Heitinga, nuovo colchonero.
Ufficializzato in settimana il trasferimento per la prossima stagione di Johnny Heitinga dall' Ajax all' Atlético Madrid. Contratto di cinque anni e circa dieci milioni di euro nelle casse dell' Ajax, secondo quanto riportato da "De Telegraaf".
Di seguito Alec Cordolcini, collaboratore del "Guerin Sportivo" e de "La Settimana Sportiva" (al cui interno vi consiglio la rubrica da lui curata "Radio Olanda"), attento osservatore del calcio olandese, ce ne offre un ritratto.
Promette tanto e mantiene poco, proprio come l’Atletico Madrid. Fosse stato acquistato dai Colchoneros dodici mesi fa questa sarebbe stata una più che fedele presentazione di John Heitinga, ennesimo virgulto del vivaio Ajax (entrò nelle giovanili dopo che la madre lo portò ad un provino come regalo per il suo settimo compleanno) lanciato in età precoce in prima squadra da quel maestro di calcio che risponde al nome di Co Adriaanse (esordio il 26 agosto 2001 in Feyenoord-Ajax 1-2, età 17 anni e 284 giorni, posizione numero 23 nella classifica degli esordienti più giovani di sempre in maglia biancorossa).
Una prima stagione di ottimo livello e foriera di grandi promesse, quella successiva passata quasi interamente in infermeria, poi il ritorno e il definitivo consolidamento della propria posizione nell’undici titolare. Difensore centrale, terzino destro, interno di centrocampo: dove lo mettono lui ubbidisce, anche se qualcosa comincia a non girare. Arriva comunque l’esordio in nazionale nel febbraio 2004 (Olanda-Stati Uniti 1-0, incontro amichevole), ma arrivano anche le prime critiche, perché passano le stagioni e ci si accorge che il 21enne Johnny Heitinga risulta essere tale e quale al 18enne Johnny Heitinga, amnesie ed errori compresi. Crescita zero insomma, e aumenta il sospetto che il tourbillon di ruoli nasconda in realtà il tentativo da parte degli allenatori dell’Ajax di definire una posizione in campo nel quale il ragazzo riesca finalmente a sfruttare appieno le proprie capacità.
Come si diceva all’inizio, promette tanto e mantiene poco. Almeno fino al 2007, l’anno della grande svolta. Schierato nuovamente al centro della difesa a fianco di Jaap Stam, Heitinga termina la passata stagione in crescendo; poi, quando l’ex difensore di Manchester United, Lazio e Milan annuncia il proprio ritiro, la metamorfosi del ragazzo nato nel paesino di Alphen aan de Rijn il 15 novembre 1983 si completa, trasformandolo nel perno principale dell’ondivago e vulnerabile reparto arretrato dell’Ajax. Cuore Johnny, dicono, ma quello c’era anche prima, così come le ottime qualità fisiche e la buona corsa; a queste però si sono aggiunte anche concentrazione, personalità e razionalità tattica. Non solo cuore, quindi, ma anche anima.
Marco van Basten ha deciso di costruire attorno a lui la difesa dell’Olanda proiettata all’Europeo 2008, l’ultimo scoglio verso l’acquisizione della piena maturità. L’Atletico Madrid arriva in un momento cruciale della propria carriera, mai come ora forse nel suo periodo migliore.
Ciò che Heitinga rappresenta oggi per l’Ajax è sintetizzabile in questo dato: nell’attuale stagione 1620 minuti giocati in Eredivisie, 180 nei preliminari di Champions, 210 in Coppa Uefa, 210 nella Coppa d’Olanda e 90 nel Johan Cruijff Schaal, ovvero nemmeno un secondo di un incontro ufficiale saltato, vuoi per infortunio, sostituzione o scelta tecnica. E in più un rendimento altissimo, corroborato anche da quei gol su calcio d’angolo (di testa o in mischia) che rappresentano un po’ il suo marchio di fabbrica e che adesso cominciano ad arrivare con buona costanza persino in nazionale (vedi le ultime due amichevoli degli oranje, il 3-0 rifilato alla Croazia e il recente 4-3 all’Austria).
Avevano cominciato a chiedergli se intendeva soffiare il titolo di mister Ajax a Sjaak Swart, 463 partite in maglia ajacide, e non era un buon segno; la risposta è arrivata da Madrid al prezzo di 10 milioni di euro. La fidanzata Charlotte Sophie Zenden (sorella del calciatore Boudewijn), che recentemente aveva espresso il desiderio di “vivere un’esperienza all’estero”, può ritenersi soddisfatta, l’Atletico Madrid (il cui ultimo precedente con un giocatore battente bandiera oranje, Jimmy Floyd Hasselbaink, è altamente positivo) pure. Se l’anno prossimo la squadra cresce come ha fatto Heitinga negli ultimi dodici mesi, può puntare direttamente al titolo.
Alec Cordolcini
Di seguito Alec Cordolcini, collaboratore del "Guerin Sportivo" e de "La Settimana Sportiva" (al cui interno vi consiglio la rubrica da lui curata "Radio Olanda"), attento osservatore del calcio olandese, ce ne offre un ritratto.
Promette tanto e mantiene poco, proprio come l’Atletico Madrid. Fosse stato acquistato dai Colchoneros dodici mesi fa questa sarebbe stata una più che fedele presentazione di John Heitinga, ennesimo virgulto del vivaio Ajax (entrò nelle giovanili dopo che la madre lo portò ad un provino come regalo per il suo settimo compleanno) lanciato in età precoce in prima squadra da quel maestro di calcio che risponde al nome di Co Adriaanse (esordio il 26 agosto 2001 in Feyenoord-Ajax 1-2, età 17 anni e 284 giorni, posizione numero 23 nella classifica degli esordienti più giovani di sempre in maglia biancorossa).
Una prima stagione di ottimo livello e foriera di grandi promesse, quella successiva passata quasi interamente in infermeria, poi il ritorno e il definitivo consolidamento della propria posizione nell’undici titolare. Difensore centrale, terzino destro, interno di centrocampo: dove lo mettono lui ubbidisce, anche se qualcosa comincia a non girare. Arriva comunque l’esordio in nazionale nel febbraio 2004 (Olanda-Stati Uniti 1-0, incontro amichevole), ma arrivano anche le prime critiche, perché passano le stagioni e ci si accorge che il 21enne Johnny Heitinga risulta essere tale e quale al 18enne Johnny Heitinga, amnesie ed errori compresi. Crescita zero insomma, e aumenta il sospetto che il tourbillon di ruoli nasconda in realtà il tentativo da parte degli allenatori dell’Ajax di definire una posizione in campo nel quale il ragazzo riesca finalmente a sfruttare appieno le proprie capacità.
Come si diceva all’inizio, promette tanto e mantiene poco. Almeno fino al 2007, l’anno della grande svolta. Schierato nuovamente al centro della difesa a fianco di Jaap Stam, Heitinga termina la passata stagione in crescendo; poi, quando l’ex difensore di Manchester United, Lazio e Milan annuncia il proprio ritiro, la metamorfosi del ragazzo nato nel paesino di Alphen aan de Rijn il 15 novembre 1983 si completa, trasformandolo nel perno principale dell’ondivago e vulnerabile reparto arretrato dell’Ajax. Cuore Johnny, dicono, ma quello c’era anche prima, così come le ottime qualità fisiche e la buona corsa; a queste però si sono aggiunte anche concentrazione, personalità e razionalità tattica. Non solo cuore, quindi, ma anche anima.
Marco van Basten ha deciso di costruire attorno a lui la difesa dell’Olanda proiettata all’Europeo 2008, l’ultimo scoglio verso l’acquisizione della piena maturità. L’Atletico Madrid arriva in un momento cruciale della propria carriera, mai come ora forse nel suo periodo migliore.
Ciò che Heitinga rappresenta oggi per l’Ajax è sintetizzabile in questo dato: nell’attuale stagione 1620 minuti giocati in Eredivisie, 180 nei preliminari di Champions, 210 in Coppa Uefa, 210 nella Coppa d’Olanda e 90 nel Johan Cruijff Schaal, ovvero nemmeno un secondo di un incontro ufficiale saltato, vuoi per infortunio, sostituzione o scelta tecnica. E in più un rendimento altissimo, corroborato anche da quei gol su calcio d’angolo (di testa o in mischia) che rappresentano un po’ il suo marchio di fabbrica e che adesso cominciano ad arrivare con buona costanza persino in nazionale (vedi le ultime due amichevoli degli oranje, il 3-0 rifilato alla Croazia e il recente 4-3 all’Austria).
Avevano cominciato a chiedergli se intendeva soffiare il titolo di mister Ajax a Sjaak Swart, 463 partite in maglia ajacide, e non era un buon segno; la risposta è arrivata da Madrid al prezzo di 10 milioni di euro. La fidanzata Charlotte Sophie Zenden (sorella del calciatore Boudewijn), che recentemente aveva espresso il desiderio di “vivere un’esperienza all’estero”, può ritenersi soddisfatta, l’Atletico Madrid (il cui ultimo precedente con un giocatore battente bandiera oranje, Jimmy Floyd Hasselbaink, è altamente positivo) pure. Se l’anno prossimo la squadra cresce come ha fatto Heitinga negli ultimi dodici mesi, può puntare direttamente al titolo.
Alec Cordolcini
Etichette: Atlético Madrid, Calciomercato, Giocatori
9 Comments:
ciao valentino.. quante possibilità dai in percentuale che el kun aguero venga acquistato da una big a fine stagione???penso sia un po il sogno di tutti..
ciao vale, ti chiedo il tuo parere su aguirre prima di tutto, a me non piace,ma leggo che in spagna è molto apprezzato (adesso vado spesso a leggere cristian pulina, per tener allenato lo spagnolo, e lui lo definisce come il migliore allenatore di spagna). heitinga può portare quella personalità che manca al reparto dietro degli spagnoli? comunque un buon acquisto, dai...
Marco, Agüero in questo momento si trova in una big, o, per meglio dire, in squadra che può diventare una “big” con la sua definitiva maturazione. A lui, per la cronaca, s’erano interessati i “neroblu” per cui io faccio il tifo, ma il prezzo (55 mln, 35 in più di quel Pato tanto inseguito e che ora fa meraviglia sull’altra sponda calcistica di Milano) ha consigliato di rinunciare, anche se nell’anno del centenario Moratti una follia per lui potrebbe tranquillamente farla.
Mah!? A me non ha mai entusiasmato (non mi pare eccellente in niente, al limite discreto in tutto... non ha la classe di un Milito, l'esplosività di un Puyol, il colpo di testa di un Garay, il senso dell'anticipo di Nesta o quello della posizione di un Terry), anche se è vero che nell'ultimo anno ho seguito poco l'Ajax (ma stante alle statistiche, non mi pare che la difesa dei lancieri quest'anno sia impenetrabile, e se Heitinga ne è il perno...). Cmq, meglio del Pablo visto in questa stagione...
Marcello.
@ Marco e Antonio
Non esiste questa possibilità, non può esistere, non deve esistere. Come ha detto Antonio, l' Atlético è una grande, storicamente lo è, quindi non è una squadra che vende, ma che compra, quella di Fernando Torres è stata un' eccezione che ha fatto bene sia al giocatore che al club.
Moratti può continuare a sognare ancora qualche annetto, come fa anche per Messi.
@ cespo
Aguirre fece un lavoro straordinario all' Osasuna, quella squadra tutta organizzazione e intensità magari non era spettacolare ma era difficilmente digeribile per tutti (ad esempio era una delle squadre che più soffriva il Barça del biennio magico 2004-2006, per il pressing molto alto, ricordo ad esempio un 3-1 senza storia nel 2006 a Pamplona). Non era spettacolare perchè praticava un calcio basato molto più sull' atletismo che sulla tecnica, ma non perchè fosse catenacciara, accusa da qualcuno ingiustamente rivolta ad Aguirre, che invece ama una squadra raccolta in 30 metri di campo e possibilmente con la linea difensiva abbastanza alta.
Il messicano vuole soprattutto intensità in mezzo al campo, predilige un centrocampista difensivo accompagnato ad un incursore, non gli piacciono molto nè il regista puro nè il trequartista. Queste sue preferenze rivelano anche quello che è uno dei maggiori difetti del suo Atlético, cioè la difficoltà ad elaborare gioco di qualità contro difese schierate.
Il meglio l' Atlético lo esprime in contropiede con Aguero, Forlan e Simao: contropiede corto (cioè la cosiddetta "ripartenza")generalmente quando si il risultato è in parità e si cerca di aggredire in pressing nella trequarti avversaria, contropiede più lungo quando l' Atlético si trova già in vantaggio e tende più a ripiegare nella sua metacampo inducendo l' avversrario a scoprirsi.
Però per il resto la manovra dell' Atlético convince poco, la salvano solo la qualità delle individualità offensive. Anche in fase di non possesso poi, quella che l' Osasuna eseguiva tanto bene, le pecche ci sono eccome, dal centrocampo raffazzonato al difetto di coordinazione nei movimenti della difesa. Va detto comunque che a determinare questi aspetti hanno contribuito anche la scelte della società (in parte seclete anche di Aguirre comunque), che hanno disegnato una rosa rivelatasi discretamente squilibrata.
Insomma, non credo che quest' Atlètico possa essere promosso a pieni voti: indipendentemente dall' eventuale qualificazione alla Champions, io l' allenatore a fine stagione lo cambierei.
@ Marcello
E' un giocatore che io non sono riuscito ancora ad inquadrare. Ne parlavo con Alec, dicendo che il mio timore maggiore è l' incontro fra un club eterno incompiuto e un giocatore che ancora deve consacrarsi appieno. Se i riscontri fossero positivi, penso che l' Atlético potrebbe guadagnare un buon leader difensivo. Accanto a un marcatore esperto come Ujfalusi o accanto al velocista Perea.
Rispetto a Pablo guadagnerebbe sicuramente in agilità e velocità, e in più Heitinga ha una caratteristica molto importante che manca tanto all' Atlético quest' anno, cioè la capacità d' impostare l' azione dalla difesa. Ha un lancio eccellente di 30-40 metri, col quale dal centro-destra della difesa potrebbe pescare immediatamente Simao. In questo, solo in questo, credo sia meglio di Gabi Milito.
e se Aguirre invece rimanesse, magari con gli acquisti giusti...
ovvero un paio di difensori più uno specialista difensivo per il centrocampo?
markovic
Per il centrocampo servono uno specialistra difensivo e anche un regista alla Xabi Alonso, poi aggiungerei anche un terzino destro, un sostituto per Reyes e aun attaccante di riserva al posto di Mista.
Comunque Aguirre potrbbe anche restare, non è certo un cane, però un Marcelino o un Benitez svincolato dal Liverpool...
metto la mano sul fuoco che fra max due anni aguero se ne va..
Beh, se fra due anni l' Atlético non dovesse essersi consolidato ai vertici, qualche discorso comincerebbe ad aprirsi... però per la prossima estate l' ipotesi resta assolutamente da scongiurare (penso ci sarebbero delle rivolte popolari).
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