Il dado è tratto, il Vecchio ha scelto.
Stamattina Luis Aragonés ha comunicato la tanto attesa lista dei 23 per l' Europeo. Una lista contraddittoria, con molti giocatori di qualità ma anche con troppi doppioni e alternative ridotte. Il rischio già denunciato è quello di una squadra che finisca per giocare sempre lo stesso calcio, fornendo facili punti di riferimento e agevolando la preparazione delle partite ai tecnici avversari (Hiddink e Rehhagel si stanno già fregando le mani).
Giustissima l' idea di privilegiare le grandi doti di palleggio del giocatore spagnolo medio, giusto anche puntare sul possesso-palla, ma per come è configurato quest' organico rischia di diventare un possesso-palla fine a sè stesso con sbocchi risicatissimi sulle fasce (Sergio Ramos è l' unico terzino che dà profondità, Sergio García, peraltro un esterno adattato, l' unico in grado di conquistare il fondo). Manca poi anche la possibilità di cercare un gioco più diretto all' occorrenza con palloni in mezzo all' area, si preannunciano grosse difficoltà nel recupero del pallone e una linea difensiva piuttosto fragile.
Insomma, se le partite si metteranno sul piano prediletto, cioè gestione paziente del pallone, questa squadrà avrà pochi rivali; ma siccome un Europeo è fatto di molto più che di questo, la mia opinione è che i limiti di questa squadra, che sono evidenti, impediranno di giungere alla vittoria finale. L' obiettivo deve essere superare i quarti, e crescere in prospettiva Sudafrica 2010.
Le novità della lista sono Sergio García e Cazorla, le esclusioni più rilevanti quelle di Joaquín, degli espanyolisti Riera e Luis García e del tormentone-Raúl (che speriamo vivamente finisca a partire da questa data).
PORTIERI: Casillas (Real Madrid); Reina (Liverpool); Palop (Sevilla).
DIFENSORI: Sergio Ramos (Real Madrid); Albiol, Marchena (Valencia); Puyol (Barcelona); Capdevila (Villarreal); Arbeloa (Liverpool); Juanito (Betis); Fernando Navarro (Mallorca).
CENTROCAMPISTI: Xavi, Iniesta (Barcelona); Cesc (Arsenal); Silva (Valencia); Senna, Cazorla (Villarreal); Xabi Alonso (Liverpool); De la Red (Getafe).
ATTACCANTI: Fernando Torres (Liverpool); Villa (Valencia); Güiza (Mallorca); Sergio García (Zaragoza).
PORTIERI. Casillas eserciterà anche stavolta la sua Santa Tirannide, dietro di lui il buon Reina (seppure con qualche sfarfallio di tanto in tanto). Per la terza piazza l’ ha spuntata infine Palop, quest’ anno ben distante dai livelli delle due stagioni precedenti, su Valdés (anch’ egli tutt’ altro che sfavillante quest’ anno) e sul più defilato Diego López. Si poteva capitare peggio.
DIFESA. Il reparto sicuramente più debole, va detto che le possibilità di scelta a disposizione di Luis non erano proprio sterminate. Se la linea titolare sarà Sergio Ramos-Albiol-Puyol-Capdevila, la prima cosa che spicca è una certa potenziale debolezza nella difesa delle palle alte che potrebbe rivelarsi micidiale ove la squadra non riuscisse a mantenere gli avversari lontani dalla propria area con buona costanza.
Albiol è un ottimo giocatore, Puyol pure grande, ma il loro forte è più la rapidità, la reattività, il tempismo e l’ anticipo, mentre nel corpo a corpo con un centravanti-boa potrebbero soccombere con una certa facilità: Albiol è alto, non va male di testa ma non è preponderante da un punto di vista fisico, ma soprattutto Puyol ha sempre avuto problemi quando ha trovato un centravanti di peso che mette il corpo fra lui e il pallone. L’ amichevole con l’ Italia di Toni ci ha già lasciato qualche indizio in tal senso: anche per la scarsa propensione alle coperture dei centrocampisti, questa Spagna potrebbe soffrire tantissimo sulle "seconde palle", ovvero quando gli avversari servono palloni alti per un centravanti-boa che gioca spalle alla porta e con sponde o spizzate favorisce gli inserimenti in seconda battuta dei centrocampisti.
Ciò che poi allarma veramente è la qualità delle alternative a disposizione di Aragonés: Marchena ci può anche stare per la sua duttilità fra difesa e centrocampo e per la capacità di iniziare l’ azione dalla difesa (il più dotato del reparto da questo punto di vista, potrebbe essere una carta importante quando occorrerà trovare una connessione immediata coi palleggiatori del centrocampo), ma da difensore negli ultimi tempi è sembrato molto meno adeguato che da centrocampista difensivo, mostrando una certa grave macchinosità che lo ha portato a frequenti interventi scomposti; Juanito, cosa risaputa da tempo, non pare proprio elemento di spessore internazionale (però è piuttosto bravo nel gioco aereo, questo sì). Altre possibili alternative per i centrali avrebbero potuto essere Amorebieta (poderoso dal punto di vista atletico, ma ancora non pienamente consacrato, molto probabile comunque il suo innesto in prospettiva 2010), Cuéllar (affermatosi nei Rangers) e Piqué (in prospettiva il più dotato difensore spagnolo, io lo avrei chiamato già adesso se non fosse stato per lo scarsissimo spazio trovato nello United).
L’ allarme però non si riduce al centro, ma si allarga alle fasce: Sergio Ramos è l’ unico dei terzini capace di regalare uno sbocco costante e credibile in fase offensiva, chiamare come sua alternativa Arbeloa impedisce gravemente di surrogarne le caratteristiche in caso di assenza: non contesto la chiamata di Arbeloa in sé, ma gli avrei magari fatto occupare la piazza di Juanito, riservando la supplenza di Sergio Ramos a un giocatore più di ruolo e con più spinta come Iraola (mia battaglia persa) o il maiorchino Fernando Varela, autore di una grande stagione (anche se prevalentemente ha giocato da tornante), con la possibilità sempre presente di adattare Arbeloa a destra (ma anche a sinistra) in caso di maggiori esigenze di copertura o di marcatura a uomo su qualche esterno avversario particolarmente pericoloso.
Sarebbe stata una soluzione in grado di valorizzare meglio le qualità di jolly del giocatore del Liverpool, quelle che sono a conti fatti il suo punto di forza. Così Aragonés avrebbe avuto più opzioni tattiche con lo stesso numero di giocatori, invece che limitare Arbeloa a un ruolo di mero terzino destro di riserva nel quale non sembra in grado di aggiungere nulla alla squadra.
A sinistra la scelta non era molto ampia: in crisi Del Horno, scomparso José Enrique che l’ anno scorso era la mia prima opzione per il ruolo (scelta sbagliata andare al Newcastle), scelta quasi obbligata è diventato Capdevila, in virtù anche di un’ ottima stagione di rilancio al Villarreal: giocatore solido e affidabile, buono in progressione ma non rapidissimo sul breve, appoggia costantemente l’ azione offensiva mostrando buon criterio nel sovrapporsi, però manca dello spunto e dell’ abilità per arrivare sul fondo.
Alla mancanza di profondità su questa fascia non potrà ovviare nemmeno l’ alternativa Fernando Navarro: elemento anche lui rispettabilissimo, ma che si è sempre fatto notare più che altro per l’ affidabilità difensiva e la regolarità di rendimento. Giocatore tatticamente assai intelligente, perfetto nell’ applicare i movimenti difensivi e nel chiudere la sua zona, reattivo nell’ uno contro uno, si propone anche con buona continuità e precisione nel rilancio dell’ azione, può garantire sovrapposizioni per tutti i 90 minuti, ma è quanto di più lontano da un terzino-ala possa esistere, e questo non è un dettaglio da poco in una Spagna che avendo dal centrocampo in su giocatori per la stragrande maggioranza portati ad agire in zona centrale avrebbe bisogno come il pane di elementi in grado di allargare il campo nelle retrovie. Sulla copertura delle fasce fra difesa e centrocampo Aragonés si sta giocando buona parte dell’ Europeo.
CENTROCAMPO. Guardate un po’ il panorama: da una parte Senna, Xavi, De La Red, Xabi Alonso, Iniesta, Cesc, Marchena, Silva e Cazorla, tutti centrocampisti centrali o comunque giocatori portati ad accentrarsi, dall’ altra Sergio Ramos e Sergio García, unici giocatori in grado di dare profodnità sulla fascia in tutto l’ organico. Una scelta miope, un appiattimento su una sola tipologia di giocatore che rischia di costare carissimo.
Certo, hanno influito contingenze varie e assolutamente rilevanti nel ridurre all’ osso la scelta di esterni-ala (Joaquín a lungo snobbato da Koeman, Jesús Navas non convocabile per i suoi noti problemi, Riera in condizioni impresentabili, Pablo Hernández acciaccato, Diego Capel molto più che acerbo, Vicente ancora da recuperare al grande calcio), ma qualcosa di più andava fatto, perché al di là degli stati di forma e delle altre circostanze contingenti doveva essere garantita quella varietà di soluzioni che in questa lista pare mancare clamorosamente: va bene, Joaquín gioca solo quando gli gira, ma anche così resta un giocatore con caratteristiche che altri non hanno, capace nella serata giusta di cambiare il corso di un match col suo spunto. Rimane dopo l’ ineleggibile Navas il più talentuoso esterno destro spagnolo, e andava portato, così come andava portato un esterno di ruolo (il convento passava Riera, quindi Riera) sull’ altra fascia: invece niente, e così diventa difficile pensare a un piano B in grado di allargare le difese avversarie, mi chiedo cosa succederà quando la Spagna si troverà sotto di un gol contro una squadra che ammucchia otto giocatori davanti alla sua area… già su questo scoglio si è arenato il Barça, figuratevi chi non ha nemmeno Messi in organico…
Articolando ulteriormente il problema, desidero anche chiarire la posizione di Cazorla: nominalmente un esterno di centrocampo (indifferentemente a destra o a sinistra), senza ombra di dubbio uno dei giocatori più brillanti e continui nell’ annata del Villarreal (da questo punto di vista ritengo abbia stracciato Pires, Cani e Matias Fernández , i suoi concorrenti) ma chiunque abbia visto due-tre partite del Villarreal sa come giocano gli esterni di centrocampo in quella squadra: quasi mai cercano il fondo, sono più delle mezzepunte che si accentrano per smarcarsi fra le linee, e questo è un tipo di gioco che peraltro risponde perfettamente alle attitudini già abbondantemente mostrate da Cazorla nella sua esperienza al Recre. Con caratteristiche tecniche diverse, ma il gioco di Cazorla non differisce così tanto da quello dei titolari delle due fasce, ovvero Silva e Iniesta, mezzepunte che interpretano la fascia soltanto come un punto di partenza per le loro escursioni nel cuore della trequarti.
Archiviato il grave errore strategico sugli esterni, passiamo al centro. Xavi, Cesc, Senna, Xabi Alonso, De la Red: la cosa non vi suona un po’ ridondante? Al di là delle caratteristiche specifiche individuali, son cinque giocatori la cui tipologia e le cui mansioni si differenziano poco: se Xavi e Cesc (più Iniesta, eventualmente richiamato dalla fascia nel cuore del centrocampo) sono indiscutibili come mezzeali, fra Senna, Xabi Alonso e De la Red davanti alla difesa uno è chiaramente di troppo.
Senna dovrebbe rappresentare l’ opzione di partenza più votata alla copertura (anche se non è mai stato un mastino), Xabi Alonso l’ alternativa in grado di dare più visione di gioco e più ritmo alla circolazione del pallone. De la Red sembra in esubero, anche se la duttilità (impiegabile sia davanti alla difesa che da mezzala) e la capacità di svolgere compiti sia di costruttore della manovra che di incursore (molto pericoloso di testa sui calci piazzati, un aspetto da non sottovalutare) del getafense possono rappresentare una carta preziosa, e d’ altro canto non era assurdo neppure pensare a un’ esclusione di Senna a vantaggio suo e di Xabi Alonso, la scelta che personalmente avrei compiuto.
Addentrandoci nel discorso sulla possibile formazione titolare, andrà poi risolto il dualismo che io vedo all’ orizzonte fra Xavi e Cesc. Molti vedendolo in nazionale avranno notato un Cesc sottotono, quasi un pesce fuor d’acqua che fatica a trovare la posizione giusta ed entrare in sintonia col resto della squadra. Il punto è che sia Xavi che Cesc nei loro club sono i giocatori deputati a condurre ogni azione e ad entrare in contatto il maggior numero di volte col pallone: nell’ Arsenal Cesc ha un raggio d’ azione che va dal limite della sua area a quella avversaria, è l’ indiscusso timoniere della manovra, sempre nel vivo del gioco e costantemente sollecitato.
Son queste e solo queste le condizioni nelle quali può esaltarsi, ma quando gioca in nazionale dietro di sé ha già Xavi, che rimane il fulcro della manovra per Aragonés e per i suoi compagni: il blaugrana assorbe tutto il gioco del centrocampo e a Cesc rimane una incerta posizione da comprimario quasi sulla trequarti nella quale fatica a ritrovarsi, anche a causa del ritmo nettamente diverso del gioco della Seleccion rispetto a quello dell’ Arsenal: l’ Arsenal è una squadra che gioca un calcio molto più veloce e verticale, nel quale Cesc ha molte più occasioni per inserirsi a rimorchio e trovare la porta avversaria; la Spagna gioca invece questo 4-1-4-1 molto più ruminato, che tende a ristagnare nella trequarti e a intasare perciò gli spazi per le incursioni dei centrocampisti.
Il rischio è quello che la compresenza di Cesc e Xavi renda alla lunga ridondante e priva di efficacia la manovra. Occorre scegliere: io propenderei per Cesc, che mi sembra avere più talento e maggiori prospettive, ma Xavi ha dalla sua il fatto di essere molto consolidato in nazionale. La mia idea sarebbe quella di un 4-4-2 nel quale a Cesc verrebbero consegnate in esclusiva le chiavi della manovra, con i due attaccanti Villa e Torres incaricati di cercare la profondità e allungare le difese avversarie creando anche gli spazi per gli inserimenti a rimorchio di Cesc: insomma un modo per snellire le transizioni offensive e provare a ricreare le condizioni dell’ Arsenal mettendo Cesc più a suo agio.
L’ attuale assetto, il 4-1-4-1 “ruminato” con Xavi e Cesc contemporaneamente, potrebbe invece tornare utile in partite contro grandi nazionali nelle quali fondamentale sarà avere un centrocampo più folto, o nelle fasi delle partite nelle quali la priorità sarà quella di conservare il possesso-palla e addormentare i ritmi.
ATTACCO. Da Villa e Torres non si scappa: anche se non si trovassero in buona forma, non ci sarebbe alcun dubbio sulla loro convocazione, sono di gran lunga gli attaccanti spagnoli più forti e due dei principali motivi per cui la Spagna potrebbe fare eventualmente strada.
Essendo il modulo di partenza ad una sola punta, anche qui bisogna schierarsi: molti non saranno d’ accordo, ma io preferisco Villa. Nell’ assetto attuale della nazionale non vedo francamente un Torres a suo agio come unica punta: il Niño sembra nato per muoversi nel calcio della Premier molto più che in quello del suo paese. Là trova partite dal ritmo elevatissimo che ne esaltano la frenesia (talvolta eccessiva), spazi in profondità per la sua devastante falcata, nella nazionale mi pare costretto a movimenti poco naturali.
In spazi più stretti, su ritmi più lenti, con poche opportunità di scatenarsi in velocità e spesso costretto ad agire spalle alla porta, lavoro che è assolutamente incapace di svolgere (e che sarebbe importante per favorire gli inserimenti dei tanti centrocampisti), lo si vede molto più a disagio, un po’ scollegato dal resto della squadra (come contro l’ Italia). Se quindi lo stile di gioco della Spagna prevede (o costringe a) un palleggio fitto negli spazi stretti, Villa mi sembra più indicato: più dotato nel primo controllo, il valenciano non ha l’ esplosività e l’ allungo di Torres, ma sulle distanze corte si muove meglio di Torres e partecipa con più qualità alla manovra (e a mio avviso ha anche una maggior precisione e freddezza al momento di finalizzare).
Un discorso che comunque non mi piace affrontare questo della scelta fra Torres e Villa, in quanto la cosa più razionale mi sembrerebbe schierarli tutti e due: non solo perché servirebbe a snellire l’ azione del centrocampo come detto precedentemente, ma anche perché le caratteristiche di entrambi i giocatori (attaccanti mobili, non certo dei centravanti classici) consigliano un impiego in un attacco a due punte. Villa è sostanzialmente una seconda punta che ama svariare e venire a prendersi palla sulla trequarti o defilarsi sulla fascia per puntare l’ avversario, Torres farebbe la punta più avanzata ma certo con più assistenza e meno vincoli scomodi rispetto a quando fa da riferimento unico nel 4-1-4-1.
Il resto del discorso riguardava la scelta dei rincalzi, importante per offrire alternative a partita in corso, a seconda della situazione tattica contingente. Ciò che chiedevo era un ventaglio di soluzioni più ampio possibile, una tipologia di attaccanti sufficientemente varia per garantire la possibilità di variazioni significative di situazione in situazione. Evidentemente non sono stato soddisfatto.
Se già le caratteristiche di Villa e Torres possono assicurare molta profondità al gioco e all’ occorrenza grande pericolosità in contropiede, non si vede cosa possa aggiungere Güiza, che dei movimenti in profondità e del contropiede fa la sua specialità ma che non ha evidentemente la qualità di Villa e Torres e il cui spessore internazionale resta tutto da verificare. Comprensibile comunque che Aragonés abbia voluto puntare sul momento magico del jerezano, al momento forse il giocatore spagnolo più in forma.
Per variare le opzioni offensive la scelta più indicata sarebbe stata forse la convocazione di un ariete, una specie poco diffusa nel panorama spagnolo, ma Aragonés non ha ritenuto di prendere in considerazione le poche e non esaltanti opzioni disponibili (il vecchio Morientes, poi Llorente dell’ Athletic e Negredo dell’ Almeria). Alla fine io come terzo attaccante avrei optato per Luis García, che aveva dalla sua una buona versatilità e la capacità di offrire movimenti tra le linee diversi da quelli degli altri attaccanti.
Per quanto riguarda Sergio García, una delle sorprese della lista, devo dire che Aragonés non ci ha visto male: il zaragocista è una seconda punta che ha imparato sempre più ad adattarsi sugli esterni (soprattutto a destra), e che quest’ anno ha disputato una grande Liga.
Elemento vivacissimo, sempre attivo su tutto il fronte d’ attacco, rapido e abile nell’ uno contro uno, è in grado sia di creare situazioni di superiorità numerica palla al piede sia di proporre movimenti senza palla ficcanti. Partendo dalla destra può indifferentemente allargarsi per conquistare il fondo oppure cercare il taglio e la combinazione nelle zone interne. Crea facilmente occasioni per sé e per i suoi compagni, ma con altrettanta facilità, tasto dolente, tende a sprecarle. In questa lista può essere comunque una delle poche vere carte da giocare a partita in corso per Aragonés, i giocatori con le sue caratteristiche non ci mettono nulla a entrare in partita e tendono a risultare determinanti nelle fasi più fluide di un match (in spagnolo si chiamano “revulsivos”). È poi una vera alternativa tattica, in quanto potrebbe consentire di passare all’ occorrenza anche a un 4-3-3. Insomma, la sua convocazione mi trova d’ accordo, ma oltre a lui andavano chiamati Joaquín e Riera.
Ecco quali sarebbero stati i miei 23:
PORTIERI: Casillas (Real Madrid); Reina (Liverpool); Palop (Sevilla).
DIFENSORI: Sergio Ramos (Real Madrid); Albiol, Marchena (Valencia); Puyol (Barcelona); Capdevila (Villarreal); Arbeloa (Liverpool); Iraola (Athletic Bilbao); Fernando Navarro (Mallorca).
CENTROCAMPISTI: Xavi, Iniesta (Barcelona); Cesc (Arsenal); Silva, Joaquín (Valencia); Riera (Espanyol); Xabi Alonso (Liverpool); De la Red (Getafe).
ATTACCANTI: Fernando Torres (Liverpool); Villa (Valencia); Luis García (Espanyol); Sergio García (Zaragoza).
Quale sarà la formazione di partenza di Aragonés.
(4-1-4-1): Casillas; Sergio Ramos, Albiol, Puyol, Capdevila; Senna; Iniesta, Xavi, Cesc, Silva; Torres.
Quale sarebbe la mia formazione di partenza (coi 23 di Aragonés):
(4-4-2): Casillas; Sergio Ramos, Albiol, Puyol, Capdevila; Iniesta, Cesc (Xavi), Xabi Alonso (De la Red), Silva; Torres, Villa.
Mia variante col 4-1-4-1: Casillas; Sergio Ramos, Albiol, Puyol, Capdevila; Xabi Alonso; Sergio García, Xavi, Cesc, Iniesta; Villa.
P.S.: Ieri intanto l’ Under 17 ha vinto il suo secondo Europeo consecutivo, liquidando la Francia con un 4-0. In attesa che da maggiorenni inizino a corrompersi, in settimana avrete un resoconto dettagliato.
Giustissima l' idea di privilegiare le grandi doti di palleggio del giocatore spagnolo medio, giusto anche puntare sul possesso-palla, ma per come è configurato quest' organico rischia di diventare un possesso-palla fine a sè stesso con sbocchi risicatissimi sulle fasce (Sergio Ramos è l' unico terzino che dà profondità, Sergio García, peraltro un esterno adattato, l' unico in grado di conquistare il fondo). Manca poi anche la possibilità di cercare un gioco più diretto all' occorrenza con palloni in mezzo all' area, si preannunciano grosse difficoltà nel recupero del pallone e una linea difensiva piuttosto fragile.
Insomma, se le partite si metteranno sul piano prediletto, cioè gestione paziente del pallone, questa squadrà avrà pochi rivali; ma siccome un Europeo è fatto di molto più che di questo, la mia opinione è che i limiti di questa squadra, che sono evidenti, impediranno di giungere alla vittoria finale. L' obiettivo deve essere superare i quarti, e crescere in prospettiva Sudafrica 2010.
Le novità della lista sono Sergio García e Cazorla, le esclusioni più rilevanti quelle di Joaquín, degli espanyolisti Riera e Luis García e del tormentone-Raúl (che speriamo vivamente finisca a partire da questa data).
PORTIERI: Casillas (Real Madrid); Reina (Liverpool); Palop (Sevilla).
DIFENSORI: Sergio Ramos (Real Madrid); Albiol, Marchena (Valencia); Puyol (Barcelona); Capdevila (Villarreal); Arbeloa (Liverpool); Juanito (Betis); Fernando Navarro (Mallorca).
CENTROCAMPISTI: Xavi, Iniesta (Barcelona); Cesc (Arsenal); Silva (Valencia); Senna, Cazorla (Villarreal); Xabi Alonso (Liverpool); De la Red (Getafe).
ATTACCANTI: Fernando Torres (Liverpool); Villa (Valencia); Güiza (Mallorca); Sergio García (Zaragoza).
PORTIERI. Casillas eserciterà anche stavolta la sua Santa Tirannide, dietro di lui il buon Reina (seppure con qualche sfarfallio di tanto in tanto). Per la terza piazza l’ ha spuntata infine Palop, quest’ anno ben distante dai livelli delle due stagioni precedenti, su Valdés (anch’ egli tutt’ altro che sfavillante quest’ anno) e sul più defilato Diego López. Si poteva capitare peggio.
DIFESA. Il reparto sicuramente più debole, va detto che le possibilità di scelta a disposizione di Luis non erano proprio sterminate. Se la linea titolare sarà Sergio Ramos-Albiol-Puyol-Capdevila, la prima cosa che spicca è una certa potenziale debolezza nella difesa delle palle alte che potrebbe rivelarsi micidiale ove la squadra non riuscisse a mantenere gli avversari lontani dalla propria area con buona costanza.
Albiol è un ottimo giocatore, Puyol pure grande, ma il loro forte è più la rapidità, la reattività, il tempismo e l’ anticipo, mentre nel corpo a corpo con un centravanti-boa potrebbero soccombere con una certa facilità: Albiol è alto, non va male di testa ma non è preponderante da un punto di vista fisico, ma soprattutto Puyol ha sempre avuto problemi quando ha trovato un centravanti di peso che mette il corpo fra lui e il pallone. L’ amichevole con l’ Italia di Toni ci ha già lasciato qualche indizio in tal senso: anche per la scarsa propensione alle coperture dei centrocampisti, questa Spagna potrebbe soffrire tantissimo sulle "seconde palle", ovvero quando gli avversari servono palloni alti per un centravanti-boa che gioca spalle alla porta e con sponde o spizzate favorisce gli inserimenti in seconda battuta dei centrocampisti.
Ciò che poi allarma veramente è la qualità delle alternative a disposizione di Aragonés: Marchena ci può anche stare per la sua duttilità fra difesa e centrocampo e per la capacità di iniziare l’ azione dalla difesa (il più dotato del reparto da questo punto di vista, potrebbe essere una carta importante quando occorrerà trovare una connessione immediata coi palleggiatori del centrocampo), ma da difensore negli ultimi tempi è sembrato molto meno adeguato che da centrocampista difensivo, mostrando una certa grave macchinosità che lo ha portato a frequenti interventi scomposti; Juanito, cosa risaputa da tempo, non pare proprio elemento di spessore internazionale (però è piuttosto bravo nel gioco aereo, questo sì). Altre possibili alternative per i centrali avrebbero potuto essere Amorebieta (poderoso dal punto di vista atletico, ma ancora non pienamente consacrato, molto probabile comunque il suo innesto in prospettiva 2010), Cuéllar (affermatosi nei Rangers) e Piqué (in prospettiva il più dotato difensore spagnolo, io lo avrei chiamato già adesso se non fosse stato per lo scarsissimo spazio trovato nello United).
L’ allarme però non si riduce al centro, ma si allarga alle fasce: Sergio Ramos è l’ unico dei terzini capace di regalare uno sbocco costante e credibile in fase offensiva, chiamare come sua alternativa Arbeloa impedisce gravemente di surrogarne le caratteristiche in caso di assenza: non contesto la chiamata di Arbeloa in sé, ma gli avrei magari fatto occupare la piazza di Juanito, riservando la supplenza di Sergio Ramos a un giocatore più di ruolo e con più spinta come Iraola (mia battaglia persa) o il maiorchino Fernando Varela, autore di una grande stagione (anche se prevalentemente ha giocato da tornante), con la possibilità sempre presente di adattare Arbeloa a destra (ma anche a sinistra) in caso di maggiori esigenze di copertura o di marcatura a uomo su qualche esterno avversario particolarmente pericoloso.
Sarebbe stata una soluzione in grado di valorizzare meglio le qualità di jolly del giocatore del Liverpool, quelle che sono a conti fatti il suo punto di forza. Così Aragonés avrebbe avuto più opzioni tattiche con lo stesso numero di giocatori, invece che limitare Arbeloa a un ruolo di mero terzino destro di riserva nel quale non sembra in grado di aggiungere nulla alla squadra.
A sinistra la scelta non era molto ampia: in crisi Del Horno, scomparso José Enrique che l’ anno scorso era la mia prima opzione per il ruolo (scelta sbagliata andare al Newcastle), scelta quasi obbligata è diventato Capdevila, in virtù anche di un’ ottima stagione di rilancio al Villarreal: giocatore solido e affidabile, buono in progressione ma non rapidissimo sul breve, appoggia costantemente l’ azione offensiva mostrando buon criterio nel sovrapporsi, però manca dello spunto e dell’ abilità per arrivare sul fondo.
Alla mancanza di profondità su questa fascia non potrà ovviare nemmeno l’ alternativa Fernando Navarro: elemento anche lui rispettabilissimo, ma che si è sempre fatto notare più che altro per l’ affidabilità difensiva e la regolarità di rendimento. Giocatore tatticamente assai intelligente, perfetto nell’ applicare i movimenti difensivi e nel chiudere la sua zona, reattivo nell’ uno contro uno, si propone anche con buona continuità e precisione nel rilancio dell’ azione, può garantire sovrapposizioni per tutti i 90 minuti, ma è quanto di più lontano da un terzino-ala possa esistere, e questo non è un dettaglio da poco in una Spagna che avendo dal centrocampo in su giocatori per la stragrande maggioranza portati ad agire in zona centrale avrebbe bisogno come il pane di elementi in grado di allargare il campo nelle retrovie. Sulla copertura delle fasce fra difesa e centrocampo Aragonés si sta giocando buona parte dell’ Europeo.
CENTROCAMPO. Guardate un po’ il panorama: da una parte Senna, Xavi, De La Red, Xabi Alonso, Iniesta, Cesc, Marchena, Silva e Cazorla, tutti centrocampisti centrali o comunque giocatori portati ad accentrarsi, dall’ altra Sergio Ramos e Sergio García, unici giocatori in grado di dare profodnità sulla fascia in tutto l’ organico. Una scelta miope, un appiattimento su una sola tipologia di giocatore che rischia di costare carissimo.
Certo, hanno influito contingenze varie e assolutamente rilevanti nel ridurre all’ osso la scelta di esterni-ala (Joaquín a lungo snobbato da Koeman, Jesús Navas non convocabile per i suoi noti problemi, Riera in condizioni impresentabili, Pablo Hernández acciaccato, Diego Capel molto più che acerbo, Vicente ancora da recuperare al grande calcio), ma qualcosa di più andava fatto, perché al di là degli stati di forma e delle altre circostanze contingenti doveva essere garantita quella varietà di soluzioni che in questa lista pare mancare clamorosamente: va bene, Joaquín gioca solo quando gli gira, ma anche così resta un giocatore con caratteristiche che altri non hanno, capace nella serata giusta di cambiare il corso di un match col suo spunto. Rimane dopo l’ ineleggibile Navas il più talentuoso esterno destro spagnolo, e andava portato, così come andava portato un esterno di ruolo (il convento passava Riera, quindi Riera) sull’ altra fascia: invece niente, e così diventa difficile pensare a un piano B in grado di allargare le difese avversarie, mi chiedo cosa succederà quando la Spagna si troverà sotto di un gol contro una squadra che ammucchia otto giocatori davanti alla sua area… già su questo scoglio si è arenato il Barça, figuratevi chi non ha nemmeno Messi in organico…
Articolando ulteriormente il problema, desidero anche chiarire la posizione di Cazorla: nominalmente un esterno di centrocampo (indifferentemente a destra o a sinistra), senza ombra di dubbio uno dei giocatori più brillanti e continui nell’ annata del Villarreal (da questo punto di vista ritengo abbia stracciato Pires, Cani e Matias Fernández , i suoi concorrenti) ma chiunque abbia visto due-tre partite del Villarreal sa come giocano gli esterni di centrocampo in quella squadra: quasi mai cercano il fondo, sono più delle mezzepunte che si accentrano per smarcarsi fra le linee, e questo è un tipo di gioco che peraltro risponde perfettamente alle attitudini già abbondantemente mostrate da Cazorla nella sua esperienza al Recre. Con caratteristiche tecniche diverse, ma il gioco di Cazorla non differisce così tanto da quello dei titolari delle due fasce, ovvero Silva e Iniesta, mezzepunte che interpretano la fascia soltanto come un punto di partenza per le loro escursioni nel cuore della trequarti.
Archiviato il grave errore strategico sugli esterni, passiamo al centro. Xavi, Cesc, Senna, Xabi Alonso, De la Red: la cosa non vi suona un po’ ridondante? Al di là delle caratteristiche specifiche individuali, son cinque giocatori la cui tipologia e le cui mansioni si differenziano poco: se Xavi e Cesc (più Iniesta, eventualmente richiamato dalla fascia nel cuore del centrocampo) sono indiscutibili come mezzeali, fra Senna, Xabi Alonso e De la Red davanti alla difesa uno è chiaramente di troppo.
Senna dovrebbe rappresentare l’ opzione di partenza più votata alla copertura (anche se non è mai stato un mastino), Xabi Alonso l’ alternativa in grado di dare più visione di gioco e più ritmo alla circolazione del pallone. De la Red sembra in esubero, anche se la duttilità (impiegabile sia davanti alla difesa che da mezzala) e la capacità di svolgere compiti sia di costruttore della manovra che di incursore (molto pericoloso di testa sui calci piazzati, un aspetto da non sottovalutare) del getafense possono rappresentare una carta preziosa, e d’ altro canto non era assurdo neppure pensare a un’ esclusione di Senna a vantaggio suo e di Xabi Alonso, la scelta che personalmente avrei compiuto.
Addentrandoci nel discorso sulla possibile formazione titolare, andrà poi risolto il dualismo che io vedo all’ orizzonte fra Xavi e Cesc. Molti vedendolo in nazionale avranno notato un Cesc sottotono, quasi un pesce fuor d’acqua che fatica a trovare la posizione giusta ed entrare in sintonia col resto della squadra. Il punto è che sia Xavi che Cesc nei loro club sono i giocatori deputati a condurre ogni azione e ad entrare in contatto il maggior numero di volte col pallone: nell’ Arsenal Cesc ha un raggio d’ azione che va dal limite della sua area a quella avversaria, è l’ indiscusso timoniere della manovra, sempre nel vivo del gioco e costantemente sollecitato.
Son queste e solo queste le condizioni nelle quali può esaltarsi, ma quando gioca in nazionale dietro di sé ha già Xavi, che rimane il fulcro della manovra per Aragonés e per i suoi compagni: il blaugrana assorbe tutto il gioco del centrocampo e a Cesc rimane una incerta posizione da comprimario quasi sulla trequarti nella quale fatica a ritrovarsi, anche a causa del ritmo nettamente diverso del gioco della Seleccion rispetto a quello dell’ Arsenal: l’ Arsenal è una squadra che gioca un calcio molto più veloce e verticale, nel quale Cesc ha molte più occasioni per inserirsi a rimorchio e trovare la porta avversaria; la Spagna gioca invece questo 4-1-4-1 molto più ruminato, che tende a ristagnare nella trequarti e a intasare perciò gli spazi per le incursioni dei centrocampisti.
Il rischio è quello che la compresenza di Cesc e Xavi renda alla lunga ridondante e priva di efficacia la manovra. Occorre scegliere: io propenderei per Cesc, che mi sembra avere più talento e maggiori prospettive, ma Xavi ha dalla sua il fatto di essere molto consolidato in nazionale. La mia idea sarebbe quella di un 4-4-2 nel quale a Cesc verrebbero consegnate in esclusiva le chiavi della manovra, con i due attaccanti Villa e Torres incaricati di cercare la profondità e allungare le difese avversarie creando anche gli spazi per gli inserimenti a rimorchio di Cesc: insomma un modo per snellire le transizioni offensive e provare a ricreare le condizioni dell’ Arsenal mettendo Cesc più a suo agio.
L’ attuale assetto, il 4-1-4-1 “ruminato” con Xavi e Cesc contemporaneamente, potrebbe invece tornare utile in partite contro grandi nazionali nelle quali fondamentale sarà avere un centrocampo più folto, o nelle fasi delle partite nelle quali la priorità sarà quella di conservare il possesso-palla e addormentare i ritmi.
ATTACCO. Da Villa e Torres non si scappa: anche se non si trovassero in buona forma, non ci sarebbe alcun dubbio sulla loro convocazione, sono di gran lunga gli attaccanti spagnoli più forti e due dei principali motivi per cui la Spagna potrebbe fare eventualmente strada.
Essendo il modulo di partenza ad una sola punta, anche qui bisogna schierarsi: molti non saranno d’ accordo, ma io preferisco Villa. Nell’ assetto attuale della nazionale non vedo francamente un Torres a suo agio come unica punta: il Niño sembra nato per muoversi nel calcio della Premier molto più che in quello del suo paese. Là trova partite dal ritmo elevatissimo che ne esaltano la frenesia (talvolta eccessiva), spazi in profondità per la sua devastante falcata, nella nazionale mi pare costretto a movimenti poco naturali.
In spazi più stretti, su ritmi più lenti, con poche opportunità di scatenarsi in velocità e spesso costretto ad agire spalle alla porta, lavoro che è assolutamente incapace di svolgere (e che sarebbe importante per favorire gli inserimenti dei tanti centrocampisti), lo si vede molto più a disagio, un po’ scollegato dal resto della squadra (come contro l’ Italia). Se quindi lo stile di gioco della Spagna prevede (o costringe a) un palleggio fitto negli spazi stretti, Villa mi sembra più indicato: più dotato nel primo controllo, il valenciano non ha l’ esplosività e l’ allungo di Torres, ma sulle distanze corte si muove meglio di Torres e partecipa con più qualità alla manovra (e a mio avviso ha anche una maggior precisione e freddezza al momento di finalizzare).
Un discorso che comunque non mi piace affrontare questo della scelta fra Torres e Villa, in quanto la cosa più razionale mi sembrerebbe schierarli tutti e due: non solo perché servirebbe a snellire l’ azione del centrocampo come detto precedentemente, ma anche perché le caratteristiche di entrambi i giocatori (attaccanti mobili, non certo dei centravanti classici) consigliano un impiego in un attacco a due punte. Villa è sostanzialmente una seconda punta che ama svariare e venire a prendersi palla sulla trequarti o defilarsi sulla fascia per puntare l’ avversario, Torres farebbe la punta più avanzata ma certo con più assistenza e meno vincoli scomodi rispetto a quando fa da riferimento unico nel 4-1-4-1.
Il resto del discorso riguardava la scelta dei rincalzi, importante per offrire alternative a partita in corso, a seconda della situazione tattica contingente. Ciò che chiedevo era un ventaglio di soluzioni più ampio possibile, una tipologia di attaccanti sufficientemente varia per garantire la possibilità di variazioni significative di situazione in situazione. Evidentemente non sono stato soddisfatto.
Se già le caratteristiche di Villa e Torres possono assicurare molta profondità al gioco e all’ occorrenza grande pericolosità in contropiede, non si vede cosa possa aggiungere Güiza, che dei movimenti in profondità e del contropiede fa la sua specialità ma che non ha evidentemente la qualità di Villa e Torres e il cui spessore internazionale resta tutto da verificare. Comprensibile comunque che Aragonés abbia voluto puntare sul momento magico del jerezano, al momento forse il giocatore spagnolo più in forma.
Per variare le opzioni offensive la scelta più indicata sarebbe stata forse la convocazione di un ariete, una specie poco diffusa nel panorama spagnolo, ma Aragonés non ha ritenuto di prendere in considerazione le poche e non esaltanti opzioni disponibili (il vecchio Morientes, poi Llorente dell’ Athletic e Negredo dell’ Almeria). Alla fine io come terzo attaccante avrei optato per Luis García, che aveva dalla sua una buona versatilità e la capacità di offrire movimenti tra le linee diversi da quelli degli altri attaccanti.
Per quanto riguarda Sergio García, una delle sorprese della lista, devo dire che Aragonés non ci ha visto male: il zaragocista è una seconda punta che ha imparato sempre più ad adattarsi sugli esterni (soprattutto a destra), e che quest’ anno ha disputato una grande Liga.
Elemento vivacissimo, sempre attivo su tutto il fronte d’ attacco, rapido e abile nell’ uno contro uno, è in grado sia di creare situazioni di superiorità numerica palla al piede sia di proporre movimenti senza palla ficcanti. Partendo dalla destra può indifferentemente allargarsi per conquistare il fondo oppure cercare il taglio e la combinazione nelle zone interne. Crea facilmente occasioni per sé e per i suoi compagni, ma con altrettanta facilità, tasto dolente, tende a sprecarle. In questa lista può essere comunque una delle poche vere carte da giocare a partita in corso per Aragonés, i giocatori con le sue caratteristiche non ci mettono nulla a entrare in partita e tendono a risultare determinanti nelle fasi più fluide di un match (in spagnolo si chiamano “revulsivos”). È poi una vera alternativa tattica, in quanto potrebbe consentire di passare all’ occorrenza anche a un 4-3-3. Insomma, la sua convocazione mi trova d’ accordo, ma oltre a lui andavano chiamati Joaquín e Riera.
Ecco quali sarebbero stati i miei 23:
PORTIERI: Casillas (Real Madrid); Reina (Liverpool); Palop (Sevilla).
DIFENSORI: Sergio Ramos (Real Madrid); Albiol, Marchena (Valencia); Puyol (Barcelona); Capdevila (Villarreal); Arbeloa (Liverpool); Iraola (Athletic Bilbao); Fernando Navarro (Mallorca).
CENTROCAMPISTI: Xavi, Iniesta (Barcelona); Cesc (Arsenal); Silva, Joaquín (Valencia); Riera (Espanyol); Xabi Alonso (Liverpool); De la Red (Getafe).
ATTACCANTI: Fernando Torres (Liverpool); Villa (Valencia); Luis García (Espanyol); Sergio García (Zaragoza).
Quale sarà la formazione di partenza di Aragonés.
(4-1-4-1): Casillas; Sergio Ramos, Albiol, Puyol, Capdevila; Senna; Iniesta, Xavi, Cesc, Silva; Torres.
Quale sarebbe la mia formazione di partenza (coi 23 di Aragonés):
(4-4-2): Casillas; Sergio Ramos, Albiol, Puyol, Capdevila; Iniesta, Cesc (Xavi), Xabi Alonso (De la Red), Silva; Torres, Villa.
Mia variante col 4-1-4-1: Casillas; Sergio Ramos, Albiol, Puyol, Capdevila; Xabi Alonso; Sergio García, Xavi, Cesc, Iniesta; Villa.
P.S.: Ieri intanto l’ Under 17 ha vinto il suo secondo Europeo consecutivo, liquidando la Francia con un 4-0. In attesa che da maggiorenni inizino a corrompersi, in settimana avrete un resoconto dettagliato.
12 Comments:
PORTIERI: Casillas (Real Madrid); Reina (Liverpool); Palop (Sevilla).
alla fine ha vinto reina su valdes, come se si potesse discutere chi è il migliore tra i due vecchi compagni.. Giusto portare l'esperienza di Palop.
DIFENSORI: Sergio Ramos (Real Madrid); Albiol, Marchena (Valencia); Puyol (Barcelona); Capdevila (Villarreal); Arbeloa (Liverpool); Juanito (Betis); Fernando Navarro (Mallorca).
Qui mi sento male, arbeloa, juanito, fernando navarro????? Tolti i due terzini titolari, il vuoto.. Non c'era nulla di meglio? la spagna è messa così male??
CENTROCAMPISTI: Xavi, Iniesta (Barcelona); Cesc (Arsenal); Silva (Valencia); Senna, Cazorla (Villarreal); Xabi Alonso
(Liverpool); De la Red (Getafe).
Contento per De La Red e Cazorla, raul garcia e javi martinez non avrebberro fatto comodo per dare un po' di muscoli e fiato a senna, unito interditore? Userà marchena a centrocampo? Nessun esterno fa pensare comunque come dici tu vale che al momento di cambiare la partita la Spagna farà tanta fatica.. Mi immagino già Luis che guarda il pino e bestemmia perchè non sa chi far entrare...
ATTACCANTI: Fernando Torres (Liverpool); Villa (Valencia); Güiza (Mallorca); Sergio García (Zaragoza).
Una punta di peso, anche se molto rare in spagna, no? Qui si giustifica anche la scelta di non portare esterni, se poi scrossano per pisolo mammolo e dotto.. Mi spiace poi, ma sergio garcia in nazionale no se po'vede..
Llorente faceva schifo?
Commento finale. Io credo che se si mette un doble pivote e si spara a ramos (unico vero pericolo sulle fasce) si vince tranquillamente. Ma tanto il problema è che non han convocato raul!!!
Non capisco le convocazioni a centrocampo: che senso ha portarsi tutti quei centrali e/o mezzali e neanche un'ala, un esterno? Considerato poi che l'eccessivo accentramento del gioco è uno dei problemi principali della Spagna...
Mah...
Ma è vero che Bojan ha rifiutato la convocazione? :O
Ciao!
mmmm, anche le convocazioni di Aragones non mi hanno convinto del tutto: io Joaquin e Riera li avrei assolutamente portati, mentre avrei lasciato a casa De la Red, ottimo centrocampista ma che a conti fatti si rivelerà inutile.
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PORTIERI-Poco da discutere.
DIFENSORI: Effettivamente siamo messi male... a parte la mancata convocazione di un alternativa a Sergio Ramos, le colpe di Aragonés sono relative. Forse avrei rischiato Piqué, ma non puoi dare la colpa al Vecchio se non chiama uno che nel suo club fa la stra-riserva.
CENTROCAMPISTI: Javi Martinez più ancora che Raul Garcia ci sarebbe potuto stare, ma la concorrenza in quella zona centrale è tantissima... abbiamo molte carenze in interdizione, io penso comunque che De la Red si possa adattare a compiti di copertura (ha dinamismo e genrosità ma deve migliorare il posizionamento), se guardi il Getafe quest' anno Laudrup ha giocato con un 4-4-2 con De la Red e Casquero centrali, nel quale De la Red era dei due l' uomo che restava più vicino alla difesa. Uno schieramento che si può anche replicare in nazionale con Cesc al posto di Casquero.
Marchena a centrocampo ci può anche stare, meglio che in difesa.
Comunque al di là di questi dettagli sulla zona centrale, il vero problema sarà quello delle fasce. Grave errore: Luis si è legato mani e piedi ad uno schieramento dove i due esterni sono mezzepunte propense ad accentrarsi, che si tratti di Iniesta (che peraltro mi piace molto meno a destra, dpove sembra destinato a giocare), Silva o Cazorla... l' unica variante possibile è Sergio Garcia (da non sottovalutare l' idea del 4-3-3 di cui parlo, con lui a destra, Torres al centro e Villa a sinistra).
ATTACCANTI: L' ariete... in teoria servirebbe, ma la scelta non era eccelsa, ma se avesse portato Negredo (di quelli che cito il giocatore che sarebbe servito di più, perchè il più bravo a giocare spalle alla porta come unica punta) l' avrebbero bersagliato ugualmente...
Comunque gli esterni servono comunque, anche se non hai attaccanti di peso DEVI avere giocatori che ti allargano la difesa avversaria e aprono gli spazi al centro, sennò una difesa chiusa non la scardinerai mai, poi le ali possono servire anche per arrivare sul fondo e mettere i "pases de la muerte" rasoterra dal fondo verso il centro dell' area, di fatto è questa l' azione che preferiscono gli esterni spagnoli tipo Joaquin o Vicente, non hanno tanto la cultura del traversone come i giocatori britannici. Ti faccio anche l' esempio del Barça: dai tempi di Cruijff le ali larghissime sono uno dei punti cardine della filosofia di gioco blaugrana... eppure quanti traversoni vedi nelle partite del Barça? Pochissimi, però le ali larghe sono comunque imprescindibili nella creazione degli spazi.
Come si capisce anche dall' articolo, su Sergio Garcia ho un' opinione diversa.
Ok, si spara Ramos a destra, e a sinistra chi spari? E' un assetto che da troppi punti di riferimento scontati all' avversario, mettono uno che segue Ramos, fanno un po' di marmellata a centrocampo, difendono bassi vicino al loro portiere perchè tanto sanno che la Spagna non ha gioco aereo (se non sui calci piazzati) e il gioco è fatto... è una nazionale troppo prevedibile, troppo monodimensionale per poter vincere l' Europeo... ovviamente sarò felicissimo di venire smentito.
@ Flavio e Kerzhakov
Avete scritto le stesse cose che penso io (però, Kerzha, io avrei lasciato a casa Senna).
Bojan a quanto si dice ha proprio rifiutato, non so, non si sentiva pronto psicologicamente. Una decisione strana, non comune per un ragazzo di 17 anni (lo dico anche con una nota di apprezzamento).
Portieri:
Tanto c'è casillas,il resto conta poco...;)
Difensori.
EVVIVA.
Non c'è pablo,mi sembra già una ottima cosa.
Marchena per la duttilità,speriamo che pujol e albiol durino e non si facciano male,o la vedo male.
Centrocampo:
Condivido in pieno le tue preoccupazioni,senna non mi piace,lo dico e lo ripeto,non concepisco come possa essere lui il titolare e alonso la riserva,cesc e xavi garantiscono classe e qualità,ma anche poco ritmo e il rischio di un possesso di palla sterile e inconcludente,se non trovano spazi o se hanno alternative al passaggio orizzontale.
La penuria di esternimi sembra un paradosso,ma Riera paga il calo dell'espanyol,joaquin la sua discontinuità e la disgrazia koeman,vicente è sempre rotto,è anni che non riesce più a fare un campionato ai suoi livelli...
Attacco:
Raul,anche solo per una questione di esperienza,secondo me non ci stava male,la sua stagione è stata positiva,può dare più di guiza in certe competizioni,però bisogna capire anche gli interessi del gruppo,sarebbe stato destabilizzante portarlo come terza punta,per il resto condivido i tuoi dubbi non tanto per l'ariete (che se non c'è non c'è...) quanto per il modulo,rinunciare dall'inizio a uno fra villa e torres significa indebolire ulteriormente le proprie potenzialità offensive,che già vedo risicatissime per i problemi che hai esposto benissimo tu,il modulo migliore mi sembra,a questo punto,con questi uomini,un 4-4-2 con la formazione proposta da te.
In ogni caso:
SUERTE ESPANA.
Ciao,
Manuel.
Pablo era oggettivamente inconvocabile, anch' io vedo il buio oltre la linea titolare.
A me Senna non dispiace in assoluto, ma in questo contesto non è così necessario, lo preferisce ad Alonso perchè probabilmente dà qualcosa in più in interdizione (avendo già Xavi e Cesc che non sono due grandi interdittori).
Cesc e Xavi il ritmo lo possono dare soprattutto se il resto della squadra offre buone opzioni di passaggio e crea gli spazi. Però in questa nazionale piena di palleggiatori che ristagnano sulla trequarti e che la vogliono sul piede, senza sbocchi sulle fasce, temo che l' opzione migliore di passaggio sarà quella orizzontale, il ritmo rimarrà basso e la colpa non sarà di Cesc e di Xavi, che possono far girare la squadra solo se questa effettivamente si muove.
L' Arsenal fa un movimento senza palla formidabile, Cesc ha miriadi di opzioni di passaggio lungo tutto il campo e su più linee, e così può condurre il gioco da maestro su ritmi folli; visto nella Spagna invece Cesc si limita al gioco orizzontale: ovviamente la colpa non è sua, ma di una struttura globale di squadra che lo penalizza. Lo stesso confronto si può fare fra il Xavi 2004-2005 e quello di questi due anni.
Il mio timore è che Aragonés stia costruendo una formidabile macchina da calcio sterile.
Sugli esterni: le circostanze che citi sono rilevantissime, però andavano portati almeno due, uno per fascia+Sergio Garcia. Comunque ringraziamo ancora Koeman.
Credo che a sfavore di Raul abbia giocato la martellante campagna della stampa nazionalmadridista, campagna che oltre a suonare indicibilmente fastidiosa e stucchevole non ha reso più gestibile Raul (che peraltro individualmente non ha fatto mai nulla per gettare benzina sul fuoco, questo gli va riconosciuto) come terza punta, l' unico posto che si sarebbe potuto ritagliare per lui in questa nazionale.
Siamo d' accordo, due punte in linea di massima (soprattutto nelle partite del girone), il centrocampo a 5 potrà invece essere proposto in gare più da gestire che da vincere senza indugi (tipo un quarto contro l' Italia).
Che tu sia un tifoso del Barcellona lo hanno capito tutti.Certo dire che Villa e Torres sono i 2 migliori attaccanti spagnoli è una risibile baggianata.Se parliamo in termini di numero di gol fatti allora il migliore dovrebbe essere Guiza, che ha segnato più di tutti.Se parliamo di classe allora non venirmi a dire che Villa vale + di Raùl.L'unica cosa che ha di meglio è il tiro, per visione di gioco, dei compagni tecnica e capacità di giocar bene nelle partite importanti Raùl è nettamente superiore a lui e a Torres.Per quanto riguarda il tipo di gioco che potrà offrire la Spagna sono d'accordissimo con te, anzi, secondo me farà la fine del barcellona, in quanto patirà l'assenza di un ariete e la presenza di centrocampisti come Iniesta, che rallentano troppo il gioco e fanno schierare la squadra avversaria.Non portare un giocatore che ha segnato quasi 20 gol e che è stato insieme a Casillas l'artefice del titolo del Real Madrid è un errore che Aragones pagherà con l'ennesima, prematura eliminazione.un ultima cosa:perchè non hai fatto nessun commento sul 4-1 con il quale il Madrid si è divertito a sbarazzarsi dell'impresentabile Barcellona????Ti rodeva troppo?????
Che io sia un tifoso del Barcellona non l' ho mai nascosto, l' ho sempre detto senza problemi. Dire che Villa e Tortres sono i due migliori attaccanti spagnoli è un' opinione, non una risibile baggianata. E' tipico di chi ha una visione campanilistica e faziosa vedere in questa mia opinione (e nella contestuale non indispensabilità di Raul in questa nazionale, altra opinione personale) un' offesa contro il Real Madrid dettata da faziosità blaugrana. Io do i miei giudizi seguendo esclusivamente il mio spirito critico, io tifo Barça ma questo è il blog di un appassionato di calcio spagnolo, non di un tifoso: se tu pensi il contrario, pazienza.
Per quanto riguarda la tua ultima insinuazione, ti consiglio di andarti a leggere il post sul Clasico d' andata, quella sì la sconfitta più bruciante da tifoso (allora sì che rodeva, fu quello il momento in cui si capì chi avrebbe vinto la Liga): leggilo, è l' unica risposta che ti posso dare, francamente non ho voglia di scendere negli abissi in cui tui vorresti portarmi.
Ma infatti io non guardo al numero dei gol, non avrei chiamato neppure Guiza perchè non mi sembra aggiunga molto alle opzioni offensive.
Stante l' indiscutibilità di Villa e Torres (i due migliori attaccanti spagnoli, lo ribadisco), gli altri due giocatori li avrei scelti in base alla capacità di offrire alternative tattiche: il massimo sarebbe stato avere un ariete, ma non c'era granchè, allora mi sarebbero andati bene Luis Garcia per il gioco tra le linee e Sergio Garcia per le fasce.
Per quanto riguarda il confronto Villa-Raul, il primo ha totalizzato 16 gol in 27 partite, il secondo 18 in 36: come media non mi sembra schiacciante la superiorità di Raul, poi avrei voluto vederli anche a parti invertite, avrei voluto vedere cioè Raul in quel casino che è stato il Valencia quest' anno.
Dal punto di vista tecnico poi io ho una vera passione per Villa (come ogni buon antimadridista viscerale del resto), che preferisco anche a Torres: per me rispetto a Raul Villa ha più velocità, più dribbling e miglior tiro. Quello che nessuno ha di Raul a mio avviso non sono le doti tecniche (buone ma non straordinarie se rapportate ai vari galacticos con cui ha giocato), ma la strepitosa capacità di saper leggere e intuire gli sviluppi del gioco. Lui come Cesc ti fa capire quanto a volte per essere un gran giocatore basti saper toccare con precisione il pallone, giocare semplice e muoversi bene senza palla, farsi trovare sempre al posto giusto: saper giocare a calcio non vuol dire essere dei giocolieri, questo Raul l' ha capito meglio di tutti, e mi ha sempre fatto impazzire questa sua capacità.
Però secondo me il suo momento migliore è passato, ora tocca a Torres e Villa, hanno più prospettive. Per quanto riguarda la capacità di Raul di giocare bene nelle partite importanti, limitandoci alla nazionale ti chiedo in quale di queste partite abbia giocato meglio:
1) Spagna-Francia EURO 2000
2) Spagna-Portogallo EURO 2004
3) Spagna-Francia MONDIALE 2006.
Te lo chiede uno che lo ha sempre reputato un grande giocatore, che nei suoi anni migliori lo difendeva anche da eventuali critiche di sopravvalutazione, che nelle grandi competizioni per nazionali lo attendeva come il Messia (mi riferisco soprattutto a Euro 2000 e Mondiali 2002, in questi ultimi purtroppo un infortunio lo mise fuori uso quando aveva iniziato anche bene il torneo) e che ha sempre sofferto come un cane per lui e per la nazionale.
Ora però ritengo che altri debbano avere la loro occasioni: non mi sarei certo inalberato per una sua convocazione, ma non lo reputavo indispensabile e lo avrei fatto partire come terzo attaccante.
Il madridista da cui semmai ero più tentato per una possibile convocazione era Guti: in questa lista manca un po' un trequartista con le sue caratteristiche, per mettere sottosopra la partita nei secondi tempi. Però i posti son limitati, e la priorità sarebbe stata chiamare un po' più di esterni puri.
Il paragone col Barça è azzeccatissimo, l' ho già proposto anche precedentemente, però non sarà Iniesta a rallentare il gioco, sranno Xavi e Cesc, ma il problema come ho detto rispondendo a Manuel riguarderà il movimento di tutta la squadra, i registi possono velocizzare il gioco solo se hanno le opzioni di passaggio giuste, sennò vengono costretti a cincischiare e giocare orizzontale.
Su Xavi hai perfettamente ragione, su Cesc non sono d'accordo dato che è communque abituato ad un calcio, quello inglese, con più ritmo di quello spagnolo.Il fatto è che secondo me i centrocampisti del Barcelona se anche si riuscisse a saltare la prima linea del pressing (centrocampo) farebbero tornare tutti in posizione come facevano col Barcelona.La differenza secondo me è che mentre Xavi ha un buon tiro Iniesta oltre a saper tenere la palla ha ben poco altro.Comunque sia non si lascia fuori dalla Nazionale un giocatore che ha segnato quasi 20 goal, non si fanno le squadre per concetto e monodimensionali, ecco perche la Seleccion non mi convince per niente.Comunque sia Raùl una situazione del genere l'ha vissuta nel 1999-2000 , in quella stagioe il Madrid ebbe un sacco di infortuni, di problemi dentro e fuori dal campo,a dicembre era terz'ultimo, prese 8 goal in 2 sfide dal Bayern e solo la coppia Raùl- Morientes seppe prtarlo sino ai quarti di Champions ed in posizioni alte nella Liga.Ed alla fine della stagione il Real Madrid ha vinto la Champions.Certo, sono passati 8 anni,ed è giusto che anche altri abbiano la loro chance, però secondo me Raùl questo Europeo se lo era guadagnato sul campo, non meritava la convocazione 2 ani fà quando non era davvero più lui.Oltre alla campagna mediatica, a sfavore di Raùl ha giocato anche secondo me la quarta eliminazione consecutiva agli ottavi di Champions, quello secondo me è stato il colpo del ko.Cmq Sono convinto che con Del Bosque in panchina ad agosto le cose cambieranno, e che nelle prossime 2 edizioni della Champions Raùl ti smentisca e riporti il Madrid a quello che è il suo ruolo naturale, cioe di squadra campione e N.1 d'Europa.Saluti
Ripeto, non è tanto una questione di individualità, ma di struttura globale della squadra: non posso averne la controprova, ma penso che inserito nel Barça di quest' anno anche Cesc sarebbe stato lento, così come il Xavi 2004-2005 giocava su ritmi superiori, perchè era tutto il Barça a muoversi nettamente meglio. Il tiro di Xavi a me non piace a dire il vero, su Iniesta dissento, e penso anzi cvhe diq uesta tipologia di centrocampisti sia forse l' unico ad avere il cambio di ritmo e la capacitèà di verticalizzare palla al piede. Per me è un grande giocatore, avrebbe le capacità per fare il 10, se non fosse che gli mancano un po' di cattiveria (Aragonés dice che ha ancora un po' una mentalità da numero 4, è vero) e fa troppi pochi gol (il tiro fa proprio schifo).
Sono d' accordo sul fatto che la Quello che più mi preoccupa non è la mancata convocazione di Raul (penso che anche i più acerrimi sostenitori della sua convocazione non possano negare che anche così la Spagna ce li ha comunque un paio di attaccanti in grado di fare gol), quanto la monodimensionalità di cui parli, soprattutto per la carenza di gioco sulle fasce. Sarà questo il grave handicap che rischia di compromettere seriamente l' esito della spedizione. Giocare con Silva e Iniesta esterni (due mezzepunte che si accentrano e portano palla appesantendo il gioco) e avere alternative così ridotte (in questa situazione Sergio Garcia diventa quasi un Salvatore della Patria) è un gravissimo errore strategico. Ecco la monodimensionalità.
Può aver influito la Champions, però credo che il più grave fattore sia stato la campagna della stampa, a mio avviso vergognosa perchè attuata in base a un pregiudizio campanilistico: non sarebbe stato uno scandalo convocare Raul, ma i giornali di Madrid, in totale malafede, l' hanno fatta diventare una questione di vita o di morte, quando invece era soltanto un' opzione da valutare serenamente come tutte le altre, perchè Raul non è più imprescindibile.
Quello di quest' anno è stato ottimo, ma non credo che tornerà più quello dell '99-200 (per intenderci quello di Manchester United-Real Madrid, la partita forse più bella che abbia mai visto).
Per quanto riguarda il Real Madrid, credo possa fare solo meglio in Champions: tutti sapete che il livello di gioco dei merengues quest' anno mi ha tutt' altro che esaltato, però soprattutto nell' ultima fase di Liga (ap'artire dal 3-1 al Sevilla), ho visto un crescente consolidamento.
Con qualche ritocco qua e là (un vice/post-Van Nistelrooy, uno al posto di Gago, un terzino sinistro e un esterno destro), credo che il Real Madrid potrà fare un grande inizio di stagione, sfruttando anche l' iniziale disorientamento del Barça rifondato.
Vincere aiuta a consolidarsi, possibile anche che l' anno prossimo ci si diverta a vedere giocare il Madrid (io confido molto nella possibilità di inserire Robben e Robinho contemporaneamente).
Alla monodimensionalità di cui si parlava aggiungerei la scarsa capacità di interdizione a centrocampista: così com'è costruit, sembra una squadra che si preoccupa (male) soltanto di quando ha il pallone, e che quando non l' avrà probabilmente si troverà ad improvvisare, con cattivi risultati.
Probabilmente il centrocampo a 5 è motivato non solo dall' intenzione di costruire una ragnatela di passaggi, ma anche dall' esigenza di fare densità in fase di non possesso, cercando di supplire almeno facendo numero alle carenze individuali in interdizione della maggior parte dei centrocampisti (Xavi, Cesc e Xabi Alonso ad esempio).
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