Appunti di Copa del Rey.
Real Madrid, non basta l' orgoglio. Ci ha provato in tutti i modi, molto più con un ritrovato carattere che con un gioco ancora tutto da verificare (è solo l' effetto-Gago? Quanto durerà?), ma l' 1-1 col Betis elimina il Real Madrid dalla Copa del Rey, primo obiettivo sfumato in una settimana già piuttosto scaldata prima dal dito medio di Capello, poi dalle imprudenti esternazioni del presidente Calderon e ora dalla trattativa per Ronaldo al Milan.
Dopo una prima mezzora di buon livello, sulla falsariga della partita col Zaragoza, con geometrie, movimento, coesione fra i reparti (pressing di Van Nistelrooy e Higuain sui difensori avversari, mai visto nella trentina di partite precedenti) e Gago gran direttore d' orchestra (ha delle verticalizzazioni che sembrano dei raggi laser... peccato che oltre ai difensori avversari delle volte non lo capiscano neppure i compagni!), un blackout totale ha favorito il pareggio del Betis, col rapinoso Dani che vanifica il vantaggio ottenuto da Robinho già al 5'.
Il secondo tempo è un monologo del Real Madrid, come detto più col cuore che con la testa. Pochi sbocchi sulle fasce, col solito problema degli esterni piazzati sulla fascia opposta al piede preferito (Reyes deprimente a destra, Robinho iperattivo ma come suo solito poco lucido in alcune scelte) che creano ingorghi al centro e non fanno altro che il gioco di un Betis ormai ultradifensivo e dedito alla perdita di tempo pura e semplice, Higuain in netto calo rispetto ad inizio partita, non resta che affidarsi a qualche intuizione di Gago e soprattutto alla mostruosa esuberanza atletica di Sergio Ramos, senza dubbio l' attaccante più pericoloso del Real Madrid in tutto il secondo tempo.
Spostato a destra dopo l' entrata di Cannavaro, prima devia fuori di poco in tuffo, poi stacca alla grande ma trova un Doblas stranamente miracoloso e infine una sua rovesciata di poco alta conclude una mischia intricatissima.
Capello toglie Reyes e mette Nieto (estroso esterno destro che fa la spola fra Real Madrid C e Real Madrid Castilla), aggiunge De la Red a Gago, più qualità, tiri da fuori e inserimenti rispetto a Diarra, ma proprio De la Red arriva in ritardo su una respinta difettosa di Doblas (ben più consona al reale valore del portieraccio bético), occasione che assieme a due tiretti come al solito poco convinti di Robinho spegne le ultime speranze madridiste, in mezzo a una coda assai polemica, fra poco civili lanci di oggetti (bottiglie vuote, un telefonino!) e una mezza baruffa finale fra i giocatori.
L' obiettivo sfuma, il giudizio globale resta sospeso, così come lo era dopo la vittoria col Zaragoza. Anche Lopez Caro l' anno scorso di questi tempi fece un mese-un mese e mezzo su grandi livelli, fino a quando non arrivò l' Arsenal a ristabilire le giuste proporzioni...
Capello si è detto soddisfattissimo del gioco dei suoi; sicuramente l' atttudine è quella giusta, recuperata rispetto alle vergogne di Recreativo e Depor, però c'è da vedere quanto durerà e se non sia più che altro legata all' effetto placebo dei nuovi acquisti e a una situazione di classifica nella Liga ancora inaspettatamente in piedi. Il gioco sulla scia di questi entusiasmi ha mostrato qualche miglioramento, grazie al maggior movimento degli attaccanti e soprattutto alla velocità di pensiero e alla profondità di Gago, tutt' altra cosa rispetto all' Abbacchio Emerson. Si dipende già parecchio dall' argentino, e comunque i miglioramenti ieri son durati solo lo spazio di una mezzora.
Dopo si son rivisti i lanci lunghi, le palle perse e la difesa è tornata a soffrire fin troppo i pochi attacchi di un Betis maggiormente concentrato sulla lotta-salvezza e per questo pesantemente rimaneggiato da Luis Fernandez (due giovani ieri nella formazione titolare, il terzino destro Isidoro e il centrocampista centrale Juande).
Super Getafe. Dopo il Barça, altra lezione di calcio del Getafe, 4-2 al Mestalla!, a un Valencia pesantemente sotto i limiti della decenza. In rapporto ai pochissimi mezzi, il Geta è una delle squadre che gioca meglio nella Liga. Schuster merita un monumento e pure una chance in una grande squadra, pregustando il calcio eccelso che potrebbe mostrare se solo la sua filosofia "il pallone è un bene prezioso, non sprechiamolo" venisse applicata a una squadra con ben altri giocatori.
Talmente bene organizzato e con le idee talmente chiare questo Getafe da essere capace di impadronirsi del centrocampo e di dominare il possesso-palla sia contro il Barça che contro il Valencia. Gioca semplice e non butta via un pallone, perchè, classico segno distintivo delle squadre che giocano bene, le distanze fra i giocatori sono giuste e le opzioni disponibili per il passaggio son sempre minimo due. Dominano Celestini e Casquero a centrocampo e questo è il motivo per cui il Getafe prende così pochi gol e per il quale Alexis limita il suo duello con Villa, così appassionante alla vigilia, a pochissimi uno contro uno.
Ragnatela a centrocampo che finalmente trova meritatissimo profitto in zona-gol, perchè la difesa del Valencia, soprattutto sul centro-sinistra fra Ayala e Curro Torres, regala di tutto, e perchè il bomber Guiza è in gran spolvero, doppietta al Mestalla dopo il gol al Nàstic, trovando adeguato supporto negli inserimenti a sorpresa ora di un grande Nacho dalla sinistra (splendido assist, fra tacco e suola, per il 2-1 di Guiza) ora della mezzala Casquero (giocatore che non mi dispiace per nulla, dinamico e raffinato al tempo stesso), autori di un gol a testa.
Per quanto riguarda il Valencia, la vulgata liquida questa figuraccia semplicemente come una serata storta, insomma due sculaccioni, magari una multa e tutto torna come prima. E' evidente che la maggior parte dei giocatori sembrava aver subito un lavaggio del cervello, però rimane un avvertimento e un monito a una squadra che troppo spesso crede di poter vincere con uno sforzo minimo.
Il Valencia è una squadra micidiale quando gioca col risultato a favore, implacabile nello sfruttare la minima occasione e nell' approfittare del disorientamento avversario, sì, ma quando si è sullo 0-0? O il gol piove dal cielo oppure gli orrendi lanci lunghi visti col Getafe non suonano poi tanto strani. Già col Levante fino al gol di Hugo Viana si erano viste ben poche geometrie, così è stato in molte altre partite e lo è soprattutto quando manca Baraja. Con una squadra così assente si è potuto capire ben poco dell' esperimento che nel secondo tempo ha visto Silva centrale accanto ad Albelda e se Joaquin ha in generale le sue buone colpe per la condizione di rincalzo in cui è stato relegato, può fare ben poco in una squadra come quella dell' altra sera che gli avrà fatto arrivare due o tre palloni appena, per non parlare di un Villa costretto a fare un lavoro quadruplo fra la trequarti e l' area di rigore. La capacità di imporre il suo gioco alle squadre piccole è quello che separa il Valencia dal Barça.
Saviola e poco altro. Altra conferma del momentaccio blaugrana il 3-2 di martedì all' Alavés, contrassegnato da spaventi e squilibri fuori luogo, con momenti di totale assenza psicologica dal match che hanno rischiato addirittura di rimettere in discussione la qualificazione. Incredibile occasione persa da Rijkaard per far riposare i titolari e dare spazio a qualche giovane, l' unica nota positiva viene da Saviola, autore di tutti e 5 i gol fra andata e ritorno.
Il Conejo ha certamente deluso le attese smisurate e ingiustificate che avevano circondato il suo approdo in Spagna, ma ciò non toglie che sia un ottimo giocatore e che i suoi gol li abbia sempre fatti, ci sono le statistiche per questo. Credo che il fattore che lo ha penalizzato nel calcio europeo sia stato soprattutto il fisico: azzeccato il dribbling, difficile possa resistere alle cariche successive, gli manca l' allungo decisivo e anche il tiro è di una debolezza sconfortante. Comunque, qualità, astuzia, rapidità (bravissimo nelle deviazioni nell' area piccola) negli spazi stretti mantengono vivo il pericolo.
Ora è in un periodo in cui segna anche quando non vuole, come dimostra il suo comico primo gol, compensato dal geniale pallonetto di testa del secondo gol e dalla conclusione a botta sicura su scucchiaiata di mastro Xavi per il 3-1. Davvero bella storia la sua: fuori rosa ad inizio stagione, desaparecido per Rijkaard, ha deciso testardamente di restare per ritagliarsi uno spazio (molto probabilmente anche per liberarsi a parametro zero a fine stagione), trovando assistenza anche nel grande buonsenso di Rijkaard, cha ha idee ma non dogmi, il quale lo ripescò a sorpresa per Barça-Valencia.
E' innegabile che, pur non essendo neppure lui una prima punta, veda la porta molto meglio del più tattico Gudjohnsen e che stia meritando il posto da titolare in attesa del ritorno di Eto'o. Sulla questione di un eventuale rinnovo contrattuale, richiesto ora da più parti, sono più combattuto. In linea di massima lo lascerei andare, perchè ha bisogno di giocare e perchè nel 4-3-3 di Rijkaard c'è bisogno di rincalzi con altre caratteristiche per l' attacco (Palacio, se se ne va Giuly, e un centravanti forte di testa).
Sorteggiati gli accoppiamenti per i quarti, che si giocheranno fra la fine di questo mese e la fine di Febbraio: fenomenale il derby Sevilla-Betis, una delle stracittadine più intense e sentite del calcio mondiale, che dà vita a sfide o ricche di gol e spettacolo oppure continuamente interrotte dai falli e violente fino ai limiti estremi, ma comunque sempre appassionanti.
Altro accoppiamento di lusso, Barça-Zaragoza, già consumato l' anno scorso in due stupende partite che videro spuntarla un Zaragoza in stato di grazia, quello che ne rifilò sei al Real Madrid e che si arenò sul più bello nella finale con l' Espanyol. Sicuramente il confronto di più alto spessore tecnico, mentre le altre due sfide sono Getafe-Osasuna (anche i navarri in stato di grazia, eliminato l' Atlético Madrid col quale ci sarà la rivincita sabato in campionato) e Deportivo-Valladolid, con un Valladolid da tenere assolutamente d' occhio, dominatore assoluto della Segunda Division, forte di una striscia globale di 19 risultati utili consecutivi, ultima vittima un Villarreal sempre più fiacco e sempre più lontano da Riquelme, non convocato neppure per la partita di sabato col Sevilla e in procinto di andarsene (Bayern Monaco, Boca Juniors e Belgrano fra le pretendenti) forse già alla fine di questo mese.
Già sorteggiati gli eventuali accoppiamenti per le semifinali, che secondo il mio infallibile pronostico dovrebbero essere Barça-Sevilla e Valladolid-Osasuna.
Dopo una prima mezzora di buon livello, sulla falsariga della partita col Zaragoza, con geometrie, movimento, coesione fra i reparti (pressing di Van Nistelrooy e Higuain sui difensori avversari, mai visto nella trentina di partite precedenti) e Gago gran direttore d' orchestra (ha delle verticalizzazioni che sembrano dei raggi laser... peccato che oltre ai difensori avversari delle volte non lo capiscano neppure i compagni!), un blackout totale ha favorito il pareggio del Betis, col rapinoso Dani che vanifica il vantaggio ottenuto da Robinho già al 5'.
Il secondo tempo è un monologo del Real Madrid, come detto più col cuore che con la testa. Pochi sbocchi sulle fasce, col solito problema degli esterni piazzati sulla fascia opposta al piede preferito (Reyes deprimente a destra, Robinho iperattivo ma come suo solito poco lucido in alcune scelte) che creano ingorghi al centro e non fanno altro che il gioco di un Betis ormai ultradifensivo e dedito alla perdita di tempo pura e semplice, Higuain in netto calo rispetto ad inizio partita, non resta che affidarsi a qualche intuizione di Gago e soprattutto alla mostruosa esuberanza atletica di Sergio Ramos, senza dubbio l' attaccante più pericoloso del Real Madrid in tutto il secondo tempo.
Spostato a destra dopo l' entrata di Cannavaro, prima devia fuori di poco in tuffo, poi stacca alla grande ma trova un Doblas stranamente miracoloso e infine una sua rovesciata di poco alta conclude una mischia intricatissima.
Capello toglie Reyes e mette Nieto (estroso esterno destro che fa la spola fra Real Madrid C e Real Madrid Castilla), aggiunge De la Red a Gago, più qualità, tiri da fuori e inserimenti rispetto a Diarra, ma proprio De la Red arriva in ritardo su una respinta difettosa di Doblas (ben più consona al reale valore del portieraccio bético), occasione che assieme a due tiretti come al solito poco convinti di Robinho spegne le ultime speranze madridiste, in mezzo a una coda assai polemica, fra poco civili lanci di oggetti (bottiglie vuote, un telefonino!) e una mezza baruffa finale fra i giocatori.
L' obiettivo sfuma, il giudizio globale resta sospeso, così come lo era dopo la vittoria col Zaragoza. Anche Lopez Caro l' anno scorso di questi tempi fece un mese-un mese e mezzo su grandi livelli, fino a quando non arrivò l' Arsenal a ristabilire le giuste proporzioni...
Capello si è detto soddisfattissimo del gioco dei suoi; sicuramente l' atttudine è quella giusta, recuperata rispetto alle vergogne di Recreativo e Depor, però c'è da vedere quanto durerà e se non sia più che altro legata all' effetto placebo dei nuovi acquisti e a una situazione di classifica nella Liga ancora inaspettatamente in piedi. Il gioco sulla scia di questi entusiasmi ha mostrato qualche miglioramento, grazie al maggior movimento degli attaccanti e soprattutto alla velocità di pensiero e alla profondità di Gago, tutt' altra cosa rispetto all' Abbacchio Emerson. Si dipende già parecchio dall' argentino, e comunque i miglioramenti ieri son durati solo lo spazio di una mezzora.
Dopo si son rivisti i lanci lunghi, le palle perse e la difesa è tornata a soffrire fin troppo i pochi attacchi di un Betis maggiormente concentrato sulla lotta-salvezza e per questo pesantemente rimaneggiato da Luis Fernandez (due giovani ieri nella formazione titolare, il terzino destro Isidoro e il centrocampista centrale Juande).
Super Getafe. Dopo il Barça, altra lezione di calcio del Getafe, 4-2 al Mestalla!, a un Valencia pesantemente sotto i limiti della decenza. In rapporto ai pochissimi mezzi, il Geta è una delle squadre che gioca meglio nella Liga. Schuster merita un monumento e pure una chance in una grande squadra, pregustando il calcio eccelso che potrebbe mostrare se solo la sua filosofia "il pallone è un bene prezioso, non sprechiamolo" venisse applicata a una squadra con ben altri giocatori.
Talmente bene organizzato e con le idee talmente chiare questo Getafe da essere capace di impadronirsi del centrocampo e di dominare il possesso-palla sia contro il Barça che contro il Valencia. Gioca semplice e non butta via un pallone, perchè, classico segno distintivo delle squadre che giocano bene, le distanze fra i giocatori sono giuste e le opzioni disponibili per il passaggio son sempre minimo due. Dominano Celestini e Casquero a centrocampo e questo è il motivo per cui il Getafe prende così pochi gol e per il quale Alexis limita il suo duello con Villa, così appassionante alla vigilia, a pochissimi uno contro uno.
Ragnatela a centrocampo che finalmente trova meritatissimo profitto in zona-gol, perchè la difesa del Valencia, soprattutto sul centro-sinistra fra Ayala e Curro Torres, regala di tutto, e perchè il bomber Guiza è in gran spolvero, doppietta al Mestalla dopo il gol al Nàstic, trovando adeguato supporto negli inserimenti a sorpresa ora di un grande Nacho dalla sinistra (splendido assist, fra tacco e suola, per il 2-1 di Guiza) ora della mezzala Casquero (giocatore che non mi dispiace per nulla, dinamico e raffinato al tempo stesso), autori di un gol a testa.
Per quanto riguarda il Valencia, la vulgata liquida questa figuraccia semplicemente come una serata storta, insomma due sculaccioni, magari una multa e tutto torna come prima. E' evidente che la maggior parte dei giocatori sembrava aver subito un lavaggio del cervello, però rimane un avvertimento e un monito a una squadra che troppo spesso crede di poter vincere con uno sforzo minimo.
Il Valencia è una squadra micidiale quando gioca col risultato a favore, implacabile nello sfruttare la minima occasione e nell' approfittare del disorientamento avversario, sì, ma quando si è sullo 0-0? O il gol piove dal cielo oppure gli orrendi lanci lunghi visti col Getafe non suonano poi tanto strani. Già col Levante fino al gol di Hugo Viana si erano viste ben poche geometrie, così è stato in molte altre partite e lo è soprattutto quando manca Baraja. Con una squadra così assente si è potuto capire ben poco dell' esperimento che nel secondo tempo ha visto Silva centrale accanto ad Albelda e se Joaquin ha in generale le sue buone colpe per la condizione di rincalzo in cui è stato relegato, può fare ben poco in una squadra come quella dell' altra sera che gli avrà fatto arrivare due o tre palloni appena, per non parlare di un Villa costretto a fare un lavoro quadruplo fra la trequarti e l' area di rigore. La capacità di imporre il suo gioco alle squadre piccole è quello che separa il Valencia dal Barça.
Saviola e poco altro. Altra conferma del momentaccio blaugrana il 3-2 di martedì all' Alavés, contrassegnato da spaventi e squilibri fuori luogo, con momenti di totale assenza psicologica dal match che hanno rischiato addirittura di rimettere in discussione la qualificazione. Incredibile occasione persa da Rijkaard per far riposare i titolari e dare spazio a qualche giovane, l' unica nota positiva viene da Saviola, autore di tutti e 5 i gol fra andata e ritorno.
Il Conejo ha certamente deluso le attese smisurate e ingiustificate che avevano circondato il suo approdo in Spagna, ma ciò non toglie che sia un ottimo giocatore e che i suoi gol li abbia sempre fatti, ci sono le statistiche per questo. Credo che il fattore che lo ha penalizzato nel calcio europeo sia stato soprattutto il fisico: azzeccato il dribbling, difficile possa resistere alle cariche successive, gli manca l' allungo decisivo e anche il tiro è di una debolezza sconfortante. Comunque, qualità, astuzia, rapidità (bravissimo nelle deviazioni nell' area piccola) negli spazi stretti mantengono vivo il pericolo.
Ora è in un periodo in cui segna anche quando non vuole, come dimostra il suo comico primo gol, compensato dal geniale pallonetto di testa del secondo gol e dalla conclusione a botta sicura su scucchiaiata di mastro Xavi per il 3-1. Davvero bella storia la sua: fuori rosa ad inizio stagione, desaparecido per Rijkaard, ha deciso testardamente di restare per ritagliarsi uno spazio (molto probabilmente anche per liberarsi a parametro zero a fine stagione), trovando assistenza anche nel grande buonsenso di Rijkaard, cha ha idee ma non dogmi, il quale lo ripescò a sorpresa per Barça-Valencia.
E' innegabile che, pur non essendo neppure lui una prima punta, veda la porta molto meglio del più tattico Gudjohnsen e che stia meritando il posto da titolare in attesa del ritorno di Eto'o. Sulla questione di un eventuale rinnovo contrattuale, richiesto ora da più parti, sono più combattuto. In linea di massima lo lascerei andare, perchè ha bisogno di giocare e perchè nel 4-3-3 di Rijkaard c'è bisogno di rincalzi con altre caratteristiche per l' attacco (Palacio, se se ne va Giuly, e un centravanti forte di testa).
Sorteggiati gli accoppiamenti per i quarti, che si giocheranno fra la fine di questo mese e la fine di Febbraio: fenomenale il derby Sevilla-Betis, una delle stracittadine più intense e sentite del calcio mondiale, che dà vita a sfide o ricche di gol e spettacolo oppure continuamente interrotte dai falli e violente fino ai limiti estremi, ma comunque sempre appassionanti.
Altro accoppiamento di lusso, Barça-Zaragoza, già consumato l' anno scorso in due stupende partite che videro spuntarla un Zaragoza in stato di grazia, quello che ne rifilò sei al Real Madrid e che si arenò sul più bello nella finale con l' Espanyol. Sicuramente il confronto di più alto spessore tecnico, mentre le altre due sfide sono Getafe-Osasuna (anche i navarri in stato di grazia, eliminato l' Atlético Madrid col quale ci sarà la rivincita sabato in campionato) e Deportivo-Valladolid, con un Valladolid da tenere assolutamente d' occhio, dominatore assoluto della Segunda Division, forte di una striscia globale di 19 risultati utili consecutivi, ultima vittima un Villarreal sempre più fiacco e sempre più lontano da Riquelme, non convocato neppure per la partita di sabato col Sevilla e in procinto di andarsene (Bayern Monaco, Boca Juniors e Belgrano fra le pretendenti) forse già alla fine di questo mese.
Già sorteggiati gli eventuali accoppiamenti per le semifinali, che secondo il mio infallibile pronostico dovrebbero essere Barça-Sevilla e Valladolid-Osasuna.
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