lunedì, marzo 24, 2008

VENTINOVESIMA GIORNATA: Real Madrid-Valencia 2-3: Villa (V); Raúl (R); Raúl (R); Villa, rig. (V); Arizmendi (V).

Beffa clamorosissima: proiettato generosamente all’ attacco, chiaramente meritevole del vantaggio, col Valencia che (un po’ come all’ andata col Barça in Copa del Rey) si aggrappa ai miracoli di Hildebrand e ai salvataggi disperati, il Madrid all’ 89’ subisce una vera e propria mazzata quando Arizmendi (sì lui proprio lui!) improvvisa un’ incursione tanto estemporanea quanto devastante: il lancio di Miguel non sembra molto commestibile, ma se l’ ex Depor ha un pregio, riconosciuto anche dai suoi più acerrimi detrattori (quorum ego), è proprio quello di crederci sempre. In campo aperto la sua falcata è poi tutt’ altro che trascurabile, e le lunghe leve gli permettono di guadagnare un testa a testa sulla destra con Cannavaro, saltato di slancio: conquistato il fondo del campo, il manuale consiglierebbe di alzare la testa e controllare a centro area la migliore opzione… ci sono però due condizioni che in questo caso specifico mandano all’ aria ogni premessa teorica: la prima è che dalla mezzora del secondo tempo in poi il Valencia ha praticamente smesso di portare più di uno-due giocatori oltre la sua metacampo, quindi c’è poco da alzare la testa; la seconda è che Casillas, aspettandosi il cross verso il centro, ha lasciato uno spiraglio sul suo palo… Arizmendi se ne accorge, l’ intuizione è geniale e desacralizza bruscamente la figura del distratto portiere madridista, gettando nella crisi più nera il Real Madrid, ora a solo +4 sul Barça e addirittura sotto attacco del Villarreal, portatosi a –6.
L’ impressione è stata quella di una sorta di beffardo contrappasso, col Real Madrid vittima della più classica delle partite stregate, proprio come lo erano frequentemente le sue avversarie fino a qualche mese fa: nelle ultime fasi di partita, più si intensificavano gli attacchi madridisti, più pareva accrescersi la sensazione d’ invincibilità del Valencia.

Senza Van Nistelrooy, Schuster imposta Raúl prima punta, con Julio Baptista sulla trequarti; Koeman replica il 4-3-3 estremamente atipico dell’ ultima col Barça: Silva falso centravanti, Villa largo a sinistra, Mata mezzala sinistra.
Nelle prime fasi, il Valencia sembra messo meglio in campo e più reattivo: interessante il contropiede manovrato degli ospiti, che aspettano nella loro metacampo e una volta riconquistata palla si lanciano come frecce negli spazi. L’ assetto di Koeman dà pochi punti di riferimento e induce i difensori madridisti a perdere la posizione: Villa, Silva e Mata si incrociano ed escono dalla metacampo con combinazioni palla a terra di rapidità e qualità veramente sopraffina, la sensazione di pericolo, anche solo potenziale, è viva.
Entrando nel cuore del primo tempo è però il Real Madrid a venire maggiormente fuori, avvicinandosi con maggior frequenza dalle parti di Hildebrand quando fra le linee comincia a crearsi qualche combinazione in più e quando Sergio Ramos trova spazio sulla destra. Poche palle-gol serie, la più ghiotta per Raúl che però non trova l’ impatto migliore sul tiro-cross veloce dalla destra di Sneijder.
Quando però sta venendo fuori il Real Madrid, il Valencia passa: fa tutto Villa, prima ottiene un calcio d’ angolo con una gran sassata, poi fredda Casillas imbeccato da Silva, al termine di un’ azione avviata da una gravissima palla persa sulla trequarti in uscita dal calcio d’ angolo da Sneijder, azione nella quale il solito disastroso ritardo difensivo di Marcelo tiene in gioco Villa.
Nemmeno il tempo di fare i conti però che Raúl ristabilisce la parità, approfittando con mestiere della disattenzione di Helguera (appena subentrato a Marchena, stordito da una pallonata) sul cross di Robinho dalla sinistra. Successivamente Robinho incorna male un crossa di Baptista dalla destra, ultima emozione di un primo tempo equilibrato e di buon spessore.
Competitivo e a tratti convincente nel primo tempo, il Valencia perde campo nella ripresa: comincia progressivamente ad affiorare la mancanza di riferimenti saldi là davanti, non si riesce più a uscire dalla metacampo con la limpidezza e la fluidità del primo tempo, e il Madrid si impadronisce del gioco, sfondando al 10’: palla recuperata sulla trequarti, Guti filtra e ha finalmente a disposizione il “pase definitivo”, del quale beneficia un Raúl semplicemente perfetto nella finalizzazione, controllo e sinistro angolato che fa sponda sul primo palo, lo chiamano senso del gol.
Koeman capisce che è ora di cambiare il copione: dentro Morientes come pivot offensivo, e Baraja per uno spento Banega, si torna a un 4-2-3-1 vecchio stile. Però visto l’ andazzo della partita per tirare su il Valencia è fondamentale la benevolenza madridista, che si materializza nello stupidissimo rigore regalato da Cannavaro, il quale con Silva spalle alla porta dentro l’ area di rigore affollata non trova niente di meglio che un evitabilissimo goffo spintone, prontamente ravvisato dall’ arbitro: Villa ringrazia e completa la sua doppietta.
In situazione di parità, le squadre, poco lucide, cominciano ad allungarsi paurosamente, situazione che favorisce il Real Madrid che su queste transizioni da un’ area all’ altra avrà costruito un 90% dei suoi punti stagionali. Hildebrand appronta i santini a protezione della sua porta, comincia il bombardamento: 29’: Robinho dalla destra sevizia Albiol con una doppia finta sulla linea di fondo (!), pase de la muerte per l’ inserimento di Sneijder ma Helguera nonsisacomenonsisaperchè salva sulla linea; 32’: punizione a spiovere di Sneijder dalla sinistra, nessuno la tocca, Hildebrand respinge non solo questa ma anche la successiva doppia ribattuta di Higuain; 40’: Raúl di prima serve lo scatto di Higuain (entrato al posto di Robinho, con l’ altro subentrato Robben, al ritorno dall’ infortunio, spostato a sinistra), che evita il portiere ma da posizione defilata scaglia sul palo esterno, davvero complicato il rapporto fra il valido “Pipita” e il gol.
Il Valencia difende nella maniera più rozza possibile, ammucchiando uomini e guardando nervosamente l’ orologio, ma ecco arrivare il citato episodio-clou, la “follia” di Arizmendi (e di Casillas…), una doccia forse anche più gelida del gol-farsa subito col Getafe. E non è finita, già nel recupero l’aura di invincibilità di Hildebrand trova la sua manifestazione più estrema, strepitoso il guizzo del portiere tedesco sul colpo di testa a botta sicura di Raúl, guizzo che nega al Madrid perfino il contentino di uno striminzito pareggio.

I MIGLIORI: Arizmendi eroe per caso, oltre al gol da notare la solita partita di sacrificio difensivo, che non fa mancare mai (è uno di quei giocatori che indubbiamente piacciono agli allenatori, per la loro dedizione alla causa e per la loro disponibilità a fare da cavia per gli esperimenti tattici più bizzarri). Il mio timore è che prodezze come questa possano spingere Aragonés a portarselo agli Europei… quindi caro Angel, nelle prossime partite vedi di tornare in te!
E’ Villa comunque il leader tecnico della squadra, partitone il suo: largo a sinistra, tutti lo cercano per portare l’ azione nella metacampo madridista, e il Guaje conferma di essere un attaccante meraviglioso, il migliore di quelli spagnoli, perché capace di creare gioco per i compagni oltre che di finalizzare l’ azione con classe e freddezza. Due gol e tanto sacrificio sulle avanzate di Sergio Ramos (questo Valencia non è affatto una squadra ben messa in campo, però tutti vogliono dare una mano, questo è già importante), speriamo soltanto che non vogliano farne un’ ala sinistra a tutti gli effetti: è vero che la partenza da sinistra è la sua azione preferita e che giocando così non corre il rischio di rimanere schiacciato sui centrali avversari, ma è anche vero che alla lunga il rischio è quello di costringerlo troppo lontano dalla porta e di togliergli lucidità al momento di eseguire le giocate. Sarà quindi importante che in questo triangolo offensivo che forma con Mata e Silva (un’ idea interessante di Koeman, perché Mata esterno sinistro e Villa unica punta mi parevano più irrigiditi), gli scambi di posizione siano costanti e la ripartizione degli sforzi equilibrata.
Hildebrand benedetto dagli dei del calcio: un po’ con la fortuna, un po’ con le prodezze, salva il risultato. Colpi di reni prodigiosi, parate sulla linea, doppi salvataggi… c’è di tutto nella sua partita, ora dovrà dare continuità, perché a partite come questa e quella di Copa del Rey al Camp Nou ha già alternato sin troppe indecisioni e letture errate.
Non toglie l’ amarezza della sconfitta, ma non va messa in secondo piano la prestazione da grande capitano e da grande campione di Raúl: costretto a surrogare Van Nistelrooy in un ruolo non suo, ci mette tutto il mestiere e la caparbietà che gli sono propri: difende palla, favorisce i compagni, lotta su tutti i palloni riuscendo spesso ad anticipare gli avversari, arrivando al quindicesimo gol, il che inizia ad avvicinarlo alle sue migliori stagioni. Si nota il rientro di Sergio Ramos, solito enorme contributo atletico.
I PEGGIORI: Il Madrid regala letteralmente questa partita, basta vedere il secondo e il terzo gol. L’ imputato principale è un Cannavaro semplicemente catastrofico: inconcepibile per un difensore della sua esperienza e del suo blasone il rigore del 2-2, piuttosto triste poi la resa ad Arizmendi (già suo torturatore l’ anno scorso col Deportivo) sul 2-3. L’ altro Babbo Natale è Iker, cui per stavolta siamo obbligati a togliere il titolo di santo: il gol preso sul suo palo da Arizmendi è una gaffe pesantissima. Pesci fuor d’ acqua Baptista, Sneijder (grave la palla persa sullo 0-1) e Gago, non è la prima volta.
Non molto in partita anche Banega, è un match di transizioni rapide che non si addice tanto alle sue caratteristiche. L’ argentino ama infatti “assaporare” il pallone, come dimostra anche quando rallenta un paio di contropiedi piuttosto interessanti.

Real Madrid (4-4-1-1): Casillas 5; Ramos 6,5, Pepe 6, Cannavaro 4, Marcelo 5,5; Sneijder 5,5, Gago 5,5, Guti 6,5, Robinho 6 (77'); Baptista 5,5 (62'), Raúl 7,5.
In panchina: Dudek, Heinze, Diarra, Drenthe, Robben 5,5 (62'), Higuaín 6 (77'), Soldado
Valencia (4-3-3): Hildebrand 7,5; Miguel 6, Albiol 6, Marchena s.v. (32'), Caneira 6; Banega 5,5 (64'), Maduro 6, Mata 6 (64'); Arizmendi 7,5, Silva 6,5, Villa 7,5.
In panchina: Mora, Helguera 5,5 (32'), Alexis, Sunny, Baraja 6 (64'), Joaquín, Morientes 5,5 (64').

Goles 0-1 (33'): Gran pase al hueco de Silva a Villa, que se planta ante Casillas y le bate con la derecha. 1-1 (34'): Raúl remata de cabeza en el área pequeña un centro de Robinho. 2-1 (55'): Raúl recibe de Guti y marca de tiro ajustado con la izquierda. 2-2 (66'): Villa convierte con la derecha un penalti de Cannavaro a Silva. 2-3 (88'): Arizmendi culmina un contragolpe con la derecha.
Árbitro: Clos Gómez, Del Colegio Aragonés. Amonestó a Marchena (23'), Pepe (83'), Cannavaro (83') y Marcelo (91').
Incidencias: Santiago Bernabéu. Tres cuartos largos. 69.198 espectadores.


Etichette: , ,

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Hildebrand è un gran portiere. ancora una volta Cannavaro , disastroso, vede i sorci verdi, cioè Arizmendi. che strano giocatore. comunque splendida Pasqua!

KUBALA

8:39 PM  
Blogger valentino tola said...

Arizmendi e Uche sono le bestie nere di Cannavaro.

10:46 PM  

Posta un commento

<< Home