiano unica punta al posto del disarmante Benzema e coprirsi.
Iniesta fa quello che vuole e coordina al meglio i propri movimenti con quelli di Villa: al 10’, nell’azione del primo gol (in precedenza, al 5’, meraviglioso pallonetto di Messi da posizione defilata, fermato solo dal palo), è il Guaje che taglia dentro, si porta via Ramos e permette a Iniesta di verticalizzare per l’incursione di Xavi (la difesa a 5 con cui si trova a giocare il Madrid non è immune a questo tipo di attacchi: anzi, regalando il centrocampo rimane più esposta anche agli inserimenti a sorpresa dei centrocampisti); al 17’ invece, le parti sono invertite ma il principio è lo stesso: sul cambio di gioco di Xavi, è Iniesta a portare via i difensori con il “Movimento Keita”©, e Villa largo ha l’uno contro uno facile con Ramos (ancora più facile con questo Ramos), per poi servire a Pedro il gol del raddoppio. Il Real Madrid ha solo un paio di mezzi contropiedi, originati più dall’abilità individuale di Ronaldo che riesce a saltare il pressing blaugrana che da un dominio territoriale che invece è tutto del Barça (all’11’ va comunque annotato un tiro di Di María deviato in angolo da Valdés).
I due gol inducono Mourinho a cambiare la posizione degli esterni, riportando Ronaldo a sinistra. Guardiola risponde invertendo Puyol e Piqué e tornando a una più chiara difesa a 4. Forse lo spostamento di Puyol sul centro-destra si spiega con l’esigenza di tenere il capitano sempre pronto alla copertura in seconda battuta sulle possibili percussioni di Ronaldo. Messi continua a garantire il necessario respiro ai centrocampisti, nel mentre che Pedro e Villa continuano a occuparsi di tenere occupata la difesa madridista dettando la profondità e negando i raddoppi su Leo. Sulla fascia invece Alves si abbassa, Di María si alza.
La partita si fa meno squilibrata dopo il secondo gol, col Barça che cerca movimenti più incontro al portatore per conservare la palla piuttosto che attaccare lo spazio alla ricerca di nuove occasioni. Perdono però un po’ di continuità nel gioco i padroni di casa, cedendo qualche punto di possesso-palla a un Madrid che in ogni caso produce solo una punizione dalla lunga distanza di Ronaldo finita a lato (34’), mentre al 26’ Xavi aveva smarcato Pedro davanti a Casillas, salvato solo dall’indecisione del canario.

Nell’intervallo Mourinho trae le conseguenze: il centrocampo che fa acqua fa sprofondare anche la difesa, allora meglio rinforzare la mediana per cercare di arginare la valanga prima. Lass sostituisce Özil, trivote con il francese sul centro-sinistra, Khedira centro-destra e Xabi Alonso davanti alla difesa. Ma è il quartetto Busquets-Xavi-Iniesta-Messi, in un flusso inarrestabile di passaggi e movimenti armoniosi, a continuare a dettare le condizioni. Senza contare che Ronaldo continua a non coprire, Lass slitta verso sinistra e nella girandola Alves-Xavi-Pedro-Messi-Iniesta qualcuno libero, tra le linee o sulla fascia, sbuca sempre. Il Madrid cerca pure di alzare la linea difensiva, ma sempre a palla scoperta: il rifinitore di turno del Barça si trova sempre fronte alla porta, e con tutto il tempo per scegliere l’opzione migliore. Magari Pedro finisce in fuorigioco, ma Villa attacca lo spazio in seconda battuta, o magari Xavi si inserisce dal centrocampo. Insomma, un massacro.
Al 47’ Marcelo perde palla sulla sua trequarti, Messi parte e attira tutti su di sé ma Villa spara su Casillas; al 51’ Xavi, smarcato ancora da Messi, fallisce la doppietta di un soffio, ma al 54’ Villa mette la pietra tombale sulla partita, sempre la stessa situazione, sempre palla scoperta e passaggio filtrante di Messi, combinazione ripetuta tre minuti dopo per il 4-0.
Da lì in poi è un torello imbarazzante, e persino Jeffren (subentrato a Pedro) trova la gloria nei minuti di recupero concludendo con un tocco sotto un cross dell’altro neo-entrato Bojan. Mano aperta dei giocatori blaugrana, per sottolineare il risultato, e frustrazione di Ramos, che si fa espellere per una manata a Puyol.



BARCELONA (4-3-3)

Valdés: Praticamente mai impegnato fra i pali, interpreta invece bene come sempre le uscite da libero aggiunto e i rilanci, nei quale non è semplicemente un portiere chiamato a usare i piedi, ma un elemento strutturale della manovra. Voto: 6.
Alves: Più che brillare individualmente, ha una funzione tattica, per come trascina via Di María e “pulisce” lo spazio che permette a centrocampisti e trequartisti di dominare la partita. Quando torna più basso è puntuale nelle sovrapposizioni e preciso nelle uscite palla a terra. Voto: 6,5.
Piqué: Inizia defilato a destra, e senza opposizioni si aggiunge al centrocampo aiutando a creare superiorità. Siccome il Barça innesca il circolo virtuoso che lo porta a occupare la metacampo avversaria e recuperare palla subito lì, non si deve preoccupare più di tanto dei ripiegamenti, come invece nelle due sfide dell’anno scorso (epico confronto con Cristiano Ronaldo). Stavolta non si incrocia molto con Cristiano: inizialmente copre le spalle ad Alves, poi inverte la sua posizione con quella di Puyol. Voto: 6,5.
Puyol: Anche lui non ha tantissimo lavoro, comunque attento nelle coperture, in seconda battuta nella zona dove opera Ronaldo, a seconda degli spostamenti del portoghese, prima al centro della pseudo-difesa a tre e poi sul centro-destra della linea a 4. Voto: 6,5.
Abidal: Inizia rigido come terzo di difesa, deve tappare le possibili vie di fuga di Cristiano Ronaldo in contropiede, che una volta ad inizio partita gli ruba il tempo e scappa. Quando Guardiola torna alla difesa a 4 classica, pure lui ha più libertà di sovrapporsi, anche se con parsimonia. Voto: 6.
Xavi: Nelle partite in cui il Barça rivendica e impone il suo stile, lui c’entra sempre qualcosa. Dici possesso-palla, dici Xavi. Dici controllo, dici Xavi. Dici passaggi sicuri fino alla trequarti e squadra compatta di fronte alla possibile perdita, dici Xavi. Rallenta, smista, verticalizza, cambia gioco, si inserisce pure e segna quasi una doppietta che per lui sarebbe stata cosa rara. Voto: 8. (dall’86’ Keita: s.v.).
Busquets: Se Xavi-Iniesta-Messi è il triangolo attorno al quale il Barça costruisce la propria superiorità, lui è il complemento discreto ma sempre funzionale. Per caratteristiche non può essere lui a dettare i tempi, ma una volta decisi questi Busquets è impeccabile nel dare continuità all’azione, cercandosi sempre lo spazio libero (quelle rotazioni senza palla che rendono più agile la manovra, che non ha Mascherano e non aveva nemmeno Touré), usando uno-due tocchi, ma anche districandosi nello stretto con eleganza e qualità tecnica. Il contesto della gara era quello ideale per le sue caratteristiche, che lo portano a prediligere l’anticipo nella metacampo avversaria più che il ripiegamento nella propria. Addirittura tenta un gol da metacampo nella ripresa, lui che non fa più di due metri di passaggio. Voto: 7.
Iniesta: Massacra il centro-destra del sistema difensivo madridista, smarcandosi dove fa più male. Ribadisce un’intelligenza superiore nell’interpretare il gioco, non solo qualità sopraffina nel controllo e nell’ultimo passaggio. C’è tanto merito nel movimento senza palla del secondo gol quanto nell’assist del primo. Voto: 8.
Pedro: La storiella del campione per caso è finita da tempo. Questo è un grande giocatore. Non è un solista su cui costruire una squadra, ma in questo momento è più utile al Barça di quanto lo sarebbero molti solisti. Esistono tanti Pedrito: quello che allarga il campo e dà profondità, quello che minaccia i centrali avversari tagliando per concludere a rete, quello che viene sulla trequarti per aiutare la squadra a riposare col pallone. Se l’idea di Guardiola per il Barça 2010-2011 è quella di un attacco senza punti di riferimento, Pedro ne è il simbolo. Voto: 7,5. (dall’86’ Jeffren: 6,5)
Messi: Son partite come questa che spiegano quanto questo giocatore sia grande, molto al di là delle azioni da highlights. Messi non ha fatto nemmeno un gol (ha solo sfiorato il capolavoro), ha fatto due assist, ma quello che conta di più è che è stato un costante fattore di dominio per il Barça, più di tutti. Una relazione strettissima con i centrocampisti, ma senza mai smettere di essere l’attaccante più pericoloso. Guardiola parla di giocatore totale, e non a torto. In ogni zona, crea la superiorità e lo può fare con un semplice movimento, senza bisogno di dribblare nessuno. Si trova lo spazio, viene in appoggio, attira su di sé qualche avversario, si libera del pallone e i compagni vedono l’orizzonte spalancato. Altro che solista, pochi giocatori sono così presenti nella manovra, e con questo peso poi. Voto: 8,5.
Villa: Bomber come sempre, ma ora rispetto a inizio stagione è pienamente integrato nel gioco di squadra. La sua profondità era un dato positivo già garantito in estate, bastava coordinare meglio i movimenti coi compagni Non stringere al centro ossessivamente, ma solo nei momenti giusti, sapendo che Guardiola non vuole farne un’ala ma dargli soltanto un riferimento di partenza. A lui comunque è sempre piaciuto defilarsi e puntare il terzino, come ribadisce ai danni di Ramos nel 2-0. Poi quando attacco lo spazio è il solito demonio, vedi 3-0 e 4-0. Voto: 7,5. (dal 76’ Bojan s.v.)


REAL MADRID (4-2-3-1)

Casillas: Ha passato serate più divertenti. Sui gol colpe più o meno inesistenti, forse una sbavatura sul cross di Villa per il 2-0 di Pedro. Molto approssimativo nei rinvii. Voto: 6.
Sergio Ramos: Pessimo. Vero che nella sua zona spesso si creava un due contro uno, ma è altrettanto vero che lui non ci ha messo nulla. Molle, non un anticipo, non un duello vinto, non una ripartenza, totalmente inutile in fase offensiva. Sta lì e guarda gli avversari che arrivano. Dorme anche sul gol di Jeffren, per quello che conta. Voto: 4.
Pepe: Un po’ a sorpresa, il meno peggio della difesa. A sorpresa perché era parso disorientato nelle uscite precedenti. Individualmente offre quello che può, ma alla lunga viene travolto anche lui, inevitabilmente. Voto: 5,5.
Carvalho: Superato in ogni momento della partita. Si è sempre fatto forte del senso della posizione, e dell’anticipo, ma in questa occasione non ha mai i riferimenti, e così deve cedere il passo ad avversari che arrivano in velocità o lo puntano nell’uno contro uno. Voto: 5.
Marcelo: Solitamente uno dei tre giocatori chiave della fase offensiva (con Ronaldo e Xabi Alonso), non ha alcuna possibilità di proporre il suo calcio. Non esce palla al piede e non ha l’appoggio solito di Cristiano Ronaldo (che parte sull’altra fascia) per rilanciare l’azione. Senza opzioni buone, schiacciato e intimidito dal pressing blaugrana, sparacchia anche lui. Per una partita di tale esigenza, difensivamente non è neanche così disastroso, ma non chiude su Xavi nell’1-0, e ritarda la diagonale su Pedrito nel 2-0. Mourinho comunque sembra additarlo come colpevole sostituendolo con Arbeloa già sul 4-0, un cambio che più che avere un significato tecnico particolare sembra un messaggio lanciato al giocatore. Ma non è andato peggio di tanti altri, semplicemente pure lui non ci ha capito nulla. Voto: 5.
Khedira: Impalpabile. Privo di qualsivoglia aggressività, scherzato dai palleggiatori blaugrana, non propone alcunchè. Segue a ruota il disastro dei compagni. Voto: 4,5.
Xabi Alonso: L’anno scorso al Camp Nou il suo Clásico fu una lezione di posizionamento difensivo, ma stavolta è uno dei grandi sconfitti. Preso in mezzo dal trio Iniesta-Xavi-Messi, non vede palla e non riesce mai a mettere ordine nel pandemonio che gli succede attorno. Voto: 4,5.
Cristiano Ronaldo: Davvero ce la mette tutta, ma per come il Real Madrid affronta la partita le uniche situazioni praticabili per lui sono quelle “solo contro il mondo”. In un paio di occasioni nel primo tempo riesce pure a scappare al pressing e a lanciare il contropiede, poi su punizione va un paio di volte a lato di poco. Ma non ha mai la possibilità di incidere all’interno di un contesto collettivo credibile. Difensivamente se ne frega, il buco fra lui e Khedira è ghiottissimo per Iniesta. Ma gliene si può fare una colpa solo fino a un certo punto, la colpa è del Real Madrid che non è riuscito a impostare la partita ideale per valorizzarne le caratteristiche. Voto: 6.
Özil: Le fonti ufficiali confermano che effettivamente in data 29-11-2010 si trovava sul rettangolo verde del Camp Nou. Pare ancora troppo acerbo per certe sfide. Voto: 4. (dal 45’ Lass: Non dà quello che chiede Mourinho. Molta voglia ma poca lucidità. Corre, corre e corre ma non la prende mai. Voto: 5.).
Di María: Anche per lui può valere il discorso fatto per Özil sulla maturità a certi livelli, ma meno, perché l’argentino è sempre generosissimo, e osa appena può. Il problema è che può pochissimo. La sua posizione da secondo terzino nel primo tempo è l’emblema della condotta passiva di un Madrid che perde tutti i riferimenti del proprio gioco. Voto: 5,5.
Benzema: Non si può andare avanti così. Uno dei 5-6 giocatori più talentuosi della rosa continua ad avere l’aria di uno che passa lì per caso. Non capisce cosa gli succede attorno, forse non si sforza nemmeno di farlo, non si propone, non incide, non ha uno slancio che sia uno, per quanto le condizioni tattiche in cui si muove siano proibitive. Cerca qualcuno dei suoi movimenti verso la sinistra, ma non è mai un appoggio credibile per rilanciare il gioco… non parliamo poi di dare profondità, contendere palloni ai difensori, farsi sentire in area avversaria o pressare (parola che nel suo vocabolario non esiste)… Voto: 4.


Gol: 1-0, m. 10: Xavi. 2-0, m.18: Pedro. 3-0, m.55: Villa, 4-0, m.57: Villa. 5-0, m. 90+1: Jeffren.

Árbitro: Iturralde González (col. vasco). Mostró cartulina amarilla a Víctor Valdés (m.32), Cristiano Ronaldo (m.32), Villa (m.34), Pepe (m.36), Messi (m.45), Xabi Alonso (m.51), Marcelo (m.56), Casillas (m.56), Carvalho (m.71), Sergio Ramos (m.73), Khedira (m.75) y a Puyol (m.80). Expulsó a Sergio Ramos (m.92) por agredir a Puyol

Incidencias: 98.255 espectadores asistieron al encuentro correspondiente a la decimotercera jornada de Primera División, disputado en el Camp Nou. En el palco se encontraban, entre otras autoridades, el presidente en funciones de la Generalitat, José Montilla; el vicepresidente en funciones de la Generalitat, Josep Lluís Carod Rovira; y el presidente del Parlament, Ernest Benach.

FOTO: marca.com

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26 Comments:

Anonymous Hincha Madridista said...

No comment... Peggio di Schuster e Pellegrini (che l'anno scors al Camp Nou fece una signora partita). La corsa che sembrava il punto di forza della squadra è venuta meno nella sfida fin'ora più importante. Sono curioso di leggere il report di Valentino per la sconfitta più pesante della carriera di Mou. OK che non si poteva restare inmbattuti per tutta la stagione ma si doveva proprio perdere così?

2:06 PM  
Blogger Flavio said...

Sono vent'anni che seguo il calcio e non avevo mai visto una cosa del genere.
La verità è che il Real non poteva farci niente; ieri sera qualsiasi altra squadra non poteva far niente contro questo Barça che ha giocato la partita perfetta ed il risultato è solo la logica conseguenza di una prestazione mostruosa, la migliore di sempre che io abbia mai visto, anche meglio del Milan di Sacchi.
Il Barça non ha sbagliato un passaggio, ed il continuo movimento e gli scambi di posizione delle punte hanno dato uno sfogo micidiale in profondità all'incessante possesso palla che la squadra ha esercitato in modo perfetto e quanto mai efficace, in ogni zona del campo. Questo possesso palla accompagnato da un pressing feroce e dalla vicinanza tra i reparti ha permesso al Barça di stroncare sul nascere qualsiasi ragionamento o velleità dell'avversario sull'impostazione della manovra, e contemporaneamente ha consentito di aggredire ed occupare tutti gli spazi disponibili sul campo, in modo mai statico ma sempre di un dinamismo devastante.
Non so se il Barcellona vincerà la Liga o la Champions ma la partita di ieri sera resterà nella storia come esempio, come punto di arrivo del gioco del calcio, una roba da insegnare nelle università del pallone.
Complimenti vivissimi a questa squadra ed al suo mister che ieri ci ha fatto capire anche la ratio delle sue scelte di mercato, criticate anche dal sottoscritto; e devo dire, infine, che ieri mi sono davvero emozionato.

3:02 PM  
Blogger Francesco said...

Sono d'accordo con Flavio.Il Barca di ieri era semplicemente imbattibile.

5:09 PM  
Anonymous Hincha Madridista said...

Solita, ottima e completa analisi giù il cappello! Sono sempre dell'idea che se si vuole fare il botto bisogna farlo grosso, ma Josè non doveva prendermi in parola :)
Sono sicuro che comunque riuscirà a tenere compattato il gruppo (ad esempio perse il primo derby col Milan ma non ne fece un dramma) e a ripartire già domenica contro il Valencia anche se dovrà inventare la difesa (senza i due centrali e Ramos manca qualcuno in mezzo da affiancare ad Albiol...). Da applausi il tuo commento su Ozil.
L'unico che si è dato da fare nel Madrid è stato CR7 però è dura predicare nel deserto se d'altra parte giocano gli alieni. Curioso come i media italiani abbiano parlato in tutte le edizioni dei TG odierni della parte, strano che fin'ora Mou viaggiasse a medie gol fatti più che buone e sia sempre passato sotto silenzio... Suggerisco il Marcatoons di oggi che dà una sua interpretazione sulla misteriosa assenza dei blancos lunedì: http://www.marca.com/tv/?v=XPzBly1eiXK

PS: per i tifosi blancos, consoliamoci con questi 2 video: http://www.youtube.com/watch?v=ra8vUJhwddM e http://www.youtube.com/watch?v=ckyGX95vX8o

11:25 PM  
Anonymous Hellas said...

Pensieri sparsi:


a) Già lo avevo notato con il Milan (anche all'andata), con l'Atletico Madrid e con l'Athletic Bilbao: il Real qualche problema a centrocampo lo ha. Lì in mediana c'è troppo spazio, con Khedira e Xabi Alonso che non raramente vengono presi in mezzo; conseguenza è una difesa poco protetta dagli attacchi avversari. Ieri contro il centrocampo più forte del mondo i problemi si sono visti tutti...

b) Khedira fa tutto benino ma niente benissimo. In questa squadra di campioni non può essere titolare. Mooolto meglio Lassana Diarra, il francese ha il suo bel caratterino ma come incontrista è un top player.

c) La prossima estate i soldi vanno spesi per un centrocampista di grande qualità. Credo lo sappia pure Mourinho, non sarei così sorpreso di uno scherzetto di nome Fabregas…

d) Il Barcellona ieri è stato da stropicciarsi gli occhi, poche palle. Quando gioca così è imbattibile. Purtroppo per una gara giocata ai mille all'ora poi ce ne sono cinque condotte a passo di lumaca (fermi, letteralmente fermi), e lì può perdere punti con chiunque. Quest'anno già si sono viste entrambe le facce della medaglia.

e) Sull'undici titolare si può discutere, ma la rosa a disposizione di Mourinho è indubbiamente più forte di quella di Guardiola, e a fine stagione questo può fare la differenza. d) + e) = la Liga la vince il Real Madrid.

f) Mi auguro che la strepitosa prestazione di ieri non significhi la rinuncia ad Afellay (3 milioni!! per una volta al barca non fanno la figura dei fessi). Sì, temo la guardiolada…i know my chickens…

g) Domanda di mercato. Mi sono fatto l’idea che Luis Suarez sarà il prossimo centravanti del Barca – piace a guardiola, la moglie è catalana, il procuratore è il fratello di Pep…
Suarez in Olanda ha medie da fantascienza; io però le (poche) volte che l’ho visto (nazionale e coppe) non sono rimasto così impressionato: buone doti sì ma non mi pare tutto sto campione. Tu come lo giudichi, sarebbe un buon acquisto?

1:24 AM  
Blogger Flavio said...

Vale, analisi completa ed approfondita ma non sono assolutamente d'accordo con il tuo 6 a Ronaldo, forse un voto di stima?
Ronaldo è stato da 4, come da 4 è stato giustamente Ramos e tutto il Real. Mentre però il 4 complessivo del Real è la conseguenza di una prestazione da 10+ del Barça, da giocatori come Cristiano che molti considerano il più forte al mondo, è normale che ci si aspetta "mooolto" di più, anche vincere la partita da solo, o almeno provarci. Invece, il nostro eroe ha dimostrato ancora una volta non solo che non è quasi mai decisivo nelle partite che scottano, ma soprattutto di essere totalmente incapace di essere funzionale a quello che si chiama collettivo e gioco di squadra. Ronaldo è un pò come Ibra, è un solista che se è in giornata non lo prendi mai, ma se invece ha la luna storta oppure se l'avversario riesce ad imbrigliarlo, ecco che sparisce dal campo e diventa soltanto un peso per la sua squadra; anzi spesso diventa irritante.
E' proprio questo aspetto, e non la tecnica individuale, che distingue lui, e lo stesso Ibra da un certo Messi, giocatore che se anche in una partita non segna o non brilla particolarmente (e non parlo del Clasico) ha però il possesso del concetto molto delicato ma fondamentale di saper giocare per la squadra e con la squadra.
Anche nel mondiale Messi, catapultato nell'orrore tattico di Maradona, cercava comunque il gioco di squadra, anche a costo di venirsi a prendere la palla davanti alla difesa per cercare di iniziare l'azione, visto che mancavano i giocatori preposti a farlo.
Sono invece d'accordissimo con quanto dici su Pedro. Lui è ormai un giocatore fondamentale per questo Barça; occorre togliersi il cappello di fronte a questo folletto che sa fare davvero tutto: attacca centralmente e dalla fascia, sa leggere il gioco, aiuta a centrocampo, fa pressing, fa gol, fa l'assist... fa sempre la cosa giusta; insomma un giocatore più unico che raro.
Saluti, Flavio

9:48 AM  
Blogger Flavio said...

Ronaldo andrebbe bene nel Milan di Allegri per il dopo Ibra: tre centrocampisti di fatica a protezione della difesa per non prendere gol, e palla avanti per lui come unico concetto di gioco... sperando che si inventi qualcosa se è in giornata: 1-0 e tutti a casa...ma il calcio non è questo, anche se magari così riesci pure a vincere qualcosa.

9:56 AM  
Blogger Flavio said...

Vi consiglio la lettura di questo bellissimo articolo di Gianni Mura:

http://www.repubblica.it/sport/calcio/2010/12/01/news/mura_barcellona-9707578/

11:30 AM  
Anonymous Anonimo said...

Sì ma basta con questo mito del giocatore che nel 2000 vince questo tipo di partite da solo. Neanche il miglior Maradona avrebbe saputo, da solo, creare pericoli contro il Barça dell'altra sera, e a parti invertite Messi non avrebbe fatto molto meglio di CR7. E' vero che si perde sempre in undici, ma la partita non l'ha persa certo Cristiano Ronaldo, l'ha persa semmai Mou con un approccio al match pessimo e soprattutto l'hanno persa giocatori come Ramos (che ormai a 24 anni continua a mostrare gli stessi difetti di quando è arrivato a Madrid) e Casillas (insicuro come troppo spesso negli ultimi tempi). Imbarazzante comunque vedere il Barcellona dominare sul piano agonistico e atletico una squadra che solitamente "scoatta" contro chiunque: forse che Mou credeva di affrontare un Milan qualunque? Io ci vedo moltissime responsabilità del tecnico in questa partita. Che serva da lezione a una squadra che deve ancora crescere a livello mentale e tattico per poter davvero competere con certi avversari.
Tommaso.

PS: come sempre un'ottima analisi di Valentino. Io però non avrei lesinato su Xavi e Iniesta, un 9 al primo e un 8,5 al secondo ci stavano tutti.

12:37 PM  
Anonymous Hincha Madridista said...

Sono d'accordo con Tommaso: il giocatore che vince le partite da solo ormai è una leggenda metropolitana per lo meno in queste partite. Grave responsabilità per me su Mou, Ramos è un giocatore che tende spesso a perdersi quando c'è battaglia vera mentre non sarei così severo su Casillas in fondo da solo non può resistere ai bomdarmenti e se fin qui la difesa del Madrid era la meno battuta il merito è anche suo.
Giusto il 6 a CR), giocare da solo contro 11 marziani.... A parti invertite, Messi non avrebbe fatto meglio (per esempio vedere Ibrahimovic nella gara di Madrid in Champions).

2:10 PM  
Blogger Flavio said...

Tommaso, io non sto dicendo che CR7 deve vincere le partite da solo e sono d'accordo con te sul fatto che oggi è difficile trovare giocatori che facciano vincere da soli una squadra; infatti a differenza di 20-30 anni fa oggi il calcio è mediamente più preparato tatticamente: si vince più di squadra che con i singoli.
Detto questo però sono partito dal fatto che Vale gli ha messo 6 in pagella, dicendo prima che non ero d'accordo, per poi fare un discorso generale su un giocatore che ha doti e talento incredibili, ma che secondo me non ha la capacità incidere più di tanto nel gioco della sua squadra, collettivamente.
Ripeto per me è un grandissimo solista ma nulla più; ad esempio gente come Messi, Eto'o e Robben, giocano molto di più per la squadra e con la squadra rispetto ad uno come Ronaldo o come Ibra.
Non sono d'accordo che la partita l'ha persa Mou; qualsiasi altra squadra e qualsiasi altro allenatore l'altra sera avrebbero fatto la stessa fine perchè quando il Barça gioca così non c'è niente da fare. L'unica speranza per l'avversario in una partita del genere è segnare subito anche in modo casuale e chiudersi sperando che il Barça non riesca subito a pareggiare, e che magari si innervosisca.

2:39 PM  
Blogger Flavio said...

Per Hincha: infatti Messi non avrebbe fatto (probabilmente) nulla più, ma lasciando da parte il Clasico, se vedi quanto incide lui mediamente sul gioco della sua squadra, rispetto a Ronaldo forse capirai quello che intendo dire; poi lascia stare che Leo gioca da anni in un meccanismo collaudato e con gente tipo Xavi ed Iniesta, cosa che sicuramente lo aiuta e anche molto, ma non si può negare che nell'ambito del gioco della sua squadra è molto più incisivo di un Ronaldo che, a mio avviso, gioca quasi esclusivamente per sè e lo faceva anche a Manchester, seppur in maniera minore. Faccio un discorso di caratteristiche del giocatore, di “vocazione”, tutto qua, ma questo segna una differenza secondo me non da poco tra Messi e Ronaldo.

2:54 PM  
Blogger valentino tola said...

Ragazzi, ora ho poco tempo, stasera tardi risponderò alle vostre inaccettabili provocazioni :P

3:01 PM  
Anonymous Anonimo said...

Flavio, ci siamo intesi, anche se personalmente resto dell'idea che, squadra o non squadra, la perfezione e la completezza che raggiunge Ronaldo manca a qualunque altro giocatore oggi sulla piazza. Comunque mettendo da parte questo discorso io resto dell'idea che un Madrid "alla Hiddink" come il Chelsea che si arroccò completamente in difesa due anni fa in Champions avrebbe fatto storcere il naso a tutti (giustamente) e magari avrebbe pareggiato 0-0 ma perlomeno adesso sarebbe ancora primo e col senno di poi avrebbe più stima in se stesso del Moudrid attuale. In questo rintraccio la colpa aprioristica di Mou: il credere anche solo per un momento di potersela giocare alla pari con questi qui.
Tommaso.

3:16 PM  
Anonymous Flavio M. said...

Non potrebbe essere che sulla scelta di Mou di non "parcheggiare il bus" abbia influito la necessità di dover soddisfare anche esteticamente il tifo ed i media madrileni? Probabilmente all'Inter era più semplice per lui...a Madrid non ha nè i giocatori nè la legittimazione (popolare e mediatica) per scegliere quel tipo di approccio tattico, che poi è l'unico davvero efficace contro il Barca di Guardiola in versione deluxe (e quello visto lunedì forse è stato il miglior Barca dell'era Guardiola: semplicemente sublime).
Ciao!

3:41 PM  
Blogger Flavio said...

Sì, sul discorso Messi-Ronaldo possiamo vederla in modo diverso; io credo che il primo sia invece "più perfetto" del secondo che gli è superiore solo ed esclusivamente da un punto di vista atletico;
per quanto riguarda invece il discorso di un Mou alla Hiddink hai perfettamente ragione, vedi la partita di ritorno dell'Inter lo scorso anno; però devi considerare che per come stava andando il Real, e per le tantissime aspettative che avevano i tifosi e la stampa madridista, andare a Barcellona col chiaro intento di difendersi sarebbe stato visto davvero male da tutti, a livello locale ed internazionale.
Il problema è che stai allenando il club più titolato del mondo in un momento storico dove i tuoi acerrimi nemici storici giocano il miglior calcio. Ciò spiega perchè Mou non se l'è sentita di andare a fare il catenaccio, probabilmente aveva sopravvalutato la sua squadra o peggio sottovalutato l'avversario.
Io credo che Mou dovrà essere chiaro con società, tifosi e stampa: per battere questo Barça potrò solo difendermi e sperare di non prederle, magari colpendo in contropiede: calcio all'italiana; ma attualmente non vedo alternative.

3:55 PM  
Anonymous Anonimo said...

Bellissima partita , bellissima analisi.
Abbiamo avuto la fortuna di assistere a un pezzo di storia, a una di quelle partite che rimarrà come simbolo di questo bellissimo ciclo Barca.

Poche parole sull'ottima analisi di Valentino, perfetta dal punto di vista tattico.

Mi limito ad aggiungere qualche numero (fonte Opta) della supersfida , così più per curiosità che altro :

- 613 passaggi Barca vs 265 del Madrid

- il Barca ha recuperato palla mediamente a 48 metri dalla sua porta (noi lo classifichiamo come un recupero palla ALTO) , il Madrid invece a 36 metri ( MOLTO BASSO)

- Xavi primo per passaggi : 117 ! di cui 110 (!!) positivi

- Gli altri culé : Busquets 97 (87+) / Iniesta 73 (69+) / Alves 68 (59+) / Pique 66 (62+) / Messi 55 (53+)

- i "migliori" blancos invece:
Alonso 49 (38+) / Ramos 29 (25+) / Marcelo 29 (24+)

- Messi 9 dribbling positivi

- Il giocatore con cui ha scambiato più palla Messi è stato Xavi (17 passaggi fatti e 14 ricevuti) , il secondo è stato Busquets per i fatti 9 , e Alves per i ricevuti , 10.


Ciao
Santeria

(http://www.facebook.com/pages/Un-Sogno-chiamato-Futbolandia/317478312105)

4:48 PM  
Anonymous Hincha Madridista said...

A mio parere CR7 e Messi sono due giocatori diversi sia come ruolo che come incidenza nelle partite, ovvio che nemmeno se mi torturaste direi che Messi è più forte se non altro finchè viva in Catalogna.
Comunque concordo con Tommaaso, l'errore di fondo è stato di Mou ad impostare (parola grossa visto il nulla proposto) una gara del genere: se sai che la tua squadra è ancora un cantiere non puoi metterti a giocare come se si partisse alla pari. Alle volte un bel catenaccio... Ricordo che Del Bosque utilizzava (mi pare nella Champions 1999-2000) la difesa con i 3 centrali e due terzini di spinta, con Helguera che nella fase di possesso diventatava vertice basso di un rombo di centrocampo lasciando Ivan Campo e Karanka al centro. Se si unsice che in mediana c'era anche Makelele l'idea non era così peregrina. Il problema è che domenica c'è il Valencia e mancheranno Ramos, Pepe e Carvalho. Chi sarà a fianco di Albiol? anche storpiando Lass terzino, Arbeloa centrale è oltraggioso... L'unica riserva riserva resta David Mateos...
Per l'attacco Benzema che veniva da un periodo lievemente positivo si è di nuovo rivelato una scommessa persa, ma non so quanto Hugo Almeida potrebbe essere meglio, sicuramente non peggio...

5:05 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Flavio 1
Eh, non lo so... io non mi voglio spingere così in avanti. Se posso raffreddare un po' il tuo giustificatissimo entusiasmo per la prestazione del Barça, devo dire che anche l'avversario è stato un disastro (per essere la partita più bella di sempre ci devono essere due squadre al meglio) e che personalmente la mia gara preferita del Barça, e non solo (la gara meglio giocata che ho visto negli ultimi anni) sia quella dell'anno scorso in casa dell'Arsenal, almeno fino al 70'.

Riguardo al tuo ripensamento sulle scelte di Guardiola, che ti fa onore per l'onestà, voglio ribadire solo una cosa, che secondo me il Barça può benissimo non vincere nulla quest'anno, ma che se succederà non sarà per essersi indebolito, ma perchè gli avversari si saranno dimostrati più forti. Questa mi sembra una squadra pensata benissimo, a medio termine e se possibile ancora di più a lungo termine.

@ Francesco
Grandioso Barça, ma poteva comunque trovare un'opposizione migliore.

@ Hincha 1
Ahahah bello il Marcatoons... gli occhi di Ozil sono così veramente! :D

8:18 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Hellas

a) Difficile ridurre il problema al centrocampo, il problema è di tutta la squadra quando deve ripiegare nella metacampo. Lì non è solida. Però ad esempio il centrocampo lavora benissimo nel recuperare alto, quando il Madrid fa la partita (cioè contro tutte le squadre tranne il Barça).

b) Non sono d'accordo. Lass è un giocatore più appariscente, migliore in certi aspetti come il recupero del pallone, però l'anno scorso aveva mostrato problemi di compatibilità con Xabi Alonso. Mi ricordo una partita la scorsa stagione (ora non ricordo l'avversario) in cui nel primo tempo praticamente si era messo a marcare a uomo Xabi... e venne infatti sostituito a fine primo tempo. Non è una cima nel muoversi senza palla quando la sua squadra è in possesso, e gli mancano anche i tempi di gioco... Khedira in questo è molto più funzionale, anche se cede parecchi punti come aggressività difensiva. Comunque credo che nell'idea di gioco del Madrid venga meglio Khedira.

c) Non credo che Khedira limiti alcuna delel chances del Madrid, ma UBI MAIOR... Fabregas è Fabregas :-)

d) Attenzione, il Barça è partito maluccio come gioco quest'anno, ma la crescita nelle ultime settimane è evidente, non credo si tratti di 5 gare brutte e una buona. Il Barça è entrato in una dinamica nuova, ha ingranato la marcia giusta, anche col Villarreal fece un partitone secondo me (e peraltro il Villarreal pose molti più ostacoli del Madrid). Senza contare che anche giocando al risparmio può vincere 9 partite su 10 in questa Liga.
Ciò non toglie che il Madrid se la giocherà fino alla fine, ovvio.

e) "la rosa a disposizione di Mourinho è indubbiamente più forte di quella di Guardiola"
Non ne sarei così sicuro.

f) E questa da dove te la sei tirata fuori? :P

g) Suarez mi piace ma non mi strappo i vestiti per lui. Peraltro lo vedrei più attaccante esterno che centrale.
Non lo acquisterei, e in questo momento non lo cambierei con Pedrito nemmeno se mi minacciassero con una pistola, tanto per chiarire.

8:36 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Flavio 2
Ronaldo non è un solista. Ha degli attacchi di egoismo insopportabili, un atteggimaneto strafottente, ma in campo ci sa stare eccome. Ha movimenti molto intelligenti, e molto incisivi, e sa giocare per la squadra, con e senza palla. E' un giocatore chiave nei meccanismi del Real Madrid. Lui, Marcelo e Xabi Alonso, non mi stancherò di ripeterlo. Solo ad inizio carriera, appena arrivato allo United, era un solista. Poi non mi puoi mettere proprio Robben come esempio di "non solista", dai :-)

@ Tommaso 1 e Hincha
La penso esattamente come te. Non esistono i giocatori senza la squadra.
Cristiano ha lanciato due contropiedi potenzialmente molto pericolosi ad inizio partita, e lo ha fatto nonostante la sua squadra fosse messa malissimo, se li è dovuti inventare dal nulla. Il Real Madrid poteva rientrare in partita solo con un episodio, e gli unici episodi stavano scaturendo tutti solo e soltanto da Ronaldo, costretto a fare il solista suo malgrado. A parti invertite anche Messi avrebbe sofferto le pene dell'inferno. Come con l'Argentina contro la Germania nel Mondiale.

9:09 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Flavio M. e Tommaso 2
Io non credo che il Madrid abbia cercato di giocare alla pari. Se avesse cercato di giocare alla pari, avrebbe cercato di proporre il suo solito calcio. Invece è stato rinunciatario, e non si capisce per giocare a che cosa... se nelle intenzioni doveva essere una gara difensiva (come credo) l'hanno disputata senza la minima intensità.

Non credo sia possibile fare paragoni col Chelsea di Hiddink o l'Inter dell'anno scorso. Sono squadre troppo diverse dal Real Madrid, che per me doveva giocare sì di rimessa (inevitabile contro il Barça) ma con una condotta ben più aggressiva.

@ Santeria
Grazie! Grande contributo come sempre con le tue statistiche!

La statistica di Xavi l'avevo già adocchiata da un'altra parte... ed è allucinante.
Interessante anche il dato su Messi, implicatissimo nell'azione del centrocampo. Anzi, determinante.
Mi sorprende abbastanza il dato di Xabi Alonso, che credevo avesse toccato meno palloni.

@ Hincha
Hugo Almeida... mah!

Non essere così catastrofico, Arbeloa lo può fare senza problemi il centrale: anzi, nel Depor 2006-2007 stava giocando in quel ruolo, e pure bene, prima che lo prendesse a gennaio il Liverpool. Per me è un giocatore rispettabilissimo.

Ribadisco che non credo nell'autobus davanti all'area di rigore come strategia contro il Barça. Per me devi cercare di rovinargli i primi passaggi, devi aggredirlo un po' più alto. Se giochi tutto nella tua area però prima o poi becchi il gol, e poi non li obblighi mai a guardarsi alle spalle. Partite come il Chelsea di Hiddink (che per me in quell'andata al Camp Nou fu mediocre) o l'Inter si giustificano più con le prestazioni sottotono del Barça che con la bontà in sè della strategia.

11:42 PM  
Blogger Flavio said...

Afellay è già un giocatore del Barça, e arriverà credo nel periodo di Natale.
Vale, continuo a non essere d'accordo con te su Ronaldo; per me è più un solista che un giocatore "da collettivo"; divertente il suo "¿Y tú quién eres?" rivolto a Pedro nella gazzarra finale...mi sa che ha fatto la fine di Maradona quando ignorò Thomas Muller per poi "riconoscerlo" ai quarti di finale del mondiale.
Sono invece d'accordo con te su Luis Suarez; neanche io lo comprerei, se non alle condizioni di Afellay. Suarez è un ottimo calciatore, per lo più esterno ma in quel ruolo come hai sottolineato tu c'è già un campione come Pedro, il giocatore più utile ed efficace che ci sia; ed ora con l'arrivo di Afellay e la presenza dei canterani, il Barça sugli esterni è più che completo.
Piuttosto per perfezionare l'attacco blaugrana prenderei una prima punta forte fisicamente, ma mobile ed adattabile allo stile Barça: come sai il mio pallino è Torres, ma costa troppo. Forse più abbordabile sarebbe Llorente, ma credo che questo tipo di operazioni possano farsi solo in estate.
Non credo che Cesc possa andare al Real, semplicemente perchè è catalano, e a Barcellona lo metterebbero in croce, in più lui ha il DNA bluagrana; se riesce a liberarsi da Wenger, sarà lui l'erede di Xavi, ma credo che arriverà nell'estate del 2012.
Interessante sarebbe invece l'ipotesi Pastore, che da trequartista sta diventando sempre più attaccante: per caratteristiche fisiche potrebbe pure fare la prima punta (o meglio il falso centravanti), costituendo una importante opzione tattica per Guardiola che potrebbe schierarlo in tutti i ruoli dell'attacco. Che sia lui l'acquisto "pesante" della prossima estate?
P.S Su Javi Martinez hai cambiato idea? Si sta finalmente "spagnolizzando"? Che sia lui in futuro l'alternativa in nazionale a Busquets come pivote?
Saluti.

9:59 AM  
Blogger Flavio said...

Dimenticavo, Vale, una domanda tattica. Quando il Barça gioca con la pseudo-difesa a tre, l'esterno sinistro basso lo fa Iniesta a quallo che vedo, o sbaglio? Cioè uno schieramento tipo: Valdes; Piquè Puyol Abidal; Alves Busquets Xavi Iniesta; Pedro Messi Villa.

10:08 AM  
Anonymous Hincha Madridista said...

Come già avevo suggerito, il Madrid dovrà acquistare un attaccante perchè Higuain pare dovrà operarsi di ernia (2 mesi out) e Benzema resta improponibile come titolare. Ok che c'è Kakà ma rientra dopo 6 mesi di stop e non credo che a gennaio sarà subito utilizzabile a pieno regime.
Chi vedreste meglio al posto del Pipita? Ho letto i nomi di Dzeko e Hugo Almeida ma non avendo esperienza ad alto livello non so quanto sarebbero validi. Forse riuscire a prendere Forlan dai cugini potrebbe essere la mossa giusta (sempre se è vera la voce che l'Atleti vorrebbe venderlo).
Infine una domanda per Valentino: come credi che Mou schiererà la difesa contro il Valencia domenica?

2:24 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Flavio
Sì, Javi Martinez può stare dappertutto.

Riguardo alla posizione di Iniesta quando il Barça inizia con la difesa a tre, non direi esterno. In realtà è un po' asimmetrico il modulo del Barça in quel momento. Alves fa la fascia, ma Iniesta rimane mezzala. Il riferimento largo a sinistra è Villa. Questo non vuol dire che Iniesta nel corso dell'azione non si possa allargare, scambiandosi la posizione con Villa e puntando il terzino avversario. Oppure anche allargarsi all'altezza della metacampo, quando iniziano il gioco i difensori, per offrire un appoggio (questo si vede anche con la difesa a quattro: il terzino sale e libera uno spazio che occupa Iniesta... questo movimento però lo fa ancora più spesso Keita quando gioca mezzala sinistra). E' una cosa che è abituato a fare e si vede un po' di volte. Però di base sempre mezzala.
Iniesta esterno con la difesa a tre me lo ricordo solo nel ritorno con il Liverpool 2006-2007, quando c'era Rijkaard... ma lì perchè la squadra era davvero incasinata e il povero Andrés si trovò quasi a fare il terzino...

@ Hincha
"As" dice Arbeloa-Pepe-Albiol-Marcelo. Visto che indovino? :P

12:06 PM  

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