VENTISETTESIMA GIORNATA: Zaragoza-Atlético Madrid 2-1: Simao (A); autorete Pablo (Z); Diego Milito, rig. (Z).
Il carattere, un gioco in alcuni momenti anche discreto, e un pizzico di fortuna, premiano l’ esordio di Manolo Villanova sulla panchina zaragocista con una vittoria comunque meritata su un Atlético che, al di là delle due occasionissime sprecate nell’ ultimo quarto d’ora, conferma tutta l’ immagine di squadra raccogliticcia, senza personalità e senza gioco, che ormai sembra far quasi parte del suo patrimonio genetico.
Aguirre stavolta tiene Camacho solo in panchina, mentre Villanova rinuncia ad Oliveira proponendo un centrocampo a cinque con Luccin vertice basso, Matuzalem e Oscar creatori di gioco con ampia libertà, Gabi falso esterno destro (soluzione bizzarra cui costringe la mancanza di esterni di centrocampo di ruolo nella rosa) e Sergio Garcia spostato di fascia rispetto al solito, largo a sinistra. In difesa, pur di non dover ricorrere a Pavon, il nuovo tecnico aragonese sposta al centro Paredes.
Cominciano bene, con ottimismo, i padroni di casa: buona aggressività a metacampo e accenno di superiorità numerica sul centrocampo colchonero, grazie ai continui spostamenti di Gabi nel mezzo, al movimento di Oscar sulle trequarti e all’ attivismo di Matuzalem. Ne viene fuori una discreta pressione sull’ Atlético, con Abbiati costretto a intervenire su colpo di testa di Oscar, ma presto tutto ciò si rivela un fuoco di paglia: Agüero e Forlan, tenuti ai margini dal quarto d’ora di superiorità iniziale del Zaragoza, cominciano a dare sfogo al mortifero contropiede colchonero, avvisando César con un colpo di testa a spiovere di Forlan servito da un magistrale cross del Kun. Presto l’ Atlético passa a comandare le operazioni, e altrettanto presto passa all’ incasso: rapida combinazione al limite dell’ area, palla che da Maxi a destra scivola verso Simao a sinistra, il portoghese converge verso il centro e insacca a rete con una conclusione calibrata verso il secondo palo sulla quale forse v’è l’ aiuto di una deviazione di Diogo.
Panico e sconcerto nella squadra locale, assolutamente allo sbando nei minuti successivi, nei quali l’ Atlético si accorge di poter arrivare con estrema facilità ai limiti dell’ area avversaria, sfruttando anche una certa passività dei due centrali aragonesi: ne è testimonianza il sinistro rabbioso e indisturbato di Agüero libero appena dentro l’ area, conclusione però troppo su César.
Ma così come un episodio fortunato aveva rimesso in carreggiata l’ Atlético una settimana fa contro il Barça, analoga mano provvidenziale mantiene ora in vita il Zaragoza: fa tutto quel disastro chiamato Pablo Ibáñez, che su una punizione innocua di Diego Milito dalla sinistra, liscia col destro e devia in rete col ginocchio sinistro, gioco di prestigio che beffa un esterrefatto Abbiati.
I padroni di casa hanno l’ opportunità di riorganizzarsi, e il secondo tempo diventa un assoluto monologo. Atlético sconcertante come nelle sue peggiori versioni, come al Reyno de Navarra per fare l’ esempio più recente, passivo, incapace di impostare l’ azione dalle retrovie e di mettere in fila due passaggi senza correre il rischio di perdere il pallone già sulla sua trequarti.
Il Zaragoza ha tutto il possesso-palla, gioca in maniera paziente e ordinata, magari non troppo incisiva, il combattivo Milito resta sempre un po’ solo e le occasioni non fioccano di certo (solo un paio di tiri da fuori di Matuzalem), ma il dominio è costante e prima o poi qualcosa dovrà succedere: ecco allora Cléber Santana perdere un bruttissimo pallone a centrocampo, il contropiede che libera Sergio Garcia all’ uno contro uno, e sono guai, perché Pablo rincula davanti alla rapidità dell’ ex Barça e l’ accorrente Simao non trova di meglio che sgambettarlo dentro l’ area, per la gioia del rigorista Diego Milito e il sollievo della Romareda tutta.
L’ ultimo quarto d’ora del Zaragoza è quello tipico della squadra in crisi che non può permettersi assolutamente di subire un eventuale pareggio: domina la paura, tutti dietro a protezione di César, Villanova toglie i piedi buoni Matuzalem e Oscar e si protegge con Zapater e Celades. La tensione provoca esitazioni ed errori potenzialmente letali nella squadra di casa: Diogo sbaglia un passaggio sulla sua trequarti, il neo-entrato Miguel De las Cuevas (che vorremmo vedere qualche minuto in più) smarca agevolmente Forlan a tu per tu con César, ma l’ uruguaiano rifiuta una più appropriata soluzione di precisione e spara addosso a César (strano tipo Forlan: ha sempre segnato tanti gol ma in realtà non ha mai avuto grande killer-instinct in queste situazioni); altro brivido quando Agüero trova un varco centrale, scappa a Paredes, salta César in uscita, si allarga e rimette verso il centro, ma Forlan viene anticipato al momento di concludere nella porta sguarnita.
Il fischio finale è una liberazione. Il Zaragoza ha qualche motivo in più per sperare: la reazione c’è stata, il centrocampo comincia ad assumere un volto più logico con Matuzalem ed ancora si aspetta il ritorno di Aimar. Gli ingredienti per evitare la disfatta ci sono tutti, la chiave sarà la mentalità.
I MIGLIORI: Bene il centrocampo del Zaragoza, padrone del match: Oscar è più nel vivo del gioco rispetto a quando parte dalle fasce, Matuzalem è una fondamentale aggiunta di qualità. Determinante ancora una volta Sergio Garcia, il migliore in questa disgraziata stagione: convertito ormai stabilmente in esterno di centrocampo (a destra o a sinistra), costante partecipazione e movimento, cerca sempre di creare qualcosa e spesso ci riesce grazie alla sua rapidità e abilità nell’ uno contro uno. Potrebbe essere una delle novità della lista di Aragonés per l’ amichevole con l’ Italia.
Fondamentale anche César, uno dei più continui portieri spagnoli (vabbè, lasciamo perdere quello che ha combinato la settimana scorsa con Pavon…): Forlan gli spara addosso, ma anche lui è bravo ad andargli subito addosso riducendogli lo specchio. Positivo Agüero.
I PEGGIORI: La goffaggine di Pablo costa ancora carissima all’ Atlético: a pensare a questo ragazzo nei 23 per l’ Europeo ci si mette le mani nei capelli. Se l’ Atlético non riesce mai a convincere non è solo per qualche oscuro sortilegio, a volte è semplicemente una questione di scelte societarie: basta un’ occhiata al raffazzonato centrocampo colchonero, e in particolare a Cléber Santana, anonimo portatore di borracce costato 6 milioni di euro oltre che terzo e ultimo extracomunitario della rosa. Privo di personalità, incapace di dettare i ritmi, stavolta perde pure un pallone osceno che costa il contropiede del rigore del 2-1.
Insicuri i due centrali zaragocisti Paredes e Ayala, raramente anticipano.
Zaragoza (4-1-4-1): César 7; Diogo 6, Ayala 5,5, Paredes 5,5, Juanfran 6; Luccin 6; Gabi 6, Óscar 6,5 (81'), Matuzalem 7 (79'), S. García 7; D. Milito 6,5 (83').
In panchina: L. Vallejo, C. Herrero, Pavón, Celades s.v. (81'), Zapater s.v. (79'), Generelo, Oliveira s.v. (83').
Atlético (4-4-2): Abbiati 6,5; Valera 6 (44'), Pablo 4,5, Perea 6, A. López 6; Maxi 6, Cléber 5 (81'), Raúl García 5,5, Simao 6,5 (73'); Forlán 6, Agüero 6,5.
In panchina: Falcón, Pernía 6 (44'), Zé Castro, Miguel s.v. (81'), Camacho, Reyes s.v. (73'), Luis García.
Goles 0-1 (25'): Simao engancha una rosca de derecha al borde del área y anota junto al palo. 1-1 (33'): Pablo falla el despeje en una falta lateral y marca en su propia portería. 2-1 (72'): Diego Milito, de penalti de Simao a Sergio García.
Árbitro Ramírez Domínguez, Andaluz. Amonestó a Sergio García (6'), Luccin (50'), Pablo (55'), Juanfran (67'), Perea (70').
Incidencias La Romareda. 34.500 espectadores. Se guardó un minuto de silencio por Isaías Carrasco, asesinado por ETA el viernes.
Aguirre stavolta tiene Camacho solo in panchina, mentre Villanova rinuncia ad Oliveira proponendo un centrocampo a cinque con Luccin vertice basso, Matuzalem e Oscar creatori di gioco con ampia libertà, Gabi falso esterno destro (soluzione bizzarra cui costringe la mancanza di esterni di centrocampo di ruolo nella rosa) e Sergio Garcia spostato di fascia rispetto al solito, largo a sinistra. In difesa, pur di non dover ricorrere a Pavon, il nuovo tecnico aragonese sposta al centro Paredes.
Cominciano bene, con ottimismo, i padroni di casa: buona aggressività a metacampo e accenno di superiorità numerica sul centrocampo colchonero, grazie ai continui spostamenti di Gabi nel mezzo, al movimento di Oscar sulle trequarti e all’ attivismo di Matuzalem. Ne viene fuori una discreta pressione sull’ Atlético, con Abbiati costretto a intervenire su colpo di testa di Oscar, ma presto tutto ciò si rivela un fuoco di paglia: Agüero e Forlan, tenuti ai margini dal quarto d’ora di superiorità iniziale del Zaragoza, cominciano a dare sfogo al mortifero contropiede colchonero, avvisando César con un colpo di testa a spiovere di Forlan servito da un magistrale cross del Kun. Presto l’ Atlético passa a comandare le operazioni, e altrettanto presto passa all’ incasso: rapida combinazione al limite dell’ area, palla che da Maxi a destra scivola verso Simao a sinistra, il portoghese converge verso il centro e insacca a rete con una conclusione calibrata verso il secondo palo sulla quale forse v’è l’ aiuto di una deviazione di Diogo.
Panico e sconcerto nella squadra locale, assolutamente allo sbando nei minuti successivi, nei quali l’ Atlético si accorge di poter arrivare con estrema facilità ai limiti dell’ area avversaria, sfruttando anche una certa passività dei due centrali aragonesi: ne è testimonianza il sinistro rabbioso e indisturbato di Agüero libero appena dentro l’ area, conclusione però troppo su César.
Ma così come un episodio fortunato aveva rimesso in carreggiata l’ Atlético una settimana fa contro il Barça, analoga mano provvidenziale mantiene ora in vita il Zaragoza: fa tutto quel disastro chiamato Pablo Ibáñez, che su una punizione innocua di Diego Milito dalla sinistra, liscia col destro e devia in rete col ginocchio sinistro, gioco di prestigio che beffa un esterrefatto Abbiati.
I padroni di casa hanno l’ opportunità di riorganizzarsi, e il secondo tempo diventa un assoluto monologo. Atlético sconcertante come nelle sue peggiori versioni, come al Reyno de Navarra per fare l’ esempio più recente, passivo, incapace di impostare l’ azione dalle retrovie e di mettere in fila due passaggi senza correre il rischio di perdere il pallone già sulla sua trequarti.
Il Zaragoza ha tutto il possesso-palla, gioca in maniera paziente e ordinata, magari non troppo incisiva, il combattivo Milito resta sempre un po’ solo e le occasioni non fioccano di certo (solo un paio di tiri da fuori di Matuzalem), ma il dominio è costante e prima o poi qualcosa dovrà succedere: ecco allora Cléber Santana perdere un bruttissimo pallone a centrocampo, il contropiede che libera Sergio Garcia all’ uno contro uno, e sono guai, perché Pablo rincula davanti alla rapidità dell’ ex Barça e l’ accorrente Simao non trova di meglio che sgambettarlo dentro l’ area, per la gioia del rigorista Diego Milito e il sollievo della Romareda tutta.
L’ ultimo quarto d’ora del Zaragoza è quello tipico della squadra in crisi che non può permettersi assolutamente di subire un eventuale pareggio: domina la paura, tutti dietro a protezione di César, Villanova toglie i piedi buoni Matuzalem e Oscar e si protegge con Zapater e Celades. La tensione provoca esitazioni ed errori potenzialmente letali nella squadra di casa: Diogo sbaglia un passaggio sulla sua trequarti, il neo-entrato Miguel De las Cuevas (che vorremmo vedere qualche minuto in più) smarca agevolmente Forlan a tu per tu con César, ma l’ uruguaiano rifiuta una più appropriata soluzione di precisione e spara addosso a César (strano tipo Forlan: ha sempre segnato tanti gol ma in realtà non ha mai avuto grande killer-instinct in queste situazioni); altro brivido quando Agüero trova un varco centrale, scappa a Paredes, salta César in uscita, si allarga e rimette verso il centro, ma Forlan viene anticipato al momento di concludere nella porta sguarnita.
Il fischio finale è una liberazione. Il Zaragoza ha qualche motivo in più per sperare: la reazione c’è stata, il centrocampo comincia ad assumere un volto più logico con Matuzalem ed ancora si aspetta il ritorno di Aimar. Gli ingredienti per evitare la disfatta ci sono tutti, la chiave sarà la mentalità.
I MIGLIORI: Bene il centrocampo del Zaragoza, padrone del match: Oscar è più nel vivo del gioco rispetto a quando parte dalle fasce, Matuzalem è una fondamentale aggiunta di qualità. Determinante ancora una volta Sergio Garcia, il migliore in questa disgraziata stagione: convertito ormai stabilmente in esterno di centrocampo (a destra o a sinistra), costante partecipazione e movimento, cerca sempre di creare qualcosa e spesso ci riesce grazie alla sua rapidità e abilità nell’ uno contro uno. Potrebbe essere una delle novità della lista di Aragonés per l’ amichevole con l’ Italia.
Fondamentale anche César, uno dei più continui portieri spagnoli (vabbè, lasciamo perdere quello che ha combinato la settimana scorsa con Pavon…): Forlan gli spara addosso, ma anche lui è bravo ad andargli subito addosso riducendogli lo specchio. Positivo Agüero.
I PEGGIORI: La goffaggine di Pablo costa ancora carissima all’ Atlético: a pensare a questo ragazzo nei 23 per l’ Europeo ci si mette le mani nei capelli. Se l’ Atlético non riesce mai a convincere non è solo per qualche oscuro sortilegio, a volte è semplicemente una questione di scelte societarie: basta un’ occhiata al raffazzonato centrocampo colchonero, e in particolare a Cléber Santana, anonimo portatore di borracce costato 6 milioni di euro oltre che terzo e ultimo extracomunitario della rosa. Privo di personalità, incapace di dettare i ritmi, stavolta perde pure un pallone osceno che costa il contropiede del rigore del 2-1.
Insicuri i due centrali zaragocisti Paredes e Ayala, raramente anticipano.
Zaragoza (4-1-4-1): César 7; Diogo 6, Ayala 5,5, Paredes 5,5, Juanfran 6; Luccin 6; Gabi 6, Óscar 6,5 (81'), Matuzalem 7 (79'), S. García 7; D. Milito 6,5 (83').
In panchina: L. Vallejo, C. Herrero, Pavón, Celades s.v. (81'), Zapater s.v. (79'), Generelo, Oliveira s.v. (83').
Atlético (4-4-2): Abbiati 6,5; Valera 6 (44'), Pablo 4,5, Perea 6, A. López 6; Maxi 6, Cléber 5 (81'), Raúl García 5,5, Simao 6,5 (73'); Forlán 6, Agüero 6,5.
In panchina: Falcón, Pernía 6 (44'), Zé Castro, Miguel s.v. (81'), Camacho, Reyes s.v. (73'), Luis García.
Goles 0-1 (25'): Simao engancha una rosca de derecha al borde del área y anota junto al palo. 1-1 (33'): Pablo falla el despeje en una falta lateral y marca en su propia portería. 2-1 (72'): Diego Milito, de penalti de Simao a Sergio García.
Árbitro Ramírez Domínguez, Andaluz. Amonestó a Sergio García (6'), Luccin (50'), Pablo (55'), Juanfran (67'), Perea (70').
Incidencias La Romareda. 34.500 espectadores. Se guardó un minuto de silencio por Isaías Carrasco, asesinado por ETA el viernes.
Etichette: Atlético Madrid, Liga, Zaragoza
3 Comments:
Gabi come l'hai visto, Vale?
markovic
Direi che il ritorno di Matuzalem ha fatto vedere i suoi frutti...
@ markovic
Premesso che ha giocato ieri come tante volte in questa stagione fuori ruolo (da esterno non c'entra niente, non è nemmeno uno di quei trequartisti che partono dalla fascia, è un centrocampista centrale, punto), l' ho visto come al solito: compitino, nulla di più. Si muove, offre l' appoggio, ma il giocatore che si era visto l' anno in prestito al Getafe aveva ben altra personalità e incisività. Quest' anno gli ho visto fare solo una grande partita, a San Mames contro l' Athletic, poi nulla, altra stagione deludente, una delle mosse sbagliate di mercato del Zaragoza (assieme a Pavon e ai mancati acquisti di un esterno di ruolo a centrocampo e di un difensore rapido e aggressivo, portato ad accorciare più che a rinculare).
@ Kerzhakov
E' un ottima notizia, un giocatore di cui aveva bisogno il Zaragoza per variare il suo gioco a centrocampo, perchè Luccin è uno di mera rottura, Zapater e Celades son troppo lineari, Gabi vedi sopra, mentre Matuzalem ha qualità per creare i collegamenti con la trequarti e anche innescare buone triangolazioni nelle zone interne.
Ora speriamo torni al più presto Aimar dal suo ennesimo infortunio, mi piacerebbe vedere un centrocampo tipo quello di ieri con Sergio Garcia a destra e Aimar (o Oscar) che parte da sinistra con molta libertà. Sarebbe da provare.
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