VENTOTTESIMA GIORNATA: Valencia-Sevilla 1-2: Luis Fabiano (S); Luis Fabiano (S); Albiol (V).
Teoricamente giocavano per obiettivi simili, in pratica giocano due campionati diversi. O forse due sport diversi. E il punto, si badi bene, non è che il Sevilla abbia offerto una prestazione fantascientifica, agli ospiti è bastato gestire il tran-tran e dare un colpetto sull’ acceleratore di tanto in tanto. Come il Real Madrid, come il Barça, “prego si accomodino”, il Mestalla come terra di conquista.
Il Valencia guarda a soli cinque punti di distanza la retrocessione (e oggi potrebbero diventare quattro, se vincerà il Valladolid), e l’ ultima ancora di salvezza la offre la Copa del Rey giovedì, sperando nell’ attitudine salottiera del Barça. Scoraggiante la sensazione di totale inconsistenza di questa squadra, ieri senza neppure quegli sprazzi di fluidità e vivacità offensiva intravisti nelle ultime partite (non a caso mancava Banega, si profila già una certa dipendenza dall’ argentino), come sempre fragile come un castello di carte in fase difensiva, alla mercè di ogni accelerazione altrui.
Catastrofico l’ apporto di Koeman: non si sa se questa squadra giochi un 4-1-4-1, un 4-3-3, un 4-2-3-1 o un 4-4-2, non si sa se cerchi un calcio manovrato o di rimessa, non si sa se giochi col baricentro alto o basso, non si sa che personalità abbia e se ce l’ abbia. Spazzate via pure le certezze tattiche limitate ma salde della gestione-Quique, ulteriormente innervosito invece che rasserenato l’ ambiente, è rimasto il deserto, e la paura della Segunda.
Comincia come una sessione di allenamento per il Sevilla, che gioca senza opposizioni, si impadronisce della mediana e sfrutta il campo in tutta la sua ampiezza. Basta poco per mettere al sicuro la partita, basta Luis Fabiano: prima un calcio di punizione battuto con classe (non proprio perfetto Hildebrand comunque), poi una deviazione involontaria e fortunosissima col corpo su un destraccio da fuori di Keita, al termine di un’ azione iniziata sulla destra da Jesus Navas, nell’ occasione a dir poco sadico nei confronti di Moretti, lasciato sul posto con un controllo a seguire di petto e uno scatto bruciante, figura piuttosto imbarazzante per il nostro connazionale.
Poco più di venti minuti e discorso chiuso, il Sevilla giochicchia, un po’ si rilassa come troppe altre volte durante la stagione, ma stavolta senza conseguenze, dato l’ avversario. Nella ripresa Koeman giustizia Arizmendi e inserisce il legittimo proprietario della fascia destra, Joaquin, poi passa allle due punte col ritorno dall’ infortunio di Morientes, il Valencia sembra avere una fiammata d’ orgoglio, ci mette più aggressività e comincia a stazionare con maggior frequenza dalle parti di Palop (occasioni per Silva e Mata), ma è qualcosa di effimero (comunque dall’ altra parte c’è lo 0-3 divorato da Luis Fabiano su contropiede), il tempo per Manolo Jiménez di fare il cambio giusto: Fazio per Luis Fabiano aggiusta gli equilibri degli andalusi, che si stavano un po’ scollando sulla loro trequarti.
L’ argentino si piazza davanti alla difesa (con Poulsen e Keita mezzeali: 4-1-4-1), così come lo impiegavano al Sevilla Atlético, chiude gli spifferi e permette al Sevilla di tornare a gestire placidamente i ritmi fino al fischio finale, prima del quale comunque non poteva mancare il settecentocinquantacinquesimo gol concesso su palla inattiva, beneficiario stavolta l’ orgoglioso Albiol.
I MIGLIORI: Luis Fabiano segna anche quando non vuole, impressionante Navas nell’ azione del secondo gol, dominante Keita, sempre ottimo Alves (molto reattivo anche negli uno contro uno e nei recuperi), importante Fazio, mossa azzeccata di Manolo Jiménez: breve spezzone per l’ argentino, efficace a protezione della difesa e anche vicino al gol su un calcio d’ angolo.
Nel Valencia si salvano Mata, perlomeno non perde mai la vivacità, e Albiol, generosissimo.
I PEGGIORI: Dunque… Villa è tutto l’ anno che lotta coi mulini a vento, insegue palloni impossibili e si deprime, isolato, senza assistenza e costretto sempre a inventare da solo la giocata risolutiva (per la fissa che ha Koeman per l’ unica punta: Villa può giocare prima punta solo in una squadra che ha spazi per il contropiede); Silva è un altro che avrebbe bisogno dello psicologo, disorientato anche dai cambi tattici (talvolta il 4-1-4-1 lo costringe in una assurda posizione di mezzala, lontano dalla trequarti): Aragonés potrebbe anche pensare a sporgere una denuncia, gli stanno rovinando mezza nazionale.
Quarantacinque minuti son pure troppo per Arizmendi, l’ acquisto più inutile della storia recente del VCF. Come al solito un mezzo disastro i terzini, Moretti torturato da Navas sullo 0-2, e Miguel, il quale meriterebbe un capitolo a parte: una delusione atroce, grandi potenzialità mandate in fumo da un fisico appesantito e da un attitudine censurabile (mi riferisco all’ annata in generale, non tanto a questa partita). Ancora una volta incerto Hildebrand.
Valencia (4-1-4-1): Hildebrand 5,5; Miguel 5, Albiol 6, Marchena 5,5, Moretti 5; Baraja 5,5; Arizmendi 5 (46'), Maduro 5 (73'), Silva 5,5, Mata 6 (58'); Villa 5,5.
In panchina: Mora, Helguera, Caneira, Sunny, Edu s.v. (73'), Joaquín 6 (46'), Morientes s.v. (58'). Sevilla (4-4-2): Palop 6; D. Alves 6,5, Mosquera 6, Escudé 6, Adriano 6; Navas 6,5 (90'), Poulsen 6, Keita 6,5, Capel 6 (85'); L. Fabiano 7 (69'), Kanouté 6.
In panchina: De Sanctis, Lolo, Duda, Fazio 6,5 (69'), Maresca, Koné s.v. (85'), Alfaro s.v. (90').
Goles: 0-1 (11'): Luis Fabiano, de falta directa y con Hildebrand ya dentro de la portería. 0-2 (22'): Luis Fabiano, des-vía un disparo de Keita. 1-2 (90'): Albiol, a placer.
Árbitro: Undiano Mallenco, del Colegio Navarro. Amonestó a Miguel (3'), Poulsen (46'), Navas (69'), Joaquín (76') y Adriano (82').
Incidencias: Mestalla. Alrededor de 40.000 espectadores. Terreno de juego en perfectas condiciones. Hubo un centenar de sevillistas.
Il Valencia guarda a soli cinque punti di distanza la retrocessione (e oggi potrebbero diventare quattro, se vincerà il Valladolid), e l’ ultima ancora di salvezza la offre la Copa del Rey giovedì, sperando nell’ attitudine salottiera del Barça. Scoraggiante la sensazione di totale inconsistenza di questa squadra, ieri senza neppure quegli sprazzi di fluidità e vivacità offensiva intravisti nelle ultime partite (non a caso mancava Banega, si profila già una certa dipendenza dall’ argentino), come sempre fragile come un castello di carte in fase difensiva, alla mercè di ogni accelerazione altrui.
Catastrofico l’ apporto di Koeman: non si sa se questa squadra giochi un 4-1-4-1, un 4-3-3, un 4-2-3-1 o un 4-4-2, non si sa se cerchi un calcio manovrato o di rimessa, non si sa se giochi col baricentro alto o basso, non si sa che personalità abbia e se ce l’ abbia. Spazzate via pure le certezze tattiche limitate ma salde della gestione-Quique, ulteriormente innervosito invece che rasserenato l’ ambiente, è rimasto il deserto, e la paura della Segunda.
Comincia come una sessione di allenamento per il Sevilla, che gioca senza opposizioni, si impadronisce della mediana e sfrutta il campo in tutta la sua ampiezza. Basta poco per mettere al sicuro la partita, basta Luis Fabiano: prima un calcio di punizione battuto con classe (non proprio perfetto Hildebrand comunque), poi una deviazione involontaria e fortunosissima col corpo su un destraccio da fuori di Keita, al termine di un’ azione iniziata sulla destra da Jesus Navas, nell’ occasione a dir poco sadico nei confronti di Moretti, lasciato sul posto con un controllo a seguire di petto e uno scatto bruciante, figura piuttosto imbarazzante per il nostro connazionale.
Poco più di venti minuti e discorso chiuso, il Sevilla giochicchia, un po’ si rilassa come troppe altre volte durante la stagione, ma stavolta senza conseguenze, dato l’ avversario. Nella ripresa Koeman giustizia Arizmendi e inserisce il legittimo proprietario della fascia destra, Joaquin, poi passa allle due punte col ritorno dall’ infortunio di Morientes, il Valencia sembra avere una fiammata d’ orgoglio, ci mette più aggressività e comincia a stazionare con maggior frequenza dalle parti di Palop (occasioni per Silva e Mata), ma è qualcosa di effimero (comunque dall’ altra parte c’è lo 0-3 divorato da Luis Fabiano su contropiede), il tempo per Manolo Jiménez di fare il cambio giusto: Fazio per Luis Fabiano aggiusta gli equilibri degli andalusi, che si stavano un po’ scollando sulla loro trequarti.
L’ argentino si piazza davanti alla difesa (con Poulsen e Keita mezzeali: 4-1-4-1), così come lo impiegavano al Sevilla Atlético, chiude gli spifferi e permette al Sevilla di tornare a gestire placidamente i ritmi fino al fischio finale, prima del quale comunque non poteva mancare il settecentocinquantacinquesimo gol concesso su palla inattiva, beneficiario stavolta l’ orgoglioso Albiol.
I MIGLIORI: Luis Fabiano segna anche quando non vuole, impressionante Navas nell’ azione del secondo gol, dominante Keita, sempre ottimo Alves (molto reattivo anche negli uno contro uno e nei recuperi), importante Fazio, mossa azzeccata di Manolo Jiménez: breve spezzone per l’ argentino, efficace a protezione della difesa e anche vicino al gol su un calcio d’ angolo.
Nel Valencia si salvano Mata, perlomeno non perde mai la vivacità, e Albiol, generosissimo.
I PEGGIORI: Dunque… Villa è tutto l’ anno che lotta coi mulini a vento, insegue palloni impossibili e si deprime, isolato, senza assistenza e costretto sempre a inventare da solo la giocata risolutiva (per la fissa che ha Koeman per l’ unica punta: Villa può giocare prima punta solo in una squadra che ha spazi per il contropiede); Silva è un altro che avrebbe bisogno dello psicologo, disorientato anche dai cambi tattici (talvolta il 4-1-4-1 lo costringe in una assurda posizione di mezzala, lontano dalla trequarti): Aragonés potrebbe anche pensare a sporgere una denuncia, gli stanno rovinando mezza nazionale.
Quarantacinque minuti son pure troppo per Arizmendi, l’ acquisto più inutile della storia recente del VCF. Come al solito un mezzo disastro i terzini, Moretti torturato da Navas sullo 0-2, e Miguel, il quale meriterebbe un capitolo a parte: una delusione atroce, grandi potenzialità mandate in fumo da un fisico appesantito e da un attitudine censurabile (mi riferisco all’ annata in generale, non tanto a questa partita). Ancora una volta incerto Hildebrand.
Valencia (4-1-4-1): Hildebrand 5,5; Miguel 5, Albiol 6, Marchena 5,5, Moretti 5; Baraja 5,5; Arizmendi 5 (46'), Maduro 5 (73'), Silva 5,5, Mata 6 (58'); Villa 5,5.
In panchina: Mora, Helguera, Caneira, Sunny, Edu s.v. (73'), Joaquín 6 (46'), Morientes s.v. (58'). Sevilla (4-4-2): Palop 6; D. Alves 6,5, Mosquera 6, Escudé 6, Adriano 6; Navas 6,5 (90'), Poulsen 6, Keita 6,5, Capel 6 (85'); L. Fabiano 7 (69'), Kanouté 6.
In panchina: De Sanctis, Lolo, Duda, Fazio 6,5 (69'), Maresca, Koné s.v. (85'), Alfaro s.v. (90').
Goles: 0-1 (11'): Luis Fabiano, de falta directa y con Hildebrand ya dentro de la portería. 0-2 (22'): Luis Fabiano, des-vía un disparo de Keita. 1-2 (90'): Albiol, a placer.
Árbitro: Undiano Mallenco, del Colegio Navarro. Amonestó a Miguel (3'), Poulsen (46'), Navas (69'), Joaquín (76') y Adriano (82').
Incidencias: Mestalla. Alrededor de 40.000 espectadores. Terreno de juego en perfectas condiciones. Hubo un centenar de sevillistas.
2 Comments:
Mata a parte questo koeman sta facendo davvero rimpiangere quique...
Villa e Silva o si perdono calcisticamente o li si dovrà cedere l'anno prossimo,c'è poco da fare,senza europa due così è difficile trattenerli,se poi ci si mette lo spogliatoio e la confusione generale dell'ambiente mi chiedo cosa possa trattenerli...e dire che dovrebbe essere la terza/quarta forza del campionato...dovrebbe...
All'ipotesi retrocessione non voglio nemmeno pensarci,due posti sono già "prenotati",il terzo ha comunque diversi pretendenti che ci vorrebbe veramente un suicidio collettivo.
Sicuramente l'involuzione della squadra e la mancanza di ogni reazione deve far riflettere perlomeno la dirigenza,sarebbe il caso di pensare a qualche alternativa a giugno,per non compromettere tutto in modo definitivo.
Ps.
Ma fernandes è andato a titolo definitivo o solo in prestito?
Ciao,
Manuel.
Francamente a questo punto non vedo praticabile una prossima stagione con Koeman ancora sulla panchina. La cosa triste è che son stati buttati al cesso troppi soldi in questi anni, fra giocatori e allenatori, e siamo sempre da capo, l' anno prossimo si dovrà ricominciare da capo con un nuovo allenatore e tanti nuovi acquisti. L' orrenda pianificazione della società (almeno il preidente Soler, il primo responsabile di tutto ciò, si è dimesso in settimana) ha portato a questo, e il Valencia rischia che alla crisi tecnica si aggiunga pure quella economica.
Fernandes è in prestito, ma difficile che torni, si è lasciato piuttosto male con la società (arrestato per intemperanze in discoteca, cacciato subito): altri soldi buttati.
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