sabato, aprile 05, 2008

Noi siamo il Getafe.

Comunque andrà a finire questo quarto di finale, il Getafe potrà gonfiare il petto con orgoglio per aver pienamente affermato la sua identità anche in campo europeo. Dopo una mezzora iniziale infernale, di pura soggezione, anche contro il Bayern Monaco, anche all’ AllianzArena, gli uomini di Laudrup sono andati a giocare il loro calcio, a viso aperto, senza remore, rischiando pure ma ottenendo un preziosissimo, strameritato pareggio col gol al 90’ di Cosmin Contra.
E’ degno di ogni lode quello che sta facendo questa squadra, impegnata su tre fonti, con una rosa corta e limitate possibilità economiche, stracotta, afflitta continuamente da assenze di rilievo, ma vicina alla tranquillità nella Liga e soprattutto in finale di Copa del Rey e con ottime chances di passare alle semifinali in Uefa. E questo continuando nella linea ormai tradizionale della società, che passa per la valorizzazione dei talenti tanto in campo quanto in panchina (Laudrup a breve potrebbe seguire Quique e Schuster facendo il salto in un grande club).

La vera-chiave della partita del Getafe è stata sopravvivere ai primi 30 minuti, nel quale il rischio di goleada era sinceramente fortissimo. Imbarazzato, balbettante, incapace di uscire dalla metacampo e con Uche trasferito su un altro pianeta, il Getafe, squadra di costituzione leggera (coi pro e i contro che questo comporta), si è visto letteralmente travolto dalla superiore fisicità e intensità del Bayern, che ha imposto ritmi altissimi e una pressione incessante sulla difesa getafense, peraltro tremendamente rimaneggiata a causa delle pesanti assenze di Belenguer, Licht e soprattutto Cata Diaz (Mario e Tena inizialmente hanno visto le streghe, prendendosi subito un cartellino a testa, poi sono usciti molto bene alla distanza, soprattutto il secondo). Continue sovrapposizioni e sfondamenti sulle fasce, stabile presenza di Toni nell’ area di rigore (ciò che deve essere evitato come la peste), bombardamento, salvataggi disperati e sudori freddi. Il gol di Toni al 26’, di testa sovrastando De la Red su calcio d’ angolo, è l’ evento più logico, ed anche fin troppo ritardato.
Si dà il caso però che dopo il vantaggio la partita cominci a cambiare progressivamente volto: calato il ritmo il Bayern comincia a manifestare le sue debolezze di squadra senza filo logico a centrocampo, mentre il Getafe ha finalmente tempo e spazi per praticare il calcio che preferisce, manovrando e prendendo l’ iniziativa. Ne scaturiscono una pericolosissima incornata di Mario su calcio d’ angolo salvata sulla linea da Lahm, poi una palla mancata per un soffio sempre da Mario libero nell’ area di rigore su una punizione di Albin, ma il cambio di tendenza si manifesta in tutta la sua radicalità solo nel secondo tempo.
Il Getafe alza di molto il baricentro, combina nella metacampo avversaria con continuità sempre maggiore, e con una sua azione tipica (taglio verso l’ esterno dell’ attaccante a “svuotare” l’ area, inserimento a rimorchio del centrocampista: Uche di tacco favorisce Casquero, destro di poco alto del temibile incursore azulón) fa correre un brivido enorme all’ Allianz Arena.
Il Getafe fa la partita, ma questo non cancella i rischi, anzi la partita è assolutamente in bilico, perché il Bayern ha gli spazi per chiuderla in contropiede. Il gioco di Laudrup si basa su scambi corti e prevede molte sovrapposizioni, tagli e inserimenti dal centrocampo, un bel rimescolamento di posizioni insomma: se la palla viene persa sulla trequarti, non sempre gli undici riescono a recuperare ottimamente le posizioni, e ciò può offrire il fianco al gioco di rimessa. Se ne accorge il Bayern,che però si morde letteralmente le mani per aver sciupato, fra esitazioni e lentezze varie, ben due contropiedi clamorosi con Toni e Ribery.
Laudrup prova a riportare le misure giuste al suo 4-4-1-1, inserendo il più difensivo Celestini al posto di Casquero e rinvigorendo la fascia destra con Contra. Proprio dalla destra il Getafe porta i suoi attacchi più insistiti: clamorosa all’ 83’ l’ uscita a vuoto di Kahn su cross di Cortés (partita di grande quantità per il terzino), Manu (entrato al posto di Uche, ancora una volta mai pienamente convincente quella che doveva essere la perla del Getafe 2007-2008) di testa va a botta sicura, ma trova un palo clamoroso.
Sembra l’ ultima carta, ma proprio al 90’ arriva la meritata mazzata per il Bayern: percussione centrale di De la Red che smarca con grande intelligenza Albin in posizione regolare, l’ uruguaiano controlla maluccio in corsa col destro, il suo piede sbagliato, permettendo a Kahn di uscirgli addosso, l’ occasione pare sfumata, ma di nuovo Albin ritorna in possesso del pallone, crossa dalla destra, respinta pessima della difesa tedesca, Contra si avventa e anticipa tutti inserendosi al limite dell’ area, a dir poco geniale il pallonetto del romeno sull’ uscita di Kahn.

La crescita del Getafe è stata la crescita di De la Red: partito impreciso e messo sotto dal ritmo iniziale del Bayern, ha progressivamente acquisito continuità fino ad afermarsi ancora una volta come il trascinatore di questa squadra. Più passavano i minuti e più l’ ex-madridista saliva in cattedra, offrendosi ai compagni, impostando e portando palla sulla trequarti avversaria, combinando generosità e corsa a grandissima personalità e lucidità (anche quando non è particolarmente ispirato non smette mai di proporsi e assumersi le sue responsabilità, questo è fantastico).
In uno dei miei ultimi post sulla nazionale, scrissi provocatoriamente di preferire lui a Xabi Alonso in un eventuale ballottaggio: il giocatore del Liverpool ha classe superiore, grande eleganza e aperture da lasciare a bocca aperta, però ritengo De la Red un centrocampista più completo, versatile e alla lunga globalmente più incisivo sugli sviluppi del gioco. Il getafense ha maggior dinamismo, si sacrifica e si fa sentire di più in interdizione, non ha la visione di gioco e la classe di Xabi ma fa comunque girare la squadra benone, e in più ha la capacità di giocare più avanzato come mezzala e di inserirsi con grande pericolosità.
Xabi Alonso invece è molto più caratterizzato, un 4 alla Guardiola: se gioca davanti alla difesa non ha quelle doti difensive che gli allenatori richiedono sempre di più a chi occupa quella zona, mentre se gioca in un doble pivote assieme a un centrocampista difensivo (tipo Mascherano) non può trasformarsi in un “numero 8”, capace di spingersi sulla trequarti per rifinire o per inserirsi, il che può finire col rendere un po’ piatta l’ azione del centrocampo. E’ un giocatore di qualità indiscussa, ma che in qualunque modo venga schierato può finire col farti mancare slcune alternative tattiche importanti che invece De la Red può garantirti. Non è detto che il giocatore di qualità più alta sia sempre quello più utile, comunque si può sempre togliere Senna e fare spazio a tutti e due…


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4 Comments:

Blogger Entius said...

Ciao Valentino,
mi piacerebbe ospitare nel mio blog dei post scritti da altri blogger.
Per esempio tu potresti scrivere un post facendo il punto sul campionato spagnolo o parlando di un giocatore spagnolo o di una squadra spagnola in particolare.
Se ti va, scrivi il post e mandamelo via e-mail (bloginter@hotmail.it).
Ti ringrazio. A presto, Entius

PS: Possibilmente non scrivere un post troppo lungo.

11:09 AM  
Blogger valentino tola said...

Ciao Entius, ti ringrazio per la proposta però in questo periodo non ho molto tempo durante la settimana. Ho scritto sulle partite di coppa di Barça e Getafe, però per il resto non trovo il tempo per approfondimenti che avevo già in mente per questo blog: ora purtroppo devo limitarmi alla cronaca delle partite del week-end e ai commenti sulle coppe. Comunque tengo a mente la tua proposta e quando potrò mi farò eventualmente vivo.
Grazie ancora.

11:37 AM  
Anonymous Anonimo said...

Ti avevo chiesto due righe ed invece ci hai regalato un post dei tuoi, come sempre perfetto...troppo generoso :D

Non mi trovo d'accordo soltanto sul confronto tra De la Red e Xabi Alonso (giocatore che, da quello che mi pare di aver capito, non puoi proprio vedere), pur considerando il canterano del Madrid un ottimo giocatore, soprattutto in prospettiva.

4:41 PM  
Blogger valentino tola said...

Ero un fan di Guardiola, quindi non posso proprio odiare Xabi Alonso. E' un giocatore splendido in quelle poche cose che sa fare (come Xavi), dico solo che nel contesto della nazionale De la Red potrebbe offrire più alternative, visto anche che Xabi, a differenza di Cesc e Xavi, non può nemmeno giocare da mezzala. In particolare sono ossessionato dal problema del gol, e visto che è molto probabile il modulo ad una punta e che i centrocampisti spagnoli attuali non hanno molto il gol in canna (a parte Cesc), un centrocampista "totale" come De la Red, in grado di andare in gol con maggior facilità di Alonso, Xavi o Senna, va tenuto assolutamente d' occhio, senza contare la sua versatilità tattica, che in Spagna non hanno in tanti (ha fatto pure il difensore centrale quest' anno!).
L' ho buttata lì un po' come provocazione, pensando anche a Benitez che al Real Madrid avrebbe proposto proprio uno scambio Xabi Alonso-De la Red: io comprendo la logica sottostante a questa sua proposta, perchè Rafa ha già un centrocampista di posizione intoccabile come Mascherano, e accanto all' argentino ha bisogno di un elemento più dinamico nelle due fasi(vedi anche il recente utilizzo di Lucas Leiva).
Ciò non toglie che quest' anno al Real Madrid manchi proprio un elemento con le caratteristiche di Xabi Alonso: come vedi, dipende dai diversi contesti.

5:24 PM  

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