TRENTATREESIMA GIORNATA: Sevilla-Almería 1-4: autorete Daniel Alves (A); Negredo (A); Juanma Ortíz (A); Negredo (A); Kanouté (S).
Un altro incomprensibile blackout per il Sevilla, una disarmante figuraccia proprio quando la sconfitta casalinga dell’ Atlético (1-3 dal Betis) apriva prospettive interessantissime in chiave-Champions. A parte il passivo forse un po’ troppo ingeneroso nei confronti del Sevilla e a parte i primi 20 minuti nel pallone (con occasionissime a ripetizione divorate dai padroni di casa), è stato il trionfo dell’ Almería: signor allenatore (Emery è il vero fenomeno di questa Liga 2007-2008, assieme a Marcelino e ad Agüero) e signora squadra, in campo ci sta come poche, organizzata come un orologio, e non si tira mai indietro quando c’è da giocare il pallone. In piena zona-Uefa, e il quarto posto è ad appena 6 punti di distanza…
Dopo il Villarreal e il Mallorca, Manolo Jiménez torna alle due punte; Emery invece modifica il disegno abituale del suo centrocampo: solitamente composto da un vertice basso e due mezzeali, stavolta vede Melo sulla stessa linea di Soriano, con Corona a fungere più da trequartista classico, forse per sfruttare proprio la tendenza a lasciare spazi fra difesa e centrocampo del Sevilla di quest’ anno. Lo squalificato Crusat viene invece sostituito con l’ avanzamento di Mané.
Nonostante una traversa colta da Soriano con un’ acrobazia su calcio d’ angolo, l’ inizio di partita è assolutamente a senso unico, il Sevilla arriva con facilità irrisoria dalle parti di Diego Alves tanto che l’ Almería nemmeno sembra essere sceso in campo: gli ospiti non trovano le misure, Capel ha l’ uno contro uno facile e da lì piovono palloni su palloni che mettono in imbarazzo l’ incerta linea difensiva almeriense. Il gol è nell’ aria, ma Luis Fabiano in due occasioni e Keita concludono sul fondo colpi di testa praticamente a botta sicura.
Così, assolutamente inaspettata, arriva la doccia gelida per il Sánchez Pizjuan: al 23’, praticamente la prima occasione in cui l’ Almería si affaccia per impostare un’ azione manovrata, Soriano mette un cross dalla trequarti, tagliato e veloce, fra portiere e difensori, non è semplicissimo da gestire, Dani Alves va in tilt e incredibilmente fredda Palop di testa. Il gol, oltre all’ ovvio vantaggio sul tabellone, dà all’ Almeria la tranquillità per risistemarsi sul campo e occuparlo nella maniera più razionale: gli uomini di Emery cominciano a tenere di più palla e a combinare sfruttando il disorientamento del Sevilla, e così subito dopo il gol si creano l’ occasione per il KO, quando l’ arbitro fischia un rigore per fallo su Negredo. Sul dischetto lo stesso Negredo replica però l’ errore di domenica scorsa col Villarreal, stavolta scagliando il pallone sul palo.
Ciò incoraggia il Sevilla, il quale però continua a intravedere pochi spiragli. Dopo lo 0-1, è l’ Almeria ad avere assunto il controllo strategico, accorciando le distanze fra i reparti e restringendo il campo a disposizione dell’ avversario: i raddoppi sugli esterni impediscono di sfruttare la società Alves-Navas, mentre il pressing a centrocampo inghiottisce Poulsen e Keita, sicchè il Sevilla si trova nella disagevole situazione di dover impostare l’ azione coi piedi mediocri dei difensori centrali, potendo sperare al massimo in qualche episodio isolato per inquietare Diego Alves (come il tiro al volo alto di Navas alla fine del primo tempo).
Jiménez prova a trovare un filo logico a centrocampo con Renato per Poulsen, ma il Sevilla non ha nemmeno tempo di organizzare una reazione, ad inizio ripresa lo 0-2 di Negredo è un macigno. Il primo errore è quello di lasciare a Soriano sulla trequarti tutto il tempo per controllare, alzare la testa e liberare la conclusione (cosa che non sarebbe mai avvenuta con una corretta coordinazione dei movimenti fra difesa e centrocampo), il secondo, quello più vistoso, lo commette Palop, respingendo il tiro di Soriano centrale giusto giusto sui piedi dell’ accorrente Negredo, il quale insacca a porta vuota.
Sotto di due gol, Jiménez tenta la carta della disperazione, la mossa che forse affossa definitivamente il Sevilla: Koné per Mosquera, difesa ridotta all’ osso e ora spalancata ad ogni incursione avversaria. Come quella che porta allo 0-3: batti e ribatti, palla che rimane sulla trequarti, passaggio filtrante di Negredo per Juanma Ortiz che penetra come una lama nel burro e scavalca Palop con un tocco sotto.
Koné prende il palo, poi Adriano si fa espellere per proteste poco educate: di male in peggio, e l’ Almeria non mostra nessuna pietà, proprio nell’ azione susseguente al rosso ad Adriano, Negredo fa infatti doppietta, stavolta con una gran bella deviazione volante su cross dalla destra. Il finale è senza storia, soltanto per registrare la reazione d’ orgoglio del Sevilla: Kanouté prima sbaglia un rigore (sempre impressionante la reattività di Diego Alves, che però deve migliorare la presa), poi finalmente fa centro rimpallando in rete una deviazione sul palo di un difensore dell’ Almeria.
I MIGLIORI: Si concede pure il lusso di sbagliare un rigore Negredo, al 13esimo gol stagionale, insostituibile per Emery, unico finalizzatore autentico della rosa almeriense, fondamentale anche per il suo lavoro spalle alla porta. Efficacissima partita di Soriano, presente nelle azioni dei primi due gol: un mediano di non esaltante qualità tecnica, ma capace di svolgere più fasi e coprire un ampia fetta di campo. Può giocare più bloccato davanti alla difesa oppure (come più spesso viene impiegato) da mezzala, ha polmoni, notevole continuità all’ interno dei novanta minuti, pressa ed ha una buona scelta di tempo negli inserimenti offensivi (pericoloso anche sui calci piazzati).
Le azioni più interessanti del Sevilla, soprattutto nel dominio dei primi 20 minuti, vengono dagli uno contro uno di Diego Capel.
I PEGGIORI: Insicura la copia Mosquera-David Prieto, cancellati dalla partita Poulsen e Keita, male anche Luis Fabiano, che due-tre palle buone di testa le avrebbe anche ma conclude come un killer che si rispetti non può proprio fare. Papera per Palop, che in generale quest’ anno non ha neanche lontanamente offerto la sicurezza delle due stagioni passate.
Sevilla (4-4-2): Palop 5; Alves 5,5, Mosquera 5 (57'), D. Prieto 5,5, Adriano 5; Navas 6, Poulsen 5 (46'), Keita 5,5, Capel 6,5(67'); Kanouté 6, L.Fabiano 5.
In panchina: De Sanctis, Crespo, Fazio, Duda (67'), Renato (46'), De Mul, Koné (57')
Almería (4-2-3-1): Diego Alves 6,5, Bruno 6, C.García 6, Pulido 6,5, Cisma 6,5; Soriano 7 (67'), Melo 6; Juanma Ortiz 6,5, Corona 6 (72'), Mané 6,5 (77'); Negredo 7.
In panchina: Aitor Alcalde, Kalu Uche s.v. (77'), José Ortiz s.v. (72'), Iriney s.v. (67'), Acasiete, Juanito, Guiherme
Goles 0-1 (24'): Alves, en propia puerta. 0-2 (47'): Negredo. 0-3 (62'): Juanma Ortiz. 0-4 (66'): Negredo. 1-4 (73'): Kanouté.
Árbitro: Clos Gómez, Col. Aragonés. Expulsó a Adriano con roja directa (65'). Amonestó a Soriano (18'), Juanma Ortiz (32'), Pulido (84'), Poulsen (22'), Alves (82') y Keita (87').
Incidencias: Sánchez Pizjuán. 30.000 espectadores. El campo, resbaladizo por la lluvia.
Dopo il Villarreal e il Mallorca, Manolo Jiménez torna alle due punte; Emery invece modifica il disegno abituale del suo centrocampo: solitamente composto da un vertice basso e due mezzeali, stavolta vede Melo sulla stessa linea di Soriano, con Corona a fungere più da trequartista classico, forse per sfruttare proprio la tendenza a lasciare spazi fra difesa e centrocampo del Sevilla di quest’ anno. Lo squalificato Crusat viene invece sostituito con l’ avanzamento di Mané.
Nonostante una traversa colta da Soriano con un’ acrobazia su calcio d’ angolo, l’ inizio di partita è assolutamente a senso unico, il Sevilla arriva con facilità irrisoria dalle parti di Diego Alves tanto che l’ Almería nemmeno sembra essere sceso in campo: gli ospiti non trovano le misure, Capel ha l’ uno contro uno facile e da lì piovono palloni su palloni che mettono in imbarazzo l’ incerta linea difensiva almeriense. Il gol è nell’ aria, ma Luis Fabiano in due occasioni e Keita concludono sul fondo colpi di testa praticamente a botta sicura.
Così, assolutamente inaspettata, arriva la doccia gelida per il Sánchez Pizjuan: al 23’, praticamente la prima occasione in cui l’ Almería si affaccia per impostare un’ azione manovrata, Soriano mette un cross dalla trequarti, tagliato e veloce, fra portiere e difensori, non è semplicissimo da gestire, Dani Alves va in tilt e incredibilmente fredda Palop di testa. Il gol, oltre all’ ovvio vantaggio sul tabellone, dà all’ Almeria la tranquillità per risistemarsi sul campo e occuparlo nella maniera più razionale: gli uomini di Emery cominciano a tenere di più palla e a combinare sfruttando il disorientamento del Sevilla, e così subito dopo il gol si creano l’ occasione per il KO, quando l’ arbitro fischia un rigore per fallo su Negredo. Sul dischetto lo stesso Negredo replica però l’ errore di domenica scorsa col Villarreal, stavolta scagliando il pallone sul palo.
Ciò incoraggia il Sevilla, il quale però continua a intravedere pochi spiragli. Dopo lo 0-1, è l’ Almeria ad avere assunto il controllo strategico, accorciando le distanze fra i reparti e restringendo il campo a disposizione dell’ avversario: i raddoppi sugli esterni impediscono di sfruttare la società Alves-Navas, mentre il pressing a centrocampo inghiottisce Poulsen e Keita, sicchè il Sevilla si trova nella disagevole situazione di dover impostare l’ azione coi piedi mediocri dei difensori centrali, potendo sperare al massimo in qualche episodio isolato per inquietare Diego Alves (come il tiro al volo alto di Navas alla fine del primo tempo).
Jiménez prova a trovare un filo logico a centrocampo con Renato per Poulsen, ma il Sevilla non ha nemmeno tempo di organizzare una reazione, ad inizio ripresa lo 0-2 di Negredo è un macigno. Il primo errore è quello di lasciare a Soriano sulla trequarti tutto il tempo per controllare, alzare la testa e liberare la conclusione (cosa che non sarebbe mai avvenuta con una corretta coordinazione dei movimenti fra difesa e centrocampo), il secondo, quello più vistoso, lo commette Palop, respingendo il tiro di Soriano centrale giusto giusto sui piedi dell’ accorrente Negredo, il quale insacca a porta vuota.
Sotto di due gol, Jiménez tenta la carta della disperazione, la mossa che forse affossa definitivamente il Sevilla: Koné per Mosquera, difesa ridotta all’ osso e ora spalancata ad ogni incursione avversaria. Come quella che porta allo 0-3: batti e ribatti, palla che rimane sulla trequarti, passaggio filtrante di Negredo per Juanma Ortiz che penetra come una lama nel burro e scavalca Palop con un tocco sotto.
Koné prende il palo, poi Adriano si fa espellere per proteste poco educate: di male in peggio, e l’ Almeria non mostra nessuna pietà, proprio nell’ azione susseguente al rosso ad Adriano, Negredo fa infatti doppietta, stavolta con una gran bella deviazione volante su cross dalla destra. Il finale è senza storia, soltanto per registrare la reazione d’ orgoglio del Sevilla: Kanouté prima sbaglia un rigore (sempre impressionante la reattività di Diego Alves, che però deve migliorare la presa), poi finalmente fa centro rimpallando in rete una deviazione sul palo di un difensore dell’ Almeria.
I MIGLIORI: Si concede pure il lusso di sbagliare un rigore Negredo, al 13esimo gol stagionale, insostituibile per Emery, unico finalizzatore autentico della rosa almeriense, fondamentale anche per il suo lavoro spalle alla porta. Efficacissima partita di Soriano, presente nelle azioni dei primi due gol: un mediano di non esaltante qualità tecnica, ma capace di svolgere più fasi e coprire un ampia fetta di campo. Può giocare più bloccato davanti alla difesa oppure (come più spesso viene impiegato) da mezzala, ha polmoni, notevole continuità all’ interno dei novanta minuti, pressa ed ha una buona scelta di tempo negli inserimenti offensivi (pericoloso anche sui calci piazzati).
Le azioni più interessanti del Sevilla, soprattutto nel dominio dei primi 20 minuti, vengono dagli uno contro uno di Diego Capel.
I PEGGIORI: Insicura la copia Mosquera-David Prieto, cancellati dalla partita Poulsen e Keita, male anche Luis Fabiano, che due-tre palle buone di testa le avrebbe anche ma conclude come un killer che si rispetti non può proprio fare. Papera per Palop, che in generale quest’ anno non ha neanche lontanamente offerto la sicurezza delle due stagioni passate.
Sevilla (4-4-2): Palop 5; Alves 5,5, Mosquera 5 (57'), D. Prieto 5,5, Adriano 5; Navas 6, Poulsen 5 (46'), Keita 5,5, Capel 6,5(67'); Kanouté 6, L.Fabiano 5.
In panchina: De Sanctis, Crespo, Fazio, Duda (67'), Renato (46'), De Mul, Koné (57')
Almería (4-2-3-1): Diego Alves 6,5, Bruno 6, C.García 6, Pulido 6,5, Cisma 6,5; Soriano 7 (67'), Melo 6; Juanma Ortiz 6,5, Corona 6 (72'), Mané 6,5 (77'); Negredo 7.
In panchina: Aitor Alcalde, Kalu Uche s.v. (77'), José Ortiz s.v. (72'), Iriney s.v. (67'), Acasiete, Juanito, Guiherme
Goles 0-1 (24'): Alves, en propia puerta. 0-2 (47'): Negredo. 0-3 (62'): Juanma Ortiz. 0-4 (66'): Negredo. 1-4 (73'): Kanouté.
Árbitro: Clos Gómez, Col. Aragonés. Expulsó a Adriano con roja directa (65'). Amonestó a Soriano (18'), Juanma Ortiz (32'), Pulido (84'), Poulsen (22'), Alves (82') y Keita (87').
Incidencias: Sánchez Pizjuán. 30.000 espectadores. El campo, resbaladizo por la lluvia.
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