lunedì, aprile 07, 2008

TRENTUNESIMA GIORNATA: Sevilla-Villarreal 2-0: Luis Fabiano; Kanoutè, rig..

Bisogna andare con calma. Il semplice fatto che Real Madrid e Barça quest’ anno si stiano esprimendo su livelli fra i più bassi della loro storia recente non significa che al Villarreal si debba chiedere di andare oltre le sue potenzialità e oltre le tappe pianificate. Deludente, mai veramente in partita, la squadra di Pellegrini subisce una sconfitta indiscutibile da un Sevilla in tutto e per tutto superiore. I padroni di casa sfoderano orgoglio, buoni momenti di gioco e anche equilibri tattici finalmente soddisfacenti, grazie anche all’ azzeccata impostazione tattica scelta per l’ occasione dal suo tecnico (diamo a Manolo quel che è di Manolo).

Assieme alle palle inattive, uno dei problemi ricorrenti del Sevilla in questa stagione è stata sicuramente la distanza non ottimale fra i reparti, ultima dimostrazione la partita del Bernabeu dove il Real Madrid ha potuto sfogare le sue transizioni offensive senza incontrare nessuna barriera credibile. Poulsen quest’ anno non è riuscito a ripetersi nella funzione strategica di stopper davanti alla difesa, anche perché l’ attitudine a pressare altissimo di Keita tende a trascinarlo più avanti, cosa che accompagnata alla tendenza dei difensori a rinculare ha favorito spesso la creazione di spazi golosissimi per gli avversari fra difesa e centrocampo.
Le scelte di stasera di Jiménez, contestabili solo a una lettura superficiale (una sola punta e Kanouté in panchina è una mossa effettivamente bella pesante, se poi perdi la critica ti scuoia vivo) sono andate, e con successo, proprio al cuore di questo problema: Fazio vertice basso del centrocampo (soluzione già sperimentata nel Sevilla Atlético e già efficacemente proposta nelle ultime fasi della trasferta di Valencia) ha permesso di coprire questo spazio tra le linee e dare protezione alla difesa, e il trivote disposto in mediana ha consentito al Sevilla di guadagnare il controllo del centrocampo, mandando in chiara sofferenza Senna ed Eguren e impedendo per tutta la partita al Villarreal di innescare l’ elemento tipico del suo gioco, cioè i tagli verso il centro della trequarti dei due esterni-trequartisti. La situazione di superiorità a centrocampo ha permesso poi al Sevilla di sganciare a turno fra le linee o in incursione nell’ area avversaria Renato e Keita, accrescendo le difficoltà di lettura della difesa a zona di Pellegrini.
Facendo leva su questo vantaggio tattico, i padroni di casa hanno interpretato la gara sin dalle prime battute con l’ intensità e la concentrazione ideali, sfondando ovviamente in prevalenza sulla fascia destra col binomio Alves&Navas: è Jesús a mettere i palloni più pericolosi nelle fasi iniziali, in particolare uno per Capel sul quale Diego López effettua una super parata. Ma l’ assist decisivo lo fornisce Daniel Alves, ed è uno degli schemi più classici del Sevilla: lancio dalla metacampo del terzino-enciclopedia per lo scatto in profondità fra i due centrali della punta, in questo caso Luis Fabiano, che incrocia a rete impeccabilmente. Colpevole nell’ occasione Gonzalo Rodríguez, il quale evidenzia un incerto posizionamento decisivo nel tenere in gioco O Fabuloso (sul lancio di Alves le alternative sono due: o sali con decisione per il fuorigioco oppure stringi per coprire lo spazio alle spalle dell’ altro centrale. Gonzalo è rimasto a metà strada, spiazzato dalla giocata).
Dopo il gol il Sevilla opta per una linea attendista, rimanendo comunque col saldo controllo della partita: il Villarreal crea pochissimo, in ogni caso nulla di strutturato o che vada al di là dell’ episodio, ed è sicuramente il Sevilla a rendersi più pericoloso coi suoi veloci contropiedi.
Così è tutto il secondo tempo: Manolo per qualche minuto passa anche alle canoniche due punte con l’ ingresso di Kanouté, ma presto toglie Luis Fabiano introducendo Poulsen, non volendo alterare le basi della superiorità a centrocampo, chiave di questo successo (e poco importa che il pubblico, irritato dall’ uscita di Luis Fabiano, fischi il tecnico sevillista). Pellegrini prova a dare più qualità con Cani per lo spaesato Eguren, poi prova anche Matias Fernández (nella battaglia per la conquista dello spazio tra le linee, vera chiave di volta nel calcio attuale, la sostituzione di un attaccante con una mezzapunta a volte può essere considerata una mossa più conveniente dal punto di vista offensivo), ma il Sevilla rimane ben piazzato, senza sbavature persino sui calci piazzati (!), ruba palla a centrocampo con una certa facilità ed avrebbe più di una occasione per fare male di rimessa: clamorosa ad esempio l’ occasione di Keita, che ruba palla a un distratto Gonzalo Rodríguez, scarta pure Diego López ma al momento di depositare nella porta sguarnita scivola, evidentemente esausto per l’ ennesima prestazione di immensa quantità.
Si teme la beffa, non sarebbe la prima per il Sevilla quest’ anno, ma Navas negli ultimi minuti si procura (accentuando parecchio, sua inveterata abitudine) un rigore, trasformato con classe e sicurezza da Kanouté. L’ ultimissima nota sul taccuino è per l’ espulsione in pieno recupero di Capdevila, doppia ammonizione per il catalano, frustrato come i suoi compagni da una gara della quale il Villarreal ha capito ben poco.

I MIGLIORI: Daniel Alves è uno spettacolo del quale non ci si stanca mai: esaltante la libertà e la confidenza con la quale si muove all’ interno del sistema di gioco sevillista, tenta qualunque cosa e nella maggior parte dei casi gli riesce, dalla sua area fino a quella avversaria può spuntare in ogni zona, inesauribile e capace di realizzare con lucidità la giocata difficile anche al 90’. Uomo-squadra al quale ogni definizione va stretta, ancora una volta funge da regista della squadra con lo splendido lancio per l’ 1-0 di Luis Fabiano e con una costante e sempre determinante partecipazione alle tante offensive della sua squadra. Lo assiste alla grande il solito Jesús Navas.
Tatticamente decisivo Fazio davanti alla difesa: giocando in questa zona l’ argentino può anche mascherare maggiormente certe sue carenze di rapidità e agilità, e far valere al meglio il suo eccellente senso della posizione. Calmo, razionale, preciso ed autorevole, da “pivote” somiglia al blaugrana Edmilson. Diego López perfetto in ogni occasione in cui è chiamato ad intervenire.
I PEGGIORI: Disperso Nihat, sottono Rossi che fatica a ricevere palloni ed entrare in azione con continuità. Sottomessi Senna ed Eguren. Non sono sinceramente un grande estimatore del Pires “maturo”, oggi davvero nullo: ripeto la mia idea, e cioè che ritmi così bassi si possono accettare da Riquelme e solo da Riquelme, in più Matias Fernández ne ha già fatta sin troppa di panchina…
Gonzalo Rodríguez non fa mancare i suoi salvataggi plastici, alcuni esaltanti, ma c’è tutto il suo errore sul gol di Luis Fabiano, poi rischia anche di regalare un gol a Keita che scivola al momento di mettere in rete. Pecche gravi.

Sevilla (4-1-4-1): Palop 6; Alves 7,5, Mosquera 6,5, David Prieto 6,5, Adriano 6; Fazio 7 (90'); Navas 7, Renato 6 (62'), Keita 6,5, Capel 6; L.Fabiano 6,5 (71').
In panchina: De Sanctis, Crespo, Kanouté 6,5 (62'), Poulsen s.v. (71'), Alfaro, Koné s.v. (90'), Duda.
Villarreal (4-4-2): D.López 7; J.Venta 6, Gonzalo 5,5 (85'), Godín 6, Capdevila 5,5; Cazorla 6, Senna 5,5, Eguren 5 (60'), Pires 5; Nihat 5, Rossi 5,5 (65').
In panchina: Viera, Angel, Cani 6 (60'), Matias Fernández s.v. (65'), Josico, Bruno, Cygan s.v.(85').

Goles: 1-0 (18'): Luis Fabiano define un pase largo de Alves. 2-0 (86'): Kanouté, de penalti.
Árbitro: Pérez Lasa, Colegio Vasco. Expulsó a Capdevilla por doble amarilla (80' y 89'). Amonestó a Fazio (26'), Gonzalo (43'), Godín (63'), Keita (70'), Javi Venta (82'), Senna (83') y Nihat (84').
Incidencias: Sánchez Pizjuán. 40.000 espectadores. En el descanso, el Sevilla recibió el premio de la IFFHS.


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