domenica, marzo 23, 2008

VENTINOVESIMA GIORNATA: Sevilla-Atlético Madrid 1-2: Maxi Rodríguez (A); Diego Capel (S); Agüero (A).

Non è (nemmeno per sogno) ciò che si definisce una grande squadra, ma è inconfutabile la prova di maturità con la quale l’ Atlético si è aggiudicato tre punti meritatissimi e potenzialmente devastanti in questo spareggio per il quarto posto: ora i punti sul Sevilla sono 5, e c’è anche il vantaggio degli scontri diretti in caso di arrivo a pari punti. Sevilla deludentissimo: come il ritorno col Fenerbahçe, questa partita è l’ immagine fedele di una squadra che durante la stagione si è mostrata incapace di controllare le situazioni con la sicurezza che le era propria l’ anno scorso, perdendo continuità e solidità nell’ espressione del suo gioco, stasera paurosamente involuto.
Da sottolineare anche i deprecabili episodi di violenza di cui si son resi protagonisti i giocatori di casa, evidentemente incapaci di accettare con sportività la superiorità dell’ avversario: da squalifica mensile la testata con cui, già sull’ 1-2, Maresca spacca il naso ad Agüero e manda praticamente in malora la partita, ma vanno segnalati anche l’ entrataccia di Poulsen su Raúl García nel primo tempo (che costringerà poi il giocatore colchonero ad uscire ad inizio ripresa) e il calcio sul volto (questo forse più involontario, ma evitabile)di Luis Fabiano a Pablo, già dopo l’ espulsione di Maresca.

Dopo una primissima fase di batti e ribatti in un’ area e nell’ altra (terrificante Pablo, i primi due palloni li cicca e quasi regala due palle-gol al Sevilla), il dominio passa chiaramente all’ Atlético. Il Sevilla non riesce proprio a trovare le misure, disunito e incapace di trovare gli appoggi e le connessioni per poter sviluppare la propria manovra: il pallone viene perso facilmente prima che arrivi a Kanouté e Luis Fabiano, Camacho e Raúl García fanno la voce grossa a centrocampo, la mediana sevillista viene saltata con facilità e una volta filtrato sulla trequarti l’ Atlético attacca con insistenza il lato destro della difesa sevillista, dove Simao, con l’ appoggio a turno di Forlán e Agüero, crea facilmente situazioni di superiorità numerica, approfittando della nota propensione di Alves a lasciare scoperta quella zona, cosa che costringe Mosquera (e Poulsen) ad allargarsi e a liberare spazi al centro per gli inserimenti degli incursori colchoneros.
Proprio da una situazione di questo tipo al 18’ nasce il sacrosanto vantaggio dell’ Atlético: Forlán viene incontro sulla trequarti come suo costume, Poulsen esce a vuoto, si crea un buco fra le linee, Navas tenta di tapparlo stringendo al centro ma Forlán ha già scaricato sulla sinistra per Simao, cross in libertà del portoghese, velenoso attraversa tutta l’area e dall’ altra fascia arriva smarcato Maxi Rodríguez (questa è la sua azione, inserimento a sorpresa sul lato scoperto delladifesa avversaria), il quale sentenzia con l’ aiuto di una deviazione di Adriano.
Da qui, dalla sinistra, l’ Atlético costruisce la sua superiorità, e ancora sono brividi al 32’ quando Simao scappa ad Alves sulla sinistra, trova Agüero al centro dell’ area e il Kun con uno dei suoi movimenti dentro l’ area manda al bar Mosquera e solo per poco non trova il tap-in di Forlán sul suo diagonale rasoterra.
L’ ultimo quarto del primo tempo vede un Atlético un po’ più attendista, il Sevilla riprende familiarità col pallone, sguinzaglia Daniel Alves e sollecita di più Luis Fabiano: non crea però grossi pericoli, e anzi perde pure per infortunio Jesús Navas, sostituito da De Mul. Più convinto l’ assalto di inizio ripresa, che porta subito al gol: Poulsen azzecca la prima azione della serata, facendo filtrare un bel pallone sulla trequarti, la triangolazione Kanouté-Luis Fabiano taglia fuori Perea e Pablo, Abbiati respinge la conclusione di Kanouté, ma lo fa sui piedi dell’ accorrente Diego Capel, che può liberare la gioia per il suo terzo gol nella Liga.
Sembra la svolta, il Sevilla preme, ma rimane sempre vivo il pericolo dell’ attacco colchonero, l’ unico vero ingrediente “da Champions” dei biancorossi madrileni: Agüero prima avvisa scappando via ad Escudé in area di rigore (il francese lo stende, ma l’ arbitro non vede il rigore nettissimo), poi al 56’ non perdona col suo istinto magico: traversone dalla destra di Antonio López, pisolino di Alves (che con le sue debolezze difensive ha compensato negativamente il solito grande attivismo offensivo), il Kun ruba il tempo, da sinistra taglia verso il centro dell’ area e fredda Palop.
La cosa precipita, ci pensa Maresca a mettere la parola fine: non ha nessun interesse quello che gli dice prima Agüero (probabilmente non un invito a cena), la testata è disgustosa, insensata ed irresponsabile, compromettendo quasi del tutto le chances della sua squadra. E pensare che Manolo, soltanto sei minuti prima, lo aveva inserito per evitare la seconda ammonizione a Poulsen…
Da qui al fischio finale l’ Atlético si dedica a una gestione magari un po’ rilassata del vantaggio (se Kanouté non venisse fermato per un fuorigioco inesistente ci potrebbe anche scappare il 2-2) ma di successo di fronte a un Sevilla comunque costretto a giocare tutto sui nervi e sull’ improvvisazione, con Koné come carta della disperazione.

I MIGLIORI: L’ Atlètico, abbiamo detto, ha vinto buona parte del match sulla fascia sinistra: il quadro tattico favorevole ha offerto continui uno contro uno a Simao nel primo tempo, e sappiamo che il portoghese sa conquistare il fondo con grande facilità. Giocatore di spessore internazionale indiscusso, senza dubbio l’ esterno di maggior profondità nel parco di cui dispone Aguirre (pericoloso anche per l’ abilità nel trovare il palo lungo col destro a girare dalla sinistra), si sta rivelando importante in quest’ ultima fase di stagione nella quale finalmente ha potuto trovare la continuità sperata.
L’ attacco colchonero è poi la solita macchina: come al solito movimento e quantità in dosi industriali da Forlán, magia da Agüero, la cui rapidità e abilità negli ultimi metri si è dimostrata assolutamente fuori portata per i poveri difensori del Sevilla. Ruba sempre quel secondo decisivo, sia quando scappa sullo stretto sia quando arriva primo sulle palle vaganti in area di rigore (potrebbe non sembrare, ma è piuttosto bravo anche di testa, ne ha segnati parecchi così quest’ anno). Al dodicesimo gol, è la vera perla di questa Liga 2007-2008.
Funziona bene il centrocampo: il giovane Camacho fa le cose semplici ed è sempre presente, Raul Garcia gioca un primo tempo continuo e autorevole.
I PEGGIORI: Dispiace perché sembra la Pecora Nera, ma Pablo è un brivido ogni volta che tocca palla (anche se migliora nel corso del match, pure stavolta regala svarioni che potevano costare carissimo), logico che Aragonés non lo abbia convocato. Anche Abbiati trasmette poca sicurezza: qualche buon riflesso, ma non trattiene il pallone, respinge male e nelle uscite fa venire gli incubi (in un'’occasione ha quasi regalato un gol a Luis Fabiano).
Va a segno, ma Capel continua a far pensare che in realtà sia di più quello che toglie rispetto a quello che dà alla squadra: gli avvesari lo conoscono bene, non lo lasciano girare, lo portano verso l’ interno e lui tocca il pallone mille volte tutto in orizzontale, prima di scaricarlo e mandare a monte ogni volta una potenziale azione pericolosa. O impara a giocare a calcio oppure rischia di diventare un bluff. A vuoto Poulsen, non trova la posizione giusta in campo e non ha mai il controllo della situazione. Soffrono le pene dell’ inferno i due centrali, soprattutto Mosquera che spesso si vede arrivare Agüero… Maresca non merita ulteriori commenti.

Sevilla (4-4-2): Palop 6; Alves 6, Mosquera 5,5, Escudé 5,5, Adriano 5,5 (76'); Navas s.v. (44'), Poulsen 5,5 (53'), Keita 6, Capel 5,5; Kanouté 6, L.Fabiano 6.
In panchina: De Sanctis, Fazio, Duda, Renato, De Mul 5,5 (44'), Maresca 2 (53'), Koné s.v. (76')
Atlético (4-4-2): Abbiati 5,5; A. López 6,5, Pablo 5,5, Perea 6, Pernía 6; Maxi 6,5, Camacho 6 (87'), R. García 6,5 (51'), Simao 7; Agüero 7,5 (92'+), Forlán 7.
In panchina: Leo Franco, Seitaridis, C.Santana 6 (51'), Eller, Jurado s.v. (87'), L. García, De las Cuevas s.v. (92'+)

Goles 0-1 (19'): Maxi remata un centro de Simao. 1-1 (48'): Diego Capel anota tras rechazar Abbiati. 1-2 (57'): Agüero, bien desmarcado, marca tras un centro de Antonio López.
Árbitro: Delgado Ferreiro, del Colegio Vasco. Expulsó por roja directa a Maresca (59'). Amonestó a Raúl García (26'), Poulsen (45'+), Adriano (68'), Perea (76'), Camacho (81'), Antonio López (84') y Alves (93'+).
Incidencias: Sánchez Pizjuán. 30.000 espectadores.

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3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

sono stra contento per i miei materassai, soprattutto in ottica champions che ormai possono perderla solo loro. D'altra parte un po' speravo una uefa per mandare via aguirre, che non ritengo di livello champions (ce ne sono di peggio, ma a me proprio non piace).Adesso cerchiamo un centrale di ruolo che possa dare profondità e cambi gioco (mi piacerebbe thiago, lento ma nella liga senza la pressione esagerata italiana può far bene,) o un muscolare di livello (javi martinez mi piace un sacco, non è malissimo tecnicamente). Cacciare reyes a pedate, non credo che l'ufo di firenze possarisolvere tutti i problemi in difesa.. servono terzini come il pane (a destra, dove l'ufo rende, ma a me piace più da centrale), un cetrale, pablo da miglior prospetto spagnolo di un paio di stagioni fa a disastro totale.. poi un cambio di livello (mista ti odio) in attacco..
Però dai, non vedo l'ora di vedermi un bel inter atheltico!

2:57 PM  
Anonymous Anonimo said...

ah buona pasqua!

2:57 PM  
Blogger valentino tola said...

Ciao Cespo, auguri.

Anch'io cambierei Aguirre l' anno prossimo: ieri ha giocato bene, ma l' Atlético di quest' anno non è tanto diverso da quello dell' anno scorso come qualità di gioco. Micidiale in contropiede, balbetta al momento di elaborare il gioco, servirà un salto di qualità l' anno prossimo.
L' unica differenza rispetto all' anno scorso è che Aguero è esploso, Forlan sta giocando alla grande, c'è Simao e c'è Maxi sempre disponibile. Insomma, molte volte basta una fiammata all' Atlético per ottenere i tre punti.
Ma questo non può bastare per diventare una grande squadra da Champions e da primi posti della Liga.

L' attacco è l' ancora di salvezza di una squadra che a centrocampo e in difesa ha problemi giganteschi.
Il centrocampo è un capolavoro di (mancata) programmazione: Maniche è andato via a Gennaio senza sostituto pronto, sono rimasti sono Raul Garcia, Cléber Santana (mi sono ricordato come si chiama, fatemi i complimenti) e il canterano Camacho, perchè Motta, giocatore potenzialmente più importante del reparto, è un infortunato cronico.
Tre centrali contro quattro esterni di centrocampo (oltrettutto esterni ultra-offensivi, che hanno la tendenza a lasciare in inferiorità numerica i centrali, in certi momenti è più un 4-2-4 che un 4-4-2), come vi sembra possa trovare stabilità nel mezzo una squadra così progettata.
Oltrettutto è poco azzeccato il mix di caratteristiche di questi centrocampisti: non c'è nè uno che detta i tempi nè un centrocampista di posizione che dia un riferimento importante davanti alla difesa (l' unico potenzialmente capace di svolgere questo ruolo è Motta). Raul Garcia fa la guerra da solo, quando invece dovrebbe avere un partner saldo accanto che gli permetta di esprimersi con maggior tranquillità, anche nella fase offensiva. La mediana è nella maggior parte dei casi una zona dalla quale recapitare palloni in qualche modo agli attaccanti, raramente l' Atlético vince le partite conquistando il centrocampo.
La lista della spesa per la prossima estate dovrebbe prevedere un centrocampista difensivo solido e di personalità e un regista di spessore internazionale: Albelda e Xabi Alonso mi sembrerebbero nomi piuttosto azzeccati.
Sugli esterni la priorità è dare la pedata a Reyes, e acquistare al suo posto un esterno destro di ruolo (Jonas potrebbe giocare anche a sinistra, e in ripiegamento darebbe una mano importante al terzino).

Il centrocampo instabile non rappresenta il filtro ideale per la difesa, che già di suo combina disastri. C'è un problema evidente di coordinazione fra i quattro uomini del reparto arretrato: lo spazio fra i due centrali è fragilissimo, le distanze e le coperture fra Pablo e Perea sono spesso deficitarie, spesso un pallone lungo a casaccio degli avversari causa difficoltà inenarrabili, l' unica pezza è la velcoità di Perea, ma come meccanismi non ci siamo proprio.
A sinistra poi Pernia quel poco che dà in fase di spinta lo toglie con le sue oscene letture difensive. A destra Seitaridis è appena tornato dall' infortunio (si è vociferato che nel recupetare stesse giocando al risparmio in vita dell' Europeo), ma in ogni caso il greco ha deluso. Antonio Lopez a destra è chiaramente una soluzione di ripego, Valera invece non è proprio all' altezza. In difesa andranno fatti tantissimi interventi, e già la società si è mossa, acquistando Ujfalusi, Heitinga e molto probabilmente il terzino sinistro dell' Osasuna Monreal.
Heitinga non mi ha mai convinto particolarmente, anche se è positivo avere un giocatore bravo ad impostare l' azione dalle retrovie (una delle carenze più grosse di quest' Atlético, vedi le miriadi di palloni regalati agli avverari da Pablo); Ujfalusi mi piace, mi sembra un giocatore esperto e affidabile; su Monreal ho molti dubbi, sta giocando una discreta stagione, ma è un elemento senza squilli, e uno degli errori principali dell' Atlético in questi ultimi anni è quello di aver pagato a peso d' oro delle mezze figure. Servono grandi giocatori, non scommesse o comprimari.
Più della metà degli effettivi attuali d
lla difesa andranno scartati. La qualificazione in Champions non dovrà ingannare, occorreranno investimenti numerosi e pesanti all' Atlético.

11:11 PM  

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