TRENTACINQUESIMA GIORNATA: Zaragoza-Deportivo La Coruña 1-0: Ayala.
Il Zaragoza c’è, dimostra in pieno di essere entrato nello spirito della lotta per la salvezza e ottiene un successo strameritato che gli permette di lasciare il Recreativo momentaneamente al terzultimo posto.
Un successo ottenuto nella maniera più sofferta ed a conti fatti più entusiasmante possibile. Sembrava proprio una gara maledetta: gli aragonesi sfoderano forse la loro migliore prestazione stagionale, creano occasioni su occasioni dominando in lungo e in largo e dando tutto quello che possono, ma in pieno recupero il tabellone li inchioda ancora sullo 0-0. La beffa è nell’ aria, sarebbe una mazzata forse irrecuperabile in termini di classifica, e nei minuti finali i giocatori di casa sembrano avere anche perso la lucidità e la fiducia nella possibilità di portare a casa i tre punti, esausti e frustrati da tanti tentativi andati a vuoto.
Ma ormai insperato arriva il momento che ogni cronista attende per poter dar libero sfogo alla retorica più trita, quella che parla di Destino, di Epica e di Eroismo: e allora sotto col gol di Ayala, proprio a fil di sirena, col gentile contributo di Aouate che sullo spiovente dalla trequarti di Matuzalem esce a farfalle e lascia a Sergio García l’ opportunità di servire dal fondo Ayala per il gol a porta sguarnita. Il Ratón non si trattiene, e scoppia in lacrime. Lui ne ha già vissute tante nella sua carriera, ma sono questi i momenti che perpetuano e rinnovano ogni volta la magia del calcio, e sono sempre impagabili per qualunque giocatore, stagionato o alle prime armi che sia.
Manolo Villanova si appella allo spirito di Víctor Fernández, sfoderando la formazione più offensiva possibile: 4-4-2 con Diego Milito, Oliveira, Sergio García e Aimar contemporanemente più Matuzalem in cabina di regia, mentre Zapater ancora una volta opera da terzino destro.
La formazione è una chiara dichiarazione d’ intenti, e il Zaragoza dimostra prontamente di raccogliere il segnale: magari con qualche imprecisione e confusione che affiora in alcune azioni, ma lo sforzo offensivo dei padroni di casa col passare dei minuti si fa oggettivamente imponente. Le due punte lavorano bene nella creazione degli spazi, ora venendo incontro ora allungando e allargando la difesa ospite con movimenti in profondità e tagli verso le fasce; Aimar e Sergio García ne approfittano per proporre i loro inserimenti tra le linee, mentre i terzini, soprattutto Zapater, aprono costantemente il campo, con Celades e Matuzalem chiari padroni della situazione a centrocampo.
L’ atteggiamento delle due squadre riflette perfettamente le rispettive posizioni in classifica: ardentemente proiettato all’ attacco il Zaragoza, forte della sua tranquillità il Depor che propone una partita sorniona, cercando di tanto in tanto di colpire di rimessa in quegli spazi che gli eccessi di generosità del Zaragoza tendono magari a sguarnire. Va detto comunque che le occasioni sono tutte chiaramente dalla parte dei padroni di casa, e la massima intensità si ha nella fase centrale del primo tempo: dopo che già all’ 11’ Sergio García era andato vicino al gol mandando sopra la traversa dopo un grande aggancio su lancio smarcante di Celades, ci sono prima una conclusione di Aimar di poco a lato dopo triangolazione con Diego Milito, e poi un palo di testa di Oliveira su cross dalla destra dell’ attivissimo Zapater.
Breve tregua nel finale del primo tempo, poi ripresa di nuovo col Zaragoza all’ assalto: Oliveira spara alto su pase de la muerte di Sergio García, poi ancora Sergio García, indemoniato, fa tutto da solo palla al piede, smonta mezza difesa avversaria ma sul più bello viene contrato e la palla successivamente indirizzata da Aimar nella rete sguarnita finisce a lato senza poter essere né una conclusione né un assist credibile per i compagni imploranti nell’ area piccola. Poi al 70’ di nuovo Sergio García chiude un triangolo con Oliveira calciando a botta sicura ma trovando un grande intervento di Aouate che a mo’ di beffa consegna il pallone sui piedi di Diego Milito che però manca dell’ angolo sufficiente per poter depositare in rete il suo tap-in…
La sorte si accanisce contro i padroni di casa, c’è poco altro da dire perché il Zaragoza spadroneggia, combina ed entra in tutti i modi nell’ area avversaria ma gli manca solo il tocco finale, carenza cui Manolo Villanova può fare ben poco per ovviare dalla panchina, limitandosi alla sostituzione di uno spento Aimar con Oscar. Anzi la sorte mette il suo zampino anche in questo, costringendo all’ uscita dal campo l’ acciaccato Diego Milito, cosa che rende ulteriormente in salita il finale: il Zaragoza è ormai svuotato e anzi comincia pure a temere la beffa da un Deportivo che vede davanti a sé più spazi per il contropiede e che ha rinfrescato il suo settore offensivo con gli ingressi di Rubén Castro e Cristian. Ma la Giustizia farà il suo corso.
I MIGLIORI: Enorme Sergio García, il migliore in assoluto della partita e della stagione zaragocista. Un tornado l’ ex canterano del Barça. Dalla destra semina lo scompiglio con un’ energia e una varietà di soluzioni stupefacenti. Sempre in movimento, chiede l’ uno-due e cerca il fondo oppure taglia fra le linee, detta il passaggio in profondità oppure va da solo palla al piede: grande dinamismo, accelerazioni sempre incisive, spavalderia e qualità.
Grande partita di Zapater da terzino destro: per il capitano è stata una stagione difficile, ha finito con l’ essere spodestato dal centrocampo durante la stagione, così si sta facendo valere come jolly, specialmente in queste ultime partite in cui sta giocando da terzino destro. In quest’ occasione il suo coinvolgimento nella manovra della squadra è continuo e assai prezioso, gestisce bene il pallone e ha un ottimo dialogo con Sergio García, rendendo la destra la fascia nettamente più forte del Zaragoza.
A centrocampo, Celades ordina, Matuzalem crea i collegamenti con l’ attacco. Nel Deportivo i più positivi sono ancora una volta De Guzmán, il più presente a centrocampo, e Filipe, che riveste un’ importanza sempre maggiore nella costruzione degli attacchi galiziani, un po’ alla Dani Alves.
I PEGGIORI: Aimar non ha illuminazioni e anzi denuncia qualche imprecisione di troppo, Xisco non vede palla, Riki ancora una volta delude, lui che doveva essere il fiore all’ occhiello della campagna acquisti di due estati fa ma che ne ha azzeccate veramente poche in questa sua esperienza in Galizia. Aouate gioca bene fino al 94’, quando con grande sportività regala al Zaragoza la vittoria che merita.
Zaragoza (4-4-2): César s.v.; Zapater 7, Ayala 6,5, Sergio 6,5, Paredes 6; S. García 7,5, Celades 6,5 (88'), Matuzalem 6,5, Aimar 5,5 (65'); Oliveira 6, D. Milito 6,5 (81').
In panchina: L. Vallejo, Diogo, Ch. Herrero, Pavón, Juanfran s.v. (81'), Luccin s.v. (88'), Óscar 6 (65').
Deportivo (5-4-1): Aouate 5; M. Pablo 6,5, Lopo 6, P. Amo 6, Coloccini 6, Filipe Luis 6,5; Wilhelmsson 6 (84'), Sergio 6, De Guzmán 6,5, Riki 5,5 (62'); Xisco 5 (62').
In panchina: Munúa, Taborda, Verdú, R. Castro 6 (62'), Cristian 5,5 (62'), Juan Rodríguez s.v. (84'), A. López.
Gol: 1-0 (94'+): Ayala marca a placer a pase de Sergio García, tras una falta de Matuzalem.
Árbitro: Teixeira Vitienes, del Colegio Cántabro. Amonestó con amarilla a Zapater (56'), Sergio (68'), Óscar (85') y Celades (88') y De Guzmán (90'+).
Incidencias: 35.000 espectadores. Zapater y Manuel Pablo fueron capitanes.
Un successo ottenuto nella maniera più sofferta ed a conti fatti più entusiasmante possibile. Sembrava proprio una gara maledetta: gli aragonesi sfoderano forse la loro migliore prestazione stagionale, creano occasioni su occasioni dominando in lungo e in largo e dando tutto quello che possono, ma in pieno recupero il tabellone li inchioda ancora sullo 0-0. La beffa è nell’ aria, sarebbe una mazzata forse irrecuperabile in termini di classifica, e nei minuti finali i giocatori di casa sembrano avere anche perso la lucidità e la fiducia nella possibilità di portare a casa i tre punti, esausti e frustrati da tanti tentativi andati a vuoto.
Ma ormai insperato arriva il momento che ogni cronista attende per poter dar libero sfogo alla retorica più trita, quella che parla di Destino, di Epica e di Eroismo: e allora sotto col gol di Ayala, proprio a fil di sirena, col gentile contributo di Aouate che sullo spiovente dalla trequarti di Matuzalem esce a farfalle e lascia a Sergio García l’ opportunità di servire dal fondo Ayala per il gol a porta sguarnita. Il Ratón non si trattiene, e scoppia in lacrime. Lui ne ha già vissute tante nella sua carriera, ma sono questi i momenti che perpetuano e rinnovano ogni volta la magia del calcio, e sono sempre impagabili per qualunque giocatore, stagionato o alle prime armi che sia.
Manolo Villanova si appella allo spirito di Víctor Fernández, sfoderando la formazione più offensiva possibile: 4-4-2 con Diego Milito, Oliveira, Sergio García e Aimar contemporanemente più Matuzalem in cabina di regia, mentre Zapater ancora una volta opera da terzino destro.
La formazione è una chiara dichiarazione d’ intenti, e il Zaragoza dimostra prontamente di raccogliere il segnale: magari con qualche imprecisione e confusione che affiora in alcune azioni, ma lo sforzo offensivo dei padroni di casa col passare dei minuti si fa oggettivamente imponente. Le due punte lavorano bene nella creazione degli spazi, ora venendo incontro ora allungando e allargando la difesa ospite con movimenti in profondità e tagli verso le fasce; Aimar e Sergio García ne approfittano per proporre i loro inserimenti tra le linee, mentre i terzini, soprattutto Zapater, aprono costantemente il campo, con Celades e Matuzalem chiari padroni della situazione a centrocampo.
L’ atteggiamento delle due squadre riflette perfettamente le rispettive posizioni in classifica: ardentemente proiettato all’ attacco il Zaragoza, forte della sua tranquillità il Depor che propone una partita sorniona, cercando di tanto in tanto di colpire di rimessa in quegli spazi che gli eccessi di generosità del Zaragoza tendono magari a sguarnire. Va detto comunque che le occasioni sono tutte chiaramente dalla parte dei padroni di casa, e la massima intensità si ha nella fase centrale del primo tempo: dopo che già all’ 11’ Sergio García era andato vicino al gol mandando sopra la traversa dopo un grande aggancio su lancio smarcante di Celades, ci sono prima una conclusione di Aimar di poco a lato dopo triangolazione con Diego Milito, e poi un palo di testa di Oliveira su cross dalla destra dell’ attivissimo Zapater.
Breve tregua nel finale del primo tempo, poi ripresa di nuovo col Zaragoza all’ assalto: Oliveira spara alto su pase de la muerte di Sergio García, poi ancora Sergio García, indemoniato, fa tutto da solo palla al piede, smonta mezza difesa avversaria ma sul più bello viene contrato e la palla successivamente indirizzata da Aimar nella rete sguarnita finisce a lato senza poter essere né una conclusione né un assist credibile per i compagni imploranti nell’ area piccola. Poi al 70’ di nuovo Sergio García chiude un triangolo con Oliveira calciando a botta sicura ma trovando un grande intervento di Aouate che a mo’ di beffa consegna il pallone sui piedi di Diego Milito che però manca dell’ angolo sufficiente per poter depositare in rete il suo tap-in…
La sorte si accanisce contro i padroni di casa, c’è poco altro da dire perché il Zaragoza spadroneggia, combina ed entra in tutti i modi nell’ area avversaria ma gli manca solo il tocco finale, carenza cui Manolo Villanova può fare ben poco per ovviare dalla panchina, limitandosi alla sostituzione di uno spento Aimar con Oscar. Anzi la sorte mette il suo zampino anche in questo, costringendo all’ uscita dal campo l’ acciaccato Diego Milito, cosa che rende ulteriormente in salita il finale: il Zaragoza è ormai svuotato e anzi comincia pure a temere la beffa da un Deportivo che vede davanti a sé più spazi per il contropiede e che ha rinfrescato il suo settore offensivo con gli ingressi di Rubén Castro e Cristian. Ma la Giustizia farà il suo corso.
I MIGLIORI: Enorme Sergio García, il migliore in assoluto della partita e della stagione zaragocista. Un tornado l’ ex canterano del Barça. Dalla destra semina lo scompiglio con un’ energia e una varietà di soluzioni stupefacenti. Sempre in movimento, chiede l’ uno-due e cerca il fondo oppure taglia fra le linee, detta il passaggio in profondità oppure va da solo palla al piede: grande dinamismo, accelerazioni sempre incisive, spavalderia e qualità.
Grande partita di Zapater da terzino destro: per il capitano è stata una stagione difficile, ha finito con l’ essere spodestato dal centrocampo durante la stagione, così si sta facendo valere come jolly, specialmente in queste ultime partite in cui sta giocando da terzino destro. In quest’ occasione il suo coinvolgimento nella manovra della squadra è continuo e assai prezioso, gestisce bene il pallone e ha un ottimo dialogo con Sergio García, rendendo la destra la fascia nettamente più forte del Zaragoza.
A centrocampo, Celades ordina, Matuzalem crea i collegamenti con l’ attacco. Nel Deportivo i più positivi sono ancora una volta De Guzmán, il più presente a centrocampo, e Filipe, che riveste un’ importanza sempre maggiore nella costruzione degli attacchi galiziani, un po’ alla Dani Alves.
I PEGGIORI: Aimar non ha illuminazioni e anzi denuncia qualche imprecisione di troppo, Xisco non vede palla, Riki ancora una volta delude, lui che doveva essere il fiore all’ occhiello della campagna acquisti di due estati fa ma che ne ha azzeccate veramente poche in questa sua esperienza in Galizia. Aouate gioca bene fino al 94’, quando con grande sportività regala al Zaragoza la vittoria che merita.
Zaragoza (4-4-2): César s.v.; Zapater 7, Ayala 6,5, Sergio 6,5, Paredes 6; S. García 7,5, Celades 6,5 (88'), Matuzalem 6,5, Aimar 5,5 (65'); Oliveira 6, D. Milito 6,5 (81').
In panchina: L. Vallejo, Diogo, Ch. Herrero, Pavón, Juanfran s.v. (81'), Luccin s.v. (88'), Óscar 6 (65').
Deportivo (5-4-1): Aouate 5; M. Pablo 6,5, Lopo 6, P. Amo 6, Coloccini 6, Filipe Luis 6,5; Wilhelmsson 6 (84'), Sergio 6, De Guzmán 6,5, Riki 5,5 (62'); Xisco 5 (62').
In panchina: Munúa, Taborda, Verdú, R. Castro 6 (62'), Cristian 5,5 (62'), Juan Rodríguez s.v. (84'), A. López.
Gol: 1-0 (94'+): Ayala marca a placer a pase de Sergio García, tras una falta de Matuzalem.
Árbitro: Teixeira Vitienes, del Colegio Cántabro. Amonestó con amarilla a Zapater (56'), Sergio (68'), Óscar (85') y Celades (88') y De Guzmán (90'+).
Incidencias: 35.000 espectadores. Zapater y Manuel Pablo fueron capitanes.
1 Comments:
sono contento per Higuain, se lo merita proprio
markovic
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