giovedì, ottobre 19, 2006

Allarme rosso.

Sconfitta non preoccupante, ma preoccupantissima del Barça a Stamford Bridge, travolto dal Chelsea molto più di quanto dica il risultato di 1-0. La situazione nel girone si complica tantissimo: primo posto ormai irraggiungibile, quasi sicuramente decisiva la sfida col Werder all'ultima giornata.
Ciò che ha veramente lasciato di stucco, dopo un primo tempo discreto, è stata l'inesistenza nel secondo tempo di una reazione credibile dopo lo strepitoso gol di Drogba. Questo grazie anche ad alcune mosse di Rijkaard che hanno completamente stravolto la squadra, togliendole punti di riferimento in attacco ed esponendola paurosamente ai contropiedi del Chelsea.
Tutte confermate, senza sfumature, le carenze di questo ultimo Barça:
- Condizione fisica chiaramente non all'altezza (Duelli quasi tutti persi, sempre in ritardo sul pallone. Ah, la tournée agostana…)
- Mancanza di concentrazione (una sconcertante quantità di palle perse in zone pericolose ha agevolato il contropiede di Mourinho)
- Insostituibilità di Eto'o (più volte è mancato un punto di riferimento al centro dell'attacco, Gudjohnsen non ha fatto un tiro in porta e non ha mai dato profondità)
- Imbarazzanti prestazioni individuali (Deco, Edmilson, Zambrotta e un Ronaldinho in condizioni ormai drammatiche).
- Gioco in piena involuzione, situazione aggravata dai cambi di Rijkaard nel secondo tempo (ormai totalmente assenti le sovrapposizioni sulle fasce: sarebbe servito sicuramente Sylvinho sulla sinistra, anche perché il cambio di modulo del Chelsea, senza esterni fissi, invitava certamente a cercare spazio sulle fasce).

Un grande Chelsea ha vinto la partita su tutti i fronti: tattico, fisico e mentale. Mourinho ha bloccato le fasce laterali con Ashley Cole su Messi e Boulahrouz su Ronaldinho, i quali hanno ricevuto raddoppi costanti da parte dei compagni.
Ma è soprattutto in zona centrale che Mourinho ha annichilito Rijkaard: superiorità numerica costante, linee di passaggio del Barça continuamente interrotte, e poi l'ultima parte del piano, il contropiede, martellante quando nel secondo tempo Rijkaard "denuda" la sua squadra lasciando 3 difensori, anzi spesso solo due, in balia degli eventi. Lo schieramento adottato quest'anno da Mourinho, un 4-4-2 senza esterni di centrocampo, con Essien, Ballack e Lampard davanti a Makelele, in altre occasioni si può rivelare un immane ingorgo, ma per la partita di oggi è parso tagliato su misura.


La partita inizia con un Chelsea molto aggressivo che costringe il Barça nella sua metà campo impedendogli di controllare il pallone, cosa insolita e molto seccante per gli uomini di Rijkaard. Una pressione incessante ed insostenibile per i centrocampisti del Barça, incapaci di giocare il pallone sul pressing avversario. Il quartetto di centrocampo di Mourinho da imbuto diventa tritacarne e al tridente del Barça non arrivano palloni.
Il costante lavorio dei padroni di casa produce una serie di pericolosi corner e calci piazzati, alla vigilia uno dei pericoli più temuti in casa blaugrana, viste le "forze aeree" di cui può disporre Mourinho. E al 16' il Chelsea va vicinissimo al vantaggio con Drogba che scappa a Marquez e vede il suo tentativo infrangersi su Valdes, sulla cui respinta Shevchenko viene anticipato sulla linea da Marquez.
Passata la metà del primo tempo, gli entusiasmi locali si raffreddano e i ritmi calano, e il Barça viene fuori, tornando perlomeno a controllare il possesso-palla. Più spazi, che permettono qualche smarcamento di Xavi fra le linee e qualche ottima combinazione di prima, che fruttano due azioni pericolose, la prima con Messi che, liberato da Xavi, arriva davanti a Hilario ma con un angolo ridotto a causa di un aggancio impreciso e la seconda con Xavi al 29' che, inseritosi in area dopo una stupenda combinazione fra Messi, Ronaldinho e Deco, conclude con un sinistro debole fra le braccia di Hilario.
Si arriva alla fine del primo tempo con il Barça che fa la partita e il Chelsea che, ben abbottonato dietro, prova a pungere con qualche strategia delle sue sui calci piazzati.
Ma il secondo tempo è un'altra storia e il Barça se ne accorge subito. Al primo minuto, un po' di rilassatezza e Drogba che inventa un gol semplicemente straordinario, con una di quelle sue girate repentine, un pezzo forte del suo repertorio, come anche il Liverpool, colpito in Premier recentemente, sa bene. Puyol evitato al limite e Valdes fulminato, a dimostrazione che, in qualunque momento di una partita, di fronte al Chelesa non si può mai abbassare la guardia senza rimanerne scottati. E' questo il momento peggiore del Barça, che rischia seriamente la goleada. Shevchenko al 54' prolunga però la sua crisi sbagliando goffamente davanti a Valdes un 2-0 quasi certo.
A questo punto Rijkaard decide di muovere le sue pedine, dando spazio a Iniesta, innesto ampiamente previsto, sostituendo però Van Bronckhorst. Grave errore, perché significa uno stravolgimento tattico totale che disorienta ulteriormente i suoi disabituati giocatori.La difesa ora passa a tre, con Zambrotta a destra, Puyol a sinistra e Marquez al centro. Le fasce non hanno praticamente più punti di riferimento e, dalla trequarti in su, davanti a Edmilson, è tutto un fluttuare di giocatori allo stato brado, in cerca perlopiù di gloria personale attraverso azioni estemporanee.
Ogni pallone perso (e sono tanti, troppi, comportamento indecente in una partita di questo livello) poi si converte in contropiedi insostenibili per l'inedita difesa a tre, oltrettutto ridotta spesso a soli due effettivi ogni volta che Zambrotta lasciava la posizione. Passare a partita in corso a uno schieramento assolutamente sconosciuto ai suoi giocatori è stata una mossa disastrosa di Rijkaard, cosa che ha contribuito notevolmente a rendere patetico il simulacro di reazione messo in piedi dal Barça.
Rijkaard inoltre sostituisce il pesante Gudjohnsen con Giuly: la mossa serve perlomeno ad allargare il gioco sulla fascia destra, ma svuota completamente l'area di rigore del Chelsea da presenze culé. In un paio di azioni salta all'occhio come Messi o Giuly, arrivati sul fondo, non trovino nessuno a rimorchio. Così stando le cose, l'unica conclusione con una parvenza di pericolosità del Barça è un debole colpo di testa di Messi sopra la traversa.
Non ci sono svolte significative fino alla fine, il Chelsea controlla in totale sicurezza e continua a punzecchiare in contropiede, soprattutto con Robben che nel finale dà il cambio a Sheva.



CHELSEA (4-1-3-2)

Hilario: Onesto e sicuro le poche volte che viene chiamato in causa, passa l'esame a pieni voti. VOTO: 6,5.
Boulahrouz: Fenomenale la partita dello spietato olandese. Il suo compito era molto semplice: fermare Ronaldinho.Lo fa eccome, esaltato anche dalla mollezza del brasiliano. VOTO: 7.
Ricardo Carvalho: Lui e Terry non sono sempre impegnati, perché gran parte del lavoro lo sbriga il centrocampo e comunque al Barça mancano sia la profondità che i palloni dalle fasce. Diligente. VOTO: 6,5.
Terry: Amministra con puntualità, sollevato dall'assenza di Eto'o. VOTO: 6,5.
Ashley Cole: Discreto ma meno convinente rispetto ad altri. La sua partita è esclusivamente difensiva su Messi, e bisogna dire che le poche volte che il Barça sfonda lo fa sulla sua fascia. In difficoltà su alcuni dribbling di Messi, ma non è certo una colpa, e su qualche accelerazione di Giuly. VOTO: 6.
Makelele: Formidable. Il solito ago della bilancia davanti alla difesa, con una sicurezza e un'intelligenza senza pari. Il giocatore che ha recuperato più palloni in tutta la partita, 14 in totale. VOTO: 7.
Essien: Giocatore totale, il centrocampista più completo del mondo. Parte teoricamente sul centro-destra, ma una volta va a coprire sulla stessa linea di Makelele, un'altra va ad aiutare i terzini in raddoppio, un'altra ancora avvia l'azione straripando nella metacampo avversaria. Impressionante forza d'urto. VOTO: 7,5.
Ballack: Buon lavoro, di quantità più che di qualità. Aiuta il centrocampo a creare la superiorità numerica. VOTO: 6.
Lampard: Anche lui si sacrifica, macina chilometri e perde inevitabilmente lucidità al momento di sfoderare le sue proverbiali conclusioni da fuori. VOTO: 6.
Drogba: Me-ra-vi-glio-so. Segna un gol che è potenza, fiuto e coordinazione allo stato puro, tiene sempre in ansia la difesa blaugrana. VOTO: 8. (Dal 91' Kalou: s.v.)
Shevchenko: Non ci siamo: goffo, sempre un tocco in più e sempre in ritardo. Fallisce clamorosamente il gol che poteva sbloccarlo. VOTO: 5. (Dal 76' Robben: finale vivace, così tanto per terrorizzare in contropiede. VOTO: 6.)


BARCELONA (4-3-3)

Valdes: Qualche brivido, consueto, nei disimpegni coi piedi, ma puntuale in tutte le altre occasioni, come nell'uno contro uno con Drogba nel primo tempo. Il gol non è certo colpa sua. VOTO: 6,5.
Zambrotta: In certi momenti è l'imbarazzante controfigura dello Zambrotta che tutti conosciamo. Sempre insicuro in fase difensiva e in ambasce nei confronti individuali, inconsistente in fase offensiva. Messi spesso se la deve vedere da solo. Una delle poche volte che si inserisce cicca miseramente un invito di Deco. VOTO: 5.
Marquez: Tutto sommato è quello che regge meglio in difesa. Respinge i cross dalle fasce e mette qualche pezza, come quando impedisce il tap-in a Shevchenko nel primo tempo. Ovviamente poi soffre i contropiedi a difesa scoperta del Chelsea. VOTO: 6,5.
Puyol: L'ho già detto, ha bisogno di una vacanza. E' sempre al limite, sempre sul filo del rasoio, un po' meno reattivo ma sempre su livelli dignitosi. Si fa un po' sorprendere da Drogba sul gol, quando l'ivoriano si libera per il destro. Passa a sinistra nell' improvvisata difesa a tre, salva tutto su un paio di contropiedi, ma poi viene sostituito (non conosco il motivo) da Oleguer. VOTO: 6. (Dal 74' Oleguer: Sorprendentemente attento sui contropiedi finali del Chelsea. VOTO: 6.)
Van Bronckhorst: Con lui e Zambrotta attualmente il Barça non ha spinta. Per l'italiano il problema è solo temporaneo, ma Gio è da tempo ormai che si tiene a galla solo col mestiere. Stasera completamente inutile la sua presenza. Una fascia dove a differenza dell'anno scorso, non deve stare attento a Joe Cole e dove avrebbe spazio per appoggiare l'azione, ma invece nulla di nulla. Quando poi il Chelsea decide di attaccare dalle sue parti, trova un porto aperto. VOTO: 5. (dal 56' Iniesta: Stavolta non cambia le cose. Ingiustamente riserva, gioca in una posizione indefinita nel caos creato nel secondo tempo da Rijkaard, non ha spunti di rilievo. VOTO: 5,5.)
Xavi: Ancora non è sui livelli raggiunti prima dell'infortunio. Intermittente, ha discreti momenti ma non ha riguadagnato il completo controllo della situazione. VOTO: 5,5.
Edmilson: Disastroso. Messo da Rijkaard per poter frenare, come fece ottimamente l'anno scorso, gli inserimenti al limite dell'area degli incursori di Mourinho, spesso si distrae e copre ben poco. Con la palla fra i piedi poi è un'obiettivo troppo facile per il pressing del Chelsea, che approfitta della sua lentezza per sottrargli il pallone senza troppa fatica. VOTO: 4,5.
Deco: Pessimo e irritante (a parte due ottimi assist per Zambrotta e Xavi nel primo tempo). Ciondola per il campo, tiene troppo il pallone facendoselo immancabilmente rubare, sbaglia una marea di passaggi, perdendo palloni in zone cruciali del campo. 17 palle perse per lui. VOTO: 4,5.
Messi: L'unico all'altezza, ha dovuto spesso lottare da solo. Se ne infischia dei fischi dello Stamford Bridge, punta spesso Ashley Cole, qualche volta gli va anche via, ma ha difficoltà perchè non trova aiuto in Zambrotta e spostandosi verso il centro, da mancino qual è, si infogna nella zona più affollata del campo. In generale, non trova quasi mai la collaborazione dei compagni. Brutto errore nello stop col destro in un'azione che nel primo tempo poteva fruttare l'1-0. VOTO: 6,5.
Gudjohnsen: Secca bocciatura. Lento, statico, in qualche momento pure impacciato, non basta il fatto di offrirsi come sponda o come boa là davanti quando i tiri in porta sono zero e Terry e Carvalho dormono sonni tranquilli. VOTO: 5.(dal 59' Giuly: Velocità, movimento e profondità li dà sulla fascia destra, e i compagni lo cercano perché sanno che è fresco ed è l'unico giocatore, nell' improponibile rivoluzione di Rijkaard, con una posizione fissa, quindi facilmente rintracciabile. Però, una volta imbeccato e saltato l'avversario, le scelte al cross o al tiro sono discutibili, anche se va detto che quasi mai trova qualcuno da servire al centro dell'area. VOTO: 6.)
Ronaldinho: Impresentabile, se non se ne rende conto lui da solo qualcuno glielo dovrebbe dire. Prova doppi passi con la velocità di un settantenne, e non ha mai quel cambio di passo che solitamente fa la differenza. Boulahrouz lo controlla senza fatica. Perde 20 palloni, record della partita, che molto spesso avviano dei contropiedi. Attualmente non ha la condizione per giocare simili partite. VOTO: 4.

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9 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Partitone del "Cannibale" Boulharouz, vero giocatore "da Chelsea" aldilà del nome poco pubblicizzato. Deve solo migliorare sotto il profilo caratteriale, perchè perde le staffe troppo facilmente, incappando in interventi fuori logica come quello su Cristiano Ronaldo negli ultimi Mondiali. Ma quando è al top è una garanzia, a destra come al centro. Mourinho ha visto bene ancora una volta. A Shevchenko va concesso un pò di tempo, nonostante la schiera di gufi che si è formata qui in Italia perchè ha osato lasciare la grande famiglia Milan. Per il resto, continuo a ritenere che Ballack nel Chelsea sia un giocatore superfluo; i soldi per il suo acquisto avrebbero potuto essere spesi meglio

12:40 PM  
Blogger valentino tola said...

Sì, Boulahrouz calzava a pennello ieri. Non doveva oltrepassare la metà ampo, doveva solo annullare Ronaldinho. Lo vedo meno bene sulla fascia destra della nazionale olandese, che ancora deve trovare un terzino di grande spinta sulla fascia destra (con Emanuelson siamo a cavallo sull'altro lato).

Sheva ha bisogno solo di adattarsi, su questo non si discute.

No ho avuto modo di durlo nel post, perchè in generale la partita del Chelsea è stata grande, però sono assolutamente d'accordo su Ballack, che ho sempre ritenuto un giocatore sopravvalutato, con gravi limiti dinamici e di personalità.
Nel Chelsea poi pesta i piedi a Lampard. Ieri affollare la zona centrale è stata la chiave, però questo schieramento (a "imbuto") di Mourinho con Lampard e Ballack assieme in altre partite mostrerà tutti i suoi limiti. Anora non ho digerito la cessione di Duff, e Robben è evidentemente disprezzato da Mourinho.

P.S: E il nostro amico Quincy? Spettacolare quando ha lasciato in braghe di tela Cordoba. Speriamo di poterlo vedere all'Euro Under 21 casalingo...

1:27 PM  
Anonymous Anonimo said...

ma adesso come sta messo in classifica il barcellona? è costretto a passare per secondo?

3:07 PM  
Blogger valentino tola said...

Il Barça è a pari punti col Werder Brema, è la situazione è molto rischiosa.

Calendario Barça:
-Chelsea (casa)
-Levski (fuori)
-Werder (casa)

Calendario Werder:
-Levski (fuori)
-Chelsea (casa)
-Barça (fuori).

Dunque, facendo un paio di previsioni il Werder vincerà in Bulgaria andando a quota 7. Il Barça è obbligato a vincere il ritorno col Chelsea per restare al passo.
Qualora non battesse il Chelsea, si verrebbe a creare una situazione micidiale.
Immaginati un Chelsea che va a Brema con 10 o addirittura 12 punti, già sicuro del primo posto.
A Mourinho non dispiacerebbe certo stendere un tappeto rosso al Werder per far fuori il Barça.
A quel punto il Barça, dando per acquisita la vittoria in Bulgaria, arriverebbe all'ultima partita col Werder con l'acqua alla gola, obbligato a vincere.

E' una sfida ovviamnete alla portata del miglior Barça, lo è un po' meno per il Barça delle ultime settimane.

10:46 PM  
Anonymous Anonimo said...

Il buon Quincy ha giocato bene a S.Siro, adesso mi attendo una grande partita a Mosca. Comunque, con tutto il rispetto, da lì deve andarsene. Lo vedrei bene nella Liga, in una squadra di seconda fascia però, dove anche se sbaglia qualche partita non viene relegato in panchina in eterno. Oppure all'Az, ammesso che passi indenne la cura Van Gaal...

8:54 AM  
Blogger valentino tola said...

Sai che ci avevo pensato anch'io? Una squadra tipo Villarreal o Celta sarebbe l'ideale per lui (dal punto di vista tattico ancora meglio il Villarreal, visto che lì potrebbe fare la seconda punta).
Chissà, magari Van Gaal con un po' di bastonate lo potrebbe forgiare...

P.S.: Spero che da qualche parte trasmettano Siviglia-AZ di Coppa Uefa, perchè è uno spettacolo da non perdere.
Poi non ho ancora visto l'Az quest'anno... Com'è questo Dembelé?

10:00 AM  
Anonymous Anonimo said...

Dembelè ha qualita e testa (almeno così sembra) per diventare un grande, è veloce, agile e vede bene la porta. Van Gaal lo sta centellinando, attualmente è la terza scelta dopo Koevermans e Arveladze, non perchè sia meno forte, ma per non bruciarlo dopo gli elogi che dallo scorso anno gli stanno piovendo sul capo, almeno in Belgio e in Olanda. Comunque, una volta in campo, il suo lo ha fatto, segnando e facendo segnare. L'anno scorso è stato uno dei pochi a salvarsi in un Willem II allo sbando, oggi credo che l'Az sia stata per lui un'ottima scelta, anche grazie all'incontro con un tecnico come Van Gaal il quale, oltre saperci fare con i giovani, è stato intelligente ad abbandonare il classico 4-3-3 per passare al 4-4-2, visto che gli elementi a sua disposizione erano più adatti ad un simile modulo. All'Ajax, ad esempio, avrebbe trovato meno spazio e una concorrenza maggiore, idem al Psv, mentre sarebbe servito come il pane al mio Feyenoord, ma avrebbe corso il rischio di affogare nella mediocrità generalizzata di questo primo scorcio di stagione (basta dire che i migliori sono Lucius e Boussaboun, due onesti lavoratori, per carità, ma insomma...)

Tornando a Dembelè, è da tenere d'occhio ai prossimi Europei under-21 in Belgio, ma se fossi in Vandereycken farei piazza pulita dei vari Sonck, Pieroni e Mpenza e lo chiamerei subito nella nazionale maggiore. D'altronde, mi sembra che il Belgio abbia ormai molto poco da perdere

5:34 PM  
Blogger valentino tola said...

Grazie per le dettagliate informazioni.

Fenomeno Van Gaal che cambia modulo: il mio sogno inconfessabile sarebbe quello di vedere finalmente Babel giocare seconda punta in un 4-4-2 (il suo è lo stesso identico problema tattico che aveva Ibrahimovic, solo che a Zlatan non piaceva stare fisso al centro a fare da boa), ma temo che si possa fare soltanto in Pro Evolution Soccer.

Dalla cintola in su il belgio è davvero un mortorio, però mi pare non indifferente il potenziale difensiva, con Van Den Borre, Kompany, Van Buyten e, volendo essere buoni, anche Vermaelen.

Mi dispiace per il tuo Feyenoord, quest'anno son proprio vacche magre (Vincken è ancora rotto?).

Scusa se me ne approfitto spudoratamente, ma volevo chiederti di un altro giocatore che ho visto, purtroppo solo in una partita, nel Roda: Diba (credo si scriva così), un po' troppo ricercato, però un mancino molto tecnico.

6:06 PM  
Anonymous Anonimo said...

Anouar Diba, classe 83, è un giocatore alla Recoba, nel senso che azzecca una partita ogni cinque, a voler essere buoni. Di solito rende di più se inserito nel corso di una partita, e non è un limite da poco. Tecnicamente ci sa fare, ma le sue giocate sono un pò fini a sè stesse. Insomma, non mi fa impazzire, e se fosse poi così forte come ama dichiarare quando lo lasciano in panchina, inciderebbe un pò di più in questo Nac Breda, che invece da due anni si trova in costante affanno nella zona bassa della Eredivisie..

8:43 PM  

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