VENTOTTESIMA GIORNATA: Deportivo-Real Madrid 1-0: Autorete Pepe.
Una sfortunata autorete di Pepe decide una partita bloccatissima, nella quale il Madrid ha ribadito tutta l’ impotenza che aveva manifestato contro la Roma. Il Deportivo ha spudoratamente regalato il possesso-palla e i merengues non hanno saputo proprio che farsene: a parte un tiro da fuori di Sneijder nell’ ultimo quarto di partita, le conclusioni più pericolose degli ospiti son stati alcuni cross sbilenchi che hanno costretto Aouate all’ intervento fra i pali.
Continua a mietere meritati successi la linea pragmatica del Deportivo: in estate i proclami di bel calcio al Riazor mi avevano lasciato alquanto perplesso, data la qualità della rosa e le tendenze storiche del tecnico Lotina, e infatti la prima parte di Liga aveva evidenziato soltanto una squadra di preoccupante inconsistenza, debole dietro, povera di qualità a centrocampo e spuntata in attacco.
Il realismo imponeva un drastico cambio di rotta in questo girone di ritorno, e la svolta è stata radicale: niente voli pindarici, sicurezza prima di tutto, cinque difensori, sacrificio e contropiede. Il 5-4-1 è la chiave di volta che permette a ogni giocatore di esprimersi al meglio (esemplari i casi dei tre difensori centrali, di Filipe e di Lafita) e che permette di ricavare il massimo da un potenziale così ridotto. Applausi, perché l’ intelligenza di un tecnico esce fuori in queste situazioni, troppo facile azzeccarci quando si naviga nell’ abbondanza.
La notizia clamorosa della serata è indubbiamente la titolarità del paria Soldado come rimpiazzo di Van Nistelrooy, mentre Drenthe e Sneijder vengono preferiti rispettivamente a Robinho e Baptista.
Copione chiaro sin da subito: come Getafe e Roma, il Deportivo difende bassissimo tutto nella sua metacampo, e controlla totalmente le iniziative di un Real Madrid per l’ ennesima volta drammaticamente carente quando ha l’ onere di fare la partita. Non si materializza la potenziale superiorità numerica a centrocampo (tre centrali contro due) del Madrid, il Depor neutralizza ogni possibilità raddoppiando e coprendo tutto il campo perfettamente: non lascia spazi fra le linee (uno dei tre centrali si stacca e va a prendere Guti o Sneijder), annullando così Guti (costretto a venire molto dietro per prendere palla, il che ha reso la sua prestazione praticamente ininfluente) e lasciando i piedi orrendi di Diarra liberi di balbettare quelle geometrie sghembe che mandano in fumo quasi ogni azione. Assolutamente insufficiente poi il gioco sulle fasce, fiacca la sinistra con Heinze e Drenthe, inesistente la destra come sempre da quando manca Sergio Ramos.
Deportivo nettamente più comodo, e anche più vivace coi contropiedi di Wilhelmsson e soprattutto di un ispiratissimo Lafita, anche se per vedere un’ occasione seria bisogna aspettare il secondo tempo, e precisamente il gol del vantaggio: a dire il vero non c’è nemmeno un tiro in porta, Filipe si beve Torres e mette al centro, il resto lo fa Pepe freddando Casillas con una scivolata traditrice.
Schuster prova a cambiare uno spento Drenthe con Robinho e a dare più vivacità con Higuain, ma crea poco o nulla anche buttandola sulla mischia, il Depor è sempre molto ben piazzato ed anzi si concede pure il lusso di non approfittare fino in fondo degli spazi sempre più ampi per i contropiedi dei neo-entrati Riki e Guardado (al rientro il gioiello messicano).
I MIGLIORI: Filipe Luis Kasmirski sta finalmente esplodendo: ex grande promessa delle giovanili della Seleçao, turista all’ Ajax, incolore al Real Madrid Castilla, finalmente bene quest’ anno, fino a diventare sempre più protagonista nelle ultime partite. Il passaggio alla difesa a cinque gli ha regalato la massima libertà di espressione in fase offensiva, esaltandone le qualità. Incisivo, sempre nel vivo del gioco, squisite doti di palleggio, splendido nell’ azione del gol.
Compagno di fascia di Filipe è Lafita, altro uomo-chiave del “New Look” deportivista: l’ ex promessa del Zaragoza, che pareva quasi dovesse eternare questa sua condizione, si è svegliato, mostrando i denti e la personalità. Disposto al sacrificio ma anche estremamente sciolto e ispirato ogni volta che ha il pallone fra i piedi, parte da sinistra per svariare su tutto il fronte con l’ ampia libertà che il modulo gli concede (c’è Filipe a coprire la sinistra, in fase di possesso sia lui che Wilhelmsson possono scambiarsi la posizione o andare tra le linee), e regala giocate da applausi.
Il rubapalloni De Guzman è ancora una volta l’ immagine migliore dello spirito di questo Deportivo. Un peccato l’ autorete maldestra, Pepe era stato il più autorevole della sua squadra.
I PEGGIORI: Soldado chiedeva spazio, impossibile però combinare qualcosa per lui, classico centravanti che dipende esclusivamente dai rifornimenti dei compagni: cattivoni, gli hanno tagliato i viveri. In una partita come questa comunque è difficile pescare nel mucchio e scegliere dei peggiori nel Madrid.
Deportivo (5-4-1): Aouate s.v.; M. Pablo 6, Lopo 6,5, P. Amo 6, Coloccini 6,5, Filipe 7; Wilhelmsson 6,5, Sergio 6 (86'), De Guzmán 6,5, Lafita 7 (79'); Xisco 6 (65').
In panchina: Munúa, Laure, A. Tomás s.v. (86'), Guardado 6 (79'), Valerón, Riki 5,5 (65'), Taborda.
Real Madrid (4-3-3): Casillas 6; Torres 5, Pepe 6, Cannavaro 6, Heinze 5,5 (77'); Sneijder 5,5, Diarra 5, Guti 5,5; Raúl 5,5, Soldado 5 (67'), Drenthe 5 (67').
In panchina: Dudek, Salgado, Marcelo, Gago, Baptista s.v. (77'), Robinho s.v. (67'), Higuaín s.v. (67').
Gol: 1-0 (56'): Filipe deja clavado con un regate a Torres, entra por la banda izquierda del Deportivo y su centro al área lo desvía Pepe en propia puerta con la rodilla derecha.
Árbitro: Turienzo Álvarez, del Colegio Castellano-Leonés. Amonestó a De Guzmán (59'), Coloccini (67') y Torres (71').
Incidencias: Estadio de Riazor. Lleno total. 35.000 espectadores. Antes del encuentro se guardó un minuto de silencio por el fallecimiento de Vicente Acevedo, antiguo coordinador arbitral de la Federación Española de Fútbol. De Guzmán vio la quinta amarilla del ciclo y será baja por sanción ante el Mallorca.
Continua a mietere meritati successi la linea pragmatica del Deportivo: in estate i proclami di bel calcio al Riazor mi avevano lasciato alquanto perplesso, data la qualità della rosa e le tendenze storiche del tecnico Lotina, e infatti la prima parte di Liga aveva evidenziato soltanto una squadra di preoccupante inconsistenza, debole dietro, povera di qualità a centrocampo e spuntata in attacco.
Il realismo imponeva un drastico cambio di rotta in questo girone di ritorno, e la svolta è stata radicale: niente voli pindarici, sicurezza prima di tutto, cinque difensori, sacrificio e contropiede. Il 5-4-1 è la chiave di volta che permette a ogni giocatore di esprimersi al meglio (esemplari i casi dei tre difensori centrali, di Filipe e di Lafita) e che permette di ricavare il massimo da un potenziale così ridotto. Applausi, perché l’ intelligenza di un tecnico esce fuori in queste situazioni, troppo facile azzeccarci quando si naviga nell’ abbondanza.
La notizia clamorosa della serata è indubbiamente la titolarità del paria Soldado come rimpiazzo di Van Nistelrooy, mentre Drenthe e Sneijder vengono preferiti rispettivamente a Robinho e Baptista.
Copione chiaro sin da subito: come Getafe e Roma, il Deportivo difende bassissimo tutto nella sua metacampo, e controlla totalmente le iniziative di un Real Madrid per l’ ennesima volta drammaticamente carente quando ha l’ onere di fare la partita. Non si materializza la potenziale superiorità numerica a centrocampo (tre centrali contro due) del Madrid, il Depor neutralizza ogni possibilità raddoppiando e coprendo tutto il campo perfettamente: non lascia spazi fra le linee (uno dei tre centrali si stacca e va a prendere Guti o Sneijder), annullando così Guti (costretto a venire molto dietro per prendere palla, il che ha reso la sua prestazione praticamente ininfluente) e lasciando i piedi orrendi di Diarra liberi di balbettare quelle geometrie sghembe che mandano in fumo quasi ogni azione. Assolutamente insufficiente poi il gioco sulle fasce, fiacca la sinistra con Heinze e Drenthe, inesistente la destra come sempre da quando manca Sergio Ramos.
Deportivo nettamente più comodo, e anche più vivace coi contropiedi di Wilhelmsson e soprattutto di un ispiratissimo Lafita, anche se per vedere un’ occasione seria bisogna aspettare il secondo tempo, e precisamente il gol del vantaggio: a dire il vero non c’è nemmeno un tiro in porta, Filipe si beve Torres e mette al centro, il resto lo fa Pepe freddando Casillas con una scivolata traditrice.
Schuster prova a cambiare uno spento Drenthe con Robinho e a dare più vivacità con Higuain, ma crea poco o nulla anche buttandola sulla mischia, il Depor è sempre molto ben piazzato ed anzi si concede pure il lusso di non approfittare fino in fondo degli spazi sempre più ampi per i contropiedi dei neo-entrati Riki e Guardado (al rientro il gioiello messicano).
I MIGLIORI: Filipe Luis Kasmirski sta finalmente esplodendo: ex grande promessa delle giovanili della Seleçao, turista all’ Ajax, incolore al Real Madrid Castilla, finalmente bene quest’ anno, fino a diventare sempre più protagonista nelle ultime partite. Il passaggio alla difesa a cinque gli ha regalato la massima libertà di espressione in fase offensiva, esaltandone le qualità. Incisivo, sempre nel vivo del gioco, squisite doti di palleggio, splendido nell’ azione del gol.
Compagno di fascia di Filipe è Lafita, altro uomo-chiave del “New Look” deportivista: l’ ex promessa del Zaragoza, che pareva quasi dovesse eternare questa sua condizione, si è svegliato, mostrando i denti e la personalità. Disposto al sacrificio ma anche estremamente sciolto e ispirato ogni volta che ha il pallone fra i piedi, parte da sinistra per svariare su tutto il fronte con l’ ampia libertà che il modulo gli concede (c’è Filipe a coprire la sinistra, in fase di possesso sia lui che Wilhelmsson possono scambiarsi la posizione o andare tra le linee), e regala giocate da applausi.
Il rubapalloni De Guzman è ancora una volta l’ immagine migliore dello spirito di questo Deportivo. Un peccato l’ autorete maldestra, Pepe era stato il più autorevole della sua squadra.
I PEGGIORI: Soldado chiedeva spazio, impossibile però combinare qualcosa per lui, classico centravanti che dipende esclusivamente dai rifornimenti dei compagni: cattivoni, gli hanno tagliato i viveri. In una partita come questa comunque è difficile pescare nel mucchio e scegliere dei peggiori nel Madrid.
Deportivo (5-4-1): Aouate s.v.; M. Pablo 6, Lopo 6,5, P. Amo 6, Coloccini 6,5, Filipe 7; Wilhelmsson 6,5, Sergio 6 (86'), De Guzmán 6,5, Lafita 7 (79'); Xisco 6 (65').
In panchina: Munúa, Laure, A. Tomás s.v. (86'), Guardado 6 (79'), Valerón, Riki 5,5 (65'), Taborda.
Real Madrid (4-3-3): Casillas 6; Torres 5, Pepe 6, Cannavaro 6, Heinze 5,5 (77'); Sneijder 5,5, Diarra 5, Guti 5,5; Raúl 5,5, Soldado 5 (67'), Drenthe 5 (67').
In panchina: Dudek, Salgado, Marcelo, Gago, Baptista s.v. (77'), Robinho s.v. (67'), Higuaín s.v. (67').
Gol: 1-0 (56'): Filipe deja clavado con un regate a Torres, entra por la banda izquierda del Deportivo y su centro al área lo desvía Pepe en propia puerta con la rodilla derecha.
Árbitro: Turienzo Álvarez, del Colegio Castellano-Leonés. Amonestó a De Guzmán (59'), Coloccini (67') y Torres (71').
Incidencias: Estadio de Riazor. Lleno total. 35.000 espectadores. Antes del encuentro se guardó un minuto de silencio por el fallecimiento de Vicente Acevedo, antiguo coordinador arbitral de la Federación Española de Fútbol. De Guzmán vio la quinta amarilla del ciclo y será baja por sanción ante el Mallorca.
Etichette: Deportivo, Liga, Real Madrid
6 Comments:
Volevo appunto domandarti se il buon periodo di Filipe, potesse essere considerato anche una definitiva svolta per la sua carriera (che agli albori prometteva veramente molto... era forse ancora piu considerato di quanto lo fosse Marcelo qualche mese fa)...ma vedo che hai già risposto nel pezzo sulla partita.
Michael.
Sì, mi ricordo Filipe al Torneo di Tolone mi pare del 2004, era veramente promettente.
Può essere una svolta questa, però ho l' impressione che renda molto meglio in un modulo con difesa a tre (tipo Sao Paulo campione di Libertadores o Brasile 2002) che in una difesa a 4, dove diventa un po' anonimo (soprattutto nel calcio europeo, dove i terzini tendono a essere più bloccati).
Il problema è che in Spagna praticamente tutti giocano con la difesa a 4, solo Lotina adesso sta facendo eccezione, e infatti Filipe è esploso.
Ho visto Filipe per la prima volta a Florianopolis, nel Figueirense. Giocava in una difesa a 4 e credo abbia sempre giocato così in patria. Già si parlava dell'interesse di grandi club europei, ch einfatti l'avrebbero portato al di qua dell'oceano in quel 2004.Lo vidi giocare una partita discreta con alcuni spunti interessanti, esclusivamente in fase di spinta. In Brasile, almeno secondo quanto so io, non credo sia stato considerato superiore a Marcelo, che è più giovane e più calcisticamente stimolante ( specie per un brasiliano). Io stesso quando vidi per la prima volta Marcelo, in un under Sudamericano, se non sbaglio ( ma poi certamtne in quel Brasile sconfitto in finale nel mondiale under 17 in Perù: e nell'ultimo match mancò Anderson...), fui davvero impressionato dalla sua qualità a cui aggiungeva continuità d'azione. Sul fatto che, date le attuali condizioni del calcio europeo, abbia maggiori possibilità d'inserimento Filipe, sto con voi. Ma sono convinto che Marcelo, nella situazione giusta possa essere devastante.
Beh, chiaro, è sottintesa la differenza fra una difesa a 4 europea e una brasiliana, dove i terzini devono soprattutto spingere, quasi come delle ali. Ciò che intendo dire è che Filipe può trovare analoga libertà offensiva in una squadra europea (fatta eccezione per quelle che giocano sempre all' attacco, tipo Arsenal o Barça per fare due esempi)solo in un modulo tipo questo attuale del Depor, con tre centrali in difesa e praticamente tutta la fascia a disposizione. Non aveva giocato male il girone d' andata, sempre almeno sufficiente, però nel 4-2-3-1 precedentemente utilizzato dal Depor si trovava sicuramente più bloccato.
Hai ragione su Marcelo: il punto è che la situazione non è proprio quella giusta per lui. A Madrid sta rischiando di bruciarsi, io lo avrei dato in prestito per permettergli di maturare (mi gioco quello che volete che se adesso Marcelo giocasse nel Getafe o nell' Almeria di turno verrebbe indicato come una delle rivelazioni della Liga).
Spesso la considerazione di alcuni giocatori cambia tra Europa e Sudamerica (credo che Renato Augusto, possa essere un esempio).
Ora, mi è difficile "quantificare la considerazione" ma ricordo che proprio dopo quel Torneo di Tolone a cui fa riferimento Valentino, Filipe veniva valutato veramente tanto.
Di terzini in quel Brasile che partecipò al Sudamericano u17 del 2005, a me non dispiaceva neanche Leyrielton del Goias (avevo letto di contatti recenti con il Fulham fra l'altro).
Sempre in tema di fluidificanti sudamericani (sempre se qualcuno leggerà questo post...), un parere (se avete avuto modo di vederli) su Apodi (gran stagione in serie B, con il Vitoria ed ora acquistato dal Cruzeiro... ha qualcosa di Daniel Alves) e Zuniga, colombiano, dell'Atletico Nacional? Sono due degli esterni più interessanti che ho visto giocare negli ultimi mesi.
Michael
Purtroppo calcio sudamericano, e ancora di più brasiliano, riesco a vederne troppo poco: su Apodi buio totale, Zuniga se non ricordo male era nella Colombia Under 20 del 2005, e mi era parso più che buono, un po' come tutta quella squadra (Zapata, Aguilar, Renteria, il sopravvalutato ma comunque valido Rodallega...): terzino destro esplosivo, bravo a spingere, sempre se la memoria non mi fa difetto. Dopo quel Mondiale comunque, non ho più avuto modo di vederlo.
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