VENTISEIESIMA GIORNATA: Barcelona-Real Madrid 3-3: Van Nistelrooy 4’ (R); Messi 10’ (B); Van Nistelrooy, rig. 13’ (R); Messi 27’ (B); Sergio Ramos 72’
Due squadre malandate, difese ridicole, errori madornali, portieri miracolosi, follia istituzionalizzata, ma una di quelle partite che rimarranno nella memoria, l’ emozione e la magia del calcio in tutta la sua purezza (per la gioia del Sevilla...). Spettacolo esaltante, un’ ubriacatura vera e propria.
L’ equilibrio pareva essere stato rotto, e la partita decisa, dall’ ingenua (più da Motta o Belletti che da “Mr. Sobrietà” Oleguer) espulsione di Oleguer, che sanciva un’ inferiorità ampiamente nell’ aria per questo Barça totalmente squilibrato e per ciò costretto ad intervenire sempre al limite e ad accumulare cartellini.
Un Barça sempre più prigioniero delle proprie ansie, che sbatte la testa contro il muro e invece che imparare la lezione, si rialza, riprende la rincorsa e dà un’ altra capocciata. Rijkaard sempre più incamminato sul sentiero dell’ autodistruzione, si gingilla col suo nuovo giocattolino, il 3-4-3 (ma sarebbe meglio definirlo 3-1-6), e con le prodezze estemporanee dei suoi “cosmicos”, si consegna all’ improvvisazione pura e semplice perdendo completamente di vista la realtà. Per vincere la Liga servirà un Barça “normale”, col suo 4-3-3, il suo pivote, i suoi terzini, i suoi equilibri, non certo questa banda di solisti che gioca alla roulette russa e ad ogni partita fa rischiare l’ infarto.
Madrid che si è giovato invece di un certo vantaggio psicologico: tanto parlare alla vigilia di Barça all’ arrembaggio, di Capello all’ ultima spiaggia e di rischio di goleada, che alla fine tutto il peso della partita si è spostato dall’ altra parte, e il Real Madrid, pur rimanendo evidenti le sue enormi carenze, ha rischiato di approfittare in pieno degli sbandamenti dei padroni di casa. Nel secondo tempo bastava soltanto dare un piccolo colpo sull’ acceleratore per disintegrare il Barça, ma un atteggiamento addirittura prudente (la partita andava assolutamente chiusa, forse poteva servire anche Cassano al posto di un Higuain bravo ma un po’ tenero) e gli errori di Van Nistelrooy davanti a Valdés hanno tenuto in vita i padroni di casa.
Ma nessuno avrebbe certamente discusso la vittoria merengue se già al novantesimo non si fosse inventato il suo terzo gol personale uno stratosferico Messi, giocatore che, sempre che gli infortuni lo risparmino, diventerà il migliore del mondo no contest, perché si è dimostrato ancora una volta nato per giocare queste partite. Più l’ aspettativa è grande, più l’ avversario è rinomato, più lo stadio è pieno, più la partita è importante, più lui si esalta e sfodera il suo calcio irresistibile, fatto di talento e volontà allo stato puro, di dribbling “da barrio” e rabbiosa cattiveria.
Rijkaard conferma in toto la formazione di Liverpool: chissà, forse il 3-4-3 rispetto a martedì poteva avere un po’ più senso considerando le caratteristiche del Real Madrid (spinta nulla sulle fasce, attacco di scarsa profondità e inadatto al contropiede), ma stavolta non c’ era nessuna epica remontada da tentare, bisognava solo giocare col cervello e far valere la netta superiorità di partenza rispetto all’ avversario. Invece Rijkaard allestisce un magnifico revival del Real Madrid di Queiroz, quello che ogni azione degli avversari era mezzo gol.
Tre attaccanti, ancora i tre piccoletti del centrocampo tutti assieme per non affrontare l’ imbarazzo di doverne togliere uno. Persa palla, Deco, Xavi, Iniesta e a volte anche Marquez si gettano subito avanti col sangue agli occhi, ma è un pressing totalmente disorganizzato che lascia la difesa abbandonata a se stessa. Saltato questo primo friabilissimo pressing, al Madrid non pare vero di trovare nella metacampo avversaria un latifondo a sua completa disposizione. Giorno finalmente di festa per Guti, incredulo di tutta la libertà concessagli per tenere palla e architettare i contropiedi madridisti. Difesa blaugrana paurosamente esposta alle intemperie, basta un piccolo spostamento degli attaccanti di Capello, una sovrapposizione accennata, un taglio in zona centrale, per sovraccaricarla e mandarla in tilt.
Non sorprende quindi il gol dello 0-1: con la difesa del Barça ridotta nei suoi effettivi, impossibilitata a coprire il campo in tutta la sua ampiezza, Guti è libero di alzare la testa e vanificare l’ accenno di fuorigioco avversario servendo Higuain sulla sinistra; sul cross al centro dell’ argentino e l’ affannosa corsa a ritroso dei difensori blaugrana, una pessima respinta corta di Thuram diventa l’ assist perfetto per Van Nistelrooy, appostato al limite dell’ area e con tutto il tempo per piazzarla dove Valdés non può arrivare.
Da manuale della difesa colabrodo il Barça, ma il Real Madrid non è da meno, lo sappiamo, e quando i giocolieri del Barça cominciano a passarsela in mezzo metro di terreno, crolla come un castello di carte. Schiacciata a ridosso di Casillas al centro, vulnerabile sulla destra con Salgado che alza bandiera bianca di fronte agli illusionismi di Ronaldinho e alla velocità da cartone animato di Eto’o, ripetutamente bucata sulla sinistra con Torres “battezzato” a dovere da Messi.
Bastano pochi minuti per l’ 1-1, quando cioè Ronaldinho, Deco ed Eto’o allestiscono un ping-pong sulla trequarti, attirano verso il centro tutta la difesa madridista e liberano così Messi, largo sulla destra e impeccabile nell’ aggiustarsi il pallone e freddare Casillas.
Palla al centro, e siccome di roulette russa si parla, dopo appena tre minuti il Real Madrid torna in vantaggio. Il Barça si ricolloca in campo come se invece che al decimo minuto appena e in perfetta parità di risultato si trovasse in pieno recupero e con due gol da rimontare.
Altro folle contropiede e a Guti, smarcatissimo a sinistra, basta appena una finta per rientrare verso il centro e, in piena area di rigore, provocare l’ intervento in ritardo di Oleguer, che si becca anche un cartellino giallo (importante, prendete nota). Van Nistelrooy freddissimo dagli undici metri, tutto sbagliato-tutto da rifare per il Barça.
La partita continua con l’ onnipotenza degli attacchi rispetto alle difese, il Barça sballotta giocatori a destra e a manca per cercare di rattoppare le voragini del proprio sistema difensivo: Iniesta continua nel suo tragicomico ruolo di terzino sinistro d’ emergenza, Marquez si sposta sulla destra per dare una mano ad Oleguer sugli spostamenti di Van Nistelrooy ed Higuain e vigilare maggiormente su Guti.
Eto’ o prima sciupa un gol davanti a Casillas (poca freddezza, il pallonetto, scrivendo seduto su una sedia cadente, era forse la soluzione migliore), poi si gira dentro l’ area ma tira una mozzarella addosso a Casillas, continua la pressione blaugrana fino a quando non arriva il 2-2 con un’ altra azione incontrollabile dei fenomeni di casa.
Deco parte in percussione, Eto’o apre sulla sinistra per Ronaldinho, triangolazione da marziani in un fazzoletto, miracolo di Casillas sulla botta di Ronaldinho, ma Messi è più furbo di tutti e si stacca per andare a raccogliere la respinta e insaccare a botta sicura. Dopo il pareggio la partita sembra stabilizzarsi in un senso nettamente favorevole al Barça, chiaro padrone della contesa, perché i buchi del suo 3-4-3 restano tutti (infatti Higuain pizzicherà dal limite dell’ area al 37’), ma il Madrid ha ormai perso tanti metri e si fa schiacciare dalla pressione del Camp Nou e dal furore creativo dei solisti blaugrana.
Ronaldinho, Eto’o e stavolta Xavi in funzione di uomo-assist costruiscono un’ azione quasi speculare a quella del primo gol, ma Messi sciupa abbastanza malamente, pressato e costretto a chiudere col suo sinistro una traiettoria piuttosto improbabile sul primo palo. In seguito è Messi ad avviare l’ azione dalla destra, temporeggia, aspetta il taglio di Ronaldinho alle spalle di Torres, il brasiliano dal fondo serve Eto’o sul secondo palo, ma il camerunese viene provvidenzialmente anticipato da Salgado. Ancora, un tiro da fuori di Iniesta scalda le mani ad Iker, gol culé che pare nell’ aria, se non ora nel secondo tempo, ma Oleguer con un intervento scriteriato su Gago all’ altezza della metacampo si becca il secondo giallo e manda all’ aria tutti i piani.
Nel secondo tempo, per ovviare all’ inferiorità numerica, Rijkaard toglie il buon Eto’o del primo tempo per aggiungere Sylvinho sulla sinistra dellla difesa, che fino all’ entrata di Belletti resterà a tre (anche se Marquez si abbassa spessissimo), con Iniesta sempre terzino aggiunto ma stavolta sulla fascia destra (mamma mia, che mal di testa!). Cambio che fa inevitabilmente discutere quello di un tizio del calibro di Eto’o, ma va considerata oltre all’ emergenza tattica, la tenuta atletica ancora insufficiente dell' asso africano.
Le identità delle due squadre sono più forti anche della contingente inferiorità numerica, e anche in dieci resta il Barça la squadra che mantiene il possesso-palla e intende fare la partita, mentre il Real Madrid aspetta e riparte. Va da sé però che in queste condizioni l’ unica squadra a rendersi pericolosa, tremendamente pericolosa, è il Real Madrid.
Nel Barça le due punte restano Messi e Ronaldinho e l’ attacco (sebbene Rijkaard chieda dalla panchina di restare larghi a Messi e Ronaldinho) si arena al centro, senza la profondità di Eto’o e senza più poter effettuare quei movimenti e quelle combinazioni rapide che avevano scombinato la difesa del Madrid nel primo tempo. Con due giocatori abili solo palla al piede e non in grado di andare negli spazi, si può sperare solo nell’ invenzione individuale. Di contro, la situazione di emergenza non solo rende monco l’ attacco, ma moltiplica gli spazi per le offensive degli ospiti.
Madrid che sebbene non paia straordinariamente determinato ad affondare i colpi (Jorge Valdano in telecronaca riassume efficacemente la situazione: da una parte una squadra che vorrebbe ma non può, dall’ altra una che potrebbe ma non vuole), nelle praterie del Camp Nou trova eccome le occasioni buone per chiudere tutto, però Van Nistelrooy manca all’ appello. Prima viene smarcato sul filo del fuorigioco, s’ invola superando Puyol ma trova sul suo pallonetto un magistrale Valdés, poi su lancio di Guti si smarca sul fianco destro della difesa del Barça completamente scoperto, rientra sul destro e tira debole addosso a Valdés.
Nel frattempo Capello inserisce giustamente Robinho, mossa potenzialmente devastante (quando è entrato ho detto: ecco qua, il Barça è fritto) rivelatasi però dall’ impatto a posteriori trascurabile. Rijkaard risponde con una mossa che probabilmente avrebbe dovuto effettuare già dall’ inizio del secondo tempo: Belletti per un Deco vuoto, difesa che più logicamente torna a 4. Non serve però se il pericolo arriva da calcio piazzato: due minuti dopo il cambio, Guti taglia una traiettoria tesa e veloce dentro l’ area piccola, dove il solito valoroso Sergio Ramos, di spalle, anticipa Puyol infilando il 2-3 che lascia di sasso il Camp Nou.
Rijkaard di nuovo risponde aggiungendo Gudjohnsen per Marquez, tornando all’ attacco a tre punte (4-2-3). Il Real Madrid non gestisce con molta freddezza la situazione, si tira un po’ indietro, è vero che il Barça crea poco a parte qualche penetrazione centrale di Iniesta, ma erano una ventina di minuti da mettere categoricamente in cassaforte, se non da sfruttare per arrotondare ulteriormente il risultato.
Comunque, sembrano essersene andate le ultime speranze per il Barça, quando Ronaldinho, tornato più attivo nel finale, disegna uno dei suoi soliti passaggi diagonali, sul quale Messi è ancora una volta il più lesto di tutti: taglia da destra, anticipa e controlla perfettamente in corsa, elude l' intervento in scivolata forse un po' precipitoso di Helguera e senza la minima esitazione incrocia a rete col sinistro scatenando il delirio generale (irriferibile la mia esultanza, cerco di essere sopra le parti…).
Quasi quasi c’ è spazio per la beffa stile Manchester-Bayern ’99, ma al 94’ sulla diabolica azione individuale di Ronaldinho l’ arbitro non vede calcio di rigore bensì fallo di mano, scelta probabilmente giusta ma sonoramente contestata dal pubblico di casa.
Il Barça va a massimo –3 punti potenziali dal Sevilla (oggi in trasferta col Nàstic), ha un calendario favorevole da qui alla fine (non ci sono più grandi da affrontare) e una condizione psicologica ancora intatta. Resta sempre favorito, a patto che metta da parte da ora in poi il masochismo.
Per quanto riguarda il Real Madrid, una partita contraddittoria, affrontata con carattere e spirito di corpo. Atroce beffa al 90’, ma una partita tutta particolare come questa, ricca di situazioni e di condizionamenti sicuramente irripetibili nel prosieguo del campionato, non può far dimenticare tutte quelle carenze strutturali che continuano a rendere assai improbabile la vittoria della Liga.
GODETEVI LO SPETTACOLO:
AZIONI SALIENTI
RIASSUNTO DEI GOL CON TELECRONACA ORIGINALE DA "LA SEXTA" (di Andrés Montes, Kiko, Julio Salinas e Jorge Valdano)
BARCELONA (3-1-3-3):
Valdés: Rivaleggia in santità con Casillas, col quale condivide il merito di non aver fatto assumere al risultato sembianze pagliaccesche. L’ intervento su Van Nistelrooy nel secondo tempo, con quella prodigiosa mano alzata a sventare il pallonetto dell’ olandese, vale l’ intera partita. Grande portiere, del quale purtroppo si tendono a sottolineare soltanto le periodiche papere. Ma che diavolo se ne fa il Barça di Dida? Voto: 8.
Oleguer: Un disastro, il peggiore in campo. Più di tutti soffre la scarsa copertura della difesa a tre, arriva in ritardo non ha la rapidità sufficiente nei recuperi e imbarca acqua a volontà quando Higuain e soprattutto Van Nistelrooy si spostano dalle sue parti. Scherzato da Guti sul rigore dell’ 1-2, colpisce poi che un giocatore della sua sobrietà e intelligenza (in mancanza di altre doti), si faccia espellere così stupidamente, con un’ entrata su Gago all’ altezza della metacampo assolutamente non necessaria. Voto: 4.
Thuram: Prestazione a due facce. Regala il primo gol a Van Nistelrooy, ma soprattutto nel secondo tempo è il più sicuro della difesa, tenendola in piedi in diverse occasioni. Voto: 6.
Puyol: Anche lui non può non soffrire disagi con l’ atteggiamento suicida di Rijkaard. Spesso incerto sul da farsi, in ovvia difficoltà a gestire spazi immensi e avversari che arrivano da tutte le parti. Bruciato sul filo del fuorigioco da Van Nistelrooy nell’ occasione poi salvata da Valdés, anticipato da Sergio Ramos sul 2-3. Voto: 5,5.
Marquez: Una stagione assolutamente sciagurata la sua. Ha il delicatissimo compito di fare al tempo stesso il centrocampista e il difensore aggiunto, corre spesso dietro agli avversari e non costituisce un argine credibile nel marasma tattico del Barça. Gioca con continua incertezza, commettendo gaffes davvero non da lui. Sfiora il gol con un bel tiro al volo da fuori, purtroppo per lui troppo centrale. Un giocatore da ricostruire. Voto: 5 (dal 35’ s.t. Gudjohnsen: s.v.).
Xavi: Lasciamo perdere la fase difensiva, è una partita di anarchia pura, risalta più che altro nel primo tempo in fase di costruzione. Smarca stupendamente Eto’o con uno dei suoi classici passaggi filtranti, poi mette anche Messi davanti a Casillas, ma all’ argentino non riesce la replica del gol dell’ 1-1. Il secondo tempo è sofferenza e pochissime occasioni per mettersi in mostra. Voto: 6.
Deco: Un’ anima in pena, assente, macchinoso, impreciso e falloso (strameriterebbe il secondo cartellino giallo per un intervento molto scomposto su Gago). Secondo le statistiche di As, al suo attivo ci sono numero 0 (zero) palloni recuperati, dato eloquente. Emerge come protagonista solo nella grande percussione che avvia l’ azione del 2-2. Rijkaard, così astruso ultimamente, dovrebbe ispirarsi a un criterio semplice semplice prima di fare una formazione: chi non può offrire un rendimento decente, stia pure fuori, e questo vale anche per un colosso come Deco. Voto: 5 (dal 25’ s.t. Belletti: terzino di ruolo, dà finalmente più stabilità alla fascia destra e partecipa attivamente agli attacchi finali. Voto: 6).
Iniesta: E’ il più sacrificato (perché è il più dinamico dei centrocampisti) nel 3-4-3, con questo inverosimile ruolo di quasi-terzino, a sinistra nel primo tempo e a destra nella prima parte del secondo. Peccato, perché se uno vive un momento d’ oro, ha idee, ispirazione, cambio di passo e più freschezza della maggior parte dei suoi compagni, andrebbe sempre sfruttato dove può dare il meglio di sé. Comunque non sta più di tanto nelle retrovie, partecipa parecchio agli assalti del primo tempo, incaricato di portare palla fino alla trequarti e di inserirsi a sorpresa per destabilizzare la disposizione tattica del Real Madrid. Tenta in un paio di occasioni, sia nel primo che nel secondo tempo, delle conclusioni da fuori, ma non è il suo forte. Voto: 6.
Messi: L’ uomo delle grandissime partite si conferma, fenomeno dalle prospettive future incalcolabili. Dalla destra cerca di sveltire il gioco, cercando scambi di prima con Ronaldinho (uno spettacolo senza pari nel calcio attuale vedere dialogare i due nello spazio di un fazzoletto) e, nel secondo tempo, con Iniesta. A parte il gol sciupato sul 2-2, un campione di concretezza, lui che è stato spesso rimproverato per una certa tendenza a concludere frettolosamente l’ azione: stavolta conclusioni secche, decise e angolate. E controlli quasi sempre perfetti che, quando vengono ben eseguiti, son già metà dell’ opera (è che purtroppo vediamo sin troppi scarponi al giorno d' oggi). Il 3-3 scatena l’ apoteosi. Voto: 8,5.
Ronaldinho: Ho letto critiche secondo me immeritate alla sua prestazione. Nel secondo tempo sparisce, ma è tutta la sua squadra che soffre e ha ben poche opportunità di dare profondità. Ma nel primo tempo è entrato in tutte, e dico tutte, le combinazioni più pericolose, con i suoi deliziosi tocchi di prima. Entra nell’ azione del primo gol, fa un lavorone in combutta con Eto’o sul secondo gol, mette un pallone sul secondo palo con Eto’o anticipato per miracolo. Dopo il gol di Sergio Ramos e con il Barça di nuovo all’ attacco, torna in azione anche lui: avvia l’ azione del 3-3 di Messi e, all’ ultimo sospiro della partita, si procura un quasi rigore che avrebbe avuto dell’ incredibile. Voto: 6,5.
Eto’o: Un po’ frescone in zona-gol (la prima occasione, su assist di Xavi, è difficile da concretizzare, defilato e con Casillas addosso, la seconda la sbaglia, e di grosso, per mancanza di freddezza, nella terza non riesce a dare forza alla sua girata dentro l’ area), ma non c’ è niente da fare, anche non al 100% si nota a vista d’ occhio la marcia in più che imprime all’ attacco. Molto attivo sulla fascia sinistra (alterna la sua posizione con quella di Ronaldinho), mette in tremenda difficoltà Salgado col suo passo agile e spedito. Fabbrica una triangolazione fantascientifica con Ronaldinho nell’ azione del 2-2, e segnerebbe il 3-2 alla fine del primo tempo, se non trovasse Salgado ad anticiparlo sulla linea. Non gioca il secondo tempo a causa dell’ espulsione di Oleguer, e dei tre attaccanti sarebbe stato in ogni caso il primo ad uscire, per motivi di tenuta. Il suo pieno recupero sarà molto probabilmente l’ arma decisiva per un eventuale conquista della Liga. Voto: 6,5 (dal 1’ s.t. Sylvinho: Corretto e ordinato tappabuchi, i pericoli maggiori per il Barça non vengono certo dalla sua fascia. Voto: 6.)
In panchina: Jorquera, Edmilson, Ezquerro, Saviola.
REAL MADRID (4-4-1-1):
Casillas: Trova un grande imitatore in Valdés, ma resta lui l’ originale “San Iker”. Bravo a chiudere lo specchio ad Eto’o ad inizio partita, ancor più bravo a farsi tirare addosso dal liberissimo camerunese sull’ 1-2, fa una paratona su Ronaldinho, ma siccome non ha il dono (ancora) dell’ ubiquità si deve arrendere alla respinta di Messi nell’ occasione del 2-2. Efficace anche sul tiro al volo, non difficilissimo perchè centrale, di Marquez nel secondo tempo. Voto: 7,5.
Salgado: Devo ripetere la solita tiritera: non serve a niente. Sta a guardare i giochi di gambe di Ronaldinho, si prende una discreta ubriacatura da Eto’o, e di dare una mano all’ attacco neanche a parlarne. Fortuna per lui che nel secondo tempo il Barça è in 10 e gli risparmia lavoro. Bravissimo però a togliere un gol fatto ad Eto’o sulla linea di porta. Voto: 5,5.
Helguera: Pesanti imbarazzi. Travolto dalle illeggibili combinazioni dell’ attacco blaugrana nel primo tempo, schiacciato fino all’ area piccola. Invece che temporeggiare e cercare di far allargare l’ argentino, sceglie un’ improvvida scivolata e si deve arrendere in maniera goffa a Messi nel gol della beffa. Voto: 5.
Sergio Ramos: Non solo per il gol, il migliore della difesa madridista, con i suoi riflessi e la sua agilità. Il gol conferma che è la vera e propria anima di questa squadra: spessissimo in questa stagione quando la squadra deve recuperare è lui a rendersi più pericoloso di tutti coi suoi impetuosi inserimenti aerei. Voto: 6,5.
Torres: Primo tempo disastroso, con Messi che gli va via sempre alle spalle, come nell’ azione del primo gol e in quella in cui l’ argentino avrebbe potuto segnare il 3-2. Solo al trentesimo circa capisce che dovrebbe leggere meglio certe traiettorie… Benedice l’ espulsione di Oleguer, che nel secondo tempo fa scemare parecchio il movimento blaugrana dalle sue parti. Rinfrancato, può esibire qualche buon recupero dei suoi, ma appoggia troppo poco l’ azione d’ attacco, quando invece la fascia destra del Barça rappresenterebbe per il Madrid l’ anticamera del gol. Voto: 5.
Raul: Partita mediocre, tanto correre per combinare più o meno nulla. Prova a proprre qualche buon taglio nell’ instabile difesa blaugrana, tenta qualche uno contro uno, ma non si ricordano di lui contributi apprezzabili in nessuna delle azioni madridiste. L’ asse del gioco del Real Madrid passava da tutt’ altra parte (Gago-Guti-Higuain-Van Nistelrooy). Voto: 5,5. (dal 15’ s.t. Robinho: Poteva essere, lui che è mago dell’ uno contro uno, l’ arma totale contro il Barça barcollante del secondo tempo. Parte a destra e finisce a sinistra, ma non va oltre qualche sterile pedalada e un tiro da fuori poderoso ma scagliato da troppo lontano. Voto: 5,5).
Diarra: Il contenuto c’è. Prestazione robusta e attenta, si occupa di spezzare il gioco del Barça con falli reiterati che alla lunga avrebbero potuto anche costargli caro. Voto: 6.
Gago: Esagerati elogi per lui sulla stampa. Aiuta Guti a costruire le ripartenze madridiste, in fase di costruzione se la sbriga bene, procura anche l’ espulsione di Oleguer, ma in fase difensiva va sempre fuori posizione, lo saltano e lo prendono facilmente alle spalle. Voto: 6.
Guti: Finalmente, in questa stagione finora misera, una grande partita per tirare su la reputazione. Per lui è il paradiso, nessun’ altra squadra nella Liga gli può concedere le opportunità di esprimersi che gli ha concesso questo Barça suicida. Da sinistra viene verso il centro, fa respirare e gestisce i tempi della sua squadra, ispirando tutte le azioni più importanti, dal primo gol alla punizione incornata da Sergio Ramos sul 2-3. Di gran classe, anche se Oleguer è un boccalone bello e buono, la finta nell’ occasione del rigore dell’ 1-2. Nel secondo tempo smarca Van Nistelrooy con un bel lancio dalla sua metacampo, ma l’ olandese sciupa davanti a Valdés. Voto: 7,5. (dal 35’ s.t. De la Red: s.v.)
Higuain: Svolge benissimo il suo ruolo di raccordo fra il centrocampo e Van Nistelrooy. Si allarga bene sulle fasce, si piazza tra le linee e inventa ottimi passaggi come quello che innesca la fuga di Van Nistelrooy nell’ occasione del miracolo della manona di Valdés, però dà la sensazione ricorrente di essere troppo leggero e poco cattivo in fase conclusiva. Solo un tiro insidioso a fine primo tempo, ma bisognava essere più cattivi, perché con la fase difensiva del Barça di ieri bisognava banchettarci di gusto. Voto: 6.
Van Nistelrooy: Magnifico primo tempo, sin troppo facile per una vecchia volpe come lui approfittare di simili voragini. Splendido nel venire incontro e tenere su il pallone, devastante per Oleguer quando si allarga sulle fascia sinistra e apre crepe spaventose nella difesa blaugrana. Gli errori del secondo tempo però gli abbassano parecchio il voto: sul primo è formidabile Valdés, ma sul secondo partorisce un tiretto. Voto: 7.
In panchina: D. López, Mejía, Marcelo, Emerson, Cassano.
Goles: 0-1 (4'): Van Nistelrroy, aprovecha un rechace de Thuram; 1-1 (10'): Messi cruza el balón a Casillas desde la derecha tras recibir un pase de Xavi; 1-2 (13'): Van Nistelrroy, de penalti cometido sobre Guti; 2-2 (27'): Messi, de volea y el balón entra pegado al larguero; 2-3 (72'): Sergio Ramos peina una falta sacada por Guti.; 3-3 (90'): Messi la cruza tras una gran jugada personal.
Árbitro: Undiano Mallenco, navarro. Expulsó a Oleguer por doble amarilla (12' y 44'). Amonestó a Ramos (20'), Márquez (28'), Van Nistelrooy (43'), Xavi (47'), Deco (51'), Diarra (66'), Salgado (70') y Gago (92').
Incidencias: Camp Nou. 97.823 espect.
L’ equilibrio pareva essere stato rotto, e la partita decisa, dall’ ingenua (più da Motta o Belletti che da “Mr. Sobrietà” Oleguer) espulsione di Oleguer, che sanciva un’ inferiorità ampiamente nell’ aria per questo Barça totalmente squilibrato e per ciò costretto ad intervenire sempre al limite e ad accumulare cartellini.
Un Barça sempre più prigioniero delle proprie ansie, che sbatte la testa contro il muro e invece che imparare la lezione, si rialza, riprende la rincorsa e dà un’ altra capocciata. Rijkaard sempre più incamminato sul sentiero dell’ autodistruzione, si gingilla col suo nuovo giocattolino, il 3-4-3 (ma sarebbe meglio definirlo 3-1-6), e con le prodezze estemporanee dei suoi “cosmicos”, si consegna all’ improvvisazione pura e semplice perdendo completamente di vista la realtà. Per vincere la Liga servirà un Barça “normale”, col suo 4-3-3, il suo pivote, i suoi terzini, i suoi equilibri, non certo questa banda di solisti che gioca alla roulette russa e ad ogni partita fa rischiare l’ infarto.
Madrid che si è giovato invece di un certo vantaggio psicologico: tanto parlare alla vigilia di Barça all’ arrembaggio, di Capello all’ ultima spiaggia e di rischio di goleada, che alla fine tutto il peso della partita si è spostato dall’ altra parte, e il Real Madrid, pur rimanendo evidenti le sue enormi carenze, ha rischiato di approfittare in pieno degli sbandamenti dei padroni di casa. Nel secondo tempo bastava soltanto dare un piccolo colpo sull’ acceleratore per disintegrare il Barça, ma un atteggiamento addirittura prudente (la partita andava assolutamente chiusa, forse poteva servire anche Cassano al posto di un Higuain bravo ma un po’ tenero) e gli errori di Van Nistelrooy davanti a Valdés hanno tenuto in vita i padroni di casa.
Ma nessuno avrebbe certamente discusso la vittoria merengue se già al novantesimo non si fosse inventato il suo terzo gol personale uno stratosferico Messi, giocatore che, sempre che gli infortuni lo risparmino, diventerà il migliore del mondo no contest, perché si è dimostrato ancora una volta nato per giocare queste partite. Più l’ aspettativa è grande, più l’ avversario è rinomato, più lo stadio è pieno, più la partita è importante, più lui si esalta e sfodera il suo calcio irresistibile, fatto di talento e volontà allo stato puro, di dribbling “da barrio” e rabbiosa cattiveria.
Rijkaard conferma in toto la formazione di Liverpool: chissà, forse il 3-4-3 rispetto a martedì poteva avere un po’ più senso considerando le caratteristiche del Real Madrid (spinta nulla sulle fasce, attacco di scarsa profondità e inadatto al contropiede), ma stavolta non c’ era nessuna epica remontada da tentare, bisognava solo giocare col cervello e far valere la netta superiorità di partenza rispetto all’ avversario. Invece Rijkaard allestisce un magnifico revival del Real Madrid di Queiroz, quello che ogni azione degli avversari era mezzo gol.
Tre attaccanti, ancora i tre piccoletti del centrocampo tutti assieme per non affrontare l’ imbarazzo di doverne togliere uno. Persa palla, Deco, Xavi, Iniesta e a volte anche Marquez si gettano subito avanti col sangue agli occhi, ma è un pressing totalmente disorganizzato che lascia la difesa abbandonata a se stessa. Saltato questo primo friabilissimo pressing, al Madrid non pare vero di trovare nella metacampo avversaria un latifondo a sua completa disposizione. Giorno finalmente di festa per Guti, incredulo di tutta la libertà concessagli per tenere palla e architettare i contropiedi madridisti. Difesa blaugrana paurosamente esposta alle intemperie, basta un piccolo spostamento degli attaccanti di Capello, una sovrapposizione accennata, un taglio in zona centrale, per sovraccaricarla e mandarla in tilt.
Non sorprende quindi il gol dello 0-1: con la difesa del Barça ridotta nei suoi effettivi, impossibilitata a coprire il campo in tutta la sua ampiezza, Guti è libero di alzare la testa e vanificare l’ accenno di fuorigioco avversario servendo Higuain sulla sinistra; sul cross al centro dell’ argentino e l’ affannosa corsa a ritroso dei difensori blaugrana, una pessima respinta corta di Thuram diventa l’ assist perfetto per Van Nistelrooy, appostato al limite dell’ area e con tutto il tempo per piazzarla dove Valdés non può arrivare.
Da manuale della difesa colabrodo il Barça, ma il Real Madrid non è da meno, lo sappiamo, e quando i giocolieri del Barça cominciano a passarsela in mezzo metro di terreno, crolla come un castello di carte. Schiacciata a ridosso di Casillas al centro, vulnerabile sulla destra con Salgado che alza bandiera bianca di fronte agli illusionismi di Ronaldinho e alla velocità da cartone animato di Eto’o, ripetutamente bucata sulla sinistra con Torres “battezzato” a dovere da Messi.
Bastano pochi minuti per l’ 1-1, quando cioè Ronaldinho, Deco ed Eto’o allestiscono un ping-pong sulla trequarti, attirano verso il centro tutta la difesa madridista e liberano così Messi, largo sulla destra e impeccabile nell’ aggiustarsi il pallone e freddare Casillas.
Palla al centro, e siccome di roulette russa si parla, dopo appena tre minuti il Real Madrid torna in vantaggio. Il Barça si ricolloca in campo come se invece che al decimo minuto appena e in perfetta parità di risultato si trovasse in pieno recupero e con due gol da rimontare.
Altro folle contropiede e a Guti, smarcatissimo a sinistra, basta appena una finta per rientrare verso il centro e, in piena area di rigore, provocare l’ intervento in ritardo di Oleguer, che si becca anche un cartellino giallo (importante, prendete nota). Van Nistelrooy freddissimo dagli undici metri, tutto sbagliato-tutto da rifare per il Barça.
La partita continua con l’ onnipotenza degli attacchi rispetto alle difese, il Barça sballotta giocatori a destra e a manca per cercare di rattoppare le voragini del proprio sistema difensivo: Iniesta continua nel suo tragicomico ruolo di terzino sinistro d’ emergenza, Marquez si sposta sulla destra per dare una mano ad Oleguer sugli spostamenti di Van Nistelrooy ed Higuain e vigilare maggiormente su Guti.
Eto’ o prima sciupa un gol davanti a Casillas (poca freddezza, il pallonetto, scrivendo seduto su una sedia cadente, era forse la soluzione migliore), poi si gira dentro l’ area ma tira una mozzarella addosso a Casillas, continua la pressione blaugrana fino a quando non arriva il 2-2 con un’ altra azione incontrollabile dei fenomeni di casa.
Deco parte in percussione, Eto’o apre sulla sinistra per Ronaldinho, triangolazione da marziani in un fazzoletto, miracolo di Casillas sulla botta di Ronaldinho, ma Messi è più furbo di tutti e si stacca per andare a raccogliere la respinta e insaccare a botta sicura. Dopo il pareggio la partita sembra stabilizzarsi in un senso nettamente favorevole al Barça, chiaro padrone della contesa, perché i buchi del suo 3-4-3 restano tutti (infatti Higuain pizzicherà dal limite dell’ area al 37’), ma il Madrid ha ormai perso tanti metri e si fa schiacciare dalla pressione del Camp Nou e dal furore creativo dei solisti blaugrana.
Ronaldinho, Eto’o e stavolta Xavi in funzione di uomo-assist costruiscono un’ azione quasi speculare a quella del primo gol, ma Messi sciupa abbastanza malamente, pressato e costretto a chiudere col suo sinistro una traiettoria piuttosto improbabile sul primo palo. In seguito è Messi ad avviare l’ azione dalla destra, temporeggia, aspetta il taglio di Ronaldinho alle spalle di Torres, il brasiliano dal fondo serve Eto’o sul secondo palo, ma il camerunese viene provvidenzialmente anticipato da Salgado. Ancora, un tiro da fuori di Iniesta scalda le mani ad Iker, gol culé che pare nell’ aria, se non ora nel secondo tempo, ma Oleguer con un intervento scriteriato su Gago all’ altezza della metacampo si becca il secondo giallo e manda all’ aria tutti i piani.
Nel secondo tempo, per ovviare all’ inferiorità numerica, Rijkaard toglie il buon Eto’o del primo tempo per aggiungere Sylvinho sulla sinistra dellla difesa, che fino all’ entrata di Belletti resterà a tre (anche se Marquez si abbassa spessissimo), con Iniesta sempre terzino aggiunto ma stavolta sulla fascia destra (mamma mia, che mal di testa!). Cambio che fa inevitabilmente discutere quello di un tizio del calibro di Eto’o, ma va considerata oltre all’ emergenza tattica, la tenuta atletica ancora insufficiente dell' asso africano.
Le identità delle due squadre sono più forti anche della contingente inferiorità numerica, e anche in dieci resta il Barça la squadra che mantiene il possesso-palla e intende fare la partita, mentre il Real Madrid aspetta e riparte. Va da sé però che in queste condizioni l’ unica squadra a rendersi pericolosa, tremendamente pericolosa, è il Real Madrid.
Nel Barça le due punte restano Messi e Ronaldinho e l’ attacco (sebbene Rijkaard chieda dalla panchina di restare larghi a Messi e Ronaldinho) si arena al centro, senza la profondità di Eto’o e senza più poter effettuare quei movimenti e quelle combinazioni rapide che avevano scombinato la difesa del Madrid nel primo tempo. Con due giocatori abili solo palla al piede e non in grado di andare negli spazi, si può sperare solo nell’ invenzione individuale. Di contro, la situazione di emergenza non solo rende monco l’ attacco, ma moltiplica gli spazi per le offensive degli ospiti.
Madrid che sebbene non paia straordinariamente determinato ad affondare i colpi (Jorge Valdano in telecronaca riassume efficacemente la situazione: da una parte una squadra che vorrebbe ma non può, dall’ altra una che potrebbe ma non vuole), nelle praterie del Camp Nou trova eccome le occasioni buone per chiudere tutto, però Van Nistelrooy manca all’ appello. Prima viene smarcato sul filo del fuorigioco, s’ invola superando Puyol ma trova sul suo pallonetto un magistrale Valdés, poi su lancio di Guti si smarca sul fianco destro della difesa del Barça completamente scoperto, rientra sul destro e tira debole addosso a Valdés.
Nel frattempo Capello inserisce giustamente Robinho, mossa potenzialmente devastante (quando è entrato ho detto: ecco qua, il Barça è fritto) rivelatasi però dall’ impatto a posteriori trascurabile. Rijkaard risponde con una mossa che probabilmente avrebbe dovuto effettuare già dall’ inizio del secondo tempo: Belletti per un Deco vuoto, difesa che più logicamente torna a 4. Non serve però se il pericolo arriva da calcio piazzato: due minuti dopo il cambio, Guti taglia una traiettoria tesa e veloce dentro l’ area piccola, dove il solito valoroso Sergio Ramos, di spalle, anticipa Puyol infilando il 2-3 che lascia di sasso il Camp Nou.
Rijkaard di nuovo risponde aggiungendo Gudjohnsen per Marquez, tornando all’ attacco a tre punte (4-2-3). Il Real Madrid non gestisce con molta freddezza la situazione, si tira un po’ indietro, è vero che il Barça crea poco a parte qualche penetrazione centrale di Iniesta, ma erano una ventina di minuti da mettere categoricamente in cassaforte, se non da sfruttare per arrotondare ulteriormente il risultato.
Comunque, sembrano essersene andate le ultime speranze per il Barça, quando Ronaldinho, tornato più attivo nel finale, disegna uno dei suoi soliti passaggi diagonali, sul quale Messi è ancora una volta il più lesto di tutti: taglia da destra, anticipa e controlla perfettamente in corsa, elude l' intervento in scivolata forse un po' precipitoso di Helguera e senza la minima esitazione incrocia a rete col sinistro scatenando il delirio generale (irriferibile la mia esultanza, cerco di essere sopra le parti…).
Quasi quasi c’ è spazio per la beffa stile Manchester-Bayern ’99, ma al 94’ sulla diabolica azione individuale di Ronaldinho l’ arbitro non vede calcio di rigore bensì fallo di mano, scelta probabilmente giusta ma sonoramente contestata dal pubblico di casa.
Il Barça va a massimo –3 punti potenziali dal Sevilla (oggi in trasferta col Nàstic), ha un calendario favorevole da qui alla fine (non ci sono più grandi da affrontare) e una condizione psicologica ancora intatta. Resta sempre favorito, a patto che metta da parte da ora in poi il masochismo.
Per quanto riguarda il Real Madrid, una partita contraddittoria, affrontata con carattere e spirito di corpo. Atroce beffa al 90’, ma una partita tutta particolare come questa, ricca di situazioni e di condizionamenti sicuramente irripetibili nel prosieguo del campionato, non può far dimenticare tutte quelle carenze strutturali che continuano a rendere assai improbabile la vittoria della Liga.
GODETEVI LO SPETTACOLO:
AZIONI SALIENTI
RIASSUNTO DEI GOL CON TELECRONACA ORIGINALE DA "LA SEXTA" (di Andrés Montes, Kiko, Julio Salinas e Jorge Valdano)
BARCELONA (3-1-3-3):
Valdés: Rivaleggia in santità con Casillas, col quale condivide il merito di non aver fatto assumere al risultato sembianze pagliaccesche. L’ intervento su Van Nistelrooy nel secondo tempo, con quella prodigiosa mano alzata a sventare il pallonetto dell’ olandese, vale l’ intera partita. Grande portiere, del quale purtroppo si tendono a sottolineare soltanto le periodiche papere. Ma che diavolo se ne fa il Barça di Dida? Voto: 8.
Oleguer: Un disastro, il peggiore in campo. Più di tutti soffre la scarsa copertura della difesa a tre, arriva in ritardo non ha la rapidità sufficiente nei recuperi e imbarca acqua a volontà quando Higuain e soprattutto Van Nistelrooy si spostano dalle sue parti. Scherzato da Guti sul rigore dell’ 1-2, colpisce poi che un giocatore della sua sobrietà e intelligenza (in mancanza di altre doti), si faccia espellere così stupidamente, con un’ entrata su Gago all’ altezza della metacampo assolutamente non necessaria. Voto: 4.
Thuram: Prestazione a due facce. Regala il primo gol a Van Nistelrooy, ma soprattutto nel secondo tempo è il più sicuro della difesa, tenendola in piedi in diverse occasioni. Voto: 6.
Puyol: Anche lui non può non soffrire disagi con l’ atteggiamento suicida di Rijkaard. Spesso incerto sul da farsi, in ovvia difficoltà a gestire spazi immensi e avversari che arrivano da tutte le parti. Bruciato sul filo del fuorigioco da Van Nistelrooy nell’ occasione poi salvata da Valdés, anticipato da Sergio Ramos sul 2-3. Voto: 5,5.
Marquez: Una stagione assolutamente sciagurata la sua. Ha il delicatissimo compito di fare al tempo stesso il centrocampista e il difensore aggiunto, corre spesso dietro agli avversari e non costituisce un argine credibile nel marasma tattico del Barça. Gioca con continua incertezza, commettendo gaffes davvero non da lui. Sfiora il gol con un bel tiro al volo da fuori, purtroppo per lui troppo centrale. Un giocatore da ricostruire. Voto: 5 (dal 35’ s.t. Gudjohnsen: s.v.).
Xavi: Lasciamo perdere la fase difensiva, è una partita di anarchia pura, risalta più che altro nel primo tempo in fase di costruzione. Smarca stupendamente Eto’o con uno dei suoi classici passaggi filtranti, poi mette anche Messi davanti a Casillas, ma all’ argentino non riesce la replica del gol dell’ 1-1. Il secondo tempo è sofferenza e pochissime occasioni per mettersi in mostra. Voto: 6.
Deco: Un’ anima in pena, assente, macchinoso, impreciso e falloso (strameriterebbe il secondo cartellino giallo per un intervento molto scomposto su Gago). Secondo le statistiche di As, al suo attivo ci sono numero 0 (zero) palloni recuperati, dato eloquente. Emerge come protagonista solo nella grande percussione che avvia l’ azione del 2-2. Rijkaard, così astruso ultimamente, dovrebbe ispirarsi a un criterio semplice semplice prima di fare una formazione: chi non può offrire un rendimento decente, stia pure fuori, e questo vale anche per un colosso come Deco. Voto: 5 (dal 25’ s.t. Belletti: terzino di ruolo, dà finalmente più stabilità alla fascia destra e partecipa attivamente agli attacchi finali. Voto: 6).
Iniesta: E’ il più sacrificato (perché è il più dinamico dei centrocampisti) nel 3-4-3, con questo inverosimile ruolo di quasi-terzino, a sinistra nel primo tempo e a destra nella prima parte del secondo. Peccato, perché se uno vive un momento d’ oro, ha idee, ispirazione, cambio di passo e più freschezza della maggior parte dei suoi compagni, andrebbe sempre sfruttato dove può dare il meglio di sé. Comunque non sta più di tanto nelle retrovie, partecipa parecchio agli assalti del primo tempo, incaricato di portare palla fino alla trequarti e di inserirsi a sorpresa per destabilizzare la disposizione tattica del Real Madrid. Tenta in un paio di occasioni, sia nel primo che nel secondo tempo, delle conclusioni da fuori, ma non è il suo forte. Voto: 6.
Messi: L’ uomo delle grandissime partite si conferma, fenomeno dalle prospettive future incalcolabili. Dalla destra cerca di sveltire il gioco, cercando scambi di prima con Ronaldinho (uno spettacolo senza pari nel calcio attuale vedere dialogare i due nello spazio di un fazzoletto) e, nel secondo tempo, con Iniesta. A parte il gol sciupato sul 2-2, un campione di concretezza, lui che è stato spesso rimproverato per una certa tendenza a concludere frettolosamente l’ azione: stavolta conclusioni secche, decise e angolate. E controlli quasi sempre perfetti che, quando vengono ben eseguiti, son già metà dell’ opera (è che purtroppo vediamo sin troppi scarponi al giorno d' oggi). Il 3-3 scatena l’ apoteosi. Voto: 8,5.
Ronaldinho: Ho letto critiche secondo me immeritate alla sua prestazione. Nel secondo tempo sparisce, ma è tutta la sua squadra che soffre e ha ben poche opportunità di dare profondità. Ma nel primo tempo è entrato in tutte, e dico tutte, le combinazioni più pericolose, con i suoi deliziosi tocchi di prima. Entra nell’ azione del primo gol, fa un lavorone in combutta con Eto’o sul secondo gol, mette un pallone sul secondo palo con Eto’o anticipato per miracolo. Dopo il gol di Sergio Ramos e con il Barça di nuovo all’ attacco, torna in azione anche lui: avvia l’ azione del 3-3 di Messi e, all’ ultimo sospiro della partita, si procura un quasi rigore che avrebbe avuto dell’ incredibile. Voto: 6,5.
Eto’o: Un po’ frescone in zona-gol (la prima occasione, su assist di Xavi, è difficile da concretizzare, defilato e con Casillas addosso, la seconda la sbaglia, e di grosso, per mancanza di freddezza, nella terza non riesce a dare forza alla sua girata dentro l’ area), ma non c’ è niente da fare, anche non al 100% si nota a vista d’ occhio la marcia in più che imprime all’ attacco. Molto attivo sulla fascia sinistra (alterna la sua posizione con quella di Ronaldinho), mette in tremenda difficoltà Salgado col suo passo agile e spedito. Fabbrica una triangolazione fantascientifica con Ronaldinho nell’ azione del 2-2, e segnerebbe il 3-2 alla fine del primo tempo, se non trovasse Salgado ad anticiparlo sulla linea. Non gioca il secondo tempo a causa dell’ espulsione di Oleguer, e dei tre attaccanti sarebbe stato in ogni caso il primo ad uscire, per motivi di tenuta. Il suo pieno recupero sarà molto probabilmente l’ arma decisiva per un eventuale conquista della Liga. Voto: 6,5 (dal 1’ s.t. Sylvinho: Corretto e ordinato tappabuchi, i pericoli maggiori per il Barça non vengono certo dalla sua fascia. Voto: 6.)
In panchina: Jorquera, Edmilson, Ezquerro, Saviola.
REAL MADRID (4-4-1-1):
Casillas: Trova un grande imitatore in Valdés, ma resta lui l’ originale “San Iker”. Bravo a chiudere lo specchio ad Eto’o ad inizio partita, ancor più bravo a farsi tirare addosso dal liberissimo camerunese sull’ 1-2, fa una paratona su Ronaldinho, ma siccome non ha il dono (ancora) dell’ ubiquità si deve arrendere alla respinta di Messi nell’ occasione del 2-2. Efficace anche sul tiro al volo, non difficilissimo perchè centrale, di Marquez nel secondo tempo. Voto: 7,5.
Salgado: Devo ripetere la solita tiritera: non serve a niente. Sta a guardare i giochi di gambe di Ronaldinho, si prende una discreta ubriacatura da Eto’o, e di dare una mano all’ attacco neanche a parlarne. Fortuna per lui che nel secondo tempo il Barça è in 10 e gli risparmia lavoro. Bravissimo però a togliere un gol fatto ad Eto’o sulla linea di porta. Voto: 5,5.
Helguera: Pesanti imbarazzi. Travolto dalle illeggibili combinazioni dell’ attacco blaugrana nel primo tempo, schiacciato fino all’ area piccola. Invece che temporeggiare e cercare di far allargare l’ argentino, sceglie un’ improvvida scivolata e si deve arrendere in maniera goffa a Messi nel gol della beffa. Voto: 5.
Sergio Ramos: Non solo per il gol, il migliore della difesa madridista, con i suoi riflessi e la sua agilità. Il gol conferma che è la vera e propria anima di questa squadra: spessissimo in questa stagione quando la squadra deve recuperare è lui a rendersi più pericoloso di tutti coi suoi impetuosi inserimenti aerei. Voto: 6,5.
Torres: Primo tempo disastroso, con Messi che gli va via sempre alle spalle, come nell’ azione del primo gol e in quella in cui l’ argentino avrebbe potuto segnare il 3-2. Solo al trentesimo circa capisce che dovrebbe leggere meglio certe traiettorie… Benedice l’ espulsione di Oleguer, che nel secondo tempo fa scemare parecchio il movimento blaugrana dalle sue parti. Rinfrancato, può esibire qualche buon recupero dei suoi, ma appoggia troppo poco l’ azione d’ attacco, quando invece la fascia destra del Barça rappresenterebbe per il Madrid l’ anticamera del gol. Voto: 5.
Raul: Partita mediocre, tanto correre per combinare più o meno nulla. Prova a proprre qualche buon taglio nell’ instabile difesa blaugrana, tenta qualche uno contro uno, ma non si ricordano di lui contributi apprezzabili in nessuna delle azioni madridiste. L’ asse del gioco del Real Madrid passava da tutt’ altra parte (Gago-Guti-Higuain-Van Nistelrooy). Voto: 5,5. (dal 15’ s.t. Robinho: Poteva essere, lui che è mago dell’ uno contro uno, l’ arma totale contro il Barça barcollante del secondo tempo. Parte a destra e finisce a sinistra, ma non va oltre qualche sterile pedalada e un tiro da fuori poderoso ma scagliato da troppo lontano. Voto: 5,5).
Diarra: Il contenuto c’è. Prestazione robusta e attenta, si occupa di spezzare il gioco del Barça con falli reiterati che alla lunga avrebbero potuto anche costargli caro. Voto: 6.
Gago: Esagerati elogi per lui sulla stampa. Aiuta Guti a costruire le ripartenze madridiste, in fase di costruzione se la sbriga bene, procura anche l’ espulsione di Oleguer, ma in fase difensiva va sempre fuori posizione, lo saltano e lo prendono facilmente alle spalle. Voto: 6.
Guti: Finalmente, in questa stagione finora misera, una grande partita per tirare su la reputazione. Per lui è il paradiso, nessun’ altra squadra nella Liga gli può concedere le opportunità di esprimersi che gli ha concesso questo Barça suicida. Da sinistra viene verso il centro, fa respirare e gestisce i tempi della sua squadra, ispirando tutte le azioni più importanti, dal primo gol alla punizione incornata da Sergio Ramos sul 2-3. Di gran classe, anche se Oleguer è un boccalone bello e buono, la finta nell’ occasione del rigore dell’ 1-2. Nel secondo tempo smarca Van Nistelrooy con un bel lancio dalla sua metacampo, ma l’ olandese sciupa davanti a Valdés. Voto: 7,5. (dal 35’ s.t. De la Red: s.v.)
Higuain: Svolge benissimo il suo ruolo di raccordo fra il centrocampo e Van Nistelrooy. Si allarga bene sulle fasce, si piazza tra le linee e inventa ottimi passaggi come quello che innesca la fuga di Van Nistelrooy nell’ occasione del miracolo della manona di Valdés, però dà la sensazione ricorrente di essere troppo leggero e poco cattivo in fase conclusiva. Solo un tiro insidioso a fine primo tempo, ma bisognava essere più cattivi, perché con la fase difensiva del Barça di ieri bisognava banchettarci di gusto. Voto: 6.
Van Nistelrooy: Magnifico primo tempo, sin troppo facile per una vecchia volpe come lui approfittare di simili voragini. Splendido nel venire incontro e tenere su il pallone, devastante per Oleguer quando si allarga sulle fascia sinistra e apre crepe spaventose nella difesa blaugrana. Gli errori del secondo tempo però gli abbassano parecchio il voto: sul primo è formidabile Valdés, ma sul secondo partorisce un tiretto. Voto: 7.
In panchina: D. López, Mejía, Marcelo, Emerson, Cassano.
Goles: 0-1 (4'): Van Nistelrroy, aprovecha un rechace de Thuram; 1-1 (10'): Messi cruza el balón a Casillas desde la derecha tras recibir un pase de Xavi; 1-2 (13'): Van Nistelrroy, de penalti cometido sobre Guti; 2-2 (27'): Messi, de volea y el balón entra pegado al larguero; 2-3 (72'): Sergio Ramos peina una falta sacada por Guti.; 3-3 (90'): Messi la cruza tras una gran jugada personal.
Árbitro: Undiano Mallenco, navarro. Expulsó a Oleguer por doble amarilla (12' y 44'). Amonestó a Ramos (20'), Márquez (28'), Van Nistelrooy (43'), Xavi (47'), Deco (51'), Diarra (66'), Salgado (70') y Gago (92').
Incidencias: Camp Nou. 97.823 espect.
Etichette: Barcelona, Liga, Real Madrid
11 Comments:
grande classico, gol, calcio spettacolo, ardore agonistico, errori, fallacci, grandi numeri..
ma soprattutto 90' che ti danno un (altro) buon motivo per amare il calcio
Marco
www.strega23.blogspot.com
"quando è entrato ho detto: ecco qua, il Barça è fritto."
tipico di te. come la mail che mi mandasti (che ho letto solo oggi).
dovresti vedere tutti e due gli aspetti delle cose. il fatto che si è rimontato con estrema facilità due gol e addirittura un terzo con un uomo in meno sfiorando anche la vittoria nonostante un arbitraggio che scandaloso è dir poco. Il Barca non muore mai.
Sei Kubala vero?
Robinho era l' ideale per fare male (fossi stato Capello ci avrei aggiunto anche Cassano), e le speranze che in dieci il Barça potesse rimontare erano alquanto ridotte.
Chiaro che il Barça è fortissimo, ma secondo me ha concesso l' inconcedibile al Madrid, che è una squadra senza gioco (con spazio e tempo a volontà è facile giocare bene, e allora per tutta la prossima settimana potranno riempirsi pure la bocca col "grande Real Madrid del Camp Nou")e molto vulnerabile in difesa.
Creare occasioni da gol contro di loro, e con le individualità di cui dispone il Barça, non è un' impresa. Stare in dieci non è un' attenuante, è una precisa conseguenza del gran casino che ha fatto il Barça ieri.
Era battibilissimo il Real Madrid, anche senza dover subire gol. Bastava giocare con la testa.
Molto probabilmente vinceremo la Liga, contentissimo ovviamente, ma ritengo che ciò avverrebbe più per i demeriti altrui.
P.S.: A me Undiano è piaciuto abbastanza...
@ Marco
Ieri al fischio finale avevo i brividi.
sì, è stato un sabato di quelli in cui è bello stare a casa...
Marco
certo che se il Siviglia non riesce a vincere a Tarragona...se non avessero perso troppi punti con queste squadrette, ora sarebbero primissimi. Invece il Barça è sempre lì, sembra quasi che gliela vogliano far vincere questa Liga. E pure in basso è lotta serrata (secondo me il Nastic ora ci crede). Forse il livelo spettacolare quest'anno non è altissimo, ma in qunanto ad incertezza ed emozioni la Liga è il miglior campionato d'Europa.
@ Calidamente
Quizas el 3-4-3 puede ser util contra equipitos sin ningun peso ofensivo (entonces, no contra el Recre!), en general me parece que Rijkaard se ha vuelto loco. El Barça no necesita hazanas, como en la Romareda o (la que fallò) en Anfield, para ganar esta Liga.
En Italia lo ha transmitido Sky. De pago, aqui en abierto no te hacen ver ni las sombras.
@Edo
Lo spettacolo lascia a desiderare, ma la competitività interna è alle stelle.
Veramente una partita assurda,l'ho vista un paio d'ore fa e devo dire che m'han fatto uno stranissimo effetto,spettacolare,si,ma anche piena di errori abbastanza grossolani.
Inizio col dire che a posteriori il risultato per il barca è pure positivo,dopo essere stati sotto 3 volte e pure in 10 il rischio di perderla era davvero dietro l'angolo.
Però c'è da dire che un barca normale,senza andare a scomodare la macchina da guerra dell'anno scorso,sta partita la vinceva 4-0 data la sostanza del real di sti tempi.
Alla fine ci resta in mano una liga apertissima e due squadre,nonostante un buona qualità complessiva (il real,senza la zavorra capello sarebbe nettamente preferibile...),indecifrabili.
Ps.
Dopo aver visto sta partita ho risolto tutti i dubbi a riguardo delle eliminazioni dalla champions di queste squadre,sono il primo a dire che bisogna prediligere la fase d'attacco,ma da quì a ignorare totalmente quella difensiva ce ne passa.
Pps.
3-4-3 di Rijkaard impresentabile.
Ciao,
Manuel.
Incredibile Frank Rijkaard...per me solo lui ha colpa di non vincere una partita,che era l'unica in quella che il Real potrebba vincere a Barcellona,e grazie al cielo non ha stato.
Sono sicurisimo che con il 4-3-3 il Rea madrid non arriva n'eanche una sola volta vicino a Valdés,e con il 3-4-3 non solo hanno arrivato una volta,ci hanno arrivato al meno 10 volte,e ancora dico grazie al cielo,perche sabato,habbiamo pareggiato una partita che facilmente potrebba essere un 3-6...
Rijkaard ha fatto per me la lettura piu ridicula che riccordo da quando vedo calcio...Inoltra...INCREDIBILE.
Ma beh,espero che la ripense,e torne subito il 4-3-3,con cui sono sicuro che vinciamo sia avanti chi sia.
Un saluto vale,e mi dispiace i errori grammaticale.
(Forza Ducati!!!!)
@ Manuel e Don Vito
Che strano, anch' io ho tratto delle conclusioni abbastanza simili alle vostre...
Basta 3-4-3 (non ce l' ho col modulo in sè, sia chiaro, ce l' ho con questo modulo in questa situazione e con questi giocatori), dalla prossima partita spero che si torni a giocare a calcio.
avremmo vinto sicuramente? strano perchè all' andata non mi sembra che sia andata così. invece queta volta abbiamo trovato con relativa facilità il gol del pareggio. un uomo in meno incide tanto,s e poi dovevi giocare pure con un uomo in più...
KUBALA
L' andata è un' altra storia, questa partita il Barça l' ha regalata. Facile segnare il 2-2, il 3-3 un po' meno.
L' inferiorità numerica è stato il prodotto di quegli enormi squilibri tattici che hanno tanto agevolato il Madrid. Se non era il povero Oleguer (al di là del votaccio sacrosanto, non è umanamente possibile per un difensore coprire gli spazi che doveva coprire lui), poteva tranquillamente essere Deco o qualcun' altro ancora.
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