VENTISETTESIMA GIORNATA: Valencia-Deportivo 2-2: Mata (V); Villa (V); Sergio (D); Lafita (D).
Incredibile Valencia: proprio nella partita in cui a un certo punto stava convincendo e addirittura divertendo, butta via tutto con le sue orripilanti incertezze difensive, mezz’ora iniziale di bel calcio compresa. Rimane soltanto la consueta “fazzolettata” del Mestalla al fischio finale, con in mezzo un secondo tempo di manifesta impotenza. Complimenti invece al Deportivo e al suo tecnico Miguel Angel Lotina, che coi suoi cambi di formazione è riuscito nelle ultime giornate ad esprimere il massimo possibile da una rosa di qualità assai limitate. Altra prestazione positiva, il secondo tempo addirittura eccellente: il 5-4-1 è un disegno molto razionale, permette alla squadra di sentirsi sempre sicura dietro (con nove uomini dietro la palla e un assetto che si confà alla morfologia dei tre difensori centrali), ma non è privo di risorse quando si distende per attaccare, coi due laterali che coprono efficacemente tutta la fascia (soprattutto Filipe) e i due esterni di centrocampo che, vista l’ assenza di un trequartista centrale, hanno l’ opportunità di proporre a turno tagli fra le linee di difficile lettura per le difese avversarie.
Koeman non può disporre né di Maduro né di Marchena, quindi Sunny è obbligato; formazione-tipo per Lotina.
La prima mezzora del Valencia è forse la migliore della stagione: non c’è quell’ insopportabile rigidità e prevedibilità di tante altre gare, la circolazione di palla è fluida, i giocatori si offrono, svariano e si sovrappongono aprendo spazi nella difesa schierata degli ospiti. Il gol del vantaggio arriva però con un contropiede “made in Quique”, Arizmendi avvia l’ azione, Villa allunga la difesa del Deportivo, si allarga sulla destra, brucia Pablo Amo, mette al centro per Arizmendi che ha seguito l’ azione, il colpo di testa dello spilungone è debole, ma fortunatamente c’è Mata ad approfittare sul secondo palo della passività di Manuel Pablo e dell’ incertezza nell’ uscita di Aouate.
Il gol gasa il Valencia, che aumenta ulteriormente i ritmi e arriva presto al raddoppio, con uno spunto imperioso di Arizmendi sulla destra, cross perfetto e incornata a rete di Villa smarcatosi sul secondo palo. Il Deportivo entra in partita in ritardo e in maniera un po’ troppo compassata, ma Hildebrand gli dà subito una mano: grossolano errore del portiere tedesco, che legge male uno spiovente di Sergio trasformandolo in un letale pallonetto.
Ci risiamo, il Valencia perde la rotta e in quattro e quattr’otto vanifica il suo vantaggio: dilettantesca, è dire poco, la condotta che origina il 2-2. Guardate il gol e mettete il fermo-immagine quando parte l’ azione: fra centrocampo e difesa del Valencia c’è una distanza PAZZESCA, chiunque in Primera ti fa gol con tutto questo spazio a disposizione. Xisco prende palla sulla trequarti completamente libero, vede Wilhelmsson sulla destra, e anche qui c’è da dire che il comodo traversone rasoterra dello svedese non trova nessuno pronto a chiudere in diagonale su Lafita dentro l’ area.
Nella ripresa non c’è l’ ombra di una reazione del Valencia, che anzi non crea più nulla, accusa una crescente confusione d’ idee (si spegne anche Banega) e pure un sensibile calo atletico. Possesso-palla ora sterile e spezzettato, sempre più errori nei passaggi e un Depor che si sente sempre più comodo in campo, ora inespugnabile nelle sue due linee da nove giocatori, ma anche gradevolmente semplice, lineare e veloce nel proporre il contropiede, sebbene lo scarso bagaglio offensivo non gli permetta di rendersi particolarmente pericoloso (il brivido maggiore lo causa una conclusione dal limite dell’ area di Pablo Amo, dopo respinta difettosa di Hildebrand su calcio d’ angolo). Koeman ci prova dalla panchina, ma i suoi cambi peccano totalmente di efficacia (quello che, secondo il tipo di partita, sarebbe potuto servire di più, cioè Zigic, se ne resta in panchina).
I MIGLIORI: Ancora in gol Lafita (poco comprensibile la sua sostituzione), ma va sottolineata anche la figura di Wilhelmsson, il cui acquisto ha dato alla fascia destra quella profondità che fino a Gennaio mancava in assenza di esterni destri validi. Filipe è uno dei giocatori che ha maggiormente beneficiato del cambio di modulo, la difesa a 5 gli permette di esprimere con maggior libertà le sue caratteristiche di lateral brasileiro di stampo prettamente offensivo. Eccellente secondo tempo di De Guzman, uno dei giocatori più continui quest’ anno nel Depor, rubapalloni e motore del centrocampo.
A volte bisogna anche rendere onore ai nemici: conoscete la mia “passione” per Arizmendi, gli va dato atto di aver giocato una grande prima mezzora, mettendo a frutto la sua corsa e la sua generosità, tra l’ altro con un cross eccellente per il raddoppio di Villa.
I PEGGIORI: Hildebrand gioca titolare per assenza di concorrenti, ma non ha mai saputo dare tranquillità alla difesa. Qualche prodezza, qualche ottima prestazione (vedi al Camp Nou in Copa del Rey) ma anche troppi errori, e in un portiere la continuità è l’ aspetto fondamentale.
Valencia (4-2-3-1): Hildebrand 5; Miguel 5,5 (70'), Albiol 5,5, Helguera 5,5, Caneira 5,5; Banega 6, Sunny 5,5 (77'); Arizmendi 6,5, Silva 5,5 (70'), Mata 6; Villa 6,5.
In panchina: Mora, Joaquín s.v. (70'), Edu s.v. (77'), Vicente s.v. (70'), Lombán, Montoro, Zigic.
Deportivo (5-4-1): Aouate 5,5; M. Pablo 6, Lopo 6, Pablo Amo 6,5, Coloccini 6,5, Filipe Luis 7; Wilhelmsson 6,5, Sergio 6,5 (84'), De Guzman 6,5, Lafita 6,5 (61'); Xisco 6 (74').
In panchina: Manu, Bodipo, Taborda, Riki s.v. (74'), A. Tomás s.v. (84'), Valerón, J. Rodríguez 6 (61').
Goles: 1-0 (16'): Mata remacha en el segundo palo. 2-0 (23'): Villa cabecea un centro de Arizmendi. 2-1 (37'): Sergio en un centro-chut que sorprende. 2-2 (44'): Lafita remata un pase de Wilhelmsson.
Árbitro: Delgado Ferreiro. Colegio Vasco. Amonestó a Mata (20'), Sergio (62') y Riki.
Incidencias: Mestalla. 35.000 espectadores que despidieron a su equipo con una pitada. Se guardó un minuto de silencio antes del partido.
Koeman non può disporre né di Maduro né di Marchena, quindi Sunny è obbligato; formazione-tipo per Lotina.
La prima mezzora del Valencia è forse la migliore della stagione: non c’è quell’ insopportabile rigidità e prevedibilità di tante altre gare, la circolazione di palla è fluida, i giocatori si offrono, svariano e si sovrappongono aprendo spazi nella difesa schierata degli ospiti. Il gol del vantaggio arriva però con un contropiede “made in Quique”, Arizmendi avvia l’ azione, Villa allunga la difesa del Deportivo, si allarga sulla destra, brucia Pablo Amo, mette al centro per Arizmendi che ha seguito l’ azione, il colpo di testa dello spilungone è debole, ma fortunatamente c’è Mata ad approfittare sul secondo palo della passività di Manuel Pablo e dell’ incertezza nell’ uscita di Aouate.
Il gol gasa il Valencia, che aumenta ulteriormente i ritmi e arriva presto al raddoppio, con uno spunto imperioso di Arizmendi sulla destra, cross perfetto e incornata a rete di Villa smarcatosi sul secondo palo. Il Deportivo entra in partita in ritardo e in maniera un po’ troppo compassata, ma Hildebrand gli dà subito una mano: grossolano errore del portiere tedesco, che legge male uno spiovente di Sergio trasformandolo in un letale pallonetto.
Ci risiamo, il Valencia perde la rotta e in quattro e quattr’otto vanifica il suo vantaggio: dilettantesca, è dire poco, la condotta che origina il 2-2. Guardate il gol e mettete il fermo-immagine quando parte l’ azione: fra centrocampo e difesa del Valencia c’è una distanza PAZZESCA, chiunque in Primera ti fa gol con tutto questo spazio a disposizione. Xisco prende palla sulla trequarti completamente libero, vede Wilhelmsson sulla destra, e anche qui c’è da dire che il comodo traversone rasoterra dello svedese non trova nessuno pronto a chiudere in diagonale su Lafita dentro l’ area.
Nella ripresa non c’è l’ ombra di una reazione del Valencia, che anzi non crea più nulla, accusa una crescente confusione d’ idee (si spegne anche Banega) e pure un sensibile calo atletico. Possesso-palla ora sterile e spezzettato, sempre più errori nei passaggi e un Depor che si sente sempre più comodo in campo, ora inespugnabile nelle sue due linee da nove giocatori, ma anche gradevolmente semplice, lineare e veloce nel proporre il contropiede, sebbene lo scarso bagaglio offensivo non gli permetta di rendersi particolarmente pericoloso (il brivido maggiore lo causa una conclusione dal limite dell’ area di Pablo Amo, dopo respinta difettosa di Hildebrand su calcio d’ angolo). Koeman ci prova dalla panchina, ma i suoi cambi peccano totalmente di efficacia (quello che, secondo il tipo di partita, sarebbe potuto servire di più, cioè Zigic, se ne resta in panchina).
I MIGLIORI: Ancora in gol Lafita (poco comprensibile la sua sostituzione), ma va sottolineata anche la figura di Wilhelmsson, il cui acquisto ha dato alla fascia destra quella profondità che fino a Gennaio mancava in assenza di esterni destri validi. Filipe è uno dei giocatori che ha maggiormente beneficiato del cambio di modulo, la difesa a 5 gli permette di esprimere con maggior libertà le sue caratteristiche di lateral brasileiro di stampo prettamente offensivo. Eccellente secondo tempo di De Guzman, uno dei giocatori più continui quest’ anno nel Depor, rubapalloni e motore del centrocampo.
A volte bisogna anche rendere onore ai nemici: conoscete la mia “passione” per Arizmendi, gli va dato atto di aver giocato una grande prima mezzora, mettendo a frutto la sua corsa e la sua generosità, tra l’ altro con un cross eccellente per il raddoppio di Villa.
I PEGGIORI: Hildebrand gioca titolare per assenza di concorrenti, ma non ha mai saputo dare tranquillità alla difesa. Qualche prodezza, qualche ottima prestazione (vedi al Camp Nou in Copa del Rey) ma anche troppi errori, e in un portiere la continuità è l’ aspetto fondamentale.
Valencia (4-2-3-1): Hildebrand 5; Miguel 5,5 (70'), Albiol 5,5, Helguera 5,5, Caneira 5,5; Banega 6, Sunny 5,5 (77'); Arizmendi 6,5, Silva 5,5 (70'), Mata 6; Villa 6,5.
In panchina: Mora, Joaquín s.v. (70'), Edu s.v. (77'), Vicente s.v. (70'), Lombán, Montoro, Zigic.
Deportivo (5-4-1): Aouate 5,5; M. Pablo 6, Lopo 6, Pablo Amo 6,5, Coloccini 6,5, Filipe Luis 7; Wilhelmsson 6,5, Sergio 6,5 (84'), De Guzman 6,5, Lafita 6,5 (61'); Xisco 6 (74').
In panchina: Manu, Bodipo, Taborda, Riki s.v. (74'), A. Tomás s.v. (84'), Valerón, J. Rodríguez 6 (61').
Goles: 1-0 (16'): Mata remacha en el segundo palo. 2-0 (23'): Villa cabecea un centro de Arizmendi. 2-1 (37'): Sergio en un centro-chut que sorprende. 2-2 (44'): Lafita remata un pase de Wilhelmsson.
Árbitro: Delgado Ferreiro. Colegio Vasco. Amonestó a Mata (20'), Sergio (62') y Riki.
Incidencias: Mestalla. 35.000 espectadores que despidieron a su equipo con una pitada. Se guardó un minuto de silencio antes del partido.
2 Comments:
per una volta vorrei uscire dal tema calcio e segnalare per la prima volta l'inciviltà di una parte di un popolo (attenzione ho deto popolo, nessun riferimento a gruppo armato o che, anzi, per evitare eventuali accuse)che ho sempre rispettato.
"San Mamés rompe el primer minuto de silencio por una víctima de ETA" intitola el pais.
A Pamplona lo hanno direttamente tolto, per paura di una tale reazione. posso solo dire con tristezza che la madre degli imbecilli è sempre incinta.
Cespo, condivido tutto il tuo sdegno. Un episodio vergognoso, e purtroppo sappiamo che una minoranza organizzata avrà sempre la meglio, ancora di più se fanatica.
Il punto in questa vicenda non è discutere sullo statuto dei Paesi Baschi o di altre questioni politiche, io non entro neppure nel merito. La questione è di metodo, cioè si tratta di dissociarsi in maniera netta da chi in un regime democratico utilizza la violenza (barbara, nel caso di Carrasco ucciso come un cane, o indiscriminata, quando vengono messe bombe in ipermercati o aeroporti) per imporre le proprie idee, una condizione che io considero preliminare in qualunque società democratica.
Mi dispiace veramente tanto perchè rispetto molto l' Athletic, è un grande patrimonio del calcio spagnolo, e il San Mamés è uno dei teatri più affascinanti del calcio europeo.
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